• Non ci sono risultati.

La perdita di un affetto importante non è monetizzabile Dr. André Tunc

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "La perdita di un affetto importante non è monetizzabile Dr. André Tunc"

Copied!
3
0
0

Testo completo

(1)

La perdita di un affetto importante non è monetizzabile

Dr. André Tunc*

Mi occupo da molto tempo dei problemi che riguardano il risarcimento delle vittime di danni fisici, soprattutto in materia di incidenti stradali. Su mio suggerimento il Ministro della Giustizia ha creato nel 1964 una commissione per preparare una riforma della legge. Chiedevo, con l’appoggio del Ministro, che tutte le vittime di incidenti stradali fossero senza discussione risarcite per i loro danni fisici. Fra le diverse riflessioni che m’imposero questa soluzione, fu in primo luogo la grande incertezza che regna sempre sulle circostanze esatte di un incidente, poi il fatto che la maggior parte degli incidenti sono causati da errori che possono essere commessi sia dal conducente che dal pedone più prudente e attento, errori che, per conseguenza, non corrispondono al concetto della colpa, e, infine, il paradosso che l’assicurazione oggigiorno protegge l’autore del danno anche se ha commesso un errore molto grave, mentre rifiuta il risarcimento della vittima, anche se questa ha commesso soltanto un piccolo errore. Si trattava dunque di modificare l’assicurazione della responsabilità del conduttore in un’assicurazione nel rischio automobilistico. Ciò è possibile senza modificare le strutture dell’industria assicurativa. Devo però riconoscere che questa commissione trascurava nel suo lavoro il problema difficile della valutazione del danno fisico, cioè il problema di cui si occupa questo congresso. Comunque, il Ministro della Giustizia dovette abbandonare il progetto davanti alla violenta opposizione degli avvocati e degli assicuratori.

Un’altra commissione fu creata nel 1981 da un altro Ministro della Giustizia, Robert Badinter, per studiare il risarcimento delle vittime di incidenti stradali. Intanto gli assicuratori erano diventati largamente favorevoli ad una riforma che risarciva tutte le vittime. Questa nuova commissione, di cui il presidente fu M. Pierre Bellet, Primo Presidente Onorario della Corte di Cassazione, studiò i problemi di valutazione del risarcimento e del coordinamento con i versamenti della Previdenza Sociale o degli organismi sociali, ma non riusciva a concludere. In base alla relazione che gli fu consegnata nell’aprile 1982, il Ministro intavolò delle trattative con tutti gli interessati. Tre anni dopo presentò una proposta di legge prima al governo, poi al parlamento. Per motivi economici (che non erano magari decisivi) il parlamento lasciò alla responsabilità per colpa i conduttori di veicoli a motore. Le altre vittime però (pedoni, ciclisti e semplici passeggeri di veicoli) beneficiavano di un risarcimento quasi automatico (a patto che, essendo di età fra 16 e 70 anni, non avessero commesso un errore non scusabile che fosse la causa esclusiva dell’incidente).

La proposta di legge conteneva inoltre numerose disposizioni che modernizzavano il diritto in favore sia delle vittime di incidenti stradali sia di tutte le vittime di infortuni fisici. Due esempi di disposizione meritano attenzione, anche se non possono essere esaminati qui: le disposizioni che coordinano il risarcimento tramite l’assicurazione automobilistica con quello degli organismi sociali e le disposizioni che negli incidenti stradali stabiliscono per incarico dell’assicuratore l’obbligo di presentare un’offerta di risarcimento, per evitare il processo e favorire una transazione fra la vittima e l’assicuratore. Per quanto fosse importante, questa proposta non si esprimeva a proposito del problema della valutazione del danno fisico. Soltanto durante le discussioni parlamentari fu introdotto il testo che oggi costituisce l’articolo 26 della legge del 5 luglio 1985: “Sotto il controllo dell’autorità pubblica una pubblicazione periodica rende conto dei risarcimenti fissati dai giudizi e dalle transazioni”.

Questa disposizione, modesta a prima vista, fu in realtà di notevole importanza: La legge del 1985, correntemente chiamata “Legge Badinter”, mirava sostanzialmente a risarcire tutte le vittime di incidenti stradali (anche se i rispettivi autori dovevano, all’ultimo momento, accettare dei compromessi), perché sembrava essere giusto in questo modo; ma mirava anche a ridurre al minimo

* Professore di Diritto Civile all’Università di Parigi, Panthéon Sorbonne

Collana Medico Giuridica

LE NUOVE FRONTIERE DEL DANNO RISARCIBILE ed. Acomep, 1998

(2)

il numero dei processi. Ogni processo nuoce alla vittima ritardando il suo risarcimento, creando inoltre frustrazione e ostilità nei confronti dell’assicuratore. Il tutto comunque nuoce pure all’assicuratore e all’intero sistema di indennizzo, comportando delle spese “parassitarie”. Fu dunque molto importante promuovere un sistema di conciliazione fra l’assicuratore e la vittima, e dare un segno di riferimento sia all’uno che all’altro; un riferimento che permette all’assicuratore di proporre una somma ragionevole e alla vittima di valutare la proposta. Constatiamo en passant che, pur trovandosi nelle disposizioni che mirano al risarcimento delle vittime di incidenti stradali, l’articolo 26 si estende in realtà a tutte le vittime di incidenti fisici: perché assicuratori, vittime e tribunali non dovrebbero rimettersi alle tabelle pubblicate in materia di incidenti stradali?

E’ possibile che il provvedimento preso in Francia con l’articolo 26 della Legge Badinter possa comprendere dei suggerimenti utili anche per l’Italia (mi chiedo, però, se non avete già una pubblicazione sistematica degli indennizzi accordati per alcuni tribunali, per esempio quello di Genova). E’ chiaro che non sono venuto qui per istruirVi, ma per imparare da Voi. Perché mi sembra che siate più progrediti nella riflessione da prendere per quanto riguarda l’indennizzo della vittima e gli strumenti per valutarli. Abbiamo certamente delle ottime opere in proposito. Tante riunioni sono state organizzate fra assicuratori e medici per cercare di precisare e razionalizzare i criteri dell’indennizzo. Un Magistrato di Cassazione francese, M. André Dessertine, nel 1988, organizzò addirittura un convegno internazionale sulla “Valutazione del danno fisico nei paesi della CEE” e ne pubblicò gli atti due anni dopo. Ciò nonostante ho l’impressione che le Vostre analisi siano più progredite, più profonde delle nostre.

Ciò che mi da questa impressione, è in particolar modo la magistrale relazione presentata dal professor Marco Comporti in occasione del convegno organizzato da Monsieur Dessertine. Si tratta di un rapporto comparativo che dunque non mira ad essere esauriente per quanto riguarda il diritto italiano. Ma fu molto interessante la breve presentazione della giurisprudenza del Tribunale di Genova, che si è imposta dal 1974 e che ha ricevuto l’appoggio del professor Alpa e del professor Francesco Busnelli nella sua opera del 1978: “Tutela della salute e diritto privato”. Questa giurisprudenza mi sembra conservare la sua autorità, a giudicare dall’opera che mi è stata mandata dall’avvocato Giovanni Benito Agrizzi: “In difesa dell’uomo”. Ma può darsi che Voi proponiate dei metodi di valutazione di indennizzo più sottili. Non posso fare a meno di ammirare la precisione e la profondità degli argomenti che discuterete durante le cinque sessioni successive.

Eppure vorrei confessarVi, prima che riprendiate le Vostre ricerche, l’idea generale che mi ha ispirato in tutti questi anni a dedicarmi al risarcimento delle vittime di incidenti stradali. Mi sembrava giusto che tutte le vittime fossero risarcite dall’assicurazione automobilistica senza discussione di principio, e secondo le modalità più veloci e più sicure possibile. E’ chiaro però che una riforma è politicamente risolvibile soltanto se non comporta aumenti, o comunque non aumenti importanti dei premi d’assicurazione.

Quindi nell’indennizzo ci sono due complessi, uno è costituito dalle perdite o dal lucro cessante;

bisogna cercare di valutare più precisamente possibile, anche se in alcuni casi può essere difficile, e ci sono tutti gli elementi chiamati secondo il paese “danno morale” oppure “danno non economico”.

Questo danno è molto reale sia che si tratti della sofferenza causata da una lesione fisica, sia del dolore provato per la perdita di un figlio o un coniuge, anche se certamente non c’è equivalente monetario. Ciò che può aiutare a sopportare la sofferenza o il dolore, è soprattutto la personalità della vittima, le sue risorse interiori, accompagnate dall’affetto dei familiari o degli amici.

Non ritengo che l’assicurazione debba coprire questo genere di danno; tuttavia credo che non bisognerebbe metterlo in discussione. Nessuna somma compenserà mai la perdita di un figlio o di un coniuge; ogni discussione non potrà fare altro che nutrire animosità, inasprire la sofferenza e lasciare amarezza. Mi sembra dunque che per questo genere di situazioni non sia opportuno stabilire dei punteggi. E’ chiaro che un figlio non ha valore monetario. Si tratterebbe semplicemente, riconoscendo la sofferenza dei genitori, di versar loro una somma che potrebbero spendere a favore di bambini handicappati o comunque bisognosi.

Collana Medico Giuridica

LE NUOVE FRONTIERE DEL DANNO RISARCIBILE ed. Acomep, 1998

(3)

Spero che questo punteggio d’indennizzo dei danni “morali” non sia troppo generoso, certamente non difendo ’idea che la sua assegnazione debba limitarsi ad alcuni casi, specialmente di delitti, vorrei però che le somme fissate restassero modeste, proprio perché sono incapaci di “pagare” la sofferenza. Se vogliamo evitare che i premi di assicurazioni aumentino senza limiti, dobbiamo fare delle scelte nella ripartizione delle somme disponibili. Mi sembra giusto che alla morte accidentale di un uomo o di una donna che manteneva la famiglia con il suo stipendio, la famiglia riceva al più presto possibile l’equivalente dello stipendio perduto. Non mi sembra altrettanto importante che il dolore del coniuge sopravvissuto, pur essendo senz’altro un dolore autentico, dia inizio al versamento di una grossa somma, sono addirittura scandalizzato per il fatto che nella giurisprudenza francese la morte di un adolescente comporti un “indennizzo” pecuniario a favore dei suoi fratelli e sorelle, qualunque sia la loro età.

M’interrogo anche sulla fondatezza della sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione francese il 22 febbraio 1995 e riassunta nel Recueil Dalloz-Sirey del 9 marzo: “L’autore di un delitto o di un quasi-delitto è tenuto a riparazione integrale del danno che ha causato. Siccome lo stato vegetativo di una persona umana non esclude nessun indennizzo, il rispettivo danno personale deve essere riparato in tutti i suoi elementi senza che si possa opporre che la vittima ridotta in questo stato non sia assolutamente in grado di sentire qualunque cosa, sia che si tratti di un dolore, di un sentimento di diminuzione legato ad una disgrazia estetica o di un fenomeno di frustrazione dei piaceri oppure delle preoccupazioni dell’esistenza”.

Il problema che si presentava alla Corte di Cassazione francese, come si era già presentato ad altre giurisdizioni nel mondo, è solo un esempio delle difficoltà che studierete. E’ successo un incidente, preferiremmo che non fosse avvenuto e vorremmo almeno che fossero ridotte le conseguenze negative. Se c’è un danno fisico è illusorio credere che sia possibile, ciò nonostante bisogna ricercare, nel modo più preciso e realistico possibile, cosa si può fare per attenuarne le conseguenze, questo è il compito che cercate di assolvere. Vorrei ringraziarVi ancora per avermi permesso di assistere ai vostri lavori e Vi auguro un gran successo nel proseguimento delle Vostre ricerche.

Collana Medico Giuridica

LE NUOVE FRONTIERE DEL DANNO RISARCIBILE ed. Acomep, 1998

Riferimenti

Documenti correlati

ORDINARE LE IDEE DI UN DISCORSO ORDINARE LE IDEE DI UN DISCORSO primo, secondo • in primo luogo, in secondo. luogo da

[r]

Antonio Niccolini, Pianta e sezione della scala e dell’anfiteatro al Tondo di Capodimonte, 1825-1826, Museo Nazionale di San Martino, Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo

acqua, elettricità e gas; persone molto soddisfatte assistenza medica, infermieristica e dei servizi igienici ospedalieri; indice di attrattività delle Università; indice

La ricerca esplora le esigenze formative di un segmento particolare della forza lavoro, che, come mostrano le ricerche condotte sulle “generazioni” nei luoghi di lavoro,

Nel corso della procedura di riciclo, la carta viene prima separata in base alle varie tipologie, poi viene schiacciata e incollata in cartiera, così da

La buttonhole technique (BHT) è un metodo di puntura della fistola arterovenosa (FAV), che prevede il posiziona- mento degli aghi sempre esattamente nello stesso punto. Questa

Il PNRR prevede due azioni molto importanti per migliorare la qualità di vita delle persone fragili e dei loro familiari e caregiver: potenziare i servizi a domicilio e