L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XXII - Voi. XXVI Domenica 7 Aprile 1895 N. 1092
La situazione del Tesoro migliorata ?
Nel precedente fascicolo abbiamo promesso di fare qualche considerazione sul rapporto tra i pagamenti e le riscossioni della Tesoreria e la situazione del Tesoro; ed ora, mantenendo la promessa, avvertiamo prima di tutto, ciò che dovrebbe esser noto, ma c h e dalla discussione avvenuta ci sembra non da tutti ricordato, c h e sulla situazione del Tesoro non si ri-specchiano n è tutti gli elementi, nè tutte le conse-guenze delle riscossioni e dei pagamenti. Infatti il Tesoro Ita debiti e crediti propri di vario genere, ma poi alimenta od impoverisce la propria situa-zione per crediti e debiti, che sono estranei al Tesoro stesso.
Così, se è vero c h e tutte le entrate di bilancio vengono a far parte delle riscossioni accusate dal bollettino mensile del Tesoro, tanto se queste e n -trate sono effettive, quanto se appartengono alle partite di giro, al movimento di capitali, od alla categoria delle costruzioni di strade ferrate, non per tanto quelle entrate, che derivano da queste d u e ultime categorie e che rappresentano un'accensione
di debiti, modificano la situazione del Tesoro nella
parte, che è costituita dai debiti e crediti di Teso-reria. D' altra parte il Tesoro fa tutti i pagamenti iscritti in bilancio, e quindi non solo quelli c h e ri-guardano le spese effettive, ma anche quelli delle altre categorie e quindi \'estinzione di debiti, ma non per questo muta la situazione dei debili e cre-diti di Tesoreria, se la estinzione n o n riguarda ap-punto debiti di Tesoreria.
Così può avvenire c h e il Tesoro, approfittando di
anticipate accensioni di debiti, accresca le proprie
riscossioni e possa quindi estinguere dei propri de-biti, per esempio Buoni del Tesoro od anticipazioni statutarie delle Banche, ma poi quando venga il tempo in cui debba il Tesoro stesso usare, per gli scopi del bilancio, le somme c h e ha ricavato da an-ticipate accensioni di debiti, si trovi nella necessità di emettere nuovi Buoni del Tesoro, o di richiedere alle Banche nuove anticipazioni.
Se, ad esempio, il Tesoro sapeva di dover fare dei pagamenti importanti per la conversione dei de-biti redimibili o per altri motivi nel mese di Marzo, ed a questo effetto, o per altri analoghi, la legge del bilancio avesse autorizzato il Governo ad alienare rendita o ad emettere Buoni a lunga scadenza o »d emettere obbligazioni del Tevere, è possibile c h e la Direzione del Tesoro abbia compiute queste
ope-razioni di vendita o di emissione alla fine di febbraio, sia per cogliere il momento opportuno del mercato, sia per altro intendimento. Ma una volta ottenuti questi fondi è anche possibile che, invece di tenere giacenti quelle cospicue somme, ingrossando la Cassa senza scopo, la Direzione del Tesoro abbia ritenuto opportuno di restituire alle Banche le loro anticipa-zioni e di ritirare dei Buoni del Tesoro.
Per di più, non sappiamo se e quanta coincidenza vi sia tra le riscossioni e le relative destinazioni ; la situazione del Tesoro non ce lo dice. P e r esempio, troviamo tra le riscossioni, a tutto febbraio 1 8 9 5 , L. 7 9 , 0 8 3 , 9 8 6 . 5 6 come versamento delle s o m m e occorrenti per il servizio dei debiti redimibili, e L. 74,751,610.21 per collocamento di obbligazioni del Tevere, e L . 4 2 , 6 6 4 , 9 2 1 . 7 1 per collocamento dei buoni del Tesoro a lunga scadenza ; in totale, sono 1 9 6 milioni e mezzo di debiti nuovi accesi dal 1 ° Luglio al 2 8 Febbraio 1 8 9 5 ; ma nei pagamenti non è indicata quanta parte di questi 1 9 6 milioni e mezzo sia stata devoluta allo scopo fissato dalla legge del bilancio e quanta sia rimasta nelle casse del Tesoro, e quindi provvisoriamente impiegata a migliorare la situazione, pagando le anticipazioni e ritirando Buoni del Tesoro.
Gli elementi, che ci fornisce la Gazzetta Ufficiale, non permettono questo sindacato e quindi non l a -sciano vedere se e quanto la situazione del Tesoro sia migliorata artifizialmente o per vero e proprio cambiamento degli elementi c h e la compongono.
Ad ogni buon fine u n punto fondamentale bisogna stabilire, ed è il significato c h e si vuol dare alla p a -rola miglioramento della situazione del Tesoro. In senso unilaterale c'è miglioramento tutte le volte c h e la eccedenza dei debiti sui crediti diminuisce; ma è evidente c h e questo miglioramento è assolutamente fittizio ed ingannatore, se la eccedenza dei debiti sui crediti è diminuita, solo perchè i debiti si sono
por-tati fuori della situazione del Tesoro.
Così, se prendiamo la situazione al 2 8 febbraio 1894, troviamo c h e i debiti di Tesoreria ascendevano a L. 7 6 6 , 7 2 2 , 5 5 5 . 9 5 , mentre al 2 8 febbraio 1 8 9 5 erano ridotti a L. 6 0 7 , 0 8 0 , 9 5 3 . 9 9 , quindi u n apparente mi-glioramento di L. 159,641,691.96.
210 L' E C O N O M I S T A 7 aprile 1895 Debiti 2 8 febbraio 1 8 9 4 . . . L . 7 6 6 , 7 2 2 , 5 5 5 . 9 2
Meno Buoni a lunga scadenza. » 1 9 7 , 5 0 5 , 0 0 0 . 0 0 Rimangono debiti. . L. 5 6 9 , 2 1 7 , 5 5 5 . 9 2 Debiti al 2 8 febbraio 1 8 9 5 . . » 6 0 7 , 0 8 0 , 9 5 3 . 9 9
Differenza . . . . L. 3 7 , 8 6 3 , 3 9 8 . 0 7 Resulta, quindi, che i debili del Tesoro tra il feb-braio 1 8 9 4 od il febfeb-braio 1 8 9 5 sono aumentati di
quasi 38 milioni.
E, seguendo lo stesso sistema, se confrontiamo le due situazioni a b b i a m o :
Debiti di Tesor. al 2 8 febb. 1 8 9 4 L . 5 6 9 , 2 1 7 , 5 5 5 . 9 2 Credili di Tesor. » » 2 3 8 , 2 2 2 , 4 2 5 . 4 4
Eccedenza dei debiti L . 3 3 0 , 9 9 5 , 0 8 0 . 4 3 Debiti di Tesor. al 2 8 febb. 1 8 9 5 L . 6 0 7 , 0 8 0 , 9 5 3 . 9 9 Crediti di Tesor. » » 1 6 9 , 2 5 6 , 9 8 8 . 0 2
Eccedenza dei debiti L . 4 3 7 , 8 2 4 , 9 6 5 . 9 7 La situazione del Tesoro è quindi p e g g i o r a t a di L . 100,829,885.54, durante l'anno c h e corre tra il febbraio 1 8 9 4 ed il febbraio 1 8 9 5 .
Ci sembra inutile soffermarci a dimostrare c h e non sono tra loro paragonabili le d u e situazioni giugno e febbraio, altri giornali hanno già larga-mente e concludentelarga-mente chiarito l'artifizio puerile di simile confronto.
Del resto noi abbiamo a bella posta pubblicato il prospetto delle riscossioni, perchè apparisse il fatto specifico,che p r o v a l a puerilità della affermazione di un miglioramento di 9 8 milioni.
Il Tesoro ha riscosso in più 1 3 8 milioni, ma di questi soli 3 0 per imposte e tasse, gli altri per mezzo della creazione di nuovi d e b i t i ; quindi dal lato delle riscossioni il miglioramento è di soli 3 0 milioni. Ma viceversa ha pagato 7 5 milioni in più e conseguentemente (anche supposto c h e nessuna parte di 1 0 8 milioni ottenuti coi nuovi debiti abbia ancora da avere la sua legale destinazione) la situa -zione è p e g g i o r a t a di quarantacinque milioni. E , esposte queste considerazioni, omettiamo ogni commento, perchè n o n v o r r e m m o c h e la penna scri-vesse troppo aspre censure a carico di chi ha tanto criticato i metodi dell'on. Maglioni, ed oggi li s u -pera con tanta disinvoltura, sforzando in tutti i modi le cifre a dire quello c h e non possono dire. Egli appa-recchia così al successore u n a situazione tanto più diffìcile quanto più il pubblico, ancora impressionato della dura esposizione del febbraio 1894, crede impos-sibile u n così audace e repentino cambiamento in quel sistema di sincerità pessimista, che sembrò im-medesimalo nell' uomo, ma che si vede ora come fosse soltanto u n aspetto transitorio, sacrificato c o n tutta facilità alle esigenze della politica ministeriale.
LA SOCIETÀ IMMOBILIARE
Economista del 2 3 settembre 1 8 9 4 abbiamo
riassunto i molivi, per i quali credevamo utile per tutti gli interessati c h e la Società di Credito Immo-biliare, dopo aver sistemate le s u e pendenze coi
creditori chirografari, si rivolgesse agli obbligatari per domandare loro l'ulteriore sacrifizio necessario a mantenere in vita la Società e quindi ad impedire che sopravvenissero cause, le quali, eouducendo al. fallimento, danneggiassero, senza vantaggio di alcuno, gli interessi di tutti.
Il progetto di sistemazione allora da noi somma-riamente esposto venne accolto generalmente con fa-vore, m a alcuni punti suscitarono dei dubbi e fecero nascere delle opposizioni. L ' Amministrazione di fronte a ciò dovette soprassedere, affine di b e n co-noscere quali fossero le idee ed i desideri di alcuni importanti gruppi di portatori, specialmente esteri, che affacciavano diritti degni almeno di considera-zione.
Risultò da questi ulteriori studi u u a specie di c o n -cordato tra la Società Immobiliare ed alcune impor-tantissime Case bancarie di Berlino, col quale con-cordato veniva sistemata quella parte di obbligazioni quattro p e r cento, c h e portava una speciale stampi-gliatura. E mentre in base a questo concordato la Amministrazione dell' Immobiliare studiava e com-mentava un nuovo piano p e r la sistemazione delle rimanenti obbligazioni, apparve possibile di trovare una sistemazione, c h e abbracciasse tutte le obbliga-zioni, comprese quelle che erano in possesso o sotto il patrocinio delle Case svizzere.
F u questo il terzo e definitivo stadio degli studi, per i quali vennero messi in perfetto accordo gli intendimenti della Amministrazione della Società, delle Case bancarie berlinesi, e di quelle svizzere. Assestare u n ' azienda, che rappresenta settanta m i -lioni di obbligazioni, n o n poteva essere cosa c h e si potesse raggiungere senza qualche difficoltà, per cui, m e n t r e comprendiamo e spieghiamo le apparenti in-certezze, ci compiaciamo che le difficoltà siano state superate e che la Società abbia potuto presentarsi al pubblico con u n piano beu concreto che, assicurando la adesione delle grandi Banche tedesche e svizzere, renda la operazione relativamente facile.
Gli obbligatari dell' Immobiliare debbono ricono-scere c h e , in mezzo alle immense difficoltà di ogni ordine, che hanno turbalo la economia della capitale del Regno, la Società Immobiliare aveva fino dallo inizio spiegata u n a oculatezza ed una prudenza, della quale si veggono oggi palesemente i frutti. I suoi mutui riflettono, nella g r a n d e maggioranza, stabili collocati nelle migliori situazioni (la Via Nazionale, l'Esquilino, la Y d l a Ludovisi) ; ed è evidènte che, se altre Società non avessero intrapresa impruden-temente la costruzione di grandi quartieri eccentrici, come quelli fuori di Porta Pia e di Porta Salara, la So-cietà Immobiliare, non solo avrebbe evitata ogni crise, ma avrebbe ottenuti quei cospicui guadagni, che aveva lasciato sperare. Si può perciò appunto ritenere che non per colpa propria la Società sia stata coinvolta nella crise; la qual cosa diciamo, n o n per esonerare le passate amministrazioni dell' Immobiliare,da ogni responsabilità morale, ma per spiegare come delle col-pe, c h e furono commesse a Roma nel periodo delle illusioni, spetti a l l ' I m m o b i l i a r e la parte minore. E d è per questo che l ' I m m o b i l i a r e , a differenza di altri Istituti, come la Tiberina, 1' Esquilino, la Fondiaria italiana, ecc., si trova in grado di proporre ai propri creditori sacrifizi soltanto temporanei e limitati, cosi clie è del loro interesse concorrere a mantenere in vita la Società.
7 aprile 1895 L ' E C O N O M I S T A 211 agli obbligatari, è semplicissimo : si domanda ad essi
il sacrifizio temporaneo (cioò fino a tanto che la Società sia in grado di reintegrarlo) dell' interesse su una obbligazione ogni einque ; ed in correspet-livo, viene accordato agli obbligatari:
a) che le ipoteche, ehe garantiscono la Società per i mutui ancora accesi, vengano annotate a fa-vore del mandatario degli obbligatari ;
b) che i buoni ipotecari, che vengono dati in
cambio di una obbligazione, abbiano una ipoteca sopra gli immobili, che per le espropriazioni, lo quali s a -ranno rese possibili dal corrispondente annullamento di obbligazioni, diverranno proprietà della Società stessa ;
c) clic nessun sacrificio capitale sia imposto agli obbligatari, i quali colla cartella di rimborso ricu-perano lotto il capitale nominale ;
d) clic l'interesse diventi possibile anche sulla
cartella di rimborso, appena aumentino i redditi so-ciali, e prima di dare alcun dividendo agli azionisti deve essere reintegrato ;
e) che speciali cautele sieno stabilite per mezzo
di un Comitato e di un mandatario degli obbliga-tari, perchè le obbligazioni contemplate dal progetto sieno condotte con tutta regolarità.
Sappiamo che questa sistemazione incontra effet-tivamente il favore degli obbligatari, i quali com-prendono la necessità e la giustizia di quelle pro-poste, e crediamo, infatti, che nessuna obbiezione possa essere validamente mossa al progetto, la cui redazione importava tante difficoltà di diversa natura.
Daremo, in seguito, il testo del piano di conver-sione; intanto facciamo voti perchè la adesione vo-lontaria degli obbligatari, eviti qualche grave misura, che andrebbe a ripercuotersi dolorosamente sul c r e -dilo, proprio nel momento in cui accenna a fortificarsi.
LA CRISE SOLFIFERA E I SUOI RIMEDI
i n .Uno dei rimedi, che fu ed è spesso invocato, con-siste nell'abolizione del dazio di uscita sullo zolfo. Esso è attualmente di L . I l per tonnellata, e mentre alcuni vorrebbero la sua semplice abolizione, altri proporrebbero di servirsi del suo prodotto per scopi vari. Vi fu chi propose di aumentare il dazio e de-stinare una parte del maggior prodotto a vantaggio del Consorzio fra i produttori, affinchè possa fun-zionare, e l'altra andasse al Governo in compenso delle attuali tasse dì registro e fondiarie sulle sol-fare, che si vorrebbero abolite. F u anche domandato che del prodotto dell' attuale dazio, il Governo si valesse per acquistare la produzione giacente nei magazzini, mettendola in commercio solo quando lo zolfo avesse raggiunto un prezzo determinato.
Però, l'abolizione del dazio di uscita sullo zolfo, m realta, è il provvedimento che ha avuto minori fautori fra gli industriali, e ciò si spiega forse col fatto che il dazio essendo solo di L. 1,10 per quin-tale, non può esercitare una influenza veramente sensi-bile sub' andamento del commercio di esportazione.
') Vedi l'Economista del 24 marzo.
Invero nella rolazione dell' on. Ellena alla Com-missione d'inchiesta per la revisione della tariffa doganale, provato con i dati statistici sulla produ-zione ed esportaprodu-zione dello zolfo, come queste d u e siano andate sempre crescendo e che la diminuzione del prezzo di quel metalloide è dovuta all'eedesso di produzione e quindi ai forti stocks esistenti, so ne deduceva che col diminuire di questi, si può sperare in un rialzo di prezzi. Inoltro si dimostrava che, anche togliendo il dazio di uscita sullo zolfo, non si arriverebbe perciò a surrogare le piriti nella fabbricazione dell'acido solforico. Una prova si ha nelle fabbriche italiane di questo acido,-le quali, quantunque non abbiano a pagare il dazio stillo zolfo, pure impiegano le piriti. Ad ogni modo, verrebbe a . mancare la convenienza di raddoppiare gli sforzi e di aumentare i sacrifizi per assicurare l'impiego d e l l o zolfo nella fabbricazione dell'acido solforico, la quale richiederebbe una produzione di zolfo ben più a b -bondante di quello che oggi non sia e di quella.che-eventualmente potrebbesi conseguire. Dai computi più recenti degli ingegneri delle miniere, resulterebbe che la quantità di zolfo ancora esistente nei giaci-menti della Sicilia, ascende a circa 5 0 milioni di tonnellate; e si farebbe ascendere a non più di 5 milioni la quantità presunta nel centro solfifero dei continente; in tutto 5 5 milioni di tonnellate.
In sostanza, due correnti si sono manifestale,, riguardo ai dazio d'uscita sullo zolfo, come già a v -vertiva I' ing. Conti nel suo rapporto del 1887. Una corrente è favorevole all'abolizione, nella credenza, che eausa della presente crisi sia la concorrenza degli zolfi della Grecia, della Spagna e del Giappone e che possa perciò giovare, per vincerla, un ulte-riore ribasso dei prezzi di vendita. Ma la produzione della Grecia e del Giappone è quasi insignificante, sopratutto quella della Grecia ; mentre la massima produzione del Giappone è quella dei 1890 ili ton-nellate 20273. La Spagna ha in questi ultimi anni accresciuta la sua produzione fino a circa 50,000 tonnellate nel 1887, ma poi vi fu una diminuzione e ne produsse soltanto 24,722 uel 1892 ; ossia non è tale da esercitare una , decisa influenza sul m e r -cato mondiale di circa 500,000 tonnellate 1'anno. L ' a l t r a corrente è contraria all' abolizione del dazio, sostenendo che tale abolizione non sarebbe che una rilevante perdita per l' erario, senza u n vantaggio per l'industria, la quale dovrebbe cercare in so stessa i mezzi per ottenere il desiderato rialzo dei prezzi, indipendentemente dai dazi, che gravano spila esportazione.
212 L' E CON O M I S T A 7 aprile 1895 prodotto e prodotto per opera dei succedanei, che
la tecnologia va trovando, che si possono mantenere ostacoli doganali anche lievi alla esportazione di prodotti naturali. Uu tempo si credeva che i dazi d'uscita si potessero stabilire senza inconvenienti sui prodotti pei quali un paese aveva se non un vero monopolio, certo una posizione di favore ; ma ormai, lo si è visto a esuberanza, la scienza sa sur-rogare prodotti a prodotti e compromettere quelle condizioni privilegiate, che si credevano invulnera-bili. Così, relativamente allo zolfo, esso ormai è ado-perato pochissimo per la fabbricazione dell'acido solforico, perchè le piriti lo hanno sostituito.
il solo paese, che fa ancora uso di zolfi in larga scala per la fabbricazione del detto acido, è l'Ame-rica del Nord, ma quanto durerà questo impiego dello zolfo agli Stali Uniti d'America? Si può cre-dere per non molto tempo, poiché da tempo si studia agli Slati Uniti la questione se non convenga importare piriti dalla Spagna o dal Portogallo, le quali, com'è Doto, sono in quantità per così dire inesauribile e si danno a prezzi assolut imente minimi.
Del resto non v'è solo da considerare il dazio d'uscita che lo zolfo paga in Italia, ma anche i dazi che esso deve pagare entrando negli altri Stati. A questo riguardo va notato che lo zolfo è esente da dazio nei seguenti Slati : Austria-Ungheria, Belgio, Canadà , Danimarca , Germania , Gran Brettagna , Grecia, Norvegia, Paesi Bassi, Rumenia e Svezia. Invece in Svizzera (trattato di commercio 1 9 aprile 1892) lo zolfo greggio e raffinalo paga 2 0 c e n -tesimi per quintalo e i fiori di zolfo 5 0 cente-simi ; negli Stati Uniti lo zolfo greggio è esente e quello raffinato paga 8 dollari per tonnellata, il fiore dollari 10 per tonnellata; nella Spagna lo zolfo paga 2 5 centesimi per quintale, ma col nuovo trattato pagherà certo di più ; in Serbia 8 lire per quintale; in Russia paga 2 o 5 copeks per pudo, secondo i porli d'importazione e 2 0 copeks quello raffinato; in Portogallo 3 5 0 reis per tonnellata (os-sia quasi lire 1 . 8 7 ) ; nel Giappone il dazio è del 5 per cento ad valorem; in Francia paga solo lo zolfo tri-tato, purificato, raffinato o sublimato di zolfo 3 fran-chi al quintale, secondo la tariffa generale e fr. 2 , 2 5 alla tariffa minima; nell'Egitto il dazio è dell'8 per cento sul valore e nell'Argentina la legge doganale del '1894 assoggetta solo lo zolfo raffinato a un dazio del 2 5 per cento sul valore.
Or bene, le maggiori nostre esportazioni hanno luogo per gli Stati Uniti d'America, la Francia, l ' I n g h i l -terra, la Russia, la Germania e l'Austria-Ungheria. Nell'ultimo quinquennio pei detti paesi il movimento d'esportazione è stato il s e g u e n t e : 1889 1890 1891 1892 1893 q u i n t a l i q u i n t a l i q u i n t a l i q u i n t a l i q u i n t a l i St. Uniti d'Amer. 1,174,232 1,119,980 1,015,788 895,576 890,440 F r a n c i a . . . 688,249 735,961 582, 620 774,238 917,221 I n g h i l t e r r a . . 392,247 287,008 266.817 247,394 252,862 Russia . . . . 171,576 143,876 127,527 111,860 191,749 G e r m a n i a . . 206,522 156,107 120,673 186,682 175,316 Awtria.Ungher. 126,902 165,936 154,906 134,990 138,070 Bsport. totale
per tntti i paesi 3,319,016 3,287,081 2,693,765 2,910,807 3,108,674 La esportazione è assai oscillante, sia nelle cifre relative ai singoli Stati (e qui si si sono indicate quelle dei 6 principali paesi compratori di zolfi
ita-liani), sia nel totale generale. Di quei sei Stati la Russia soltanto ha un dazio sullo zolfo greggio (2 o 5 copeks ^qtpud; il pud è uguale a chdog. 16.38); e riguardo alla esportazione per la Russia certo gio-verebbe la abolizione del dazio di entrata sullo zolfo percepito in quel paese. Ma siamo sempre daccapo alla questione degli usi dello zolfo, che non sono tali da richiedere quantità forti e crescenti di quel prodotto.
E tornando al nostro dazio d ' uscita non si può disconoscere che, se esso poteva essere sopportato senza il minimo danno dei produttori quando il prezzo era a 1 0 0 lire e più alla tonnellata, e costi-tuiva perciò circa il 1 0 per cento di quel prezzo, divenne invece alquanto grave coi prezzi attuali, rag-giungendo quasi il 1 5 per cento. Ma anche qui non conviene illudersi ; una volta tolto il dazio d'uscita le cose saranno a un dipresso le stesse di prima, la crise non sarà tolta, perchè rimarrà l'eccesso ili produzione, non scompariranno i bisogni dei pro-duttori più piceoli che sono costretti a vendere a qualsiasi prezzo, rimarranno le imperfezioni del com-mercio degli zolfi, la insufficenza della sua organiz-zione, le speculazioni al ribasso, insomma tutta quella .congerie di cause già accennate, ohe hanno per ef-fetto la condizione critica della industria solfifera.
Il rimedio non può certo essere unico, ma nella serie dei rimedi l'abbandono del dazio di uscita occupa anch'esso il suo posto, e alla sua aboli-zione presto o tardi, e più presto che tardi, si dovrà pur venire.
Il Say osserva che il carattere della moneta i n -tegrale, quale si vorrebbe fosse tanto l'oro che l'ar-gento, risiede anzitutto nel suo potere liberatorio illimi-tato e quindi, dato il bimetallismo, per entrambe le monete, così che qualsiasi debito potrebbe essere va-lidamente estinto, qualunque sia il suo ammontare, in monete d'oro o in moneta d'argento, salva la riserva' fatta per le monete divisionarie, e in secondo luogo nella stessa libertà, egualmente illimitata consentita "ai privati, a qualunque paese appartengono, contraenti o no, di introdurre verghe d'oro o d'argento in lutti gli Stali della nuova Unione, con diritto di convertirle in moneta liberatoria dei detti Stati nelle zecche na-zionali. La libertà assoluta del commercio delle verghe e delle monete d' oro e d'argento, alla entrata e ' a l -l'uscita, è adunque la condizione necessaria delle due proposte Gendre e Théry tendenti a riabilitare l'ar-gento col ridargli dappertutto la funzione di moneta integrale.
Ma per giudicare la riforma preconizzata e con-vincersi che essa non ha avvenire, basta, come nota giustamente il Say, rammentare la storia monetaria dei trenta ultimi anni, dopo cioè il 1865, data ori-ginaria della Unione latina. L' esperienza della Unione latina, scrive il Say, ha dimostrato che qualunque Unione monetaria, anche quando è ristretta alla libertà della coniazione, ed è una Unione di questo genere che ora ci è raccomandata, presenterà sempre un doppio inconveniente, al quale è assolutamente n e -cessario di provvedere avanti di rischiarsi a darvi alcun seguito. È indispensabile dapprima di assicu-rare alla Convenzione una durata stabile di almeno un secolo, e in seguito di prevedere, allo scopo di prevenirne gli effetti sull' andamento regolare della Unione, l'influenza degli altri modi di pagamento egualmente liberatori, che potrebbero essere autorizzati negli Stati contraenti, come ad esempio i b i -glietti di banca a corso forzato, dichiarato o prati-cato mediante espedienti, la carta moneta, gli assegnati e qualsiasi altra combinazione analoga, palese o^ no. Si può supporre un solo istante, domanda il S a y , che uno Stalo amministrato con prudenza possa mai consentire a lasciar coniare nelle sue zecche miliardi di franchi, di dollari, di lire sterline o di m a r -chi sotto la condizione del rapporto di valore l o ' / , a 1 tra l'arge to e l'oro, se questo Stato può tro-varsi obbligato, in capo a qualche anno, di subire suo malgrado la rottura della Unione, e di vedere i paesi, che lo circondano, o rimanere fedeli al bime-tallismo, pur cambiando il rapporto tra l'oro e l'ar-gento, elevandolo ad esempio a 30 a 1, oppure uscire dal bimetallismo internazionale, conservandolo
tat-v,.a ,a titolo nazionale pei pezzi d ' a r g e n t o già
coniati e interdicendo assolutamente per l ' a v v e n i r e
la coniazione di nuove monete d ' a r g e n t o ? Si può
rispondere negativamente, a meno che non vi fosse uno Stato disposto a far fallimento. Invero tutte le monete d'argento che si troverebbero in quel m o -mento fuori del paese rimasto solo fedele al si-™m.a ."'metallico senza limite, sarebbero
innnedia-ente inviate al loro paese d'origine, cioè, nell'ipotesi ^ s p o s t a allo Stato abbandonato dai suoi associati, fahhrt c h e s o n o o t t o n a l i , perchè sono state
Dotrlht?' a" l n t e r n o e c o l l a e f f ig 't ì nazionale, non
potrebbero essere fermate alla frontiera dalla dogana, priva,! 8 , n l e r a o d a l l e c a s s e Pubbliche o dai
in f a l l i i . u n o S t a t 0 n o n Pu ò' s e Q z a dichiararsi
laiiunento, rinnegare la sua propria moneta. Le
cose procederanno allora come se si trattasse d' u n riscatto, d' una liquidazione al 5 0 per cento di perdita ad esempio, e forse ancor più ; qualche cosa d'ana-logo, in breve, ma in una proporzione decupla o cen-tupla, alla perdita alla quale possono essere esposti gli Sta ti della Unione latina il giorno, in cui la li-quidazione di cotesta Unione si' effettuerà.
E il Say citava qui alcune dichiarazioni di un ex-ministro delle finanze della Svezia, il sig. Forssell, contro il doppio litio e la libera coniazione imposti a un tempo agli 3!ati mediante una mutua obbliga-zione internazionale. Noi riprodureino in altro momento quelle interessanti dichiarazioni fatte a l l ' u l -tima conferenza monetaria internazionale, tenuta co-m ' è noto, a Bruxelles ; ora vogliaco-mo che i lettori possano seguire, senza digressione, il ragionamento del Say. Il quale osserva che la liquidazione forzata non è del resto il solo pericolo che potrebbero correre gli Sta ti, quando accettassero di entrare nella Unione alla quale i bimetallisti vorrebbero farli accedere.
Supponete, egli dice, uno degli Stati contraenti obbligato a ricorrere apertamente o in modo ma-scherato alla carta moneta, ossia al corso forzato; questo Stato non si troverà forse ben presto nella situa-zione nell i quale abbiamo velluto I' Italia ? La moneta d' argento del paese che ha il corso forzoso sarà a poco a poco esportata, fino a che non sia esaurita, e questa esportazione non sarà fatta perchè la m o neta esportata circoli altrove, come era il caso d e l -l'Italia, conservando la sua effìgie nazionale, perchè le monete della nuova Unione non avrebbero corso presso gli altri S t a t i ; sarà esportata come verghe che possono essere convertite in moneta coli'effigie dello Stato, che sarà rimasto fedele alla libertà illi-mitata della coniazione dell'argento. E d'altra parte come far fronte a questo pericolo? Yi è forse uno Stato che consentirebbe a impegnarsi, a profitto de-gli altri, con un trattato internazionale, a non ricor-rere mai, qualunque siano le circostanze e le vicis-situdini della sua storia futura all' espediente, che può diventare necessario, di una moneta di carta inconvertibile? Qual' è lo Stato che si presterebbe a lasciar regolare da una convenzione internazionale la sua circolazione fiduciaria e oltre a ciò, perchè le due cose sono connesse, il modo di organizza-zione delle sue banche di emissione?
Se P Unione per la durala di un secolo è impos-sibile, se la liquidazione di una Unione preveduta a lungo termine può essere tuttavia imposta, un giorno o l'altro, senza garanzia contro le perdite, a degli Stati che avrebbero interesse a non liquidarsi, e imposta da altri Stati, che forse essi stessi non la desiderano ma che la loro politica economica o la situazione della loro finanza avrà precipitato nella carta mo-neta che rimarrà allora, domanda il Say, di questa grande scoperta del bimetallismo, che dovrebbe r e n -dere fisso ed eterno quel rapporto di valore tra l'oro e l'argento, che una scuola agricola crede necessario alla prosperità del paese in generale e dell' agri-coltura in particolare? Che cosa r i m a r r à ? E il S a y non esita dire che non resterà niente.
214 L' E C O N O M I S T A 7 aprile 1895 cbp a p e r t a m e n t e o n o mirasse a riabilitare l'argento.
Chi pensa alle vicende della Unione latina, e alle conffiVipni attuali: dei metalli preziosi, n o n si p u ò •far illqsioniy.:nò sulla praticabilità di u n a U n i o n e monetaria generale, n è sulla s u a utilità e d u r a t a .
éiaiaoc
Rivista Economica
Il movimento socialista nell' Austria — La piccola proprietà negli Stati Uniti d'America — Il Bilancio
1894 dell'Unione Cooperativa di Milano. Il movimento socialista nell'Austria. — 11 duca d ' A v a r n a , consigliere alla nostra Ambasciata a Vien-na, ha Studiato' le origini e il m o v i m e n t o del socialismo nelle classi operaie d e l l ' A u s t r i a . T r a l a sciando ciò c h e rifletto le discussioni teoretiche, r i -leviamo le notizie di fatto.
L e regioni, in c u i il socialismo si è m a g g i o r -mente radicato, sono quelle abitate dalle popolazioni tedesche, le cui condizioni industriali e morali sono
molto superiori a quelle delle altre popolazioni della Cisieitania.
Le popolazioni slave, c h e d a p p r i m a e r a n o r i m a -ste piuttosto restìe, f o r m a n o ora p e r il partito socia-l i s t a ' u n esocia-lemento i m p o r t a n t e n e i centri industriasocia-li della Boemia, della Moravia e della Slesia.
In queste tre provineie esistono d u e o r g a n i z z a -zioni socialiste distinte, u n a tedesca, l'altra slava, le quali sono d e l tatuo',indipendenti tra loro, solo nelle questioni principali, Como in quelle del votò eletto-rale e p e r la .festa del 1° maggio, partecipano tu c o m u n e alle a d u n a n z e indette a tale scopo.
il c e n t r o del m o v i m e n t o socialista i n Boemia è P r a g a ; in Moravia è a B r u n n a nel bacino carbo-nifero di Ostran; u n o dei territori industriali più i m p o r t a m i dell'Austria.
Q u a n t o alia Slesia, c h e è il paese più povero d e l -l'Austria, il partito socialista, coadiuvato dalla g r a n d e miseria, vi ha fatto notevoli - progressi, esso ha potuto p e n e t r a r e im tutte le località eccettuato le m o n
-tagné. . . . .
Nè m i n o r e sviluppo h a preso il socialismo nel salisburgliese nell'Austria S u p e r i o r e e nella Stiria. I n q u e s t ' u l t i m a provincia, osso h a fatto n u m e r o s i adepti, speeie tra i minatori tedeschi. Nella Ganuzia e nella Garritola' i n v e c e il m o v i m e n t o socialista è a p p e n a incipiente e n o n vi è p e r a n c h e organizzato. Nei paesi poi, o v e p r e d o m i n a l ' e c o n o m i a r u r a l e , l'idea socialista è m e n o radicata, c h e nei paesi della g r a n d e industria e dell'industria domestica.
L ' A u s t r i a però offre terreno propizio p e r u n a agitazione socialista agraria. L e tristi condizioni, in
cui v e r s a n o le classi agricole nei paesi alpini e nelle Provincie o v e sono p i ù estesi i latifondi, e il disa-gio economico i o c u i si trova o r a la Galizia, dànno agio al socialismo di a u m e n t a r e i proseliti.
Q u a n t o alle popolazioni italiane del litorale e del T r e n t i n o , le p r i m e si d i m o s t r a n o piuttosto favore-voli all' idea socialista, le seconde vi sono avverso. Nelle provineie del litorale però l'organizzazione so-cialista è tuttora debole. La lotta viva ed appassio-nata f r a le d u e nazionalità italiana e slava, impe-disce p e r ora al socialismo di p r e n d e r e piede.
Il centro principale del m o v i m e n t o è s e m p r e V i e n n a e dintorni.
A t t u a l m e n t e esistono in Austria 1 4 giornali poli-tici socialisti, c o n una tiratura complessiva di 78,400 copie. Sono quasi tutti scritti in tedesco. Il princi-pale è l ' A r b e i t e r - Z e i t u n g , che si pubblica a Vienna ed ha raggiunto u u a diffusione di 2 2 mila esemplari. Giornali italiani n o n ve u ' è alcuno. A Trieste n e f u r o n o pubblicati vari, ma ebbero vita breve.
L e Associazioni operaie democratiche-sociali sono in a u m e n t o . Nel 1 8 8 8 n e esistevano 1 0 4 con 14,458 soci ; nel 1 8 8 9 , 2 1 9 con 4 3 , 4 6 0 soci ; nel 1 8 9 1 , 3 0 0 con 6 0 0 , 0 0 0 ; attualmente 7 1 5 c o n soci 1,200,000.
Il m o v i m e n t o socialista però a s s u m e in Austria u n carattere democratico, anziché sovversivo, come in altri paesi. L a democrazia sociale austriaca ha appena cominciato a costituirsi quale partito politico nel 1 8 9 5 - 9 4 . D a p p r i m a le s u e tendenze e r a n o quasi esclusivamente e c o n o m i c h e e miravano al migliora-m e n t o della elasse operaia ; ora ha assunto u n con-tegno risoluto di fronte alle questioni politiche di attualità, come ad esempio quella del diritto elet-torale.
La ragione di questo n u o v o atteggiamento devesi r i c e r c a r e ' nella convinzione, c h e si è fatta strada tra i principali m e m b r i del partito, di non potere, cioè, r a g g i u n g e r e la completa emancipazione economica degli operai, senza prima avere ottenuto in loro fa-v o r e l'esercizio dei diritti politici.
Tuttavia, q u a n t u n q u e il m o v i m e n t o socialista ab-bia acquistato in questo u l t i m o periodo molto ter-reno in Austria, esso incontra tuttora, p e r la sua espansione, fortissimi ostacoli non facilmente supe-rabili, perchè inerenti alle condizioni stesse del p a e s e . . .
La g r a n d e importanza data alle questioni di n a -zionalità, le quali p r e d o m i n a n o qualsiasi altra, ar-restano i n g r a n parte gli sforzi del partito socialista e f o r m a n o il principale ostacolo alla sua propaganda.
Tali questioni, c h e assorbono le forze vitali delle popolazioni e tolgono alla'Monarchia la sua coesione, costituiscono il p i ù serio i m p e d i m e n t o del trionfo del socialismo in Austria.
La piccola proprietà negli Stati Uniti d' America. — Q u a n d o il Congresso degli Stali Uniti ordino al-l' Ufficio del Censimento d' investigare le ipoteche gravanti sulle proprietà, i dati statistici ottenuti, c o n f e r m a r o n o quanto del restò e r a noto i n fasi ge:
nerali, cioè c h e u n a sparuta frazione del popolo degli Stati Uniti possiede la parte maggiore della ricchezza. Ma risultò p u r e c o n evidenza c h e i piccoli possi-denti di beni stabili crescono in n u m e r o , i n propor-zione della maggiore distanza dai grandi centri.
In questi, i possidenti reali sono pochissimi ; gj1
apparenti moltissimi : a v u t o r i g u a r d o c h e i
possi-denti sono considerati reali, q u a n d o gli stabili sono liberi da ipoteche, ossia c h e il relativo valore il| c o m p r a è stato soddisfatto p e r i n t e r o ; m e n t r e essi sono considerati apparenti nel caso eontrario.
Ad ogni modo, la proporzione tra i possidenti e gli affittuari sta còme s e g u e : _
Nelle città di oltre 8 , 0 0 0 abitanti - in 3,GOO,OUU famiglie quelle possidenti sono il 5 0 p e r cento.
Nelle piccole città e villaggi - in 4,200,000 ia-mio-lie quelle possidenti sono i 4 4 p e r cento.
Nei poderi - in 4 , 9 0 0 , 0 0 0 famiglie quelle possi-denti sono il 6 6 p e r cento.
7 aprile 1895 L ' E C O N O M I S T A 215 ìapprcsentando, per conseguenza, le prime il 4 7 , 8
per cento.
Queste cifre sono eloquentissime, specie se si con-sideri che i possidenti di poderi - i quasi rappre-sentano il 6 6 per cento - sono quasi tutti reali, avendo soddisfatto in saldo il valore di compra delle loro proprietà. Di più, a parte quanto è posseduto in proprio dai negri nel Sud, la maggior parte dei podéri appartengono ad immigrati, fra i quali, a seconda dogli Stati, primeggiano i Germanici, gli Svedesi, i Norvegiani, gli Ebrei e gli Italiani.
Dalle investigazioni fatte risulta inoltre: che i b e -nestanti delle grandi città preferiscono d ' i m p i e g a r e il loro capitale in speculazioni anziché comprar degli stabili; nel mentre gli abitanti il contado, per s p e -cular con profitto sulle industrie agricole, comprano i poderi. Onde avviene che le condizioni industriali, nella città, inducono la dipendenza, e quindi la ne-cessità dello affinamento ; mentre quelle del contado la indipendenza e la possessione.
Il Bilancio 1894 dell' Unione Cooperativa di Milano. — L' Unione Cooperativa di Milano - la for-tunata proprietaria dei grandiosi magazzini di ve-stiario e di derrate alimentari in palazzo Fiori - ha testé pubblicato il suo bilancio 1894.
Ne spigoliamo alcune cifre, che nella loro aridità sono eloquentissime.
Il capitale sociale di L. 9 3 6 , 1 5 0 è ripartito fra
4083 Soci, fra cui 1536 signore.
I soci possessori di una sola azione da L. 2 5 -sono 781, quelli che ne hanno da 2 a 4 -sono 1 8 6 3 ; gli altri ne posseggono un maggior numero e fra questi 57 ne hanno da 100 a 200, che è il massimo consentito dallo statuto. In media ogni socio sarebbe possessore di 9 azioni.
La riserva, da L. 101,828 è salità a L . 221,276, raggiungendo quasi il quarto del capitale.
Le vendite, che nel 1 8 9 3 furono di L. 2,949,770, toccarono nel 1 8 9 4 le L. 3,254,531, mentre nel primo anno (1886) esse erano state di sole L. 7 0 0 5 e nel secondo di L. 75,646.
A dare un'idea della svariata attività della Unione, pubblichiamo l'elenco dei suoi vari riparti, coi!' i n -dicazione delle vendite fatte da ciascuno di essi, e dello stock di merce c h e dotava ogni riparto alla chiusura dell' esercizio :
r i m a n e n z e v e n d i t e 200,541 118,096 115,426 277,164 181,636 93,012 36,873 295,929 86,174 73,297 58,827 31,821 32,995 243,904 138,436 112,498 620,500 197,785 337,608 85,154 L . 45,309 » 38,335 .> 160,006 » 24,619 » 96,639 » 13,331 » 120,920 » 37,138 » 20,900 » 50,017 » 12,161 a 8,684 » 113,570 » 65,234 » 45.519 » 63,495 » 1 0 , 2 2 2 » 75,233 » stoffe per uomo
abiti pronti per uomo . . sartoria per u o m o . . . . stoffe per signora . . . . confezioni per signora . . seteria
sartoria per signora , . . biancheria e teleria . . . maglieria
guanti e cravatte . . . . nastri e pizzi
cappelli per uomo . . . . cappelli per signora . . . chincaglieria
tappeti e mobili . . . . oggetti casalinghi. . . . generi alimentari e vini . sala assaggi
succursali alimentari. .
totale L. 1,087,198 L . 3,252,531 In totale, dal 4886 al 4894, le vendite ammon-tarono a L . 13,811,475. — L o stock di merce in
rimanenza è notevolmente diminuito in confronto dello scorso anno, malgrado c h e la cifra d' affari sia notevolmente aumentata.
I risparmi dell' esercizio raggiunsero lo lire 2 4 6 , 2 1 7 , contro lire 197,266 dell'esercìzio 1893. Tali risparmi vengono così erogati : lire 2 5 , 9 5 3 alla riserva ; L. 17,302 al fondo previdenza degli impiegati della Società, che sale così a lire 82,041. Si assegnano poi : lire 2 1 6 2 al fondo studi e propaganda cooperativa ; lire 6 4 8 8 ai 7 consiglieri d' amministrazione (3 per cento degli utili totali); lire 51,426 alle azioni, nella misura del 5.66 per cento sul loro valore nominale; L. 112,943 ai consumatori, in proporzione degli acquisti da ognuno fatti ai magazzini, e cioè, lire 3 . 8 0 ogni 1 0 0 lire di compere.
L anno scorso si era restituito il 3 . 6 0 per cento e due anni fa il 3.50 per cento. Quesi' anno I' Unione militare di Roma e la Cooperativa di via Sala in Milaro restituiscono il 2 per cento. Il totale degli utili realizzati fin qui dalla Società raggiunge così le lire 1,025,804, di cui lire 525,787 vennero r i -partite fra i consumatori, anche non soci.
Le lire 216,217 di risparmio dell'esercizio 1 8 9 4 corrispondono al 6 . 6 4 per cento sull'importo delle vendite ed al 23.64 p e r c e n t o sufi'ammontare medio del capitale impiegato. Esse rappresentano la diffe-renza tra le rendite avute dalla Società in lire 752,257 (pari al 2 3 . 0 8 per cento delle vendite) e le spese che ammontarono a lire 535,981 (16.47 per cento).
Fra queste ultime, le più considerevoli sono: gli stipendi e i salari in lire 2 1 5 , 2 5 3 (6.61 per cento sulle vendita); l'affitto in lire 1 0 1 , 2 4 5 ( 3 . 1 1 per cento); i cataloghi e pubblicità in lire 39,141 ( 1 . 2 0 per cento); le tasse in L. 1 9 , 0 1 0 (0.58 per cento), ecc.
Non potendo fare confronti colle cifre corrispondenti delle case commerciali private, i cui bilanci non sono così facilmente sindacabili, è interessante il confronto che si può invece stabilire tra i grandi magazzini francesi e quelli dell' Unione cooperativa. Le r e n -dite del « Bon marche » di Parigi nel 1 8 9 3 corri-sposero al 2 1 . 3 3 per cento sulle vendite, le spese al 16 per cento, l'utile al 5 . 3 3 per cento, sicché le risultanze date dall'Unione cooperativa sono s e n -sibilmente migliori, come sono migliori di quelle della « Belle jardinière », in cui 1' avanzo fu del 6 . 3 0 per cento, e furono quasi uguali a quelle del « Louvre » che, pur vendendo per circa 1 5 0 milioni di merci all' anno, ebbe il 6 . 9 0 per cento di utile, contro il 6.68 per cento della Unione cooperativa.
L ' a t t u a l e amministrazione dell'Unione, presieduta dallo stesso Buffoli, che fondò otto anni or sono questa Società, ha nello scorso esercizio felicemente appli-cate nuove iniziative, fra le quali meritano speciale menzione; le 2 agenzie postali, che agevolano molto alla cittadinanza questo pubblico servizio ; le sale di recapito di palazzo Fiori, opportunissime specialmente pei forestieri, che devono soffermarsi solo poche ore a Milano ; il piccolo Duval uso Parigi, annesso alla sala d' assaggi ; le succursali per i generi alimentari impiantate nei due più popolosi quartieri di Milano, iu aggiunta alle d u e già esistenti ; la pubblicazione del « Nostro giornale » che è tra le effemeridi più complete e pratiche in fatto di cooperazione.
Nello scorso anno 1' Unione erogò alle istituzioni di previdenza cittadine oltre lire 2 0 0 0 .
alle^espo-216 L' E CON O M I S T A 7 aprile 1895 sizioni riunite di Milano, oltre le medaglie ottenute
nella sezione vini e pubblicità, ebbe dalla sezione internazionale della previdenza I' unico diploma di primo grado, c h e fu distribuito.
Chi ripensa alla scatola di cravatte che formava, nel 1886, tutto lo stock di m e r c e d i questa Società, salita a tanta potenza per sola forza di volontà, senza nessun appoggio o privilegio speciale, potrà giudi-care, alla stregua dei risultati riassunti, se tali ono-rificenze sieno meritate.
LA SITUAZIONE DEL TESORO
al 28 febbraio 1895
Il conto del Tesoro al 2 8 febbraio 1895, cioè a dire alla fine dei primi otto mesi dell'esercizio 1894-95, dava i seguenti resultati :
Attivo : Fondi di Cassa alla chiusura
del-l' esercizio 1893-94 L. 334,317,000. 11 Incassi di Tesoreria dal 1°
lu-glio 1894 a t u t t o febbraio 1894 » 1,261, 824,179. 58 P e r debiti e crediti di Tesoreria » 1 , 9 0 1 , 5 5 2 , 3 9 1 . 3 6
Totale attivo L . 3,497,693,571 05
Passivo :
Pagamenti di Tesoreria dal 1*
lu-glio 1894 al 28 febbraio 1895.. L. 1,114, 805,318. 64 Decreti ministeriali di scarico... > 49,218,338. 35 P e r debiti e crediti di Tesoreria » 2,022,789,939. 77 Fondo di cassa al 28 feb. 1895 » 310,879,974. 29 Totale passivo L. 3,497, 693,571. 05 Il seguente specchietto riassume la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria.
30 giugno 1894 28 feb. 1895 D i f f e r e n z a Conto di cassa L . 334, 317, 000.11 310,879,974. 29 — 23,437,025.82 Situaz.dei c r e d i t i di T e s o r e r i a , . . . 140,692,989.70 169,256,988.02 +- 22,563,998.32 T o t . dell'attivo L. 481,009,989.81 480,136,962.31 — 873,027.50 S i t u a z . dei debiti di T e s o r e r i a . . 703,754,504.08 607,080,953.99 — 98,673,550.09 Sita». » — 97,800,522.59 4 1 0 M S S U s i , * 224.744,514.27 126,943,991.68 »
Al 2 8 febbraio 1 8 9 5 la situazione di cassa, in confronto a qnella esistente al 3 0 giugno 1894 e r a m i -gliorata di L . 97,800,522.59.
Gli incassi dal 1 " Luglio 1 8 9 4 a tutto Febbraio 1 8 9 5 ammontarono a L . 1 , 2 6 1 , 8 2 4 , 1 7 9 . 5 8 contro L. 1,123,373,852.08 nell'ugual periodo d e l l ' e s e r -cizio precedente, e quindi u n aumento nei primi 8 mesi dell'esercizio in corso di L. 1 3 8 , 4 5 0 , 3 2 7 . 5 0 di cui L. 86,361,349.52 spettano all'entrata ordi-naria, e L . 52,088,977.98 a quella straordinaria.
Neil' entrata ordinaria i maggiori aumenti si ri-scontrano nell' imposta sui redditi di ricchezza
mo-bile, aumento derivante dall' attuazione deila legge
sui provvedimenti finanziari e in parte dalla revisione biennale 189495 dei redditi di privati c o n -tribuenti di categoria C e B; sui sali e sulle
par-tite di giro, il cui aumento di L. 54,592,216.50 è
dovuto al versamento delle somme occorrenti per il servizio dei debiti redimibili.
Neil' entrata straordinaria aumentarono nella c a -tegoria movimento di capitali, la vendita di beni ed
affrancamento di canoni e l'aumento di 37,800,870.54
deriva dal collocamento di parte dei Buoni del T e -soro a lunga scadenza passati a libera disposizione del Tesoro e I' accensione di debiti per L. 14,858,225.29 aumento dovuto al prodotto del collocamento delle obbligazioni del Tevere emesse ai termini delle leggi 15 Aprile 1 8 8 6 e 2 Luglio 1 8 9 0 .
Il seguente prospetto contiene 1' ammontare degli introiti nei primi 8 mesi dell'esercizio 1 8 9 1 - 9 5 in confronto all'ugual periodo dell'esercizio precedente :
Entrata ordinaria Incassi nel luglio-febbr. 1894-95 Differenza eoi luglio-febbr. 1893-94
Redditi p a t r i m o n . dello Stato L. Imposta sul fondi rustici e sul
f a b b r i c a t i
Imposta sui redd. di riccb. mobile T a s s e in a m m i n i s t r a z i o n e del
Ministero delle F i n a n z e T a s s a sul prodotto del movimento
a g r a n d e e piccola velocità sulle f e r r o v i e
Diritti delle L e g a z . e dei C o n -solati a l l ' e s t e r o
T a s s a sulla f a b b r i c a z i o n e degli spiriti, b i r r a , eco
Dogane e diritti m a r i t t i m i D a z i i n t e r n i di consumo, esclusi
quelli delie città di Napoli e
60,434,850-09 128,571,869.95 172,342,528 53 '133,435,079.75 12,719,157.37 371,186.57 22,011.867.98 154,539,256 07 32,854.955 81 9,397,519 81 10,693,174 96 126,015,205.84 48,265,694.42 12,843.56 40,602.113.52 34.309,270.21 8,882,403.87 11,326,508 94 31.376,988 49 1.574.050 97 79,083,986.56 + 3,889,575.41 + 254,343.14 + 2 9 , 8 8 1 , 4 8 3 . 9 9 - 2,611,960.04 + 293,087.43 - 9,766.61 + 2,515,861.23 - 9,035,184 96 - 6,328,944-00 - 1,079,872.30 - 728.206.90 - 974,432 27 +- 5,463,787.75 +- 6,789.04 t- 619,333 65 + 769.420.84 - 61.182.58 - 70.118.13 -+ 9,229,085.39 - 153.967 06 +54,59-2,216.50 Multe e p e n e p e c u n i a r i e r e l a t i v e
alia riscossioue delle imposte.
60,434,850-09 128,571,869.95 172,342,528 53 '133,435,079.75 12,719,157.37 371,186.57 22,011.867.98 154,539,256 07 32,854.955 81 9,397,519 81 10,693,174 96 126,015,205.84 48,265,694.42 12,843.56 40,602.113.52 34.309,270.21 8,882,403.87 11,326,508 94 31.376,988 49 1.574.050 97 79,083,986.56 + 3,889,575.41 + 254,343.14 + 2 9 , 8 8 1 , 4 8 3 . 9 9 - 2,611,960.04 + 293,087.43 - 9,766.61 + 2,515,861.23 - 9,035,184 96 - 6,328,944-00 - 1,079,872.30 - 728.206.90 - 974,432 27 +- 5,463,787.75 +- 6,789.04 t- 619,333 65 + 769.420.84 - 61.182.58 - 70.118.13 -+ 9,229,085.39 - 153.967 06 +54,59-2,216.50 60,434,850-09 128,571,869.95 172,342,528 53 '133,435,079.75 12,719,157.37 371,186.57 22,011.867.98 154,539,256 07 32,854.955 81 9,397,519 81 10,693,174 96 126,015,205.84 48,265,694.42 12,843.56 40,602.113.52 34.309,270.21 8,882,403.87 11,326,508 94 31.376,988 49 1.574.050 97 79,083,986.56 + 3,889,575.41 + 254,343.14 + 2 9 , 8 8 1 , 4 8 3 . 9 9 - 2,611,960.04 + 293,087.43 - 9,766.61 + 2,515,861.23 - 9,035,184 96 - 6,328,944-00 - 1,079,872.30 - 728.206.90 - 974,432 27 +- 5,463,787.75 +- 6,789.04 t- 619,333 65 + 769.420.84 - 61.182.58 - 70.118.13 -+ 9,229,085.39 - 153.967 06 +54,59-2,216.50 60,434,850-09 128,571,869.95 172,342,528 53 '133,435,079.75 12,719,157.37 371,186.57 22,011.867.98 154,539,256 07 32,854.955 81 9,397,519 81 10,693,174 96 126,015,205.84 48,265,694.42 12,843.56 40,602.113.52 34.309,270.21 8,882,403.87 11,326,508 94 31.376,988 49 1.574.050 97 79,083,986.56 + 3,889,575.41 + 254,343.14 + 2 9 , 8 8 1 , 4 8 3 . 9 9 - 2,611,960.04 + 293,087.43 - 9,766.61 + 2,515,861.23 - 9,035,184 96 - 6,328,944-00 - 1,079,872.30 - 728.206.90 - 974,432 27 +- 5,463,787.75 +- 6,789.04 t- 619,333 65 + 769.420.84 - 61.182.58 - 70.118.13 -+ 9,229,085.39 - 153.967 06 +54,59-2,216.50 S e r v i z i diversi R i m b o r s i e concorsi n e l l e spese P a r t i t e di giro T o t a l e E n t r a t a o r d i n a r i a . . L . Entrata straordinaria Movimento di c a p i t a l i C o s t r u z i o n e di s t r a d e f e r r a t e . . • Capitoli a g g i u n t i per resti attivi.
T o t a l e E n t r a t a s t r a o r d i n a r i a . D. T o t a l e g e n e r a l e incassi L . 60,434,850-09 128,571,869.95 172,342,528 53 '133,435,079.75 12,719,157.37 371,186.57 22,011.867.98 154,539,256 07 32,854.955 81 9,397,519 81 10,693,174 96 126,015,205.84 48,265,694.42 12,843.56 40,602.113.52 34.309,270.21 8,882,403.87 11,326,508 94 31.376,988 49 1.574.050 97 79,083,986.56 + 3,889,575.41 + 254,343.14 + 2 9 , 8 8 1 , 4 8 3 . 9 9 - 2,611,960.04 + 293,087.43 - 9,766.61 + 2,515,861.23 - 9,035,184 96 - 6,328,944-00 - 1,079,872.30 - 728.206.90 - 974,432 27 +- 5,463,787.75 +- 6,789.04 t- 619,333 65 + 769.420.84 - 61.182.58 - 70.118.13 -+ 9,229,085.39 - 153.967 06 +54,59-2,216.50 S e r v i z i diversi R i m b o r s i e concorsi n e l l e spese P a r t i t e di giro T o t a l e E n t r a t a o r d i n a r i a . . L . Entrata straordinaria Movimento di c a p i t a l i C o s t r u z i o n e di s t r a d e f e r r a t e . . • Capitoli a g g i u n t i per resti attivi.
T o t a l e E n t r a t a s t r a o r d i n a r i a . D. T o t a l e g e n e r a l e incassi L . 1,118,820,513.27 + 8 6 , 3 6 1 , 3 4 9 . 5 2 S e r v i z i diversi R i m b o r s i e concorsi n e l l e spese P a r t i t e di giro T o t a l e E n t r a t a o r d i n a r i a . . L . Entrata straordinaria Movimento di c a p i t a l i C o s t r u z i o n e di s t r a d e f e r r a t e . . • Capitoli a g g i u n t i per resti attivi.
T o t a l e E n t r a t a s t r a o r d i n a r i a . D. T o t a l e g e n e r a l e incassi L . 4,542,652.01 121,309,969.81 17,150.746 83 297,66 — 1,698,341.54 + 4 7 , 2 9 2 , 0 6 5 . 4 3 + 7,165,623.72 _ 369.90 S e r v i z i diversi R i m b o r s i e concorsi n e l l e spese P a r t i t e di giro T o t a l e E n t r a t a o r d i n a r i a . . L . Entrata straordinaria Movimento di c a p i t a l i C o s t r u z i o n e di s t r a d e f e r r a t e . . • Capitoli a g g i u n t i per resti attivi.
T o t a l e E n t r a t a s t r a o r d i n a r i a . D. T o t a l e g e n e r a l e incassi L . 143,003,666.31 + 5 2 , 0 8 8 977.98 S e r v i z i diversi R i m b o r s i e concorsi n e l l e spese P a r t i t e di giro T o t a l e E n t r a t a o r d i n a r i a . . L . Entrata straordinaria Movimento di c a p i t a l i C o s t r u z i o n e di s t r a d e f e r r a t e . . • Capitoli a g g i u n t i per resti attivi.
T o t a l e E n t r a t a s t r a o r d i n a r i a . D.
T o t a l e g e n e r a l e incassi L . 1,261,824,179.58 +138,450,327.50
217 L' E CON O M I S T A 7 aprile 1895
la quale va finn a L. 75,671,269.70, aggiungendo L. 49,218,358.35 di decreti ministeriali di scarico. Il seguente specchietto riassume I' ammontare dei pagamenti nei primi otto mesi dell'esercizio 1894-05 in confronto ai primi otto mesi dell'esercìzio pre-cedente: Pagamenti P a g a m e n t i nel lugiio-febbr. 1894-95 Differenza eoi lugiio-febbr, 1893-94 506,-113,112 36 121,047,707.09 SS,381.033.17 10,868.634 87 27,563,6)6 58 42, :i92 665 92 107,915,826. 37 33.807 603.75 156,655,471.18 76,191,932 22 7,162,714.6; + 1 3 , 2 5 8 , 9 1 8 81 — 2,217,825.84 + 117,235 28 + 4,594 714 72 — 66.8,849 45 — 420,217.98 + 2 8 , 4 4 7 , 5 6 . 0 3 -r- 425.635 03 - 1 5 , 0 4 5 . 0 2 9 . 4 3 — 1,563,768 00 — 466,387.72 506,-113,112 36 121,047,707.09 SS,381.033.17 10,868.634 87 27,563,6)6 58 42, :i92 665 92 107,915,826. 37 33.807 603.75 156,655,471.18 76,191,932 22 7,162,714.6; + 1 3 , 2 5 8 , 9 1 8 81 — 2,217,825.84 + 117,235 28 + 4,594 714 72 — 66.8,849 45 — 420,217.98 + 2 8 , 4 4 7 , 5 6 . 0 3 -r- 425.635 03 - 1 5 , 0 4 5 . 0 2 9 . 4 3 — 1,563,768 00 — 466,387.72 1 (i. di g r a z i a e giustizia .
Id. degli a f f a r i esteri . . . . Id. d e l l ' i s t r u z i o n e pultb.. l d . dell' i n t e r n o
Id. dei lavori pubblici . . . Id. delle poste e teiegraB.
506,-113,112 36 121,047,707.09 SS,381.033.17 10,868.634 87 27,563,6)6 58 42, :i92 665 92 107,915,826. 37 33.807 603.75 156,655,471.18 76,191,932 22 7,162,714.6; + 1 3 , 2 5 8 , 9 1 8 81 — 2,217,825.84 + 117,235 28 + 4,594 714 72 — 66.8,849 45 — 420,217.98 + 2 8 , 4 4 7 , 5 6 . 0 3 -r- 425.635 03 - 1 5 , 0 4 5 . 0 2 9 . 4 3 — 1,563,768 00 — 466,387.72 Id. della m a r i n a
Id. della agric. ind. e c o m . Totale del p a g a m e n t i di bilancio Decreti Ministeriali di scarico
T o t a l e p a g a m e n t i L. 506,-113,112 36 121,047,707.09 SS,381.033.17 10,868.634 87 27,563,6)6 58 42, :i92 665 92 107,915,826. 37 33.807 603.75 156,655,471.18 76,191,932 22 7,162,714.6; + 1 3 , 2 5 8 , 9 1 8 81 — 2,217,825.84 + 117,235 28 + 4,594 714 72 — 66.8,849 45 — 420,217.98 + 2 8 , 4 4 7 , 5 6 . 0 3 -r- 425.635 03 - 1 5 , 0 4 5 . 0 2 9 . 4 3 — 1,563,768 00 — 466,387.72 Id. della m a r i n a
Id. della agric. ind. e c o m . Totale del p a g a m e n t i di bilancio Decreti Ministeriali di scarico
T o t a l e p a g a m e n t i L.
1,114,805,318.64
48,216,338 35 + 4 8 , 2 1 8 , 3 3 8 . 3 5 4 26,452,931.95 Id. della m a r i n a
Id. della agric. ind. e c o m . Totale del p a g a m e n t i di bilancio Decreti Ministeriali di scarico
T o t a l e p a g a m e n t i L. 1,164,023,656,99 + 7 5 , 6 7 1 , 2 6 9 . 7 5 Confrontando, finalmente, gli incassi con la spesa, risulta che nei primi 8 mesi dell' esercizio finan-ziario 1894-95 le entrato superarono i pagamenti
per la somma di L. 97,800,522.59 mentre che nei primi 8 mesi dell' esercizio precedente le entrate erano state superiori soltanto di L. 35,021,464.79.
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Nella sessione ordinaria del 1 8 9 5 fu presentata dal Consiglio generale di amministrazione la rela-zione sulla gestione del Banco di Sicilia nel 1 8 9 4 . In essa dopo avere rilevato che la caratteristica p r e -dominante dell'anno scorso, è stata la grande ab-bondanza del capitale monetario,: cui resultati furono principalmente l'aumento delle riserve nelle Banche di emissione, la grande affluenza dei depositi nelle Casse di risparmio, il languore nella vita economica, la sfiducia nelle imprese industriali e commerciali e il deprezzamento di quasi tutte le merci all'ingrosso, segnatamente di quelle agricole, e dopo aver c o n -statato che la situazione dell'istituto è comparativa-mente buona, passa a parlare del provvedimento preso dal Governo di affidare il servizio di Tesoreria alla Banca d'Italia. Questo provvedimento, che mira principalmente a rafforzare e risanare quell' Istituto, non solo, secondo la relazione, nuoce agli Istituti minori ma crea uo privilegio, che danneggia l'equi-librio di forze fra gli Istituti congeneri, equil'equi-librio che è indispensabile alla loro coesistenza, e che consiglia di domaudare allo Stato che venga modi-ficata una tale condizione di cose. Premesso questo rilievo, fatto dal Consiglio generale di amministra-zione, passeremo a dare qualche dettaglio sulle ope-razioni compiute nel 1 8 9 4 .
Gli effetti scontati nel 1894 ascesero a N. 187.384 cambiali per l'ammontare di L . 244,849,852.65, che in confronto dell'anno precedente segna u n notevole aumento, come rilevasi col mettere a riscontro i r e -sultati dei due esercizi :
Anno 1893 . . . N. 120,735 L. 206,930,661.48 », 1894 . . . » 187,384 » 244 ;849,852.65 Differenza in più nel 1894 . N. 66,649 L . 37,919,191.17
Gli sconti che, come abbiamo veduto, ascendono alla complessiva somma di L. 244,849,852.63, r a p
-presentano per L. 114,008,120.20, il lavoro degli stabilimenti di Sicilia e per L. 130,841,732.45 quello dei due stabilimenti continentali, cioè di Boma e di Milano.
Le anticipazioni sopra deposito di titoli ascesero nel 1 8 9 4 a . . . N. 1 2 0 6 per L. 16,326,705.24 e nel 1 8 0 3 . . . » 1081 » » 15,506,092.23 Si ebbe così nel 1894 — —
un aumento d i . N. 1 2 5 per L. 825,613.01 La circolazione ilei biglietti dell' Istituto ammon-tava alla chiusura dell'esercizio a L. 53.211,381 cioè L. 4 0 , 6 2 9 , 9 8 2 . 5 5 per conto proprio : L. 2,000,000 per conto del Tesoro e L. 10,581,398.45 a piena riserva.
La massima espansione fu raggiunta al 31 g e n -naio 1894, nella cifra di L. 6 6 , 0 0 5 , 2 3 2 ; e si segnò un minimo di L 49,935,031 al 2 0 novembre, con una media giornaliera di L. 56,445,436.
Nei conti correnti infruttiferi si verificò un m o -vimento complessivo di L. 5 3 , 4 9 4 , 3 2 3 . 1 9 .
I versamenti in conto corrente fruttifero ascesero a L. 6 4 , 6 8 1 , 1 1 0 . 8 6 ; i ritiri a L. 61,837,972.56. A credito dei correntisti rimase, a fine dicembre 1894, la somma di L. 13.836,830.46.
Passando alla riserva, è da ricordare che la legge del 10 agosto 1893 imponeva l'obbligo, agli Istituti di emissione di elevarla entro un anno al 4 0 per cento della circolazione. Ora quella del Banco di Sicilia, al 5 1 dicembre 1894, su tale base, era così costituita: oro decimale L . 35,166,740 - argento al titolo di 9 0 0 , L. 1,166.965 - argento divisionale L. 349,335 - nichelio L. 3 , 8 2 3 - bronzo L. 1,767.46 - totale L. 36,688,630.46.
In confronto della riserva al 31 dicembre 1 8 9 3 , in L. 36,705,671.94, si ebbe una diminuzione di L. 15,041.48. il rapporto fra riserva e circolazione fu di 1 a 2,104.
In virtù però della legge 2 2 luglio 1894, il Banco deve tenere a disposizione del Tesoro dieci milioni di oro, sostituiti da altrettanti biglietti di Stato, che vengono considerati come riserva aurea.
Riunendo ora gli incassi e i pagamenti per ciò che concerne il movimento delle Gasse, e i resultati della gestione si trova un movimento complessivo di L. 1,677,913,115.09 che, confrontato con quello del 1 8 9 3 c h e era stato di L. 1,538,997.853.50, dà per il 1 8 9 4 u n aumento di Lire 438,916,029.59. La media giornaliera del movimento è stata di L i -re 4,660,869.76.
Gli utili lordi dell' esercizio ascesero a L i -re 3 , 1 2 3 , 0 9 4 . 4 3 ; le spese, tasse ed inte-ressi passivi, a L. 2,086,884.93, e perciò si ottenne un profitto netto di L. 1 , 0 3 6 , 2 0 9 . 5 0 .
218 L' E CON O M I S T A 7 aprile 1895
BANCHE POPOLARI E COOPERATIVE
n o l i ' a n n o 1 8 9 4
Società cooperativa popolare di mutuo credito in Cremona. — Dalle cifre che «rideremo di mano in
mano esponendo, si rileva che la situazione dell'Isti -luto è eccellente e che lo stesso ha reso e continua a rendere importanti servigi alla economia nazionale della città e di territori, ai quali estende le proprie operazioni. Che la situazione dell'Istituto si mantenga buona si desume dall'ammontare degli utili, i quali nella gestione del 1 8 9 4 ascesero a L. 352,955.55, Superiori di L. 9 9 7 . 8 0 a quelli dell'esercizio prece-dente. Premessa questa breve considerazione pas-seremo a dare un cenno sommario dello principali Operazioni.
Le azioni emesse a tutto dicembre 1 8 9 4 ascendono a 49,795 con un capitale versato di L . 2,479,881.50. Il portafoglio che al 1 ° gennaio 1 8 9 4 ascendeva a L. 4,000,158.81 è diminuito alla fine dell'anno a L. 3,505,918.35, compresi i prestiti di onore per L. 9,992.40. Nel corso dell' annata vennero scontati N. 8,421 effetti per la somma ili L. 8,960,949.82 e la diminuzione più sopra accennata viene attribuita dalla relazione alla generale prostrazione del paese.
Le anticipazioni su effetti pubblici, sete e g a -iette, che al principio dell' esercizio ascendevano a L. 323,716.24 salirono alla fine dell'anno a L. 899,677.03.
1 conti correnti garantiti con ipoteca, effetti p u b -blici e cambiali, figurano al 3 i dicembre 1894 per L. 1,888,810 con sensibile diminuzione sul 1893, e i mutui ipotecari alla stessa epoca raggiunsero la somma di L. 3,800,461.17.
I depositi a risparmio da L . 20,205.649.93 con N. 17,505 libretti discesero alla fine dell'annata a L. 19,840,062.56 con N. 17,979 libretti e i depo-sili in conto corrente mobilizzali con chèques ascen-devano alla fine dell'anno a L. 718,057.08.
II movimento generale di cassa raggiunse durante il 1894 la ragguardevole somma di L. 153,300,328.03.
Il conto utili e spese presenta i seguenti resultali: Utili L. 1,211,628.13 Spese . . . . » 8 5 8 , 6 7 2 . 5 4
Utile n e t t o . . L . 352,955.59 Della qual somma L. 244,922.80 furono assegnate come dividendo agli azionisti, in ragione di L. 5 per azione di L . 50, ossia del 1 0 per cento sul capitale versato.
Alla fine d e l l ' a n n o il fondo di riserva generale ascendeva a L. 1,157,757.05 e quello speciale p e r il deprezzamento dei titoli a L. 60,000.
LA BANCA DI SPAGNA NEL 1894
Dalla relazione presentata agli azionisti riuniti in assemblea generale a Madrid si rileva che, nella g e stione del 1 8 9 4 , vi è stata una diminuzione di 3 m i lioni di peselas nei benefizi resultanti dalle o p e r a -zioni commerciali,che hanno contribuito ai detti benefizi soltanto p e r 15,211,109 pesetas, mentre che le ope-razioni col Tesoro di Cuba e spagnuolo n e hanno
date 31,719,710. Dedotte le spese che ascesero a
pesetas 11,334,202, la Banca iia potuto distribuire
ai suoi azionisti 100 pesetas per azione.
Precisati i resultati dell'esercizio passeremo a fare una breve esposizione della situazione monetaria della Banca, della composizione del s u o portafoglio, delle relazioni della Banca col Tesoro e delle sue opera-zioni commerciali.
La Banca ha mantenuto nel 1 8 9 4 la sua circola-zione in limiti, che non hanno mai oltrepassalo i bisogni del commercio. Il massimo della emissione dei biglietti è stato di circa 9 4 8 milioni di pesetas e il minimo di 8 9 6 , 8 7 5 , 5 2 5 ; alla fine di decemhre vi erano in circolazione 9 0 9 , 6 7 8 , 2 7 5 pezzette in bi-glietti di banca, cioè a dire 1 8 milioni meno alla slessa data del 1893. L'incasso metallico al contrario è aumentato di 1 0 5 milioni, cioè 2 in oro e 101 in argento. Al 51 Dicembre 1 8 9 4 di fronte a 9 0 9 mi-lioni di biglietti vi era un incasso oro di 200,105,526.30 e u n incasso argento di 275,550,959.77, a cui ag-giungendo i fondi in riserva presso i corrispondenti esteri, si aveva in tutto una garanzia di 542,799,754
pesetas cioè a dire il 59,68 per cento dei biglietti.
La proporzione non era stata c h e del 47,70 per cento alla fine del 1 8 9 5 .
Passando al portafoglio la relazione nota c h e gli effetti commerciali subirono una dolorosa diminuzione, conseguenza naturale della diminuzione del movi-mento commerciale, che ha colpito quasi tutti i paesi. Confrontando i bilanci annuali del 1 8 9 3 e del 1894 si trova una diminuzione di 5 milioni agli sconti e di 12 milioni ai prestiti. Il portafoglio del 4 per cento nmmortizzabile del 1891 è stato ridotto di circa 9 milioni di pesetas in vista di impegni della Banca verso lo Stato. D'altra parte la Banca ha dato al pubblico 2 1 3 milioni in obbligazioni 5 per cento del Tesoro, le quali non hanno trovato compenso nei 45,738,085.60 di pagherò 3 per cento del Tesoro, che esso ricevè per coprire le sue anticipazioni alla fine dell' esercizio finanziario 1 8 9 3 - 9 4 . P e r compen-sare queste alterazioni del , suo portafoglio, la Banca tentò, senza grandi resultati, di fare dei prestiti sui valori industriali. Essa inoltre ridusse a 5 centesimi per cento la commissione per i crediti con garanzia di effetti pubblici, e diminuì dal 5 ' / , per cento a 5 il tasso dei prestiti e crediti sui valori. Circa alle re-lazioni della Banca col Tesoro, che riguardano prin-cipalmente il servizio di Tesoreria assunto dalla Banca, ci limiteremo a segnalare che essa trasse dalle me-desime quasi i d u e terzi dei benefizi raggiunti.
Trattando per ultimo delle operazioni commerciali, la relazione nota che esse furono in diminuzione. Le operazioni di sconto infatti sono state inferiori di 101 milioni su quelle del 1 8 9 3 e i prestiti su garanzie sono discesi da 519 milioni a 3 6 0 e mezzo nel 1894. I depositi in contanti sono diminuiti di 2 milioni e quello di effetti in deposito di 1 5 2 milioni nominali. II totale dei profitti ottenuti sulle operazioni com-merciali raggiunse la, cifra di 15,211,!09 pesetas, cioè a dire 3 milioni meno dell'anno precedente.
I benefizi lordi nel 1894 ascesero a 47,617,796.06
pesetas da cui dedotte tutte quante le spese è venuto
7 aprile 1895 L ' E C O N O M I S T A
La navigazione internazionale nel basso Danubio nel 1894
Il Cav. Tesi Console generale italiano a Galatz La inviato al g o v e r n o u n rapporto sulla navigazione ita-liana nel basso Danubio. Si rileva da questo rapporto che nel 1 8 9 4 uscirono da Sulina 1 7 1 6 bastimenti del totale di tonnellate 1 , 6 1 9 , 7 0 3 e della media di tonnellate 9 4 4 .
Nel 1 8 9 3 i bastimenti erano stati 1 8 0 1 di t o n -nellate 1 , 8 9 3 , 3 0 6 con una media di 1 0 3 1 . V i è stato d u n q u e ned' anno decorso u n a notevole diminuzione di fronte all' anno precedente.
S u l l ' i n s i e m e di 1 7 1 6 navigli, i vapori nel 1 8 9 4 furono 1 2 2 7 di tonnellate 1 , 5 2 6 , 0 7 3 e i velieri 4 8 9 di t o n n e l l a t e 9 3 , 6 3 0 . Nel 1 8 9 3 i navigli e r a n o s t a t i 1 4 0 0 di tonnellate 1 , 8 0 8 , 7 3 6 ed i velieri 4 0 1 di tonnellate 8 4 , 7 7 0 con u n a diminuzione nel 1 8 9 4 di v a -pori 1 7 3 e di tonnellate 3 6 7 , 4 3 3 ed u n a u m e n t o nei velieri di 8 8 e di 8 8 6 0 tonnellate. E ciò derivò da una maggior f r e q u e n z a nel Danubio nell' a n n o scorso di piccoli velieri greci, e specialmente turchi, e dalla diminuzione dei grossi vapori inglesi, c h e esportano la gran massa dei cereali r u m e n i .
La proporzione fra i vapori e i velieri fu nel 1 8 9 4 di 7 1 , 5 verso 2 8 , 5 nel n u m e r o , e di 9 4 , 2 verso 5 , 8 nel tonnellaggio. Nel 1 8 9 3 era stata di 7 7 , 7 verso 2 2 , 3 nel n u m e r o e di 9 5 , 5 verso 4 , 5 nel tonnellaggio.
La navigazione a vela nel basso D a n u b i o segue ad esser data quasi 'esciusivamente dalla T u r c h i a e dalla Grecia. I velieri turchi furono, nel 1 8 9 4 , 3 5 2 di tonnellate 5 7 , 7 8 9 , ed una media di 164, i greci 1 1 8 di tonnellate 3 2 , 1 7 8 , ed u n a media ili 2 7 2 .
L ' I t a l i a n o n m a n d ò , nell' a n n o passato alcun v e -liere. V e n n e r o 4 2 vapori di tonnellate 4 2 , 5 3 7 c o n una media di 1 0 1 3 ; 2 3 di questi piroscafi a p p a r -tenevano alla Società di Navigazione Generale Ita-liana, c h e fa u n servizio postale regolare fino a Braila, toccando Kustengè, Sulina, Tulcia e Galatz.
Nel 1 8 9 3 i vapori nazionali erano stati 3 5 di ton-nellate 3 8 , 0 7 6 , di cui 17 della Navigazione Generale.
L ' i m p o r t a n z a della navigazione a v a p o r e n e l Dan u b i o ; Danel 1 8 9 4 , apparisce, p e r le priDancipali b a Dan -diere e p e r il tonnellaggio, dalla seguente scala : G r a n B r e t a g n a . . vapori 7 3 3 tonnellate 1 , 0 3 4 , 0 9 7 Grecia . . 7 . . . » 133 » 180,426 A u s t r i a - U n g h e r i a » 6 5 » 6 5 , 8 9 1 T u r c h i a . . . . » 6 5 » 4 8 , 2 0 7 F r a n c i a » 37 » 4 5 , 7 7 4 Russia » 99 » 4 3 , 3 4 7 Italia » 42 » 4 2 , 5 3 7 Germania. . . . » 26 » 3 0 , 8 8 0 Norvegia » 18 » 2 0 , 4 8 6
Nel 1 8 9 3 , la proporzione e r a stata c o m e s e g u e : Gran B r e t a g n a . . v a p o r i 9 0 5 tonnellate 1 , 2 S 7 , 7 6 2 G r e c i a . . i . . . » 147 » 2 1 2 , 1 2 2 A u s t r i a - U n g h e r i a . » 6 0 » 6 1 , 3 4 4 F r a n c i a » 3 5 » 4 3 , 5 3 3 Russia » 100 » 4 3 , 1 7 4 N o r v e g i a . . . . . » 36 » 4 0 , 8 1 6 Italia » 3 5 » 3 8 , 0 7 6 Germania » 26 » 3 2 , 2 3 5 T u r c h i a » 3 8 » 2 9 , 6 8 6
L ' I t a l i a è rimasta nel settimo posto c o m e l'anno precedente con qualche leggiero a u m e n t o nei p i r o -scafi e nel tonnellaggio, m a ha perduto p e r la ca-duta della marina a vela, e lo sviluppo di quella a vapore, la p r e p o n d e r a n z a , c h e fino alla metà del se-colo aveva nella navigazione d a n u b i a n a .
Lo scopo principale della navigazione europea n e l fiume ò l'esportazione dei cereali, e piuttosto c h e gli armatori, a meno che la diminuzione della n a -vigazione nel 1 8 9 4 di fronte al 1 8 9 3 non persista nel 1 8 9 5 , soffrono i produttori danubiani, c h e n o n trovano oramai prezzi rimuneratori od a mala pena, e che, p e r la mancanza di braccia e di sistemi di coltura m o d e r n i , n o n sono più in grado di lottare colla concorrenza estera, specialmente americana.
I cereali esportati nel 1 8 9 4 ascesero in totale a q u a r t e r s 1 1 , 2 5 2 , 0 0 0 di fronte a q u a r t e r s 1 4 , 3 9 2 , 3 4 0 nel 1 8 9 3 . Lo altre esportazioni consistono in legname in gran parte provenienti p e r v i a fluviale dall'Austria-U n g h e r i a , in vini, in derivati dai prodotti agricoli ed animali del suolo r u m e n o , in sale, in ferro vecchio, in c a t r a m e e in bestiami.
G110NAGA DELLE CAMERE D! C 0 1 E R C I 3
Camera di Commercio di Siena. — Era gli a r -gomenti p i ù importanti trattati ultimamente da questa Camera di C o m m e r c i o troviamo quello del « m o n o polio governativo sulle materie esplodenti » Il r e l a -tore F r a n c i trovando, c h e sarebbe dannoso p e r quella industria q u a n d o dovesse essere esercitata da u n a privativa, proponeva l'approvazione del s e -guente o r d i n e del giorno proposto da u n a riunione di industriali in Pisa.« L'Adunanza dà mandato al Comitato di scon-« giurare l'attuazione della privativa sugli csplo-« denti, nonché qualsiasi a u m e u t o di tassa sulla loro « fabbricazione, poiché ne sarebbero danneggiate il « Commercio, I' industrie minerario in g e n e r e e « principalmente quella marmifera esercitata in C a r -li rara, Massa e Versi-lia, c h e dovrebbe sopportare « u n terzo d e l l ' a u m e n t o e nella quale è interessata « solo la centesima parte della popolazione del Be-li g n o , industria già ridotta a condizioni rovinose.
« C h e però se n o n si potrà m a n t e n e r e in a l c u n « modo I' attuale regime sulla fabbricazione, debba « farsi ogni possa p e r c h è q u a l u n q u e modificazione « da apporsi, rechi il m i n o r danno possibile a l l ' i n « dustria degli esplodenti ed a quelle che n e c o n -ti s u m a n o i prodot-ti. »
La C a m e r a approvò le conclusioni dell' egregio relatore.
U n altro argomento trattato, n o n m e n o importante, fu u n istanza dei c o m m e r c i a n t i di cicoria proposta dalla C a m e r a di C o m m e r c i o di Cuneo. 11 fatto c h e ha dato origine a quell'istanza è il s e g u e n t e / A l c u n i negozianti di Cuneo avevan fatto acquisti conside-revoli di questo articolo i n vista di u n probabile monopolio, o di u n a u m e n t o di tassa di fabbricazione.
T e n u t o conto della gran quantità c h e vi era i n d e -posito e l'impossibilità dì poterla s m e r c i a r e in sì b r e v e tempo, quella C a m e r a si è adoperata o n d e venga concessa u n a proroga di 6 mesi, necessaria per poterne effettuare la vendita di u n a b u o n a parte e così risparmiare ai possessori u n lavoro i m p r o b o quale è quello di condizionare la m e r c e in pacchi di peso prescritto, n o n essendo possibile legalizzarlo, come prescrive il citato Decreto trovandosi c o n t e -nuta in barili.