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Sintomi crisi esistenziale

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Academic year: 2022

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Sintomi crisi esistenziale

Autore: Denise Ubbriaco | 09/08/2021

Disagio psicologico: i segnali, le cause e le conseguenze. L’intervista allo specialista in psichiatria. Posso richiedere una consulenza online allo psicologo?

Alcuni eventi che generano un forte stress possono comportare un cambiamento dell’immagine di sé e una perturbazione emotiva. Un passato doloroso e/o traumatico può continuare a pesare sul presente e condizionarlo, provocando così

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una crisi esistenziale.

Ma quali sono gli eventi e le situazioni che possono determinare tale crisi? Ad esempio: la routine e la mancanza di prospettive diverse dalla propria quotidianità, un divorzio, la perdita di una persona cara, un insuccesso, una sanzione disciplinare sul posto di lavoro, l’insorgenza di una patologia, la fine di una convivenza, il raggiungimento di una certa età (sicuramente, avrai sentito parlare della famosa crisi dei 25/30 o 40 anni), la fine di un percorso di studi, un licenziamento, un trauma psicologico.

Ma quali sono i sintomi di una crisi esistenziale? I campanelli d’allarme possono essere sia fisici sia psicologici come: paura, apatia, senso di vuoto, crisi d’identità, irritabilità, frustrazione, sensazioni di smarrimento e di perdita del controllo della propria vita, cambi d’umore, ansia, attacchi di panico, angoscia, bassa autostima, insoddisfazione per le decisioni prese, mancanza di motivazione, stanchezza mentale e fisica.

Quali sono le situazioni che possono descrivere i diversi tipi di crisi esistenziali?

Quali sono le conseguenze? Come intervenire? A chi rivolgersi? Per saperne di più, abbiamo intervistato il dr. Matteo Pacini, specialista in psichiatria e docente di medicina delle dipendenze presso il Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa; dopodiché, ti spiegherò se uno psicologo può effettuare consulenze online.

Cos’è una crisi esistenziale?

Una crisi esistenziale è un termine comune che si usa per descrivere una situazione di blocco, di ripensamento, di dubbio sul percorso che si sta seguendo.

A differenza di comuni momenti in cui si può semplicemente rallentare o far fatica, qui si tratta di non capire più con certezza verso quale obiettivo andare, se ciò che è stato fatto fino a quel momento abbia un senso, e quale sia la strada giusta da scegliere.

Cos’è la crisi da ripensamento?

La crisi da ripensamento si verifica al culmine di un’esperienza estrema, vissuta con progressivo distacco o isolamento dai contesti comuni e dai valori condivisi,

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magari conducendo una vita doppia, come può capitare a soggetti che si imbarcano in attività politiche di tipo estremistico o criminali. Di solito, in questo tipo di percorsi, capitano eventi emotivamente pesanti che spingono questi soggetti a dubitare in blocco delle scelte fatte fino a quel momento, nonostante abbiano motivazioni forti, o convenienze forti, alla base della loro condotta fino a quel punto.

Cosa sono le crisi spontanee?

Nelle crisi spontanee, una persona sperimenta il venir meno delle motivazioni e degli scopi che fino a poco prima erano stati chiari e fuori discussione. Di solito, c’è una fase di perplessità, in cui la persona si chiede come mai non sia più così convinta, entusiasta di quel che sta facendo e dovrebbe continuare a fare;

dopodiché subentra una fase di distacco emotivo, di appiattimento, di depressione.

Qui, la persona non sa più chi è e cosa vuole, quindi non ha più progettualità (né rivolta ai vecchi scopi, né nuova). Nell’adolescenza, è un tipo di passaggio frequente.

Cosa sono le crisi di riassestamento?

Nelle crisi di riassestamento, ad una fase di perplessità segue un rapido riorientamento verso un nuovo scopo, una nuova visione della vita, un nuovo stile di comportamento e, tipicamente, un nuovo giro di rapporti umani.

Quali possono essere le cause di una crisi esistenziale?

Alla base di una crisi possono, e sottolineo “possono”, esservi degli insuccessi.

Spesso, c’è quello che si definisce “usteron-proteron”, cioè un equivoco tra il prima e il dopo. Una persona può riferire di essere entrata in crisi per una delusione sentimentale, ad esempio. Ma nel ricostruire la storia ci si può rendere conto che, in realtà, la delusione si è prodotta già come effetto di un cambiamento interno della persona, che vede la propria relazione con occhi diversi, non più con entusiasmo, e la fa terminare, magari con autentica sofferenza, ma senza un vero e proprio motivo contingente. Lo stesso discorso vale per il lavoro e lo studio.

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Per questo, a volte, si sentono storie in cui il movente iniziale di una crisi di vita è davvero leggero, banale, e sta in piedi soltanto se si vuole ricercare una prima causa esterna. In questo caso, la crisi non è alla base dell’episodio psichiatrico, ma è un modo di manifestarsi di quella condizione, è un sintomo. Molte forme attenuate di depressione sono appunto liquidate come disagio esistenziale, forse per la necessità (che non sussiste) di mantenere una netta divisione tra fisiologia e patologia.

Cos’è il vuoto esistenziale e come si presenta?

Un “vuoto esistenziale” è una crisi di scopi e di identità dovuta al venir meno di un ruolo, di uno scopo condiviso, o di radici di riferimento.

Quanto contano i fallimenti nelle crisi esistenziali?

Nel determinare esternamente le crisi contano molto i “doppi fallimenti”, come ad esempio perdere il lavoro e la persona amata in un unico momento, perché magari c’è un legame tra le due cose. Quindi, è molto importante, per l’adattamento ad una sconfitta, che la persona abbia un secondo fronte su cui appoggiarsi. Una persona di riferimento, un sistema di valori, un’altra occupazione o passione che riesca a disperdere il potenziale demoralizzante di un evento, e a fornire spiegazioni non degradanti. Infatti, se una persona non ha questi appoggi, o se non bastano, tende a sviluppare un adattamento che però parte da una propria auto-denigrazione: si è fallito perché si vale poco, perché si è sbagliato, perché non ci ha capito niente.

Quali sono le conseguenze di una crisi esistenziale?

Una crisi iniziata da un fallimento prestazionale (esame, insuccesso lavorativo, un “no” ricevuto da una persona amata) può tradursi in una messa in discussione generale di sé, fino a non riconoscersi più in quell’insieme di interessi, inclinazioni e pensieri che fino a quel momento hanno rappresentato la

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nostra identità. C’è chi risponde isolandosi e c’è chi risponde esasperando questa definizione, cioè cercando il cambiamento totale.

Ci sono situazioni psichiche che uniscono il bisogno di novità a quello di stimoli e alla crisi d’identità in assenza di questi. Paradossalmente, la persona sa chi è nell’arco di pochi giorni, mentre invece non riesce a costruire niente di convincente su realtà che sono stabili e chiare. Allo stesso modo, vi può essere un facile entusiasmo sentimentale su persone appena conosciute, e insofferenza verso relazioni che non presentano sorprese, con l’identità che si aggancia alla novità. A cose normali una persona ha entusiasmi per le novità, ma l’identità tende ad arrivare dopo un po’, quando le cose si assestano e si definiscono meglio in termini progettuali.

In alcuni momenti della vita o alcuni tipi di personalità, invece, ci si sente “se stessi” proprio nei momenti in cui lo si è di meno, cioè quando si è mossi da entusiasmi intensi ma recenti per novità totali della propria vita.

Si è fermamente convinti dell’ultima verità, si è profondamente presi da persone che si conoscono a malapena, si è fortemente determinati verso percorsi non ancora verificati.

Chi ha una crisi esistenziale può cadere vittima di plagi e di manipolazioni mentali con più facilità?

Si parla spesso di plagi e di manipolazioni mentali all’interno di sette o di organizzazioni di vario tipo. Ciò avviene quando si crea non tanto un vuoto esistenziale, cioè un’assenza di scopi, identità e motivazioni, ma quando si crea una forza di “risucchio” tra un vuoto da una parte, e un bisogno di pienezza totale dall’altra, per cui la persona è attratta (spesso inspiegabilmente) dalle “solite”

rivelazioni che un movimento o un altro propone. Questo tipo di situazione rende carismatici degli individui grossolani nella teoria, e già da subito ambigui nella pratica, e rende “illuminanti” delle teorie o dei discorsi che colpiscono per semplicismo e per fumosità.

La persona che è in un momento di “fame” esistenziale però salterà su questa occasione di rinascita e rivoluzione mentale, convinta allo stesso tempo di aver

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trovato una soluzione e di riscattare la propria negatività. Finalmente, è qualcuno che ha capito qualcosa, opposta magari al mondo che non lo capisce, e potrà fare cose importanti per sé e in generale di valore per il mondo.

Quel che colpisce di queste “fasi” è la mancanza di critica. Ciò che prima aveva un senso non lo ha più, e improvvisamente si è assorbiti da una nuova verità, nuove regole, nuove certezze. La facilità o faciloneria con cui si converte a nuove identità, nuovi scopi, nuovi riferimenti e regole è il primo segno di allarme.

Come superare la crisi esistenziale?

Una combinazione di interventi sugli assetti umorali e di ricondizionamento comportamentale sono in genere la migliore formula per il risanamento di queste forme “protratte” di crisi esistenziale.

Lo psicologo può effettuare consulenze online?

Dopo aver approfondito il tema della crisi esistenziale nell’intervista al dr. Matteo Pacini, a seguire ti spiegherò se e come lo psicologo può fare una seduta online. Ma prima facciamo una piccola premessa e immaginiamo i casi in cui potresti richiedere una consulenza online.

La pandemia causata dal Covid-19 ha stravolto tutti i tuoi programmi. Magari, speravi di trasferirti in un’altra città e ricominciare una nuova vita. Oppure stavi progettando di andare a convivere con la tua dolce metà in attesa di convolare a nozze. O, ancora, per via della distanza e dell’impossibilità di ricongiungersi a causa delle restrizioni dettate dai vari dpcm, tu e la tua compagna vi siete allontanati sempre di più e avete deciso di chiudere la vostra relazione: una storia d’amore che andava avanti da tempo. Magari, tra lockdown e aperture con orari ridotti, dopo anni di lavoro, sei stato costretto a chiudere l’attività che avevi avviato e portato avanti con tanti sacrifici.

Può darsi che, da un giorno all’altro, questo virus abbia strappato via dalla tua vita uno dei tuoi cari: una volta entrato in terapia intensiva, non sei più riuscito a rivederlo neppure per dargli l’ultimo saluto. Insomma, che tu abbia vissuto uno di questi eventi traumatici o qualcosa di simile che, in ogni caso, è stato in grado di

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stravolgere il tuo equilibrio, senti di aver perso la tua bussola e non sai più quale strada imboccare. Pertanto, credi di aver bisogno di un aiuto psicologico per poter affrontare il tuo futuro e gestire la tua crisi esistenziale.

Magari, per evitare di esporti al rischio di contagio, preferisci non incontrare uno specialista in presenza e ti stai domandando se puoi richiedere la consulenza anche online.

Devi sapere che, come precisa l’articolo 1 del Codice deontologico degli psicologi italiani, l’esperto può fare le sedute anche telematicamente; in particolare, «le prestazioni, o parti di esse, possono essere effettuate a distanza, via Internet o con qualunque altro mezzo elettronico e/o telematico».

In che modo? Lo psicologo dovrà informarti sul tipo di prestazione che verrà erogata. Dovrai disporre di una connessione Internet stabile e di microfono e webcam funzionanti. Come precisa l’articolo 24 del Codice deontologico degli psicologi italiani, l’esperto «nella fase iniziale del rapporto professionale, fornisce all’individuo, al gruppo, all’istituzione o alla comunità, siano essi utenti o committenti, informazioni adeguate e comprensibili circa le sue prestazioni, le finalità e le modalità delle stesse, nonché circa il grado e i limiti giuridici della riservatezza. Pertanto, opera in modo che chi ne ha diritto possa esprimere un consenso informato. Se la prestazione professionale ha carattere di continuità nel tempo, dovrà esserne indicata, ove possibile, la prevedibile durata».

Dal momento che si tratta di una consulenza a distanza, lo psicologo dovrà inoltrare al paziente i moduli del consenso informato e della privacy, il quale dovrà firmarli e rispedirli allo specialista (via fax o email previa scannerizzazione oppure per posta ordinaria).

Una volta che vi sarete accordati sulla data dell’incontro telematico e fornite tutte le informazioni sulle tariffe e sulle modalità di pagamento della prestazione (bonifico, Paypal, ricarica Postepay), la seduta online potrà svolgersi in un luogo adeguatamente riservato. Come precisano le linee guida, gli psicologi devono prendere tutte le precauzioni (ad esempio, le misure di sicurezza informatica) per proteggere e mantenere la riservatezza dei dati e delle informazioni relative ai propri clienti, oltre a doverli informare riguardo le precauzioni prese, anche riguardo il potenziale aumento dei rischi sulla riservatezza, inerente le differenti tecnologie utilizzate (per esempio, email vs videoconferenze) nonché i limiti che

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ciascuna modalità offre alla riservatezza.

La consulenza psicologica a distanza non è adatta a tutti, infatti è consigliabile evitarla per quei pazienti che presentano tendenze suicidarie o altri disturbi psichiatrici che mettono a rischio la sua incolumità e quella degli altri.

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