Dalla Letteratura
Aggiornamenti in educazione terapeutica e oltre
M. Agrusta 1 , N. Visalli 2
1
UOD Endocrinologia e Diabetologia, Ospedale Cava-Costa d’Amalfi, ASL Salerno 1, Salerno;
2UOC Diabetologia e Dietologia, Polo Ospedaliero Santo Spirito, Roma
Questa rassegna stampa pone l’accento su alcuni punti fondamentali da presidiare nella relazione medico-paziente nella ma- lattia cronica che trovano la realizzazione più alta nel percorso di educazione terapeutica strutturata.
Nel primo articolo, si fa riferimento al progetto DAFNE, diffuso in diversi Paesi europei, finalizzato al trasferimento al paziente delle competenze per la gestione di una terapia insulinica flessibile.
Viene proposto un programma educazionale in 5 giorni per adulti con diabete di tipo 1 focalizzato sull’aggiustamento della terapia insulinica sulla base dei dati ottenuti all’autocontrollo, dal calcolo dei carboidrati e dell’eventuale esercizio fisico programmato.
Dubbi sono stati sollevati più volte sull’impatto psicologico negativo del trasferimento al paziente della responsabilità di pren- dere ogni giorno decisioni sulla dose di insulina da somministrarsi.
In particolare questo articolo sottolinea l’importanza del contratto educativo in cui si condividono gli obiettivi con il paziente.
Naturalmente la capacità dell’educatore deve consistere nel fissare obiettivi raggiungibili e personalizzati per poter incremen- tare l’autoefficacia del paziente, elemento cardine nell’autogestione della malattia cronica.
Obiettivi. Esplorare l’impatto dell’eduzione e la definizione degli obiettivi su storie di vita dei pazienti con diabete a 10 anni dalla partecipazione allo Studio DAFNE.
Metodi. Interviste qualitative e semi-strutturate sono state condotte prima e dopo i corsi DAFNE per raccogliere i resoconti narrativi dai partecipanti di tre centri del Regno Unito. I corsi sono stati supervisionati. I dati sono stati raccolti da 21 parte- cipanti su 32 interviste e 146 ore di osservazione, e sono stati analizzati con ap- proccio narrativo.
Risultati. I risultati suggeriscono che l’educazione del paziente può creare trasfor- mazioni positive nella vita delle persone con diabete che non sono completamente misurabili da semplici punteggi di qualità della vita. Tuttavia, una revisione di altri studi dimostra che i risultati della glicemia raccomandati dallo studio DAFNE sono fuori dalla portata anche dei pazienti più motivati e ben informati. Questa informazione non è stata condivisa con i partecipanti DAFNE, che sono stati spronati a puntare su livelli di HbA
1cquasi normali. Dopo il corso, i partecipanti talvolta hanno percepito di avere fal- lito nei loro sforzi, anche quando avevano raggiunto un miglioramento dei risultati medi di glicemia.
Conclusioni. Obiettivi specifici e misurabili di riduzione dell’HbA
1cpossono essere auspicabili per ridurre il rischio di complicanze del diabete, ma non sono raggiungibili o realistici anche per i pazienti DAFNE più aderenti. Si suggerisce che la definizione degli obiettivi, senza informazioni su come raggiungerli, potrebbe essere contropro- ducente in termini di supporto e mantenimento dell’auto-efficacia del paziente a lungo termine.
Utilizzo di target clinici nell’educazione del paziente diabetico: analisi qualitativa delle aspettative e dell’impatto di un programma strutturato di self-management nel diabete di tipo 1
Diabet Med 2014;31:733-8
Snow R, Sandall J, Humphrey C
Florence Nightingale School of
Nursing and Midwifery, King’s
College London, London, UK
G It Diabetol Metab 2014;34:220-223
Preferenze del paziente rispetto ai farmaci per il diabete non insulino-dipendente:
una rassegna sistematica Diabetes Care 2014;37:2055-62 Purnell TS
1, Joy S
2, Little E
3, Bridges JF
2, Maruthur N
41
Division of General Internal Medicine, Department of Medicine, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, Welch Center for Prevention, Epidemiology, and Clinical Research, Johns Hopkins Medical Institutions, Baltimore;
2Department of Health Policy and Management, Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, Baltimore;
3Division of General Internal Medicine, Department of Medicine, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore;
4Division of General Internal Medicine, Department of Medicine, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore tpurnel1@jhmi.edu
Obiettivo. È necessaria una sintesi delle preferenze del paziente per la gestione del- l’iperglicemia. Il nostro obiettivo era quello di rivedere sistematicamente le preferenze del paziente adulto con diabete di tipo 2 rispetto ai farmaci per il diabete non insulino- dipendente.
Disegno dello studio e metodi. Abbiamo cercato nei database PubMed, Embase, CINAHL ed EconLit articoli pubblicati prima del 23 gennaio 2013. Abbiamo incluso studi in lingua inglese di pazienti adulti con diabete di tipo 2 che hanno valutato le pre- ferenze del paziente per il trattamento. Titoli, abstract e articoli sono stati rivisti da al- meno due revisori indipendenti.
Risultati. Dei 2811 titoli individuati nella nostra ricerca originale, 10 articoli hanno ade- rito ai criteri di inclusione per la revisione sistematica. Gli studi sono stati condotti tra il 2007 e il 2012 tra diverse popolazioni di pazienti in Stati Uniti, Svezia, Danimarca, Regno Unito, diversi i metodi utilizzati per valutare le preferenze del paziente tra cui le survey. Le caratteristiche dei farmaci associate con le preferenze del paziente inclusi i benefici del trattamento (per esempio, il controllo glicemico e perdita di peso/con- trollo), l’impegno del trattamento (per esempio, l’amministrazione, la frequenza del- l’assunzione e il costo) e gli effetti collaterali (per esempio, aumento di peso, effetti gastrointestinali e ipoglicemia).
Conclusioni. Vari fattori clinici e legati alla qualità di vita influenzano le preferenze del paziente rispetto ai farmaci per il diabete non insulino-dipendente. L’efficacia del trat- tamento per quanto riguarda il controllo glicemico e perdita di peso/controllo e il rischio di ipoglicemia correlata al trattamento e gli effetti gastrointestinali sono segnalati quali importanti fattori di selezione di trattamento da parte del paziente. Lavori futuri sono necessari per individuare metodi pratici per considerare le preferenze del paziente per un trattamento paziente-centrato.
Nei due articoli successivi si pone l’accento sulle modalità del coinvolgimento del paziente nel percorso di cura. Gli Annali di- mostrano chiaramente la ridotta aderenza dei pazienti diabetici alla terapia e alle indicazioni su un corretto stile di vita.
Nel primo articolo si suggerisce, preliminarmente alla messa in atto di percorsi che potenzino l’empowerment del paziente, la valutazione delle preferenze del paziente con diabete di tipo 2 rispetto alla terapia farmacologica prescritta. Ciò non significa renderlo protagonista della decisione terapeutica, ma farne un attore del percorso di cura, articolando insieme necessità clini- che, rispetto degli atteggiamenti del paziente, consapevolezza della necessità di alcune scelte, tutti elementi fondamentali per la realizzazione dell’alleanza terapeutica.
Nel secondo si pone l’attenzione sull’importanza della dimensione soggettiva esperienziale riguardo alle modifiche della gestione del quotidiano imposte dalla malattia diabetica.
Il coinvolgimento del paziente è inteso come un percorso continuum che si realizza in diverse fasi. Importante per un intervento realmente orientato sul paziente, è sviluppare strumenti di valutazione delle diverse fasi del coinvolgimento della persona con diabete per poter tarare e personalizzare il supporto necessario.
Come coinvolgere i pazienti con diabete di tipo 2 nel management della loro salute:
implicazioni nella pratica clinica
BMC Public Health 2014;14:648 Graffigna G, Barello S, Libreri C, Bosio CA
Facoltà di Psicologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
Premessa. Il coinvolgimento del paziente (patient engagement, PE) è sempre più consi- derato come un fattore chiave per il miglioramento dei comportamenti e dei risultati nella gestione delle malattie croniche, come il diabete di tipo 2. Questo articolo studia (1) i mo- tivi del ridotta aderenza dei pazienti diabetici e degli atteggiamenti personali rispetto alla loro esperienza e (2) gli elementi che possono ostacolare il PE nella gestione della salute.
Metodi. Ventinove pazienti con diabete di tipo 2 non controllato sono stati invitati a te- nere una settimana di diario in relazione alla loro esperienza di gestione della malattia, se- condo l’approccio di intervista qualitativa narrativa. Sono stati intervistati per studiare le ragioni del PE. I racconti sono stati sottoposti ad analisi interpretativa del contenuto.
Risultati. I risultati suggeriscono che i pazienti incontrano il loro diabete e la sua ge- stione attraverso una cornice complessa di dimensioni soggettive esperienziali (co- gnitivo/comportamentali, pensiero/conativa ed emotivo/sensazione) che hanno un impatto sulle sfere della vita quotidiana che sono considerate cruciali nella gestione del diabete (dieta, attività fisica, terapia, rapporto medico-paziente) per ogni paziente.
Questi risultati suggeriscono che il PE si sviluppa lungo un continuum con quattro fasi
Dalla Letteratura - Aggiornamenti in educazione terapeutica e oltre 221
Importante è avere a disposizione strumenti che permettano di intraprendere percorsi strutturati di Educazione Terapeutica che rap- presentano un momento di eccellenza nella cura del diabete, di dimostrata superiorità rispetto alle “cure abituali”. A tali strumenti si richiede di favorire un aumento delle conoscenze e un miglioramento degli outcome clinici, ma soprattutto di dare al paziente la per- cezione del raggiungimento degli obiettivi, elemento fondamentale per aumentare l’autoefficacia e la motivazione del paziente.
Uno studio nazionale sull’educatore certificato del diabete. Implicazioni per futuri esami di certificazione
Obiettivo. Le finalità di questa analisi nazionale condotta dal Consiglio Nazionale di Certificazione per Educatori del diabete sono: 1) mantenere l’esame per Certified Diabetes Educator
®(CDE
®) come strumento valido di valutazione delle conoscenze, 2) garantire la presenza di una parte pratica negli esami di certificazione e 3) definire le aree di contenuti che devono essere considerate in futuri esami di certificazione.
Prioritario è identificare il percorso formativo dell’educatore, figura professionale trasversale che deve essere in grado di trasferire contenuti educativi, con attenzione alla persona con diabete. All’educatore si chiede la capacità di conoscere il proprio inter- locutore e al tempo stesso di osservare se stesso per ottimizzare quelle caratteristiche di apertura, sospensione del giudizio, empatia che devono caratterizzare la sua figura professionale. In questo articolo si propone un percorso educativo che parta dall’esperienza sul campo di chi fa educazione e risponda ai reali bisogni formativi orientati al contesto sociale.
Contesto e scopo. Questo articolo presenta i risultati della sottopopolazione spa- gnola di uno studio di confronto Conversation Map™ (CM) con cure regolari (RC) nel diabete mellito di tipo 2 (DM2).
Pazienti e metodi. Pazienti adulti con diabete di tipo 2 considerati non complianti nella gestione della malattia sono stati assegnati in modo casuale a CM o RC con va- lutazioni seguenti (Visita 2), e al follow-up 6 mesi dopo (Visita 3), la sessione CM finale.
L’endpoint primario è la conoscenza del diabete alla Visita 3.
Risultati. Trecentodieci pazienti sono stati randomizzati a ricevere l’istruzione CM (n
= 148) o RC (n = 162). Punteggi mediani di conoscenza sono stati classificati signifi- cativamente più alti nel gruppo CM rispetto al gruppo RC alla Visita 2 e alla Visita 3 (p
< 0,001). Non ci sono differenze significative nei risultati clinici e negli altri outcome identificati, tranne la soddisfazione con cura (p < 0,001, Visita 2, p = 0,055, Visita 3) e la percezione del raggiungimento degli obiettivi (p < 0,001 e p = 0,046, rispettiva- mente) che erano entrambi più elevati nel gruppo CM.
Conclusioni. In questi pazienti provenienti dalla Spagna, CM era superiore a RC in ter- mini di conoscenza del diabete 6 mesi dopo l’intervento educativo, il che suggerisce che CM dovrebbe essere considerata per l’uso in pazienti che necessitano di forma- zione sul diabete.
Impatto della Conversation Map™, strumento di comprensione del diabete in pazienti spagnoli
con diabete mellito di tipo 2:
uno studio comparativo randomizzato
Endocrinol Nutr 2014 Jul 29.
[Epub ahead of print]
Penalba M
1, Moreno L
2, Cobo A
3, Reviriego J
3, Rodríguez A
4, Cleall S
5, Reaney M
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Servicio de Endocrinología y Nutrición, Hospital Universitari i Politècnic La Fe, Valencia, Spagna;
2Unidad de Gestión Clínica de Endocrinología y Nutrición, Hospital Universitario Virgen de la Victoria, Málaga, Spagna;
3Lilly S.A., Alcobendas, Madrid, Spagna;
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