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Prove non estratte La verifica preventiva dell’interesse archeologico (art

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Academic year: 2022

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Seconda prova Funzionari Archeologi.

Prova estratta

La partecipazione del funzionario archeologo alla programmazione triennale e annuale dei lavori pubblici (art. 21 del D.Lgs. 50/2016- Codice dei contratti pubblici): illustri il candidato - per un caso a scelta, mediante la stesura di una relazione tecnico scientifica - la proposta di un intervento di scavo e/o di restauro archeologico, motivandone la necessità e senza trascurare gli aspetti legati alle possibili forme di valorizzazione e gestione del contesto, che siano sostenibili e attuabili anche con il coinvolgimento delle diverse realtà locali.

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Prove non estratte

La verifica preventiva dell’interesse archeologico (art. 25, D.Lgs. 50/2016-Codice dei contratti pubblici): dopo aver analizzato sinteticamente lo sviluppo della normativa, il candidato faccia riferimento alla Relazione archeologica definitiva e alla fattispecie dei “contesti che non evidenziano reperti leggibili come complesso strutturale unitario, con scarso livello di conservazione per i quali sono possibili interventi di reinterro, smontaggio, rimontaggio e musealizzazione, in altra sede rispetto a quella di rinvenimento”. Illustrando un caso esemplificativo di sua scelta, il candidato riassuma, in forma di relazione interna da sottoporre al Soprintendente, i risultati salienti delle indagini effettuate e gli altri elementi utili all’approvazione della Relazione archeologica definitiva e all’espressione del parere di competenza della Soprintendenza sulla fattibilità dell’opera pubblica. Elenchi inoltre le fasi del procedimento amministrativo per il riconoscimento dell’interesse archeologico di quanto reinterrato e/o quelle per l’autorizzazione allo smontaggio dei resti.

Nel corso di un sopralluogo in un centro storico, il funzionario verifica che sono in atto opere di scavo per una nuova costruzione, accertando l’affioramento di alcuni resti antichi. Il candidato, con puntuali riferimenti normativi, illustri in una relazione interna da sottoporre al Soprintendente le diverse azioni che l’Ufficio deve intraprendere, completando l’esposizione con la descrizione del procedimento amministrativo per la dichiarazione di interesse culturale di quanto rinvenuto.

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