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Data Pagina Foglio
01-11-2020
IL PICCOLO 41
LETTI DA ANTONIO CALABRA
Conte uscire dalla crisi
non sussidi ma investimenti in green e digitai economy
ANTONIO CALABRÒ
— elle stagioni di cri- si, il pensiero posi- tivo è coane uscir- ne. Mettendo insie- me la consapevolezza dei motivi e lo sguardo lungo delle ipotesi di soluzione.
Come fa bene "Proposta per l'Italia" di Alberto Orioli (Einaudi, pagg.
184, euro 16) con una serie di interviste con sette prota- gonisti dell'economia: Sil- via Candiani (Microsoft), Andrea Illy, Emma Marcega- glia, Federico Marchetti (Yoox), Carlo Messinma (In- tesa Sanpaolo), Renzo Ros- so (Diesel) e Marco Tron- chetti Provera (Pirelli). Tra pandemia e recessione, in una "crisi economica di pro- porzioni inaudite", non ci si può accontentare di soprav- vivere. Bisogna organizzare la ripartenza. E investire con intelligenza tutte le ri- sorse disponibili per cambia- re, finalmente, i meccani- smi della crescita del nostro Paese. Ci sono le risorse del- la Ue, con il Recovery Fund che ha un titolo esemplare, condensato di un lungimi- rante progetto politico, Next Generation: green eco- nomy e digital economy, so- stenibilità e innovazione, cioè, guardando ai giovani.
Dunque, scuola, formazio- ne, ricerca, scienza e cono- scenza, infrastrutture mate- riali e immateriali per un fu- turo migliore. Ci sono tanti soldi (oltre 200 miliardi, per l'Italia), in grado di mo- bilitare idee e iniziative, im- prese e strutture sociali. Bi-
sogna però spenderli bene:
non sussidi, ma investimen- ti per cambiare il nostro di modo di vivere, lavorare, produrre, consumare. L'Ita- lia è un paese creativo, dico- no gli intervistati. Deve im- parare a essere più produtti- vo e competitivo. E pensare alla qualità e alla sostenibili- tà ambientale e sociale del- lo sviluppo.
Guardando proprio all'Ita- lia Cristiano Gori, docente di Politica sociale all'univer- sità di Trento, scrive "Com- battere la povertà" (Later- za, pagg. 176, euro 20).
Un'indagine ben documen- tata sulla crescita del nume- ro delle persone e delle fami- glie in gravi difficoltà econo- miche, dalla crisi finanzia- ria del 2008 all'attuale pan- demia da Covidl9, che han- no colpito anche certi socia- li sino a poco prima rimasti estranei al crollo di redditi e potere d'acquisto. Ci sono stati provvedimenti parziali per fronteggiare la povertà, come la "Social Card". Poi, misure più robuste, come il Rei, il reddito di inclusione, per arrivare al contestato reddito di cittadinanza. Tut- te comunque poco efficaci, l'ultima soprattutto. Biso- gna invece, suggerisce Gori, ripensare radicalmente i no- stri sistemi di welfare e abbi- nare, ai provvedimenti d'e- mergenza, misure che inve- stano il lavoro, la scuola, l'in- serimento sociale.
Non è una questione limi- tata all'Italia, naturalmen- te. Come racconta Valerio Castronovo, storico autore- vole, in "Chi vince e chi per- de" (Laterza, pagg. 176, euro 20) con un occhio at- tento alle conseguenze d'u- na globalizzazione poco e male governata. L'incrocio tra pandemia e recessione
aggrava una crisi che accele- ra gli squilibri delle guerre commerciali tra Usa e Cina, dei nuovi poteri tecnologici, dei mutamenti delle ragioni di produzioni e di scambi do- minati dalla diffusione dell'economia digitale. Per uscirne, c'è un più equilibra- to paradigma di sviluppo da costruire.
Come? Ne parlano Alber- to Giovannini, economi- sta, ex ministro del Lavoro e attuale portavoce dell'A- svis, l'Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile e Fa- brizio Barca, ex ministro anche lui, per la Coesione territoriale e adesso coordi- natore del Forum Disugua- glianze e Diversità, nelle pa- gine di "Quel mondo diver- so. Da immaginare, per cui battersi, che si può rea- lizzare" (Laterza, euro 15). Dalla loro conversazio- ne, a cura di Gloria Riva, emergono interessanti indi- cazioni per cercare di supe- rare le storture del neoliberi- smo e dei populismi e per im- postare una serie di riforme economiche e sociali che tengano insieme l'innova- zione tecnologica con la so- stenibilità ambientale, la crescita con la riduzione de- gli squilibri che riguardano le nuove generazioni, le donne, i ceti deboli. "Que- sta crisi - crede Giovannini - ci lascerà un capitalismo più responsabile, più avverso al rischio, anche se ancora alla continua ricerca di occasio- ni di profittabilità". Una eco- nomia, in fin dei conti, più giusta.
Ripensare il welfare e puntare su scuola lavoro
e inclusione sociale
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