59 CONCLUSIONI
Con la presente tesi si è voluto dimostrare, nella pratica progettuale, quali sono i pregi che le tensostrutture a membrana offrono in campo architettonico. In particolare l’attenzione è stata focalizzata sull’ estrema libertà di espressione e versatilità che tali strutture lasciano al progettista, rendondogli possibili molte delle applicazioni che, con le tradizionali strutture in acciaio e c.a., non sarebbero neanche ipotizzabili. La tensostruttura in esame è stata reputata più che adatta a coprire gli spazi adibiti a tribuna di un impianto sportivo progettato per il gioco del tennis. Tale impianto è risultato dell’accostamento di 4 campi con le relative aree di supporto all’attività sportiva, cosicchè è stato possibile, a livello funzionale, prendere in esame uno dei singoli moduli che vanno a costituire l’impianto e attribuire ad esso caratteristiche, dimensioni e prestazioni di un “impianto sportivo campo all’aperto”. Al contempo, però, l’accostamento ha dato luogo ad un progetto che, planimetricamente, si è configurato come una sorta di “gioco”, in cui è stato possibile sciegliere liberamente traslazioni, rotazioni, simmetrie e asimmetrie dei singoli elementi, solo per il gusto composivo di fare, disfare, riprovare fino a trovare eslusivamente la soluzione più bella, non la più utile, poiché questa, di per sé, è già intrinseca nell’elemento stesso. L’assoluta libertà compositiva del progettista è forse risaltata ancora di più nell’articolazione dei prospetti i quali mostrano ancora una volta l’estrema versatilità degli elementi, potendo, questi, adattarsi, con altezze diverse, alle quote di cui avevamo bisogno per necessità progettuali.
La seconda parte del lavoro è maggiormente incentrata sugli aspetti tecnici della tensostruttura in esame. Dapprima si è spiegato il metodo utilizzato per la ricerca della configurazione di esercizio della membrana: in assenza di qualunque pretensionamento, infatti, una membrana non possiede una forma propria, ma, al contrario, si adatta ai carichi che di volta in volta agiscono su di essa; è stato necessario, quindi, attribuire ad essa una determinata pretensione o “densità di sforzo”. In seguito si è affrontato l’analisi statica, sottoponendo l’elemento a diverse combinazioni di carico, risultate dal calcolo delle azioni esterne. Di tali azioni abbiamo considerato soltanto quelle del vento e della neve, trascurando azioni quali sisma o simili poiché la loro incidenza dal punto di vista probabilistico si è ritenuta trascurabile. Infine, si è affrontato il problema del montaggio, considerando un aspetto che, in ambito progettuale, risulta tutt’altro che da trascurare.