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Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche Corso di Scienza delle Finanze per studenti del 2° anno

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(1)

Università degli Studi di Trieste

Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche

Corso di Scienza delle Finanze per studenti del 2° anno

(2)

SCIENZA DELLE FINANZE – info generali sul corso

LINGUA INSEGNAMENTO: italiano

ORARIO LEZIONI

Lunedì 16-18 Aula A Martedì 13-14 Aula A Mercoledì 13-14 Aula A Giovedì 13-15 Aula A

DURATA CORSO:

45h per chi ha optato per l’esame da 6 cfu

60h per chi ha optato per l’esame da 9 cfu (…e

per chi non ha scelta)

(3)

Libri di testo consigliati:

Roberto Artoni, Elementi di Scienza delle Finanze - Settima Edizione, Il Mulino

Paolo Bosi, M. Cecilia Guerra, I tributi nell’economia italiana, Edizione 2012, Il Mulino

Altri materiali didattici:

Slides presentate a lezione scaricabili dall’area download del sito di facoltà

RICEVIMENTO

Mercoledì 14-15 (Edificio D – Economia, 2 piano stanza 211) o su appuntamento in altro giorno/orario previa richiesta via mail

antonio.salera@deams.units.it

MATERIALI DIDATTICI

(4)

OBIETTIVI FORMATIVI:

Dopo una parte introduttiva volta a definire il ruolo dell’operatore pubblico nelle moderne economie di mercato, si concentra sulla disamina degli strumenti di politica fiscale attraverso cui l’operatore pubblico finanzia i propri interventi finalizzati alla redistribuzione dei redditi e alla correzione dei fallimenti del mercato. Gli effetti

dell’intervento pubblico, dal lato delle entrate fiscali, sono analizzati, quindi, attraverso l’analisi dei principali strumenti tributari che

caratterizzano l’economia italiana.

Dal lato spesa pubblica, verranno illustrati i principali ambiti di intervento dell’operatore pubblico, con particolare attenzione al sistema sanitario e al sistema pensionistico.

(5)

CONTENUTI: PROGRAMMA SINTETICO DEL CORSO (PARTE I – 45h)

1.Introduzione: il ruolo dell’operatore pubblico nelle moderne economie di mercato. Teoremi dell’economia del benessere.

2.Classificazione delle poste del bilancio delle AAPP e saldi di bilancio rilevanti.

3.Teoria delle imposte: aspetti teorici e istituzionali. Classificazione delle imposte e progressività.

4.Descrizione e analisi critica del sistema tributario italiano:

• l'imposta personale sul reddito delle persone fisiche. L’Irpef italiana.

• L'imposta sul reddito delle persone giuridiche: giustificazione teorica, integrazione con l'imposta personale. Neutralità dell'imposta

societaria sulle scelte di distribuzione degli utili, sulle scelte di investimento e sulle modalità di finanziamento delle imprese.

L’Ires italiana.

• Le imposte sulle attività finanziarie.

5.La tassazione dei consumi: imposte generali sugli scambi, imposte sul valore aggiunto, l'armonizzazione dell'IVA nell’UE, l’IRAP.

(6)

CONTENUTI PROGRAMMA SINTETICO DEL CORSO (PARTE II – 15h):

6. Le grandi aree di spesa pubblica: aspetti teorici ed istituzionali.

Descrizione e analisi critica del caso italiano.

7. I servizi sociali: le ragioni dell'intervento pubblico.

8. Sanità: la domanda di assicurazione e i fallimenti del mercato assicurativo. Il caso dell'Italia, USA e UK.

9. Il sistema di sicurezza sociale e pensionistico: funzioni e finanziamento.

(7)

MODALITA’ ESAME (iscrizioni online)

1) Propedeuticità: solo chi ha già sostenuto e superato

Macroeconomia e Microeconomia può affrontare l’esame di SdF

2) Sessioni ordinarie - Test scritto: 5 quesiti (domande di teoria e/o esercizi – 1 ora e mezza di tempo)

•Appello per i frequentanti (indicativamente il 5 maggio) Stesse modalità delle sessioni ordinarie

Frequentanti: chi ha almeno n-1 firme su n. La raccolta firme avverrà random durante il corso.

NB: all’esame è consentito l’uso di calcolatrici non programmabili.

Lo smartphone non è una calcolatrice!!!

(8)

La scienza delle finanze

Branca dell’economia che studia il ruolo economico dello Stato (operatore pubblico) nelle moderne economie di mercato:

– effetti sugli operatori e sul sistema economico di entrate e spese pubbliche;

– strumenti disponibili per lo stato per raggiungere obiettivi di politica economica;

Interagisce con molte altre discipline (scienza politica, scienza dell’amministrazione, contabilità di stato, diritto tributario, economia industriale, ..)

(9)

Ma quale operatore pubblico?

Due definizioni

L'operatore pubblico è composto da un complesso molto vasto di enti, e si può definire sulla base di due criteri:

Criterio Istituzionale : raggruppa tutti gli enti che rientrano

nell'ambito della proprietà pubblica, indipendentemente dalla natura pubblica o privata dell'attività che svolgono.

- Settore Statale - Settore Pubblico

Criterio Funzionale : raggruppa tutti i soggetti la cui funzione principale consiste nella produzione di beni e servizi non destinabili alla vendita, oppure nell'operare distribuzione di reddito e ricchezza.

- Amministrazioni Centrali, Locali ed Enti di Previdenza, che insieme formano l'aggregato delle Amministrazioni Pubbliche.

(10)

•Ex foreste demaniali

•Stato (bilancio e tesoreria)

•Altri enti dell’amm. centr.(anas)

•Amministrazioni locali

•Enti di previdenza

SETTORE SETTORE PUBBLICO PUBBLICO

AMMINISTR.

AMMINISTR.

PUBBLICHE PUBBLICHE SETTORE SETTORE STATALE STATALE

•Ex aziende autonome ed enti assimilati (Ferrovie, monopoli di stato, poste)

Aziende municipalizzate e Aziende municipalizzate e regionalizzate

regionalizzate

(11)

Stato/operatore pubblico

Principali caratteristiche, che lo distinguono fortemente dalle organizzazioni private sono:

- l’adesione universale obbligatoria;

- il potere coercitivo (di prelievo e di decisioni di spesa).

 L’assenza di volontarietà nell’adesione e nel pagamento delle imposte impone che vi sia legittimazione

(consenso).

La legittimazione (i limiti dell’esercizio del potere) vengono dal sistema di rappresentanza democratica: i

responsabili sono eletti o nominati da coloro che sono stati eletti.

(12)

12

Che importanza ha?

Spesa pubblica in % del GDP nei principali paesi industrializzati (Tanzi e Schuknecht, 2000)

1913 1920 1960 1980 1996 Francia 17,0 27,6 34,6 46,1 55,0 Germania 14,8 25,6 32,4 47,9 49,1

Italia 17,1 30,1 30,1 42,1 52,7

Regno Unito 12,7 26,2 32,2 43,0 43,0 Giappone 8,3 14,8 17,5 32,0 35,9

Usa 7,5 12,1 27,0 31,4 32,4

Media paesi industriali

13,1 19,6 28,0 41,9 45,0

(13)

A quali domande dovrebbe rispondere la Scienza delle Finanze

1. Per quali motivi e in quali aree deve intervenire l'operatore pubblico;

2. quali strumenti ha l'operatore pubblico per intervenire, sia dal lato delle entrate, che dal lato delle spese

pubbliche;

3. quali effetti ha l'intervento statale sulla distribuzione del reddito e sul funzionamento del sistema economico

4. quali sono i meccanismi di decisione politica all'origine

dell'intervento pubblico.

(14)

IL ruolo dello Stato nelle economie di mercato -

Tradizionale tripartizione di R. Musgrave (1959):

1. Funzione ALLOCATIVA: modifica l’allocazione delle risorse fra usi alternativi (efficienza);

2. Funzione DISTRIBUTIVA: modifica la distribuzione delle risorse fra soggetti (equità);

3. Funzione di STABILIZZAZIONE: funzione macroeconomica di regolazione dei mercati.

Concentreremo l’attenzione sulle prime due funzioni

1. LE RAGIONI DELL’INTERVENTO PUBBLICO

(15)

I Teorema dell'Economia del Benessere In assenza di

-Beni Pubblici: (non escludibilità e non rivalità);

- Monopolio naturale;

- Esternalità: ogni interazione tra gli agenti passa attraverso il sistema dei prezzi del mercato;

- Asimmetrie Informative: (informazione completa).

 ogni equilibrio di mercato è un ottimo paretiano.

Se il mercato fallisce, lo Stato deve intervenire per correggere l'allocazione delle risorse  Funzione Allocativa

1. LE RAGIONI DELL’INTERVENTO PUBBLICO: EFFICIENZA

(16)

IPOTESI sul sistema economico:

•2 consumatori rappresentativi (A e B);

•2 beni (X e Y), disponibili in quantità limitata (fissa);

•Informazione completa.

Funzioni di utilità del tipo:

• vincoli:

(17)

0B

0A XA

XB

YB YA

W M

Scatola di Edgeworth:

Vincolo di bilancio di A (e di B)

Curve di

indifferenza di A

Curve di

indifferenza di B

• W = dotazione iniziale dei beni X e Y per individuo A (e per B)

 A (XAW; YAW); B(XBW;YBW)

Agli individui A e B sarà conveniente scambiare beni X e Y fino a raggiungere il punto M. In M il sistema economico è in equilibrio. Tale equilibrio è ottimo in senso

paretiano. Non è infatti possibile migliorare l’utilità di A senza peggiorare quella di B e viceversa

YAw

XAw XBW

YBW XBM

XAM

YBM YAM

(18)

MA I SISTEMI ECONOMICI SONO CARATTERIZZATI DA:

1) BENI PUBBLICI: sono quei beni caratterizzati dall’indivisibilità dei vantaggi tale per cui il pagamento di tali beni non è correlato

all’effettivo beneficio ed avviene in modo coercitivo.

Caratteristiche dei beni pubblici:

•non rivalità: il consumo di un bene da parte di un individuo è

compatibile con lo stesso livello di consumo da parte di tutti gli altri componenti della collettività

•non escludibilità: è difficile o impossibile limitare la fruizione di un bene attraverso il normale meccanismo del prezzo

ESEMPI:

•rete stradale

•illuminazione pubblica

•trasporto pubblico locale

• ricerca di base

• faro

• difesa nazionale

(19)

In presenza di beni pubblici, il sistema economico può raggiungere un equilibrio pareto efficiente

solo se:

•consumatori disposti a rivelare la loro disponibilità a pagare e le loro preferenze (problemi di free

riding)

•imprese disposte a produrre il bene pubblico

In presenza di tali beni il mercato, da solo, non raggiunge un equilibrio pareto-efficiente

(fallimento del mercato)

(20)

2) MONOPOLIO NATURALE:

Si dice che un’industria è un monopolio naturale se un’unica impresa è in grado di produrre la quantità domandata

complessivamente ad un costo medio inferiore rispetto a quello che dovrebbero sostenere più imprese produttrici (di solito per gli elevati costi fissi iniziali).

Si può avere un monopolio naturale quando la curva dei costi medi è decrescente.

ESEMPI: reti infrastrutturali (rete stradale, ferroviaria, delle telecomunicazioni ecc.)

Il livello di produzione che massimizza il profitto del monopolista

non sarà quello socialmente efficiente in senso paretiano.

(21)

• Il monopolista fissa il prezzo Pm e quantità Xm, da MC = MR.

• L’equilibrio è rappresentato da m.

L’ottimo paretiano sarebbe l’equilibrio di concorrenza perfetta (e).

• In corrispondenza del punto e, il monopolista otterrebbe una perdita perché Ricavi < AC

(22)

3) Esternalità

Si parla di esternalità quando una transazione di

mercato, o qualsiasi altro tipo di attività economica, condiziona il benessere di soggetti non coinvolti (o

“terzi”: cioè diversi dal compratore e venditore) in tale transazione o attività.

Esternalità negativa:

Un’azienda chimica scarica rifiuti in un fiume.

La comunità sopporta dei costi sociali aggiuntivi rispetto a

quelli privati sostenuti dall’impresa stessa per svolgere la sua attività.

Il costo marginale sociale (CMG

S

) della produzione eccede

quindi il costo marginale privato (CMG)

(23)

D S CS

La quantità socialmente efficiente (E’) è inferiore a quella definita dall’equilibrio di mercato (E)

E’

0 Q P

QE’ Q*

Ottimo sociale: P=MCsociale

Costo dell’Inquinamento:

costi ambientali, salute cittadini

Equilibrio di mercato P=MCprivato

E

(24)

Q 0

P

QE’

D

S Beneficio sociale: effetto di spillover

Q*

E

Ottimo sociale E’

Esternalità (positive):

(25)

Q 0

P

Q*

D S

D’

Q E’

Esternalità negative nel consumo

0 Q P

Q*

D

D’

Q E’

Esternalità positive nel consumo S

E’

E’

E E

(26)

4. Asimmetrie Informative

In concorrenza perfetta: informazione completa (per ipotesi)

 consumatori e imprese conoscono esattamente costi e benefici e massimizzano utilità e profitto.

Nel mondo reale: c’è sempre un grado di incertezza

•Per i consumatori: non sono in grado di uguagliare benefici e costi marginali. (automobili, lavatrici, televisori)  non sono a conoscenza della qualità dei beni prima dell’acquisto (posizione contrattuale di debolezza).

•Per le imprese: spesso non conoscono le opportunità di mercato, i prezzi e i costi dei rivali, oppure non possono osservare la produttività dei lavoratori.

Molte decisioni economiche sono basate su aspettative di condizioni future.

Affronteremo nello specifico il caso delle AI quando tratteremo i fallimenti del mercato assicurativo

(27)

II Teorema dell'Economia del Benessere:

Ogni allocazione pareto-efficiente è ottenibile come equilibrio di mercato data un'opportuna allocazione iniziale delle

risorse.

L'efficienza del meccanismo di mercato (ottimalità paretiana) può essere ottenuta con qualsiasi distribuzione di reddito

(concentrata o omogenea)

1.LE RAGIONI DELL’INTERVENTO PUBBLICO: EQUITA’

(28)

Scatola di Edgeworth:

A1, A2, A3.. Curve di indifferenza di A

B1, B2, B3.. Curve di indifferenza di B

Curva dei contratti

W1

W2

W3

M1

M2

M3

(29)

M

1,

M

2,

M

3:

•sono tutti equilibri ottimi in senso paretiano

•dipendono dalle dotazioni iniziali di beni X e Y dei due individui

In M1 l’Utilità di B è maggiore dell’Utilità di A In M3 l’Utilità di A è maggiore dell’Utilità di B

 L’equilibrio ottimo in senso paretiano non garantisce equità nella distribuzione delle risorse del sistema

Lo Stato interviene per correggere la distribuzione del reddito in base a giudizi di valore prevalenti nella comunità in un

particolare momento storico

Funzione Distributiva

(30)

In sintesi:

•La Scienza della Finanze è una branca dell’economia che studia il ruolo economico dello Stato (operatore pubblico) nelle moderne economie di mercato

•Esistono 2 criteri per dare una definizione di operatore pubblico:

• Il criterio istituzionale (proprietà pubblica),

• Il criterio funzionale (produzione di beni o servizi non destinabili alla vendita, redistribuzione del reddito e della ricchezza).

•Il quadro teorico di riferimento che giustifica l’intervento dell’operatore pubblico attiene alla teoria neoclassica dell’economia del benessere

• Secondo il primo teorema dell'economia del benessere, il mercato, senza intervento statale, può garantire un equilibrio di ottimo paretiano solo se sono soddisfatte

alcune condizioni (no beni pubblici, concorrenza perfetta, no esternalità, informazione completa)

Nei casi in cui tali condizioni vengono meno il sistema economico non raggiunge equilibri socialmente efficienti. lo Stato, quindi, interviene per ragioni di efficienza, svolge una funzione allocativa.

• Ragioni di equità: (II teorema dell'economia del benessere) qualunque allocazione di risorse ottimo paretiana può essere ottenuta con il meccanismo di mercato previa opportuna distribuzione iniziale delle risorse stesse. Lo Stato svolge quindi una funzione redistributiva del reddito utilizzando come criteri guida i giudizi di valore prevalenti.

(31)

2. Quali strumenti ha l'operatore pubblico (PA)

Efficienza:

•Beni pubblici: produzione diretta

•Monopolio Naturale:

 imporre al monopolista il livello di produzione socialmente efficiente (compensazione)

 Imporre il Prezzo tale che P=AC (equilibrio sub ottimale)

 Disincentivo all’innovazione?

•Esternalità:

 introdurre delle imposte a carico di chi genera esternalità negative (CM privato = CM sociale)

 Favorire l’integrazione verticale

•Asimmetrie informative: fornitura diretta dei servizi (es. sanità)

L’INTERVENTO DELL’OPERATORE PUBBLICO COMPORTA AZIONI O SUL LATO DELLA SPESA O SUL LATO DELLE ENTRATE.

(32)

Equità:

Correggere le dotazioni iniziali degli individui significa operare redistribuzione del reddito e della ricchezza

 ANCHE IN QUESTO CASO GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE

DELL’OPERATORE PUBBLICO AZIONI SI SVILUPPANO SIA SUL LATO DELLE ENTRATE SIA SUL LATO DELLE SPESE.

NB: ogni azione dell’operatore pubblico deriva da atti normativi o regolamentari

(33)

Le Spese Pubbliche

Le Spese Pubbliche si possono classificare secondo due criteri:

1.Spese Correnti necessarie per il normale funzionamento delle PA e per realizzare la redistribuzione dei redditi (retribuzioni, acquisti di beni e servizi, prestazioni sociali, interessi, contributi alla

produzione)

2.Spese in Conto Capitale spese per investimenti sia diretti che indiretti, che quindi determinano un aumento della dotazione di beni capitali del paese.

oppure:

1.Spese di trasformazione: spese che comportano l'acquisto di beni prodotti e sevizi correnti;

2.Spese di trasferimento pagamenti unilaterali delle PA, ai quali non corrispondono prestazioni di servizi o cessioni di beni (prestazioni sociali, pagamenti per interessi sul debito pubblico).

(34)

Fonte: Banca d’Italia (2012)

(35)

Spesa pubblica % Pil (2012)

Fonte: Banca d’Italia (2013)

(36)

Fonte: Banca d’Italia (2013)

(37)

Fonte: Banca d’Italia (2013)

(38)

Fonte: Banca d’Italia (2013)

(39)

I beni e servizi destinati alla vendita sono finanziati da:

•Prezzi Privati: RM=MC

•Prezzi Quasi Privati

•Prezzi Pubblici: Monopoli di Stato

•Prezzi Politici: R<C (trasporti)

Le Entrate pubbliche (1)

(40)

Criteri rilevanti per la classificazione

• Presenza o meno di una domanda da parte del cittadino (escludibilità);

• presenza o meno di esternalità positive;

• obiettivo di massimizzazione del surplus dei

consumatori.

(41)

Prezzo privato

• Presenza di una domanda;

• Assenza di esternalità

• Obiettivo =

Costo marginale = ricavo marginale Max profitto

Prezzo quasi-privato: Il prezzo massimizza il profitto ma regolazione dell’offerta per finalità pubbliche (Es. il

legname delle aziende forestali in funzione dello sfruttamento delle risorse forestali)

(42)

Prezzo pubblico

prezzo = costo medio

Possibilità di discriminazione dei prezzi

Ricavi totali = Costi totali profitto nullo

•Presenza di una domanda;

•Assenza di esternalità

•Obiettivo di massimizzazione del surplus dei consumatori del servizio

(43)

Prezzi pubblici:

1)Copertura costi di produzione;

2)Prezzo pubblico > Prezzo privato se siamo in presenza di un monopolio legale (tabacchi)

3)Prezzo pubblico < Prezzo privato quando la

tipologia di servizi è tale da garantire al privato una situazione di monopolio

4) consentono di perseguire finalità redistributive

attraverso strategie di differenziazione di prezzo

Prezzi politici: Ricavi < Costi. Es: Trasporto pubblico

NB: Prezzi Pubblici e Prezzi Politici = Tariffe

(44)

I beni e servizi non destinati alla vendita sono finanziati da:

•Imposte - prelievi coattivi di denaro senza vincoli di destinazione (principio della capacita contributiva).

o Dirette o Indirette

•Tasse: lo Stato può produrre servizi in cui coesistono componenti private e pubbliche e attribuire il costo della parte privata a chi fa domanda del servizio.

•Contributi Sociali: prelievi commisurati al reddito da lavoro finalizzati al finanziamento delle prestazioni sociali.

Le Entrate pubbliche (2)

(45)

Imposta: prelievo coattivo di denaro senza vincoli di destinazione

• Assenza di una domanda;

• Indivisibilità dei vantaggi (bene pubblico)

Prelievo coattivo che non ha

necessariamente corrispondenza con la

prestazione di un servizio

(46)

Tassa: corrispettivo di un servizio in cui coesistono componenti private e pubbliche. Lo Stato attribuisce il

costo della parte privata a chi fa domanda

• Presenza di una domanda;

• Presenza di esternalità positive

prezzo < costo medio

Possibilità di discriminazione dei prezzi

Ricavi totali <Costi totali Disavanzo

Esempio: tasse universitarie

(47)

Contributi sociali : forma di prelievo, in generale

riferita al reddito dei lavoratori dipendenti e autonomi, destinata specificatamente al pagamento delle

prestazioni sociali.

Contributi speciali: lo Stato può produrre beni o servizi da cui deriva un incremento patrimoniale per i proprietari privati, indipendente dall’attività di questi ultimi.

Es: la costruzione di una scuola e di un parco in un quartiere aumenta il valore immobiliare delle case limitrofe.

Per ragioni di equità viene chiesto ai beneficiari

«involontari» una partecipazione maggiore ai costi

sostenuti dall’intera collettività.

(48)

Le Entrate della Pubblica Amministrazione (1)

Entrate correnti:

• si riferiscono all’anno di esercizio

• tributarie ed extra-tributarie

• finanziano le spese di funzionamento Entrate in conto capitale:

• rimborso crediti

• alienazione di beni

• ricorso al credito

• finanziano la spesa per investimenti

(49)

Totale Entrate % Pil (2012)

Fonte: Banca d’Italia (2013)

(50)

Entrate delle Amministrazioni Pubbliche

Fonte: Banca d’Italia (2012)

(51)

Composizione delle Entrate della PA

(2009)

(52)

Pressione fiscale:

Pressione fiscale: misura l’incidenza del livello di tassazione medio di uno Statomisura l’incidenza del livello di tassazione medio di uno Stato

Pressione tributaria:

Pressione tributaria: misura l’incidenza, in media, del carico tributario di uno Stato misura l’incidenza, in media, del carico tributario di uno Stato

Indicatori di pressione

Imp. Dirette + Imp. Indirette + Contributi sociali Imp. Dirette + Imp. Indirette + Contributi sociali ________________________________________

________________________________________

PilPil

Nel 2012: 44% (stimata al 47 nel 2013) Nel 2012: 44% (stimata al 47 nel 2013)

Imp. Dirette + Imp. Indirette Imp. Dirette + Imp. Indirette ________________________

________________________

PilPil

Nel 2012: 30,1 Nel 2012: 30,1

(53)

Fonte: Banca d’Italia (2013)

(54)

Il bilancio della PA

Criteri di classificazione di Entrate ed Uscite

• E1 – Entrate correnti (tributarie ed extratributarie)

• E2- Entrate in conto capitale (rimb. crediti, alienazioni)

• E3- Entrate finali (la somma delle prime due)

• U1- Spese correnti (spese per acquisto beni e servizi e spese per trasferimenti)

• U2- Spese i conto capitale (spese per investimenti diretti ed indiretti)

• U3- Uscite finali (la somma delle prime due)

• U4 -Rimborso prestiti

(55)

Prospetto poste rilevanti

E1-Entrate correnti

E2-Entrate in conto capitale di cui

-E2.1 rimborso di anticipazioni e crediti vari del Tesoro

E3-Entrate finali (E1 +E2) E4-Accensione prestiti

E5-Entrate complessive (E3 +E4)

U1-Uscite correnti

di cui U1.1- spesa per interessi U2-Uscite in conto capitale di cui

- U2.1 partec. az. e conferim.

- U2.2 anticip. finalità produttive - U2.3 anticip. finalità non produtt.

U3-Uscite finali (U1 +U2) U4-Rimborso prestiti

U5-Uscite complessive (U3 +U4)

(56)

I saldi di bilancio

Risparmio pubblico = E1 – U1 differenza tra il totale delle entrate tributarie ed extra-tributarie e il totale delle spese correnti.

se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabili al finanziamento delle spese in conto capitale.

se negativo, esprime la quota delle spese correnti da soddisfare ricorrendo all'indebitamento

Indebitamento netto o disavanzo = (E3- E2.1) – [U3 –(U2.1 + U2.2 + U2.3)]

differenza tra il totale di tutte le entrate ed il totale di tutte le spese, sia correnti che in conto capitale, escluse le operazioni finanziarie

(accensione e rimborsi di prestiti, concessioni e riscossioni di crediti ecc.). Dal suo computo vengono cioè eliminate tutte le operazioni di intermediazione finanziaria. (vincolo di Maastricht)

(57)

Saldo netto da finanziare o fabbisogno = E3- U3 misura, con

riferimento alle operazioni correnti, a quelle in conto capitale e a quelle finanziarie, l’eventuale disponibilità di risorse (se >0)

oppure l’eventuale eccedenza delle erogazioni sugli incassi (se

<0)

Saldo primario E3-[U3 – (U1.1)]; non considerando la spesa per interessi maturati da debiti pregressi, restituisce una misura dell’equilibrio della gestione dell’ultimo esercizio

Ricorso al mercato = E3- U5 (≡E4) indica l’indebitamento a medio/lungo termine effettuabile nell’anno di riferimento

(58)

Fonte: Banca d’Italia (2013)

(59)

(60)

Un confronto

(61)
(62)

Fonte: Banca d’Italia (2013)

(63)
(64)

3. quali effetti ha l'intervento statale sulla

distribuzione del reddito e sul funzionamento del sistema economico

L’analisi degli effetti appare scontata nel momento in cui si decide di studiare il sistema tributario italiano non solo da un punto di vista istituzionale ma da un punto di vista economico

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