Corso di formazione per lavoratori
rischio alto16 ore
Servizio di Prevenzione e Protezione
Pericolo
• Causa o origine di un danno o di una perdita potenziali. (UNI 11230 – Gestione del rischio)
• Potenziale sorgente di danno (UNI EN ISO 12100-1)
• Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (sostanza, attrezzo, metodo di lavoro) avente la potenzialità di causare danni. (Orientamenti CEE riguardo alla valutazione dei rischi di lavoro)
• Fonte di possibili lesioni o danni alla salute. Il termine pericolo è generalmente usato insieme ad altre parole che definiscono la sua origine o la natura della lesione o del danno alla salute previsti: pericolo di elettrocuzione, di schiacciamento, di intossicazione, ….(Norma Uni EN 292 parte I/1991 - ritirata)
• Fonte o situazione potenzialmente dannosa in termini di lesioni o malattie, danni alle proprietà, all’ambiente di lavoro, all’ambiente circostante o una combinazione di questi. (OHSAS 18001, 3.4)
PERICOLO ≠ RISCHIO PERICOLO ≡ FATTORE DI RISCHIO
Il pericolo è una proprietà intrinseca (della situazione, oggetto, sostanza, ecc.) non legata a fattori esterni; è una situazione, oggetto, sostanza, etc. che
per le sue proprietà o caratteristiche ha la capacità di causare un danno alle persone
Definizione di Pericolo art. 2, lettera r, D.Lgs. 81/08
Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il
potenziale di causare danni
Danno
• Qualunque conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’evento (UNI 11230 – Gestione del rischio)
• Lesione fisica o danno alla salute (UNI EN ISO 12100-1)
• Gravità delle conseguenze che si verificano al concretizzarsi del pericolo
• La magnitudo delle conseguenze M può essere espressa come una funzione del numero di soggetti coinvolti in quel tipo di pericolo e del livello di danno ad essi provocato.
Rischio
• Insieme della possibilità di un evento e delle sue conseguenze sugli obiettivi. (UNI 11230 – Gestione del rischio)
• Combinazione della probabilità di accadimento di un danno e della gravità di quel danno.
(UNI EN ISO 12100-1)
• Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno. (Orientamenti CEE riguardo alla valutazione dei rischi di lavoro)
• Combinazione della probabilità e della conseguenza del verificarsi di uno specifico evento pericoloso. (OHSAS 18001, 3.4)
Definizione di Rischio art. 2, lettera s, D.Lgs. 81/08
Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione
Il rischio è un concetto probabilistico, è la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno alle persone.
La nozione di rischio implica l’esistenza di una sorgente di
pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno.
Schema sintetico per il processo di
valutazione dei rischi
Esame preliminare
Suddivisione in aree omogenee e in gruppi omogenei dal punto di vista del rischio
Individuazione dei fattori di rischio applicabili ad ogni reparto gruppo
valutazione e stima dei rischi
Individuazione delle misure di prevenzione e protezione
Documentazione e aggiornamento Dati su ciclo produttivo, macchine, strumentazione,
agenti chimici, agenti biologici, ecc…
Dati su funzioni, poteri e modalità organizzative
Norme di riferimento, norme tecniche, linee guida…
Indagini, misure, interviste e accertamenti
Pericoli = fattori di rischio rischi
Fattori di rischio/pericoli per la sicurezza
aventi capacità intrinseca di provocare infortuni
Fattori di rischio/pericoli per la salute
capaci di provocare malattie professionali in carenza di norme igienico-ambientali e/o in caso di comportamenti incongrui
Fattori di rischio/pericoli trasversali
legati all’organizzazione del
lavoro e all’aspetto psico-sociale
Fattori di rischio per la sicurezza
LUOGHI DI LAVORO AL CHIUSO (ANCHE IN RIFERIMENTO AI LOCALI SOTTERRANEI ART. 65) - ALL’APERTO
AMBIENTICONFINATI O A SOSPETTO RISCHIO DI INQUINAMENTO LAVORI IN QUOTA
IMPIANTI DI SERVIZIO
ATTREZZATURE DI LAVORO - IMPIANTI DI PRODUZIONE, APPARECCHI E MACCHINARI FISSI
ATTREZZATURE DI LAVORO - APPARECCHI E DISPOSITIVI ELETTRICI O AD AZIONAMENTO NON MANUALE TRASPORTABILI, PORTATILI. APPARECCHI TERMICI TRASPORTABILI ATTREZZATURE IN PRESSIONE TRASPORTABILI
ATTREZZATURE DI LAVORO - ALTRE ATTREZZATURE A MOTORE ATTREZZATURE DI LAVORO – UTENSILI MANUALI
SCARICHE ATMOSFERICHE, LAVORI SOTTO TENSIONE, LAVORI IN PROSSIMITÀ DI PARTI ATTIVE DI IMPIANTI ELETTRICI, INCENDIO, ATMOSFERE ESPLOSIVE, ALTRE EMERGENZE
AGENTI FISICI - RADIAZIONI NON IONIZZANTI E RADIAZIONI IONIZZANTI
Vibrazioni Rumore
Radiazione ottiche artificiali
ecc…
AGENTI CHIMICI Sostanze e preparati pericolosi Agenti cancerogeni e mutageni Amianto
AGENTI BIOLOGICI - MATERIALE BIOLOGICO Virus
Batteri Ecc…
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI VIDEOTERMINALI
Fattori di rischio per la salute
FATTORI ORGANIZZATIVI
Stress lavoro correlatoecc…
CONDIZIONI DI LAVORO PARTICOLARI
Lavoro notturnoLavoro in solitario Lavoratrici madri
ecc..
PERICOLI CONNESSI ALL’INTERAZIONE CON PERSONE
Attività svolte a contatto con il pubblico (attività ospedaliera, di sportello, di formazione, di assistenza, di intrattenimento, di rappresentanza e vendita, di vigilanza in genere, ecc.)
PERICOLI CONNESSI ALL’INTERAZIONE CON ANIMALI
Attività svolte in allevamenti, maneggi, nei luoghi di intrattenimento e spettacolo, nei mattatoi, stabulari, ecc
Fattori di rischio trasversali e organizzativi
I Rischi
COME STIMARLI O VALUTARLI
Esame preliminare
Suddivisione in aree omogenee e in gruppi omogenei dal punto di vista del rischio
Individuazione dei fattori di rischio applicabili ad ogni reparto gruppo
valutazione e stima dei rischi
Individuazione delle misure di prevenzione e protezione
Documentazione e aggiornamento Dati su ciclo produttivo, macchine, strumentazione,
agenti chimici, agenti biologici, ecc…
Dati su funzioni, poteri e modalità organizzative
Norme di riferimento, norme tecniche, linee guida…
Indagini, misure,
interviste e accertamenti
Strumenti da considerare nella valutazione
• Valutazione delle condizioni di esercizio ed in particolare: modi d’uso, caratteristiche costruttive, livelli di esposizione ecc… e le misure di prevenzione e protezione messe in atto per la riduzione di tale rischio
• La scelta dei metodi deve prima considerare:
– L’applicazione delle norme esistenti
– Le norme tecniche nazionali e internazionali
– Le linee guida e buone prassi emanate da organismi nazionali e internazionali
Norme di legge vigenti
La valutazione dei rischi non è una mera verifica di conformità normativa, ma l’applicazione delle prescrizioni di legge ha la potenzialità di abbattere sensibilmente il fenomeno infortunistico. (rischio residuo – prevenzione incendi)
Norme tecniche
Acronimo Organismo di normazione
ISO Organizzazione Internazionale di standardizzazione IEC Commissione Internazionale Elettrotecnica CEN Comitato europeo di Normalizzazione
CENELEC Comitato europeo per la standardizzazione Elettrotecnica UNI Ente Italiano di Unificazione
CEI Comitato elettrotecnico Italiano
UNICHIM Ente Italiano di Unificazione per metodi chimici
• Norme richiamate dalle leggi vigenti
• Norme richiamate quale riferimento non cogente
• Norme implicitamente applicabili
• Norme richiamate dalla giurisprudenza
Linee guida e buone prassi
LINEE GUIDA EMANATE
DA
NOTE
Linee guida per la valutazione del rischio del rumore negli ambienti di lavoro
INAIL Aggiornate al D. Lgs. 81/08
Linee guida per la valutazione del rischio del rumore negli ambienti di lavoro
INAL Aggiornate al D. Lgs. 81/08
R ischio = F requenza x M agnitudo
STIMA DEL RISCHIO : definizione della probabile gravità del danno e della probabilità del suo accadimento
UNI EN ISO 12100-1
R = f (F, M)
R = rischio
P = probabilità o frequenza del verificarsi delle conseguenze M = magnitudo (gravità) delle conseguenze (danno ai lavoratori)
Per quantificare (F) e (M) sono state utilizzate due scale che prevedono 4 valori, ciascuno corrispondente ad un livello di probabilità più o meno alto e ad una gravità del danno più o meno importante.
VALORE
VALORE LIVELLOLIVELLO DEFINIZIONE/CRITERIDEFINIZIONE/CRITERI
1
1 IMPROBABILEIMPROBABILE la
la mancanzamancanza rilevatarilevata puòpuò provocareprovocare unun dannodanno perper lala concomitanzaconcomitanza didi piùpiù eventi
eventi pocopoco probabiliprobabili ee indipendentiindipendenti;;
non
non sonosono notinoti episodiepisodi giàgià verificatisiverificatisi;;
ilil verificarsiverificarsi deldel dannodanno ipotizzato,ipotizzato, susciterebbesusciterebbe incredulitàincredulità..
2
2 POCOPOCO PROBABILE PROBABILE
la
la mancanzamancanza rilevatarilevata puòpuò provocareprovocare unun dannodanno solosolo inin circostanzecircostanze sfortunatesfortunate di
di eventieventi;;
sono
sono notinoti solosolo rarissimirarissimi episodiepisodi giàgià verificatisiverificatisi;;
ilil verificarsiverificarsi deldel dannodanno ipotizzato,ipotizzato, susciterebbesusciterebbe grandegrande sorpresasorpresa..
3
3 PROBABILEPROBABILE la
la mancanzamancanza rilevatarilevata puòpuò provocareprovocare unun dannodanno ancheanche sese nonnon inin modomodo automatico
automatico oo direttodiretto;;
già
già noto,noto, all'internoall'interno dell'unitàdell'unità produttiva,produttiva, qualchequalche episodioepisodio inin cuicui lala mancanza
mancanza rilevatarilevata haha fattofatto seguitoseguito aa unun dannodanno;;
ilil verificarsiverificarsi deldel dannodanno ipotizzato,ipotizzato, susciterebbesusciterebbe unauna moderatamoderata sorpresasorpresa..
44 ALTAMENTEALTAMENTE PROBABILE PROBABILE
esiste
esiste unauna correlazionecorrelazione direttadiretta tratra lala mancanzamancanza rilevatarilevata eded ilil verificarsiverificarsi deldel danno
danno ipotizzatoipotizzato perper ii lavoratorilavoratori;;
si
si sonosono giàgià verificativerificati dannidanni perper lala stessastessa mancanzamancanza rilevatarilevata inin situazionisituazioni simili
simili;;
ilil verificarsiverificarsi deldel dannodanno allaalla mancanzamancanza rilevatarilevata nonnon susciterebbesusciterebbe alcunalcun stuporestupore (in
(in altrealtre paroleparole l'eventol'evento sarebbesarebbe largamentelargamente atteso)atteso)..
PROBABILITÀ
Valore
Valore LivelloLivello Definizione/criteriDefinizione/criteri
11 LIEVELIEVE
infortunio
infortunio oo episodioepisodio didi esposizioneesposizione acutaacuta concon effettieffetti didi inabilitàinabilità rapidamente
rapidamente reversibilereversibile;;
esposizione
esposizione cronicacronica concon effettieffetti rapidamenterapidamente reversibilireversibili..
22 MEDIOMEDIO
infortunio
infortunio oo episodioepisodio didi esposizioneesposizione acutaacuta concon effettieffetti didi inabilitàinabilità reversibile
reversibile;;
esposizione
esposizione cronicacronica concon effettieffetti reversibilireversibili..
33 GRAVEGRAVE
infortunio
infortunio oo episodioepisodio didi esposizioneesposizione acutaacuta concon effettieffetti didi invalidità
invalidità parzialeparziale;;
esposizione
esposizione cronicacronica concon effettieffetti irreversibiliirreversibili e/oe/o parzialmenteparzialmente invalidanti
invalidanti..
44 GRAVISSIMOGRAVISSIMO
infortunio
infortunio oo episodioepisodio didi esposizioneesposizione acutaacuta concon effettieffetti letaliletali oo didi invalidità
invalidità totaletotale esposizione
esposizione cronicacronica concon effettieffetti letaliletali e/oe/o totalmentetotalmente invalidantiinvalidanti..
MAGNITUDO
PROBABILITÀ(F) 4
4 8 12 16
3
3 6 9 12
2
2 4 6 8
1
1 2 3 4
1 2 3 4
MAGNITUDO(M)
La valutazione numerica del Livello di Rischio “R” comporta l’attuazione di misure di prevenzione e protezione in relazione alla valutazione dei rischi.
12 ≤ R ≤ 16
12 ≤ R ≤ 16 AzioniAzioni correttivecorrettive indilazionabiliindilazionabili PrioritàPriorità PP11
6 ≤ R ≤ 9
6 ≤ R ≤ 9 AzioniAzioni correttivecorrettive necessarienecessarie dada programmareprogrammare concon urgenzaurgenza PrioritàPriorità PP22
3 ≤ R ≤ 4
3 ≤ R ≤ 4 AzioniAzioni correttivecorrettive e/oe/o migliorativemigliorative dada programmareprogrammare nelnel breve,breve, mediomedio terminetermine Priorità P3Priorità P3
1 ≤ R ≤ 2
1 ≤ R ≤ 2 AzioniAzioni migliorativemigliorative dada programmareprogrammare nonnon richiedentirichiedenti unun interventointervento immediatoimmediato Priorità P4Priorità P4
Gli interventi devono quindi ridurre il rischio fino a:
Rischio tollerabile: rischio accettato in seguito alla ponderazione del rischio. Il rischio tollerabile è anche detto “rischio non significativo” o “rischio accettabile”. Il rischio tollerabile non dovrebbe richiedere ulteriore trattamento.
Rischio residuo: Rischio rimanente a seguito del trattamento del rischio. Il rischio residuo comprende anche i rischi non identificabili.
UNI 11230 – Gestione del rischio
Riduzione del rischio
Prevenzione: agisce riducendo la probabilità di accadimento
Protezione: agisce diminuendo la gravità del danno
R = P x D
Azioni di riduzione del rischio
Prevenzione
Definizione di Prevenzione art. 2, lettera n, D.Lgs. 81/08
Il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità‘ dell'ambiente esterno.
Le misure di prevenzione sono di tipo strutturale o organizzativo, come:
• L'informazione, la formazione e l'addestramento dei lavoratori;
• La progettazione, costruzione e corretto utilizzo di ambienti, strutture, macchine, attrezzature e impianti;
• L'evitare situazioni di pericolo che possano determinare un danno probabile (rischio);
• L'adozione di comportamenti e procedure operative adeguate.
Protezione
Difesa contro ciò che potrebbe recare danno. Elemento che si
interpone tra qualcuno che può subire un danno e ciò che lo può
causare.
Criticità del metodo
• Probabilità non valutate in termini quantitativi ma su evidenza soggettiva
• Gravità non valutate in termini quantitativi ma su evidenza soggettiva
• La matrice non permette di discriminare tra eventi poco probabili e poco gravi
Possibilità di associare parametri numerici per diminuire l’incertezza derivante da valutazioni soggettive
VALORE
VALORE CRITERIO QUALITATIVOCRITERIO QUALITATIVO CRITERIO CRITERIO QUANTITATIVO QUANTITATIVO 4 altamente
4 altamente probabile probabile
E’
E’ documentatadocumentata unauna correlazionecorrelazione direttadiretta tratra l’eventol’evento eded ilil verificarsiverificarsi del
del dannodanno perper ii lavoratorilavoratori.. SiSi sonosono giàgià verificativerificati casicasi similisimili inin aziendaazienda oo situazioni
situazioni operativeoperative similisimili
P > 1x10 P > 1x10--33 PROBABILITÀ
MAGNITUDO VALORE
VALORE CRITERIO QUALITATIVOCRITERIO QUALITATIVO CRITERIO CRITERIO QUANTITATIVO QUANTITATIVO 4 gravissimo
4 gravissimo Morte Morte Lesione Lesione irreversibileirreversibile Perdita
Perdita totaletotale didi funzionifunzioni
Patologie/lesioni
Patologie/lesioni cheche possonopossono portare
portare allaalla mortemorte oo aa invalidità
invalidità permanentipermanenti superiori
superiori alal 3030%%
Matrici asimmetriche
Servono per eliminare le criticità dovute alla sottostima degli eventi molto probabili e particolarmente gravi introducendo un criterio di valutazione più sensibile pesando differentemente probabilità e gravità. In particolare attribuiscono maggior importanza al danno
PROBABILITÀ(F) 4
4 8 12 16
3
3 6 9 12
2
2 4 6 8
1
1 2 3 4
1 2 3 4
MAGNITUDO(M)
PROBABILITÀ(F) D
D1 D2 D3 D4
CC1 C2 C3 C4
BB1 B2 B3 B4
AA1 A2 A3 A4
1 2 3 4
MAGNITUDO(M)
Matrici doppie
Si utilizzano per evitare la sottovalutazione di rischi più importanti ed in particolare in caso di anomalie che alterino le condizioni rilevate. Si valuta il rischio anche in assenza di misure di prevenzione e protezione e sulla base di evidenze osservate.
PROBABILITÀ(F) 4
4 8 12 16
3
3 6 9 12
2
2 4 6 8
1
1 2 3 4
1 2 3 4
MAGNITUDO(M)
Rischi normati a matrici
E’ necessario ricondurre la valutazione dei vari rischi specifici regolati da norme specifiche allo schema PxM adottato e definire criteri di conversione tra i limiti di esposizione o gli indici dettati dalle norme e i livelli di rischio.
Superamento dei limiti di legge paletto metodologico fondamentale.
Esempio: Livello di esposizione al rumore secondo il Titolo VIII Capo II D.Lgs. 81/08
Valore limite 87 dB(A)
Valore superiore di attenzione 85 dB(A)
Valore inferiore di attenzione 80 dB(A)
Strumenti utilizzati per la valutazione dei rischi
L’attività di valutazione dei rischi risulta più o meno complessa in seguito al tipo di fattori di rischio presenti e ai casi specifici che devono essere valutati. E’ comunque evidente che per effettuarla è necessario attuare metodiche diverse che prevedono l’utilizzo di strumenti di indagine differenti che vengono elencati di seguito
• Sopralluoghi e interviste
– Prendere appunti
– Essere seguiti da personale che conosce gli ambienti di lavoro, gli impianti e le attività svolte
– Acquisire fotografie
– Effettuare interviste ai lavoratori
– Effettuare interviste a Dirigenti e Preposti
• Utilizzo di layout e planimetrie
– Gestione degli spazi
– Vie di esodo in caso di emergenza
– Installazione delle macchine in maniera razionale
– Locali a rischio specifico separati rispetto alle attività lavorative – Interferenze rispetto a terzi
• Esame organizzativo delle figure della sicurezza aziendale
– Verificare se la distribuzione dei compiti e responsabilità è tale da
garantire la riduzione al minimo dei rischi e agevolare un’ottimale gestione
dell’igiene e della sicurezza sul lavoro
• Esame dei libretti di uso e manutenzione di macchine e attrezzature – Presenza dei libretti a disposizione dei lavoratori
– Segnaletica e informazione su elementi di rischio
– Informazione, formazione e addestramento nell’uso delle macchine – Autorizzazioni specifiche per l’uso delle macchine a personale formato in
modo specifico
– Procedure di uso delle macchine e rispondenza con i libretti – Manutenzione programmata e straordinaria indicata dal costruttore – Eventuali verifiche periodiche obbligatorie
• Esame di schede tecniche e di sicurezza di sostanze impiegate
– Informazioni necessarie per effettuare una corretta valutazione del rischio
• Esame ed analisi statistica degli infortuni ed degli infortuni mancati – Analisi delle modalità di gestione dell’azienda in merito all’accadimento di
un infortunio o incidente
– Ricerca di indicazioni statistiche che servono a trarre suggerimenti utili alla gestione e miglioramento della salute e della sicurezza sul lavoro
Incidente/infortunio
Individuazione delle misure correttive per il ripristino dei luoghi di lavoro e dei macchinari
Individuazione delle misure di prevenzione e protezione
Messa in atto delle misure preventive
Individuazione delle misure di prevenzione e protezione
Esame delle
modalità di accadimento
Messa in atto delle misure correttive Esame dei danni
• Analisi di certificazioni tecniche amministrative
– Verifica della conformità normativa eseguita su tre livelli• Verifica dell’esistenza della certificazione (progetto, CPI, Agibilità, ecc….)
• Verifica della corrispondenza tra la certificazione e la reale situazione
• Analisi delle modalità di gestione della documentazione e delle certificazioni
• Indagini ambientali e strumentali su diversi tipi di fattori di rischio
– Rumore– Vibrazioni
– Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti – Radiazioni ottiche artificiali
– Condizioni microclimatiche (PMV-PPD, WBGT) – Illuminazione e parametri illuminotecnici – Agenti chimici aerodispersi (VOC, fibre, ecc…)
• Interviste e questionari agli addetti servono per
– Evidenziare lavorazioni particolari, manutenzioni e interventi saltuari che sfuggono all’analisi preliminare del ciclo produttivo
– Aumentare il livello di consapevolezza dei lavoratori nei confronti della salute e sicurezza durante il lavoro
– Basi per efficace azione di informazione, formazione e addestramento
• Esami verbali di ispezioni
Misure generali di tutela
Valutati i rischi vengono fornite le misure di prevenzione e protezione da attuare per la riduzione del rischio. Queste possono essere suddivise in:
• Misure Tecniche: interventi sugli ambienti di lavoro, sugli impianti, sul ciclo tecnologico e sulle sostanze sia di carattere preventivo che di mitigazione o contenimento dei rischi
• Misure organizzative: interventi e azioni atti a migliorare le prestazioni del fattore umano (organizzazione, persone e relazioni) si fini della prevenzione e del contenimento dei rischi
– Impostazione del sistema aziendale di gestione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro – Attività di informazione, formazione e addestramento, segnalazione pericoli, ecc….
– Interventi sull’organizzazione del lavoro per ridurre livelli e tempi di esposizione – Attività di controllo sia ambientale che sanitario
• Misure Procedurali: interventi migliorativi sulle modalità e sulle pratiche di lavoro all’interno dell’attività considerata:
– Aggiornamento regolamenti
– Procedure interne: manuali, istruzioni, norme operative, ecc…(SGSSL)
• Misure protezione personali:
– Dispositivi di protezione individuale ad uso personale – Dispositivi di protezione individuale ad uso collettivo
Misure generali di tutela
Tecniche
Organizzazione interna per la gestione SSL Organizzative
Piani emergenza, evacuazione e pronto soccorso
Procedure di controllo e prevenzione
Manuali
operativi di sicurezza Procedurali
Individuale
Collettiva Di protezione personale
Informazione, Formazione e addestramento
Interventi su livelli e tempi di esposizione
Controllo ambientale e sanitario
Miglioramenti ciclo tecnologico ed impianti
Miglioramenti ambienti di lavoro e postazioni
Sostituzione agenti pericolosi
Sistemi di monitoraggio e contenimento