Conclusioni
Questo studio ha fornisce risultati interessanti sia sotto il profilo interpretativo che sul piano metodologico.
Le malte di terra di Massaciuccoli non sono un indicatore di una porzione “povera” del complesso ma piuttosto frutto di una scelta tecnica di impiego di argilla come legante accompagnata in qualche caso da piccole percentuali di calce. Si tratta di materiali provenienti dalle immediate vicinanze del sito con l’aggiunta di granuli di pomice.
Massaciuccoli rappresenta un esempio perfetto di come malte di terra siano essere utilizzate largamente in strutture con funzioni produttive e residenziali e come queste tecniche edilizie possano convivere a stretto raggio con strutture in cui le malte sono prodotte con calce di buona qualità.
Sul piano metodologico la sperimentazione di un protocollo di analisi nuovo ha permesso di testare quante e quali informazioni si potessero ricavare dai campioni. Ad oggi non solo non esiste una prassi codificata ma gli studi sperimentali sulle malte di terra sono praticamente inesistenti (ad eccezione di Fieni, 1999).
Un primo studio di queste malte sottolinea le potenzialità informative dei materiali ma allo stesso tempo mette in luce alcune lacune.
Non esiste ad esempio una norma per la descrizione delle malte di terra che si basi su un linguaggio riconosciuto e condiviso. Ciò rappresenta un forte ostacolo alla prosecuzione degli studi su questo tipo di manufatti.
Le malte di terra sono un materiale largamente usato ma studiato molto poco, un’analisi micro morfologica che tenga conto delle particelle e delle loro prestazioni meccaniche in opera potrebbe aiutare a far luce sul processo produttivo di questa tipologia aprendo la strada a ulteriori studi di archeologia dell’architettura e di archeologia della produzione.
Lo stesso vale per quanto riguarda lo studio delle malte in una prospettiva di conservazione e tutela. Le caratteristiche meccaniche e di assorbimento del materiale vanno considerate
nel caso di un intervento si restauro. Ad esempio si deve tener conto dell’espansione e contrazione delle argille al variare del tasso di umidità.
Anche i processi di degrado che intaccano le malte in terra devono essere individuati più chiaramente per potervi porre rimedio.
In primo luogo le acque meteoriche agiscono sulle creste di rasatura scoperte intaccando le malte, dilavandole e rendendole inconsistenti. Le strutture devono quindi essere protette dagli agenti atmosferici che sono fonte di deterioramento diretto e immediato.
Nel caso specifico di Massaciuccoli le malte hanno già subito processi di dilavamento causati dallo scorrimento dell’acqua di falda. L’area è coperta da una struttura ma la posizione del sito fa sì che quando le precipitazioni si fanno più intense l’acqua scorra lungo il pendìo causando l’allagamento dell’area di scavo.
Queste condizioni sono sfavorevoli per la conservazione dei manufatti, una possibile soluzione per salvaguardare la loro particolarità sarebbe una bonifica del sito per impedire ulteriori allagamenti che in breve tempo potrebbero compromettere definitivamente la stabilità delle strutture.