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I-tJ1J(iNO l)' ITALIA

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(1)

DEL

REG

N()

D' ITALI_LL\

(2)
(3)
(4)
(5)

CONSIDERAZIONI STATISTICHE.

L'ultima invasione del Cholera in Italia cominciò il 12 gennajo 1866 ed ebbe fine il

15 gennajo 1868 ; quindi le si può assegnare la durata non interrotta di 733 giorni.

La nuova popolazione del regno, dopo

l'

aggregazione delle provincie venete e

man-tovane, ascende a 24 273 776 abitanti. Di questi, più della metà (13 035 268 abitanti)

fu-rono visitati dal Cholera, mettendo due volte in conto gli abitanti di 345 comunità, presso

le quali nel corso del biennio il morbo asiatico fu per così dire permanente.

Quattro sole provincie, sopra 68, vennero risparmiate dal male; le provincie di

Bel-luno, Pesaro e Urbino, Sassari, Siena.

Maggiormente colpite furono le provincie meridionali (19 sopra 23 nel 1866 e tutte

indistintamente nel 1867). Delle 21 provincie dell'Italia centrale, 15

~ebbero

cholerosi

nel 1866 e 18 nel 1867. Per contro sopra 24 provincie dell'Italia superiore, 13 rimasero

immuni dal contagio nel 1866 e 5 nel periodo successivo.

Durante il biennio 1866 e 1867 abbiamo avuto la seguente serie dei comuni per

provincia con morti di Cholera :

nel 18GG nel 1ST;

Provincie con

l

sola comunità colpita

7

3

Provincie con 2

a

5 comunità colpite

16

6

l)

6

)l

10

))

7

lO

l)

11

,,

20

,,

6

lO

))

21

l)

50

))

5

lO

),

61

,,

100

,,

4

7

))

più di 100

,,

l)

9

45

60

Le provincie con maggior numero di comuni affetti dal Cholera, furono nel 1866:

Terra di Lavoro (64 comunità), Cuneo (54), Napoli (53) e Genova (52). Nel 1867

il

triste

(6)

__:__ VI

-Dividendo le comunità con morti di Cholera per serie di popolazione, abbiamo:

Comuni

con meno

di

l

000 abitanti

781

))

da

l 001 a

3 000

))

l

270

))

3 001

))

5 000

))

468

))

5 001

))

10 000

363

lO 001

))

20 000

))

156

20 001

))

50 000

))

54

J)

50 001 )) 100000

10

con più di l 00 000

))

9

3 120

Le nove comunità, aventi più di 100 000 anime, in cui ha serpeggiato il cholera,

sono

Genova, .Milano, Napoli, Palermo, Torino, Firenze, .Messina, Venezia, Bologna. Di tutti

i comuni onde consta il regno, 3120 provarono, durante

il

periodo più volte menzionato,

gli effetti della funesta epidemia colla graduazione nel numero dei morti che appare dal

prospetto seguente:

Con 1 sol morto Con .2

a

10 morti 1"1 " ~o 21 " :JO a1 , GO M " ·!00 -101 " 200 201 " :!00 301 ,

:;oo

501 " 1 000 sopra i 1 000 TOTALil •..••• Comuni colpiti

TOTALe

l

nel I&iG

~-:::::--~

lt81. 1 128 lt69 239 251 2:!\l 1G3 ij8 J5 36 3

12~

l

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18 11 8

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,) 231 416 91.8 39:> 194 f 201 ·182 112

H

32

17 3 nel lg&:; e 1867 13 73 .l, O 27

l

39 >O ~6 H 11 19 rj 3>5

Nel 1866 le comunità colpite dal Clwlera non furono che 231 ; nell'anno

succes-sivo 2 544, e la malattia imperversò tanto nell'uno, quanto nell' altro degli anni

ar-~~ennati

in 345 comuni.

Il maggior flagello toccava ai comuni di:

nrl 181jQ nel 186i

Marineo (prov. di Palermo).

morti 339

Messina .

morti 3 787

Cuneo .

l)

312

.Acireale (Catania)

))

l 162

Corato (Terra di Bari).

)l

l 464

l

.Nel corso dell'ultima invasione (1866-1867) ebberù:

Palermo

morti 7 867

Napoli.

Jl

3 821

Catania

))

3 066

Barletta (abitanti 26 952).

))

l 095

Termini Imerese (abitanti 26 193)

))

l 071

· - -

(7)

-

n r

-E però nei due ultimi comuni menzionati si noverarono più di 36 morti per

1000

abitanti.

Il

Cholera del 1866 si trovò in presenza di

5 160 520

abitanti; quello dell'anno

suc-cessivo lo si è visto fra 12 084 116 abitanti. ·una doppia visita del Cllolera funestava

-t

209

368 abitanti :

Abita11ti Morti

~-~ ~

dt'i comuuì

pt>r l 000

colpiti TOTAli-; aLitiollti

~~wr.

r;

1GO ti20 •l\) ;;;l :J,7:1

IHI\ì 12 08} 116 128 075 10,60

1SGn-G7 13

o:J;;

:Ztì8 1'•1 6}6 11,:J:l

Nel periodo dell'invasione del 1866 si ebbero

10

571 morti di Clwlera, e 128 075

du-rante quella del 1867. Il rapporto numerico dei morti colla popolazione fu di 3,

n

per

1000

abitanti nel primo degli anni accennati, e di

lO, GO

nel secondo.

A

guardare il numero dei morti del Cllolera sotto

il

rispetto del sesso e dello state>

civile, troviamo :

18Gii 186ì 1~GG-6ì ToT.-\I.E 1\) iiìl

l

1

zs

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1'>7 G'1lì

l

Mnschi

l

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J:;o

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Numero dei morti

---~--~---~---

--Femmim~ Ce!! bi

l

Coniug11ti

l

Ve(lovi

l

Stato civHe

l

ignoto

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1 !lG:I

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HH

{).'

..

:.J8(ì 62 Oì9 20 922 t)9

Il

numero dei morti di sesso maschile supera quello dei mortì di sesso femminile

in una proporzione di 1009 per 1000. Nella mortalità ordinaria tale rapporto è di 1o:30

per

1000.

Nel 1866 i morti celibi furono più numerosi dei morti coniugati; la ragione inversa

venne osservata nel 1867. Prendendo a considerare l' intero periodo dell' invasione,

~i

scorge come morissero di Cllolera più celibi che coniugati (61586 celibi e 62 079 coniugati),

con uno squilibrio tuttavia che è !ungi dall' uguagliare r1uello della mortalità ordinaria.

nella quale sopra 1000 morti si contano 638 celibi e 211 coniugati.

Dal quadro qui sotto riportato risulta elle nel biennio 1866-67 sopra una popolazione

di 13 035 268 anime, perirono di Clwlera 147,646 abitanti; il elle è quanto dire che

so-pra

1000

abitanti Il circa rimasero vittime della fatale malattia.

n

compartimento più

dolorosamente provato fu la Sicilia, la quale ebbe 61 380 morti, ossia il 31 per 1000 della

popolazione dei -comuni presso cui il cholera ebbe ad infierire. Per contingente assoluto

di morti la Lombardia, le Puglie e la Campania vengono tosto dopo la Sicilia;

relativa-mente al numero degli abitanti dei comuni colpiti, anche le Calabrie soffrirono gravi

per-dite (15 morti per 1000 abitanti). L'Umbria, le Marche e la Toscana voglionsi riguardarf'

come le provincie del regno più risparmiate.

(8)

-

VIII

-femmine). In Campania, nelle Puglie ed in Toscana le donne vennero colpite a

prefe-rem~a;

la ragione inversa si verifica presso tutti gli altri compartimenti.

I morti a domicilio sommarono 135 288; quelli all'ospedale 12 358. Un quarto circa dei

morti di Oholera in Lombardia erano stati i'icoverati agli ospedali (5640 sopra 21 954 morti);

dalla qual cosa può inferirsi elle in questa regione, più elle altrove, vennero adottate

misure di ricovero forzato e ùi segregazione.

Piernonll' .. . Liguria ... . Lombardia rcnt•to ... Emilia 1 •• l'mbria .. M arelle ... Toscana .. .t\hruzzi P ~·Jollst• .. Camp.mia:.! .... . l'nglie ... . Basili(·at,l .. Calabri<' . Sicilia .... ~artl('gua .•. llEGN0·1 •••

5

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H~8

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l

Coniugali

l

G 272 1 IS:l 10 .}'ì!t-{1.:~8 1 871 113 170 lt83 2 802 5 872 8 690 1 H7 872 :22 4J8 23} 6"2 079 Curati Vedovi l

---~~-~

;~. nll'm;pe-domìcilio dale 2 101 :JG1 l 'l '''J6 ' '

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70~ l :13 l

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1iiG 7;jJ 1 o82 2 907 519 H23 113 10 4.S2 2 37:; 16 314 801 3 GOO :J06 9:12 5 122 1:l 339 17 994 2 .'iH l 96:) G8 860 480 ·l Wi 73:{ 5 610 i:lì t,

so

61 28 IG6

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6G:i '~:!a 38 ti7 2 520 83 12 :158

Morti per età e peT sesso. -

Ohi guardi come si distribuiscano

morti di Cllolera

peJ' età e per sesso

è

condotto a queste conclusioni:

ETÀ Da O a ti anni ;) )) 10 10 " 20 :!O " :lO 30 "IJ.O !~O )) UO !)0 l'GO GO » 70 70 anni in sn E ti\ ignota ... . TOTA!.IC ' ' . Morti

nl'l bit•nnio liCI IB!ìlì

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nel 1867

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La maggiore mortalità del biennio in cifre assolute riscontrassi fra i 20 e i 50 anni

(58 821 morti) e sopratutto fra i 40 e i 50 (20 304 morti) . .Anche i bambini dalla nascita

ai 5 anni ebbero dal Cholera grave iattura (17 351 morti).

' Fra i celibi, coniugati

e vedovi

non sono comprese

58

persone delle quali s'ignorava lo stato civile.

Id.

id.

l

id.

id.

Id.

id.

id. id.

(9)

I X

-Ma a considerare i morti delle Yarie età in relazione col numero degli abitanti

del-l'età corrispondente abbiamo per risultato: che i bambini fino ai 5 anni di età, e quindi

di natura ancor tenera, perirono di Clwlera in ragione del 52, 70 per ogni lO 000 della

stessa età (5, 88 nel 1866 e 46, 82 nel secondo); che le vittime furono meno numerose

t'Ol crescere dell'età,

perchè~

tra il 16" ed il 20° anno la proporzione delle morti ebbe a

scendere dal 39, 72 al 28, 88; che nelle persone di un' età superiore all' accennata

ridi-venne spiccata la mortalità del Cllolera fino ad avere a 30 anni dal 40, 09 al 56, 30,

a 40 il 78, 54, a 50 il 92 89, a GO il H2, 33 ed a 70 e più il 203, 52 per ogni lO 000

abitanti.

Rispetto ai sessi la sola cosa osservabile si è che dai GO anni in su le donne

mori-rono di Clwlera in maggior numero degli uomini, e sì che la popolazione femminile di

'luell'età non raggiunge la cifra della popolazione maschile dell'età corrispondente.

La distinzione dei colpiti e dei morti di Cholera secondo la varia loro condizione

domestica, non potè farsi per tutte le provincie del regno, dappoicllè il Municipio di

Mi-lano non ha raccolto a questo rispetto le opportune notizie. E però nel quadro seguente,

dove appunto si rassegnano gli elementi anche di questa statistica pel biennio 1866 e

1867,

venne fatta astrazione dei 6 675 colpiti e dei 4 296 morti di Clwlera appartenenti

per la maggior parte al comune ed alla provincia di Milano, elle non poterono in alcun

modo, giova ripeterlo, essere specificati.

(:O~IPARTJ:\IENTI PiPmontl' ... . Liguria ... . Lomb;mlia ... . Ven0to ... . Emilia ... . Umbria ...•... ~!arche ... . Tosc:mn.

Aurnzzi e ~lo liso ... . Campauia ... . Puglie ... . Basilicata ... . Calabria ... . Sicilia ... . Sarf\rgna ... 1 IIEGNO .. .

Colpiti Ili condiziono

l

Morti ùi condizione

A~~o::-r-;overa

- .\gi,ta

l

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4:18 10\J 5!J7

Il più grosso contingente dei cholerosi venne fornito dalle classi povere: 185 .65\:l

per-:sone. Di queste 76 062 poterono scampare. Gli agiati raggiunti dalla fatale malattia

sommano 23 387, dei quali appena poco più della metà (11 896) furono salvi. I cholerosi

di mediocre condizione ascesero a 42 262, fra cui la mortalità sembra essere stata

an-cora più spiccata, non annoverandosi più che 20 000 persone liberate dalle strette della

morte.

Noi non osiamo dire elle in effetto le classi agiate contino, rispetto al numero dei

colpili, un maggiore contingente di morti, poichè ci consta di certa scienza che, mentre

le denunzie dei cllolerosi per le classi povere sono fatte fino allo scrupolo,

il

medesimo

non può dirsi per le altre classi più ripugnanti in generale all'isolamento e pur troppo

meglio risparmiate dai medici e dalle autorità locali.

Il concetto che generalmente si adopera per distinguere le classi è tale da far

sup-porre che le persone di condizione agiata e mediocre sieno infinitamente inferiori di

(10)

,

..

x

-mero alla classe povera. Ma in ogni modo, poicllè il criterio di tali distinzioni è vario

da regione a regione italiana, ci asterremo da ogni ulteriore commento sulle cifre del

quadro.

La Commissione municipale di sanità di Livorno crede di poter concludere nella

sua relazione che la povertà è una ragione indiretta, che favorisce Io svolgimento del

Ol!olera, non tanto in sè stessa, quanto pei pregiudizi ad essa legati, che allontanano

dai riguardi e dalle cure sollecite e preventive.

Noi crediamò invece in tesi generale che la vita del basso popolo sia più dura e

senza confronto più esposta ai rischi di quella delle classi alte e medie. Ed anche perciò

elle spetta alla diffusione del male, le notizie raccolte d'ufficio non confirmerebbero

l'os-servazione del dott. Scotti di Corno, che cioè il cholera in quella città si sia diffuso in

tutti

i

quartieri, senza distinzione di piazze o eli vicoli,

eli

vie ampie e popolose oct

anguste e sconcie, e come non abbia rispettati nè palazzi, nè catapecchie.

Conviene,

è

vero, elle le case deperite e vecchie furono più maltrattate delle recenti, ma poi da

questo fatto non crede di poter trarre alcuna ferma conclusione, in quanto elle le case

recenti sono proporzionalmente in minor numero delle antiche.

La varia influenza delle stagioni sulla mortalità prodotta dal Cholera si mostra in

Italia evidentissima dal prospetto seguente :

Morti nei compartimenti

---c---;---,--~·----c---c---;--

----:---;--c---:---c---c---c---:---TOTALBII

1

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il YenetL) non fn compreso nel computo .

(11)

X I

-Dal quale appare evidentissimo come nell'inverno e nella primavera si mantennero,

è vero, in parte

i

germi della malattia, ma non produssero che perdite affatto

insignifi-canti; mentre invece si svolsero con tremenda crudità nella stagione estiva. Nel 186G

l'epidemia, che ha cominciato per così dire solo nell' agosto, si protrasse intensa fino al

novembre. In dicembre essa fu in decremento nei due anni ovunque.

Il Cholera, giusta i fatti raccolti, ha positivamente determinato, nei luoghi da esso

percorsi, una mortalità maggiore dell'ordinaria. Ma è altresì vera

l'

asserzione di coloro

che pretendono come, dominando quell' epidemia, i defunti per le altre cause ordinarie

non raggiungano le solite proporzioni; per cui accade che muoia di cholera chi, senza

di esso, sarebbe perito di altra malattia.

A dimostrazione del fatto sopraccennato, riportiamo le cifre del prospetto che segue,

le quali ci apprendono come nel 18GG il Clwlera, ne ' soli compartimenti degli Abruzzi e

:.\Iolise, delle Marche, della Campania, dell'Um bria e della Basilicata, bastasse ad elevare

la stregua della mortalità orùinaria; negli altri comparti me n ti essa per contro riuscì in

minori proporzioni. Nel 1867 l'epidemia crebbe grandemente il numero delle morti

ordi-narie nei compartimenti, specialmente meridionali, non così nel Veneto, in Toscana, nelle

.\I arche, in Liguria e nell'Emilia, dove fu avvertito il fatto opposto.

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Della verità esposta fanno ampia fede i due prospetti che seguono, in cui per gli ,

anni 18G6 e 1867 furono dati per provincie le cifre della popolazione dei comuni

co!-·.~

piti dal Cholera e di quelli immuni, e il rapporto proporzionale per 1000 abitanti

'Ki

(12)

XII

-PHOVINCIE Popolazione

l

1101'ti sn 1 000 dc1 comuni abitanti Colpiti

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(1860)

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Abruzzo Ulteriore l.

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a1:; pROVINCIE (1Sil7) Popolazione de1 comuni Abruzzo Citeriore .. Abruzzo Lltcriore l.

Abruzzo Ulteriore li.

Alessandria ... . Ancona ... . A rezzo ... . Ascoli Plceuo ... . Basilicata ... . J:cncycnto ... . B0rgamo ....•... Bologna ... . HreRcia .•... Cagliori ... . Calabria Citeriore .. Calabria

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de1 comuni abitanti

l

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Dei comuni

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Colpiti Incolumi colpit't provincia

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98 823 ijS 3~>1 375 6:28 7'•:; :!67 230 653 257 5M> !j,[ 709 '•82 70D 1>:1 273 192 1,85 38t, ij(ll 172 t,99 191 971 93 191 2G\l 275 :211 o8:i 21:; 9Gl z91i oli :1:12 2'•0 6U7 t>J::I 116

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Il

neo um1 . 1 Dei comuni colpiti

l

provincia Della

(13)

-

:\:III

-Ma il Clwlera ha recato ben altri disastri oltre gli accennati. E senza contare quelli elle

e~so

determina nelle condizioni economiche del paese, inducendo una stagnazione dei negozi

e rallr,ntando le comunicazioni, voglionsi accennati i danni cile ne vengono alla salute

!}elle persone. Per quanto la statistica dei colpiti di Cllolera, ma non morti, sia riuscita

imperfetta, dopo elle non in tutte le regioni si mantenne1·o le abitudini di denuncia e di

:;egregazione, tuttavia il numero di costoro fu pur troppo grandissimo. Nei due anni l8GG

e

18G7

si ebbero infatti

2;)8 376

persone colpite da Cllolera e

147

64G defunte per quella

malattia; laonde

110 730

persone, anche potendo sfuggire alla morte immediata, rimasero

assai malconcie in salute e vittime predestinate a fine immatura.

Il rapporto tra i colpiti e i morti per la più volte menzionata malattia

è

di

100

a 57.

I colpiti curati a domicilio ascesero a

237 713;

quelli invece elle ricoveravano negli

spe-tlali non furono elle 20 GG3. La mortalità può quindi rafligurarsi dai seguenti rapporti:

Sopr[L 100 colpiti, morti a domicilio

5G, 9G

)) )) )) )l

negli :;peJali

59, 24

Le mancate denunzie risultano evidentemente numerose fra i colpiti a domicilio,

mentre positive devonsi ritenere le cifre raccolte dalle direzioni degli spe<lali. Il

contin-gente poi della mortalità

è

elevato in codesti stabilimenti della beneficenza, più che

al-trove, anche pel fatto che ordinariamente negli spedali vengono accolti

malati

più gravi.

Nel quadro seguente diamo le cifre effettive e proporzionali dei colpiti e dei morti

di Cholera, durante il biennio

1866-67,

secondo i varii compartimenti del regno e secondo

i

luoghi di cura, a domicilio, oppure negli ospedali :

CO:\IPARTHII<:l'O'I Piemonte ... . Liguria ... . L(1n1bardia ...•... YL\neto •••...•.•.. Emilia ... . l'mbria ... . ~lurcilc ... . 'losc;ma ... . Abruzzi e .\1olise. ClllllJJnia ... . l'uglie ... . Basilicata ... . Cah•bric ... . Sicilia ... . ~anlegna ... . HEGl\'0 ... Colpiti ~---

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N o n osiamo dire che il coefficiente della mortalità sia stato nell' Italia media

P

(14)

X I V

-nell'Italia del Nord si operarono più regolarmente che altrove; ciò elle a parer nostro

po-trebbe per avventura dar ragione delle differenze.

Le provincie di Ancona, di Cuneo e

il

circondario di San Severo, ebbero nel 1807

una quasi completa incolumità dal clwlera, dopo essere state terribilmente provate da

'luella malattia durante l'anno precedente.

Da tutte le relazioni dei medici che vennero al Ministero sull'epidemia, della quale

è

cenno, risulta come

il

Cbolera si sia esteso per l'ordinario a più persone di una stessa

famiglia. Ma di questo fatto non abbiamo tuttavia potuto raccogliere alcuna numerica

dimostrazione.

Fu creduto, e ad ogni epidemia -v'ha chi lo ripete, che una diminuzione nella

pro-porzionale mortalità ne indichi il decremento e ne presagisca la prossima cessazione. I

fatti invece raccolti dal dott. Scotti, di Como, smentirebbero codesta asserzione e

prove-rebbero come sul fine dell'epidemia vi sia piuttosto aumento che decremento nelle morti,

e come solo si osservi sminuita la forza espansiva del morbo.

Contrariamente a r1uanto asseriscono i medici di Germania sull'epidemia cholerica

dt~lla

campagna di Roma, le febbri periodiche furono più frequenti nel semestre in cui

Ila dominato il Cholera, che non nello stesso periodo dell' anno precedente rimasto

im-mune dalla fatale malattia.

Il

Cholera in generale si manifestò nelle parti più popolate e centrali dei comuni;

risulta infatti dal seguente prospetto che i cholerosi morti nei centri furono 120 227, nei

casali 5 88U, nelle case sparse 12

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Yuolsi tuttavia avvertire come la popolazione trovisi nei diversi nostri

comparti-menti territoriali clh·ersamente agglomerata, e come pereiò occorra andar cauti nelle

,·onsiderazioni statistiche che si volessero trarre dalle cift·e del quadm souesposto.

Durante l' ultima in yasione llel Cholera in Italia non usciva alcuna idea nuova

in-torno alla sua etiologia e patogenia e inin-torno alla profilassi ed alla cura del male. Si

intrapresero tuttavia le intlagini atte a confermare od a respingere le teorie sorte d'oltre

aiJIÌ

e cl' oltre mare, ma soprattutto le maggiori -cure furono dirette a prevenire ed a

(15)

x v

-.1\lolte eccellenti memorie scientifiche e amministrative furono pubblicate,' dalle quali

appunto noi caveremo le poche particolarità che seguono.

Che il male sia d'indole contagiosa è antica credenza in Italia, non mai smentita

anche quando gli stranieri professavano per convincimento o per interesse idee opposte.

Tutte le pubblicazioni uscite nel biennio tra noi moltiplicano il numero dei fatti a

con-forto della credenza sovresposta; tutte indistintamente tengon dietro con diligente fedeltà

allo svolgimento del Cholera e ne provano l'importazione e la diffusione per contagio.

«

La Sicilia, come ben osserva il prof. Corrado Tommasi nella sua bella memoria,

stato attuale delle nostre cognizioni sulla p!'opagazione (lel clzoler·a asiatico e sui

,ìwzzi più acconci a lirnitarla e impecli?·ta,

immune dal Cholera finchè le quarantene

furono rigorosamente mantenute nel

G5

e nel

GG,

fu invasa subito dopo la violazione di

11ueste quarantene, che avvenne

il

18

settembre

18GG

per parte delle truppe infette

pro-' enienti da N a poli. La rapidità stessa colla quale la diffusione epidemica del Cholera si

fece allora in Palermo e in molti altri luoghi dell'isola, provò con tutta evidenza elle la

immunità, della quale la Sicilia aveva goduto fino a quel momento, non era certo

do-Yuta a mancanza di disposizione di

luogo e di tempo,

poichè

il

Cholera vi attecchì

im-mediatamente dopo le prime importazioni militari.

»

E le condizioni dell'isola erano

mi-rabilmente atte a decidere la controversia, in quanto che, come osserva lo stesso autore,

i>

molto difficile, per non dire impossibile, che in altri paesi d'Europa le quarantene

pos-sano essere così rigorosamente mantenute come in Sicilia, dove alla posizione isolana,

elle rende più facile la sorveglianza, si aggiunge la passione di tutto un popolo, pel quale

il terrore del Cholera, giustificato dalle stragi precedenti, vince qualunque altra

conside-razione cl' ordine economico.

Venendo alle cause che possono favorire la diffusione epidemica del Cholera, troviamo

indicato anche in Italia

l'z'nquz'namento clelle acque potaùz"li.

In Firenze il primo caso di

Cholera, durante l'ultima invasione, si verificò in quella stessa casa, che diede origine ai

lutti degli anni

184G

e

1847, •

posta in terreno basso, umido ed inquinato eli antiche

pu-treclini animali, provenienti da soppressa officina eli conciapel!i. Chiuso per ordine

mu-nicipale il pozzo eli quella casa, il Cllolera non vi fece altre vittime. L'influenza del

micidiale fattore fu parimente dimostrata da ciò che in una caserma di Firenze, fornita

di acqua di pessima qualità e che conteneva in dissoluzione gran copia di materie

or-ganiche, vi ebbero altri indizi Ji Cholera fra la truppa, la quale dovette la sua

suc-cessiva salvezza alla sollecitudine del sindaco di Firenze, che ordinava le cose per guisa

che fosse murato il pozzo, e trasportata altrove la soldatesca.

Il prof. Tommasi, già menzionato, in occasione del Cholera di Palermo del

18GG,

ebbe

a considerare anche

l'

influenza eli quell'agente, specialmente nella diffusione epidemica

del Cholera nel comune eli Brancaccio e nelle parti della città eli Palermo, dove, per le

qualità del terreno, è più facile la penetrazione delle materie escrementizie nei pozzi e

nei condotti dell'acqua potabile.

In varie località del territorio del comune di Palermo si riprodusse, come nelle

pre-cedenti epidemie, la singolare coincidenza fra alcune peculiari condizioni del suolo e la

estensione dell' epidemia cholerica. Là dove si ebbe il tufo calcare, che forma il

sotto-suolo di tutto il comune, coverto da strati profondi eli terreni alluvionali o fangosi, ricchi

di umidità, molto permeabili e quindi molto facilmente impregnati da materie organiche

in decomposizione, iyi la diffusione del Cholera fu maggiore. Per contro, nei terreni

roc-ciosi, asciutti e poco permeabili e perciò poco atti a ricevere le materie medesime, la

propagazione del morbo si è mantenuta in più ristretti limiti.

Vedi la bibliog-rafia che fa seguito alle presenti Consiclerazioni.

' Anche in Livorno, come risulta dalla Relaoione clelia Commi,;sione municipale

eli

Sanitù sul Cholen•

t! el 11:i67, accaclde eli osser1·are che

l"

epidemia si è ripetuta con forte predilezione nelle case e nelle famiglie,

(16)

X V I

-Il

prof. Corrado Tommasi, al quale devesi l'osservazione sovracltata, non fu in grado

di verificare il principio stabilito da Pettenkofer, elle cioè le oscillazioni del livello

del-l'acqua sotterranea od acqua del fondo, nei luoghi ove il terreno è molto permeabile e

molto ricco di umidità, esercitano una notevole influenza sulla propagazione epidemica

del

Clwlera, e che l'abbassamento rapido di questo livello favorisce la diffusione del morbo,

non avendo potuto raccogliere giorno per giorno il numero dei colpiti di Clwlera, ed a

nulla avendogli servito per codesto fine l'ispezione delle tavole mortuarie.

In fatto di studi i per giungere alla conoscenza del seminio cholerico, ricorderemo a

titolo di onoranza, anehe per la loro anzianità, le indagini del prof. Pacini, che datano

dal 1854. Esso osservò una grande quantità di molecole, della grandezza di un millesimo

t1i millimetro al più, le quali infiltravano l'epitelio ed i villi della muccosa intestinale

dei cholerosi, specialmente nei punti dove si trovano erosioni e perdite di sostanze della

muc:cosa medesima.

Il

Pacini le paragonò ai piceoli organismi che producono le

fermen-tazioni, e suppose che si moltiplicassero nella stessa guisa. Incontrò lo stesso osservatore

simili corpi anche nel mucco e nelle evacuazioni intestinali dei clwlerosi, dove erano

misti ai residui dell'epitelio e dei villi intestinali distrutti elle vi si trovavano in

sospen-sione. I risultati di queste osservazioni sembravano accennare alla presenza di un

pic-colo organismo parasitico.

1

L'azione delle Yicissitudini atmosferiche fu studiata in Italia colla stessa solerzia

d'altrove, grazie agli osservatorii meteorologici sparsi nei varii punti della penisola. E

però in alcune memorie troviamo descritto graficamente

il

confronto della curva

chole-rica colla ozonometchole-rica e barometchole-rica e termometchole-rica. ]l,fa da codeste indagini non ne

vennero elle i soliti notissimi resultati, che cioè più forti sono i calori e maggiore

è

l' intensità del male,

il

quale dagli improvvisi squilibri di temperatura e dallo spirare

rlello scirocco, e in genere dalla mutata direzione dei venti, ripetè talora la sua apparizione

e talora la sua diminuzione e scomparsa. A nulla di positivo conchiusero anche durante

l'ultima epidemia, le osservazioni ozonometriche.

Oltre codeste interessanti indagini fisiche, furono fatte con cura diligentissima

ri-;·er·clle topografielle e geologiche. N o n è presunzione nazionale il dire che durante

l'ul-tima epidemia i medici italiani onorarono la scienza coi loro studii, non ammettendo

al-nma

di quelle investigazioni, dalle quali sembra che un qualche barlume ne possa venire

intorno all'indole del flagello, che dal 1830 in :poi, acl intervalli abbastanza prossimi,

vi-sita l'Europa.

Se nulla di nuovo si produsse per quel che riguarda la terapia del Cholera, molte e

giudiziose pratiche igieniche ebbero ovunque favoreYole accoglimento. Intanto la

persua-sione radicata intorno alla contagiosità del Cholera Ila permesso, tanto ai medici, quanto

alle podestà pubbliche, di prendere energici provvedimenti. E però sequestri, contumacie,

il

isinfezioni furono messe in opera con fede sincera e con felice risultato. Spurghi di

ca-nali e di latrine e eli altri centri d'infezione, aca-nalisi e condanne di acque che non

pote-vano, nè doYevano essere potabili, una guerra aperta e continuata contro il sudiciume

tlelle case e delle famiglie, servirono non poco a rimuovere le cagioni prossime

dell'epi-rlemia ed a sostituire ovunque le salutari provvidenze amministrative, delle quali, anche

in modo più durevole, poterono profittare alcune fra le regioni italiane, considerate fin qui

come negligenti nelle pratiche elle riguardano l'igiene.

' Il Dott. Gio. Domenico Nardo, direttore della Casa degli E:oposti in Venezia, esperto botanico e

micro-~copista, fin drrl

1835,

e però assai prima di chicchessia, fu di opinione che la causa del Cholera

pote~se

con-sistere in una mucedinea, ossia in una mu

fra,

dotata di Yenefiche proprietà. Egli

è

stato indotto a questa

cre-tlenza dal couo;iderare il modo di propagazione del male, l'analogia dei fenomeni che l' accompagnano con

tjnelli prodotti dall'anelennmento per alcune specie di funghi, e l'esistenza di altre mucedinee che, come

t>gmm

sa, riescono causa di malattia per gli esseri organici di classe superiore. Gli è sembrato anche che

le

(17)

-

XVII

-La carità pubblica e privata fu, come sempre, tra noi zelantissima ne'suoi ufllei.

1'\u-merose Commissioni vennero create ovunque al fine di visitare e soccorrere le famiglie

più disagiate, di imbiancarne gli abituri, di toglierle dai più miseri sotterranei,

rico-verandole in luoghi salubri. La popolazione mobile delle città fu l'oggetto di speciale

.sorveglianza, e noi ricoraeremo qui con piacere un' istituzione fondata dal Municipio

di Bergamo in favore della numerosa classe degli operai avventizii.

Avendo quel Municipio ordinata una diminuzione nel numero dei giacigli presso

gli afflttaletti, che la malattia doveva naturalmente insidiare, promosse

l'

erezione di

una locanda pei poveri, tanto per provvedere con quella disposizione, quanto per

re-golare e sorvegliare minutamente

l'

igiene di quei ricoveri avventizii degli indigenti.

La benemerita Società del Casino degli operai si assunse l'ufficio di tenere la nuova

locanda, per la quale

il

Comune accordava gratuiti

il

locale ed i mobili, e dove collo

sborso di pochi centesimi trovavano e trovano tuttora ricovero e riposo in locali ben

ventilati eù in letti decenti e puliti, quei disgraziati che, privi di famiglia e di focolare,

erano usi a dormire in private locande, dove per l'ordinario sono al tutto sconosciute

le leggi della pulizia e della igiene.

In tale locanda dal giorno 15 marzo 1867, in cui fu aperta, al 31 dicembre 1867,

Curono ospitate 13 123 persone, delle quali 7 778 a centesimi dieci per notte, 4 995 a

cen-tesimi cinque, e 350 gratuitamente per ordine municipale. Questa provvida istituzione

potrebbe anche, non senza qualche utilità, svestire

il

suo carattere precario c riguardarsi

fra le stabili beneficenze.

Una volta posto in sodo che la biancheria dei cholerosi, dovè spesso si accumulano

anche i loro escrementi, sia fra i principali fomiti della malattia, come del resto lo prova

la frequenza ond'è colpita di clwlera la classe delle lavandaie, dovevansi impartire

prov-videnze perchè gli spurghi si facessero a regola d'arte, mediante disinfezione con

solu-zioni di zolfato di zinco e di cloruro di calce.

Il prof. Corrado Tommasi fu in grado di provare, con fatti alla mano, quanto

l'in-curia a questo rispetto riuscisse funesta, e quanto avessero benefici effetti le pratiche

invece consigliate da una sana esperienza.

(18)

- - :XVIfl

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pa-gine 52 in-4.

0

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Regazzoni dott. Innocenzo. It Comitato provinciale

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per gli a;Jlilti dal Cho!era

in

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Un

opuscolo di pagine 10 in-16.'

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pagine 92 in-8.

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grande.

T11ssani dott. Alessandro. Invasione e modo di

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l

86 7. Relazione

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sanità.

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Annotazioni statistiche sul Cholera della provincia

di l'riilano

nelt' epidemz'a del

1867. Un opuscolo di

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sul Cholera di Livorno nel

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pa-gine 38 in-8.' grande, con tavole.

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1

Pigliacelli Luigi. Il Cholem Morbns. Una

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!

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l

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(19)

- X I X

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Reta~t'one

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18

6 6

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Il Cholera det

1867

z'n

S. Angelo Tremanti

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Relazione

del Prefetto al Consz'glio provinciale di

Capz'tanata z'ntorno ai

s1t~sidi

e

provvedi,ìwnti per le

l'ittùne del Oholera.

Un Opuscolo eli pagine 44 in-4.•

Storaci dott. Sebastiano e Pappalardo dott. Michele.

Statz'stica dei malati di Montedoro

(Sicilia)

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Tornmasi Crudeli prof. Corrado. Il

Oholem

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con tavole.

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Relazz'one sul Glwlera asiatico che ;

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lZ

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la ?'on'

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SUJ'

l'épidérnie de Clzoléra rpd

tt

1·egné

ù

Costantinuple en

1865. Costantinopoli, 1865.

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Ferrini dott. Giovanni.

Intorno al Choler((, d·i Tu,m'si

(20)
(21)

PARTE PRIMA

(22)

2

TAY.

I. -

MORTI DI CHOLERA. PER C0:\1UNI.

:-i'l'AT!o'J'lCA ~A~ITAltLL

PIWYINCIF:

POPOLA-ZIO:l\"l{ AIIRUZ7.o CITHRJORB .. A_tes<;;a .••••••.••••.••••••. g 1 il {'aqJineto Sinello.· .. ·· ... . l <140

('e lenza snl Trigno ... . Cupello ...•.... •··· Dogliola ... ··.····.· ... . 867 l•'nrf'i ...•...•...•... ~ 018 l\! onte ferrante ....•... 010 !)escara ...•... 4 5;)i f'ollutri. ... . OG8 ()nadri ...•... 84G

Ran Giovanni Lipioni ... . 8 ~3 ~an Ralvo ... . 960

:-::.cerui ••...•...• , •...• d 418

; Bchiavi (li Abruzzo ... .

\ra<::to •.•.•.... · • • • • · · · · • · · · ]:2 307 Totale .. · 4-9 (;;JO

Annuzz.> Ur.THRlORR I

l!n,ci:mo ·.· ... -~

C'iiUt San t Angelo .•... Penne •....•...•... l (!]0 9 81)0 Hosciano ... . 804 ~reratno ... . HJ 043 Totale ... 30 6!)0 AllRUZZO ULTERIORB II .\lf·~tleJlU . . . ... . .\telcta ...•... Canistro ... . 007 Capistrello ... . C'<tstel di Sangro . . . • . • . . . . 80:! Ca~tell' a Finrne ... . JJllCO • , • •••••• , •..••••• ,. , • , .• resrorocchiauo... .. . . . oun Rivisonrloli . . . . Scontrone ... . 'frnsacco ... . Totale ... ALESS \.XDIH \ ,\1 e ss au d ria ... ·

Arquata ScriYia., ... .

o:n

Ra<:>signana ...•.•.•...•... Bisio ...•. ·. · · · lO+ ANNO

1866.

l

MORTI

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POPOLA- - - __ l\fOHTI

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Castagnole Jian7.f~ ...•••••...• OGS

I>enice ... . &06 Fiaccane ... . 9:22 Gavi .•..•... 9ii Ovada ... . 594 fJarodi ..•... 3

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San BartolonlltlèO in (;aldo ... 506 36

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San Lol'euzello ... ,. 807

(23)

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Tocco Gaudio ... . \raroni ... . Totale ... llERti.UIO 11ergau10 ... . Colognola del Piano ... . l!ariauo al Brembo ... . Osio Sotto ... . Sforzatica ... . Stezzano ... . Villa di :;eri o ... . Zogno ... , ... . Totale ... BOLOGN.\ POPOLA-ZIONE 87 1~8 3S 765 700 759 086 317 48 30U )IOHTI

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Trenta ...•...•...••... 17 753 li6 43 84 Totale ... IS 920 86 49 CALTANISSET'fA Caltanissetta ... . :!.:J 8i9 Piazza. Armerina .... o • • • • • • • • 2"2 1!2 lO }:J Resuttano ... . 4 060

Santa Caterina Villarmosa ... 6 38:!

Vallelunga Pratameno ... . 4 981 21 16 Villalba ... _ ... . 3 340 :3 Totale ... 64 802 60 33 27 CAPITA~ATA

1:

Apricena ... . Carlantino ...•... 3 Celenza Valfortore ... .. 2'10 B,oggia ... . :J-1 052 6 4 2

PHO\TNCIE

t:O)ll N l I .. ucera ... · · · · :Manfredonia .•... ()rta ~o va ....•.•...

Han Paolo di Civitate ...•. San ~ev.Jro ...•... Trinitapoli ... o \riest~ ..•. o • • • • • • • • • • • • o • • • • • • Totale ... C.\TANIA Aci Cateua ... . Adernò ... o • • • Biancavilla ... . Catania. o, • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Centul'ipe ...•... Paternò ... o • • • • • • • Totale ... Co::\IO POPQL,\-ZIO~E 1-l 7S7 81~ O!Jl 68 810 ! 5 :~os 117 !181 Brenta ...

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Camerlatuo ... o .•... o.... :!. HJ!J Casalzuigno ..

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8:J5 Cunardo ... . U81J Cuveglio in Valle ... .. 067 Laveno... 4G8

~IomlJello Lago Maggiore ....

Vergobbio 471 Totale ... 8 :)97 CUNEO Alba ... . Baldissero d'Alba ... . Barge ... . ]!)l Bernezzo ... . :J 111

Borgo San Dalmazzo. o • • • • • • • 3 89!1

Riferimenti

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