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1.4.1 Caratteristiche costruttive

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Academic year: 2021

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1.4.1 Caratteristiche costruttive

1.4.1.1 La struttura muraria

Complessivamente l’edificio si presenta come la fusione di due corpi, uno quadrangolare con quattro torrette circolari sugli angoli e l'altro, a base rettangolare, che sembra innestarsi sulle due torri del prospetto nord-ovest del primo, andando a costituirne un prolungamento. Questo corpo aggiunto presenta 3 piani fuori terra, ha dimensioni 8,44m X 6,72m, per una superficie lorda di 56,55mq ed un’altezza di gronda pari a 11,03m rispetto al piano zero considerato. Presenta al piano terra un grande arco trasversale in pietra mentre ai piani superiori non v’è più traccia di partizioni murarie interne ne tantomeno dei solai. Di conseguenza, per questa porzione di edificio, è stato possibile indagare solo il piano terra.

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L’ala turrita della struttura consta anch’essa di 3 piani fuori terra ed in più presenta un sottotetto parzialmente abitabile a causa dell’altezza interna in corrispondenza della gronda di soli 1,25m. Si sviluppa in pianta per una superficie di 160mq comprensivi delle quattro torri, e raggiunge un’altezza di gronda pari a 11,60m. Si nota immediatamente la differente altezza di gronda dei due corpi; l’ala di più recente fabbricazione è più bassa di circa 57cm . Questo elemento è stato motivo di riflessione nell’analisi delle fasi costruttive. Le torri presentano un diametro interno medio di 1,33m e un’altezza di 3,16m al piano terra, mentre al primo piano il diametro delle torri risulta di circa 1,48m e l’altezza media è circa 3,14m. Leggermente più alti risultano i due ambienti ai quali si accede dall’ampia stanza centrale, dove la struttura dei solai di copertura presenta una diversa tipologia. Al secondo piano invece l’altezza maggiore si registra nella sala centrale, 3,2m contro i 3m degli ambienti laterali, sempre in ragione delle tecniche impiegate per i solai. A questo livello, le torri presentano un diametro di circa 1,56m ed un’altezza pure di 3m. Il livello del sottotetto è presente solo in corrispondenza del corpo quadrangolare mentre le torri presentano a questa quota un solaio di copertura piano.

La muratura, interamente eseguita in pietra calcarea tipica della zona, versa in uno stato caratterizzato dal dilavamento dei giunti di malta, dalla presenza di vegetazione infestante e dalla rottura di alcuni conci specie in prossimità delle aperture che ospitavano gli infissi. Lo stato di forte degrado che interessa la struttura muraria è causato in primo luogo dall’esposizione agli agenti atmosferici, dovuto alla totale mancanza di infissi e al crollo di porzioni di solai e delle coperture, all’abbandono e all’incuria.

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Fig.1.4.1.1.2 Muratura del sottofinestra al secondo piano di una torre

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Gli spessori murari vanno diminuendo verso l'alto, nel corpo quadrangolare, si parte dagli 80cm del piano terra per arrivare ai 56cm del sottotetto, mentre nel corpo rettangolare abbiamo uno spessore inferiore già al piano terra dove risulta di circa 70cm, ed arriva a misurare anche 56cm nel lato corto.

La cortina muraria esterna si presenta irregolare, con conci spesso solo appena sbozzati, affiancati a pochi elementi ben squadrati utilizzati con la tecnica della pietra angolare che si osserva negli spigoli del corpo rettangolare. Si notano alcune differenze nella tecnica muraria dei due nuclei che formano l’edificio, che fanno pensare ad una realizzazione di quest’ala, in un momento successivo. Solo nel corpo rettangolare infatti, si ha la presenza di elementi di ripianamento in laterizio e le buche pontaie di forma pressoché quadrata presentano dimensioni maggiori, oltre ad essere sfalsate orizzontalmente rispetto a quelle presenti nel corpo turrito. Questi elementi danno comunque una certa regolarità all’impianto, poiché sono disposti in file orizzontali, a distanza regolare sia in verticale che in orizzontale. In pianta i muri non hanno sezione uniforme, ma variano di circa 5-10cm, in relazione alla pezzatura del pietrame. Nei tratti in cui il paramento ha subito dei crolli, è evidente il collegamento trasversale con diatoni parziali, la cui frequenza non è rilevabile negli esigui tratti visibili. L’orditura delle pietre sui paramenti a faccia vista è simile a quella delle costruzioni della zona, ma, a differenza della tecnica ricorrente non è stata rilevata la presenza del sacco all’interno delle sezioni. Dall’osservazione complessiva dell’edificio si evince che il corpo turrito, si presenta in migliore stato di conservazione rispetto alla porzione rettangolare più recente.

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Fig.1.4.1.1.4 Il Castello visto dalla strada

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Ciò che subito salta all’occhio quando si osserva il Castello delle Querce, sono le grandi aperture. Sulle torri, esse si rilevano solo ai piani alti, essendo pressoché prive di aperture al piano terra ed al piano primo. Alcune di esse risultano murate ma comunque ben visibili grazie alla presenza di cornici ben definite non ammorsate con l’opera di tamponamento postuma. Tali cornici sono costituite da stipiti in conci squadrati, raccordati da un arco intradossale, creato con pianelle in laterizio, e uno più esterno in pietra. L’apertura vera e propria, dove ancora presente, ha dimensioni leggermente più contenute ed è di forma rettangolare. Tutte le altre aperture che ospitavano finestre o portefinestre, hanno forma rettangolare. In alcuni casi, come ad esempio sul prospetto posteriore verso la montagna, esse presentano una cornice in grossi blocchi di pietra e grate metalliche al piano terra e al primo piano (probabilmente per scongiurare l’ingresso di malintenzionati). Dove non è presente la cornice in pietra, risultano stipiti in conci di pietra squadrata e architravi in legno con piattabande superiori in pietra. Ai piani superiori, sono anche presenti aperture da balcone; sul prospetto che guarda la distesa pianeggiante, dov’è la città, v’è per ogni piano un balcone centrale nel nucleo quadrangolare, e due per ciascun piano nel corpo rettangolare. Due balconi sono anche presenti sul prospetto d’ingresso al secondo piano e nel corpo rettangolare sul prospetto verso la montagna. Un’ultima apertura di questo genere si trova in corrispondenza del secondo piano sul prospetto Nord-Ovest; in questo caso però, a differenza degli altri, l’apertura non risulta centrata rispetto al prospetto, nè allineata con la finestra del terzo piano.

In tutti i modi, la conformazione delle finestre sulla cortina muraria, dimostra come ognuna di esse sia nata con l’edificio, avvalorando l’ipotesi che la costruzione sia nata con esse e quindi a scopo residenziale. I rimaneggiamenti succedutisi sulla struttura, sono perciò avvenuti nell’ambito della stessa destinazione funzionale di residenza.

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Fig.1.4.1.1.6 Vista del prospetto d’ingresso verso la strada.

Fig.1.4.1.1.6 Vista dell’ultimo piano della torre a sud-est. Una apertura murata e accanto una originale non murata.

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Fig.1.4.1.1.7 Vista di una torre sul prospetto verso la montagna. Si nota lo stato della muratura, la presenza di finestre murate e di vegetazione infestante

Gli ingressi alla struttura son ben cinque, disposti sui vari prospetti, quattro dei quali incorniciati con elementi in pietra squadrata, appositamente conformati. L’ingresso principale si trova a sud-ovest, altri tre si trovano sul prospetto lungo che guarda la città ed infine un altro è sul prospetto verso la montagna, nel corpo rettangolare. Questi ultimi quattro ingressi, probabilmente legati alla vita nel Castello e nel podere ad esso annesso, risultano oggi tutti murati mediante blocchi in cemento allettati su malta o con pietre incastrate a secco. Una semplice ma realistica spiegazione del fenomeno è legata all’uso che nel tempo si è fatto di questo edificio. Testimonianze di abitanti della zona, riportano come lo stabile sia stato a lungo usato come stalla per il bestiame e luogo in cui venivano trattati per la conservazione, prodotti alimentari legati all’attività dell’allevamento e dell’agricoltura. Dunque era fondamentale assicurare gli ingressi sia dalla fuga degli animali che dall’ingresso di estranei. Il tutto, ovviamente, essendo frutto di necessità di questo genere presenta caratteri provvisori e privi di ogni pregevolezza. Inoltre uno dei due ingressi nel corpo rettangolare, sul prospetto sud-ovest, non presenta cornice in pietra e anzi ha una fattura molto diversa dagli altri, tanto che sembra ricavato

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successivamente. Gli elementi che portano verso questa considerazione sono: la poca cura rilevata nell’esecuzione formale dell’arco in pietra superiore e la scarsa regolarità dei piedritti. Tuttavia si può anche ipotizzare che la cornice sia stata sottratta e l’apertura richiusa grossolanamente.

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Fig.1.4.1.1.9 Vista dell’ ingresso e degli archi murati sul prospetto nord-est.

Osserviamo, ora, più approfonditamente quegli elementi che ad un primo sguardo possono sembrare caratterizzanti di una struttura militare, ci renderemo subito conto di alcune anomalie. La posizione delle feritoie nelle torrette, ad esempio, si nota come non ce ne siano rivolte verso valle, verso la città e neanche verso la via Appia. Esse risultano invece posizionate lungo i muri che collegano le torri circolari, quasi una di fronte all’altra. Solo in un caso la feritoia è rivolta verso l’esterno e guarda la montagna, ma la sua posizione rispetto al piano del solaio interno è decisamente rialzata. Sebbene restino dei dubbi sul perché di una tale conformazione, potremmo ipotizzare che questi tagli stretti e lunghi nel paramento murario siano stati delle prese d’aria e di luce in ambienti prevalentemente chiusi verso l’esterno. Esaminando le strutture circolari, si nota come l’altezza di queste sia inferiore rispetto al corpo centrale e sebbene risultino avere una copertura postuma in calcestruzzo armato, di sicuro non erano più alte di come le vediamo ora. In tal caso infatti ci sarebbero stati dei segni nella cortina del corpo centrale, dovuti

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all’ammorsamento dei conci e alla loro compenetrazione, che invece non sono presenti. Per quanto riguarda gli spessori murari, questi risultano abbastanza esigui per un’opera difensiva mentre eccessivo appare il numero delle aperture. Anche guardando alle loro dimensioni, si nota come esse si sposino più felicemente con una destinazione residenziale che non militare.

In previsione di interventi di consolidamento è stato eseguito il rilievo dei dissesti e del degrado. Un primo sguardo alle strutture di elevato può far capire quali siano i problemi che interessano la struttura, quale sia il grado di avanzamento degli stessi e permette una prima ipotesi sulle cause del dissesto. Perciò è stata annotata e documentata con foto o disegni, la loro localizzazione, il grado di apertura delle lesioni, la presenza di umidità, di vegetazione, la mancanza di parti o il crollo delle strutture. Un corretto processo di diagnostica preliminare consente di stabilire con maggiore semplicità la causa dei dissesti e le tecniche da usare per intervenire direttamente su queste, eliminando il problema alla radice

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1.4.1.2 Gli orizzontamenti e le coperture

Gli orizzontamenti sono di tre tipologie. Il solaio del piano terra, è realizzato in pietra di diverso tipo e pezzatura a seconda della zona, probabilmente poggiata su uno strato di conglomerato cementizio spesso qualche cm, se non addirittura direttamente sulla terra. La pavimentazione del vano d’ingresso e del passaggio verso la torre di destra presenta un lastricato di basolato squadrato, mentre, entrando nella zona centrale si nota un getto in cemento molto recente che copre una pavimentazione rozza e non in piano, perfettamente leggibile nei due vani laterali. A causa della vegetazione sorta in seguito al crollo di tutti gli orizzontamenti nel corpo rettangolare e delle macerie, non è stato possibile osservare la tipologia di pavimentazione che si trova in questo ambiente, ma la si può ragionevolmente supporre analoga a quella riscontrata nei locali adiacenti.

Fig.1.4.1.2.1 Pavimentazione di uno dei due ambienti laterali al piano terra con solco per la raccolta dei liquami.

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Fig.1.4.1.2.2 Pavimentazione dell’ingresso in basolato squadrato.

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I solai del primo e secondo piano sono sostenuti da volte variamente conformate all’intradosso e presentano una pavimentazione in cotto all’estradosso. Tale pavimentazione si presenta fortemente lacunosa e dove ancora presente, risulta molto danneggiata a causa di atti vandalici . Attraverso le porzioni di intonaco distaccato dal soffitto, è possibile osservare la struttura delle volte; queste sono realizzate con mattoni in laterizio posizionati in foglio e il riempimento costituito da conglomerato cementizio e polvere. Presenti in tutti gli ambienti e tutte realizzate con la stessa tecnica costruttiva, sono più semplici al piano terra mentre si arricchiscono fin quasi a sconfinare nell'esagerazione ai piani superiori. La loro conformazione denota una particolare fantasia dell'artefice e una capacità inusitata nell'esecuzione delle coperture dei vari ambienti da parte degli artigiani del luogo.

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Fig.1.4.1.2.5 Conformazione delle volte, ancora intonacate, al piano primo.

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Fig.1.4.1.2.7 Finestra del primo piano incorniciata in una lunetta.

La terza tipologia di solaio è a struttura lignea e caratterizza una porzione del livello del sottotetto. Le travi portanti in legno massello, risultano solo lievemente lavorate; su di esse poggia un tavolaccio formato da tavole larghe circa 1-1,2m, lunghe 1,5-1,7m con uno spessore di 4cm. Questa tecnica costruttiva si ritrova in altri fabbricati rurali della zona e costituisce una vera e propria invariante dell'architettura spontanea del basso Lazio. La stessa struttura lignea negli orizzontamenti, venne sicuramente impiegata nel corpo rettangolare, come risulta dall’analisi del negativo della struttura, cioè dai segni e dai vuoti lasciati dalla mancanza di elementi crollati. In questo caso infatti si può notare la presenza di buche sul lato interno del paramento murario che costituivano gli alloggiamenti delle travi ormai non più presenti.

Il solaio ligneo del sottotetto è fortemente compromesso a causa del crollo del tetto. Il peso delle macerie e la diretta esposizione alle intemperie ne hanno provocato l’imbarcamento prima e il crollo di una porzione allo stato attuale.

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Fig.1.4.1.2.8 Solaio ligneo del sottotetto in parte crollato.

Ciò ha esposto anche tutto il secondo piano all’azione diretta degli agenti atmosferici. I materiali a questi livelli risultano fortemente danneggiati: l’intonaco sulle pareti come pure quello che ricopre le volte ha perso coerenza ed è soggetto a rigonfiamento e distacco, la malta dilavata a causato la caduta di alcuni elementi in laterizio dalle volte, la vegetazione infestante si innesta negli allettamenti dei conci provocandone il distacco e talvolta la caduta.

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Fig. 1.4.1.2.9 Presenza di muschi sulle pareti del secondo piano e crollo dei mattoni in laterizio dalle volte del solaio

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Una tipologia di degrado che interessa i piani inferiori è invece legata all’uso improprio che si è fatto della struttura. Si registra infatti l’annerimento dell’intonaco del soffitto e degli elementi in laterizio delle volte a causa dei processi di affumicamento di prodotti caseari o derivanti dall’attività di pastorizia, eseguiti da chi, non molti anni fa, utilizzava lo stabile a questo scopo, inoltre lo stato delle pavimentazioni in cotto è sicuramente legato ad atti vandalici.

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Fig. 1.4.1.2.12 Volta del piano terra. Mattoni in laterizio anneriti dai processi di affumicamento di generi alimentari

Fig. 1.4.1.2.13 Stato della pavimentazione al primo piano

Le uniche coperture ancora osservabili, sono quelle del corpo quadrangolare e delle quattro torri. Le due tipologie si differenziano tra loro sia sotto il profilo dei materiali usati che della tecnica costruttiva; entrambe però risultano esser state oggetto di rimaneggiamenti postumi quando non addirittura interamente

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43 ricostruite.

La struttura di copertura del corpo quadrangolare, come si può osservare nelle zone dove è ancora in opera, presenta coppi sorretti da travicelli sagomati in legno. Allo stato attuale, essa appare frutto di necessarie e sbrigative sistemazioni, avvenute in seguito, probabilmente, a cedimenti e dissesti. In alcuni punti, sembra infatti del tutto assente un disegno che dia ragione della conformazione della struttura a causa della scarsa cura e disomogeneità realizzativa che si osserva. Tuttavia, nei caratteri generali, essa possiede le caratteristiche tipiche dell'architettura rurale del luogo. La struttura portante è costituita da pali in legno a sezione non costante approssimativamente circolare dello spessore di circa 20cm, i quali si incastrano sul muro centrale di spina e corrono seguendo l'inclinazione di falda verso il muro esterno. Al di sopra di questi una serie di arcarecci longitudinali fanno da piano d'appoggio per i travicelli sagomati detti “schiavarotti” su cui poggia direttamente il manto di coppi in argilla. Un triplo ordine di coppi poco sporgenti, posati nel muro perimetrale con la concavità verso l'alto, forma il fregio di gronda mentre il colmo è realizzato mediante una fila di coppi detti “colmari” ortogonali all'andamento del tetto. Le coperture con questa tipologia, presentano forti fenomeni di degrado, divenendo, a loro volta la causa principale del dissesto di tutte le altre parti dell'edificio, come la muratura e i solai intermedi. I problemi principali derivano essenzialmente dalle mancanze e dalle rotture del manto, che nel tempo innescano processi di maggiore gravità quali la marcescenza, lo sfibramento e la deformazione delle strutture lignee, con il conseguente crollo totale. Quest'ultimo fenomeno è dovuto anche al sottodimensionamento delle sezioni delle travi e dei travetti, che non sono in grado di resistere adeguatamente, nel tempo, al peso proprio della copertura e ai carichi accidentali (neve). Molto debole risulta anche il punto di contatto tra la copertura e la muratura, al livello della linea di gronda, l'erosione della malta esposta agli agenti atmosferici è causa di crolli localizzati. Il caso in studio è un tipico esempio del verificarsi di tali problemi.

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Fig. 1.4.1.2.14 Solaio ligneo di copertura

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Fig. 1.4.1.2.16 Rimaneggiamenti del tetto in corrispondenza del colmo.

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Fig. 1.4.1.2.18 Vegetazione infestante dovuta al crollo della copertura.

Osservando la tecnica utilizzata per la realizzazione delle strutture di copertura delle torrette circolari, si nota come esse siano sicuramente postume alla prima edificazione del manufatto. A causa dei fenomeni di distacco che hanno interessato gli strati di intonaco degradato, in particolar modo nella torre destra del prospetto d’ingresso, si può infatti leggere senza problemi la presenza di un getto in conglomerato cementizio armato. Questo elemento, oltre a non essere di alcun pregio, di sicuro non è il risultato di una realizzazione ottocentesca, o quanto meno attenta a rispettare le preesistenze. Sembrerebbe invece il risultato di un intervento frettoloso ed economico, succeduto ad un probabile crollo della struttura originaria. Queste strutture non godono di alcun accorgimento tecnico per l’impermeabilizzazione, con il risultato che l’acqua permea attraverso il getto, bagna i muri perimetrali ed arriva fino al piano di calpestio; tutto ciò crea dilavamento delle malte e rottura del getto per effetto dell’espansione delle armature arrugginite.

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Fig. 1.4.1.2.19 Recente copertura in calcestruzzo armato delle torrette.

Fig. 1.4.1.2.20 Vista interna del secondo piano di una torretta. Lesione da distaccamento di muratura contigua ma non ammorsata in seguito alla chiusura delle aperture. Copertura cementizia postuma.

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1.4.1.3 La scala

Ai vari piani si accede mediante una scala ad una rampa. La struttura è costituita da una volta a botte rampante di mattoni in foglio, mentre i gradini sono rivestiti con con lastre di pietra al piano terra e al primo. Non presenta rivestimento in pietra, invece, l’ultima rampa che conduce al sottotetto; in questo tratto è possibile infatti osservare che il gradino è conformato con materiale di piccola e irregolare pezzatura e che l’angolo esterno della pedata è definito con un elemento in legno.

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Fig.1.4.1.3.1 Rampa di scale che conduce al sottotetto.

Figura

Fig. 1.4.1.2.9 Presenza di muschi sulle pareti del secondo piano e crollo dei mattoni in laterizio dalle volte  del solaio
Fig. 1.4.1.2.12  Volta del piano terra. Mattoni in laterizio anneriti dai processi di affumicamento di generi  alimentari
Fig. 1.4.1.2.14 Solaio ligneo di copertura
Fig. 1.4.1.2.17  Porzione di tetto crollato.
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