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1 – I PONTI SUL FIUME SERCHIO

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1 – I PONTI SUL FIUME SERCHIO

Il ponte è terra sopra l’acqua; la sua funzione è quella di realizzare un elemento adatto al passaggio dell’uomo, la strada, sopra un altro che adeguato non è, il fiume. Un fiume senza un ponte

costituisce sempre un’interruzione nella continuità del percorso poiché in molti casi l’attraversamento può risultare difficile, pericoloso, o addirittura impossibile.

Lungo il corso del Serchio si trovano numerosi ponti: alcuni antichissimi dei quali rimangono soltanto i ruderi o le memorie storiche, altri più volte rovinati dalla furia delle acque o da quella degli uomini in guerra e poi ricostruiti, altri di costruzione recente.

I ponti della piana lucchese furono, infatti, distrutti o gravemente danneggiati durante la seconda guerra mondiale, nel 1944 e nel 1945; l’unico ponte che si salvò dalla furia della guerra fu il ponte del Diavolo, forse per la sua incomparabile bellezza oppure perché non era adatto al transito degli automezzi militari.

Non appena terminata la guerra, i ponti furono ricostruiti, quasi tutti rispettando la struttura originaria ed utilizzando, ove possibile, i vecchi materiali; la ricostruzione fu compiuta nel 1946 e nel 1947.

Esaminiamo, adesso, la storia dei ponti che si trovano sul corso del fiume a monte ed a valle rispetto al sito di costruzione del ponte in progetto:

1.1 - PONTE A MORIANO

Unisce le località di Sant’Ansano e di San Gemignano, oggi comunemente denominate Ponte a Moriano.

Sembra esistesse già in tempi antichissimi ed in effetti lo troviamo citato in un documento del 24 gennaio 844 ed, esplicitamente, in un documento del 17 febbraio 1115.

Vicino al ponte esisteva anche un ospizio per accogliere i viandanti ed i pellegrini, che era amministrato da un’Opera Pia, la quale con i proventi provvedeva alla manutenzione del ponte stesso; nei tempi più antichi, infatti, la manutenzione dei ponti era affidata alla buona volontà dei “frontisti”, agli abitanti cioè delle sponde opposte, oppure ad Opere Pie che provvedevano anche a costruire accanto ai ponti un Ospedale o un Ospizio.

Le Opere Pie assolvevano a questi compiti sia con le donazioni dei benefattori, sia con il ricavato dei pedaggi, sia con le rendite delle case e dei terreni di loro proprietà.

Ben presto, però, il governo cittadino comprese l’importanza di assumere direttamente l’onere di una regolare manutenzione dei ponti.

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2 Questo avvenne nel 1342 quando i ponti vicini alla città dovevano essere riparati o ricostruiti durante gli assedi e le guerre dei Fiorentini e dei Pisani; vennero così incamerati i beni delle Opere Pie e fu costituita “l’Opra delli Ponti del Serchio e della città di Lucca”.

Nel 1396 il ponte fu distrutto da una Compagnia di ventura guidata dal Conte di Barbiano e fu ricostruito in legname a cura di Paolo Guinigi nel 1403.

Nel 1488 andò nuovamente in rovina e fu ricostruito tutto in pietra, nel 1490, ad opera del celebre architetto Matteo Civitali, a spese del Vescovo Sandonnini e della Repubblica.

Nel 1581 Vincenzo Civitali, nipote di Matteo, ricostruì un arco grande e due piccoli distrutti dalla violenza del fiume, come è attestato da una iscrizione posta allora sul ponte.

I disegni di questo ponte sono conservati nei “Viaggi” di Cristoforo Martini detto il Sassone ed anche nel Martilogio della Repubblica del 1630.

Il ponte di Moriano. A.S.L. Cristoforo Martini detto il Sassone, i viaggi, I-III, 104-105. Nel suo “Viaggio in Toscana (1725-1745) il Sassone scrive: “E’ da osservare che tutti i ponti che scavalcano il Serchio sono di una singolare architettura, cioè per lo più con archi altissimi e di straordinaria lunghezza, cosicchè vi si sale con gran fatica come in montagna. Alle straordinarie dimensioni degli archi non fa riscontro una corrispondente larghezza, tanto che vi transita a stento un calesse. Gli architetti di quei tempi non osavano opporre molti piloni alla potenza di questo

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3 fiume violento, e preferivano, dove era possibile, limitarsi ad uno od al massimo a due archi

principali. Volevano che gli archi compissero un semicerchio intero, che chiamano a tutto sesto, e sotto di essi costruivano un tratto di muro diritto di rispettabile lunghezza, detto piedritto: ne conseguiva che i ponti riuscivano di una altezza tutt’altro che comoda.”

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4 Una delle caratteristiche peculiari dei ponti medioevali, un aspetto formale che li differenzia da quelli romani e da quelli moderni, è, infatti, il profilo a schiena d’asino, cioè con due rampe il cui vertice è situato al di sopra dell’arco principale.

Questa forma deriva dalle dimensioni della freccia richiesta dall’arco per sviluppare la propria forma, negli archi a tutto sesto questa corrisponde alla metà della luce.

Il ponte costruito dai Civitali resse alla piena del 1812, ma fu travolto da quella del 25 ottobre 1819; fu ricostruito nel 1826 a cura del Duca Carlo Ludovico, come è attestato da una lapide posta sulla sommità del ponte.

Il ponte di Moriano. A.S.L. Acque e Strade n.722, mappa n.42.

Nella notte dal 4 al 5 settembre 1944 le truppe tedesche, prima di ritirarsi sulla “linea Gotica” fecero saltare in aria con le mine questo ponte, che fu poi ricostruito nel 1947; in un primo periodo il passaggio dei pedoni da una riva all’altra fu assicurato da una aerea e traballante passerella, che univa i piloni rimasti in piedi.

Sulla sommità del ponte vennero ricollocate le statue di Sant’Ansano e della Madonna; nel 1990 queste statue vennero sostituite da una copia.

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5 Il ponte di Moriano come appare oggi.

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6 1.2 - PONTE DI MONTE SAN QUIRICO

Si trova a ponente della città, alle falde della collina di San Quirico; fino dai tempi più antichi deve essere esistito in questo luogo un ponte in legno, per consentire le comunicazioni con la Val

Freddana e con il Morianese; aveva una notevole importanza militare e per questo motivo era difeso da un “battifolle”, cioè da un bastione in legname a forma di torre.

Dopo il Mille, nelle guerre con i Pisani e con i Fiorentini, fu più volte abbattuto e ricostruito; nella “Cronica” del Villani è riportato come nel maggio 1342 l’esercito fiorentino non riuscendo a guadare un ramo del Serchio per stanare i Pisani dal colle di San Quirico dovette costruire in una notte un grande ponte in legname.

Dopo alcune riparazioni provvisorie, nel 1360 si provvide ad una nuova costruzione del ponte, con le pile e le murelle in pietra e con il piano in tavole e travi; il lavoro delle parti in pietra fu affidato ad esperte maestranze di Como.

Negli anni successivi il ponte era di nuovo pericolante e così, il 22 giugno 1370, per evitare che i cittadini e gli abitanti del contado affogassero nel passaggio, se ne ordinò la ricostruzione e si consentì che fossero usate allo scopo le pietre della fortezza Augusta, diroccata alla fine della dominazione pisana.

Vi furono in seguito altri crolli e rifacimenti del ponte; abbiamo notizia di una ricostruzione in pietra a cura dell’Offizio sopra le Entrate ma anche questo ponte ebbe breve durata.

I ponte fu poi certamente ricostruito ma la terribile piena del 12 novembre 1598 ne travolse gran parte dal lato della città; il Consiglio Generale subito riunitosi, ne deliberò la ricostruzione insieme a quella degli altri ponti danneggiati o travolti dalla piena.

Gli archi abbattuti vennero successivamente ricostruiti in legname; nel Martilogio della Repubblica del 1630 è conservato il disegno di questo ponte, con due grandi archi in muratura dalla parte del colle ed una lunga passerella in travi e tavole da quella della città; dalla nota in calce a questo disegno apprendiamo che la ricostruzione ebbe termine nel 1623.

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7 Il ponte di San Quirico. A.S.L. Beni e Fabbriche Pubbliche, Martilogio del 1630, n.1. Purtroppo anche questa nuova opera non ebbe lunga durata e così, nel 1641, le parti in legname ormai fatiscenti furono ricostruite in pietra a cura di Bramante Soldini, come risulta da una iscrizione allora apposta sul nuovo ponte.

La piena del 20 novembre 1786 travolse l’arco maggiore, che fu subito rifatto; quella, invece, del 18 novembre 1812 travolse interamente il ponte.

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8 Nel 1814 il Governo Provvisorio, succeduto ai Baciocchi, ne ordinò la ricostruzione in legname; nel 1816, invece, ne fu ordinata la ricostruzione in pietra dal Governatore austriaco Werklein, che venne poi eseguita dell’ingegnere Giovanni Lazzarini.

Il ponte di Monte San Quirico. A.S.L. Acque e Strade n.713, mappa n.2.

Alla fine del XIX secolo si provvide ad una ricostruzione e ad un allargamento del ponte che fu aperto al pubblico nel 1899.

Nella notte dal 4 al 5 settembre 1944 il ponte fu fatto saltare, come abbiamo già detto per quello di Moriano; nell’attesa della ricostruzione il collegamento con Lucca fu assicurato da un barcone. Il nuovo ponte fu riaperto al transito il 19 febbraio 1946; sulla sommità di esso venne ricollocata l’edicola con la statua di San Frediano, per ricordare il miracolo della deviazione del fiume.

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9 A.S.L. Disegni di Lorenzo Nottolini n.834.

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10 A.S.L. Disegni di Lorenzo Nottolini n.835.

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11 Il ponte di San Quirico come appare oggi.

1.3 - PONTE SAN PIETRO

Si trova a circa 4,4 Km dalla città lungo la strada che unisce Lucca a Viareggio attraverso il colle del Quiesa.

Verso il Mille in questa località dovevano esistere due ponti, forse attestati su un’isola: il Ponte San Pietro ed il Ponte del Marchese, come pare risultare da un documento del 1081.

Il ponte fu travolta da una piena eccezionale del fiume nel novembre 1419; nel periodo successivo il ponte dovette essere più volte riparato o ricostruito, abbiamo notizie di lavori eseguiti nel 1369, nel 1375, nel 1378 e nel 1379.

Nel 1492 il Consiglio Generale ne ordinò la ricostruzione in pietra, ma i lavori terminarono soltanto nel 1520; purtroppo le arcate vennero costruite troppo basse e così, anche a causa del progressivo innalzamento dell’alveo del fiume, provocavano allagamenti in caso di piene.

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12 Il ponte di San Pietro. A.S.L. Beni e Fabbriche Pubbliche, Martilogio del 1630, n.1. Nel 1699 fu pertanto deciso di demolirlo e di ricostruirlo completamente; i lavori terminarono nel 1700; questo ponte fu poi allargato nel 1879.

Gravemente danneggiato nel settembre 1944, fu subito ricostruito ed inaugurato il 5 agosto 1946. Sulla sommità del ponte fu ricollocata la statua di San Pietro che era stata messa in salvo prima della distruzione.

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13 Il ponte di San Pietro come appare oggi.

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