DEL
REG
N()
D' ITALI_LL\
CONSIDERAZIONI STATISTICHE.
L'ultima invasione del Cholera in Italia cominciò il 12 gennajo 1866 ed ebbe fine il
15 gennajo 1868 ; quindi le si può assegnare la durata non interrotta di 733 giorni.
La nuova popolazione del regno, dopo
l'
aggregazione delle provincie venete e
man-tovane, ascende a 24 273 776 abitanti. Di questi, più della metà (13 035 268 abitanti)
fu-rono visitati dal Cholera, mettendo due volte in conto gli abitanti di 345 comunità, presso
le quali nel corso del biennio il morbo asiatico fu per così dire permanente.
Quattro sole provincie, sopra 68, vennero risparmiate dal male; le provincie di
Bel-luno, Pesaro e Urbino, Sassari, Siena.
Maggiormente colpite furono le provincie meridionali (19 sopra 23 nel 1866 e tutte
indistintamente nel 1867). Delle 21 provincie dell'Italia centrale, 15
~ebberocholerosi
nel 1866 e 18 nel 1867. Per contro sopra 24 provincie dell'Italia superiore, 13 rimasero
immuni dal contagio nel 1866 e 5 nel periodo successivo.
Durante il biennio 1866 e 1867 abbiamo avuto la seguente serie dei comuni per
provincia con morti di Cholera :
nel 18GG nel 1ST;
Provincie con
l
sola comunità colpita
7
3
Provincie con 2
a
5 comunità colpite
16
6
l)
6
)l10
))7
lO
l)11
,,
20
,,
6
lO
))21
l)50
))5
lO
),61
,,
100
,,
4
7
))più di 100
,,
l)9
45
60
Le provincie con maggior numero di comuni affetti dal Cholera, furono nel 1866:
Terra di Lavoro (64 comunità), Cuneo (54), Napoli (53) e Genova (52). Nel 1867
il
triste
__:__ VI
-Dividendo le comunità con morti di Cholera per serie di popolazione, abbiamo:
Comuni
con meno
di
l
000 abitanti
781
))
da
l 001 a
3 000
))l
270
))3 001
))5 000
))468
))5 001
))10 000
363
lO 001
))20 000
))156
20 001
))50 000
))54
J)50 001 )) 100000
10
con più di l 00 000
))9
3 120
Le nove comunità, aventi più di 100 000 anime, in cui ha serpeggiato il cholera,
sono
Genova, .Milano, Napoli, Palermo, Torino, Firenze, .Messina, Venezia, Bologna. Di tutti
i comuni onde consta il regno, 3120 provarono, durante
il
periodo più volte menzionato,
gli effetti della funesta epidemia colla graduazione nel numero dei morti che appare dal
prospetto seguente:
Con 1 sol morto Con .2
a
10 morti 1"1 " ~o 21 " :JO a1 , GO M " ·!00 -101 " 200 201 " :!00 301 ,:;oo
501 " 1 000 sopra i 1 000 TOTALil •..••• Comuni colpitiTOTALe
l
nel I&iG~-:::::--~
lt81. 1 128 lt69 239 251 2:!\l 1G3 ij8 J5 36 3
12~
l
1072:>
18 11 8,.
,) 231 416 91.8 39:> 194 f 201 ·182 112H
32
17 3 nel lg&:; e 1867 13 73 .l, O 27l
39 >O ~6 H 11 19 rj 3>5Nel 1866 le comunità colpite dal Clwlera non furono che 231 ; nell'anno
succes-sivo 2 544, e la malattia imperversò tanto nell'uno, quanto nell' altro degli anni
ar-~~ennati
in 345 comuni.
Il maggior flagello toccava ai comuni di:
nrl 181jQ nel 186i
Marineo (prov. di Palermo).
morti 339
Messina .
morti 3 787
Cuneo .
l)312
.Acireale (Catania)
))l 162
Corato (Terra di Bari).
)ll 464
l.Nel corso dell'ultima invasione (1866-1867) ebberù:
Palermo
morti 7 867
Napoli.
Jl3 821
Catania
))3 066
Barletta (abitanti 26 952).
))l 095
Termini Imerese (abitanti 26 193)
))l 071
· - -
-
n r
-E però nei due ultimi comuni menzionati si noverarono più di 36 morti per
1000
abitanti.
Il
Cholera del 1866 si trovò in presenza di
5 160 520
abitanti; quello dell'anno
suc-cessivo lo si è visto fra 12 084 116 abitanti. ·una doppia visita del Cllolera funestava
-t
209
368 abitanti :
Abita11ti Morti
~-~ ~
dt'i comuuì
pt>r l 000
colpiti TOTAli-; aLitiollti
~~wr.
r;
1GO ti20 •l\) ;;;l :J,7:1IHI\ì 12 08} 116 128 075 10,60
1SGn-G7 13
o:J;;
:Ztì8 1'•1 6}6 11,:J:lNel periodo dell'invasione del 1866 si ebbero
10
571 morti di Clwlera, e 128 075
du-rante quella del 1867. Il rapporto numerico dei morti colla popolazione fu di 3,
n
per
1000
abitanti nel primo degli anni accennati, e di
lO, GO
nel secondo.
A
guardare il numero dei morti del Cllolera sotto
il
rispetto del sesso e dello state>
civile, troviamo :
18Gii 186ì 1~GG-6ì ToT.-\I.E 1\) iiìll
1zs
07:ii
1'>7 G'1lìl
Mnschil
10 :l1S {ì'l-J:;o
7} MJNNumero dei morti
---~--~---~---
--Femmim~ Ce!! bi
l
Coniug11til
Ve(lovil
Stato civHel
ignoto\) :!23 IO 7li8
r. s:;o
l
1 !lG:Il
lì:l \JZ:; iJ:l 82R ;);) :2'20 18 \)!)9 i\ \l
'i:l
HH
{).'..
:.J8(ì 62 Oì9 20 922 t)9Il
numero dei morti di sesso maschile supera quello dei mortì di sesso femminile
in una proporzione di 1009 per 1000. Nella mortalità ordinaria tale rapporto è di 1o:30
per
1000.
Nel 1866 i morti celibi furono più numerosi dei morti coniugati; la ragione inversa
venne osservata nel 1867. Prendendo a considerare l' intero periodo dell' invasione,
~iscorge come morissero di Cllolera più celibi che coniugati (61586 celibi e 62 079 coniugati),
con uno squilibrio tuttavia che è !ungi dall' uguagliare r1uello della mortalità ordinaria.
nella quale sopra 1000 morti si contano 638 celibi e 211 coniugati.
Dal quadro qui sotto riportato risulta elle nel biennio 1866-67 sopra una popolazione
di 13 035 268 anime, perirono di Clwlera 147,646 abitanti; il elle è quanto dire che
so-pra
1000
abitanti Il circa rimasero vittime della fatale malattia.
n
compartimento più
dolorosamente provato fu la Sicilia, la quale ebbe 61 380 morti, ossia il 31 per 1000 della
popolazione dei -comuni presso cui il cholera ebbe ad infierire. Per contingente assoluto
di morti la Lombardia, le Puglie e la Campania vengono tosto dopo la Sicilia;
relativa-mente al numero degli abitanti dei comuni colpiti, anche le Calabrie soffrirono gravi
per-dite (15 morti per 1000 abitanti). L'Umbria, le Marche e la Toscana voglionsi riguardarf'
come le provincie del regno più risparmiate.
-
VIII
-femmine). In Campania, nelle Puglie ed in Toscana le donne vennero colpite a
prefe-rem~a;
la ragione inversa si verifica presso tutti gli altri compartimenti.
I morti a domicilio sommarono 135 288; quelli all'ospedale 12 358. Un quarto circa dei
morti di Oholera in Lombardia erano stati i'icoverati agli ospedali (5640 sopra 21 954 morti);
dalla qual cosa può inferirsi elle in questa regione, più elle altrove, vennero adottate
misure di ricovero forzato e ùi segregazione.
Piernonll' .. . Liguria ... . Lombardia rcnt•to ... Emilia 1 •• l'mbria .. M arelle ... Toscana .. .t\hruzzi P ~·Jollst• .. Camp.mia:.! .... . l'nglie ... . Basili(·at,l .. Calabri<' . Sicilia .... ~artl('gua .•. llEGN0·1 •••
5
6 o u ft-'l.Ss:;
1 :l'I-7 11~ 11:) 13'•2
3S
181-:118 181 23~ 21 :J 120 Popolazione 1lei comuui colpiti 1 41G 8\:i 47·1-uon
2 :IO'• 82'> GYil 79'r !JGSon:;
1'1-'i· 'ifi2 :lO! I;;)V <iiiS SG:l t>7Gana
1 fìS't-:w:J
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(i:i) 2'l>i :~u~l 13l :~\.:) 1 fl71 (;,.].7 82 ·Jl:J 1:1 O:J3 2G8 ToTALE 1 l Gl7 :l 108 21 Dii4 1 lì:J:)·"· oso
2:l:i:m
l 0\18:; 2o:;
l,, 00'• 18 ·117 Gl :JSO tlm; l\laschì 6 OSG 1 701 12 Oii3 :l8} 2 !H2 2 G~1 G V8\J 1 10ì ll31:w
;j!:J ~ì:JNumero dei morti
l
i
) Femmine 1 ·1l
! ::> :H1 l 40~ i. \) 891 A:)t :1 1 768 l' 98 l· f6:iGo a
;! G'i-'1- l l 7 0'1G 9 9G:l ' 11 ft-70 'l l 0~1 l 30 8U7 l 292 i •' 73H~8
:1 .'J.. HM· 1 ;)()} 7 t)].'p 4 t!i-1 H3 89 •107 !y:}J l 602 6 619 (i 820 Dlò 827 :J1 290 ~18l
Coniugalil
G 272 1 IS:l 10 .}'ì!t-{1.:~8 1 871 113 170 lt83 2 802 5 872 8 690 1 H7 872 :22 4J8 23} 6"2 079 Curati Vedovi l---~~-~
;~. nll'm;pe-domìcilio dale 2 101 :JG1 l 'l '''J6 ' '~~:l
lì
70~ l :13 lm
1iiG 7;jJ 1 o82 2 907 519 H23 113 10 4.S2 2 37:; 16 314 801 3 GOO :J06 9:12 5 122 1:l 339 17 994 2 .'iH l 96:) G8 860 480 ·l Wi 73:{ 5 610 i:lì t,so
61 28 IG6s:J
6G:i '~:!a 38 ti7 2 520 83 12 :158Morti per età e peT sesso. -
Ohi guardi come si distribuiscano
morti di Cllolera
peJ' età e per sesso
è
condotto a queste conclusioni:
ETÀ Da O a ti anni ;) )) 10 10 " 20 :!O " :lO 30 "IJ.O !~O )) UO !)0 l'GO GO » 70 70 anni in sn E ti\ ignota ... . TOTA!.IC ' ' . Morti
nl'l bit•nnio liCI IB!ìlì
- ----1 ---, ---
1,-
---~-'I'oTAI.C l\Insrhi Femmine jl
'I'OTAI.I~
j Mnschil
Femmine11
:m1
IO :10:1 1:1 ~81 IS 9!J:l 1\l :;:~•, iO:w,
17 'j(H) 1G 218 10 iif\1 il ZS!iu
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770 !, 1 1G~ t 0'28 l 93:1 l G70 , 637l,
~)'Ì 1 1s:Jo
l
nel 1867--·---
....___----ToTALE
l
l\111Schi!
Femmine1:; 41G 8 9;)0 11 720 16 ,'J.'d~ 1/ 1-1} 18 2:it 16 :25:l 13 87} \) 1>18 23S 8 !GO l-7Gl. G 03G 8 111
l
8 :lO\\ g :ll3 8 211 6 70G '• 112 128 7 '206 4 186 5 681 8 33:1 9 105 8 93S 8 0}2 7 IGS 5 106 107 63 \\2:1La maggiore mortalità del biennio in cifre assolute riscontrassi fra i 20 e i 50 anni
(58 821 morti) e sopratutto fra i 40 e i 50 (20 304 morti) . .Anche i bambini dalla nascita
ai 5 anni ebbero dal Cholera grave iattura (17 351 morti).
' Fra i celibi, coniugati
e vedovi
non sono comprese58
persone delle quali s'ignorava lo stato civile.Id.
id.
l
id.
id.
Id.
id.
id. id.I X
-Ma a considerare i morti delle Yarie età in relazione col numero degli abitanti
del-l'età corrispondente abbiamo per risultato: che i bambini fino ai 5 anni di età, e quindi
di natura ancor tenera, perirono di Clwlera in ragione del 52, 70 per ogni lO 000 della
stessa età (5, 88 nel 1866 e 46, 82 nel secondo); che le vittime furono meno numerose
t'Ol crescere dell'età,
perchè~
tra il 16" ed il 20° anno la proporzione delle morti ebbe a
scendere dal 39, 72 al 28, 88; che nelle persone di un' età superiore all' accennata
ridi-venne spiccata la mortalità del Cllolera fino ad avere a 30 anni dal 40, 09 al 56, 30,
a 40 il 78, 54, a 50 il 92 89, a GO il H2, 33 ed a 70 e più il 203, 52 per ogni lO 000
abitanti.
Rispetto ai sessi la sola cosa osservabile si è che dai GO anni in su le donne
mori-rono di Clwlera in maggior numero degli uomini, e sì che la popolazione femminile di
'luell'età non raggiunge la cifra della popolazione maschile dell'età corrispondente.
La distinzione dei colpiti e dei morti di Cholera secondo la varia loro condizione
domestica, non potè farsi per tutte le provincie del regno, dappoicllè il Municipio di
Mi-lano non ha raccolto a questo rispetto le opportune notizie. E però nel quadro seguente,
dove appunto si rassegnano gli elementi anche di questa statistica pel biennio 1866 e
1867,
venne fatta astrazione dei 6 675 colpiti e dei 4 296 morti di Clwlera appartenenti
per la maggior parte al comune ed alla provincia di Milano, elle non poterono in alcun
modo, giova ripeterlo, essere specificati.
(:O~IPARTJ:\IENTI PiPmontl' ... . Liguria ... . Lomb;mlia ... . Ven0to ... . Emilia ... . Umbria ...•... ~!arche ... . Tosc:mn.
Aurnzzi e ~lo liso ... . Campauia ... . Puglie ... . Basilicata ... . Calabria ... . Sicilia ... . Sarf\rgna ... 1 IIEGNO .. .
Colpiti Ili condiziono
l
Morti ùi condizioneA~~o::-r-;overa
- .\gi,tal
~leùi+overa
1 370 ~30 1 988 G9
n:;
G17:l
108 2 1i17 96} 378 11 273 77 "110! !J01l
!; 460 27:ll
s:1s
11:1l
n:l
!G~
l
3 060 4 709::; o:m
2% 691 17 2:l0 204l
1.2 262 . H ~ciS:1
~:m 27 280 1 25} li 400 ~27 :337 1 :!89 7 721 IG 909 21 83} 3 18;) 2 17~ 1 017 880 299 1 179 47 ;?2:; 11,:n
101> :120 1 971 l 2',:1 1·08 197 "' 027 37 11 1,!)1 2 161 !j68 :1. !)0() 1G17i
100 1 270 2 /)~}2 G:;o
161 ~56 9 018 li Os :;sG
22>1 1:! 973 827 3 :)15 178 891; 3 G15 9 'J.()6 11 i)2.} 2 01:l 1 l;fl!J 47s:Jri
4:18 10\J 5!J7Il più grosso contingente dei cholerosi venne fornito dalle classi povere: 185 .65\:l
per-:sone. Di queste 76 062 poterono scampare. Gli agiati raggiunti dalla fatale malattia
sommano 23 387, dei quali appena poco più della metà (11 896) furono salvi. I cholerosi
di mediocre condizione ascesero a 42 262, fra cui la mortalità sembra essere stata
an-cora più spiccata, non annoverandosi più che 20 000 persone liberate dalle strette della
morte.
Noi non osiamo dire elle in effetto le classi agiate contino, rispetto al numero dei
colpili, un maggiore contingente di morti, poichè ci consta di certa scienza che, mentre
le denunzie dei cllolerosi per le classi povere sono fatte fino allo scrupolo,
il
medesimo
non può dirsi per le altre classi più ripugnanti in generale all'isolamento e pur troppo
meglio risparmiate dai medici e dalle autorità locali.
Il concetto che generalmente si adopera per distinguere le classi è tale da far
sup-porre che le persone di condizione agiata e mediocre sieno infinitamente inferiori di
,
..
x
-mero alla classe povera. Ma in ogni modo, poicllè il criterio di tali distinzioni è vario
da regione a regione italiana, ci asterremo da ogni ulteriore commento sulle cifre del
quadro.
La Commissione municipale di sanità di Livorno crede di poter concludere nella
sua relazione che la povertà è una ragione indiretta, che favorisce Io svolgimento del
Ol!olera, non tanto in sè stessa, quanto pei pregiudizi ad essa legati, che allontanano
dai riguardi e dalle cure sollecite e preventive.
Noi crediamò invece in tesi generale che la vita del basso popolo sia più dura e
senza confronto più esposta ai rischi di quella delle classi alte e medie. Ed anche perciò
elle spetta alla diffusione del male, le notizie raccolte d'ufficio non confirmerebbero
l'os-servazione del dott. Scotti di Corno, che cioè il cholera in quella città si sia diffuso in
tutti
i
quartieri, senza distinzione di piazze o eli vicoli,
eli
vie ampie e popolose oct
anguste e sconcie, e come non abbia rispettati nè palazzi, nè catapecchie.
Conviene,
è
vero, elle le case deperite e vecchie furono più maltrattate delle recenti, ma poi da
questo fatto non crede di poter trarre alcuna ferma conclusione, in quanto elle le case
recenti sono proporzionalmente in minor numero delle antiche.
La varia influenza delle stagioni sulla mortalità prodotta dal Cholera si mostra in
Italia evidentissima dal prospetto seguente :
Morti nei compartimenti
---c---;---,--~·----c---c---;--
----:---;--c---:---c---c---c---:---TOTALBII
1
l
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111
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l
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MESI,.\
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o.---~---~-~--~--~---~---~-~---·.· l
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il YenetL) non fn compreso nel computo .X I
-Dal quale appare evidentissimo come nell'inverno e nella primavera si mantennero,
è vero, in parte
i
germi della malattia, ma non produssero che perdite affatto
insignifi-canti; mentre invece si svolsero con tremenda crudità nella stagione estiva. Nel 186G
l'epidemia, che ha cominciato per così dire solo nell' agosto, si protrasse intensa fino al
novembre. In dicembre essa fu in decremento nei due anni ovunque.
Il Cholera, giusta i fatti raccolti, ha positivamente determinato, nei luoghi da esso
percorsi, una mortalità maggiore dell'ordinaria. Ma è altresì vera
l'
asserzione di coloro
che pretendono come, dominando quell' epidemia, i defunti per le altre cause ordinarie
non raggiungano le solite proporzioni; per cui accade che muoia di cholera chi, senza
di esso, sarebbe perito di altra malattia.
A dimostrazione del fatto sopraccennato, riportiamo le cifre del prospetto che segue,
le quali ci apprendono come nel 18GG il Clwlera, ne ' soli compartimenti degli Abruzzi e
:.\Iolise, delle Marche, della Campania, dell'Um bria e della Basilicata, bastasse ad elevare
la stregua della mortalità orùinaria; negli altri comparti me n ti essa per contro riuscì in
minori proporzioni. Nel 1867 l'epidemia crebbe grandemente il numero delle morti
ordi-narie nei compartimenti, specialmente meridionali, non così nel Veneto, in Toscana, nelle
.\I arche, in Liguria e nell'Emilia, dove fu avvertito il fatto opposto.
~---A_n_no_1_8u_l_i
- - - - , - - - [[ ___________ " n_n~~~--~---}.IorbliUl 1,'.,1' r>rdin:1ria CO~!i'.\H.TD.tLNTJ Sardegna ... . \'cncto ... , ... -Toscana. l'mbria ., Al arche .. , Lombardia _. Calabrie .. Emilia ... , .. Jlasilicata . Puglie _ ... . l'icmontc ... _ .... _ Abruzzi c l\!oliso. .Liguria ... . Campnuia ... . Si ci li a ... .. MEDIA ~lorti maggiore di choleral
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-1- 01 ;)(j :: :Sardegna ... . 2, 00 6, :IJ Calabric ... 1 7, i)'t- i G, '•S Emilia ... j 8, l ;j l 2:1, \)} -1-29,!)6 (i2, 19 lìfi,1:J+
198,83 281,66+
30~, 00 80,63 O, 28 2,11 U, iO 1, 62 ' O,:l!
7, ·'!-8o. s:1
9,% 2, 7Jj i Liguria . . . . . ... _ .. _ .· .· .' 1 1 C;1mpania .. . Pirmcmte ...···1
Abruzzi c Molise .. _ ... B<~SlllC<lta . _ . . • . • . . . _ Lombardia ... . Pt1glie .. Sicilia ... ~lJ~DIA . . . l\lul'ti di clwlera per ~I(Jr!:dit:\ o1·dinnria maggiore o minm·e di I{Ueila dell' 11nno preccdeute ogni 100 000l
nòihutil
.
per ogni 100 m urti :JG,80i
ij, f f !l-1, ·'~G l8,11-4:>,o:J
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:~.t>:J
Della verità esposta fanno ampia fede i due prospetti che seguono, in cui per gli ,
anni 18G6 e 1867 furono dati per provincie le cifre della popolazione dei comuni
co!-·.~
piti dal Cholera e di quelli immuni, e il rapporto proporzionale per 1000 abitanti
'Ki
XII
-PHOVINCIE Popolazionel
1101'ti sn 1 000 dc1 comuni abitanti Colpitir~=~~;~ pr~~!~~ia
(1860)---~---Abmzzo Citeriore . . /1.\J G:lO
Abruzzo Ulteriore l.
:m
GOOAbruzzo Lltrriorc l l 2:1 9fl8 Alessandria ... ·1:11 271 Ancona ... .. Basilicata ... . Bcncycnto ... . Bergamo ... . Bologna ..•... Brescia ... . Calabria Citeriore .. Caltanissetta ... . Capitauata ... . Catania ... . Como ... .. Cuueo ... . Ferrara ... . l'i rcuzc ... . Fml\ ... . Genoyn ...•.. Girgcnti ... . Livorno ... .. Lucca .. . .Massu •... ·l 7G2 87 1.}8 18 300 10\1 :1\lu 11 ~·.o 18
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a1:; pROVINCIE (1Sil7) Popolazione de1 comuni Abruzzo Citeriore .. Abruzzo Lltcriore l.Abruzzo Ulteriore li.
Alessandria ... . Ancona ... . A rezzo ... . Ascoli Plceuo ... . Basilicata ... . J:cncycnto ... . B0rgamo ....•... Bologna ... . HreRcia .•... Cagliori ... . Calabria Citeriore .. Calabria
n
te'r. l ... Calabria Cltor. Il .. Colpiti IGU Ulhl !il IOH •1:11 G\l:i :i~-0 882 11-2 7~l2 :Ili:;os
.}H OtD 21,~ :lO\l 11\l 7H:l :Ho 2'•'r i(i2 1-iil 3:il IH1 82 ll:l li:l \)1\. G 7!j0 Ca\tnnisscttil . . . 'ì2:l ·l~~ Capitanata . . . 2:i3 8:l2 Catania ... . Como ... . Cremona ... . Ferrara ... . Firenze ...•... GenoYa ... . Girgcnti ... . Grosseto ... . LiYOI'llO .•...••.•••. Lucca ... . ~lacerata ... . MantoYa ... .. ~lassa ... .. ~07 002 2:!\l 801, 2l-G GGI ;l't 402 l:i2 Hl ;19.') fJ-'r} 'W2 9lì2 t\ 1·60 9G ,]./ 1 171 ~21 107 :;Gg 3ì \181 t,;; IS:i Incolumi 1:i7an
1/K U:i:l 177 71JG ~mJ.. 7:2J 112 117 1811 Oiil l'>S 001:!:Jn n:)o
100 71:1zu
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:ZGO G:~2:n7 t,o9
ii\l O:i:l 1,2 \JOS 217 G:JO 9" DSO 17-i- 756 iiH 003 ~511 69\l 918 D:i llìG20 :v.o
78 9\0 122 o:i7 Ili) 81\l D:i ;j}S :l, 8\Jo,
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lì O, ~Vt-0,08 ;z.1.:78 ~,9;) 0,05 O, Olio,
11 O,Gll O,O't-0,2:Jo,
1:i 0,03 0,2~ '1,·17 0,09 0,20o,oz
1. 99 0,'1.7 0,22 1,5:1o,
03 ~,·1~ O, ;2;jo,
00o. 02
2, :l>
o,
37 0,0} 0,00o,
112 Morti su 1000 abitanti·---~-Dei cumuui Il lJeiLt
col11iti provincia 1:1, 8:i 7, l \l 8, :J~) 1' 8:) tl, 2t ~l 22 .ft., FM 2, ~S
o,
ti:Jo, :m
O, 10 0.02 f' !.l! i IO, 17 ~. 3'2 16,\l:lo,
76 Il, 90 6,88 1'2, 61 21,26 G,G:J:li,
Ili 1:1,81 Il, 19 Il. Sio,
2~) O, Il 3, 98 >7.GO 0,37 8, .'1-G O,'t·'l-1,69o,
32 2,59 tU: i:>,
00 2,t:;
Iii, 18o,
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8, t)H 1':>l
1' 2~) 't·, 1D O, IO 31, '•l 11,'21 2H, 76 5, 8G 8, G~o,o:J
0,02 2,1-:J .}7' .}~lo,
o~ ò, 9\l O, 30o,
79o,os
o,
83 11ROVINCIE (1866) Messina ...•...•.... Milano ... . Modena ... . .\lo lise ... . Napoli ... . Novara ... . Palermo ... . Parma ... . Pavia ... . Piacenza ... . l_) i sa ... . Porto Mau1'1zio .... . Priucipato Citeriore. Principato Ulteriore Hcggio nell'Emilia. Terra di Bari ... . Tona di LaYoro ... . Terra d' Otralllo ... . Torino ... . Trapalli ... . Umbria ... . Popolazione Morti su 1 000de1 comuni abitanti
l
,
Dei comunil
DellaColpiti Incolumi colpit't provincia
19 13:1 202 953 2G 938 li8 461 826 2i4 t,6 676 t,}l 890 63 5~1 3ij 281 '•6 070 Gl O:i7 :.!8 139 :Z:i8 981 8} :i:lG 11 092 159 Gii5 :137 g:;:l l 11;) 7.'J.:!I 28}
4'•91
98 823 ijS 3~>1 375 6:28 7'•:; :!67 230 653 257 5M> !j,[ 709 '•82 70D 1>:1 273 192 1,85 38t, ij(ll 172 t,99 191 971 93 191 2G\l 275 :211 o8:i 21:; 9Gl z91i oli :1:12 2'•0 6U7 t>J::I 116t:;s
t,;;} G6:i 0,31 0,02 0,17 8, 9~ 6,;)3 O, (t;) 12,87o,
19 0,2:!o,
-17 0,02 ''· (\2 2,89 1,:;? 0,28o,
48 "2, 11 l, 13 1, '27 7,!;:1 0,07 0,02 0,00 0,02 1,51n,
21 O, 01 9, 22 0,03 0,02 0,04 0,00o,
11 1, .}2o,
:lì 0,0'2O,·H·
1,:n
o,
5;)o, :1s
:~, 't-1 0,01 TOTALE .. 5 1(\0 ii20 13 18274-2:J,
80 -1,48 PROVINCIE (181ì7) ~Icssina ... . Milano ... . J\loliso ... . Napoli ... .. Xovaru ... . P ado' a ....•... Palermo ... . Parn1a ... . Pavia ... . Piacenza ... . Pisa ... . Princip<.Jto Citeriore. Principato L'ltt'riorf•. HaYonn;1 ... . Hcggio nt1ll'Emìlia .. RoYigo ...•... Siracusa ... . Sondrio ... . Terra dì J:ari ... . Terra di La Yorn .. . Terra d' Otr;Jnlo, .. . Torino ... . Trapani ... . Troyi~o ... . rdinc ... .. l'mbria ... . Yenczia ... . Ycrona ... . Vicenza .. Popolazione dci comuni Morti su '1000 abitanti - - - , - - - ]C l .1. o p1 t
Il
neo um1 . 1 Dei comuni colpitil
provincia Della-
:\:III
-Ma il Clwlera ha recato ben altri disastri oltre gli accennati. E senza contare quelli elle
e~so
determina nelle condizioni economiche del paese, inducendo una stagnazione dei negozi
e rallr,ntando le comunicazioni, voglionsi accennati i danni cile ne vengono alla salute
!}elle persone. Per quanto la statistica dei colpiti di Cllolera, ma non morti, sia riuscita
imperfetta, dopo elle non in tutte le regioni si mantenne1·o le abitudini di denuncia e di
:;egregazione, tuttavia il numero di costoro fu pur troppo grandissimo. Nei due anni l8GG
e
18G7
si ebbero infatti
2;)8 376
persone colpite da Cllolera e
147
64G defunte per quella
malattia; laonde
110 730
persone, anche potendo sfuggire alla morte immediata, rimasero
assai malconcie in salute e vittime predestinate a fine immatura.
Il rapporto tra i colpiti e i morti per la più volte menzionata malattia
è
di
100
a 57.
I colpiti curati a domicilio ascesero a
237 713;
quelli invece elle ricoveravano negli
spe-tlali non furono elle 20 GG3. La mortalità può quindi rafligurarsi dai seguenti rapporti:
Sopr[L 100 colpiti, morti a domicilio
5G, 9G
)) )) )) )l
negli :;peJali
59, 24
Le mancate denunzie risultano evidentemente numerose fra i colpiti a domicilio,
mentre positive devonsi ritenere le cifre raccolte dalle direzioni degli spe<lali. Il
contin-gente poi della mortalità
è
elevato in codesti stabilimenti della beneficenza, più che
al-trove, anche pel fatto che ordinariamente negli spedali vengono accolti
malati
più gravi.
Nel quadro seguente diamo le cifre effettive e proporzionali dei colpiti e dei morti
di Cholera, durante il biennio
1866-67,
secondo i varii compartimenti del regno e secondo
i
luoghi di cura, a domicilio, oppure negli ospedali :
CO:\IPARTHII<:l'O'I Piemonte ... . Liguria ... . L(1n1bardia ...•... YL\neto •••...•.•.. Emilia ... . l'mbria ... . ~lurcilc ... . 'losc;ma ... . Abruzzi e .\1olise. ClllllJJnia ... . l'uglie ... . Basilicata ... . Cah•bric ... . Sicilia ... . ~anlegna ... . HEGl\'0 ... Colpiti ~---
,.
,---
c
t' 1 1' ur11 r _ TOTALE -~~ -: a negli 1 domicilio speùali 20t,:;o
1 18:;oo \
/!o 7flG l,,
:3 527 Il 40 403 :JO 2'>9 1 ii9G t 20:1 7 GG'1 : !i n:i9 580 }89 097 i)17 ! Ggì 1 r,:;:l 11:ms
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s:11 23 :;:m :1·2 .J.SG :11 ~JOZ'*'
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2}2 3 1:i2 102 m:1 99 397 1 g;;o t2:m
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91 80 2}-l 1 ~.):) 1 2\JG J8i ,}:J 90 :J:;zn
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~!l8t ts:;
1 11:1 208 3i6 ' 2:!7 71 :J 20 663 lllortir---:::
TOTALE --~---n 1 neg-li 1 (1orn,idliol
speùali 11 Gli 10 :i}li :l 108 2 3/:i ì1 9:i} tli :ltl tm:; ,
~o·, !, 080 :1 G',:l 23:> 1J.'i>:m
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2 022 1 965 61 :lSO ;;s SGO ::;G:i >SO 1F 616 : 1:1:;,,o:;
1 .i • 'l
i
1 081 73:1 " G'J.O 2:11'•:17
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Per 100 colpiti CUl'Hli'
a 1 nt>gli domiciliol
speùali 90 HO \11 8'1· Sì 86 99 9:i 98 \!9 V7 97 91 ii 1:l
:l \)~opra 100 morti curati
!iG, 86 l f)ì, ~H i
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n:J,:J:I
71' li' .'iG, !1!5 l ;')9, 2iN o n osiamo dire che il coefficiente della mortalità sia stato nell' Italia media
PX I V
-nell'Italia del Nord si operarono più regolarmente che altrove; ciò elle a parer nostro
po-trebbe per avventura dar ragione delle differenze.
Le provincie di Ancona, di Cuneo e
il
circondario di San Severo, ebbero nel 1807
una quasi completa incolumità dal clwlera, dopo essere state terribilmente provate da
'luella malattia durante l'anno precedente.
Da tutte le relazioni dei medici che vennero al Ministero sull'epidemia, della quale
è
cenno, risulta come
il
Cbolera si sia esteso per l'ordinario a più persone di una stessa
famiglia. Ma di questo fatto non abbiamo tuttavia potuto raccogliere alcuna numerica
dimostrazione.
Fu creduto, e ad ogni epidemia -v'ha chi lo ripete, che una diminuzione nella
pro-porzionale mortalità ne indichi il decremento e ne presagisca la prossima cessazione. I
fatti invece raccolti dal dott. Scotti, di Como, smentirebbero codesta asserzione e
prove-rebbero come sul fine dell'epidemia vi sia piuttosto aumento che decremento nelle morti,
e come solo si osservi sminuita la forza espansiva del morbo.
Contrariamente a r1uanto asseriscono i medici di Germania sull'epidemia cholerica
dt~lla
campagna di Roma, le febbri periodiche furono più frequenti nel semestre in cui
Ila dominato il Cholera, che non nello stesso periodo dell' anno precedente rimasto
im-mune dalla fatale malattia.
Il
Cholera in generale si manifestò nelle parti più popolate e centrali dei comuni;
risulta infatti dal seguente prospetto che i cholerosi morti nei centri furono 120 227, nei
casali 5 88U, nelle case sparse 12
33~t~alpi~
!
~~ot~
Ct>ntrì ! Cas:di
l
C:1se spnrse j Centri!
Cusali j Case spar-"e---~--- --~---~----~----1 Pienwntr ... . Liguria . . . . . Lombardia .. reut•to .. Em.tl"ta .. t:mbri;~ Marche Toscana. Abruzzi c ~lulis~._' CHmp;mia l'll~lic ... B;tsilicaL, CnLtbri<• f-;icllia ~<1rdcgu;1 .. REGNO ..
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H 1!30,,
!,,,. ,J,l Hil 2 18~ 9 1 ;)(i8 i~G 4 ::>72 218 2 292 27 ~)77 13:i 12 113 2 1:l2 :lìYuolsi tuttavia avvertire come la popolazione trovisi nei diversi nostri
comparti-menti territoriali clh·ersamente agglomerata, e come pereiò occorra andar cauti nelle
,·onsiderazioni statistiche che si volessero trarre dalle cift·e del quadm souesposto.
Durante l' ultima in yasione llel Cholera in Italia non usciva alcuna idea nuova
in-torno alla sua etiologia e patogenia e inin-torno alla profilassi ed alla cura del male. Si
intrapresero tuttavia le intlagini atte a confermare od a respingere le teorie sorte d'oltre
aiJIÌ
e cl' oltre mare, ma soprattutto le maggiori -cure furono dirette a prevenire ed a
x v
-.1\lolte eccellenti memorie scientifiche e amministrative furono pubblicate,' dalle quali
appunto noi caveremo le poche particolarità che seguono.
Che il male sia d'indole contagiosa è antica credenza in Italia, non mai smentita
anche quando gli stranieri professavano per convincimento o per interesse idee opposte.
Tutte le pubblicazioni uscite nel biennio tra noi moltiplicano il numero dei fatti a
con-forto della credenza sovresposta; tutte indistintamente tengon dietro con diligente fedeltà
allo svolgimento del Cholera e ne provano l'importazione e la diffusione per contagio.
«
La Sicilia, come ben osserva il prof. Corrado Tommasi nella sua bella memoria,
stato attuale delle nostre cognizioni sulla p!'opagazione (lel clzoler·a asiatico e sui
,ìwzzi più acconci a lirnitarla e impecli?·ta,
immune dal Cholera finchè le quarantene
furono rigorosamente mantenute nel
G5
e nel
GG,
fu invasa subito dopo la violazione di
11ueste quarantene, che avvenne
il
18
settembre
18GG
per parte delle truppe infette
pro-' enienti da N a poli. La rapidità stessa colla quale la diffusione epidemica del Cholera si
fece allora in Palermo e in molti altri luoghi dell'isola, provò con tutta evidenza elle la
immunità, della quale la Sicilia aveva goduto fino a quel momento, non era certo
do-Yuta a mancanza di disposizione di
luogo e di tempo,
poichè
il
Cholera vi attecchì
im-mediatamente dopo le prime importazioni militari.
»
E le condizioni dell'isola erano
mi-rabilmente atte a decidere la controversia, in quanto che, come osserva lo stesso autore,
i>
molto difficile, per non dire impossibile, che in altri paesi d'Europa le quarantene
pos-sano essere così rigorosamente mantenute come in Sicilia, dove alla posizione isolana,
elle rende più facile la sorveglianza, si aggiunge la passione di tutto un popolo, pel quale
il terrore del Cholera, giustificato dalle stragi precedenti, vince qualunque altra
conside-razione cl' ordine economico.
Venendo alle cause che possono favorire la diffusione epidemica del Cholera, troviamo
indicato anche in Italia
l'z'nquz'namento clelle acque potaùz"li.
In Firenze il primo caso di
Cholera, durante l'ultima invasione, si verificò in quella stessa casa, che diede origine ai
lutti degli anni
184G
e
1847, •
posta in terreno basso, umido ed inquinato eli antiche
pu-treclini animali, provenienti da soppressa officina eli conciapel!i. Chiuso per ordine
mu-nicipale il pozzo eli quella casa, il Cllolera non vi fece altre vittime. L'influenza del
micidiale fattore fu parimente dimostrata da ciò che in una caserma di Firenze, fornita
di acqua di pessima qualità e che conteneva in dissoluzione gran copia di materie
or-ganiche, vi ebbero altri indizi Ji Cholera fra la truppa, la quale dovette la sua
suc-cessiva salvezza alla sollecitudine del sindaco di Firenze, che ordinava le cose per guisa
che fosse murato il pozzo, e trasportata altrove la soldatesca.
Il prof. Tommasi, già menzionato, in occasione del Cholera di Palermo del
18GG,
ebbe
a considerare anche
l'
influenza eli quell'agente, specialmente nella diffusione epidemica
del Cholera nel comune eli Brancaccio e nelle parti della città eli Palermo, dove, per le
qualità del terreno, è più facile la penetrazione delle materie escrementizie nei pozzi e
nei condotti dell'acqua potabile.
In varie località del territorio del comune di Palermo si riprodusse, come nelle
pre-cedenti epidemie, la singolare coincidenza fra alcune peculiari condizioni del suolo e la
estensione dell' epidemia cholerica. Là dove si ebbe il tufo calcare, che forma il
sotto-suolo di tutto il comune, coverto da strati profondi eli terreni alluvionali o fangosi, ricchi
di umidità, molto permeabili e quindi molto facilmente impregnati da materie organiche
in decomposizione, iyi la diffusione del Cholera fu maggiore. Per contro, nei terreni
roc-ciosi, asciutti e poco permeabili e perciò poco atti a ricevere le materie medesime, la
propagazione del morbo si è mantenuta in più ristretti limiti.
Vedi la bibliog-rafia che fa seguito alle presenti Consiclerazioni.
' Anche in Livorno, come risulta dalla Relaoione clelia Commi,;sione municipale
eli
Sanitù sul Cholen•t! el 11:i67, accaclde eli osser1·are che
l"
epidemia si è ripetuta con forte predilezione nelle case e nelle famiglie,X V I
-Il
prof. Corrado Tommasi, al quale devesi l'osservazione sovracltata, non fu in grado
di verificare il principio stabilito da Pettenkofer, elle cioè le oscillazioni del livello
del-l'acqua sotterranea od acqua del fondo, nei luoghi ove il terreno è molto permeabile e
molto ricco di umidità, esercitano una notevole influenza sulla propagazione epidemica
del
Clwlera, e che l'abbassamento rapido di questo livello favorisce la diffusione del morbo,
non avendo potuto raccogliere giorno per giorno il numero dei colpiti di Clwlera, ed a
nulla avendogli servito per codesto fine l'ispezione delle tavole mortuarie.
In fatto di studi i per giungere alla conoscenza del seminio cholerico, ricorderemo a
titolo di onoranza, anehe per la loro anzianità, le indagini del prof. Pacini, che datano
dal 1854. Esso osservò una grande quantità di molecole, della grandezza di un millesimo
t1i millimetro al più, le quali infiltravano l'epitelio ed i villi della muccosa intestinale
dei cholerosi, specialmente nei punti dove si trovano erosioni e perdite di sostanze della
muc:cosa medesima.
Il
Pacini le paragonò ai piceoli organismi che producono le
fermen-tazioni, e suppose che si moltiplicassero nella stessa guisa. Incontrò lo stesso osservatore
simili corpi anche nel mucco e nelle evacuazioni intestinali dei clwlerosi, dove erano
misti ai residui dell'epitelio e dei villi intestinali distrutti elle vi si trovavano in
sospen-sione. I risultati di queste osservazioni sembravano accennare alla presenza di un
pic-colo organismo parasitico.
1L'azione delle Yicissitudini atmosferiche fu studiata in Italia colla stessa solerzia
d'altrove, grazie agli osservatorii meteorologici sparsi nei varii punti della penisola. E
però in alcune memorie troviamo descritto graficamente
il
confronto della curva
chole-rica colla ozonometchole-rica e barometchole-rica e termometchole-rica. ]l,fa da codeste indagini non ne
vennero elle i soliti notissimi resultati, che cioè più forti sono i calori e maggiore
è
l' intensità del male,
il
quale dagli improvvisi squilibri di temperatura e dallo spirare
rlello scirocco, e in genere dalla mutata direzione dei venti, ripetè talora la sua apparizione
e talora la sua diminuzione e scomparsa. A nulla di positivo conchiusero anche durante
l'ultima epidemia, le osservazioni ozonometriche.
Oltre codeste interessanti indagini fisiche, furono fatte con cura diligentissima
ri-;·er·clle topografielle e geologiche. N o n è presunzione nazionale il dire che durante
l'ul-tima epidemia i medici italiani onorarono la scienza coi loro studii, non ammettendo
al-nma
di quelle investigazioni, dalle quali sembra che un qualche barlume ne possa venire
intorno all'indole del flagello, che dal 1830 in :poi, acl intervalli abbastanza prossimi,
vi-sita l'Europa.
Se nulla di nuovo si produsse per quel che riguarda la terapia del Cholera, molte e
giudiziose pratiche igieniche ebbero ovunque favoreYole accoglimento. Intanto la
persua-sione radicata intorno alla contagiosità del Cholera Ila permesso, tanto ai medici, quanto
alle podestà pubbliche, di prendere energici provvedimenti. E però sequestri, contumacie,
il
isinfezioni furono messe in opera con fede sincera e con felice risultato. Spurghi di
ca-nali e di latrine e eli altri centri d'infezione, aca-nalisi e condanne di acque che non
pote-vano, nè doYevano essere potabili, una guerra aperta e continuata contro il sudiciume
tlelle case e delle famiglie, servirono non poco a rimuovere le cagioni prossime
dell'epi-rlemia ed a sostituire ovunque le salutari provvidenze amministrative, delle quali, anche
in modo più durevole, poterono profittare alcune fra le regioni italiane, considerate fin qui
come negligenti nelle pratiche elle riguardano l'igiene.
' Il Dott. Gio. Domenico Nardo, direttore della Casa degli E:oposti in Venezia, esperto botanico e
micro-~copista, fin drrl
1835,e però assai prima di chicchessia, fu di opinione che la causa del Cholera
pote~se
con-sistere in una mucedinea, ossia in una mu
fra,dotata di Yenefiche proprietà. Egli
èstato indotto a questa
cre-tlenza dal couo;iderare il modo di propagazione del male, l'analogia dei fenomeni che l' accompagnano con
tjnelli prodotti dall'anelennmento per alcune specie di funghi, e l'esistenza di altre mucedinee che, come
t>gmm
sa, riescono causa di malattia per gli esseri organici di classe superiore. Gli è sembrato anche che
le-
XVII
-La carità pubblica e privata fu, come sempre, tra noi zelantissima ne'suoi ufllei.
1'\u-merose Commissioni vennero create ovunque al fine di visitare e soccorrere le famiglie
più disagiate, di imbiancarne gli abituri, di toglierle dai più miseri sotterranei,
rico-verandole in luoghi salubri. La popolazione mobile delle città fu l'oggetto di speciale
.sorveglianza, e noi ricoraeremo qui con piacere un' istituzione fondata dal Municipio
di Bergamo in favore della numerosa classe degli operai avventizii.
Avendo quel Municipio ordinata una diminuzione nel numero dei giacigli presso
gli afflttaletti, che la malattia doveva naturalmente insidiare, promosse
l'
erezione di
una locanda pei poveri, tanto per provvedere con quella disposizione, quanto per
re-golare e sorvegliare minutamente
l'
igiene di quei ricoveri avventizii degli indigenti.
La benemerita Società del Casino degli operai si assunse l'ufficio di tenere la nuova
locanda, per la quale
il
Comune accordava gratuiti
il
locale ed i mobili, e dove collo
sborso di pochi centesimi trovavano e trovano tuttora ricovero e riposo in locali ben
ventilati eù in letti decenti e puliti, quei disgraziati che, privi di famiglia e di focolare,
erano usi a dormire in private locande, dove per l'ordinario sono al tutto sconosciute
le leggi della pulizia e della igiene.
In tale locanda dal giorno 15 marzo 1867, in cui fu aperta, al 31 dicembre 1867,
Curono ospitate 13 123 persone, delle quali 7 778 a centesimi dieci per notte, 4 995 a
cen-tesimi cinque, e 350 gratuitamente per ordine municipale. Questa provvida istituzione
potrebbe anche, non senza qualche utilità, svestire
il
suo carattere precario c riguardarsi
fra le stabili beneficenze.
Una volta posto in sodo che la biancheria dei cholerosi, dovè spesso si accumulano
anche i loro escrementi, sia fra i principali fomiti della malattia, come del resto lo prova
la frequenza ond'è colpita di clwlera la classe delle lavandaie, dovevansi impartire
prov-videnze perchè gli spurghi si facessero a regola d'arte, mediante disinfezione con
solu-zioni di zolfato di zinco e di cloruro di calce.
Il prof. Corrado Tommasi fu in grado di provare, con fatti alla mano, quanto
l'in-curia a questo rispetto riuscisse funesta, e quanto avessero benefici effetti le pratiche
invece consigliate da una sana esperienza.
- - :XVIfl
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tt
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Ferrini dott. Giovanni.
Intorno al Choler((, d·i Tu,m'si
PARTE PRIMA
2
TAY.
I. -
MORTI DI CHOLERA. PER C0:\1UNI.
:-i'l'AT!o'J'lCA ~A~ITAltLL
PIWYINCIF:
POPOLA-ZIO:l\"l{ AIIRUZ7.o CITHRJORB .. A_tes<;;a .••••••.••••.••••••. g 1 il {'aqJineto Sinello.· .. ·· ... . l <140('e lenza snl Trigno ... . Cupello ...•.... •··· Dogliola ... ··.····.· ... . 867 l•'nrf'i ...•...•...•... ~ 018 l\! onte ferrante ....•... 010 !)escara ...•... 4 5;)i f'ollutri. ... . OG8 ()nadri ...•... 84G
Ran Giovanni Lipioni ... . 8 ~3 ~an Ralvo ... . 960
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C'iiUt San t Angelo .•... Penne •....•...•... l (!]0 9 81)0 Hosciano ... . 804 ~reratno ... . HJ 043 Totale ... 30 6!)0 AllRUZZO ULTERIORB II .\lf·~tleJlU . . . ... . .\telcta ...•... Canistro ... . 007 Capistrello ... . C'<tstel di Sangro . . . • . • . . . . 80:! Ca~tell' a Finrne ... . JJllCO • , • •••••• , •..••••• ,. , • , .• resrorocchiauo... .. . . . oun Rivisonrloli . . . . Scontrone ... . 'frnsacco ... . Totale ... ALESS \.XDIH \ ,\1 e ss au d ria ... ·
Arquata ScriYia., ... .
o:n
Ra<:>signana ...•.•.•...•... Bisio ...•. ·. · · · lO+ ANNO
1866.
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MORTIl
POPOLA- - - __ l\fOHTIPROVIIICIE
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_ _ _ _ _.;.._l_!_O_l\_E_.;..T-o_T_A_T._E-'I-~_L_''_c_hi....;.l_~_·e_m_m_i_nJe~J
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I>enice ... . &06 Fiaccane ... . 9:22 Gavi .•..•... 9ii Ovada ... . 594 fJarodi ..•... 3
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Hoccaforte Lignré ... . 181 Hoccagrimalda . 2 541 San Cristoforo ...•... 7Tl Tagliolo ... . 20ll Tortona ... , ... . 'rig·nole ... . 918 Voltaggio ... . !)33 Totale ... 13T 271 ANCO!i.\ Ancoua .... 46 000 1fonteno\·o 3 100 Ositno ....•... 15 [1:!:3 :Senigallia ... . Totale ... 83 3!S Jt\t>ILIC.\ T.\ 4 2 2l
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901 Il~ 6T ,)J Campolattaro ... . iJOJCastelvet('l'C in Yal Fortore . • 850
Ceppaloni ... . JG 11
Cerreto S[tnnita ~-)0
Frasso Telesino ... . ~ 691 l1 4
:Montesarchio ... . tìOl 11 3
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San BartolonlltlèO in (;aldo ... 506 36
f::an Giorgio la :\folar.:t ... .
San Lol'euzello ... ,. 807
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tìTATISTICA SAXITARLLPROVINCIE
CU)It'NI Solopaca ...·l
Tocco Gaudio ... . \raroni ... . Totale ... llERti.UIO 11ergau10 ... . Colognola del Piano ... . l!ariauo al Brembo ... . Osio Sotto ... . Sforzatica ... . Stezzano ... . Villa di :;eri o ... . Zogno ... , ... . Totale ... BOLOGN.\ POPOLA-ZIONE 87 1~8 3S 765 700 759 086 317 48 30U )IOHTI -/"'----TOT.\l El
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Bedizzole . . . 3 466 l l Breno... . . . 779 Carpenedolo 4 995 Totale ... 11 240 3 CALABRIA. CITERIORE Cosenza ...·J
Trenta ...•...•...••... 17 753 li6 43 84 Totale ... IS 920 86 49 CALTANISSET'fA Caltanissetta ... . :!.:J 8i9 Piazza. Armerina .... o • • • • • • • • 2"2 1!2 lO }:J Resuttano ... . 4 060Santa Caterina Villarmosa ... 6 38:!
Vallelunga Pratameno ... . 4 981 21 16 Villalba ... _ ... . 3 340 :3 Totale ... 64 802 60 33 27 CAPITA~ATA
1:
Apricena ... . Carlantino ...•... 3 Celenza Valfortore ... .. 2'10 B,oggia ... . :J-1 052 6 4 2PHO\TNCIE
t:O)ll N l I .. ucera ... · · · · :Manfredonia .•... ()rta ~o va ....•.•...Han Paolo di Civitate ...•. San ~ev.Jro ...•... Trinitapoli ... o \riest~ ..•. o • • • • • • • • • • • • o • • • • • • Totale ... C.\TANIA Aci Cateua ... . Adernò ... o • • • Biancavilla ... . Catania. o, • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Centul'ipe ...•... Paternò ... o • • • • • • • Totale ... Co::\IO POPQL,\-ZIO~E 1-l 7S7 81~ O!Jl 68 810 ! 5 :~os 117 !181 Brenta ...
·1
7.J:Jl
Camerlatuo ... o .•... o.... :!. HJ!J Casalzuigno ..o... . . .
8:J5 Cunardo ... . U81J Cuveglio in Valle ... .. 067 Laveno... 4G8~IomlJello Lago Maggiore ....
Vergobbio 471 Totale ... 8 :)97 CUNEO Alba ... . Baldissero d'Alba ... . Barge ... . ]!)l Bernezzo ... . :J 111
Borgo San Dalmazzo. o • • • • • • • 3 89!1