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CAPITOLO 5 IL PROGETTO DEL POLO CULTURALE

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CAPITOLO 5

IL PROGETTO DEL POLO CULTURALE

1 – ITER PROGETTUALE

La progettazione di un polo culturale è il risultato di una sinergia di aspetti e competenze assai differenti tra loro, che si sviluppano in maniera consequenziale. Sottovalutare l’importanza anche di una sola delle tematiche in gioco o di una fase del processo può facilmente condurre ad un risultato scadente.

Nella società attuale le possibilità che un polo culturale deve offrire sono molto maggiori rispetto a quelle che si avevano in passato, anche alla luce delle tecnologie disponibili.

Oggi la grande quantità di informazioni e possibilità che si pongono davanti hanno portato a definire una serie di attività e servizi necessari che rendono la progettazione un po’ più articolata, come è stato in parte descritto nel capitolo 1.

Preso atto di queste premesse si procede adesso a spiegare innanzitutto da dove è partita l’idea del progetto, dalle criticità esaminate e dalle opportunità ad esse correlate, passando successivamente al percorso creativo ed a tutte le varie scelte architettoniche e tecnologiche scelte per arrivare a definire la proposta di progetto finale.

1.1–CONTESTO AMBIENTALE

Il lotto sul quale si propone di realizzare il centro culturale non è un lotto a caso, ma la sua posizione ed il suo contesto urbano tutto attorno sono stati decisivi in molti sensi, primo tra tutti per la scelta stessa della finalità del progetto.

Infatti l’area interessata dal progetto è situata nella periferia occidentale di Pisa, appena a nord del fiume Arno ed a margine della tenuta di San Rossore, all’interno del quadrilatero formato dal fiume stesso a sud, da via Tiziano Vecellio ad est, da via delle Lenze ad Ovest e da via Pierin Del Vaga a nord.

L’area si trova di fatto a lato del quartiere urbano del CEP e poco distante da quello di Barbaricina. Il quartiere di Barbaricina ha origini addirittura medievali, quando probabilmente alcuni popoli Barbarici vennero a stabilirsi nel suburbio di Pisa dopo la conquista dell'isola di Sardegna. Molte case di questa contrada furono arse nel 1368 da Giacomo dell'Agnello, mentre tentava di assalire e tiranneggiare la città di Pisa, mentre nel 1830 nacque una scuderia di cavalli ad opera del lucchese Jacopo Barchielli, dando inizio ad una tradizione che ha reso Barbaricina il "paese dei cavalli" fino al declino dell'allevamento, verso la metà del XX secolo, termine di un lento processo di spostamento del centro ippico verso il vicino ippodromo di San Rossore. In quegli anni del XIX secolo molti fantini inglesi decisero di stabilirsi in pianta stabile a Barbaricina, sposando le ragazze del posto e diventando parte integrante della comunità. Dal 1955 al 1960 il quartiere ospitò un importante gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa, guidato da Mario Tchou e finanziato dalla Olivetti. L'obiettivo principale del gruppo era la realizzazione della Calcolatrice Elettronica Pisana, realizzata nel 1957. Gli studi successivi gettarono le basi per la creazione della linea di calcolatori. Nel 1960 il gruppo venne trasferito a Borgolombardo, nella sede del settore elettronico Olivetti.

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212 Il quartiere del CEP (Centro di Edilizia Popolare) è sorto invece molto più di recente, negli anni ’60, con l’obiettivo di togliere i tanti piccoli ghetti dislocati nella città alla fine della seconda guerra mondiale. Per l’esattezza i lavori di costruzione dei nuclei abitativi cominciò nel 1961, per volontà di Giuseppe Togni, pisano ed allora potente ministro democristiano dei lavori pubblici, laddove prima vivevano solo alcune famiglie ed il territorio era sostanzialmente coltivato ad orti e granturco. Dal 1963, oltre 3.000 persone originarie prevalentemente nel comune di Pisa, che facevano parte di quel sottoproletariato prodotto dalla guerra, uomini e donne le cui case erano state ridotte dai bombardamenti a cumuli di macerie, arrivarono in quelli che è possibile definire “palazzoni rossi” e li popolarono, non senza qualche difficoltà. Infatti non vi erano collegamenti con il resto della città, se non un autobus che passava qualche volta durante il giorno e non esisteva ancora il ponte, che si chiama appunto del CEP, per cui chi voleva attraversare l’Arno era costretto ad andare fino all’Aurelia.

Non va dimenticato che erano anni difficili, con i cortei dei senza-casa che quasi tutti i giorni finivano sotto le Logge di Banchi, dove famiglie disperate montavano «in faccia al sindaco» tende e letti spesso senza materassi su cui far sdraiare i più piccoli. Il CEP in questo senso, avrebbe dovuto contribuire a superare questa situazione. L’obiettivo fu raggiunto solo inizialmente, nonostante fosse vissuto da molti quasi come una deportazione. E’ così che il quartiere divenne, come prevedibile, luogo di contraddizione e di scontro sociale fra poveri. C’è chi ricorda i nuovi inquilini che cercarono subito di subaffittare l’alloggio per tornare nelle vecchie baracche, di altri che usarono la vasca da bagno come un orto per coltivare verdure o per farci il vino1.

Il CEP trovò comunque le persone giuste per farsi largo e tentare di uscire da quella ghettizzazione calata dall’alto. Vi si impegnarono i padri Salesiani, che aprirono nel 1969 il cinema-teatro Dan Bosco ed i campi sportivi. Negli anni seguenti, le attività sociali e culturali furono portati avanti anche dal partito comunista, che si radicò profondamente nel quartiere, e che non andarono stranamente a contrastare con l’operato dei salesiani, ma piuttosto remavano insieme per il bene comune. Nel 1973, dove prima c’era una vecchia scuderia abbandonata, grazie all’opera di molti volontari, nacque la casa del popolo.

Purtroppo però, ogni tanto, la crescita del CEP esplodeva in conflitti che la riportavano indietro negli anni.

Fu così a metà degli anni ‘70, quando un giovane abitante proiettò sul quartiere, ma anche sul resto della città, l’ombra sinistra di una nuova piaga sociale, di cui fino ad allora si leggeva solo nelle cronache metropolitane, la droga. Il ragazzo, in un tentativo di rapina, uccise un uomo del posto con un colpo di pistola. L’orrore di quel gesto riaccese così il dibattito sul ghetto.

Nonostante tutto però il quartiere ritrovò il suo cammino verso prospettive più serene, con momenti intensi, come ai tempi del “mercato rosso”, un tentativo di “Lotta Continua” di tenere insieme gli interessi di produttori e consumatori, un laboratorio proletario che voleva distinguersi dalla connessione tra il commercio e il profitto.

Negli ultimi anni purtroppo, vuoi per la crisi economica e le difficoltà a trovare o mantenere un lavoro, vuoi per la sempre maggiore presenza di cittadini di origine extracomunitaria che vi si insediano, nel quartiere è riemersa una grande desolazione, conseguenza di un sempre maggiore peggioramento della qualità della vita. Tassello dopo tassello, gli abitanti del CEP hanno visto poi sparire qualsiasi forma aggregativa, ludica e di socialità, trasformate in semplice routine da bar, mente invece sono in evidente crescita gli spazi inutilizzati ed i disagi della gioventù, che qui, più che altrove, ha problemi di scolarizzazione.

1 Da http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2010/01/17/news/non-piu-ghetto-ma-l-anima-ribelle-abita-ancora-qui-1.1769354

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213 FIGURA 72 – Immagini delle proteste e delle manifestazioni nel quartiere CEP

È proprio da questa situazione che oggi c’è una forte volontà per ripartire, per garantire una convivenza più sana e più accettabile, un futuro ai figli ed una possibilità di vita dignitosa per tutti. Questa desolazione si sta però trasformando in organizzazione, in voglia di partecipazione, per riprendere in mano il proprio quartiere e non stare più ad aspettare che qualcuno faccia qualcosa. Da circa un anno e mezzo gli abitanti del CEP si riuniscono per discutere su quelle che sono le problematiche che famiglie, giovani precari e disoccupati, studenti e anziani vivono sia all' interno del quartiere che nei propri luoghi quotidiani. Tanta infatti è la rabbia e la rassegnazione di famiglie che non hanno reddito perché non c'è lavoro e, di conseguenza, si trovano ad affrontare la morosità dell' affitto; prezzi eccessivi che aumentano giorno per giorno, scuole che cadono a pezzi e assenza di spazi per bambini, (nonostante il CEP sia un quartiere con molte aree verdi), assenza di spazi per giovani e anziani che possano servire anche da supporto per chi oggi si ritrova a vivere da solo, senza nessun sostegno sociale.

Per questo motivo, negli ultimi tempi, sono state organizzate tutta una serie di iniziative ludiche e sociali: dalla festa di Halloween accompagnata da musica, al corteo per le strade del quartiere, dalla festa di carnevale alla festa per i 50 anni del quartiere di questa estate, ecc.

FIGURA 73 – Immagini delle iniziative sociali portate avanti dai comitati cittadini

Momenti ludici e sociali con lo scopo ben preciso di costruire la consapevolezza nella gente che cambiare le cose è possibile: l' unica via d' uscita a questa crisi è unirsi, confrontarsi e ricostruire un modo nuovo di stare assieme fra la gente, scambiarsi idee e saperi.

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214 Addirittura una assemblea di cittadini ha creato e distribuito un questionario con domande semplici e precise per comprendere a pieno cosa gli abitanti del CEP ritenessero come questioni di primaria importanza da risolvere e quali potessero essere i precisi bisogni di chi vive in quella situazione. Dai questionari è emerso che molti hanno espresso disappunto per la mancanza di pulizia nel quartiere, per l'abbandono di molte aree, per l'oratorio per ragazzi troppo trascurato, per la mancanza di spazi sociali, oltre che di diritti e lavoro.

Tra gli spazi che maggiormente sono stati reclamati sono emersi i seguenti: - spazi per fare assemblea e organizzare iniziative nel quartiere - una ludoteca, spazi per il doposcuola, attività per bambini - uno spazio per anziani per incontrarsi e altre attività - corsi ed iniziative culturali

- punto di aggregazione per una socialità migliore

Da questo punto di vista però il comune per adesso ha fatto ben poco. Gli unici interventi in quest’ottica, terminati proprio di recente, sono stati un campo da calcio a 7, in erba sintetica, adattabile a due campi da calcio a 5, con i relativi spogliatoi, (proprio nella zona nord del lotto interessato dalla proposta di progetto, a ridosso con via P. Del Vaga) ed un area verde attrezzata “urban fitness”, sempre in prossimità degli stabili che si affacciano su via T.Vecellio. Urban fitness è un percorso fitness completo, composto da 12 attrezzi per l’elasticità muscolare e coordinazione, per il potenziamento muscolare, per la coordinazione e resistenza e per lo sviluppo delle capacità motorie, questi ultimi rivolti anche ad utenti diversamente abili. Le piazzole con gli attrezzi ginnici si sviluppano lungo un percorso verde di circa 150 m.

Questi interventi rientrano entrambi in un progetto di riqualificazione e valorizzazione degli spazi verdi della città di Pisa, anche in ottica di benessere dei cittadini e delle famiglie.

FIGURA 74 – Immagini del nuovo campo da calcetto e dell’area verde attrezzata

Dal punto di vista però delle strutture per il sociale e le attività culturali, anche alla luce del questionario presentato dagli stessi cittadini del quartiere, è evidente una sostanziale carenza. Nel capitolo 1 è stato mostrato come l’amministrazione pubblica pisana abbia fortemente puntato negli ultimi anni sulla cultura, intervenendo in maniera importante e decisa per restituire alla città degli spazi al servizio delle attività socio-culturali delle persone.

Tuttavia, da un punto di vista logistico-geografico, tutti questi interventi, hanno riguardato prima il centro storico e successivamente, proprio negli ultimissimi mesi, l’area delle Piagge, che va verso il quartiere di Cisanello (nuova biblioteca Comunale, Museo di S. Michele degli Scalzi, ecc.). Dalla parte opposta invece, oltre la vecchia Aurelia, tutto è rimasto pressoché invariato.

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215 Se si prende una cartina del Comune di Pisa, e vi si segnano sopra i punti in cui sono ubicate delle istituzioni culturali, che siano esse Biblioteche o Musei emerge subito quanto appena affermato. Emerge anche come attorno al lotto prescelto si trovino diversi istituti scolastici, dall’asilo alle scuole medie superiori, le quali ospitano un gran numero di bambini e ragazzi.

FIGURA 75 – Cartografia di Pisa con individuati gli istituti museali e bibliotecari

Al di là delle scuole, le biblioteche, gli archivi ed i musei, che, inevitabilmente, sono collegati molto spesso alla presenza dell’Università, hanno una forte incidenza sulla città e rappresentano un patrimonio inestimabile per Pisa. Solo le strutture dell’Università contano qualcosa come oltre 1.100.000 libri, dato che non tiene conto di quelli presenti nell’archivio, oltre 19.400 riviste elettroniche, 23.600 riviste cartacee ed 80 banche dati digitali.

Inoltre i musei spaziano coprendo interessi tra i più disparati: dal museo dell’Opera del Duomo a quello delle collezioni egittologiche, dalla Gipsoteca di Arte antica, al museo della Grafica, dal museo degli strumenti di calcolo a quello delle navi antiche, e così via.

La tabella 39 riassume tali istituzioni e la numerazione consente di rintracciarla sulla cartina precedente.

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ISTITUZIONE INDIRIZZO

1 BIBLIOTECA ARCIVESCOVILE CARDINALE PIETRO MAFFI PIAZZA ARCIVESCOVADO 18

2 BIBLIOTECA CATHARINIANA VIA SAN ZENO 2

3 BIBLIOTECA DEI PADRI CARMELITANI SCALZI LARGO DEL PARLASCIO 20 4 BIBLIOTECA DEL CONVENTO DEI CAPPUCCINI VIA DEI CAPPUCCINI 4 5 BIBLIOTECA E ARCHIVIO CAPITOLARE DELLA PRIMIZIALE PIAZZA DUOMO17

6 BIBLIOTECA UNIVERSITARIA VIA SAN FREDIANO

7 BIBLIOTECA DI MEDICINA E FARMACIA VIA PAOLO SAVI 10

8 BIBLIOTECA DI AGRARIA VIA DEL BORGHETTO 80

9 BIBLIOTECA DI ANTICHISTICA VIA S.MARIA 77

10 BIBLIOTECA DI CHIMICA VIA RISORGIMENTO 35

11 BIBLIOTECA DI ECONOMIA VIA RIDOLFI 10

12 BIBLIOTECA DI FILOSOFIA E STORIA VIA P.PAOLI 9

13 BIBLIOTECA DI INGEGNERIA VIA DIOTISALVI 2

14 BIBLIOTECA DI LINGUE E LETTERATURA MODERNA 1 PIAZZA TORRICELLI 2 15 BIBLIOTECA DI LINGUE E LETTERATURA MODERNA 2 VIA S.MARIA 36 E 67

16 BIBLIOTECA DI MATEMATICA,INFORMATICA E FISICA LARGO BRUNO PONTECORVO 3 17 BIBLIOTECA DI MEDICINA E VETERINARIA VIA DELLE PIAGGE 2

18 BIBLIOTECA SCIENZE NATURALI E AMBIENTALI VIA DERNA 1 19 BIBLIOTECA SCIENZE POLITICHE E SOCIALI VIA SERAFINI 3 20 BIBLIOTECA DI STORIA DELLE ARTI VIA TRIESTE 38

21 BIBLIOTECA COMUNALE SMS VIA S.MICHELE DEGLI SCALZI

22 BIBLIOTECA DELL'ASS.“GLI AMICI DEI MUSEI E MONUMENTI PISANI” PIAZZA S.SILVESTRO 1

23 BIBLIOTECA DEL CNR VIA G.MORUZZI 1

24 BIBLIOTECA DELLA SCUOLA NORMALE SUPERIORE PIAZZA DEI CAVALIERI 7

25 BIBLIOTECA DELLA SCUOLA SUPERIORE S.ANNA PZZA MARTIRI DELLA LIBERTÀ,33

26 BIBLIOTECA GIURIDICA PIAZZA DEI CAVALIERI

28 ARCHIVIO GENERALE DI ATENEO MONTACCHIELLO OSPEDALETTO

30 MUSEO DELL'OPERA DEL DUOMO PIAZZA DUOMO

31 MUSEO DELLE SINOPIE PIAZZA DUOMO

32 COLLEZIONI EGITTOLOGICHE DELL'UNIVERSITÀ DI PISA VIA S.FREDIANO 12

33 DOMUS MAZZINIANA VIA MAZZINI 71

34 DOMUS GALILEIANA VIA S.MARIA 26

35 MUSEO ANATOMICO DELLA FACOLTÀ DI VETERINARIA VIALE DELLE PIAGGE 2 36 MUSEO DEGLI STRUMENTI DI CALCOLO VIA NICOLA PISANO 25 37 MUSEO NAZIONALE DI PALAZZO REALE LUNGARNO PACINOTTI 46 38 MUSEO DI ANATOMIA UMANA NORMALE VIA ROMA 55

39 MUSEO DI ANATOMIA PATOLOGICA VIA ROMA 57

40 MUSEO NAZIONALE DI SAN MATTEO PIAZZA SAN MATTEO IN SOARTA 2

41 MUSEO E ORTO BOTANICO VIA LUCA GHINI 5

42 GIPSOTECA DE ARTE ANTICA PIAZZA SAN PAOLO ALL'ORTO 20

43 CAMPOSANTO MONUMENTALE PIAZZA DUOMO

44 MUSEO DELLE NAVI ANTICHE VIA R.BIANCHE BANDINELLI

45 MUSEO DELLA GRAFICA LUNGARNO GALILEI 9

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217 Una problematica che però può emergere da questa semplice analisi fatta è rappresentata dal fatto che, sovente, i luoghi di cultura elencati, sono ospitati all’interno di strutture che non sono state appositamente progettate per tali finalità. Palazzi antichi o edifici comunque storici sono stati riadattati, talvolta con esiti non propriamente ottimali da un punto di vista funzionale, ma soprattutto conservativo nei confronti delle opere che custodiscono. Inoltre, tali edifici possono subire maggiormente i fenomeni di incuria del tempo e non resistere nella maniera più consona. L’esempio più lampante e forse recente è proprio il palazzo che ospitava la Facoltà di Giurisprudenza, “La Sapienza”, oggi svuotato delle sue attività a causa dell’inagibilità a seguito di un sisma. La biblioteca, con il suo carico ingente di materiale librario e cartaceo, ha comportato sicuramente un ulteriore aggravio alla situazione, e si è reso necessario trasferire il patrimonio in altre strutture, non con poche difficoltà.

1.2–OBIETTIVI DEL PROGETTO

È alla luce di tutte le considerazioni emerse dall’analisi dello stato socio culturale del quartiere, dalle richieste esplicite dei cittadini del CEP, dalla distribuzione e dalla qualità delle istituzioni culturali presenti sul territorio circostante, che vengono scelti gli obiettivi dai quali poi scaturisce l’intero progetto del centro culturale.

La volontà è quella di sviluppare e creare un luogo che abbia come prerogativa l’aggregazione umana, lo scambio e l’integrazione culturale e sociale; un luogo che sia utile alla comunità, ma che consenta anche al singolo di poter esprimere il proprio potenziale e di poter sviluppare i propri interessi. L’utente assume quindi un ruolo centrale ed accentrante.

Inoltre l’altro obiettivo essenziale è quello di creare una struttura in grado di conservare al meglio tutte le testimonianze culturali che riuscirà a raccogliere, un luogo in cui potenzialmente si possano custodire oggetti di valore culturale e artistico, siano essi libri o documenti od opere d’arte, sia che esse facciano parte di collezioni proprie della struttura, sia che provengano da altre istituzioni pisane, le quali potrebbero avere bisogno in futuro di un supporto logistico e funzionale appositamente progettato. C’è poi da tenere di conto l’opportunità di esporre collezioni che sono frutto dell’estro di artisti, ma non si preclude la possibilità anche ai comuni cittadini, ai quali venga data l’opportunità di esprimersi e di mostrarsi agli altri.

È proprio da questo secondo aspetto che è scaturita poi tutta la ricerca approfondita mostrata nei capitoli precedenti, che ha cercato di sviscerare la problematica della conservazione dei beni di interesse storico, artistico culturale, con particolare attenzione alla conservazione preventiva.

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1.3–UTENZA, ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI E DIMENSIONAMENTO

Per poter procedere alla definizione del progetto è di primaria importanza comprendere, in base alla localizzazione scelta, quale sia l’incidenza e quale siano le caratteristiche dell’utenza con la quale si va a relazionarsi. Quando in precedenza è stato descritto il contesto sociale nel quale si va a intervenire sono emerse chiaramente già molte considerazioni importanti, quali i desideri e le richieste dei cittadini e le tipologie di persone che possono essere maggiormente coinvolte nel processo riqualificativo, nonché il profilo socio-demografico di quest’ultime.

Un progetto di questo tipo deve perciò rispondere a specifici bisogni di un’utenza ben definita, con esigenze informative che sono di tipo più o meno disomogeneo. La definizione del bacino stesso comporta successivamente una selezione delle attività da proporre e non ultimo una forte incidenza sul dimensionamento e sulle fisionomia architettonica del progetto.

In questo caso, chiaramente si fa riferimento ad una realtà che riguarda essenzialmente i quartieri posti per così dire “al di là dell’Aurelia”, e quindi anche l’indirizzo dimensionale ne dovrà tenere di conto. In particolare va ricordato che una biblioteca pubblica di base dovrebbe comunque coprire un raggio di azione di circa 1,2 – 1,5 Km (massimo 2,0), che corrispondono a circa 20-30 minuti di cammino2, che è esattamente la situazione in cui ci si trova ad operare. Per un museo invece la cosa è leggermente diversa in quanto difficilmente si riescono a individuare raggi di azione specifici, anche in virtù del fatto che l’interesse per una struttura museale può cambiare abbastanza facilmente nel corso del tempo.

Partendo comunque da un analisi di tipo urbanistico si è potuto risalire al numero di abitanti presenti nell’area di interesse. I quartieri di Barbaricina e del CEP rientrano nelle UTOE n. 16, 17, 18, 19, e 20 del Comune di Pisa.

FIGURA 76 – Utoe del Comune di Pisa; quelle di diretto interesse sono evidenziate

2 Moscogiuri M., Architettura della biblioteca. Linee guida di programmazione progettuale, Edizioni Sylvestre Bonnard, Milano, 2001

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219 I dati dell’ultimo censimento della popolazione mostrano che la popolazione pisana è leggermente scesa negli ultimi 10 anni attestandosi oggi intorno agli 85.600 abitanti3, ma il dato che serve in questo caso è quello relativo alle singole UTOE. La tabella sottostante riporta il numero di abitanti e di famiglie.

UTOE POPOLAZIONE FAMIGLIE

n. 16 571 235 n. 17 184 65 n. 18 2.712 914 n. 19 3.737 1.269 n. 20 358 133 Totale 7.562 2.616

TABELLA 40 – Elenco degli abitanti delle UTOE di interesse. Censimento 2011

In base a questi dati è possibile stabilire il dimensionamento del progetto per una popolazione che si attesta attorno ai 6500/7000 abitanti, tenendo comunque conto dell’offerta già presente nel resto del comune.

Un’altra importante osservazione però consiste nel fatto che, sebbene la popolazione pisana sia invariata a livello numerico, quello che è mutato è senza dubbio la tipologia delle persone presenti: sono aumentate le fasce alte di età ed è aumentato il numero di immigrati, anche e soprattutto giovani. Gli stranieri presenti nel Comune di Pisa sono quasi 8.000, che corrisponde a circa 9.5 ogni 100 abitanti, un numero alquanto elevato rispetto ad altre realtà nazionali. Questa considerazione è ancor maggiormente importante nei quartieri presi in esame, in quanto le case popolari e le zone prettamente residenziali presentano una concentrazione di stranieri più elevata rispetto ad ogni altra parte del territorio circostante, e purtroppo anche un numero elevato di disoccupati. Per questo motivo la convivenza sociale e l’integrazione assumono un ruolo decisivo nel processo progettuale.

1.3.1–NECESSITÀ FUNZIONALI

Nella definizione di tutti gli elementi da prendere in esame prima di procedere alla progettazione vera e propria degli ambienti, un passo decisivo è quello che individua le attività svolte all’interno dell’opera e la distribuzione funzionale relativa ad esse.

Riprendendo quanto detto in precedenza, quando sono stati indicati gli obbiettivi e le finalità di questo lavoro, è necessario riaffermare che il centro culturale che si sta progettando vuole racchiudere al suo interno una biblioteca/mediateca, un auditorium /teatro ed un museo, che si sviluppano attorno ad un punto di aggregazione e smistamento comune costituito dalla piazza pubblica.

Ogni singola struttura è a sua volta strutturata tenendo conto delle esigenze richieste attualmente, che si discostano talvolta sensibilmente dall’accezione tipica proposta in passato, come più volte sostenuto. Biblioteche e musei oggi ospitano infatti attività che non sono solo quelle di semplice lettura di un libro preso da uno scaffale o della mera esposizione di un opera d’arte. Le nuove esigenze funzionali si traducono di fatto in nuove potenzialità che ne arricchiscono il valore, non solo dal punto di vista materiale, ma anche di quello culturale e pedagogico.

Per poter quindi procedere oltre è necessario individuare tutte le aree funzionali e capire come queste sono interconnesse tra loro.

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220 Per quanto riguarda la biblioteca, questa deve rispondere alle seguenti esigenze:

- Proteggere i libri e le collezioni contro le azioni dell’ambiente e del degrado;

- Disporre i libri e le collezioni in maniera differenziata, in modo da permettere al pubblico e al personale di accedervi agevolmente;

- Accogliere i cataloghi e le bibliografie in modo da permettere al lettore di trovare ciò che cerca nella raccolta custodita, ma anche nelle raccolte custodite in altre sedi;

- Accogliere i lettori, e altri fruitori che intendono accedere nell’immediato o periodicamente alle raccolte e ai servizi;

- Accogliere il personale incaricato di scegliere, acquisire, organizzare e gestire le collezioni e di assistere il lettore a reperire le informazioni ricercate;

- Attrezzare spazi per le funzioni complementari, come i servizi di fotocopia, le bibliografie, i materiali audiovisivi, le informazioni ecc.;

- Predisporre locali per l’amministrazione e per le altre funzioni connesse alla gestione del personale, dell’amministrazione, della sicurezza ecc.;

- Predisporre locali per attività culturali e didattiche parallele, che amplifichino le potenzialità e l’attrattiva, nonché spazi pubblici flessibili per ogni esigenza particolare; - Configurare una struttura che rappresenti un simbolo dell’istituzione di appartenenza e

che abbia una forte attrattiva verso il pubblico.

Pertanto le aree funzionali che sono state prese in considerazione possono così essere elencate: - Settore di ingresso;

- Reference e consultazione generale; - Spazi di informazione e prestito; - Sezione bambini e ragazzi;

- Spazi di lettura e consultazione a scaffale aperto (magazzino a scaffale aperto); - Deposito chiuso;

- Spazi di studio; - Emeroteca;

- Spazi per sezioni multimediali (audio video); - Uffici di amministrazione, catalogo, raccolte, ecc.; - Servizi per gli utenti (igienici, armadietti, aree relax); - Spazio per ristoro;

- Spazi per attività culturali di supporto (proiezioni, didattica, conferenze, doposcuola); Nel museo le esigenze non sono molto diverse da quelle della biblioteca, anche se con alcune differenze sostanziali:

- Raccogliere, custodire e proteggere le testimonianze artistiche, storiche, culturali e scientifiche contro le azioni dell’ambiente e del degrado;

- Esporre le collezioni al pubblico ed agli studiosi al fine di accrescere la conoscenza della natura e dell’opera dell’uomo;

- Accogliere le collezioni proprie, ma garantire la possibilità di accogliere anche collezioni provenienti da altre sedi;

- Predisporre spazi destinati alla custodia (riserva/deposito) delle collezioni;

- Accogliere il personale incaricato di scegliere, acquisire, organizzare e gestire le collezioni e di assistere il visitatore a reperire le informazioni ricercate;

- Predisporre locali per l’amministrazione e per le altre funzioni connesse alla gestione del personale, dell’amministrazione, dell’allestimento e della sicurezza;

- Predisporre locali per attività culturali e didattiche parallele, che semplificano e integrano la conoscenza di quanto esposto nelle sale;

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221 - Accogliere spazi per le attività di recupero e restauro di opere e testimonianze degradate

o danneggiate, al fine di ridare loro nuovo valore e splendore;

- Configurare una struttura con caratteristiche di sicurezza verso azioni vandaliche e furti. Le aree funzionali individuate in questo caso sono pertanto:

- Settore di ingresso - Spazi espositivi - Deposito e magazzino - Spazi per attività educative

- Uffici dei curatori, della direzione, ecc. - Laboratori e spazi connessi

- Servizi per il pubblico

Occorre infine considerare l’auditorium, che in questo caso è un’estensione del museo. In esso le aree funzionali sono:

- Ingresso/Foyer

- Servizi per il pubblico (servizi igienici, guardaroba) - Sala

- Palcoscenico

- Spazi per chi si esibisce (camerini, locali trucco e allestimenti, locali tecnici) Da tutta questa serie di considerazioni è scaturito l’organigramma distributivo del progetto.

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222 Si noti dallo schema distributivo come sia stata posta un’attenzione speciale alla differenziazione dei percorsi distinguendo l’accesso del pubblico da quello del personale di servizio ed ancora da quello dei beni materiali presenti.

Alla base dello schema distributivo è stata posta la flessibilità massima tra gli ambienti, con lo scopo di dotare il polo culturale di attività che possano funzionare tutte insieme o singolarmente, permettendo così un maggiore sfruttamento delle risorse anche relativamente ad orari e giorni di apertura.

1.3.2–LINEE GUIDA PER IL DIMENSIONAMENTO

Una volta definito il bacino di utenza, le classi di utenza e l’organigramma delle funzioni presenti si procede con la stima delle superfici necessarie ad accogliere le singole attività.

Questo passaggio serve in fase preliminare per poter definire nella maniera più idonea possibile le superfici necessarie a garantire un corretto svolgimento delle attività prescelte all’interno del polo culturale, in relazione al bacino di utenza ed al numero di collezioni (libri e opere d’arte) che vi sono ospitate, con l’ottica di garantire un funzionamento ottimale anche nel tempo.

Per quanto riguarda la biblioteca è possibile ricorrere a standard internazionali e nazionali che consentono di quantificare le raccolte ed il numero di servizi da garantire, elaborando una stima, seppur molto sommaria, delle dimensioni della biblioteca ancor prima di procedere ad una progettazione più dettagliata.

Nelle tabelle sottostanti vengono riportati alcuni parametri standard per la quantificazione del patrimonio, delle dotazioni e di altri elementi attinenti, calcolati in base al numero degli abitanti residenti nel territorio interessato. Tali parametri sono estrapolati dalle raccomandazioni dell’IFLA (pubblicati nel 1977 e ripresi in parte nel 2001)4, dalle linee guida pubblicate dalla Diputació de Barcelona (1999)5 , dalla Direction du Livre6 e dai rilevamenti e dalle indicazioni dell’AIB7, e sono stati tra loro raffrontati e re-interpretati in modo da renderne più agevole la lettura.

Nella tabella 41 sono indicati i parametri per la quantificazione dei documenti in base al numero di abitanti. Gli indici variano in funzione della dimensione del bacino di utenza e sono inversamente proporzionali al numero di abitanti. Vengono inoltre indicate le percentuali di aggiornamento e scarto annuo del patrimonio documentario cui sarebbe necessario attenersi una volta a regime.

4 IFLA, Guidelines for Public Libraries, Monaco: Saur 1986, trad. In italiano a cura di Vindulli P.,

Raccomandazioni per le biblioteche pubbliche, Roma, AIB, 1988

5 Santi Romero, La arquitectura de la biblioteca, Barcellona, Escola Sert, 2001 6

Bibliotheque dans la citè, Guide technique et réglamentaire, Ministère de Culture, Direction du Livre ed de la Lecture, Parigi, Edizioni Le Moniteur, 1996

7 Il servizio bibliotecario pubblico: linee guida IFLA/UNESCO per lo sviluppo, Roma, Associazione Italiana Biblioteche (AIB), 2002

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223 IFLA DIPUTACIÓ DE BARCELONA (SPAGNA) DIRECTION DU LIVRE (FRANCIA) MIGLIORI STANDARD ITALIANI (2001) STANDARD MEDI IN ITALIA PATRIMONIO DOC/AB 3-2 2,5–0,75 2,7–1,8 3-2 1,69 INFORMAZIONE E

REFERENCE % SUL TOTALE 10% 10% - - -

FONDO BAMBINI % SUL TOTALE 33% 30–25% 35% - -

FONDO DI

PRESTITO % SUL TOTALE 50% 50% 60%

PERIODICI TITOLI PER 1.000

AB.

10

(MIN 50) 10 7,2–4,8 10-15 -

MUSICA E VIDEO DOC PER 1.000 AB. 12,5 10 5,5–3,2 - -

MINORANZE ETNICHE DOC/AB 0,2 - - - - INCREMENTO ANNUO A REGIME SE <25.000 AB DOC PER 1.000 AB. 250 15–10% DEL TOTALE 13,7% DEL TOTALE 250 100 SCARTO ANNUO

(A REGIME) % SUL TOTALE - 10% - 10% -

CONSISTENZA

MINIMA LIBRI 2.500 - 9.000 - -

TABELLA 41 – Confronto tra standard internazionali per il dimensionamento del patrimonio documentario delle biblioteche pubbliche in relazione al bacino di utenza; per unità funzionali, con percentuali e indici di acquisto e scarto

annuo

Entrano più nel dettaglio gli standard elaborati dalla Diputació de Barcelona, che si riferiscono in modo puntuale a bacini di utenza variabili da 3.000 a 20.000 abitanti con la quantificazione del fondo documentario (sia nel suo insieme, sia per singole unità funzionali).

I fondi documentari vengono determinati sia nella fase di avvio sia a regime, dopo un periodo di 8 anni.

BIBLIOTECA

SUCCURSALE BIBLIOTECA PUBBLICA LOCALE

ABITANTI 3.000 5.000 10.000 20.000

INIZIALE FINALE INIZIALE FINALE INIZIALE FINALE INIZIALE FINALE

TOTALE DOCUMENTI 4.000 7.500 7.000 12.500 12.000 20.000 20.000 40.000 INFORMAZIONE E REFERENCE 300 450 500 750 750 1.100 1.200 1.650 FONDO GENERALE 2.500 4.750 4.400 8.800 7.700 12.800 12.800 27.150 FONDO BAMBINI 900 1.700 1.600 2.750 2.750 4.500 4.400 8.000 FONDO MUSICA E VIDEO 300 600 500 1.000 800 1.600 1.600 3.200 TITOLI PERIODICI 45 50 90 100 100 110 160 180

TABELLA 42 – Standard della Diputaciò de Barcelona per il dimensionamento del patrimonio documentario (iniziale e finale) delle biblioteche pubbliche in riferimento alla dimensione del bacino di utenza e suddiviso per unità funzionali

(14)

224 La tabella 43 fornisce invece un raffronto tra alcuni parametri per il calcolo dei posti a sedere in funzione del numero di abitanti (suddivisi per unità funzionali).

Anche in questo caso gli indici vanno raffrontati con la dimensione del bacino di utenza, e tanto più alto sarà il numero di abitanti tanto minore sarà il valore del parametro da applicare e viceversa. In particolare va sottolineato che in questo caso lo standard IFLA è da considerarsi quasi sempre insufficiente, sia rispetto alle biblioteche di piccole dimensioni (che sarebbero poco più che magazzini di prestito) sia per quelle maggiori.

IFLA DIPUTACIÓ DE BARCELONA (SPAGNA) DIRECTION DU LIVRE (FRANCIA) MIGLIORI STANDARD ITALIANI (2001) POSTI A SEDERE TOTALI 1,5 OGNI 1.000 AB 5–1,5 OGNI 1.000 AB 8,8–5,7 OGNI 1.000 AB 1,0–1,5 OGNI 1.000 AB

EMEROTECA - 0,4 OGNI 1.000 AB 1 OGNI 1.000 AB -

ZONA LETTURA E

CONSULTAZIONE - 5–1 OGNI 1.000 AB 1 OGNI 1.000 AB -

MUSICA E VIDEO - - - -

BAMBINI - 1,5 OGNI 100

BAMBINI 54,4% DEI POSTI -

TABELLA 43 – Confronto tra standard internazionali per la quantificazione del numero di posti a sedere La tabella 44, elaborata dalla Diputació de Barcelona, fornisce indicazioni sulla quantificazione di posti a sedere e attrezzature in funzione del bacino di utenza. Tali indicazioni sono diversificate in riferimento alla popolazione, da 3.000 a 20.000 abitanti, secondo le diverse tipologie di biblioteca pubblica presenti in Catalogna.

BIBLIOTECA

SUCCURSALE BIBLIOTECA PUBBLICA LOCALE

ABITANTI 3.000 5.000 10.000 20.000 TOTALE POSTI DI LETTURA 49 70 95 114 EMEROTECA 12 16 20 24 ZONA LETTURA E CONSULTAZIONE 20 30 44 52 MUSICA E VIDEO 3 4 5 6 BAMBINI 14 20 26 32 SALE POLIFUNZIONALI 40 50 60 70 POSTAZIONI PC CATALOGO 2 3 4 6 INTERNET 2 4 5 6 MULTIMEDIA - - - 5

TABELLA 44 – Standard della Diputaciò de Barcelona per la quantificazione del numero di posti a sedere e attrezzature in riferimento alla dimensione del bacino di utenza

(15)

225 Partendo dal confronto tra gli standard internazionali esistenti precedentemente elencati, si è passati poi a definire dei parametri di riferimento che vadano bene nella situazione nella quale si sta progettando.

È possibile effettuare un calcolo analitico degli standard relativi al patrimonio documentario e al numero di posti, sempre in funzione del bacino di utenza. L’ipotesi è stata elaborata sulla base dei parametri esposti in precedenza, confrontati con le indicazioni fornite nelle più recenti pubblicazioni del settore, con gli standard estrapolati da alcuni esempi italiani ed europei e con quelli previsti da alcuni programmi biblioteconomici sviluppati in Italia di recente, come nel caso della nuova Biblioteca Europea di informazione e cultura di Milano (2004), della Biblioteca Civica di Torino e di innumerevoli altre sorte negli ultimi anni sul territorio italiano8.

Per questo lavoro di tesi comunque, i dati interessanti sono stati quelli relativi alle biblioteche di piccole-medie dimensioni, che fanno riferimento ad un numero inferiore a 10.000 abitanti.

Gli standard delle tabelle seguenti non vanno applicati pedissequamente, ma servono solo a dare un’idea delle quantità di documenti e posti a sedere da prevedere in fase iniziale di progetto.

La tabella 45 descrive gli indici e le quantità inerenti il patrimonio documentario. In questo caso, per documento, si intende un’unità documentaria di qualsiasi genere su qualsivoglia supporto.

ABITANTI U.M. 3.000 5.000 10.000

INIZIALE FINALE INIZIALE FINALE INIZIALE FINALE

TOTALE DOCUMENTI N 5.000 11.000 7.000 16.000 15.000 30.000

NUMERO DOCUMENTI PER ABITANTE DOC/AB 1,7 3,7 1,4 3,2 1,2 3

DI CUI A SCAFFALE APERTO PERCENTUALE SUL TOTALE

N % 5.000 100% 8.250 75% 7.000 100% 12.000 75% 15.000 100% 22.500 75%

DI CUI A DEPOSITO CHIUSO PERCENTUALE SUL TOTALE

N % 0 0% 2.750 25% 0 0% 4.000 25% 0 0% 7.500 25% INFORMAZIONE E REFERENCE N 500 803 700 1.120 1.050 1.800

NUMERO DOCUMENTI PER ABITANTE PERCENTUALE SUL TOTALE

DOC/AB % 0,17 10% 0,27 7,3% 0,14 10% 0,22 7,0% 0,11 7,0% 0,18 6,0%

FONDO GENERALE ADULTI N 2.600 5.577 3.850 9.120 7.950 18.600

NUMERO DOCUMENTI PER ABITANTE PERCENTUALE SUL TOTALE

DOC/AB % 0,87 52,0% 1,88 50,7% 0,77 55,0% 1,82 57,0% 0,80 53,0% 1,86 62,0% FONDO BAMBINI 0-13 N 1.400 2.640 1.470 3.200 3.150 5.400

SE CIRCA 25% DELLA POP.=0-13 ANNI PERCENTUALE SUL TOTALE

DOC/AB % 0,47 28,0% 0,86 24,0% 0,29 21,0% 0,64 20,0% 0,32 21,0% 0,54 18,0%

FONDO MUSICA E VIDEO N 500 1.980 980 2.560 2.850 4.200

NUMERO DOCUMENTI PER ABITANTE DOC/AB 0,17 0,66 0,20 0,51 0,29 0,42

PERCENTUALE SUL TOTALE (PARTE ADULTI E PARTE BAMBINI)

CIRCA 70-75% MUSICA CIRCA 25-30% VIDEO % N N 10,0% 350 150 18,0% 1.385 595 14,0% 686 294 16,0% 1.792 768 19,0% 1.995 855 14,0% 2.940 1.260 TITOLI PERIODICI N 42 51 75 80 150 160

NUMERO TITOLI OGNI 1.000 ABITANTI TIT/AB 14 17 15 16 15 16

TABELLA 45 – Standard del patrimonio documentario per le biblioteche pubbliche di piccola dimensione in riferimento al bacino di utenza, con indici di dotazione documentaria e percentuali delle quantità del materiali per sezione

8 Un elenco completo degli istituti selezionati per tale ricerca è disponibile sul libro Moscogiuri M., Architettura della biblioteca. Linee guida di programmazione progettuale, Edizioni Sylvestre Bonnard, Milano, 2001

(16)

226 Nel dimensionamento delle collezioni, infatti, non si fa in alcun modo distinzione tra documenti cartacei e digitali, in quanto in un modello così astratto una quantificazione in tal senso sarebbe inutile e fuorviante.

Analogamente, non si è ritenuto utile ai fini di questa trattazione specificare e quantificare alcuni tipi di documenti (spartiti musicali, carte geografiche, poster, materiali didattici, puzzle, giochi di società, giochi elettronici, etc.) o di supporti (microforme, materiali in Braille, audiolibri, materiali stampati a grandi caratteri, etc.) che senza dubbio dovranno esserci in una biblioteca pubblica, ma la cui quantificazione sarebbe stata qui troppo aleatoria e approssimativa. Inoltre le collezioni di musica e video potrebbero sembrare sovradimensionate, ma l’esperienza francese mostra quale impatto questo tipo di documenti possa avere sul pubblico. È evidente che la quantità di audiovisivi dipenderà dalle risorse finanziarie disponibili, ma è anche vero che l’approvvigionamento di documenti musicali e audiovisivi può essere oggi assai più economico di un tempo pensiamo alla amplissima diffusione di CD, DVD e VHS come allegati a periodici e quotidiani, alla possibilità di scaricare da internet filmati e documenti sonori – ovviamente nel rispetto delle leggi di copyright – e alla possibilità di accedere a banche dati o di condividere risorse on-line).

Le collezioni destinate a bambini e ragazzi (0-13 anni) sono dimensionate in modo non proporzionalmente crescente rispetto alla dimensione della biblioteca, da un lato poiché è necessario che anche una piccola biblioteca abbia un fondo per bambini e ragazzi di adeguate dimensioni (anche perché questi utenti fanno riferimento soprattutto agli istituti di base, più vicini a casa), dall’altro perché biblioteche di grandi dimensioni hanno un bacino di utenza di bambini e ragazzi riferito a un territorio comunque piuttosto ristretto.

La tabella 46riporta gli indici e le quantità dei relativi a posti a sedere e attrezzature.

BIBLIOTECA PUBBLICA DI PICCOLA-MEDIA DIMENSIONE

ABITANTI 3.000 5.000 10.000 15.000 20.000

TOTALE POSTI DI LETTURA 48 70 90 93 100

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 16,00 14,00 9,00 6,20 5,00

EMEROTECA 12 16 19 20 21

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 3,84 3,22 1,69 1,30 1,05

ZONA LETTURA E CONSULTAZIONE 19 30 41 43 46

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 6,40 6,02 4,14 2,85 2,30

MUSICA E VIDEO 3 4 5 5 5

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 0,96 0,84 0,45 0,31 0,25

BAMBINI 0-13 14 20 24 26 28

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 1,92 1,62 0,97 0,69 0,56

SALE POLIFUNZIONALI 40 50 60 60 70

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 13,33 10,00 6,00 4,00 3,50

POSTAZIONI PC

CATALOGO 2 3 4 5 7

INTERNET 2 4 5 6 6

MULTIMEDIA - - - 5 5

(17)

227 A questo punto, ripartendo da quest’ultima tabella è possibile individuare un dimensionamento anche nel caso del progetto, facendo riferimento ad un bacino di utenza di 7.000 abitanti.

I dati risultanti sono riportati di seguito.

PATRIMONIO

ABITANTI UNITÀ MISURA

7.000

INIZIALE FINALE

TOTALE DOCUMENTI N 14.000 28.000

NUMERO DOCUMENTI PER ABITANTE DOC/AB 2,0 4,0

DI CUI A SCAFFALE APERTO

PERCENTUALE SUL TOTALE

N % 14.000 100% 21.000 75%

DI CUI A DEPOSITO CHIUSO

PERCENTUALE SUL TOTALE

N % 0 0% 7.000 25% INFORMAZIONE E REFERENCE N 1.400 1.750

NUMERO DOCUMENTI PER ABITANTE

PERCENTUALE SUL TOTALE

DOC/AB % 0,12 10% 0,25 6,25%

FONDO GENERALE ADULTI N 5.800 13.800

NUMERO DOCUMENTI PER ABITANTE

PERCENTUALE SUL TOTALE DOC/AB %

0,83 41,4%

1,96 49,3%

FONDO BAMBINI 0-13 N 2.930 5.050

SE CIRCA 25% DELLA POP.=0-13 ANNI PERCENTUALE SUL TOTALE

DOC/AB % 0,41 21,0% 0,72 18,0%

FONDO MUSICA E VIDEO N 1.900 3.400

NUMERO DOCUMENTI PER ABITANTE DOC/AB 0,27 0,49

PERCENTUALE SUL TOTALE CIRCA 70-75% MUSICA CIRCA 25-30% VIDEO % N N 10,0% 1.730 580 18,0% 2550 850 TITOLI PERIODICI N 105 112

NUMERO TITOLI OGNI 1.000 ABITANTI TITOLI/AB 15 16

(18)

228 POSTI A SEDERE E ATTREZZATURE

ABITANTI 7.000

TOTALE POSTI DI LETTURA 84

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 12,00

EMEROTECA 18

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 2.55

ZONA LETTURA E CONSULTAZIONE 40

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 5,71

MUSICA E VIDEO 5

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 0,65

BAMBINI 0-13 22

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 1,45

SALE POLIFUNZIONALI 56

POSTI OGNI 1.000 ABITANTI 8,00

POSTAZIONI PC

CATALOGO 4

INTERNET 4

TABELLA 48 – Dimensionamento di posti a sedere e attrezzature della biblioteca nel progetto in esame

Definiti il bacino di utenza, la dimensione delle collezioni e il numero di posti, è anche possibile effettuare un calcolo approssimativo della superficie dell’edificio. A tal fine si può fare uso di alcuni parametri standard (dedotti dall’esperienza reale), utilizzandoli per calcolare le superfici da destinare alle diverse funzioni individuate: posti di lettura (diversificati per modalità di consultazione e d’uso), conservazione dei documenti (diversificati per settore e per modalità di stoccaggio), spazi per il personale, spazi di supporto e di servizio, etc.

La superficie calcolata è detta superficie netta programmata (SNP), necessaria allo svolgimento di una data attività o occupata dagli arredi. A essa bisogna aggiungere un coefficiente per tenere conto dei locali di transito, dei disimpegni, dei locali sanitari e di servizio, dei vani tecnici per gli impianti. Nel dimensionamento generale, sulla base degli indici di superficie riferiti al numero di abitanti si aumenta la SNP di un certo tot % per ottenere la superficie lorda programmata (SLP)

È possibile pertanto individuare un dimensionamento della superficie della biblioteca calcolando la SNP (superficie netta programmata) e la SLP (superficie lorda programmata) di ogni unità funzionale e ambientale, mediante l’applicazione dei parametri e dei coefficienti elencati nelle tabelle che seguono.

(19)

229 UNITÀ FUNZIONALE INCREMENTO PER SPAZI DI CIRCOLAZIONE E SERVIZI, IMPIANTI INCREMENTO PER INGOMBRO OPERE MURARIE COEFFICIENTE TOTALE DI INCREMENTO

SPAZI APERTI RISERVATI AL PUBBLICO

(SETTORE DI INGRESSO, SPAZI DI LETTURA,

SPAZI DI RISTORO, ECC.)

20% 10% 32%

MAGAZZINI A SCAFFALE APERTO 12% 10% 23%

MAGAZZINI E DEPOSITO A SCAFFALE

CHIUSO 10% 10% 21%

SALE PER SEMINARI, CONFERENZE,

DIDATTICA 30% 5% 37%

SPAZI PER IL PERSONALE 30% 8% 40%

MEDIA PERCENTUALE 22% 9% 32%

TABELLA 49 – Coefficienti percentuali di incremento della SNP in riferimento all’unità funzionale

SUPERFICIEUNITARIAPERDOCUMENTONELLEVARIEAREEFUNZIONALI

UNITÀ FUNZIONALE UNITÀ DI MISURA S.U. INCREMENTO

%SLP

SETTORE DI INGRESSO mq/volume 0,2220

32%

SEZIONE EMEROTECA NUMERI CORRENTI mq/titolo 0,0808

SEZIONE EMEROTECA NUMERI ARRETRATI mq/titolo 0,0028

SEZIONE BAMBINI mq/volume 0,0125

SEZIONE ADOLESCENTI mq/volume 0,0115

SEZIONE REFERENCE mq/volume 0,0250

SEZIONE MUSICA E VIDEO mq/cd 0,0083

mq/dvd 0,0125

SALA LETTURA CON SCAFFALI APERTI mq/volume 0,0100

SEZIONI SPECIALI mq/volume 0,0091

MAGAZZINO APERTO A BASSA DENSITÀ mq/volume 0,0063

23%

MAGAZZINO APERTO AD ALTA DENSITÀ mq/volume 0,0056

MAGAZZINO CHIUSO A BASSA DENSITÀ mq/volume 0,0042

MAGAZZINO CHIUSO AD ALTA DENSITÀ mq/volume 0,0037

MAGAZZINO COMPATTO. mq/volume 0,0022 21%

(20)

230 SUPERFICIE UNITARIA PER POSTAZIONE

UNITÀ FUNZIONALE SPECIFICHE UNITÀ DI

MISURA S.U.

INCREMENTO

%SLP SEZIONE CONSULTAZIONE ADULTI

LETTURA A TAVOLO tavoli da 1-4 mq/cad 2,25

32% tavoli da 6-8 mq/cad 1,80

tavoli tondi 4 mq/cad 1,80

POSTAZIONE DI STUDIO A TAVOLO tavoli da 1-4 mq/cad 2,70

tavoli da 6-8 mq/cad 2,30 POSTAZIONI DI STUDIO CON PC tavoli da 1-4 mq/cad 3,00 tavoli da 6-8 mq/cad 2,70

POSTAZIONE DI RICERCA CON PC in batteria mq/cad 2,20

FONO E VIDEO POSTAZIONI mq/post mq/cad 3,50

POST.CON PC IN PIEDI mq/post mq/cad 2,80

POST.A LETTURA INFORMALE min densità mq/cad 3,50

max densità mq/cad 3,00-3,20

SALETTE DI LAVORO mq/post mq/cad 2,00-3,00

SPAZIO BAMBINI

LETTURA AL TAVOLO tavoli da 1-4 mq/cad 2,25

32% tavoli tondi 4 mq/cad 1,80

POST.STUDIO CON PC tavoli da 1-4 mq/cad 2,50

tavoli da 6-8 mq/cad 2,25

FONO E VIDEO POSTAZIONI mq/post mq/cad 3,50

POST.A LETTURA INFORMALE mq/post mq/cad 3,00

SALETTE DI LAVORO mq/post mq/cad 2,00

DRAMMA E PROIEZIONI mq/bambino mq/cad 1,30

GIOCO DI GRUPPO mq/bambino mq/cad 2,10

ATTIVITÀ MANUALI O ARTISTICHE mq/bambino mq/cad 2,00

TABELLA 51 – Superficie unitaria (S.U.) per il dimensionamento degli spazi di consultazione

SUPERFICIE UNITARIA PER UTENTE NEGLI SPAZI DI SERVIZIO AL PUBBLICO

TIPO DI SPAZIO O DI ATTREZZATURA SPECIFICHE UNITÀ MISURA S.U. INCREMENTO %SLP

CIRCOLAZIONE IN SPAZIO PUBBLICO

ESTERNO mq /persona mq/cad 0,70

32%

SOSTA IN SPAZIO PUBBLICO mq /persona mq/cad 1,10

ARMADIETTI, BORSE, ZAINI, ECC. mq /

armadietto mq/cad 0,083

ARMADI E GUARDAROBA PER CAPI DI ABBIGLIAMENTO

mq /

armadietto mq/cad 0,33

POSTAZIONI PRESTITO SELF SERVICE mq /

postazione mq/cad 5,00

POSTAZIONE FOTOCOPIATRICE mq

/postazione mq/cad 6,00

(21)

231 SUPERFICIE UNITARIA PER ADDETTO NEGLI SPAZI DEL PERSONALE

TIPO DI SPAZIO O DI ATTREZZATURA SPECIFICHE UNITÀ MISURA S.U. INCREMENTO %SLP POSTAZIONE AL BANCO INFORMAZIONI mq/ addetto mq/cad 6,00-8,00

32%

POSTAZIONE AL BANCO PRESTITO mq / addetto mq/cad 8,00-12,00

DEPOSITO TEMPORANEO BANCO PRESTITO 140 vol/mq mq/cad 0,0071

POSTAZIONE DI LAVORO IN UFFICIO mq / addetto mq/cad 15,00 40%

SALA RIUNIONI mq / posto mq/cad 2,00 37%

TABELLA 53 – Superficie unitaria (S.U.) per il dimensionamento degli spazi di lavoro del personale

SUPERFICIE UNITARIA PER PERSONA NEGLI SPAZI POLIVALENTI PER SPETTACOLO

TIPO DI SPAZIO O DI ATTREZZATURA SPECIFICHE UNITÀ MISURA S.U. INCREMENTO %SLP

SALE DA 25 A 150 POSTI mq per posto mq/cad 1,5

37%

STOCCAGGIO SEDIE E MATERIALI mq per posto mq/cad 0,40-0,60

SALE DA 300-500 POSTI mq per posto mq/cad 1,2

SALE OLTRE 500 POSTI mq per posto mq/cad 1,00-1,10

FOYER mq per posto mq/cad 0,4

SALE INFORMATIZZATE PER LA

DIDATTICA mq per posto mq/cad 2,7

TABELLA 54 – Superficie unitaria (S.U.) per il dimensionamento degli spazi di nelle sale polivalenti e di spettacolo Nella tabella sottostante viene riportato il calcolo effettuato in fase preliminare del progetto che si sta portando avanti. Chiaramente si tratta di un calcolo teorico che serve come base di partenza e non come vincolo alla progettazione, in quanto nella soluzione finale della proposta di progetto si è tenuto conto delle specifiche esigenze dei cittadini già enunciate e della mancanza di altre strutture culturali in tutta l’area che racchiude il bacino di utenza, nonché delle geometrie spaziali derivate dal processo creativo architettonico.

DIMENSIONAMENTO BIBLIOTECA SECONDO GLI STANDARD

SPECIFICHE NUMERO S.U. SNP(mq) INC.SNP SLP

(mq) SETTORE DI INGRESSO

ATRIO

SPAZIO DI CIRCOLAZIONE persone max

affollamento 30 0,70 21,0 32% 27,7

SPAZI DI SOSTA 1/3 persone max

affollamento 15 1,10 16,5 32% 21,8

ARMADIETTI 35% sedute 30 0,22 6,6 32% 8,7

SPAZI PER RICEVIMENTO

GRUPPI almeno 15/20 posti 15 1,00 15,0 32% 19,8

ARMADIETTI 30/40 % posti a

sedere 40 0,08 3,3 32% 4,4

CONSULTAZIONE INTERNET E

OPAC post. PC 2 2,80 5,6 32% 7,4

INFORMAZIONI bacheca isola o

muro 2 2,00 4,0 32% 5,3

BANCO INFORMAZIONI n. addetti 1 7,00 7,0 32% 9,2

BANCO PRESTITO n. addetti 1 10,00 10,0 32% 13,2

(22)

232 NOVITA ATTUALITA

ESPOSIZIONE VOLUMI volumi 550 0,022 12,1 32% 16,0

CONSULTAZIONE

ASISTEMATICA sedute informali 8 3,50 28,0 32% 37,0

CONSULTAZIONE INTERNET Post. PC in piedi 0 2,80 0,0 32% 0,0

EMEROTECA

ESPOSIZIONE VOLUMI titoli 120 0,10 12,0 32% 15,8

CONSULTAZIONE

ASISTEMATICA sedute informali 8 3,50 28,0 32% 37,0

CONSULTAZIONE

ASISTEMATICA seduta al tavolo 6 1,80 10,8 32% 14,3

CONSULTAZIONE VELOCE

INTERNET post. PC in piedi 1 2,80 2,8 32% 3,7

CONSULTAZIONE VELOCE

INTERNET post. PC al tavolo 1 2,20 2,2 32% 2,9

TEMI DI INTERESSE

ESPOSIZIONE VOLUMI volumi 350 0,022 7,7 32% 10,2

LETTURA E CONSULTAZIONE

ASISTEMATICA sedute informali 6 3,50 21,0 32% 27,7

LETTURA E CONSULTAZIONE

ASISTEMATICA seduta al tavolo 0 1,80 0,0 32% 0,0

INFO DI COMUNITA'

ESPOSIZIONE VOLUMI volumi 250 0,025 6,3 32% 8,3

LETTURA E CONSULTAZIONE

ASISTEMATICA sedute informali 4 3,50 14,0 32% 18,5

LETTURA E CONSULTAZIONE

ASISTEMATICA seduta al tavolo 4 1,80 7,2 32% 9,5

INTERNET E SERVIZI ON-LINE post. PC in piedi 0 2,80 0,0 32% 0,0

INTERNET E SERVIZI ON-LINE post. PC al tavolo 0 2,20 0,0 32% 0,0

SUB TOT 241,4 SUB TOT 318,7 SEZIONE BAMBINI RAGAZZI E ADULTI

0-2 ANNI

DEPOSITO CARROZZINE numero bambini 5 0,45 2,3 32% 3,0

GIOCO E ANIMAZIONE numero bambini 5 3,50 17,5 32% 23,1

SEDUTE PER GENITORI 50% numero

bambini 6 3,50 21,0 32% 27,7

ESPOSIZIONE VOLUMI titoli 330 0,01 4,1 32% 5,4

3-5 ANNI

CONSULTAZIONE sedute informali 6 3,00 18,0 32% 23,8

CONSULTAZIONE seduta al tavolo 2 1,80 3,6 32% 4,8

SEDUTE PER GENITORI 50% n. bambini 3 3,50 10,5 32% 13,9

ESPOSIZIONE VOLUMI titoli 1.300 0,0125 16,3 32% 21,5

6-13 ANNI

LETTURA E CONSULTAZIONE sedute informali 6 3,00 18,0 32% 23,8

LETTURA E CONSULTAZIONE seduta al tavolo 8 2,25 18,0 32% 23,8

ESPOSIZIONE VOLUMI volumi 2.400 0,0125 30,0 32% 39,6

ESPOSIZIONE VOL MUSICA E

VIDEO volumi 300 0,0125 3,8 32% 5,0

CONSULTAZIONE DOC

DIGITALI posti al tavolo PC 2 2,50 5,0 32% 6,6

CONSULTAZIONE MUSICA E SUONO

postazioni

(23)

233 ATTIVITA DI GRUPPO

ATTIVITÀ E PROIEZIONI posti (almeno

15-20) 40 1,30 52,0 37% 71,2

ATTIVITÀ E GIOCO DI GRUPPO

posti (almeno

15-20) 15 2,10 31,5 37% 43,2

ATTIVITÀ MANUALI E ARTE posti (almeno

15-20) 15 2,00 30,0 37% 41,1

SUB TOT 295,5 SUB TOT 395,7 SEZIONE REFERENCE

BANCONE REFERENCE numero addetti 2 10,00 20,0 32% 26,4

SPAZI LAVORO BACK-OFFICE numero addetti 2 15,00 30,0 40% 42,0

ESPOSIZIONE VOLUMI Volumi 1.500 0,025 37,5 32% 49,5

RICERCA DA OPAC posti al tavolo PC 2 2,20 4,4 32% 5,8

CONSULTAZIONE DOC

DIGITALI posti al tavolo PC 2 3,00 6,0 32% 7,9

CONSULTAZIONE posti al tavolo 4 2,25 9,0 32% 11,9

STUDIO Carrel 0 4,80 0,0 32% 0,0

SUB TOT 106,9 SUB TOT 143,5 SEZIONE MUSICA E SPETTACOLO

BANCONE PRESTITO E REGIA numero addetti 1 10,00 10,0 32% 13,2

SPAZI DI LAVORO BACK

-OFFICE n. addetti al banco 1 15,00 15,0 40% 21,0

ESPOSIZIONE DOC numero doc 2.000 0,0085 17,0 32% 22,4

CONS.AUDIO-VIDEO numero doc 6 3,50 21,0 32% 27,7

SUB TOT 63,0 SUB TOT 84,4

SEZIONI TEMATICHE (Biblioteca vera e propria)

BANCONE numero addetti 1 10,00 10,0 32% 13,2

SPAZI DI LAVORO BACK

-OFFICE n. addetti al banco 0 15,00 0,0 40% 0,0

ESPOSIZIONE VOLUMI

LETTURA volumi libera lettura 1.500 0,01 15,0 32% 19,8

RICERCA DA OPAC post. PC in piedi 0 2,80 0,0 32% 0,0

CONSULTAZIONE DOC

DIGITALI posti al tavolo PC 6 3,00 18,0 32% 23,8

LETTURA sedute informali 6 3,50 21,0 32% 27,7

LETTURA seduta al tavolo 14 2,25 31,5 32% 41,6

STUDIO posti al tavolo 16 2,70 43,2 32% 57,0

STUDIO Carrel 0 4,80 0,0 32% 0,0

SALETTE PER GRUPPI

(STUDIO) numero posti 32 2,00 64,0 37% 87,7

ESP. DOC SUPPORTO OTTICO numero doc 300 0,0085 2,6 32% 3,4

MAGAZZINO A SCAFFALE

APERTO volumi libera lettura 12.000 0,0065 78,0 23% 95,9

ESPOSIZIONE PERIODICI E

GIORNALI Numeri 20.000 0,0025 50,0 23% 61,5

SUB TOT 333,3 SUB TOT 431,6 MAGAZZINO A SCAFFALE CHIUSO

MAGAZZINO A SCAFFALE

CHIUSO Vol. non accessibili 5000 0,0045 22,5 21% 27,2

SPAZI DI STUDIO Eventuale 0 5,00 0,0 21% 0,0

DEPOSITO COMPATTO Vol. non accessibili 0 0,0022 0,0 21% 0,0

(24)

234 SERVIZI INTERNI

UFFICI PERSONALE n. addetti 3 15,00 45,0 40% 63,0

UFFICI DIREZIONALI n. addetti 1 25,00 25,0 40% 35,0

SPAZI RELAX n. addetti 6 2,20 13,2 40% 18,5

SALE RIUNIONI n. posti sala 8 2,00 16,0 40% 22,4

LAB E UFFICI TECNICI n. addetti 1 15,00 15,0 40% 21,0

SUB TOT 114,2 SUB TOT 159,9 CENTRO STAMPA

COPISTERIA E STAMPA fotocopiatrici/

plotter 4 7,00 28,0 32% 37,0

BANCHI LAVORO numero 2 5,00 10,0 32% 13,2

MAGAZZINO numero 1 10,00 10,0 32% 13,2

BANCONE numero addetti 1 8,00 8,0 32% 10,6

LIBRERIA/ATTIVITÀ

COMMERCIALI n attività 1 25,00 25,0 32% 33,0

SUB TOT 81,0 SUB TOT 106,9 CAFFETTERIA

BANCONE n. addetti 2 8,00 16,0 32% 21,1

LOCALI DI PREPARAZIONE minimo 9 mq 1,5 9,80 14,7 23% 18,1

SPAZI DI CONSUMAZIONE posti al tavolo 30 1,50 45,0 37% 61,7

SUB TOT 75,7 SUB TOT 100,9 SPAZI ATTIVITA DIDATTICHE E CULTURALI

SALE DID.FINO A 150 POSTI posti 56 1,20 67,2 37% 92,1

STOCCAGGIO MATERIALE posti 56 0,45 25,2 37% 34,5

FOYER posti 56 0,40 22,4 37% 30,7

SPAZI POLIVALENTI variabile 0,5 70,00 35,0 32% 46,2

SUB TOT 149,8 SUB TOT 203,5

TABELLA 55 – Dimensionamento dei vari settori della biblioteca

Sommando tutte le singole voci sopra elencate si ottiene che sono necessari circa 1500 mq di superficie programmata netta (1485,3 mq) ed equivalentemente circa 2000 mq di superficie lorda programmata (1982.2 mq). Nel progetto finale i valori che si ottengono non sono esattamente questi, ma risultano maggiori (variazioni dal 5 al 25%) anche in virtù della particolare conformazione geometrica spaziale delle singole aree, dell’articolazione dei percorsi interni e di alcune attività aggiuntive che qui non sono rientrate nel calcolo.

Per quanto riguarda i musei invece il discorso è molto più semplice perché tali strutture non sono necessariamente correlabili ed attribuibili al diretto servizio della popolazione residente, anzi, in non pochi casi possono costituire elementi di richiamo e attrattiva anche per i turisti o per persone che non vivono necessariamente nelle vicinanze.

Si deve inoltre distinguere tra musei che espongono solo collezioni stabili, e quelli che invece ospitano anche (o solo) collezioni temporanee. Nei primi infatti la frequentazione è generalmente distribuita, mentre nei secondi si possono manifestare punte di frequenza anche molto accentuate. In questa fase del progetto architettonico si cerca comunque di individuare le caratteristiche del museo e di stimare la punta normale di visitatori.

(25)

235 In funzione dell’utenze o più spesso del materiale museale non ha molto significato dare delle soglie dimensionali e difatti anche la letteratura internazionale non fornisce riferimenti interessanti in merito.

Quello che conta comunque è comprendere le potenzialità del luogo e del servizio offerto.

Nel progetto del polo culturale è stato perciò scelto di creare una struttura dimensionalmente simile rispetto al corpo della biblioteca, anche se ridotta in volume, in grado di ospitare le collezioni esposte e dando notevole importanza e spazio a tutte quelle attività parallele (laboratori, sale didattiche, spazi polivalenti) che fungono da attrattiva ulteriore.

1.4–PARADIGMI PROGETTUALI

Per quanto riguarda l’aspetto estetico è stato molto utile individuare alcuni paradigmi essenziali da analizzare e riproporre in chiave critica nel progetto stesso. Da questa analisi derivano molte delle scelte fatte nella definizione dei volumi e delle caratteristiche estetiche del centro culturale.

La continuità con il contesto ambientale – Il lotto è già stato descritto in merito alla situazione dei suoi abitanti limitrofi, ma da un punto di vista estetico è stata fondamentale la scelta di inserirsi in continuità con il contesto urbano di riferimento, anche per creare un maggiore senso di appartenenza al luogo ed al quartiere, in modo tale che chi ne usufruirà un giorno, abbia un impatto meno deciso e si senta scoraggiato dall’entrare nel centro culturale.

Inoltre è di fondamentale importanza lo studio del sito per tenere di conto delle condizioni climatiche e si soleggiamento durante le varie stagioni, e di conseguenza per posizionare i vari ambienti all’interno della struttura progettata, anche in un ottica di risparmio energetico, che oggi non può non esser presa in considerazione.

(26)

236 La piazza e la piazza coperta – La piazza in una città ha da sempre rappresentano il luogo privilegiato per lo studio dello sviluppo urbano di un determinato centro, non solamente dal punto di vista urbanistico ma anche da quello economico, sociale, funzionale e rituale. Storicamente infatti la piazza è definibile come uno spazio d’uso pubblico e di significativa qualità architettonica e urbanistica, centro di convergenza o baricentro di un determinato territorio urbano. La piazza centrale o il sistema di piazze che costituiscono il cuore della città costituisce di per sé il luogo prescelto della rappresentazione della centralità della presenza delle pubbliche istituzioni, civili e religiose, perché è delimitata dai principali monumenti cittadini in cui si incarnano le più significative memorie storiche e ogni privilegiata funzione pubblica. La piazza è luogo di riunioni, di spettacoli, di prediche, di cerimonie, di processioni, nonché il luogo dello scambio, del contatto della comunità con il mondo esterno, dell’informazione in quanto simbolo materializzato della storia pubblica di quella comunità. Pertanto, dal punto di vista culturale, storico e scientifico, una piazza costituisce lo spazio formale della comunità insediata, il nucleo spaziale ove si realizza l’intersezione di storia, movimenti culturali, tendenze artistiche, cultura materiale, immaginazione collettiva e consuetudini comportamentali.

Ecco perché non si può prescindere anche in questo caso dalla scelta della piazza come punto focale da cui partire per rivalorizzare un intera area insediativa. Non si parla infatti più di un singolo edificio, ma di una intera realtà urbana e la piazza continua ad essere la principale struttura.

Richiamando qualche esempio recente si pensi al Centre Pompidou a Parigi realizzato da Piano e Rogers, o alla riqualificazione di Potsdamer Platz a Berlino o ancora alla Solar City di Linz (Austria).In ciascuno di questi casi la piazza è stato il fulcro del processo creativo e riqualificativo del tessuto urbano.

A Parigi una piazza non molto grande e del tutto anonima è stata completamente rivalorizzata, a Berlino invece un luogo devastato dalla guerra e drammaticamente segnato dall'erezione del Muro, ha costituito negli anni novanta il più ambizioso progetto urbano della città riunificata ed attualmente è centro di un nuovo quartiere residenziale, direzionale e commerciale, costituisce un eccezionale richiamo turistico e simboleggia la nuova Berlino. Infine a Linz, l’operazione è stata per certi versi ancora più estrema. La volontà era quella di creare un caso di eccellenza dal punto di vista della sostenibilità sociale ed ambientale e realizzare un insediamento di elevata qualità abitativa per 3000 abitanti. Anche in questo caso, per dare identità all’intero complesso abitativo è stato scelto di svilupparlo attorno ad una piazza centrale.

FIGURA 79 – Da sinistra a destra: Vista della Solar City di Linz; Potsdamer Platz a Berlino con evidenziato il ruolo accentrante della piazza; Centre G. Pompidou a Parigi: la piazza è in stretto rapporto con l’edificio

L’altro elemento sempre relativo alla piazza, anche se di caratura inferiore è la scelta di proporre una copertura leggera che consenta di usufruire degli spazi sottostanti anche in caso di condizioni metereologiche avverse. Inoltre uno spazio così delimitato può fungere anche da tramite per collegare due o più edifici limitrofi e generare una maggiore connessione funzionale tra gli stessi.

(27)

237 Gli esempi in questo caso sono innumerevoli, ma riprendendo quando inserito nelle tavole grafiche, si nominano a titolo dimostrativo la copertura dello Smithsonian Institution progettato da Foster a Washington (USA) o la copertura trasparente di Piano per la Banca Popolare di Lodi.

FIGURA 80 – Smithsonian Institution a Washington (Norman Foster), particolare della corte coperta; Banca Popilare di Lodi (Renzo Piano) con evidenziata la copertura trasparente dello spazio centrale

Il verde e la natura – Altro elemento catalizzatore delle scelte progettuali è quello che prevede l’utilizzo del verde e della natura per modellare non solo gli spazi esterni, ma anche quelli interni. Progettare con la natura comporta tutta una serie di elementi funzionali a cui non si può rinunciare. Numerose, e tutte ugualmente importanti, sono infatti le funzioni svolte dal verde urbano:

- Funzione ecologico-ambientale – il verde, anche all’interno delle aree urbane, costituisce

un fondamentale elemento di presenza ecologica ed ambientale, che contribuisce in modo sostanziale a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti prodotti dalla presenza delle edificazioni e dalle attività dell’uomo. Fra l’altro la presenza del verde contribuisce a regolare gli effetti del microclima attraverso l’aumento dell’evapotraspirazione, regimando così i picchi termici estivi con una sorta di effetto di “condizionamento” naturale dell’aria.

- Funzione sanitaria – in certe aree urbane, in particolare vicino agli ospedali (ma non

necessariamente solo in quel caso), la presenza del verde contribuisce alla creazione di un ambiente che può favorire la convalescenza dei degenti, sia per la presenza di essenze aromatiche e balsamiche, sia per l’effetto di mitigazione del microclima, sia anche per l’effetto psicologico prodotto dalla vista riposante di un’area verde ben curata.

- Funzione protettiva – il verde può fornire un importante effetto di protezione e di tutela del

territorio in aree degradate o sensibili (argini di fiumi, scarpate, zone con pericolo di frana, ecc), e viceversa la sua rimozione può in certi casi produrre effetti sensibili di degrado e dissesto territoriale.

- Funzione sociale e ricreativa – la presenza di parchi, giardini, viali e piazze alberate o comunque dotate di arredo verde consente di soddisfare un’importante esigenza ricreativa e sociale e di fornire un fondamentale servizio alla collettività, rendendo più vivibile e a dimensione degli uomini e delle famiglie una città. Inoltre la gestione del verde può consentire la formazione di professionalità specifiche e favorire la formazione di posti di lavoro.

- Funzione igienica – le aree verdi svolgono una importante funzione psicologica ed umorale

per le persone che ne fruiscono, contribuendo al benessere psicologico ed all'equilibrio mentale. Percepire il ritmo del tempo e cogliere la mutevolezza delle stagioni è sempre un qualcosa di positivo, rispetto a stare richiusi in spazi del tutto anonimi nei quali ci si sente fuori dallo spazio e dal tempo.

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