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Artisti dagli effetti speciali

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Academic year: 2022

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NOI

“Il Giornale dall’edizione speciale”pers

Artisti dagli effetti speciali

Numero 3 – Dicembre 2017

Ed eccoci qua, catapultati nel Natale anima e corpo!!!

In occasione di questa Santa festa Noi, “artisti dagli effetti speciali”, non potevamo mancare all’appuntamento ed immergerci con grande gioia e trepidazione nella tradizionale atmosfera natalizia.

L’evento ha visto la preparazione, oltre che dell’albero e degli addobbi per il Natale, di una serie di lavoretti artistici realizzati dagli alunni in collaborazione con i docenti nonché di elaborati grafici e pittorici che hanno testimoniato il talento artistico dei ragazzi che si sono immersi anche visivamente nella magia del Natale, ricreando incantevoli atmosfere con magici folletti e simpatici “Babbo Natale”.

Il lavoro di gruppo ha creato tra gli allievi un legame più intenso e generato un forte senso di appartenenza alla scuola, ha rafforzato lo spirito collaborativo ed i sentimenti di solidarietà e tolleranza.

Le manine “costruite” minuziosamente dagli alunni ci ricordano quello che tutti sanno: le mani parlano, perché noi non dialoghiamo solo con le parole, ma anche con il corpo. Con le mani ci presentiamo: comunichiamo, diciamo come ci sentiamo, cosa si muove dentro di noi. Le mani esprimono la nostra interiorità... ma non solo. Sono capaci di esprimere anche molto di più dando vita a un linguaggio speciale. Questo, però, non tutti lo sanno. Le nostre mani hanno voluto esprimere simboli, veri e propri messaggi cifrati;

sono state il linguaggio segreto della nostra unicità e specialità.

L’apertura inaugurale dei festeggiamenti è avvenuta nella nostra bellissima sala da parte della Dirigente Scolastica, Prof.ssa Rosanna ROSA che, alla presenza degli studenti dell’Istituto, dei docenti, del personale ATA che hanno collaborato con passione ed entusiasmo alla realizzazione dell’evento, ha elogiato il lavoro svolto e, con grande affetto ed emozione, ha preso parte alla magica festa del NATALE.

La Redazione.

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2 L’origine dell’albero di Natale va

ricercata in antichissimi usi, tipici di varie culture, di decorare i vari Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, e animaletti votivi.Si credeva, poi, che le luci che li illuminavano, corrispondessero alle anime.

La storia ci ha consegnato Alberi cosmici con simboli del Sole, della Luna, dei Pianeti e delle stelle ed, in particolare, l'abete era sacro a Odino, potente dio dei Germani.

L'abitudine di decorare alcuni alberi sempreverdi era diffusa già tra i Celti durante le celebrazioni relative al solstizio d'inverno.

Presso i Vichinghi dell'estremo Nord dell'Europa, per esempio, dove il sole “spariva” per

settimane nel pieno dell'inverno, nella settimana precedente e successiva al giorno con la notte più lunga, si officiavano le solennità per auspicare il ritorno del sole e si credeva che l'abete rosso fosse in grado di esprimere poteri magici, poiché non perdeva le foglie nemmeno nei geli

dell'inverno: alberi di abete venivano tagliati e portati a casa, decorati con frutti, ricordando la fertilità che la primavera avrebbe ridato agli alberi.

I Romani, invece, usavano

decorare le loro case con rami di pino durante le Calende di Gennaio.

Con l'avvento del Cristianesimo l'uso dell'albero di Natale si affermò anche nelle tradizioni cristiane, anche se la Chiesa delle origini ne vietò l'uso sostituendolo con l'agrifoglio, per simboleggiare con le spine la corona di Cristo e con le bacche le gocce di sangue che escono dal capo.

Nel Medioevo ,oltre a significare la potenza offerta alla natura da Dio, l'albero divenne simbolo di Cristo, inteso come linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come un giardino voluto da Dio sulla terra.

Nella Bibbia il simbolo

dell'albero è peraltro presente più volte e con più significati, a cominciare dall'Albero della vita posto al centro del paradiso terrestre, per arrivare all'albero della Croce.

L'albero natalizio ha una valenza cosmica che lo collega alla rinascita della vita dopo l'inverno e al ritorno della fertilità della natura. L'albero cosmico o albero della vita è stato anche associato alla figura salvifica di Cristo e alla croce della Redenzione, fatta appunto di legno. Secondo una pia leggenda, il legno della

croce sarebbe stato ricavato da un ramoscello dell'Albero della Vita del Paradiso Terrestre che l'Arcangelo Michele avrebbe donato a Set per portare conforto al padre Adamo moribondo.

L'abete, sin dall'epoca egizia è stato posto in relazione con la nascita del dio di Biblo, dai Greci fu consacrato ad Artemide, protettrice delle nascite e sempre dai Greci era ritenuto simbolo della rinascita rappresentata dal nuovo anno. Sarà poi venerato dai popoli dell'Asia settentrionale e, in particolare, dai Celti e dai Germani che lo associavano alla nascita del fanciullo divino e a sua volta alla festività del solstizio invernale. Per il Cristianesimo l'abete diventò simbolo di Cristo e della sua immortalità.

Durante il pontificato di Giovanni Paolo II, nasce la tradizione di allestire un grande albero di Natale nel luogo cuore del Cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma. D'altronde un'interpretazione allegorica fornita dai cattolici spiega l'uso di addobbare l'albero come una celebrazione del legno (bois, in francese è sia inteso come

"albero" sia come "legno") in ricordo della Croce che ha redento il mondo.

Prof.ssa Ida Ferrentino e alunni III T.

L’Albero di Natale…nella storia

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3 La tradizione dei roccocò si fa

risalire al 1320, anno in cui furono preparati per la prima volta dalle monache del Real Convento della Maddalena a Napoli nella prima domenica d’Avvento. Questi prodotti si presentano piuttosto duri e per questo motivo si usa intingerli nel vino rosso o in un bicchierino di marsala o di vermouth, oppure in un calice di spumante o anche in uno di bianco secco. Sono dolci ricchi di buon cioccolato che lasciano un sapore unico in bocca, ma un consiglio carissimi lettori golosi: Occhio ai denti!!!

Simili ai roccocò, i susamielli (o sesamielli) sono biscotti un po’più morbidi a forma di “S”; vengono preparati con farina, noci tritate e miele, aromatizzati con cannella, pepe, noce moscata e ricoperti con semi di sesamo, da cui il nome.

Sono dolci morbidissimi e spesso vengono decorati con piccoli e

gustosi confettini di vari gusti.

Sono dolci dal nome strano che incuriosiscono i golosi sia giovani sia gli anziani.

Le sapienze sono una variante di forma ellittica dei susamielli, ricoperte con mandorle intere e preparate dalle Clarisse nel convento di Santa Maria della Sapienza. Come si suol dire i dolci sono un'arte divina senza non sarebbe Natale.

Gli struffoli con la collaborazione attiva e allegra di bambini curiosi, di tutte le donne della famiglia e di qualche uomo dotato di pazienza e di buona volontà. Ciascun membro della famiglia dà il suo contributo alla preparazione di queste deliziose e croccanti palline, simili nell’aspetto ma non nel sapore a piccolissimi bignè.

L’origine del nome greco, στρόγγυλος, stróngylos

(arrotondato), richiama alla loro forma: gli struffoli, infatti, altro

non sono che delle “palline” fritte, ottenute da un impasto di uova e farina, tenute insieme dal miele e da una manciata di canditi e di confettini multicolori, i diavolilli.Secondo la ricetta, tramandata di generazione in generazione (la ricetta qui di seguito riportata, è quella di mia nonna paterna), l’impasto deve essere preparato con farina, uova, burro, limone grattugiato, vaniglia;

deve essere lavorato a lungo per poi essere tagliato prima in bastoncini poi in pezzetti piccoli, modellati a forma di palline di circa un centimetro di diametro che vanno fritte velocemente in olio d’oliva e poi miscelate al miele.

Il composto finale va poi plasmato con le mani dando la forma

preferita, adagiato su un vassoio e guarnito con pezzetti di frutta, zucca candita e tantissimi confetti colorati.

La Redazione.

Dolcezze natalizie: “Storia, tradizioni e gusto”

La ricetta di Natale…gli struffoli

Nel caso voleste divertirvi a gli struffoli presentiamo la ricetta tradizionale degli struffoli:

Ingredienti

• 3 uova intere

• 1 tuorlo

• 350 g di farina 0

• 40 g di zucchero

• 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva

• un bicchierino di anice o limoncello

• la buccia grattugiata di 1 limone non trattato

• una punta di cucchiaino di sale fino

• 250 g di miele millefiori

• una punta di cucchiaino di bicarbonato

• 50 g di burro

• 1 bustina di confettini bianchi e argentati

• 100 g di cedro e scorzette d’arancio candite

• 100 g di dadini di zucca candita (cocozzata)

• diavolilli q.b

Aspetti nutrizionali

Per quanto riguarda i principali nutrienti e l’energia, 100 g di struffoli contengono:

• Lipidi 11,11 g

• Glucidi 58,2 g

• Protidi 7,21 g

• Calorie 500 Kcal

Un Buon Natale a tutti ! Prof. Di Florio e alunni III D&F

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4 Nel 1982 nasce a Melbourne Nick

Vujicic, un uomo senza braccia e senza gambe a causa della tetramelia, una rara malattia genetica. Possiede solo due piccoli piedi, uno dei quali è provvisto di due dita. Le persone quando lo vedono restano sbigottite, lui oggi risponde ai loro sguardi

amorevolmente, quasi divertito.

Inizialmente però la sua vita non è stata facile, anzi ha dovuto attraversare un vero e proprio percorso dantesco, fatto di prove e ostacoli infernali, per poter poi approdare ad una vita serena e ricca di soddisfazioni. Da

ragazzino poneva tante domande sul perché della sua condizione, ma né genitori né medici sapevano rispondere. Nemmeno Dio, a cui tanto rabbiosamente si rivolgeva, rispondeva. . A otto anni nella sua mente si ripeteva sempre : “non potrò sposarmi, non potrò lavorare, non potrò ave uno scopo nella vita.

Che marito potrò essere se non posso tenere nemmeno la mano di mia moglie?!”. Nella sua gioventù ha dovuto patire anche numerosi atti di bullismo.La sua esistenza era diventata per lui così dolorosa che tentò perfino il suicidio, dal quale all'ultimo momento desistette, pensando al dolore che avrebbe causato ai suoi eroici genitori che tanto lo

amavano. Il suo atteggiamento verso la vita cambiò quando sua

madre gli lesse un articolo di un uomo che soffriva di una grave disabilità e che, nonostante i suoi limiti, conduceva una propria vita alla quale con il tempo si era adattato. Allora Nick comprese di non essere il solo a vivere con grandi difficoltà, cominciò a capire quanto fosse bella ed importante la vita. Così smise di prendersela con Dio per quello che non aveva, iniziò a ringraziarlo e ad essere grato per quello che aveva; la fede e la lettura dei vangeli divennero per lui fari nella notte, trovò in Dio le sue agognate risposte. La

mamma un giorno gli disse: “Nick non so come e quando ma Dio ti utilizzerà per i suoi scopi”. Da allora Nick imparò ad accettarsi, comprese che il suo esempio poteva essere fonte di ispirazione per molti. Così a 17 anni fondò un’organizzazione no-profit e a soli 21 anni Nick conseguì una doppia laurea in Ragioneria e Promozione finanziaria. Ha poi cominciato a viaggiare come speaker

motivazionale, tiene regolarmente discorsi sulla fede e sulla speranza, grazie alle quali è riuscito a liberarsi dal peso emotivo legato alla sua disabilità.

Per Nick tutti noi attraversiamo delle tempeste nella vita, e spesso non sappiamo quanto dureranno, e se riusciremo a superarle. Occorre necessariamente trovare la forza per non scoraggiarsi, avere tanta pazienza, e superare quell'idea malsana di non valere niente. Ci sono eventi e circostanze che succedono, che non capiamo, che sono al di fuori del controllo dell’uomo, che non possiamo cambiare e con le quali dobbiamo ciononostante convivere. La scelta è : arrendersi o andare avanti. In

ogni accadimento o circostanza, vi è sempre sotteso un progetto divino, bisogna avere la forza di accettarlo, anche se appare di primo acchito imperscrutabile.

Grazie alla sua caparbietà, ai suoi sforzi, e alla sua volontà, Nick riesce a svolgere molte delle sue attività quotidiane (guidare la sedia a rotelle, telefonare, scrivere, usare il pc, nuotare e molto altro).Vuole dimostrare che nonostante le disabilità,

nonostante i numerosi problemi, se si vuole si può comunque vivere pienamente questa vita che lui ora tanto ama e apprezza. Riguardo ad una sua eventuale compagna diceva nelle sue conferenze: “anche se non potrò mai tenere le mani di mia moglie, quando e se arriverà il momento saprò tenere il suo cuore…, e per questo non avrò bisogno delle mani”. E Nick non si è arreso, oltre a tenere conferenze in tutto il mondo, scrive

libri,produce video su yuotube, è stato attore anche in un film, e ha trovato perfino la donna del suo cuore, una bella ragazza con cui nel febbraio del 2012 si è sposato in California. E forse la notizia più bella : è diventato padre di due bellissimi bambini. Ultimamente è stato anche in Italia. Un plauso a questo coraggioso uomo,

veramente straordinario.

Prof. P. Pepe

Alla scoperta di un uomo straordinario

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