101 CONCLUSIONI
Nonostante ci si riferisca agli episodi della Repubblica Araba Unita e all’intero movimento panarabo, a posteriori, come errori, in realtà essi non furono così percepiti durante il proprio tempo1. Anche se è vero che in certo senso la formazione dell’unione fu solo una manovra politica, come ebbe a dire Albert Hourani nel maggio 1958, essa fu tuttavia possibile perché alle sue spalle si pose un sistema di idee imponente e di ampia accettazione, quale l’ideologia panaraba, dal quale non può essere divisa. Tuttavia, la sola esistenza di questa potente ideologia non fu chiaramente sufficiente a formare l’unione.
Per quanto riguarda la Siria l’assenza di una chiara e legittimata identità siriana e l’instabilità della sua entità politica portarono il debole stato asiatico a cercare un’associazione con una nazione araba più forte2. D’altro canto però, la vaga identità e la stabilità precaria caratterizzavano anche i regimi in Giordania, in Iraq, e in Libano, così come altri stati arabi, per cui perché proprio la Siria? Probabilmente la risposta sta nel paese si presentarono contemporaneamente quattro cause immediate: l’esistenza di una minaccia comunista sovietica per il regime; una nuova contro-élite che sfidò la posizione della vecchia «aristocrazia» conservatrice; l’avvento dell’esercito. La quarta causa fu che la vecchia élite finì per accettare l’unione come il male minore alla luce delle circostanze prevalenti in Siria, offrendo alcuni vantaggi tangibili ai segmenti industriali e commerciali della vecchia élite3. Quindi, sebbene per ragioni differenti e talvolta contraddittorie, tutti i segmenti dell’élite siriana sostennero la formazione di una qualche associazione con l’Egitto.
A quel punto l’unica questione rimasta aperta fu quale tipo di unione fosse preferibile.
Le stesse élite siriane quasi unanimemente optarono per una federazione, un’associazione che avrebbe concesso loro i vantaggi di essere uniti con l’Egitto mantenendo al contempo nelle loro mani le redini del potere in Siria. Tuttavia una volta capito che ʿAbd al-Nāṣer era restio ad accettare qualcosa di inferiore a una completa fusione, si arresero alle sue richieste. L’unione dunque non fu un errore ma piuttosto una seconda scelta4. Oltre a tutti questi motivi va comunque sottolineata la presenza di
1 E. Podeh, The Decline of Arab Unity…, cit., p. 175.
2 Ivi, p. 176.
3 Ivi, p. 177.
4 Ibidem.
102 un’attrazione psicologica per la carismatica leadership di ʿAbd al-Nāṣer, la quale facilitò la formazione della RAU5.
Per l’Egitto gli incentivi a unirsi furono differenti. Da politico realista ʿAbd al-Nāṣer valutò i rischi insiti nell’unirsi con la Siria e preferì procedere cautamente e gradatamente tuttavia, una volta compreso che non avrebbe potuto rifiutare la richiesta siriana senza rischi per un serio colpo al suo prestigio e alla sua immagine, egli pose quindi delle condizioni che fossero concatenate con gli interessi di lungo periodo dell’Egitto nel mondo arabo. Una completa fusione con la Siria lo avrebbe reso infatti capace di agirvi liberamente senza essere soggetto ai capricci siriani6. Ciò avrebbe consentito all’Egitto anche di essere dipinto non solo come la «Prussia araba» che avrebbe realizzato gli obiettivi e le aspirazioni dei nazionalisti arabi, ma anche di essere nella posizione di acquisire un ruolo egemone nel mondo arabo7.
Queste considerazioni sarebbero valse a ben poco riguardo alla formazione della RAU se gli americani non vi avessero giocato un ruolo vitale8. Solo alla fine del 1957 e solo dopo aver ricevuto ciò che sarebbe potuta essere considerata un’autorizzazione dagli USA a operare in Siria infatti, il presidente egiziano fu fiducioso nelle sue relazioni con i siriani. L’abilità di ʿAbd al-Nāṣer fu quella di ritrarre alla potenza d’oltreoceano l’unione come la sola risposta effettiva al diffondersi del comunismo in Siria e nel Medio Oriente9. Può sembrare strano invece il fatto che Israele fu solo un fattore secondario nella formazione dell’unione anche se non ci sono dubbi che ʿAbd al-Nāṣer, così come i capi siriani, compresero immediatamente i possibili vantaggi dell’unione nei termini del conflitto arabo-israeliano10.
Nel settembre 1961 solo tre anni e mezzo dopo la sua formazione, un colpo di stato militare siriano portò alla dissoluzione della nuova repubblica. Date le indicazioni è possibile che una risposta differente rispetto a quella molto dura di ʿAbd al-Nāṣer o, al contrario, una riuscita operazione militare contro i ribelli, avrebbe potuto prolungare la vita dell’unione. Ma alla luce delle difficoltà di base che la RAU fronteggiò, è in ogni caso improbabile che essa sarebbe durata a lungo11.
5 S. Aburish, op. cit., p. 152.
6 J. Jankowski, Nasser’s Egypt, Arab Nationalism…, cit., pp. 179-182.
7 Ibidem.
8 Ibidem.
9 S. Aburish, Op. cit, pp.156-157.
10 J. Jankowski, Nasser’s Egypt, Arab Nationalism…, cit., pp. 179-182.
11 E. Podeh, The Decline of Arab Unity…, cit., p. 179.
103 Le prospettive per un’unione duratura furono infatti deboli. Anche se è certo che alcune misure egiziane impropriamente applicate alla regione siriana, inasprite da impreviste cattive condizioni climatiche, condannarono la RAU, va ricordato tuttavia, che le cause fondamentali sottostanti furono che egiziani e siriani avessero percezioni e aspettative differenti dell’unione.
In termini politici quattro importanti errori egiziani portarono alla caduta della RAU:
tutti i siriani associati con la sua creazione furono gradualmente rimossi dal potere senza creare un élite alternativa, perdendo così una solida base politica nella regione;
l’affidamento su agenzie di stato in sostituzione delle attività dei partiti, le quali non riuscirono a colmarne il vuoto, divenendo espressione e mere esecutrici delle politiche del regime; il crescente coinvolgimento egiziano negli affari interni siriani, che creò risentimento tra gli abitanti del paese asiatico; la creazione di un formidabile apparato di sicurezza che trasformò virtualmente la Siria in uno stato di polizia, cancellando il precedente sistema sostanzialmente democratico12.
In termini ideologici il fallimento nel costruire simboli di identità condivisi accelerarono la disintegrazione della RAU. Il panarabismo egiziano toccò appena il substrato socio- economico della società, la quale rimase comunque più legata al patrimonio faraonico e all’identità nazionale egiziana. Al contrario in Siria da tempo legata al panarabismo l’obiettivo fu più facile13. Ma anche i siriani a un certo punto si rifiutarono di cancellare i propri simboli d’identità, specialmente dopo aver compreso che l’identità egiziana rimase centrale e che nessun altro stato arabo fu volontariamente disposto a dimenticare la propria identità e ad aderire all’unione14. Va comunque sottolineato che il periodo di esistenza dell’unione fu troppo breve per permettere lo sviluppo di una nuova identità nazionale condivisa.
Un secondo fattore ideologico che contribuì al collasso fu la mancanza di un coerente pensiero circa la struttura dell’unione immaginata. Se è infatti vero che due dei maggiori ideologi panarabi, al-Ḥuṣrī e 'Izzat Darwaza, non solo predicarono l’unità araba ma discussero inoltre delle varie forme costituzionali che esistevano negli USA, nell’URSS, in America latina, in Belgio, in Svizzera e in India per applicarle all’immaginato stato arabo15, il partito Ba’th, il quale sostenne l’unità araba e fu la principale forza siriana
12 Ivi, pp. 179-180.
13 Ivi, pp. 180-181.
14 Ivi, p. 181.
15 J. Devlin, op. cit., p. 88.
104 dietro l’unione, anche quando l’unione siro-egiziana fu in vista formulò nei suoi testi solo princìpi generali a riguardo16. Una negligenza che generò serie difficoltà una volta che l’unione fu raggiunta.
La mancanza di chiarezza ideologica fu ulteriormente rinforzata dalla divergente percezione del panarabismo da parte di egiziani e siriani. Tutti i pensatori panarabi egiziani condivisero una visione non omogenea che pose l’Egitto al centro del mondo arabo e a capo del movimento panarabo; anche il pensiero di ʿAbd al-Nāṣer rifletté questa tradizionale percezione egemonica egiziana17. Al contrario, il concetto siriano di panarabismo, e quello del Ba’th in particolare, fu basato sulla nozione di uguaglianza tra i vari membri della comunità araba. Le differenze nella superficie, nel benessere, nella potenza militare e nella composizione demografica, fecero poi il resto18.
Giocarono un ruolo nella rottura dell’unione anche fattori esterni. Il più importante fu il rifiuto dell’Iraq ad associarsi alla RAU dopo il golpe del luglio 1958. Alla luce dei suoi notevoli problemi in Siria, il raʾīs fu riluttante ad unirsi completamente con l’Iraq.
Questo non significa tuttavia che egli non fosse sorpreso della posizione indipendente di Qāsim, il quale si oppose ad ogni tipo di associazione con la RAU e rifiutò di ammettere la leadership di ʿAbd al-Nāṣer. Il solo fatto che l’Iraq rivoluzionario fosse riluttante ad aderire all’unione sollevò dubbi circa la saggezza della decisione della Siria di unirsi con l’Egitto19. Inoltre l’animosità tra la RAU e altri stati arabi indebolì la legittimazione di ʿAbd al-Nāṣer su tutto il mondo arabo. Quindi, nel lungo periodo, il fatto che solo l’arretrato Yemen aderì alla RAU, attenuò la pretesa di ʿAbd al-Nāṣer di guidare il movimento panarabo e rafforzò il desiderio della Siria di uscire dall’unione20. In più il fatto che egli fu costantemente sotto attacco dei regimi conservatori erose ulteriormente le sue credenziali panarabe21.
In termini socioeconomici diversi fattori contribuirono alla disintegrazione della repubblica: il tentativo di integrare le economie delle due regioni in modo da farle combaciare più con gli interessi egiziani, che non con quelli siriani (legge di riforma agraria, tentativo di unificazione delle due valute egiziana e siriana); la pesante siccità che colpì la Siria per tre anni consecutivi; il tentativo egiziano di trasformare il sistema
16 Ibidem.
17 J. Jankowski, Nasser’s Egypt, Arab Nationalism…, cit., p. 181.
18 J. Devlin, op. cit., p. 88.
19 J. Jankowski, Nasser’s Egypt, Arab Nationalism…, cit., p. 182.
20 Ibidem.
21 Ibidem.
105 economico siriano a proprio vantaggio; la mancanza di segni tangibili che la regione siriana stesse beneficiando economicamente dall’unione; le misure introdotte nella prima metà del 1961, che forse costituirono il più importante fattore economico che portò alla dissoluzione22.
Storicamente è più di una coincidenza che certi parallelismi possano essere tratti tra l’esperienza della RAU e l’occupazione egiziana della Siria nel 1831 fino al 1840.
Analizzando quest’ultimo episodio il maggiore errore egiziano fu l’ostinazione di Muhammad ‘Ali nell’applicare alla Siria misure che aveva applicato facilmente in Egitto (monopoli, pesante tassazione, disarmo e coscrizione). Anche se i dettagli variano non ci sono dubbi che ʿAbd al-Nāṣer inconsciamente ripeté alcuni di questi errori, i quali emanarono dal profondo senso di superiorità egiziano sul vicino siriano.
In particolare: il tentativo egiziano di indebolire la posizione della leadership locale e l’istituzione di suoi funzionari o delegati come la sola autorità nella regione siriana; il tentativo di sfruttare la Siria come una base agricola e come una fonte di materie prime;
l’esercitare l’autorità sulla Siria attraverso metodi duri; il fatto che una volta che la Siria divenne un peso per la tesoreria egiziana la sua eventuale secessione fu accettata con sollievo dall’Egitto23.
Quasi sessant’anni dopo la formazione della RAU è possibile rivalutare l’impatto dell’unione sul mondo arabo oltre che l’Egitto e la Siria. Dopo la secessione osservatori sia stranieri che arabi si aspettarono che la rottura avrebbe seriamente minacciato il futuro del panarabismo, così come il prestigio di ʿAbd al-Nāṣer. Fouad Ajami sostenne che la ritirata del panarabismo cominciò dopo la guerra del 1967; mentre è più probabile che il declino dell’unità araba cominciò proprio con la caduta della RAU24. Il suo spettacolare collasso significò che una tale unione non sarebbe mai più risorta. Inoltre la devastante esperienza minacciò altre forme di associazione perché finché ʿAbd al-Nāṣer rimase al potere i leader arabi rimasero sospettosi delle sue ragioni, temendo una ripetizione della RAU. L’unità araba divenne quindi per i suoi sostenitori un miraggio.
In realtà, i decenni seguenti videro l’attuazione di numerosi piani federali, ma tutti furono in malafede e rapidi nel disintegrarsi, oltre a non evocare le speranze e le aspirazioni tra il pubblico arabo che accompagnarono la nascita della RAU. Va comunque evidenziato che mentre il panarabismo come forza politica decadde, dal
22 Ivi, pp. 182-183.
23 E. Podeh, The Decline of Arab Unity…, cit., p. 190.
24 Ivi, p. 191.
106 punto di vista funzionale esso mantenne i suoi ruoli spirituale e culturale nel mondo arabo25.
In contrasto con il devastante impatto della rottura sul futuro del panarabismo, ʿAbd al- Nāṣer lavorò per riaffermare la sua leadership e, di fatto, egli rimase il più formidabile leader arabo, perlomeno fino alla guerra del 1967. La rottura della RAU spinse ʿAbd al- Nāṣer a cercare una compensazione interna o estera, da cui derivò l’esteso coinvolgimento egiziano nella guerra civile yemenita che esplose nel settembre 1962. In generale, tuttavia, l’unità araba fu rimpiazzata dal socialismo arabo. L’esperienza unitaria non colpì significativamente neanche la posizione di ʿAbd al-Nāṣer in Egitto, il cui popolo, anzi, ne rimase quasi indifferente26.
In contrasto con l’Egitto, la rottura dell’unione colpì profondamente la Siria sia internamente che esternamente. L’esperienza unitaria fu particolarmente devastante per la vecchia élite benestante e durante il regime secessionista questa riuscì temporaneamente a riottenere il potere, ma la sua associazione a tale regime ne erose ulteriormente la legittimazione. Quando poi il Ba’th prese il potere nel marzo 1963, la vecchia élite fu virtualmente cacciata da una nuova élite di ufficiali dell’esercito e funzionari del Ba’th, molti dei quali provenienti dalle aree rurali e appartenenti alle minoranze druse e alawite. La nuova élite fu radicale nel suo orientamento socialista ed esplicito nel suo criticismo delle politiche egiziane. In breve, l’episodio della RAU fu altamente strumentale nel modellare la nuova generazione di detentori del potere della Siria27.
Tuttavia la più importante conseguenza dell’episodio della RAU nel lungo periodo fu la crescente legittimazione degli stati arabi territoriali. Fino ai primi anni Sessanta molti stati arabi difettarono o soffrirono di una seria carenza di legittimazione, attribuita alla loro natura artificiale e all’eterogenea composizione delle loro società. L’esistenza del movimento panarabo e la comparsa di ʿAbd al-Nāṣer come portavoce di questa ideologia revisionista indebolì ulteriormente i loro regimi. Con la formazione della RAU sembrò che i giorni di alcune di queste entità fossero contati. Ma il fatto che nessun importante attore arabo aderì alla RAU, in aggiunta alla politica attivista adottata
25Ivi, pp. 190-191.
26 J. Jankowski, Nasser’s Egypt, Arab Nationalism…, cit., p. 183.
27 P. Seale, The Struggle for Syria…, cit., .p. 245.
107 da Iraq e Giordania, che non incontrò una seria risposta da ʿAbd al-Nāṣer, rafforzò la loro traballante legittimazione28.
Alla fine dei Sessanta divenne ovvio che lo stato arabo non sarebbe sopravvissuto all’ideologia panaraba, ma si rafforzò ancora. Fallendo nel creare una nuova, condivisa identità, questa esperienza rafforzò quella egiziana e siriana, così come quelle di altri stati arabi. Questa tendenza fu rafforzata all’esplodere della guerra del 1967. Da allora, si sviluppò un più normale sistema arabo di stati dove concetti come sovranità, indipendenza e patriottismo locale divennero regole del gioco accettate. Quindi l’ideologia panaraba e l’episodio della RAU spianarono la strada al consolidamento dello stato e al concetto del nazionalismo territoriale29.
Nonostante il consolidamento dello stato arabo, la RAU rimase un simbolo e una fonte di legittimazione per certi governanti arabi, in particolare siriani, come al-Asad il quale decise di dimostrare il suo coinvolgimento con il panarabismo e rafforzare la sua traballante legittimazione adottando la bandiera della RAU30.
L’immediata reazione alla secessione nel mondo arabo fu varia. Mentre molti governanti espressero un tributo puramente verbale alla causa dell’unità araba, molti furono soddisfatti della piega presa dagli eventi, sperando che la minaccia rappresentata da ʿAbd al-Nāṣer per i loro regimi si fosse finalmente conclusa. Ma per molti arabi il collasso dell’unione fu un’esperienza traumatica. Nonostante i vari schemi unitari discussi e attuati dopo il 1961, l’unità araba non fu mai più capace di riprendersi dal suo doloroso calvario. Questo sogno, che diede agli arabi un senso di dignità e orgoglio, fu sconvolto dalla dura realtà della RAU. La frustrazione e la disperazione furono intensi specialmente perché fu difficile incolpare l’imperialismo della calamità e gli arabi dovettero guardare alle cause del fallimento all’interno delle loro società31.
28 E. Podeh, The Decline of Arab Unity…, cit., p. 194.
29 Ivi, pp. 194-195.
30 P. Seale, The Struggle for Syria…, cit., .p. 246.
31 E. Podeh, The Decline of Arab Unity…, cit., p. 196.
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