• Non ci sono risultati.

View of INFEZIONE E CO-INFEZIONE DA VIRUS DI NORWALK NELLA GESTIONE CLINICA DELLE DIARREE INFETTIVE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "View of INFEZIONE E CO-INFEZIONE DA VIRUS DI NORWALK NELLA GESTIONE CLINICA DELLE DIARREE INFETTIVE"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 206

141

INFEZIONE E CO-INFEZIONE DA VIRUS DI NORWALK NELLA GESTIONE CLINICA DELLE DIARREE INFETTIVE

De Francesco D., Pierdomenico S.

Laboratorio Analisi - Ospedale di Circolo di Busto Arsizio, P/le Solaro 3, 21052 Busto Arsizio VA

Introduzione. Nel Gennaio 2004 abbiamo adottato la ricer-ca del Virus di Norwalk (NLV) con lo scopo di valutarne l’impatto epidemiologico, come agente primario e come fat-tore di Co-Infezione, in episodi di diarrea e vomito. Metodi. Abbiamo definito come singolo episodio infettivo il paziente indagato con 1 o più campioni fecali, in un periodo di 30 gg., focalizzando l’attenzione sulla diarrea comunitaria in residenti, escludendo i casi da C. difficile (nosocomiali), diarrea del viaggiatore e le forme legate all’immigrazione o a pazienti HIV+ di primo riscontro. E’ stato isolato un grup-po omogeneo di pazienti ambulatoriali, in day-hospital, pre-ricovero o degenti da meno di 72 ore. Gli esami microbiolo-gici sono stati eseguiti secondo linee guida regionali o del ASM. QCI: ATCC 35150; VEQ: UKNEQAS.

Risultati. Da Gennaio 2004 a Giugno 2005 sono stati inda-gati 2151 pazienti con l’esame di 3002 campioni fecali (Ratio 1,39). L’eziologia microbica (Tab A) è stata rilevata in 358 pazienti (16,6%): batterica in 95 (26,53%) - virale in 263 (73,47%). Microrganismi Pazienti N° % Salmonella sp 79 22,06 Campylobacter 14 3,91 Shigella spp 2 0,55 Rotavirus 118 32,96 Adenovirus 91 25,41 Norwalk L.V. 54 15,08

Sono stati esaminati per NLV 115 pazienti con 143 campioni fecali (Ratio 1,24). I pazienti positivi sono stati 54 (46,95%): 38 con età <14 aa e 16 adulti (13 ambulatoriali, 1 dializzato e 2 degenti grandi anziani); ratio (DOcmp/DOcutoff) media: 1,68; 2 casi nella zona grigia (+/-10% cutoff). In 2 soggetti (11 mesi e 9 anni) si è osservata la persistenza della positivi-tà per 47 e 65 giorni (ratio>1,2 <3,8). In letteratura è descrit-ta fino a 2 settimane.

L’ipotesi di una Co-Infezione ci ha indotto a valutare la ricer-ca virale in episodi associati a Salmonella e Shigella. Su 17 pazienti, 6 (35%) presentavano positività per NLV (ratio media:1,57; 4 Salmonelle B, 1 C e 1 D). In 1 caso (Shigella flexneri) si è osservata positività per Rotavirus e Adenovirus. In 2 casi (Salmonelle B e D) per Adenovirus. Un’ipotesi avvalora il ruolo di “trigger” del Virus, con significato pre-dittivo di una sintomatologia invasiva. Un’altra sottolinea il dismicrobismo e l’aspecificità analitica. Il NLV è in effetti un prototipo della diversità antigenica e genetica dei virus a RNA con singola elica. In verità il metodo utilizzato (R-Biopharm) è un test EIA basato su anticorpi monoclonali ed estrazione ricombinante, con Sensibilità e Specificità (vs RT-PCR) del 93% e CV intraserie e tra-le-serie >1,2 <9,1%. Conclusioni. I risultati testimoniano l’utilità epidemiologica della ricerca del NLV (incidenza: 15,08%; indice di co-infe-zione : 35%). In letteratura l’incidenza è documentata tra il 5 e il 17% (>20% in età pediatrica). La gastroenterite da NLV è benigna, di breve durata (12/60h) e autolimitante. La dia-gnosi causale non ne condiziona la terapia. La gestione clini-ca può prescindere dalla diagnosi microbiologiclini-ca? In realtà il

(2)

volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 207 CDC dal 2001 ha codificato metodi di prevenzione e

con-trollo basati sulla diagnosi eziologica. Numerose le motiva-zioni: alta incidenza, stagionalità, frequente outbreak in clu-ster, fonti di contagio alimentare, bassa dose infettante (<100 particelle virali), possibile carattere zoonotico, rischio di morbilità grave (ospedalizzazione) e mortalità, in lattanti e soggetti con patologie concomitanti.

Riferimenti

Documenti correlati

ralmente molto elevato e i test che rilevano diret- tamente la presenza del virus, come il dosaggio della p24 o la ricerca dell’RNA virale nel plasma (carica virale), possono

Materiali e metodi - La compilazione di una scheda infor- mativa del paziente, con particolare riferimento alla presen- za di fattori di rischio ambientali-professionali per

HBsAg positività era presente nel 6.8% dei casi (nessuno era anti-HDV positivo); anticorpi anti-HCV erano rilevabili nel 3.4% dei soggetti esaminati; anti-HIV erano presenti nel

2 successivi campioni di sangue del neo- nato e della madre furono esaminati per la presenza di anti- corpi anti IgM e anti IgG verso gli antigeni di gruppo di ente- rovirus

zo di quella che è la via di trasmissione classica del patoge- no, diminuire i contatti tramite isolamento o modificazione dei comportamenti a rischio, somministrare antibiotici

Eseguiamo i marcatori delle epatiti B e C su apparecchio Cobas Core II (Roche) con metodica immunoenzimatica in fase solida e successiva ricerca di HCV-RNA quali-quantitativa con

Sebbene la flora endogena vaginale rappresenti l’origine del- l’infezione per via ascendente, non sono definiti i fat- tori di rischio che determinano la formazione di asces- so

68 sieri IgG positivi ed IgM negativi e 19 sieri IgG ed IgM negativi conservati nella nostra sieroteca; e ricercato IgM anti-VZV in 43 campioni IgM ed IgG positivi provenienti