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GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, F I N A N Z A , COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V I E , INTERESSI PRIVATI
Anno XXXYI Yol. XL
Firenze, 30 Maggio 1909
N. 1830
SOMMARIO: Sul controllo finanziario — G. TERNI, La situazione finanziaria — A. ZORLI, Sul rincaro dei viveri — ARTURO PERELLI, Sul modo di fronteggiare l'aumento del prezzo dei prodotti — RI-VISTA BIBLIOGRAFICA: Augusto Bosco, Divorzi e separazioni personali dei coniugi, Studio di de-mografia comparata - Corrado Gini, 11 diverso accrescimento delle classi sociali e la concentrazione della ricchezza - Prof. G. Valenti, Principi! di Scienza economica - Albin Huart, La révision deua-nière — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA: Gli scioperi verificati in Italia - Il demanio
pub-blico e patrimoniale dello Stato - La relazione dell' Ufficio per la statistica agraria - L' istituto inter-nazionale di agricoltura - Il congresso interinter-nazionale cotoniero - Le Compagnie di assicurazioni nel
Brasile - La situazione delle grandi Banche a Berlino — RASSEGNA DEL COMMERCIO
INTERNA-ZIONALE : Il commercio austro-ungherese - Il commercio del Giappone - Il commercio del Siam — La situazione del Tesoro al 30 Aprile 1909 — Le Casse di mutuo soccorso in Svizzera — Camere di commercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.
Sul controllo finanziario
• Presso la Giunta generale del Bilancio è stata fatta in questi giorni una curiosa, per non dire strana, discussione. Eccone la causa.
L'on. Saporito, che è delegato dalla stessa giunta ad esaminare e riferire sui Rendiconti consuntivi del bilancio dello Stato, faceva le sue indagini in un locale della Corte dei Conti, e si faceva aiutare da funzionari della Corte stessa. Pare che l'ono-revole Di Broglio, che è Presidente della Corte dei Conti, abbia, non sappiamo per quali ragioni, impedito all'on. Saporito l'uso del locale, che sino a qui era stato messo a sua disposizione, ed abbia anche non concessi gli impiegati che avevano coadiuvato il delegato della Giunta generale del bilancio nelle sue indagini.
La questione fu portata, prima alla Camera, per mezzo di una interrogazione, a cui rispose evasivamente, o quasi, il Sottosegretario di Stato del Tesoro, e poi alla Giunta Generale del bi-lancio, la quale invece discusse a fondo la cosa sebbene non abbia poi presa alcuna soluzione, ma solo demandato al Presidente della Giunta stessa, on. Tedesco, di trattarne, d' accordo con l'on. Saporito, col Presidente dalla Corte dei Conti.
In seno alla Giunta generale del bilancio vennero esposte in proposito tre teorie: — la prima, di cui sembra padre l'on. Giolitti, che la Giunta Generale del bilancio abbia un personale proprio di ragioneria per fare le sue indagini sulla azienda dello Stato ; — la seconda che si debba conti-nuare nel sistema seguito fin qui e che debba essere obbligato il Presidente della Corte dei Conti e fornire locali e personale, secondo occorra alla Giunta od ai suoi delegati ; — la terza ohe ammette pure il diritto di indagine, ma crede tali indagini debbano esser fatte a mezzo di quesiti
formulate dalla Giunta o dai suoi delegati e tra-smessi al Presidente della Corte dei Conti perchè ad 6S3Ì risponda.
Nessuno ha accennati ad una pregiudiziale, diremo quasi costituzionale, che sta racchiusa in questa questione. — La Corte dei Conti come il Consiglio di Stato, non sono affatto degli organi del potere esecutivo, ma sono organi indipendenti che hanno poteri e funzione al di sopra della Amministrazione dello Stato propriamente detta, ed i funzionari di quelle due Istituzioni, come pure le Istituzioni stesse, godono di privilegi che furono ritenuti garanzia sufficiente per assicurare la indipendenza delle due Istituzioni da qualun-que azione del Governo o della Amministrazione.
La Corte dei Conti anzi, per suo istituto, esercita un ufficio di controllo — come è noto — su tutta la Ammistrazione contabile dello Stato, fino al punto che può negare la registrazione dei decreti reali o, se interviene un successivo voto del Consiglio dei Ministri, registrarli con riserva, comunicando poi al Parlamento tali decreti che, secondo la Corte dei Conti, non sarebbero soste-nuti dalle disposizioni della legge rispettiva.
Consiglio dei Ministri, perchè la irregolarità o pretesa irregolarità sia registrata con riserva dan-done comunicazione al Parlamento.
Si tratta adunque di un organo costituzionale che non funziona a dovere, se la Giunta Generale del bilancio trova modo di rilevare delle irrego-larità, che sono sfuggite alla Corte dei Conti, o che la Corte dei Conti non ha voluto rilevare essa stessa.
Ora come mai si può trovare logica e buona la proposta dell'on. Giolitti, che la Camera abbia un ufficio proprio di ragioneria per controllare quel che è già stato controllato dalla Corte dei Conti? Evidentemente questo ufficio di ragioneria grande o piccolo che si istituisse, sarebbe la Corte dei Conti sulla Corte dei Conti, il che è costitu-zionalmente assurdo.
E più assurda nella sostanza è ancora la seconda teoria. Come si può ammettere che im-piegati della Corte dei Conti facciano da sinda-catori dell'opera che essi stessi o i loro colleghi od i loro superiori hanno compiuta nell'esercizio delle loro funzioni? Se essi scorgono delle irrego-larità si confessano colpevoli o confessano colpe-voli i loro colleghi ed i loro superiori; e se è vero che essi sono in una posizione subordinata, perchè chi veramente ordina ed investiga è il delegato della Giunta Generale del bilancio, quei funzionari si trovano in una posizione molto de-licata dovendo fornire l'opera loro a danno pro-prio, o dei colleghi, o dei superiori.
Peggio poi, perchè inefficace, la terza teoria, quella che siano formulati quesiti al Presidente della Corte dei Conti; il quale naturalmnete se errore o condiscenza eccessiva vi furono, farà di tutto per non farla rilevare.
A noi par chiaro come la luce del sole che la Giunta Generale del bilancio, sebbene abbiano discusso l'argomento uomini eminenti e pratici, non abbia ricordato che la Corte dei Conti ha appunto la funzione che vorrebbe assumersi ora la Giunta Generale del bilancio; e che, se ciò no-nostante le cose non vanno bene, non si deve creare una nuova Corte dei Conti, ma si deve riformare quella esistente.
Questo, a nostro avviso è il punto che bi-sogna dilucidare : — in qual modo cioè la Corte dei Conti può essere messa in grado di compiere meglio la sua funzione.
Qui si entra in una questione molto difficile e spinosa e che fu altra volta dibattuta. I fun-zionari della Carte dei Conti, a cominciare dal Presidente sono nominati dal Governo e di una tal nomina possono essere così grati da non vo-lere creare imbarazzi al Governo stesso esigendo con troppo rigore la applicazione delia legge. Nel concetto che informa l'Istituzione, essa dovrebbe essere — nelle sue funzioni — indipendente dal Governo come la magistratura; ma se un Mini-stro di Grazia e Giustizia ha potuto affermare che la magistratura non rende delle sentenze ma dei servigi ; immaginiamo quanto sia facile che ne renda la Corte dei Conti.
Basta che un uomo, il quale per il suo sa-pere e per la sua posizione parlamentare, non avrebbe mai potuto sperare di occupare una alta j funzione costituzionale, sia nominato dal Ministro o per errore o per simpatia o per gratitudine di ;
servizi ignoti, Presidente della Corte dei Conti, perchè quell'uomo possa sentire la gratitudine fino al punto da mettere a disposizione del Go-verno tutta la Istituzione.
Ciò forse non avverrà mai, ma certo può av-venire e basta tale possibilità perchè sorga in certi casi una diffidenza apparentemente giusti-ficata.
Sarebbe logico che la Corte dei Conti fosse una dipendenza della Giunta Generale del bi-lancio, che è una Giunta eminentemente politica? Quali guarantigie si possano escogitare per assi-curare la completa indipendenza della Corte dei Conti ?
Tali sono i quesiti che si presentano, ma non sono certo soluzioni logiche quelle che ven-gono proposte, poiché la creazione di un ufficio di controllo parlamentare porterebbe con sè in bre-vissimo tempo la creazione di una nuova Corte dei Conti ; e l'uso dei funzionari della Corte per controllare se stessi è altrettanto assurdo oltreché indelicato.
E qui starebbe un po' di latino: prìncipiìs
obsta, ecc.
E' nella scelta degli alti funzionari che sta il segreto di far bene camminare gli uffici. La Corte dei Conti ha bisogno di una radicale ri-forma ed è inutile infingersi ; questo era ed è il pensiero recondito di coloro che hanno discusso l'argomento del controllo nella Giunta Generale del Bilancio.
Ca situa3ione
finan3iaria
varie ipotesi alcune delle quali si prestano alla discussione; bastava che egli si fosse riferito alle cifre del commercio internazionale ed avesse ri-cordato come nei primi quattro mesi del corrente anno le importazioni sono cresciute di ben 112 milioni, mentre le esportazioni di 6 soltanto, e che la bilancia commerciale dal 1° gennaio al 30 Aprile presenta una differenza a nostro svan-taggio di oltre 464 milioni. Vero è che questo squilibrio fra importazioni ed esportazioni è fatto usuale per noi, e che nel passato pure caratte-rizzata da cifre rilevanti — per quanto almeno si poteva desumere dalle statistiche che, come si sa, per varie cause non riescono a dare le somme esatte — non alterava le condizioni di vantaggio o di eguaglianza nei cambi di cui godevano; ma abbiamo già notato in altro articolo la costante ascensione delle importazioni che ha assunto poi in questi ultimi quattro mesi proporzioni gran-diose. Tale enorme differenza non compensata da quelle somme ctie si attribuiscono alla cosidetta industria del forestiere che in quest'anno ha su-bito grave crisi a cagione del terremoto, è tale da indicare la precipua ragione del risorto spa-reggio nei cambi. — Ci pare dubbia invece la causa attribuita alle minori rimesse degli emigranti in quanto è difficile avere cognizione esatta dell'am-montare effettivo di esse ; nè ci possono illuminare gran che al riguardo i dati statistici sul movi-mento della nostra emigrazione in questi ultimi tempi — anzi siccome è maggiore il numero de-gli italiani all'estero in confronto non al 1907 ma agli anni precedenti, gli effetti della crisi avve-nuta negli Stati Uniti, ad esempio, dovrebbero ri-manere compensati ; cosi è vero che nel 1908 l'emigrazione è diminuta in paragone all' anno precedente, ma confrontando la cifra delle partenze con quella dei rimpatri si riscontra che nell'ul-timo biennio anziché diminuire sarebbero aumen-tati di 63 mila i nostri cittadini all'estero; quindi non dovrebbe esistere una differenza notevole di rimesse in rapporto agli anni che precedono il 1907.
Altra affermazione che osiamo ritenere di dubbio valore — sempre agli effetti del cambio — è quella che si riferisce alla diminuita esporta-zione degli agrumi: essa esiste realmente, ma non sale negli ultimi quattro mesi che a 2 milioni. Può avere quindi un'influenza sensibile? Cre-diamo invece attribuire un notevole coefficente all'acquisto di titoli esteri, nel quale si è voluto vedere una sfiducia per le nostre industrie" ; gli è piuttosto che gli acquisti ricordati si riferiscono a titoli di prestiti governativi che offrono sempre maggiore garanzia di solidità in confronto a quelli industriali, e che sono più redditizi dei nostri. Ma in conclusione non crediamo dubbio che la ragione vera, complessiva è data dalla forte eccedenza delle importazioni, di gran lunga superiore a quelle degli anni precedenti, e che si riferisce so-pratutto al grano con maggior somma di 69 mi-lioni e mezzo, al bestiame bovino per 20 mimi-lioni, al carbon fossile per 8 milioni. Trattando parti-colarmente della situazione del bilancio il mini-stro ha potuto rilevare un avanzo costituito dai maggiori gettiti, in confronto alle spese, di 61 milioni, il che dà modo di far fronte ai nuovi stanziamenti per i bilanci militari e per effetto
di alcuni disegni di legge che sono dinanzi alla Camera e che arrecano un importo totale di 57 milioni ; il relatore del bilancio del Tesoro rico-nosce questi maggiori gettiti, che fanno riscontro colle cifre dell'accertamento, ma dove l'on. Abi-gnente mostra giustificate preoccupazioni è sul-l'azienda ferroviaria la cui gestione non trova si-stemata e per la quale prevede nel futuro esercizio una entrata di 338 milioni e mezzo ed una spesa di 473, donde un'eccedenza passiva di 134 mi-lioni e mezzo.
Un punto di divergenza sorge peraltro circa le previsioni del futuro esercizio 1909-1910, a proposito delle quali il ministro ha enunciato un avanzo tra entrate e spese effettive di 60 milioni: laddove il relatore, sulla base dello specchio di previsione, di circa 42 mil. Da che questa diffe-renza ? Non crediamo possa attribuirsi a mag-giori gettiti presunti oltre lo stato di previsione ufficiale, giacché essi furono compresi per una ci-fra congrua nel prospetto medesimo; così le en-trate ordinarie figurano in aumento per oltre 123 mil. ; non possiamo d'altra parte ritenere che il ministro abbia voluto riferirsi a quella maggior cifra che potrà risultare dagli accertamenti in quanto è risaputo a quali oscillazioni vanno sog-getti taDto l'assestamento che l'accertamento. L'im-portante è tuttavia che anche il futuro esercizio si chiuderà con un avanzo, nonostante le maggiori spese ; ma che avverrebbe se per quei cespiti su cui si fa più assegnamento vedessimo arrestata la marcia ascendente? Così per il grano pel quale economia privata ed economia pubblica trovansi in stridente contrasto ? Strano fatto' questo che conduce a votare delle spese cui debbono far fronte gl'introiti del grano, specialmente, che privati da una parte e Governo dall'altra — colla propa-ganda che deve fare per una cerealicoltnra in-tensiva — tendono a far diminuire !
Cosicché ci troviamo con una finanza in pa-reggio e probabilmente in avanzo, ma calcolata su maggiori introiti presunti di fronte a spese certe, e con parte degli introiti — intendiamo specie del grano, ma potremmo ricordare anche il legname e i bovini — che invece di denotare un incremento della produzione nazionale, segnano una maggior dipendenza dall'estero. Questi rilievi vanno dedicati agli ottimisti eccessivi.
G . TERNI.
Sul rincaro dei viveri
Perchè il Corriere Mercantile ha ripubbli-cato nelle sue colonne un articolo del nostro egregio collaboratore G. Terni sulle cause del rincaro dei viveri, nel quale articolo erano esa-minate alcune affermazioni che 1' egregio prof. A. Zorli sull'argomento aveva pubblicato nel giornale della Camera di Commercio di Roma, lo stesso prof. Zorli ha mandato al Corriere
Mer-cantile una replica che qui sotto ripubblichiamo.
che sia chiarito sotto tutti i diversi aspetti che presenta.
Ecco la lettera del prof. A. Zorli :
On. Sig. Direttore,
Nel Corriere Mercantile dell'8 maggio vedo riportato un articolo, che mi riguarda,
dall'-Eco-nomista di Firenze, rivista diretta da valentissimi
e cari colieghi.
Approfitto del di Lei interessamento alla questione e della ben nota di Lei cortesia, per rispondere pubblicamente sull'autorevole
Mercan-tile alle critiche del detto periodico.
E' vero che io ho accennato nel mio articolo sul Giornale delle Camere, di commercio di Roma « all'influenza della guerra Russo Giapponese
sul-l'aumento dei prezzi, ma più pel fatto che provocò
10 scoppio della crisi latente americana, la quale essendosi risolta in un ristagno della produzione e deficienza di prodotti, questi rincararono. Non so poi come si possa negare che gli Stati con-tendenti assorbirono oro colle loro straordinarie emissioni di titoli a saggi favorevoli. E non fu la deficienza di oro, oltre al pessimo ordinamento e le pazze speculazioni loro, che mise in imba-razzo e fece fallire parecchie delle 6000 banche di emissione e deposito americane, le quali do-vettero, scoppiata la crisi, fronteggiare, ad un tempo, il cambrio dei biglietti ed il ritiro dei depositi ?
* * *
Ma altre cause ricordai e ricordo dell'aumento dei prezzi :
« Aumento della produzione dell'oro (sebbene 1[30 solo vada monetato della nuova produzione); la speculazione che esagera il bisogno delle ma-terie prime scarseggianti; rialzo dei salari e degli stipendi; leggi sociali (sulla riduzione delle ore di lavoro, sul riposo festivo, sull'igiene, sulla as-sicurazione obbligatoria); aumento dei tributi, lusso dei negozi; e per l'aumento del prezzo del grano, il fatto che nel 1908 la produzione mon-diale fu inferiore a quella del 1907 di circa 210 milioni di quintali ».
Ma la causa speciale per l'Italia alla quale diedi la maggiore importanza è il bisogno nostro di saìdare le differenze coll'estero (l'importazione supera ogni anno l'esportazione di circa un mi-liardo) inviandogli, in massima parte, perchè ri-chiesti, prodotti alimentari, uova, pollame, be-stiame, suini, ovini, ecc.; e dissi: guai se non avessimo le rimesse degli emigranti e le tratte dei viaggiatori : i prezzi salirebbero ancora e chi sa quanto ! !
Ma il punto più criticato dal l'Economista è quello che nel mio articolo riguarda il corso
for-zoso, come causa influente sui prezzi. Sfido
tro-vare nel mio articolo un'espressione che accenni alla emissione cartacea come causa attuale del-l'aumento dei prezzi. Ho detto solo: potrebbe essere una causa e potrebbe anche non essere;.... 11 corso forzoso ci impedisce di constatarlo.
Ed ecco come. In Inghilterra, in Francia, quando la carta-moneta sovrabbonda, corre agli sportelli degli istituti di emissione che dà in cambio sterline, marenghi.... La sterlina pesa grammi 7.988, il marengo 6.451.
Quand'è che si ritira la sterlina e si dà in cambio un foglio da 25 lire? Quando colla fu-sione della sterlina si ricava più di 25 lire (va-lore di conto) ; lo stesso si dica pel marengo. Ma se il commercio ha bisogno di mezzo circolante, non fonde le monete, anzi parta le verghe d'oro
a convertirle in monete ; e siccome è più comodo
tener carta in tasca, va alla banca di emissione e le converte in biglietti.
* * *
Tutto ciò non può accadere in regime di corso forzoso.... la carta-moneta non è convertibile in oro.... L'incetta d'oro per parte degli istituti di emissione darà maggior garanzia alla carta, ma non significa che di questa ci sia o no bi-sogno.
Qui, ripeto: che cosa vuoi dire emettere
so-verchia carta-moneta, ossia più del bisogno,
bi-sogno che da noi il mercato non può automati-camente far conoscere ? Vuol dire procurare, a chi non ha risparmiato, i mezzi di far concorrenza, negli acquisti, a chi ha risparmiato, e quindi dargli il modo di fare aumentare i prezzi.
Io, ad esempio, per acquistare una vitella ho preso a prestito da Tizio, che dovette vendere il suo grano, per farmi il prestito ;.... Caio per avere la vitella la paga di più.... ma ebbe carta moneta da un Istituto d'Emissione che nulla ven-dette per fargli il prestito, e solo ebbe l'incomodo di fare stampare la carta.
Dice VEconomista : — la nostra emissione non è esuberante.... lo dice lui!.... me lo provi. Risponde: — la Banca d'Italia ha pochissime sofferenze annuali (0,22 0[0).... ma questa non può essere una guida per aumentare o diminuire la emissione, in regime di corso forzoso, tale da so-stituire e compensare la mancanza dell'altro cri-terio che si applica in «girne di corso libero e che non falla, ossia la fusione di monete od il nuovo conio delle verghe d'oro.
* * *
La circolazione è in rapporto colla quantità e rapidità degli scambi ed è in ragione inversa dell'importanza delle stanze di compensazione ; ma nelle nazioni più ricche tale movimento è maggiore, e dire coli 'Economista che non c'è rap-porto fra circolazione e ricchezza di una nazione non è giusto, mentre in Italia le stanze di com-pensazione funzionano come all'estero, sebbene non dell'importanza delle Clearing-houses inglesi.
Colla massima considerazione di Lei
A . ZORLI.
Sul modo di fronteggiare
F aumento del prezzo dei prodotti
di miglioramenti economici da parte dalle classi lavoratrici, pongono a carico dell'industria, del commercio, della possidenza, e nell'incetta di pro-dotti che le associazioni monopolistiche fanno, allo scopo di aumentarne artificialmente i prezzi e conseguire così utili esagerati.
Non sarebbe possibile in pratica escogitare un mezzo veramente efficace perchè il fenomeno della ripercussione fosse regolato in guisa da non permettere la riversabilità completa di un onere su chi del prodòtto di quella data industria che ne è colpita, abbisogna, poiché troppe e troppo gravi difficoltà a ciò si oppongono: difficoltà delle quali è fàcile rendersi conto in ispecie se si con-sidera in quanti modi diversi la ripercussione può avvenire e come essa possa da industriali coaliz-zati essere sempre effettuata eludendo qualsiasi norma o controllo intesi a disciplinarla ed infre-narla. Ma se direttamente questo fine non è pos-sibile raggiungere, nulla impedisce che in modo indiretto esso possa conseguirsi. E anzitutto oc-corre aver ben presente che, a risolvere il grave problema dell'eccessivo costo della vita, può e deve servire il contenere in giusti limiti il prezzo dei generi di prima necessità, sì che in verun caso possa essere turbato quell'equilibrio che fra i bisogni ed i mezzi necessari per soddisfarli, sempre dovrebbe sussistere: fine questo che diretto come è, ad assicurare il relativo benessere delle classi meno abbienti, toglierebbe ogni motivo di malci ntento e renderebbe così meno necessari quei continui miglioramenti economici che dal lavora-tore sono richesti e che in definitivo, come dimo-strammo, per effetto della ripercussione si rivol-gono in danno del lavoratore stesso che li ebbe a conseguire. Posta in questi termini la que-stione, chiaro apparisce come sia obbligo dello Stato quello di concorrere a che il fine cui accen-nammo possa essere raggiunto, poiché noi pensiamo essere appunto principalissimo fra i doveri dello Stato, quello di procurare che esista un giusto rapporto fra i bisogni da soddisfare e i mezzi a tal uopo necessari, costituendo ciò, fra l'altro, la più sicura garanzia di pace e di ordine.
Per quanto è del mezzo pratico per raggiun-gere l'intento, crediamo ohe esso si abbia solo nelle grandi organizzazioni economiche dei con-sumatori, organizzazioni poste sotto il controllo e la sorveglianza dello Stato e sovvenute da que-sto, dalle Provincie e dai Comuni. Come è facile costituire dei trusts i quali coli' incetta dei generi di prima necessità tendono a rialzare i prezzi in modo da procurarsi un estrareddito, così non do-vrebbe essere troppo difficile organizzare fra loro i consumatori in guisa da opporre alle associazioni monopolistiche, altri organismi economicamente forti che ne paralizzassero gli effetti dannosi. Occorrono, è vero, a tal uopo, capitali non indiffe-renti, ma appunto perchè questi non sarebbe possibile costituirli coi soli contributi dei consu-matori organizzati, noi abbiamo detto esser neces-sario l'intervento dello Stato, delle Provincie, dei Comuni, perchè provvedano a intergrare il capi-tale medesimo: nè l'idea di questo concorso può spaventare se si pensa che esso, per quanto forte non avrebbe carattere continuativo. Non si tratta però di quelle associazioni di produzione, che per un complesso di circostanze che ne rendono
dif-ficilissimo il funzionamento non hanno fatta buona prova, ma di organizzazioni aventi l'unico scopo di acquiatare direttamente ed in quantità consi-derevoli i generi di prima necessità per rivenderli al giusto prezzo ai commercianti, riservandosi solo quell' utile che è necessario per costituire un fondo di riserva cui possa ricorrersi per fronteggiare le maggiori spese che in annate eccezionali si doves-sero sostenere.
Si è detto che la vendita di prodotti acqui-stati dovrebbe esser fatta ai commercianti i quali ne curerebbero lo spaccio al minuto ai consuma-tori ; ma qui appunto può obiettarsi che l'utilità delle organizzazioni di cui parliamo andrebbe forse a beneficio esclusivo dei commercianti me-desimi i quali coalizzandosi, potrebbero elevare ec-cessivamente il prezzo di ve idita dei prodotti e conseguire così guadagni assai più alti di quelli che non ottengono oggi che debbono acquistare i generi del loro commercio .presso le associazioni monopolistiche. Ma se ben si riflette, questo pe-ricolo non esiste, poiché, conosciuto con esattezza il prezzo di vendita dei vari prodotti al privato commerciante, anche può determinarsi il prezzo al quale questi deve rivendere i prodotti me-desimi ai consumatori, sì che detratte le spese di esercizio, possa esser conseguito un equo guadagno; e quindi allorché il commerciante ele-vasse di troppo i prezzi vi sarebbe un mezzo semplicissimo per far tornare questi in istato nor-male; si aprirebbero cioè dei magazzini di vendita al minuto i quali davvero eserciterebbero quel-l'azione di calmiere che è erroneo il credere pos-sano esercitare le semplici cooperative di consumo quando non abbiano modo, mercè le organizzazioni di cui parliamo, di acquistare al giusto prezzo, i generi che poi debbono rivendere.
Esposti così nelle loro linee generali, la fun-zione e lo scopo delle dette organizzazioni, ci sem-bra evidente come esse possano ad un tempo, in modo automatico, distruggere gli effetti del com-mercio monopolistico all' ingrosso, dei generi di prima necessità; evitare gli eccessivi guadagni da parte dei rivenditori al minuto dei generi me-desimi ; limitare infine, da parte delle classi lavo-ratrici, la richiesta di miglioramenti economici che le pongano in grado di provvedere ai bisogni della vita, per il che sarebbe anche tolta la pos-sibilità di riversare sui consumatori tutti gli oneri che da quei miglioramenti derivano.
Siena, maggio 1909.
A R T U R O PEREL'LI.
Rivista Bipuoqrafìca
Augusto Bosco. - Divorzi e separazioni
perso-nali dei coniugi. Studio di demografia
com-parata. — Roma, Gr. Bertero e 0., 1908,
p. 534.
di dati numerici, è il prof. Augusto Bosco or non è molto rapito alla vita ed alla scienza, aveva con intelligente e paziente cura studiato sotto l'aspetto statistico il tema dei rapporti coniugali nei di-vorzi e nelle separazioni personali.
Tate lavoro lodatissimo dai competenti, viene ora ristampato e nel presentarlo ai lettori rife-riamo qui il giudizio del Maestro prof. Luigi Bodio.
« Tale studio — dice l'illustre scienziato — è non solo imparziale, ma nel suo insieme viene a dire che gli effetti che si attribuiscono al di-vorzio dipendono dal complesso dei fattori e delle condizioni sociali, nei vari paesi in cui tale isti-tuto giuridico è ammesso. Il libro è quasi un trattato di demografìa, fatto a proposito del di-vorzio; il quale viene considerato in relazione alla densità della popolazione, all'agglomeramento di questa nelle città, all'eta di ciascuno dei co-niugi, alla diversità di età fra i medesimi, alle professioni esercitate, al grado di agiatezza della famiglia, al culto professato, alla delinquenza specifica (ossia delle infrazioni ai doveri coniu-gali), all'esistenza, o meno, di figli ed alle con-seguenze per la loro educazione.
« E l'Autore prosegue l'indagine dei fatti che influiscono o accompagnano il divorzio, senza lasciarsi adescare a facili e superficiali conclu-sioni. Così ad esempio, là dove pone a confronto la frequenza dei divorzi o delle separazioni con quelle degli adulteri, egli ha cura di avvertire, che può salire il numero di questi ultimi secondo la statistica ufficiale, in ragione talvolta della stessa facilità del divorziare, senza che il numero delle offese al vincolo maritale sia in realtà cre-sciuto; e ciò perchè il coniuge, che chiede il di-vorzio, è condotto a portare innanzi al giudice certi fatti, che altrimenti avrebbe lasciato rima-nere nel silenzio e nell'ombra,
« E' un'opera poderosa, lo ripeto, conclude il prof. Bodio, e meritevole di essere meditata da chiunque si accinga a proporre una soluzione al grave problema ».
Corrado Gini. - II diverso accrescimento delle
classi sociali e la concentrazione della
ric-chezza. — Roma, « Giornale degli
Economi-sti » 1909, op. pag. 59.
La scienza non ha ancora potuto chiaramente dimostrare con dati inoppugnabili che i poveri si riproducano più dei ricchi ; affermazioni varie e talvolta anche pompose, sono state da alcuni studiosi manifestate, ma dimostrazioni vere e proprie nel senso scientifico non esistono special-mente per la mancanza di elementi statistici.
L'Autore, con molta rigorosità di indagine ha intrapreso lo studio di questo tema, dimo-strando con dati di fatto che alcune delle osser-vazioni che sono più accettate, mancano di base o ne hanno una insufficiente.
Ha quindi cercato nelle differenze tra nata-lità e mortanata-lità delle diverse classi sociali ed ha potuto concludere che la differenza tra natalità e mortalità è maggiore per i poveri che per i ricchi, mentre non è possibile decidere se i più ricchi diminuiscano assolutamente di numero o restino stazionari od aumentino, per quanto in
misura minore dei poveri, e mentre sembra ac-certato che quelli che lasciano un patrimonio maggiore, si riproducono di meno.
In base a queste risultanze l'Autore esa-mina le conseguenze biologiche e sociali dei fatti accertati, sempre con competenza, ma, ci è sem-brato, un po' troppo fuggevolmente, data la im-portanza massima dell'argomento.
Prof. G. Valenti. - Prindpii di Scienza
econo-mica. — Firenze, G. Barbèra, 1909. 2a Ediz.
pag. 227 (L. 3).
Abbiamo già reso brevemente conto della prima edizione di questo lodevole lavoro del prof. G. Valenti pubblicato nei notissimi manuali Bar-bèra. L'accoglienza fatta dal pubblico al manuale ha permesso in brevissimo tempo la seconda edi-zione, che l'Autore ha qua e là notevolmente mi-gliorata, cosi che va avviandosi sempre più ad un vero trattato elementare di Economia Politica, dettato con molta competenza e con una cura speciale per rendere armoniche le parti.
Sopratutto la parte seconda « cenno storico intorno alla formazione ed allo svolgimento delle dottrine economiche », per quanto sia ristretto, ci è sembrato sufficientemente equilibrato e obbiet-tivo come deve essere. Forse può parere non con-veniente — sebbene di ciò si abbiano frequenti ed illustri esempi — che gli studiosi e più an-cora gli studenti, ai quali il manuale è rivolto, leggano lo svolgimento storico delle dottrine eco-nomiche prima di avere conoscenza delle dottrine stesse.
Non è il caso qui di analizzare alcuni punti nei quali forse non saremmo d'accordo coll'Au-tore, ma crediamo di poter affermare, come sin-tesi del nostro giudizio, che gli studenti avranno nel Manuale dell'egregio Collega, una utillissima guida allo studio della Economia Politica. Albin Huart. - La révision douanière. —
Pa-ris, V. Giard et E. Brière, 1909, op. pag. 77 (1 fr. 50).
Come i nostri lettori già sanno in Francia si sta elaborando una nuova tariffa doganale, la quale conterrà degli importanti inasprimenti al regime ora in vigore.
Contro questo nuovo passo del protezionismo si sono già avute manifestazioni vivaci da parte del partito liberista che pur troppo anche in Francia è ridotto a pochi illustri seguaci.
L'Autore in questo opuscolo ha con stile in-cisivo e con acute osservazioni sui fatti combat-te 1' opera della Commissione parlamentare che propone tali aumenti alla tariffa doganale. Egli svela alquanto i retroscena di questo movimento, confuta gli argomenti addotti per giustificarlo, ri-leva la enorme entità degli aumenti proposti e dimostra che questa nuova manifestazione del pro-tezionismo non era domandata dalla industria francese.
RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA
L'Ufficio del Lavoro pubblica i dati stati-stici relativi agli scioperi verificati in Italia nel febbraio e marzo scorso.
Durante il mese di febbraio si ebbero 76 scioperi con 9323 scioperanti. Il maggior numero di scioperi (12) si ebbe nelle industrie edilizie. Vengono poi le industrie tessili (10 scioperi), le industrie matallurgiche (9), le industrie alimen-tari (8), le industrie per la lavorazione della terra (8), le industrie chimiche (6), le industrie poli-grafiche (5), la industria del vestiario (4), le in-dustrie per la lavorazione del legno (4), i trasporti (3), le miniere (2) e le industrie per la lavora-zione delle pelli (2), le industrie di precisione (1). Due scioperi infine si ebbero in industrie varie.
Furono determinati da ragioni di salario 39 scioperi, da ragioni d'orario 5 scioperi, da ragioni di disciplina 16 scioperi, da ragioni di monopolio 3 scioperi, da ragioni varie 13 scioperi.
Ebbbro esito interamente favorevole per gli operai 10 scioperi e sfavorevole 30 scioperi, 2 ebbero esito prevalentemente favorevole per gli operai; 11 a mezzo favorevole per gli operai, 5 mediocremente favorevoli per gli operai. Inoltre 15 scioperi ebbero esito sospensivo o ignoto e 3 non finirono.
Durante il mese di marzo si obbero 79 scio-peri con 15,715 scioperanti. Il maggior numero di scioperi si ebbe nelle industrie tessili (13 scio-peri). Vengono poi: i trasporti (11 scioperi), l'edi-lizia braccianti ( LO) ; le industrie per la lavorazione della terra (9); industria del vestiario (9); indu-strie alimentari (9) ; induindu-strie metallurgiche mec-caniche (5); industrie poligrafiche (3): lavori pub-blici (3) ; industrie chimiche (2) ; industrie per la lavorazione del legno (2); industria della pesca (1); industrie estrattive (1); industrie di preci-sione (1).
Furono determinati da ragioni di salario 39 scioper i ; da ragioni di orario 7 scioperi ; da ra-gioni di disciplina 21 ; da rara-gioni di monopolio 7 scioperi ; da ragioni ignote 5 scioperi.
Ebbero esito interamente favorevole per gli operai 12 scioperi ; sfavorevole 21 scioperi ; 7 ebbero esito prevalentemente favorevole per gli operai; 12 a mezzo favorevole per gli operai; 7 mediocremente favorevole per gli operai. Inoltre 16 scioperi ebbero esito sospensivo o ignoto e 4 non finirono.
— Ecco alcuni dati, recentemente pubblicati, sul demanio pubblico e patrimoniale dello Stato.
Il demanio patrimoniale, esclusi l'asse eccle-siastico e le ferrovie, era in inventario alla fine dell'esercizio 1907-908, per lire 819,984,387, di cui 51,582,614 di beni disponibili per la vendita e 768,401,773 di beni non disponibili.
Fra questi ultimi figurano i corsi e bacini di acqua patrimoniali, per L. 16 milioni, i boschi e le foreste inalienabili per 18 milioni, le miniere dell' Elba ed altri beni per 68 milioni ; e poi i beni immobili assegnati in dotazione della Co-rona ed i beni assegnati ad uso e servizio gover-nativo.
Notiamo che le amministrazioni pubbliche dello Stato occupano immobili del valore di lire 533,643,298 il cui prezzo d' uso è calcolato in lire 16,752,331.
Il Ministero della Guerra figura per la cifra più elevata di 282 milioni ; segue quello della Marina per circa 70 milini ; poi quello della Pubblica Istruzione per 50 milioni e quello del-l'Agricoltura, industria e commercio per 3 milioni e mezzo.
L'entrata del Demanio patrimoniale e pub-blico, sia di competenza che di residui, accertata per l'ultimo esercizio, ascese a L. 39,759,325, però in questa cifra è compreso anche il prezzo di uso degli immobili delle amministrazioni dello Stato che, come si è visto, è di oltre 16 milioni, ed è semplicemente figurativo; al netto quindi di questa somma, le entrate si riducono a 23 milioni in cifra tonda.
Le spese accertate ascesero a L. 18,023,160. Non tutta la somma delle entrate è costituita da rendite e proventi; concorrono a costituirla le rendite di beni immobili del demanio e del-l'asse ecclesiastico ; le affrancazioni di canoni, li-velli e prestazioni, nell' insieme per due milioni circa.
L'entrata più ragguardevole è fornita dai pro-dotti dei corsi e bacini d'acqua, per L. 3,600,000 ; dai proventi del demanio pubblico per L. 3,300,000 e, per una piccola somma insignificante, dal pro-dotto dei beni delle Confraternite di Roma.
Quanto al movimento delle entrate, si nota che i redditi dei beni demaniali che non ricevono più notevole incremento di capitale, vanno gra-datamente riducendosi a misura che seguono le liquidazioni e le alienazioni, mentre aumentano di anno in anno, ed in modo anche abbastanza sensibile, i proventi dei beni del demanio pub-blico ed i prodotti dei corsi e bacini patrimo-niali.
Il conto dei residui attivi, che comprende i crediti insoluti, è rappresentato dalla cospicua cifra di L. 37,414,215, di cui soli 3,186,373 vengono ritenute dall'amministrazione di riscossione certa quantunque ritardala, L. 1,500,166 il cui paga-mento fu dilazionato, L. 6,188,250 giudiziaria-mente controversi, L. 6,400,950 di dubbia e dif-ficile esazione e ben 20 milioni assolutamente inesigibili.
Pertanto l'Amministrazione si prepara a de-pennarli dai conti e dai bilanci.
Nelle spese sono comprese quelle di manuten-zione e di miglioramento delle proprietà demaniali, l'acquisto eventuale di stabili ; le restituzioni di somme indebitamente percepite, le contribuzioni sui beni demaniali, i fitti, canoni, annualità pas-sive ecc. Le spese di amministrazione e di riscos-sioni ascesero a L. 987,433.
— E' stata pubblicata la relazione del-l'Ufficio per la statistica agraria alla Com-missione consultiva sullo stato dei lavori per la sta-tistica agraria del Regno.
furono soltanto predisposte e in sei erano da pre- I disporre.
Per quanto riguarda il Piemonte, nella vasta provincia di Torino, che ha il nuovo catasto, le operazioni, cominciate fino dal 1907, stanno per essere compiute. A Cuneo, che ha pure il nuovo catasto, tutto fu predisposto e i lavori furono ini-ziati nel marzo u. s. Un problema di maggiore difficoltà presentano le provincie di Novara e Ales-sandria in quanto in tali provincie, sfornite di un catasto geometrico servibile agli scopi della stati-stica agraria, devesi seguire il sistema di rileva-mento mediante le carte dell' Istituto geografico militare.
In Lombardia è compiuto il catasto agrario per la provincia di Milano e ne va data lode alla Presidenza della Società agraria di Lombardia. Nella provincia di Sondrio, che ha il vecchio Ca-tasto Lombardo-Veneto, le operazioni furono ini-ziate fin dall'agosto e sono molto progredite. Nelle altre provincie e cioè a Como, Bergamo, Brescia Pavia, che hanno tutte il nuovo catasto, è stato predisposto per l'inizio dei lavori. Questi, sono già cominciati in quasi tutte e procedono con sol-lecitudine.
La sola -provincia, 1' unica del resto dell'Alta Italia, in cui per ora nulla sia stato predisposto per l'inizio dei lavori, è quella di Cremona. Nella provincia di Mantova, l'impianto del catasto agrario, per disposizione del ministro fu eseguito secondo il metodo adottato da quella Camera di commercio e fu pubblicato l'anno scorso.
Nell'Emilia, le provincie occidentali, e cioè quelle di Piacenza, Parma, Reggio e Modena, fu-rono poste sotto la sorveglinza del professore Bri-ghetti, che si occupa anche delle provincie di Ales-sandria, Novara e Genova.
Nella provincia di Genova si è reputato utile di suddividere il lavoro per circondari e pur gio-vandosi del concorso delle istituzioni agrarie locali si dovette assumere un certo numero di operatori. Le operazioni nella provincia di Genova, sebbene di recente iniziate, procedono alacramente ed è sperabile possano essere compiute nella primavera. Nella provincia di Novara ed Alessandria furono ritardate dalla cattiva stagione. Nondimeno sono abbastanza progredite nel circondario di Casale, ed anche nel circondario di Alessandria.
Nella Provincia di Porto Maurizio, che ha il nuovo catasto, è stato predisposto per l'inizio dei lavori. Non avendosi in pronto pel circondario di San Remo tutti i dati del nuovo catasto, il lavoro, in quel circondario, sarà al quanto ritardato.
— Ecco un elenco di lavori cui participerà l'Istituto internazionale di agricoltura.
1. Statistica comparata per paesi sulla super-ficie riservata a ciascuna cultura, sul rendimento dei prodotti e sul numero delle diverse specie di animali;
2. Relazione sull'importazione ed esporta-zione e commercio internazionale dei prodotti agricoli ;
3. Relazioni sugli stocks, consumo e distribu-zione dei principali prodotti agricoli;
4. Relazione sulle malattie delle piante classi-ficate per paesi ;
5. Monografie sulle organizzazioni, e sul
me-todo di funzionamento del servizio della statistica agricola nei diversi paesi.
I lavori della terza divisione verteranno sui seguenti oggetti :
1. Salari della mano d'opera rurale; 2. Istituzioni economiche e sociali.
a) Cooperazione sotto tutte le sue forme ; b) Assicurazione non cooperativa, della classe agricola, degl'immobili, della produzione vegetale e animale, degli strumenti agricoli, obbligatoria
o no ; « c) Credito agricolo non cooporativo,
fondia-rio, mobiliare e personale ;
d) Istituzioni ed Associazioni agricole di ca-ratte diverso da quelle su menzionate.
— Nel Congresso internazionale coto-niero, che si tenne a Milano, e sul quale già co-minciammo a riferire nel numero scorsosi è discusso sotto la presidenza di Laugeu, l'importante téma delle assicurazioni contro gli incendi.
Sul quale argomento riferiscono il sig. Syz (Svizzera)eMm. Smethurst della Federazione fila-tori di Manchester.
II sig. Denis del sindacato francese dei filatori propone qualche aggiunta.
Mr. Dickson di Manchester parla in favore di una possibile Federazione nazionale di assicu-razioni mutuali e il Denis chiarisce che tutto il piano è basato su un sistema di riassicurazioni internazionali.
Il barone Cantoni esorta ad accogliere le conclusioni proposte in quanto non sono immedia-tamente impegnative, ma affermano possibilissimo il piano ideato.
Ed il Congresso infatti, riservando a oggi di formulare in termini precisi la mozione — si pronunzia in favore della creazione di So-cietà di assicurazioni mutue nei singoli Stati per modo da preparare il terreno ad un Istituto consorziale e internazionale di riassicurazioni.
In altra seduta si discusse sotto la presidenza di Berger l'importante tema delle organizzazioni sul quale argomento avevano presentato delle me morie
Il Sindacato industriale alsaziano-lorenese che conta 152 aderenti (71 cotonieri, 29 lanieri, 52
al-tri indusal-triali di branche diverse), e riferisce sul-l'azione svolta nell'esercizio 1908-19U9 ;
l'Associazione austriaca dei filatori di cotone che conta 101 Ditte con 151 officine con 3,797,912 fusi e pure a riferito sull'esercizio 1908 nel quale l'industria cotoniera fu duramente provata;
le Federazione dei cotonieri della Westfalia renana che conta G8 membri con 1,980,910 fusi da filatura, 285,228 da torcitura e 10,032 telai.
Il signor J. M. Thomas, membro esecutivo della Federazione padronale inglese dei filatori di cotone, ha presentato una memoria confrontativa delle legislazioni dei diversi Stati per dimostrare le difficoltà che s'incontrano nella soluzione giu-diziaria delle controversie sui contratti interna-zionali di compravendita.
E dopo alquanta discussione la prima Sezione finì con proporre al Congresso di raccomandare alla seria considerazione del Comitato Federale :
6) di promuovere la creazione di uno spe-ciale organismo per la risoluzione di ogni vertenza contrattuale, onde non si abbia da ricorrere a liti dinanzi ai tribunali.
Argomento di discussione fu pure una rela-zione del dott. Bertels, di Berlino, e delegato dell'Associazione centrale degli industriali tedeschi — circa 1' introduzioni della clausola liberatrice pei casi di sciopero, serrata o perturbazioni di la-voro, nei contratti dell' industria tessile ger-manica.
E il Congresso si manifestò poi convinto esser maturi i tempi per introdurre, in caso di neces-sità, la riduzione del lavoro (shorttime) nei paesi aderenti alla Federazione cotoniera.
Nella Sezione IV si discusse sul condiziona-mento del cotone in fiocco.
— La relazione dell'Ispezione generale delle assicurazioni, pubblicata dal Messager de Saó
Paulo, dà notizie interessanti sulle Compagnie
di assicurazioni nel Brasile e sulle loro ope-razioni del 1906.
Alla fine del 1906 esistevano 50 compagnie d'assicurazioni terrestri e marittime delle quali 37 erano brasiliane e 13 straniere; il loro capi-tale ammontava a 51,200,000 milreis, di cui
21,572,965 versate; la riserva delle Compagnie brasiliane ammontava a 10,171,460 milreis 357, di cui 5,726,403 milreis 177 costituenti utili non corrisposti.
I risebi assicurati dalle Compagnie brasiliane ammontavano a 2,210,783,840 milreis 438: quelli coperti dalle Compagnie straniere a 571,868,545 milreis 760, si nota così un aumento di 44,018,425 milreis 692 sull'anno 1905. I premi pagati alle Compagnie ammontano a 14,269,717 milreis 702, di cui 11,815,258 milreis 185 per le Compagnie nazionali ; i sinistri pagati formano un totale di 7,224,023 milreis 427, di cui 6,573,332 milreis dalle Compagnie brasiliane ; i dividendi corrisposti ammontarono a 1,712,206 milreis 748.
Le Compagnie di assicurazioni sulla vita sono in numero di 7, di cui 6 brasiliane, aventi riserve tecniche di 27,531,764 milreis 529 ; inoltre, possiedono una riserva supplementare di 5,400,731 milreis 415; durante l'anno 1906 le riserve au-mentarono di 5,200,514 milreis 625; durante questo medesimo periodo le assicurazioni effet-tuate ammontarono a 59,831,922 milreis 980, ciò che porta il totale dei rischi garantiti a 175,785,821 milreis 540 da 5 compagnie (la sesta non avendo presentato le sue cifre). I premi riscossi furono di 12,846,893 milreis 439; i sinistri pagati di 3,752,421 milreis 837 ; i dividendi pagati ebbero un valore di 827,324 milreis 309.
Le Compagnie di assicurazioni terrestri e marittime hanno un attivo di 59,951,389 milreis 438, così suddiviso : entrate da realizzare dagli azionisti 25,867,035 milreis ; rendite federali, 12.228,500 milreis-; rendite di Stato e munici-pali, 6,457,178 milreis 584; immobili e ipoteche 2,342,830 milreis 066 ; tratte a premi da riscuo-tere, 3,684,756 milreis 493 ; cassa, banche, agenzie, 5,039,739 milreis 448.
Le Compagnie brasiliane di assicurazione sulla vita hanno un attivo di 34,683,378 milreis 616, così suddiviso : rendite federali, 5,981,200
milreis, rendite di Stato, municipali, ecc., 6,658,780 milreis 0,48; immobili ed ipoteche 11,966,505 milreis 109; prestiti su cauzione, 2,571,209 mil-reis 818; numerario in cassa, banche, agenzie e interessi da riscuotere, 5,181,346, milreis 439.
— La Gazzetta di Franco forte ha. pubblicato un riassunto della situazione delle grandi Banche di Berlino alla fine del 1908.
Il loro numero è 44, e il loro capitale sociale è circa 10 milioni di marchi.
Queste 44 banche posseggono in proprio un capitale che oltrepassa 2.800 milioni di marchi : esse lavorano con capitale straniero di quasi 6 miliardi di marchi ed il conto debitori diversi, sorpassa i 4 miliardi e mezzo. Ecco per maggiore chiarezza il prospetto completo del bilancio delle 44 banche riunite: Fine 1908 Fine 1907 Capitale sociale Riserve (Milioni d 2,265 568 i marchi) 2,246 555 Totale 2,833 2,801 Deposito Conti creditori 2,191 3,724 2,037 3,384 Totale 5,915 5.421 Accettazioni Conti debitori 1,686 4,653 1,771 4.684
I benefici netti sono lievemente inferiori — di 540,000 marchi — a quelli dell'anno precedente che aveva registrato una diinuzione molto sensi-bile — di 3 milioni e mezzo circa — nel 1906. Tale diminuzione resulta da un aumento di spese ; perchè gl'incassi lordi sono in aumento di 10,670,000 marchi.
GÌ' incassi provenienti da operazioni sovra effetti commerciali entrano per 11.3 0(0 negl'in-cassi totali (contro 7.2 0(0 nel 1907), questa pro-porzione resta ancora molto inferiore a quella degli anni 1906 (14.5 0(0) e 1905 (18.6 0(0).
La somma distribuita quale dividendo ha raggiunto 171,310,000 marchi, ossia 7.81 0(0, con-tro 7,73 0(0 nel 1907; la diminuzione totale non è che di 170,000 ma quella proporzionale è più di forte, io ragione dell'aumento del capitale so-ciale.
i n DEL u n o
marni
II commercio austro-ungherese. — Ri-sulta dalle statistiche pubblicate dal Ministero del Commercio che durante il mese di marzo ul-timo, le importazioni hanno raggiunto in Austria-Ungheria il valore di 228,000,000 corone cioè una diminuzione di 6,800,000 corone sul mese di marzo 1908; le esportazioni si sono elevate du-rante lo stesso lasso di tempo a 201,300,000 co-rone cioè a una diminuzione di 800,000 coco-rone.
co-rone sullo stesso periodo dell'anno precedente: quanto alle esportazioni, esse hanno raggiunto 520 milioni di corone, in diminuzione di 17,200,000 corone sui primo trimestre del 1908.
Il movimento commerciale dei tre primi mesi dell'anno in corso si salda dunque con un bilancio sfavorevole di 118,200,000 corone mentre per lo stesso periodo del decorso anno, l'eccedente delle importazioni sulle esportazioni non aveva che 106,300,000 corone.
Le cifre precedenti non comprendono il com-mercio dei metalli preziosi che per i tre primi mesi del 1909 ha dato i seguenti resultati: impor-tazioni 58,600,000 cor. in aumento di 49,000,000 corone sullo stesso periodo del 1908: esportazioni 25,400,000 corone in aumento di 7,800,000 corone.
Il commercio del Giappone. — Ecco, in yens, le cifre del commercio estero del Giappone durante il mese di marzo 1909 paragonate a quelle di marzo 1908. Marzo Marzo 1909 1908 (in yens) Esportazioni Importazioni Totale Ecced. d. importar,. '29,5:15,962 40,412,654 60,948,616 10,876,692 Tre mesi 27,877.486 44,278,16° 72,155,605 16,400,733 Esportazioni Importazioni Totale Ece.ed. delle imp.
Differenza Marzo Marzo 1909 1908 (in yens) -+- 8,057,452 - 32,769,114 56,232,362 106,750,107 192,983,469 20,518,745 Metalli preziosi. 24,711,662 Esportazioni Oro Argento Importazioni Oro Argento Ecced. delle import.
Marzo Marzo 1909 1908 (in yens) 250,250 307,022 10,519 4,947 634,117 616,335 7,184 6,359 380,532 310,725 Tre Marzo 1909 Differenza Marzo 1908 (in yens) Esportazioni Oro 1,235,500 — 401,814 Argento 29,410 + 14,740 Importazioni Oro 1,813,536 + 426.374 Argento 25,073 — 58,872 Ecced. delle esport. » » » »
» » import. 573,699
Il commercio del Siam. — Il commercio estero del Siam si è elevato nel 1908 a 198,517,309
ticaux contro 167,202,915 nel 1907.
La cifra del 1908 che noi rileviamo da un recente rapporto del Ministero di Francia a Baugkok non è ancora che approssimativa, perchè risulta dalle statistiche provvisorie pubblicate ogni mese dalla Amministrazione delle dogane ; ma permette nondimeno di stabilire la superiorità degli scambi del 1908 su quelli degli anni pre-cedenti, cosicché si può avere il quadro seguente :
Annate 1904 1905 1906 1907 1908 Importazioni Esportazioni (Ticaux) 78,306,687 68,769,329 76,004,954 75.259.500 81,728,323 179,693.143 171,900,028 186,605,806 167,202,915 198,517,309
L'aumento è dunque di 6 milioni di ticaux per le importazioni e un poco più di 6 milioni per le • esportazioni in paragone al 1906 che ha registrato le cifre più elevate.
L'anno fu assai migliore dal punto di vista delle raccolte, ma il corso elevato del tical ha portato un grave pregiudizio agli esportatori di riso in China, in ragione della bassezza continua dell'argento.
D'altra parte la situazione finanziaria del Siam è migliorata: e il deficit di 5 milioni pre-visto pei 1907-1908 si è ridotto a 675,000 ticaux.
LA SITUAZIONE DEL TESORO
al 3 0 A p r i l e 1909
1909: Ecco la situazione del Tesoro al 30 aprile
Al 30 giugno 1908 Al 30 aprile 1909 Pondo di cassa Crediti diTesoreria Insieme Debiti di Tesoreria 480,130,382.78 373,642,350.23 853,772,733.01 571,272,497.05 Situaz. del Tesoro + 282,500,235.96
D A R E
Incassi (versamenti in Tesoreria)
368,254,028.40
1 639,849,240.68
1,008,103,269.08 670,559,434.13 337,543,834.95
Pondo di cassa alla chiusura dell'esercizio 1907-08 • In conto entrate di bilancio
In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria
480,130,382.78 1,892,068,922.67 3,072,849,369.32 766,267,102.35 Totale 6,211,315,771.12 A V E R E — Pagamenti
In conto spese di bilancio Decreti di scarico
Decreti Ministeriali di pre-levamento
In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria
-1 EBITI al 30 aprile 1909 Buoni del Tesoro 129,303,000 —
Vaglia del Tesoro 43,804,034.09 Banche — Conto anticipaz. statutarie —
Cassa depositi e prestiti in conto
cor-rente fruttifero 30,(XXI,000 — Amministrazione del Debito pubblico
in conto corrente infruttifero 195,685,981.77 Amministrazione del Fondo culto in
conto corrente infruttifero 14,508,777.69 Cassa depositi e prestiti in conto
cor-rente infruttìfero 98,951,468.35 Ferrovie _di Stato — Fondo di riserva 11,005,626.70
Altre Amministraz.
frutti conto corrente 1,354,557.21 Id. Id. infruttifero 87,706,263.01 Incassi da regolare 22,795,684.71 Biglietti di Stato emessi per l'art, i l
della legge 3 marzo 1898, n. 47 11,250,000 -Operazione fatta col Banco di Napoli
per effetto dell'art. 8 dell'allegato
B alla legge 7 genn. 1897 n. 9 24,194,090 — Totale 670,559,431.13
ai 30 aprile 1909 CREDITI
Valuta aurea presso la Cassa depositi e prestiti (art. 21 della legge 8 ag. 1895, n. 486)
Amministraz. del Debito pubblico per pagamenti da rimborsare Id. del Fondo pel culto Id. Cassa depositi e prestiti Id. Altre Amministrazioni Id. Obbligazioni dell'Asse ecclesiastico Deficienze di Cassa a carico dei
con-tabili del Tesoro Diversi
Operazione fatta col Banco di Napoli
Totale 639,840,240.68 Ecco il prospetto degli incassi di bilancio verifica-tisi presso le tesorerie del Regno nel mese di aprile 1909 per l'esercizio 1908-09 comparati con quelli del periodo corrispondente dell'esercizio precedente.
Incassi — Entrata ordinaria. Categoria I. — Entrate effettive :
mese di Differenza aprile 1909 nel 1909 80,000,000 — 11, 50,0o0.— 60,000,000.— 1,316,920.— 14i\192,339.25 1,710,817.70 100,098,320.98 24,194,040 — Redditi patrimon. d. Stato
Imposta sui fondi ru stici e sui fabbricati Imposta sui redditi
di E. M.
Tasse in amministr. del Ministero delle finanze
Tassa sul prodotto d. movimento agrande e piccola velocità s. ferrovie
Diritti delle Legaz. e Consolati all'estero Tassa sulla fabbricaz.
degli spiriti e birra Dogane e dir. maritt. Dazi interni di cons. esclusi quelli delle città di Nap. e Roma Dazio consumo della
città di Napoli Dazio consumo della
città di Roma Tabacchi Sali
Prodotto di vendita del chinino ecc. Lotto Poste Telegrafi Telefoni Servizi diversi Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse 905,057.80 28,914,025.16 34,765,278.97 — 366,915.60 — 291,069.69 — 621,252.82 18,868,672.04 + 234,826.19 137,159.70 31,317.13 8,827,530.03 32,682,745.63 2,863,316.96 1,723,326.86 23,612,987.23 6,039,697.60 100,373.97 15,213,987.73 8,574,023.14 1,912,188.05 888,661.94 2,542,884.30 1,643,987.— 2,288,807.99 — 22.250.43 Entrata straordinaria
+
20,034.49 5,044,998.57 18.778,894.84 121,419.04+
+
+
53,836.55 1,185,473.23 86,958.98 124,724.97 985,871.06 748,181.99 448,551.14 888,661.94 1,124,828.27 19,434.35 1,560,847.07 Categoria Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse Arretrati per impost.fondiaria
Arretrati per imposta sui redditi di r. m. Residui attivi div. Costruz di strade fer. Vendita di beni ed
afffrancam .di canoni Accensione di debiti Rimborsi di somme
anticipat. dal Tes. Anticipazioni al Tes.
da enti locali per ri-chiesto acceleramen. di lavori
Partite che si com-pensano nella spesa Prelev. sull'avanzo
accertato sul conto consnnt. dell'eserc. 1905-6 e 1907-8 Ricuperi diversi Capitoli aggiunti per
resti attivi. Totale Partite di giro
I, II, III, IV. mese di
marzo 1909 Differenza nel 1909 432,809.36 2,875,429.02 365,746.96 180.— 507,306.61 6,677.95 _ 197,879.63 4 12,237,455.58 4- 43,728.63 — 12,751.73 - 333.860.90 —3 7,743,822.05 253,098.76 - 18,280.35 1,079,559.04 — 31,023,167.98 5,520,807.70 980.422.10 — 6,390.856,61 — ''15,267,366.21 Totale generale 199,037,281.03 - 12,421,884.40 Ecco il prospetto dei pagamenti verificatisi presso le tesorerie del Regno ne) mese di marzo 1909 per l'e-sercizio 1908-09 comparati con quelli del periodo corri-spondente dell'esercizio precedente.
MINISTERI.
Ministero del Tesoro Id. delle Finanze Id. di grazia e g. Id. degli aff. esteri Id. dell'ist. pubbl. Id. dell' interno Id. dei lav. pubbl. Id. poste e telegrf. Id. della guerra Id. della marina Id. agric. ind. com.
mese di aprile 1909 49,173,280.53 29,243,563.39 3,445,864.01 1.090.937.22 9,011,589.31 7,016,353.58 8.251.064.23 8,855,609.46 27,069,613.57 13,267,070 83 1,689,196.58
+
Totale 192,536,051.23 + 9,236,338.42Totale pag. di bilancio 158 114,092.71 — Decreti di scarico — —
Decreti Minist. di prelev. — — Totale pagamenti 158,114,092.71 4 Differenza nel 1909 15,645,301.45 1,950,857.50 468,258.75 134,971.98 706,235.69 4,677,671.94 501,064.16 786,861.49 13,154,334.34 1,272,045.53 2,241.04 1,185,590.83 15,196.34 1,200,000.— 29,605.51 NOTE.
1. In questa somma-è compreso l'ammontare della valuta d'oro depositata nella Cassa depositi e prestiti in L. 176,760,960.
2. Minori reintegri a capitoli di spesa inscritti in bilancio nella parte ordinaria delle spese effettive.
3. L'aumento è dovuto alle quote addizionali sulle imposte dirette e sulle tasse sugli affari versate ai sensi dell'art. 2 della legge 12 gennaio 1909, n. 12.
4. Minori versamenti eseguiti in dipendenza dell'art. 1 della legge 25 giugno 1905, n. 261.
Le Casse di mutuo soccorso in Svizzera
Quest'articolo non ha avuto esecuzione a motivo dell'introduzione dell'art. 84-bis nella costituzione fe-derale.
Legge 8 febbraio 1872 sulla Fondazione ftoth (con gli statuti del 30 aprile 1904): La fondazione costitui-sce una cassa pei casi d'invalidità o di morte, obbli-gatoria per gl'insegnanti e gl'insegnanti primari, fa-coltativa per il personale d'istruzione secondaria. La tassa d'ingresso è del 3 per cento e il contributo an-nuale del 5 per cento dello stipendio (per le donne 4 per cento).
Lo stato versa annualmente 3000 franchi e 1[B del sussidio della Confederazione alla scuola primaria. Dopo 5 anni di servizio, la pensione d'invalidità è del 20 per cento dello stipendio; per ciascun anno in più, 1 per cento di supplemento, senza superare in tutto il 50 per cento (1500 franchi). In caso di morte, la vedova riceve 1(2 di una pensione d'invalidità del defunto; ciascun orfano sotto i 18 anni 1(10, fino a 1[2 per tutti i figliuoli. Il Consiglio di Stato partecipa nell'amministrazione della cassa.
Bàie-Campagne. — Legge sul commercio e l'indu-stria del 10 dicembre 1855, art. 104; « In ciascun di-stretto deve essere instituita una cassa di sussidi di fratellanza pei casi di malattia; lo stesso vale pei luo-ghi importanti, sopra domanda e con l'autorizzazione speciale del Consiglio di Stato ».
L'inscrizione a queste casse è obbligatoria per tutti gli operai (compagnons).
Sciaffusa. — Legge, sui comuni, art. Ic5 : « I comuni debbono ordinare casse di soccorso pei casi di malattia e rendere l'inscrizione in queste casse obbligatoria per tutti gli abitanti o almeno per tutte le persone che vi soggiornano ; in quest'ultimo caso, l'erercizio deve essere possibile per tutti gli abitanti. Più comuni pos-sono riunirsi per ordinare insieme una cassa di soc-corso ».
Questa disposizione non è stata applicata sino ad oggi che per la città di Sciaffusa, sotto forma di un fondo jier l'infermeria (statuti approvati il 10 maggio 187ti dal Consiglio di Stato). La partecipazione è obbli-gatoria per tutti i domestici, operai, aiuti ed appren-disti, dei due sessi, domiciliati e che lavorano nel co-mune senza avere famiglia (foyer) propria; sono tut-tavia esenti gli operai degli stabilimenti che hanno provveduto sufiicentemente pel caso di malattia del loro personale. I contributi mensili sono di 8U cente-simi per gli uomini e di 60 centecente-simi per le donne; gl' imprenditori rispondono di questi contributi. In caso di malattia, si ha l'assistenza gratuita all'infermeria per 8 settimane. L'infermeria è sotto la sorveglianza del consiglio municipale.
Appenzel Rh. E. — Decreto del Gran Consiglio del 22 marzo 1887 sull' obbligo dell'assicurazione per le ma-lattie delle persone in dimora : (en séjour) a far parte di una cassa di soccorso in caso di malattia; i contri-buti non debbono superare i 25 centesimi la settimana, e la tassa d'inscrizione 50 centesimi. I regolamenti sulla materia, compilati dai comuni, sono sottoposti al Consiglio di Stato.
San Gallo. — Legge del 19 gennaio 1885, sulla fon-dazione di casse di soccorso in case malattia, per le persone in dimora : « Ciascun comune, da solo o con altri, deve istituire una cassa obbligatoria per le ma-lattie per tutte le persone dimoranti ; può dispensare dalla inscrizione i soci di una cassa già esistente, che conti almeno 100 soci, che corrisponda prestazioni al-meno uguali ed i cui conti siano appovati dal consi-glio comunale. I soccorsi di malattia, possibilmente in natura, per tre mesi in un medesimo anno e per una medesima malattia. I contributi settimanali al massimo di 25 centesimi per gli uomini, di 20 centesimi per le donne; gl'imprenditori rispondono del pagamento di questo contributo. Le casse sono amministrate dai muni. Lo Stato accorderà ai comuni poveri, per la co-struzione d'infermerie, sussidi fino al 25 per cento delle spese -li costruzione ».
Costituzione del 16 novembre 1890, art. 19 : « Lo Stato sorveglia l'amministrazione delle casse . . . . di soccorso per le malattie La legislazione stabilirà i particolari di questa sorveglianza ».
Fino ad oggi questa disposizione non ha avuto ap-plicazione in vista dei lavori di legislazione nel do-minio federale.
Grigioni. — Decreto del Gran Consiglio del 19 mag-gio 1906 concernente una cassa di soccorso per gl' in-segnanti primari (con ordinanza del 80 marzo 1897) : « Lo Stato istituisce una cassa di soccorso ; pei casi di vecchiaia, d'invalidità o di morte, obbligatoria per tutti gl 'insegnanti.
Questa cassa è sotto la sorveglianza del Consiglio di Stato.
Decreto del Gran Consiglio del 26 maggio 1896, con ordinanza del 2 settembre 1898, concernente una cassa di soccorso del collegio cantonale : Inscrizione obbli-gatoria per tutti i maestri del collegio ; la cassa è sor-vegliata dal Consiglio di Stato.
Decreto del Gran Consiglio del 3 giugno 1902, con-cernente una cassa di soccorso per gl'impiegati canto-nali e della banca cantonale (con ordinanza del 19 set-tembre 1902) : Obbligatoria per questi impiegati e pei gendarmi e cantonieri. Le medesimo disposizioni ohe per la cassa precedente.
Argovia. — Costituzione del 23 aprile 1885, art. 85, comma 3: « Lo Stato incoraggia l'assistenza agli am-malati, fondata sulla mutualità; può rendere obbliga-toria l'assicurazione contro le malattie per certe parti della popolazione».
L.' esecuzione di questa disposizione è stata difrita, in vista della probabilità di una legislazione fe-derale sulla medesima materia.
Vaud. — Legge del 3 dicembre 1873: Come, le altre società, le casse di soccorso possono chiedere al Gran Consiglio il loro riconoscimento come persone morali. Questo riconoscimento attribuisce il diritto di acqui-stare per donazione fra vivi e disposizioni in causa di morte, salvo l'autorizzazione del Consiglio di Stato per le donazioni o successioni superiori a 5,000 franchi. Gli statuti e i conti delle persone morali sono sottoposti all'approvazione del Consiglio di Stato.
Legge del 2 marzo 1997 che instituisce una cassa cantonale di pensioni popolari. Questa cassa, ricono-sciuta come persona morale, è amministrata dallo Stato ed è esente da ogni imposta.
I versamenti facoltativi, a capitale riservato o ab-bandonato, per la costituzione di pensioni di riposo con ammissione al godimento da 50 a 65 anni ; ciascun ver-samento costituisce una operazione distinta ; massimo dei versamenti per anno : 1000 franchi (250 franchi nei 6 ultimi anni avanti l'ammissione al godimento) Mas-simo delle pensioni : 1200 franchi. Sussidi dello Stato: 6 franchi per un versamento totale annuale da 6 a 12 franchi ; 8 franchi da 12 a 24; 10 franchi da 24 a 60; nessun sussidio pei versamenti superiori a 60 franchi per anno od a 2,000 franchi in tutto. Lo Stato sopporta le spese di amministrazione, con un concorso da 3 a 5 per cento dei versamenti ; paga alle società di mutuo soccorso che fanno da intermediari ai loro soci, pei versamenti alla cassa cantonale, il 10 per cento dei sus-sidi che vanno a questi soci. Il bilancio tecnico com-pilato almeno ogni 3 anni. 11 disavanzo sopportato dallo Stato, dopo esaurito il fondo di riserva.
Neuchàtel. — Legge sull'insegnamento primario del 21 aprile 1889, articoli da 98 a 105 (con gli articoli da 100 a 103 del regolamento generale per le scuole pri-marie del 5 luglio 1895).
Un fondo di previdenza per le scuole, con persona-lità propria, corrisponde una pensione di 800 franchi dopo 30 anni di servizio, e in caso di molte agli eredi una somma di 3,000 franchi ; paga una parte delle spese di supplenza per gl'institutori ammalati. Partecipazione obbligatoria degli insegnanti di classi infantili e pri-marie. Quote annuali di 60 franchi, sussidio annuale dello Stato di 20,000 franchi. Amministrazione in col-laborazione dello Stato.
d'ammis-sione), nei premi di un capitale assicurato di 5U0 fran-chi al massimo o di una rendita annuale massima di 360 franchi. Amministrazione in collaborazione dello Stato.
Legge del 26 novembre 1901, sulla gendarmeria, articoli da 14 a 82: I gendarmi sono obbligati ad as-sicurarsi contro le malattie; lo Stato paga i premi fino a 9 franchi l'anno. In caso d'invalidità dopo 10 anni di servizio lo Stato paga una pensione del 20 per cento del soldo; dopo 16 anni, pensione di riposo da 25 a 50 per cento del soldo, secondo gli anni di servizio.
Casse speciali di sussidi alle vedove ed agli orfani, obbligatoria per tutti i gendarmi ; quote trimestrali di 9 franchi e sussidio annuale di 24 franchi dallo Stato; in caso di morte, indennità in capitale o ren-dite ai soppravviventi, secondo il loro numero, la du-rata del matrimonio, e gli anni di servizio del defunto. Questa cassa è gerita dallo Stato.
Legge del 26 novembre 1901, sui ponti e strade, ar-ticoli da 7 a 25: Disposizioni concernenti i cantonieri come pei gendarmi di sopra ricordate.
Ginevra. — Legge del 27 maggio 1903 che accorda il concorso dello Stato alle società di mutuo soccorso in caso di malattia. Lo Stato paga un sussidio annuale di franchi 2.50 per socio alle casse per le malattie in-stituite nel cantone e che sodisfano alle condizioni se-guenti : inscrizione nel registro del commercio, quote e tassa d'ammissione, secondo una progressione approvata dal Consiglio di Stato; compilazione di un bilancio tec-nico annuale e di una statistica per le malattie, per età ; durata minima dei soccorsi 6 mesi, con termine di aspettativa di 3 giorni al massimo; non esclusione dei cittadini svizzeri ; alcuna diminuzione delle quote o delle tasse d' ammissione nè alcun aumento delle in-dennità assicurate possono essere decise dopo un pe-riodo di almeno 5 anni. La sovvenzione dello Stano non può essere destinata che a sussidi in caso di malattia.
Dopo aver dato i resultati statistici delle princi-pali Casse di soccorso ia Relazione parla delle Casse svizzere e la Cassa soci, del che ci occuperemo prossi-mamente.
(continua).
IH SELLE CAMERE DI COMMERCIO
Camera di Commercio di Torino. — In
una delle ultime sedute fu riferito che la Camera di commercio di Torino, facendosi eco dei voti manifestati dagli industriali e commercianti e dalle più importanti associazioni cittadine, aveva presentato alla Direzione delle ferrovie di Stato un memoriale col quale si chie-devano alcune modificazioni all'orario estivo ferroviario. La risposta dopo iunga attesa è venuta, ma completa-mente negativa su tutti i punti.
Perciò la Commissione speciale per gli orari fer roviari esistente prèsso la Camera di Commercio, e composta dei rappresentanti della Provincia, del Mu-nicipio, e delle associazioni locali, presa in esame la risposta della Direzione generale delle ferrovie di Stato e vivamente impressionata della negativa data a tutte le richieste di migliorie domandate pur essendo dette richieste contenute nei limiti più modesti e ra-gionevoli, « deplora che la Direzione generale non abbia, con un più attento ed equanime studio dei bisogni della regione piemontese in rapporto alle comunica-zioni ferroviarie, accolta alcuna delle domande presen-tatele dimostrando così lo scarso conto in cui continua a tenere i veri e vitali interessi della regione e quelli stessi dell'azienda ferroviaria ».
Camera di Commercio di Milano. —
Nella seduta del 13 aprile, Presidenza : A. Salmoiraghi, su conforme proposta della Commissione di legislazione, il Consiglio approva a voti unanimi una modificazione al testo, deliberato nell'ultima seduta consigliare, del-l'art. 8 delle norme per la risoluzione del contratto di locazione d'opera, intesa a meglio chiarire le norme di licenziamento nei contratti convenuti con stipulazione di un periodo di prova.
A seguito della speciale votazione, vengono desi-gnati a Delegati camerali nella Commissione compar-timentale del traffico presso la Direzione compartimen-tale di Milano i signori : Gondrand oomm. Francesco, consigliere della Camera di Commercio di Milano, e Lusardi cornili, prof. Rinaldo, presidente della Camera di Commercio di Piacpnza; e Delegati camerali nella Commissione compartimentale del traffico presso la Direzione compartimentale di Torino, i signori : Bocca avv. Ferdinando, vice-presidente della Camera di Com-mercio di Torino, e Óassin avv. cav. Marco, presi-dente della Camera di Commercio di Cuneo.
11 Consiglio, preso atto della iniziativa assunta dalla Camera federale degli impiegati e dalla Società Umanitaria per la istituzione di un ufficio di colloca-mento per gli impiegati di commercio, delibera di con-correre con la somma di L. 500 nelle spese di fonda-zione dell'ufficio.
La Camera prende atto, con rincrescimento, delle dimissioni presentate dal rag. Luigi Gerloni. da dele-gato camerale nella Commissione compilatrice del li-stino per i prezzi del bestiame da macello, e noniina in sua sostituzione a delegato camerale il signor Luigi Zoncada.
La Presidenza, ad informare il Consiglio dello stato attuale dei lavori per il nuovo assetto dei servizi ferroviari in Milano, far dar lettura di un dettagliato rapporto, compilato dalla Commissione camerale dei trasporti a seguito di apposite indagini e di speciali sopraluoghi. Dopo enumerati i vari lavori compiuti dal novembre u. a., ultima epoca in cui la Commis-sione presentò alla Camera notizie sull'andamento dei lavori, ad oggi, ed esposte le cifre delle somme ero-gate nelle diverse opere di terreno e murarie, la Com-missione constata con rincrescimento, come in causa probabilmente delle contrarietà atmosferiche, i lavori non siano proceduti con quella celerità che era dato sperare, e formula il voto che possano i lavori col
ri-torno della stagione propizia per i lavori all'aperto, essere spinti avanti con migliore prestezza.
— Nella seduta del 3 maggio (Presidenza, A. Sal-moiraghi), il Presidente espone anzitutto alla Camera come una recente riunione tenutasi nei locali della Camera, nella quale erano rappresentate tante Società anonime per oltre 650 milioni di capitale versato si sia all'unanimità votato un ordine del giorno con il quale mentre si riaffermano le più vive proteste con-tro l'applicazione dell'imposta di ricchezza mobile sul sopraprezzo delle azioni si rivolge preghiera alla Ca-mera di Commercio di Milano di farsi iniziatrice e centro di una efficace azione diretta a conseguire dal potere legislativo determinazioni che volgano a porre termine alle contraddizioni dei pronunciati giudiziari e ad assicurare alle Anonime quel regime fiscale nella cui legittima aspettativa esse si erano determinate a fare nuove emissioni con premio.
Dalla discussione che si allarga a tutti i punti del complesso problema, emerge il pensiero unanime del Consiglio sulla necessità di nuove e speciali disposi-zioni legislative su tutta la materia della tassabilità delle Anonime agli effetti della Ricchezza Mobile. A conclusione di essa il Consiglio accoglie con unanime voto l'invito fatto alla Camera di assumere la diret-tiva di un'azione contro la tassazione dei sopraprezzi, e dà alla Presidenza mandato per la nomina ai una speciale Commissione composta in parte di elementi del Consiglio, in parte di elementi estranei.
— Fu quindi approvato il seguente ordine del giorno sulle derivazioni di acque pubbliche :