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Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 145

Capitolo 3

VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ ENERGETICA E

AMBIENTALE DEGLI EDIFICI: LINEE GUIDA

REGIONE

TOSCANA

A

CONFRONTO

CON

L’ANALISI DEL VALORE

“[…] dentro una dimora sotterranea a forma di caverna, con l’entrata aperta alla luce […] pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro sin da fanciulli, incatenati gambe e collo […] incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo. Alta e lontana brilli alle loro spalle una luce d’un fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata la strada. Lungo questa pensa di veder costruito un muricciolo, come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini. […] immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti di ogni sorta sporgenti al margine […] credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro che non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? […] per tali persone, insomma, la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti artificiali.”

“Platone – La Repubblica – IV sec. a.C.”

3.1 – LINEE GUIDA REGIONE TOSCANA

Recentemente la Regione Toscana ha introdotto, nelle proprie politiche territoriali, l’obbiettivo della diffusione dell’Edilizia Sostenibile, cioè la realizzazione di edifici costruiti con criteri rispettosi dell’ambiente, che consumino meno risorse energetiche e idriche, realizzati con materiali sicuri per la salute degli utenti ed il cui processo di vita non danneggi l’ambiente.

Con deliberazione della Giunta regionale n° 322 del 28/02/2005 sono state approvate le istruzioni tecniche denominate “Linee guida per la valutazione della

qualità energetica ed ambientale degli edifici in Toscana” ai sensi dell'art. 37,

della Legge regionale del 3 gennaio 2005, n° 1 ed in attuazione dell'azione B.13 del P.R.A.A. 2004-2006.

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Queste definiscono un sistema di valutazione per descrivere il livello di eco-efficienza di un edificio nonché i criteri relativi ai materiali e alle opere da privilegiare per un’edilizia sostenibile.

Attualmente il metodo è indirizzato alla valutazione di edifici a carattere residenziale tuttavia, per la sua flessibilità, esso è estendibile ad altre categorie edilizie potendo divenire uno strumento di valutazione comune sia per i progettisti che per gli Enti locali.

Il metodo, infatti, affronta la complessità dell’intervento edilizio descrivendo la qualità di alcune fondamentali componenti come l’assenza di sostanze inquinanti, l’illuminazione naturale, l’isolamento acustico, il riutilizzo delle acque piovane, il tipo di materiali usati per la costruzione, i consumi energetici.

Di fatto, non è facile definire l’insieme dei principi che devono essere presi in considerazione in un approccio verso l’edilizia eco-sostenibile. Generalmente ogni professionista applica una serie di accorgimenti o di soluzioni tecniche in funzione della situazione contingente e del contesto in cui interviene, secondo le indicazioni del committente ed in relazione alle proprie conoscenze nella specifica materia. Più complesso si dimostra stabilire quando questo insieme di soluzioni determinano il superamento di una definita soglia tale da considerare l’edificio progettato fra quelli veramente innovativi, eco-sostenibilità, etc.

Lo strumento messo a disposizione dalla Regione Toscana è costituito da un insieme di regole e di requisiti di tipo prestazionale che individuano, non solo i parametri caratteristici di un determinato aspetto (quali ad esempio l’isolamento termico, ecc.), ma anche l’obiettivo finale che deve essere perseguito e che consiste, in particolare, nella riduzione dei consumi di energia al di sotto di una soglia predefinita. Il risparmio energetico, fra l’altro, è uno dei principali obiettivi perseguiti, vista la rilevanza economica ed ambientale che sta assumendo in questi ultimi anni.

Occorre mettere in evidenza il fatto che il campo relativo alla definizione e alla classificazione dei materiali eco-compatibili riveste il maggior grado di difficoltà. Infatti, se si possono ritenere certi alcuni parametri di nocività di una serie di sostanze (già oggetto di divieto o quanto meno di limitazione d’uso entro determinate soglie ritenute nocive), altrettanto non si può dire di altre sostanze il

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cui uso o esposizione è ancora in fase di studio (es. Radon). Inoltre, l’uso di prodotti o materiali ritenuti eco-compatibili può causare, se utilizzati in larga misura, la depauperazione o compromissione di altri ambienti dai quali viene prelevata la materia prima. Quale sia però la soglia minima accettabile è, al momento, ancora oggetto di discussione a livello mondiale, per cui, in tal senso, sono stati individuati parametri sufficientemente cautelativi.

Per la valutazione della qualità energetico-ambientale degli edifici sono disponibili, a livello internazionale, numerosi metodi di verifica. Tali criteri sono classificabili in due tipi: il primo costituito da metodi a punteggio; il secondo da eco-bilanci. Il primo tipo si basa sull’attribuzione di un punteggio relativo alla prestazione dell’edificio, rispetto a una serie di riferimenti di valutazione di impatto ambientale: il punteggio permette di classificare la costruzione rispetto ad una scala di qualità. Il secondo tipo si basa su procedure di valutazione di impatto ambientale, derivanti direttamente dal LCA (Life Cycle Analysis) o, più semplicemente, dall’analisi del ciclo di vita dell’edificio.

I principali metodi utilizzati in ambito europeo e a livello internazionale sono:

• Il Building Research Establishment Environmental Assessment Method (BREEAM), che costituisce il primo e più noto metodo di valutazione a punteggio sviluppato dal BRE in Gran Bretagna. Tale sistema attualmente interessa circa il 25 - 30% del mercato immobiliare del Regno Unito ed è riferito ad edifici di uso prevalentemente direzionale o di nuova costruzione.

• Negli Stati Uniti è stato invece sviluppato il sistema LEED, per iniziativa dello U.S. Green Building Council con il supporto di numerose agenzie governative e organizzazioni private.

• Sistemi simili sono stati sperimentati anche in Austria, Francia, Svezia, Norvegia e Finlandia. Particolarmente interessante si è rivelato il sistema danese, denominato Energy Rating, di applicazione obbligatoria in caso di transazioni immobiliari per edifici di superficie inferiore a 1500 mq e con verifica a cadenza annuale per edifici di superficie maggiore.

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Nel gennaio 2002 si è costituito presso I.T.A.C.A. (Istituto per la Trasparenza, l’Aggiornamento e la Certificazione degli Appalti) un gruppo di lavoro interregionale, coordinato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che ha affrontato le tematiche dell’Edilizia Sostenibile confrontando le varie esperienze delle Regioni. I risultati di questo lavoro hanno consentito di redigere il “Protocollo I.T.A.C.A.” articolato in 70 schede da cui è stato estrapolato il “Protocollo semplificato” (composto da 28 schede) che ha fornito le basi per le successive elaborazioni delle singole Regioni, tra cui le citate “Linee Guida” della Regione Toscana. In quella sede fu rilevato, che i sistemi di certificazione energetico-ambientali, finora sviluppati, possiedono un limite strutturale intrinseco costituito dal fatto che sono applicabili solo nella regione o area geografica per cui sono stati ideati. Infatti, differenze climatiche, economiche e culturali, non ne permettono l’utilizzo in realtà tra loro differenti. E’ invece in fase di applicazione e di costante sviluppo a livello internazionale il nuovo sistema di certificazione energetico-ambientale di seconda generazione costituito dal Green Building Challenge (GBC).

Questo metodo di analisi è il risultato degli studi condotti da parte di una rete internazionale, composta attualmente da Istituti ed Enti di ricerca pubblici e privati di tutto il mondo ed al quale aderisce anche l’Italia con una serie di Enti ed organismi che operano attivamente nello scambio di informazioni.

Nell’ambito del processo di valutazione attuato dal GBC (che ha avuto inizio nel 1996), viene sviluppato e costantemente verificato il sistema di certificazione in modo che possa divenire, in un prossimo futuro, lo standard internazionale di riferimento. Il GBC è, infatti, un metodo di valutazione che può essere adattato alle condizioni locali in cui viene applicato (clima, condizioni economiche e culturali, priorità ambientali, ecc.) pur mantenendo la medesima terminologia e la stessa struttura di base.

Ogni nazione all’interno del processo GBC è rappresentata da un gruppo nazionale il cui compito è di adeguare il sistema alla realtà locale, correggendo i valori e i pesi dei criteri utilizzati nel sistema.

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Il sistema, attraverso l’attribuzione di pesi ai requisiti, può essere modulato da parte di ciascuna Regione, in relazione alle proprie caratteristiche climatiche, attribuendo pesi maggiori a problematiche emergenti.

Il metodo si basa quindi su criteri prestazionali, per ogni requisito di carattere energetico ambientale viene valutato, attraverso sistemi prevalentemente quantitativi, il grado di rispondenza al requisito delle prestazioni del fabbricato o del progetto. Successivamente viene attribuito un peso a ciascun requisito al fine di giungere ad una valutazione finale “pesata”. Il sistema di certificazione energetica e ambientale definito nelle “Linee Guida” prevede l’esame delle prestazioni dell’edificio in relazione al varie tematiche, chiamate “Aree di Valutazione”. Esse rappresentano delle macro esigenze e sono state strutturate e codificate prioritariamente secondo gli obiettivi e le strategie in materia per mezzo di singoli temi di ampio respiro ma sufficientemente chiari da risultare efficaci.

Le Aree di Valutazione individuate sono: 1. La qualità ambientale degli spazi esterni. 2. Il risparmio di risorse.

3. Il carico ambientale.

4. La qualità dell’ambiente interno. 5. La qualità del servizio.

6. La qualità della gestione. 7. I trasporti.

Ogni singola Area di Valutazione contiene una serie di categorie di requisiti. All’interno delle stesse categorie vengono individuati, a loro volta, dei singoli requisiti caratterizzati dalla presenza di indicatori di controllo o parametri necessari per la verifica del soddisfacimento del requisito qualitativo o quantitativo.

L’elenco delle categorie dei requisiti prescelti è il seguente: 1. Intorno ambientale

2. Qualità dell’aria esterna 3. Campi elettromagnetici 4. Esposizione acustica 5. Qualità del suolo

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6. Qualità delle acque 7. Consumi energetici 8. Energia elettrica

9. Consumo acqua potabile 10. Uso di materiali di recupero 11. Uso di materiali riciclabili 12. Utilizzo di strutture esistenti 13. Contenimento dei rifiuti liquidi 14. Comfort visivo

15. Comfort acustico 16. Comfort termico 17. Qualità dell’aria

18. Campi elettromagnetici interni 19. Qualità del servizio

20. Qualità della gestione 21. Trasporti

I requisiti proposti sono dotati di una serie di caratteristiche:

• hanno una valenza economica, sociale, ambientale di un certo rilievo; • sono quantificabili o definibili anche solo qualitativamente ma secondo

criteri quanto più precisi possibile; • perseguono un obiettivo di largo respiro; • hanno comprovata valenza scientifica;

• sono dotati di prerogative di pubblico interesse.

In alcuni casi sono stati individuati dei sottorequisiti in quanto legati, ad esempio, al rispetto di norme che ne imponevano la differenziazione. Ad ogni requisito o sottorequisito corrisponde una scheda di valutazione riguardante la specifica tematica.

La struttura delle “Linee Guida” è riportata nel seguente prospetto: AREE DI

VALUTAZIONE

scheda SCHEDE DI VALUTAZIONE 1) QUALITA’ AMBIENTALE ESTERNA.

Intorno ambientale 1.1 1.2

Comfort visivo-percettivo Integrazione con il contesto

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Qualità dell’aria esterna 1.3 Inquinamento atmosferico Campi elettromagnatici 1.4

1.5

Inquin. elettromagnetico bassa frequenza Inquin. elettromagnetico alta frequenza Esposizione acustica 1.6 Inquinamento acustico

Qualità del suolo 1.7 Inquinamento del suolo Qualità delle acque 1.8 Inquinamento delle acque 2) RISPARMIO DELLE RISORSE.

Consumi energetici

2.1 2.2 2.3

Isolamento termico Sistemi solari passivi Produzione acqua potabile Energia elettrica 2.4 Fonti non rinnovabili e rinnovabili Consumo acqua potabile 2.5 Riduzione consumi idrici

Uso di materiali di

recupero 2.6 Riutilizzo dei materiali edili Uso di materiali riciclabili 2.7 Riciclabilità dei materiali edili Utilizzo di strutture

esistenti 2.8 Riutilizzo di strutture esistenti 3) CARICHI AMBIENTALI.

Contenimento dei rifiuti liquidi

3.1 3.2 3.3

Gestore delle acque meteoriche Recupero acque grigie

Permeabilità delle superfici 4) QUALITA’ DELL’AMBIENTE INTERNO.

Comfort visivo 4.1 Illuminazione naturale

Comfort acustico

4.2 4.3 4.4 4.5

Isolamento acustico di facciata

Isolamento acustico delle partizioni interne Isolamento acustico da calpestio e da agenti atmosferici

Isolamento acustico dei sistemi tecnici Comfort termico 4.6

4.7

Inerzia termica

Temperatura dell’aria e delle pareti interne

Qualità dell’aria 4.8 4.9 4.10 4.11 4.12

Controllo dell’umidità su pareti

Controllo agenti inquinanti: fibre minerali Controllo agenti inquinanti: VOC Controllo agenti inquinanti: Radon Ricambi d’aria

Campi elettromagnetici

interni 4.13 Campi a bassa frequenza 5) CARICHI AMBIENTALI.

Qualità del servizio 5.1 Manutenzione edilizia e impiantistica, protezione dell’involucro esterno

6) QUALITA’ DELLA GESTIONE. Qualità della gestione 6.1

6.2

Disponibilità di documentazione tecnica dell’edificio Manuale d’uso per gli utenti

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6.3 Programma delle manutenzioni 7) TRASPORTI

Trasporti 7.1

7.2

Integrazione con il trasporto pubblico Misure per favorire il trasporto alternativo

Attribuzione dei pesi

Le realtà locali vengono come detto rappresentate dai pesi attribuiti alle categorie di requisito. Ogni Amministrazione che intenda applicare il metodo è a questo valore che dovrà porre particolare attenzione, in quanto rappresenta l’importanza che viene attribuita al tema valutato. Ad esempio, le realtà territoriali del Nord Italia tenderanno a dare un peso elevato al risparmio energetico connesso con il comfort termico, mentre le zone poste più a Sud avranno la vocazione a considerare con un peso elevato il consumo di altre risorse. Di seguito si riportano i requisiti del protocollo regionale adottato ed i relativi pesi attribuiti in funzione dei valori ritenuti più appropriati per il contesto territoriale complessivo nazionale.

ATTRIBUZIONE DEI PESI E DEI REQUISITI

Requisito Area Valut. MODALITA’ DI ATTRIBUZIONE DEL

PUNTEGGIO

1) Voto del requisito x peso% = Voto pesato del requisito 2) Somma dei voti pesati del requisito = Voto dell’area di valutazione

3) Voto dell’area di valutazione x peso% = Voto pesato dell’area di valutazione

4) Somma dei voti pesati dell’area di valutazione = Voto finale dell’intervento v o to p es o % v o to p es at o v o to p es o % v o to p es at o

0) ANALISI DEL SITO

Analisi del sito Relazione descrittiva 1) QUALITA’ AMBIENTALE ESTERNA

INTORNO AMBIENTALE QUALITÀ DELL’ARIA ESTERNA CAMPI ELETTROMAGNETICI ESPOSIZIONE ACUSTICA

QUALITÀ DEL SUOLO QUALITÀ DELLE ACQUE

1.1 Comfort visivo - percettivo 1.2 Integrazione con il contesto 1.3 Inquinamento atmosferico locale 1.4 Inquinamento elettromagnetico bassa frequenza

1.5 Inquinamento elettromagnetico alta frequenza

1.6 Inquinamento acustico 1.7 Inquinamento del suolo 1.8 Inquinamento delle acque

0 0 0 0 0 0 0 0 15 15 15 5 5 20 10 15 0 0 0 0 0 0 0 0 SOGLIA MINIMA 1,0

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2.5 Riduzione uso acqua potabile 2.6 Riutilizzo di materiali edili 2.7 Riciclabilità dei materiali edili 2.8 Riutilizzo di strutture esistenti

0 0 0 0 0 0 0 0 25 10 10 10 20 5 10 10 0 0 0 0 0 0 0 0 SOGLIA MINIMA 0,5 SOMMA 0 100 0 0 30 0 3) CARICHI AMBIENTALI CONTENIMENTO DEI RIFIUTI

3.1 Gestione delle acque meteoriche 3.2 Recupero acque grigie 3.3 Permeabilità delle superfici

0 0 0 40 40 20 0 0 0 SOGLIA MINIMA 1,0 SOMMA 0 100 0 0 10 0

4) QUALITA’ AMBIENTE INTERNO

COMFORT VISIVO COMFORT ACUSTICO COMFORT TERMICO QUALITÀ DELL’ARIA CAMPI ELETTROM. INTERNI 4.1 Illuminazione naturale 4.2 Isolamento acustico di facciata 4.3 Isolamento acustico delle partizioni interni

4.4 Isolamento acustico da calpestio e da agenti atmosferici

4.5 Isolamento acustico dei sistemi tecnici

4.6 Inerzia termica

4.7 Temperatura dell’aria e delle pareti interne

4.8 Controllo dell’umidità su pareti 4.9 Controllo inquinanti: fibre minerali

4.10 Controllo inquinanti: VOC 4.11 Controllo inquinanti: Radon 4.12 Ricambi d’aria

4.13 Campi a bassa frequenza

0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 10 5 5 5 5 15 5 5 15 15 5 5 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 SOGLIA MINIMA 1,0 SOMMA 0 100 0 0 30 0

5) QUALITA’ DEL SERVIZIO

QUALITA’ DEL SERVIZIO 5.1 Manutenzione edilizia ed impiantistica 0 40 0 SOGLIA MINIMA 1,0 SOMMA 0 100 0 0 10 0

6) QUALITA’ DELLA GESTIONE

QUALITA’ DELLA GESTIONE

6.1 Disponibilità di documentazione tecnica edificio

6.2 Manuale d’uso per gli utenti 6.3 Programma delle manutenzioni

0 0 0 40 30 30 0 0 0 SOGLIA MINIMA 1,0 SOMMA 0 100 0 0 5 0 7) TRASPORTI

TRASPORTI 7.1 Integrazione con il trasporto pubblico

7.2 Misure per favorire il trasporto alternativo 0 0 50 50 0 0 SOGLIA MINIMA 1,0

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SOMMA 0 100 0 0 5 0 PUNTEGGIO COMPLESSIVO 100 0

Il passo successivo è rappresentato dall’attribuzione, per ogni singola area oggetto di valutazione, di una soglia minima necessaria per poter definire le caratteristiche ideali di un progetto con caratteristiche di eco-sostenibilità.

Attribuzione del punteggio

L’attribuzione dei punteggi è individuata all’interno di una scala di valori che va da -2 a +5, dove lo 0 rappresenta il valore del punteggio o lo standard di paragone (benchmark) riferibile a quella che deve considerarsi come la pratica costruttiva corrente, nel rispetto delle leggi o dei regolamenti vigenti. In particolare, la scala di valutazione è così costruita:

Tale punteggio, come detto, costituisce il parametro che viene inserito quale elemento di valutazione dei requisiti.

Dall’analisi dei voti attribuiti ad ogni singola Area di Valutazione si possono desumere tutta una serie di considerazioni che risultano più facilmente

Rappresenta una prestazione fortemente inferiore allo standard industriale e alla pratica accettata. Rappresenta anche il punteggio attributo a un requisito nel caso in cui non sia stato verificato.

-2 Rappresenta una prestazione inferiore allo standard industriale e alla pratica

accettata. -1

Rappresenta la prestazione minima accettabile definita da leggi o regolamenti vigenti nella regione, o in caso non vi siano regolamenti di riferimento rappresenta la pratica comune.

0 Rappresenta un moderato miglioramento della prestazione rispetto ai regolamenti

vigenti e alla pratica comune. 1

Rappresenta un miglioramento della prestazione rispetto ai regolamenti vigenti e

alla pratica comune. 2

Rappresenta un significativo miglioramento della prestazione rispetto ai regolamenti vigenti e alla pratica comune. È da considerarsi come la pratica corrente migliore.

3 Rappresenta un moderato incremento della pratica migliore. 4 Rappresenta una prestazione considerevolmente avanzata rispetto alla pratica

corrente, di carattere sperimentale e dotata di prerogative di carattere scientifico.

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visualizzabili su grafici ad istogrammi. Da questi è possibile avere una visione d’insieme della compatibilità ambientale dell’edificio preso in esame.

Il punteggio di ogni singola area non dovrebbe essere mai corrispondente ad un valore negativo, in quanto rappresenterebbe una situazione al di sotto della norma o della pratica comune, e in quanto tale, andrebbe considerata di qualità complessiva scadente: le “Linee Guida” indicano come soglia minima il valore pari a 1,0 ; per l’area di valutazione del risparmio di risorse la soglia è fissata pari a 0,5. Per la valutazione globale vera e propria di un edificio o di un complesso di edifici appare necessario che le singole Aree di Valutazione vengano a loro volta “pesate” in modo tale da consentire che l’espressione della valutazione avvenga attraverso un unico punteggio complessivo.

In sintesi avremo:

P = Σjk vjkpjkpk

P – punteggio complessivo

vjk – voto dato al singolo requisito [-2;5]

pjk – peso% del requisito

pk – peso% dell’Area di Valutazione

Il metodo proposto nel protocollo I.T.A.C.A. consente di attribuire un peso anche alla categoria dei requisiti giungendo al seguente punteggio complessivo:

P = Σijk vijkpijkpjkpk

P – punteggio complessivo

vijk – voto dato al singolo requisito [v = -2;5]

pijk – peso% del requisito

pij – peso% della categoria dei requisiti

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Schede di valutazione

Ogni requisito, viene valutato tramite la predisposizione di una apposita scheda che contiene:

• i dati generali e la sua appartenenza ad una specifica area;

• la definizione del requisito;

• l’esigenza – intendendo con ciò l’obiettivo che si intende effettivamente perseguire;

• l’indicatore di prestazione – intendendo con ciò l’elemento che puntualmente deve essere preso in considerazione per il singolo requisito, è il parametro che in qualche modo definisce il requisito;

• l’unità di misura – si applica se l’indicatore di prestazione è quantitativo e deve essere specificato con quale unità di misura esso viene definito;

• il metodo e lo strumento di verifica – costituiscono un fondamentale elemento che tende a far seguire la stessa metodologia di approccio e di verifica ad ogni soggetto che applica il metodo;

• la strategia di riferimento – individua oltre alla metodologia applicativa che deve essere seguita, anche alcuni possibili suggerimenti che possono essere perseguiti ed applicati;

• la scala di prestazione – è divisa in due possibili modalità di applicazione: qualitativa e quantitativa. È sicuramente la parte che necessita di sperimentazione e di ulteriore verifica nell’applicazione. In caso di impossibilità a definire la scala di prestazione quantitativa, viene presa in considerazione una scala di prestazione qualitativa quanto più definita possibile;

• punteggio di requisito – è desunto dalla scala di prestazione i cui limiti estremi, sopra riportati, sono quelli tratti dal sistema GBC. La scala di valori ritenuta ottimale corrisponde ad un intervallo che oscilla da -2 a +5. Le schede sono completate da altri elementi informativi:

• i riferimenti normativi – sono ritenuti elementi di supporto ma, se esistenti, di fondamentale importanza per la verifica del requisito, tanto più se la verifica si rende necessaria per il rispetto della norma;

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• i riferimenti tecnici – sono costituiti dalle norme UNI, EN ecc. ove

riscontrabili. Anch’essi possono costituire un valido supporto decisionale e di verifica;

• la valutazione della scheda – deve essere accompagnata da una giustificazione del punteggio attribuito in modo da consentire il controllo degli elementi presi in considerazione.

Nella stesura delle schede di ogni requisito o sottorequisito è stato ritenuto importante seguire un principio ispiratore che tenesse conto del fatto che non sempre è possibile eseguire una misurazione accurata del parametro o dell’indicatore di controllo individuato. In tal caso, ove possibile, sono stati inseriti anche una serie di parametri speditivi che potessero consentire di arrivare al medesimo risultato analitico seguendo metodi o valutazioni di ordine più empirico.

Ad esempio la scheda dell’inquinamento elettrico e magnetico a bassa frequenza (vedi scheda n° 1.4) contiene sia i parametri quantitativi di legge (espressi in

microtesla per il campo magnetico e in volt/metro per il campo elettrico) che

definiscono il punteggio zero, pari al rispetto della legge, sia alcuni dati indicativi empirici corrispondenti per il caso in esame.

Distanze cautelative da mantenere dagli elettrodotti: - 70 m per una linea 150 kV;

- 100 m per una linea 220 kV; - 150 m per una linea a 380 kV.

Il rispetto delle distanze consigliate equivale al soddisfacimento del requisito previsto dalla normativa vigente.

Infine è necessario evidenziare come possa accadere che per alcuni requisiti posti in essere, venga attribuito un peso pari a zero in quanto quel determinato fattore non è uniformemente presente sul territorio regionale.

Potrebbe essere il caso, ad esempio, del gas radioattivo Radon che in natura è presente in alcune parti del nostro territorio in modo più significativo, mentre risulta assente o in misura insignificante in altre zone.

Altrettanto si deve dire per alcune particolarità o specificità territoriali per le quali dovrebbe essere redatta un’apposita scheda configurandone un peso appropriato.

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Questo anche perché non esiste, a livello nazionale o internazionale, unicità di metodo di certificazione così come non esiste unicità di caratteristiche qualitative dei materiali che possa essere ufficialmente riconosciuta come eco-sostenibile.

Esempio di scheda di valutazione proposta nelle “Linee Guida”.

Scheda 1.4

Area di Valutazione: 1- Qualità ambientale esterna.

Categoria di requisito:

Inquinamento elettromagnetico a bassa frequenza.

Indicatore di prestazione:

livello di induzione magnetica e di intensità di campo elettrico.

Esigenza:

minimizzare negli spazi esterni il livello dei campi elettrici e magnetici in bassa frequenza (50 Hz), generati da sorgenti

localizzate. Unità di misura:

livello di campo magnetico: microTesla (µT);

livello di campo elettrico: Volt/metro (V/m). Metodo e strumenti di verifica:

nel caso siano presenti, in zone adiacenti la costruzione, linee in alta e media tensione aeree o interrate, cabine di trasformazione o sottostazioni elettriche, la verifica verrà effettuata attraverso la misura in loco del livello di campo magnetico e di campo elettrico. La misura è necessaria nel caso che gli elettrodotti siano posti ad una distanza inferiore a:

• 10 mt per una linee 132 - 150 kV; • 18 mt per una linea 220 kV; • 28 mt per una linea a 380 kV.

Una valutazione dell'esposizione ai campi è comunque consigliata in caso di elettrodotti a distanze, dal sito in oggetto, inferiori a 80 mt per linee 132-150 kV, a 120 mt per linee 220-380 kV.

È quindi necessario predisporre adeguate planimetrie che individuano la localizzazione delle linee di distribuzione dell’energia elettrica, ed eventualmente utilizzare anche modelli previsionali per stimare il livello di campo elettromagnetico a 50 Hz presente negli spazi esterni.

Strategie di riferimento:

Le strategie progettuali che si possono adottare per minimizzare l’esposizione degli individui ai campi elettrici e magnetici a 50 Hz sono riassumibili come segue: • nella scelta della collocazione degli edifici, verificare preventivamente, tramite misurazione e simulazione, il livello dei campi elettrici e magnetici a 50 Hz che saranno presenti;

• evitare la localizzazione di stazioni e cabine primarie in aree adiacenti o all’interno al sito di progetto e delle cabine secondarie (MT/BT) in spazi esterni in cui è prevedibile la presenza di individui per un significativo periodo di tempo;

• mantenere una fascia di sicurezza dagli elettrodotti realizzati con conduttori nudi in modo da ottenere esposizioni trascurabili (0,2 µT) ai campi magnetici a bassa frequenza in luoghi di permanenza prolungata;

• impiego di linee elettriche ad alta e media tensione in cavo interrato con geometria dei cavi a “trifoglio”; il tracciato della linea deve essere debitamente segnalato e non adiacente agli spazi esterni in cui si prevede la significativa presenza di individui; • impiego di linee aeree compatte per la distribuzione ad alta tensione;

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PRESTAZIONE QUANTITATIVA

Campo magnetico >100 µΤ Campo elettrico > 5 kV/m -2 Campo magnetico = 3 µΤ Campo elettrico = 5 kV/m 0

Campo magnetico = 0,2 µT +3

PUNTEGGIO RAGGIUNTO

PRESTAZIONE QUALITATIVA Assenza di misurazioni e presenza di elettrodotti a distanze, dal sito in oggetto, inferiori a 10 m per linee 132-150 kV, a 18 m per linee 220 kV, a 28 m per linee 380 kV.

-2 Presenza di misurazioni e presenza di elettrodotti a distanze, dal sito

in oggetto, inferiori a 10 m per linee 132-150 kV, a 18 m per linee 220 kV, a 28 m per linee 380 kV.

-1 Assenza di misurazioni ed assenza di elettrodotti in un raggio di

almeno 10 mt. da una linea 150 kV, 18 mt. da una linea 220 kV, 28 mt. da una linea a 380 kV.

0

Presenza di misurazioni e presenza di elettrodotti a distanze, dal sito in oggetto, inferiori a 80 mt. per linee 132-150 kV, a 120 mt. per linee 220-380 kV.

+2 Assenza di misurazioni ed assenza di elettrodotti a distanze, dal sito

in oggetto, inferiori a 80 mt. per linee 132-150 kV, a 120 mt. per linee 220-380 kV.

+3

Presenza di misurazioni ed assenza di elettrodotti a distanze, dal sito in oggetto, inferiori a 80 mt. per linee 132-150 kV, a 120 mt. per linee 220-380 kV.

+5

Giustificare il punteggio raggiunto con idonee motivazioni e/o documentazioni da allegare.

PUNTEGGIO RAGGIUNTO

(16)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 160

RIFERIMENTI NORMATIVI

DM Lavori Pubblici 16 gennaio 1991 “Aggiornamento delle norme tecniche per la disciplina della costruzione e dell’esercizio di linee elettriche aeree esterne”;

DPCM 23 aprile 1992 “Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati dalla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”;

DPCM 28 settembre 1995 “Norme tecniche procedurali di attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 aprile 1992 relativamente agli elettrodotti”; Risoluzione del Parlamento Europeo sulla lotta contro gli inconvenienti provocati dalle radiazioni non ionizzanti del 5 maggio 1995 (Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee n. C 205/439);

Raccomandazione UE 1999/519/CE “Raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 1999 relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz”;

Legge 22 febbraio 2001, n. 36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”;

DPCM 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti";

Legge Regionale n. 51 del 11/08/1999, “Disposizioni in materia di linee elettriche ed impianti elettrici";

Regolamento Regionale n 9 del 20/12/2000, “Regolamento di attuazione della LR 11.08.99 n. 51 in materia di linee elettriche ed impianti elettrici”.

RIFERIMENTI TECNICI

CEI 211-6 “Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettrici e magnetici nell’intervallo di frequenza 0 Hz-10 kHz, con riferimento all’esposizione umana”.

(17)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 161

3.2 - ANALISI DEL VALORE: METODO E TECNICHE

OPERATIVE

Il metodo al quale si è ricorsi per tornare a considerare organicamente ed in forma integrata tutti gli aspetti relativi alle sette classi di esigenze è l’Analisi del Valore (AV) che si avvale di una tecnica operativa basata su attività interdisciplinare coordinata. AV consente di valutare una qualsiasi entità (idea, programma, progetto, servizio, organizzazione o una loro qualsiasi combinazione) riconducendo le considerazioni agli Ambiti Funzionali Omogenei che caratterizzano l’entità stessa.

Nelle ricerche in atto presso il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Pisa, il CeSAV, Centro Studi per l’Analisi del Valore ha svolto ricerche ed applicato il metodo AV in tutte le fasi del processo edilizio: programmazione, progettazione, realizzazione e gestione, ed in particolare per la valutazione globale dei programmi e dei progetti dei sistemi edilizi ambientali. Il parametro unico numerico omnicomprensivo utilizzato per il confronto tra più soluzioni di una medesima entità: l’Indice di Valore, rapporto tra l’utilità ed il costo globale che comporta produrre e gestire l’entità stessa nella vita utile ipotizzata. L’attività organizzata di gruppo che caratterizza AV, svolta per conto del committente e/o dell’utilizzatore da esperti di varia disciplina e da non esperti, sotto la guida di un coordinatore, esperto AV, esalta e moltiplica le capacità dei singoli componenti. Diamo le seguenti definizioni:

Analisi del Valore

metodo e tecnica operativa per l’analisi funzionale, le verifiche, la valutazione e la validazione di programmi e progetti di una qualsiasi entità e per il confronto tra più soluzioni della medesima entità (UNI EN 1325-1:1998 – UNI EN 12973:2003 - UNI EN 1325-2:2005)

Costo globale

costo complessivo di produzione del bene immobile, di gestione nella vita utile ipotizzata, del costo finale detratto il valore residuo (al termine della vita utile ipotizzata), valutati al momento di inizio dell’attività.

(18)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 162

Valore (Indice di)

Si definisce Valore, e più precisamente Indice di Valore di una funzione primaria, di insiemi di funzioni primarie esplicate dall’entità presa in esame per il servizio che è chiamata ad offrire e dell’entità stessa, il rapporto tra l’utilità W che viene attribuita da un gruppo AV all’entità presa in considerazione, stima che viene effettuata assumendo come unità di misura la moneta, ed il costo globale che comporta poterne fruire per un periodo di tempo predeterminato (vita utile ipotizzata), in determinate circostanze di luogo e di tempo.

La valutazione avviene mediante l’attribuzione di pesi alle sette classi di esigenze (UNI 8289:1981):

SICUREZZA – insieme delle condizioni relative alla incolumità degli utenti,

nonché alla difesa e prevenzione di danni in dipendenza da fattori accidentali, nell’esercizio del sistema edilizio.

BENESSERE – insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio

adeguati alla vita, alla salute ed allo svolgimento delle attività degli utenti.

FRUIBILITA’ – insieme delle condizioni relative all’attitudine del sistema

edilizio ad essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività.

ASPETTO – insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del

sistema edilizio da parte degli utenti.

GESTIONE – insieme delle condizioni relative all’economia di esercizio del

sistema edilizio.

INTEGRABILITA’ – insieme delle condizioni relative all’attitudine delle

unità e degli elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra loro.

SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE – insieme delle condizioni relative al

mantenimento e miglioramento degli stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte.

Nelle Norme Europee UNI EN 1325-1:1998 e UNI EN 1325-2:2005 sono presenti le definizioni relative all’Analisi del Valore (AV) - Value Analysis (VA)

(19)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 163

- e all’Analisi Funzionale (AF) - Function Analysis (FA) – e nella UNI EN 12973:2003 si tratta della Gestione del Valore (Value Management) e delle tecniche operative.

Un approccio di tipo energetico e di sostenibilità ambientale (es. emissione di gas serra) rappresenta oltre che un’esigenza uno degli obiettivi onde indirizzare il procedimento di analisi.

Le attività del gruppo AV vengono condotte in 5 fasi:

1. informazione e analisi funzionale 2. creatività

3. valutazione e selezione 4. sviluppo delle soluzioni

5. presentazione delle soluzioni, in scala di priorità

Nella fase di informazione e analisi funzionale, si raccolgono le ulteriori necessarie informazioni (desumibili dal Dpp) e si prende visione degli elaborati preliminari del progetto, si evidenziano le aree di maggiore incidenza funzionale e all’interno di queste le funzioni da assoggettare a giudizio di valore. (schede nn. 00.00, 00.01, 00.02, 00.03).

Scheda 00.00 DESCRIZIONE DELL’ENTITA’

Idea, programma, processo, servizio, organizzazione.

(20)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 164

Scheda 00.01 FINALITA’ E OBIETTIVI

Finalità

Rendere un determinato servizio

in relazione a………. ……….. per ottenere che cosa……… ……….. Obiettivi Scheda 00.02 VINCOLI Specifica Leggi Norme cogenti Prestazioni attese

(21)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 165

Scheda 00.03 ESIGENZE E REQUISITI

CLASSI DI ESIGENZE ESIGENZE PER

CIASCUNA CLASSE REQUISITI

SICUREZZA (S) BENESSERE (B) FRUIBILITA’ (F) ASPETTO (A) GESTIONE (G) INTEGRABILITA’ (I) SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE (SA)

Una volta evidenziati gli obiettivi e le esigenze del committente e dell’utilizzatore/utente, l’applicazione dell’analisi del valore passa attraverso la risposta a domande rivolte alla definizione delle funzioni esplicate dalle parti che costituiscono l’opera, così come si presentano dall’analisi del progetto,

chiedendosi per ognuna di loro e alla fine nell’insieme:

1. quali funzioni vengono esplicate e come possono essere classificate 2. quale utilità corrisponde ad ogni funzione e ad ogni AFO

3. quali costi comportano i lavori e le opere previste per esplicare le funzioni 4. quali sono le soluzioni alternative che esplicano le stesse funzioni e che comportano un coefficiente di valore superiore a quello della proposta analizzata (scheda nn. 00.04, 00.05). Scheda 00.04 INDIVIDUAZIONE E PRIMA DEFINIZIONE DELLE FUNZIONI SOLUZIONE Entità ……… ………

(22)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 166

Scheda 00.05 ATTRIBUZIONE DEI PESI ALLE CLASSI

DI ESIGENZE CLASSI PESI% Sicurezza (S) Benessere (B) Fruibilità (F) Aspetto (A) Gestione (G) Integrabilità (I)

Salvaguardia dell’ambiente (SA)

Matrice di relazione tra le classi di esigenza. S B F A G I SA s a b a+b S x y B F A G I SA somma t k Z = 1 0 0 -k 100

Livello di importanza tra le classi di esigenza.

2 = molto minore; 1 = minore; 0 = uguale;

+1 = maggiore; +2 = molto maggiore.

s = somma dei numeri positivi in riga o del valore assoluto dei valori negativi in colonna

a = peso % minimo comune attribuito in base alla classe che meno incide sull’entità (es. 5%)

(23)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 167

Nella fase di creatività si individuano le funzioni così come emergono dagli

elaborati del progetto, definendole con un verbo attivo ed un sostantivo

misurabile, e si fanno emergere soluzioni alternative.

Le funzioni/attività rispondono alla domanda: “cosa fa il sistema edilizio?”. L’identificazione della funzione con il binomio verbo+sostantivo misurabile consente di definire le funzione attraverso affermazione del tipo:

“Il sistema fotovoltaico trasforma l’energia” “Il sistema di fondazione trasferisce le azioni”

L’aspetto della corretta definizione del problema è cruciale per la corretta ricerca delle soluzioni, ad esempio errori di definizione del tipo “Il sistema fotovoltaico produce energia” o “il sistema di fondazione sostiene l’edificio” divengono fuorvianti e spostano l’analisi su aspetti non attinenti al problema. Ad esempio in un sistema fotovoltaico il parametro da tenere in maggiore considerazione è il rendimento di trasformazione dell’energia solare in energia elettrica che è funzione del tipo di tecnologia, dell’esposizione (orientamento e inclinazione del campo fotovoltaico) e della latitudine.

Affermazioni quali “un sistema fotovoltaico produce energia elettrica” possono, per assurdo, condurre a non tenere nella giusta considerazione alcuni di questi aspetti. Affermare che “un sistema di fondazione sostiene l’edificio” significa spostare l’attenzione sulla resistenza della struttura invece che sulla forma o sull’interazione che essa ha con il tipo di suolo su cui è collocata.

Questi esempi, anche se grossolani, rendono conto delle insidie nascoste in un approccio non condiviso ai problemi (scheda n. 00.06)

(24)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 168 Scheda 00.06 DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE DELLE FUNZIONI SOLUZIONE FUNZIONE DEFINIZIONE verbo attivo + sostantivo misurabile. CLASSIFICAZIONE F1 fpp fpc fsn fse …… fpp fpc fsn fse Fi fpp fpc fsn fse …… fpp fpc fsn fse Fn fpp fpc fsn fse FAST

(Funcional Analysis System Technique)

COME ? PERCHE’ ? Q U A N D O

fpp- funzione primaria principale fpc – funzione primaria complementare fsn –funzione secondaria non eliminabile fse – funzione secondaria eliminabile

Matrice di relazione tra le esigenze.

E1 Ei Ek s a b a+b E1 Ei Ek somma

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Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 169

Nella fase di valutazione e selezione, relativamente alla soluzione originaria e a quelle alternative prodotte dal gruppo AV, si selezionano le funzioni classificandole in primarie prioritarie, primarie non prioritarie e secondarie. Delle funzioni primarie si determinano i coefficienti di valore (scheda nn. 00.06, 00.07, 00.08, 00.09, 00.10, 00.11).

Alla scelta dei tipi e sistemi costruttivi, si accompagna la selezione dei materiali e dei componenti in relazione alle funzioni che devono svolgere: per quanto tempo, quanto costano in opera e quale manutenzione comportano. Se, ad esempio, viene analizzata una partizione esterna essa concorrerà, assieme al sistema impiantistico, al contenimento dei consumi e delle emissioni legate all’utilizzo della fonte di produzione energetica adottata. Ma anche le superfici interne di un edificio concorrono al miglioramento dei consumi energetici, si pensi ai pannelli radianti quale sistema di emissione di un impianto termico o alle superfici illuminanti quale sistema di emissione di un impianto elettrico. E’ evidente come le esigenze di sicurezza, benessere, fruibilità, aspetto, gestione, integrabilità e salvaguardia dell’ambiente rappresentino termini di confronto su cui basare la selezione.

Ad ogni “classe di esigenza” attraverso il confronto a coppie di tipo matriciale viene attribuito un peso ed in maniera analoga ad ogni esigenza di una determinata classe. Il peso risultante è dato dal prodotto del peso della classe di appartenenza con il peso del requisito considerato.

(26)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 170

Scheda 00.07 ATTRIBUZIONE DEI PESI ALLE ESIGENZE

CLASSI DI

ESIGENZE ESIGENZE PESI %

PESI% RISULTANTI SICUREZZA (S) …….% S1 …… Sk …….. …….. …….. …….. …….. …….. BENESSERE (B) …….% B1 …… Bk …….. …….. …….. …….. …….. …….. FRUIBILITA’ (F) …….% F1 …… Fk …….. …….. …….. …….. …….. …….. ASPETTO (A) …….% A1 …… Ak …….. …….. …….. …….. …….. …….. GESTIONE (G) …….% G1 …… Gk …….. …….. …….. …….. …….. …….. INTEGRABILITA’ (I) …….% I1 …… Ik …….. …….. …….. …….. …….. …….. SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE (SA) …….% SA1 …… SAk …….. …….. …….. …….. …….. ……..

PESO RISULTANTE % = (peso % esigenza x peso % classe di esigenza)/ 100

Matrice di relazione tra le esigenze.

E1 Ei Ek s a b a+b E1 Ei Ek somma

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Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 171

Una volta giunti al raggruppamento negli AFOi, delle esigenze di tutte le classi, si

perviene alla determinazione del valore seguente Ui = (Σk pjk pj)i

Ui – utilità AFOi

pjk – peso% dell’esigenza

pj – peso% della classe di esigenza [j = 1;7]

prk = pjk pj – peso risultante

e al calcolo degli indici di utilità rispetto all’utilità massima Umax tra gli i-esimi

valori determinati (scheda n° 00.08):

Iui = Ui/Umax

Scheda 00.08 INDICI DI UTILITA’ DEGLI AFOi SOLUZIONE

AFO ESIGENZE (di qualsiasi classe) P E S I% R IS U L T A N T I E S IG E N Z E P U N T E G G I* P U N T E G G I P O N D R A T I P U N T E G G IO T O T A L E A F O i Iu AFO1 ………….. ………….. ………….. ….. ………….. ………….. ………….. AFOi ………….. ………….. ………….. …… ………….. ………….. ………….. AFOm ………….. ………….. …………..

Iui (AFOi) = Σ pesi esigenze (AFOi)/massimo{Σ pesi esigenze (AFOi)}

*1=molto scarso; 2=insufficiente; 3=sufficiente; 4=buono; 5=ottimo

Il fine dell’analisi è quello di mettere a confronto varie soluzioni, ai quali afferiscono i relativi AFOi, da cui la determinazione dell’indice di utilità per ogni soluzione posta a confronto con la seguente formula (scheda n° 00.09):

(28)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 172

Iu = Σi Iui/m

[i = 1,….,m] e con la seguente limitazione 0 ≤ Iu ≤ 1.

Scheda 00.09 INDICI DI UTILITA’ DELLE

SOLUZIONI A CONFRONTO

SOLUZIONI ESIGENZE

(di tutte le classi) Iu (AFO) Iu

SOLUZIONE1 AFO1 ………….. AFOm ….. AFO1 ………….. AFOm SOLUZIONE i AFO1 ………….. AFOm …… AFO1 ………….. AFOm SOLUZIONE n AFO1 ………….. AFOm Iu = Σi Iui/m; (0 ≤ Iu ≤ 1)

La determinazione dell’indice di valore Iv relativo alle differenti soluzioni

ipotizzate necessita del calcolo dell’indice di costo globale (scheda n° 00.10): Icg = Cg/Cgmin

con la seguente limitazione Icg≥ 1.

Il costo globale Cg deriva dalla seguente espressione: Cg = Cp + nCge + Cf – Vr Cp – costo di produzione (costruzione)

Cge – costo di gestione

n – numero di anni del ciclo di vita ipotizzato Cf – costi finanziari attualizzati

(29)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 173

Scheda 00.10 INDICI DI COSTO GLOBALE DELLE

SOLUZIONI A CONFRONTO SOLUZIONI Cp Cge (annuo medio) Cf (*) Vr (*) Cg Icg SOLUZIONE1 ….. SOLUZIONE i …… SOLUZIONE n Cg = Cp + nCge + Cf − Vr Cp – costo di produzione (costruzione).

Cge – costo di gestione.

n – numero di anni del ciclo di vita ipotizzato. Cf – costi finanziari attualizzati.

Vr – valore di recupero a fine ciclo di vita utile.

(*) valori da attualizzare al mometo dell’entrata in esercizio.

Gli indici di valore di una soluzione analizzata deriva dal rapporto tra l’indici di utilità Iu e l’indice di costo globale Icg (scheda n° 00.11):

Iv = Iu/Icg

con la seguente limitazione 0 ≤ Iv≤ 1.

Scheda 00.11 INDICI DI VALORE DELLE

SOLUZIONI A CONFRONTO SOLUZIONI Iu Icg Iv SOLUZIONE1 ….. SOLUZIONE i …… SOLUZIONE n Iv = Iu/Icg; (0 ≤ Iv≤ 1)

(30)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 174

Nella fase di sviluppo delle soluzioni ritenute meritevoli di essere presentate, si introducono tutti gli elementi necessari a dimostrarne la validità e l’operatività.

Nella fase di presentazione delle soluzioni si evidenziano al responsabile del procedimento i vantaggi che deriverebbero dalla loro adozione, in risposta a tutti gli elementi contenuti nel Dpp.

Segue una eventuale fase di implementazione dei risultati conseguiti.

A questo punto è possibile rilevare le affinità tra il metodo proposto dalle “Linee Guida” e il metodo dell’Analisi del Valore dei sistemi edilizi. Sussiste, infatti, un’analogia tra le Aree di Valutazione e gli AFOi, le categorie dei requisiti

e le classi di esigenza, i requisiti e le esigenze e con la relativa attuazione dei pesi. Anche nella determinazione del punteggio come definito nelle “Linee guida” si nota che la struttura della formula sia simile a quella proposta per il calcolo dell’utilità di un AFOi. Attribuendo, infatti, al voto del singolo requisito vjk un

valore unitario

Pi = (Σjk vjkpjkpk)i = (Σjk pjkpk)i = Ui

Pi – voto complessivo della soluzione i-esima

vjk – voto dato al singolo requisito = 1

pjk – peso% del requisito

pk – peso% dell’Area di Valutazione

si perviene all’equivalenza tra le espressioni di Pi = Ui.

Inoltre, volendo mantenere l’attribuzione del punteggio secondo il metodo GBC, si osserva che il termine vjk non è altro che un fattore correttivo del peso pjk

attribuito ad ogni requisito.

Osservando la struttura ed il linguaggio adottato nel protocollo I.T.A.C.A. e nelle “Linee Guida”, ad esso ispirate, è possibile rilevare che alla metodologia proposta sottende un’analisi di tipo esigenziale affine a quella dell’Analisi del Valore. Tuttavia, le “Linee Guida” propongono una possibile valutazione tra più soluzioni che viene limitata all’aspetto dell’utilità di un progetto senza tenere in considerazione i costi dell’opera. Nell’ottica di un Appalto Pubblico e in quella dell’Analisi del Valore, una volta determinati i costi globali, sarebbe comunque possibile ricavare i relativi indici di valore di più alternative onde indirizzare la scelta della soluzione ottimale secondo il concetto di valore:

(31)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 175 Iui = Pi/Pmax Iu = Σi Iui/m, [i = 1,….,m] Icg = Cg/Cgmin Iv = Iu/Icg

(32)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 176

3.3 – STIMA DEL COSTO GLOBALE RIFERITO ALL’ENERGIA E ALL’EMISSIONI DI CO2 IN ATMOSFERA

Nella versione integrale del protocollo I.T.A.C.A. inserito nell’Area di Valutazione n° 2 “Consumo di risorse” alla categoria n° 2.1 “Consumi energetici” compare il requisito n° 2.1.5 “Energia inglobata”.

Esso risponde all’esigenza di diminuire il consumo di energia primaria inglobata nei materiali da costruzione (salvaguardia dell’ambiente). Il contenuto di energia primaria (CEP) indica la quantità di energia impiegata per la produzione, la lavorazione ed i relativi trasporti di un materiale, inclusa quella necessaria all’estrazione delle materie prime. Non esiste un metodo di calcolo standardizzato e pertanto i valori riportati nelle pubblicazioni sono variabili: alcuni si riferiscono solo all’energia impiegata nella produzione ed i valori forniti dai produttori non sempre sono attendibili.

Nella scheda di valutazione relativa viene proposto il seguente metodo di verifica: “definizione dell’inventario dei materiali da costruzione, valutazione

dell’energia inglobata complessiva nell’edificio, calcolo del rapporto tra l’energia inglobata e la superficie utile dell’edificio. I risultato del rapporto deve essere normalizzato per la durata della vita dell’edificio.”

Ad esempio (vedi tabella “CEP”), 1 m3 di calcestruzzo ha un contenuto di energia primaria pari a: 1 [m3] x 500 [KWh/m3] x 3.600 = 1.800.000 [KWsec = KJ]/1.000 = 1.800 [MJ] che normalizzato per la vita media di un edificio (ad esempio 50 anni) si ottengono 36 MJ/anno, quantità che deve essere moltiplicata per il volume del calcestruzzo utilizzato nell’edificio e diviso per i metri quadri della superficie utile. Questo aspetto della valutazione, che non compare nella versione semplificata del protocollo ne nelle “Linee guida” della regione, risulta particolarmente interessante, se visto nell’ottica dell’Analisi del Valore.

In questo senso il costo globale di una determinata soluzione, esclusi i costi finanziari ed incluso l’eventuale valore di recupero energetico, può essere parametrizzato in termini di consumo energetico (KWh) o di livello di emissioni di anidride carbonica (CO2) legato ad esso. In Italia, ad esempio, per produrre 1

(33)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 177

Kg di CO2, mentre nel caso di una caldaia a metano, nella combustione si formano

0,25 Kg di CO2 per ogni KWh termico.

In conclusione è possibile giungere, nel calcolo dell’indice dei costi globali, a determinazioni svincolate dai costi economici e connesse a tematiche di sostenibilità ambientale. Estendendo l’indagine, il calcolo dell’indice di costo può essere riferito anche a costi in termini di tempo di realizzazione e gestione.

Tabella CEP MATERIALE KWh/m3 kWh/tonn Metalli Acciaio Alluminio Ferro Piombo Rame Materiali inerti Argilla, terra cruda Blocchi di calce e di sabbia Blocchi di argilla espansa Calcestruzzo (non armato) Calcestruzzo armato

Calcestruzzo cellulare (gasbeton) Laterizio pieno

Laterizio forato Laterizio porizzato Laterizio (clinker) Laterizio (tegole) Vetro (lastre per finestre) Materiali termoisolanti Argilla espansa (granulato) Fibre di cellulosa (fiocchi) Fibre di cocco (materassini) Lana di pecora (materassini) Lana di roccia (materassini) Lana di vetro (materassini) Pannelli in fibre di legno morbidi Pannelli in paglia

Pannelli di legno mineralizzato Perlite espansa (granulato) Pannelli di polistirene espanso (EPS)

Pannelli di polistirene estruso (XPS) Pannelli di poliuretano (PUR) Sughero espanso (granulato) Vetro cellulare Materie plastiche Polietilene (PE) Polipropilene (PP) Poliuretano (PU) PVC Legno ed affini Legno (europeo) conifere Legno (europeo) latifoglie Legno lamellare

Pannelli in fibre di legno (morbidi) Pannelli in fibre di legno (medi) Pannelli truciolati 0-30 440 645 500 2.770-3.200 300-440 1.140-1.360 590-1.040 490 1.730 1.150 15.000 370-430 100-190 95 Poco 270-700 270-500 590-785 30 700-800 225 600-700 600-800 1.140-1.330 750-975 180 470 750 1.150 590-785 350-800 800-1.100 9.000 72.500 3.500 10.000 15.000 20.800 20.000 27.800 14.200

(34)

Progetto di un asilo nido e una scuola per l’infanzia, via Le Rene - Ospedaletto – Pisa. 178

Stima dell’Indice di Valore

Nell’Analisi del Valore, come descritta, la valutazione dei costi viene effettuata rispetto alla risorsa monetaria, ben conoscibile per ogni attività produttiva.

Valutando i costi attraverso la risorsa tempo, consumo energetico ed emissioni di gas serra, per una stessa soluzione si giunge ad indici di costo differenti e, dunque, a parità di Indice di Utilità a diversi Indici di Valore. Il confronto tra soluzioni alternative può, a questo punto, essere condotto su differenti piani di valutazione e nella logica di scelte su cui tutti gli indici hanno un loro peso (ad esempio, un indice di valore in termini tempi realizzativi può avere un peso maggiore in interventi da effettuare in zone colpite da calamità o da eventi bellici). E’ possibile, dunque, giungere alla determinazione di un indice che sintetizzi i quattro aspetti.

Iv = pmIm + ptIt + pcIc + peIe

con notazione matematica sintetica

Iv = Σi piIvi [i = 1;4]

che a parità di indice di utilità può essere così descritto Iv = Iu/Icg con Icg = Σi Icgi/pi [i = 1;4] pm pt pc pe Pesi Indici/ Soluzioni Im It Ic Ie S1 S2 Sn Ivi = (Σj pjIvj)i, [j = 1;4]; Σj pj = 1

Figura

Tabella CEP  MATERIALE  KWh/m 3 kWh/tonn  Metalli  Acciaio   Alluminio   Ferro   Piombo   Rame   Materiali inerti  Argilla, terra cruda   Blocchi di calce e di sabbia   Blocchi di argilla espansa   Calcestruzzo (non armato)   Calcestruzzo armato

Riferimenti

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