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VIN VIVANT ÉTRANGERS CATALOGO PRODUTTORI 2020/21

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Academic year: 2022

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(1)

ALTRIVINI-IMPORT

— VIN VIVANT

ÉTRANGERS

(2)

ALTRIVINI-IMPORT.IT | @ALTRIVINI.IMPORT ALTRIVINI IMPORT — VIN VIVANT ÉTRANGERS

Spirito.

altrivini è una selezione intimamente familiare di persone care il cui mestiere principale è di fare vino.

altrivini raccoglie una serie di territori raccontati attraverso l’esperienza diretta di chi li vive con consapevolezza per imbottigliarne corpo, anima e spirito.

altrivini promuove cultura agricola in bottiglia; trasmissione poetica di una visione incontaminata della natura applicata alla terra, all’uva, al vino a partire dal pensiero e dalle mani di chi questi vini li produce.

I vignaioli in queste pagine producono poco – a volte niente* – lavorano la terra secondo princìpi organici e/o biodinamici perché ce l’hanno a cuore in quanto bene prezioso e primaria sorgente di vita, non solo fonte di profitto. Le cantine sono gestite senza trucchi né scorciatoie enologiche. I vini sono prodotti in totale assenza di additivi chimici, tutti ostinatamente orientati ai principi fondamentali che li sorreggono e li rendono genuini e ce li fanno amare: bevibilità, equilibrio, salute, quotidiano, locale, elementare, alimentare.

*Proprio in ragione di questa esiguità produttiva, sia i produttori sia le etichette sono soggette a cambiamenti, sostituzioni e variazioni di referenze nel catalogo altrivini, secondo richiesta e disponibilità. La mia ricerca della cultura agricola in formato bottiglia sarà comunque sempre coerente, continua, ispirata alle linee guida di cui sopra.

Filippo Calabresi ISTRUZIONI PER L’USO

I vini naturali sono vini vivi e come tali continuano ad evolversi in bottiglia, per questo motivo dovrebbero essere conservati ad una temperatura ideale che va dai 12 ai 16 °C, in assenza di luce diretta e vibrazioni.

I vini naturali non sono filtrati e la presenza di depositi non dovrebbe destare preoccupazione, i residui sono segno di trasparenza professionale e intellettuale.

I vini naturali andrebbero aperti almeno 30 minuti prima di essere bevuti. Dopo mesi o addirittura anni di affinamento in uno spazio minimo qual è la bottiglia, il vino si manifesta nella sua essenza migliore in virtù dell’interazione con l’ossigeno.

LEGENDA

SUPERFICIE ESPRESSA IN ETTARI VARIETÀ DELLE UVE COLTIVATE

PRODUZIONE ANNUALE ESPRESSA IN BOTTIGLIE QUANTITÀ DI PIANTE/ALBERI

QUALITÀ DEI MELETI

Ultima revisione Novembre 2020 A cura di altriviniimport

Responsabile: Filippo Calabresi Progetto grafico: Federico Mancini Collaboratori: Francesca Zupi Federico Maselli Alessandro Marzocchi Edoardo Camaschella

Photo Credits: Filippo Calabresi

Informazioni utili, condizioni di vendita e listino prezzi: info@altrivini-import.it

Se siete interessati ai vini di Thomas Popy, Hirotake Ooka e Pierre Andrey, contattateci via e-mail.

Le bottiglie sono prodotte in quantità molto limitate e saranno assegnate in base all’interesse.

(3)

Indice

PRODUTTORI

FRANCIA

pp ... 4

» 61

SPAGNA

pp ... 72

» 75

SVIZZERA

pp ... 76

» 81 GERMANIA

pp ...62

» 71

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ITALIA

pp ... 82

» 87

SLOVACCHIA

pp ... 92

» 95

AUSTRALIA

pp ... 96

» 101 BELGIO

PP ... 88

» 91

(4)

Francia

• GÉRARD SCHUELLER,

Alsace

• DOMAINE IN BLACK,

Alsace

/

NOVEMBRE

• LES DEUX TERRES,

Ardèche

/ **

• L’ÉGRAPPILLE,

Auvergne

• YAHOU FATAL,

Auvergne

• PHILIPPE JAMBON,

Beaujolais

• JÉRÔME BALMET,

Beaujolais

• RAPHAËL BEYSANG,

Beaujolais

• BENOIT CAMUS,

Beaujolais

/ **

• LILIAN BAUCHET,

Beaujolais

• DOMAINE DES GROTTES,

Beaujolais

• L’INSOLENT,

Beaujolais

• DOMAINE NAÏMA & DAVID DIDON,

Bourgogne

/

NOVEMBRE

• GRAIN PAR GRAIN,

Bugey

 /

NOVEMBRE

• CHAMPAGNE CLANDESTIN,

Champagne

• EMILIEN FENEUIL,

Champagne

• DOMAINE DE SAINT PIERRE,

Jura

• DOMAINE DES CAVARODES,

Jura

• RATAPOIL,

Jura

• THOMAS POPY,

Jura

• NICOLAS JACOB,

Jura

• LES VALSEUSES,

Jura

• BRUNO DUCHÊNE,

Languedoc-Roussillon

• LES PETITES MISES,

Languedoc-Roussillon

/

NOVEMBRE

• DOMAINE DE MENA,

Languedoc-Roussillon

• THIERRY HESNAULT,

Loire

• LES VIGNES DE BABASS,

Loire

• JULIE ET TOBY BAINBRIDGE,

Loire

• FABRICE CHAILLOU,

Loire

 /

NOVEMBRE

• PIERRE ANDREY,

Lorraine

 /

NOVEMBRE

• DOMAINE DE LA GRANDE COLLINE,

Rhône

• LOLITA,

Rhône

 /

NOVEMBRE

• LES FRÈRES SOULIER,

Rhône

• ÇA BOIT LIBRE,

Savoie

• CHÂTEAU LAFITTE,

Sud-Ouest

 /

NOVEMBRE

• L'OSTAL LEVANT,

Sud-Ouest

 /

NOVEMBRE

• LE PRÉ VERT,

Sud-Ouest

 

• LESTIGNAC,

Sud-Ouest

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(5)

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P R I M A V E N D E M M I A

CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

ESSERE ESEMPIO VIGNE VECCHIE UVE DI PROPRIETÀ LEGNI VECCHI LOW-TECH

NO SO2 RARITÀ

19

82

Bruno Schueller è il produttore più

iconoclasta d’Alsazia.

I 10 ettari di vigneto a disposizione di Bruno sono dislocati ai margini della foresta che con- suma i Vosgi - che procurano riparano a ovest - e sono distribuiti fra i noti vitigni alsaziani con picchi di eccellenza nei due Grand Cru Eich- berg - dove dimorano gewurztraminer, muscat, riesling e pinot noir - e Pfersigberg - dominio del riesling e del pinot noir - famosi per i loro suoli calcarei.

L’approccio di Bruno, ai vigneti, è d’ispirazione biodinamica, in chiave laica, per non perdere la libertà di seguire l’istinto che lo guida. L’o- biettivo principale, ricercato con ostinazione e cura, è la maturità delle uve, ricercata attra- verso l’equilibrio della parete fogliare che non venendo affatto cimata garantisce a Bruno di poter vendemmiare diversi giorni dopo rispetto ai suoi vicini pur mantenendo lo stesso livello di acidi e zuccheri.

L’intervento in cantina è minimo e l’elaborazione dei vini è il più naturale possibile, lasciando la fermentazione malolattica libera di consumarsi o meno. Molte delle sperimentazioni che con- duce Bruno sono frutto del confronto con alcuni vignaioli italiani, paese di nascita di sua moglie, Elena.

BRUNO SCHUELLER

Husseren-les-Châteaux - Alsace

GÉRARD

SCHUELLER

Bruno Schueller a 18 anni raggiunge suo padre Gerard nel villaggio più alto sul pendio ad ovest di Colmar: Husseren-les-Châteaux.

48°02’09.5”N 7°16’48.9”E

10 ha

Riesling, Gewurztraminer Pinot blanc, Sylvaner, Pinot noir, Sangiovese 35.000

(6)

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P R I M A V E N D E M M I A

CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

VIGNE VECCHIE

UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE LOW-TECH

ANFORA DAMIGIANA

NO SO2 RARITÀ

20

12

Catherine Dumora è il volto del nuovo corso di L’Egrappille, riflesso diretto del suo carattere tenace e concreto.

Iniziato nel 2012 con l’ex compagno Manuel Duveau, dal 2018 impegnato a tempo pieno nel suo progetto Yahou Fatal. Per il secondo capitolo dell’avventura, Catherine si è trasferita da Blanzat a Lamontgie, dove con la ven- demmia 2019 ha iniziato a vinificare, oltre all’amato gamay d’Auvergne, anche romorantin, syrah, chardonnay e pinot noir.

L’approccio low-tech è lo stesso di sempre: vecchi serbatoi in fibra di vetro, damigiane e anfore di grès e ter- racotta. Niente controllo delle temperatura, filtrazione e aggiunta di additivi, per nessun motivo né circostanza.

Il risultato del suo lavoro sono vini virtuosi e spontanei, di carattere e fortissima personalità, come Catherine del resto.

CATHERINE DUMORA

Lamontgie - Auvergne

L’EGRAPPILLE

L’approccio low-tech è lo stesso di sempre:

vecchi serbatoi in fibra di vetro, damigiane e anfore di grès e terracotta.

45°28’24.6”N 3°19’55.7”E

3,5 ha

Romorantin, Chardonnay Gamay d’Auvergne, Syrah Gamay Beaujolais, Pinot noir 8.000

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P R I M A V E N D E M M I A

CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

SIDRO MAKER PET-NAT VIGNE VECCHIE

UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE MICRO PRODUZIONE

LOW-TECH ANFORA DAMIGIANA NO SO2 RARITÀ

20

17

Manuel Duveau

protagonista e ormai unico interprete del progetto Yahou Fatal.

Catherine Dumora e Manuel Duveau si sono entrambi affacciati relativamente tardi sulla scena del vino. Catherine nasce antropologa e Manuel per molti anni si è dedicato alla co- struzione dei noti muretti in pietra tradizionali in molte zone dell’Auvergne. Nel 2012 hanno fondato Insieme L’Egrappille e nel 2019 si sono separati. Catherine ha tenuto il nome L’E- grappille e Manuel ha consolidato il suo progetto (già esistente e parallelo) Yahou Fatal.

Come ha sempre fatto anche in precedenza, Manuel continua a lavorare ad una serie sba- lorditiva di micro-cuvée da vigne vecchie e suoli estremamente vari, vinificando non solo uva ma anche con mele e pere.

Quest’anno per la prima volta abbiamo avuto la fortuna di ricevere qualche bottiglia del suo Poiré 2018: un sidro di pere leggermente frizzante, assaggiato negli anni durante l’affina- mento in bottiglia e sempre sorprendente.

Come la cuvée CNT, il sidro di mele 2017, anche il Poiré ha un’indole gastronomica che è innegabilmente meravigliosa. Proviene da un frutteto nell’Auvergne settentrionale, ha una componente quasi magica di frutta e tannino che lo eleva a un livello piuttosto alto di equi- librio e prelibatezza.

Manuel ha una folle brama di purezza in tutto ciò che produce oltre ad un talento fenome- nale quando si tratta non solo di vinificazione ma, soprattutto, di agricoltura.

MANUEL DUVEAU

Blanzat - Auvergne

YAHOU FATAL

Manuel continua a lavorare ad una serie sbalorditiva di micro-cuvée da vigne vecchie e suoli estremamente vari, vinificando non solo uva ma anche con mele e pere.

2 ha

Pere, Gamay d’Auvergne 3.000

45°49’43.3”N 3°04’38.6”E

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

ESSERE ESEMPIO

UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE MACERAZIONE CARBONICA AFFINAMENTI PROLUNGATI LEGNI VECCHI

LOW-TECH NO SO2 RARITÀ

19

97

Philippe Jambon:

da sommelier a produttore rigoroso e

figura di culto tra i naturali.

Philippe Jambon, ex sommelier, ha iniziato a produrre vino nel 1997, e poco dopo è diventato una figura di culto del vino naturale grazie alla sua forte determinazione a lavorare “zero zero” sia nei vigneti sia in cantina dove, sin dall’inzio, ha escuso completamente l’utilizzo di solfiti.

Le vigne di Philippe e Catherine si estendono su 4 ettari sparsi intorno al villaggio di Chasselas, dipartimento della Saône-et-Loire nella regione della Bourgogne-Franche-Comté. Al confine tra Nord Beaujolais – terri- torio da gamay su suoli granitici e sabbiosi – e Sud Mâconnais – territorio da chardonnay su argille e calcari – Philippe produce rossi e bianchi (po- chi) in maniera rigorosamente artigianale sulla base di un unico requi- sito: uve sane e mature.

La maturità fenolica e fisiologica è essenziale per vinificare grappoli interi, lavorare con lunghe macerazioni e lunghissimi affinamenti (in cantina riposano ancora gamay del 2011 e Chardonnay del 2006). Lo stile dei vini, tradizionale e senza compromessi, non è coerente con gli stan- dard convenzionali dell’AOC e di conseguenza tutte le annate vengono declassate a semplici Vin de France. Vini che vincono il tempo, polposi, segnati da una specificità autentica, a volte selvaggia, che non può che appassionare chi ama la natura in tutte le sue forme.

PHILIPPE & CATHERINE JAMBON

Chasselas — Bourgogne

PHILIPPE JAMBON

Philippe produce rossi e bianchi (pochi) in maniera rigorosamente artigianale sulla base di un unico requisito: uve sane e mature.

4 ha

Gamay Beaujolais Chardonnay 10.000

46°16’33.2”N 4°43’06.2”E

(9)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

JEUNE VIGNERON UVE DI PROPRIETÀ LOW-TECH NO SO2

MACERAZIONE CARBONICA

VIN DE SOIF MICRO PRODUZIONE ROCK ’N ROLL

20

12

JÉRÔME BALMET

Vaux-en-Beaujolais — Beaujolais

JÉRÔME BALMET

Philippe produce rossi e bianchi (pochi) in maniera rigorosamente artigianale sulla base di un unico requisito: uve sane e mature.

2,5 ha

Gamay Beaujolais 5.000

46°03'21.9"N 4°35'30.3"E

Jérome Balmet

cresce a Beaujolais e sin da bambino è esposto alla

vigna e al vino...

... soprattutto grazie al papà che possiede un piccolo appezzento di Gamay da cui produce poche bottiglie, per hobby e consumo priva- to. Jerome impara molto da suo padre ma si appassiona e si specializza prima da Mathieu Lapierre e poi da Jean-Claude Lapalu, entram- bi entusiasti del vino naturale volentierosi di condividerne l’esperienza pratica e filosofica.

Dal 2012 Jérome affitta una vigna di Gamay estesa su poco più di un ettaro, a Vaux-en-Be- aujolais, che vinifica nella cantina di Cyrille Vuillod (La Dernière Goutte) utilizzando uova di cemento sia per la fermentazione sia per l’affinamento. Prima di fare il produttore Jero- me ha studiato arti marziali in Cina oltre a de- dicarsi allo yoga e alla meditazione in Tailandia.

Sarà forse per questo che i suoi vini, come lui, si esprimono in totale libertà con fare gentile e un po’ spirituale.

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

JEUNE VIGNERON UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE LOW-TECH

ANFORA

MACERAZIONE CARBONICA

LEGNI VECCHI NO SO2 VIN DE SOIF MESCITA

20

17

RAPHAËL BEYSANG & EMÉLIE HURTUBISE

Saint Germain Nuelles — Beaujolais

RAPHAËL BEYSANG

La visione molto chiara ed i principi forti

prevedono una grande dedizione e duro lavoro nei vigneti, seguito da una trasformazione/

produzione di vino “zero zero”.

8,7 ha

Gamay Beaujolais 15.000

45°51’10.9”N 4°36’39.7”E

Ha avuto la fortu- na di iniziare la sua formazione con Pa- trick Meyer, poi si è

spostato da Jean-Marc Dreyer dove ha incontrato Vincent Marie, decidendo di seguirlo in Auvergne. È lì che ha in- contrato Patrick Bouju, con il quale ha

lavorato fino alla decisione di lasciare la regione e inizire il suo percorso in Beaujolais, e con cui continua a collaborare vinificando gamay che Bouju imbottiglia per il negoce.

Emélie Hurtubise è canadese, durante un viaggio in Giap- pone incontrò Justine Loiseau, la moglie di Patrick Bouju, la seguì in Auvergne dove, in cantina, fu chiamata a sostituire proprio Raphaël. Quell’incontro fu solo l’inizio del loro nuovo percorso.

La coppia si è stabilita a Saint Germain Nuelles nel 2017 e oggi possiede circa 8,7 ettari di vigneti, tutti gestiti in bio-

dinamica, che vini- fica per la maggior parte ad eccezione di qualche partita che vende ad amici in Auvergne. 100% ga- may su varie tipologie di suolo: argilla, calcare, granito, pietre blu.

La visione molto chiara ed i principi forti prevedono una grande dedizione e duro lavoro nei vigne- ti, seguito da una trasformazione/produzione di vino “zero zero”.

I vini di Emélie e Raphaël sono di una purezza rara, croc- canti e piacevoli, leggeri e con un grado di bevibilità quasi pericoloso; la buona notizia è che a partire dalla vendemmia 2018 i loro vini sono disponibili esclusivamente in formati da 1 litro o magnum. Le bottiglie sono per la maggior parte riciclate e quindi tutte di aspetto diverso.

Dopo anni di formazione e di esperienza, Raphaël Beysang sceglie Beaujolais come regione per mettere a frutto le

sue straordinarie

capacità.

(11)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

Abbandonare il lavoro quotidiano ed andare alla ricerca di un sogno seguendo il proprio ideale richiede molta dedizione e fede. La passione di Lilian è così grande che chiunque lo incontri ed assaggi i suoi vini non può far altro che appas- sionarsi di conseguenza.

Tali sono l’intelletto e la mano, che non sarei sorpreso se “superassero” alcuni dei maestri e mentori a cui si ispirano e da cui hanno impa- rato concetti e pratiche, ad esempio Philippe Jambon o Julie Baligny.

Il domaine si estende su circa 6 ettari tutti in zona Lancié, tra Fleurie e Morgon. La viticoltura è decisamente manuale ed il ruolo della ve- getazione è molto ragionato, per esempio la scelta di non cimare e lasciare la parete fogliare molto alta al fine di alternare sole e ombra per maturazioni più omogenee. In cantina la vini- ficazione è rigorosamente senza niente, SO2 inclusa

UVE DI PROPRIETÀ CÉPAGES RÉSISTANTS MACERAZIONE CARBONICA LOW-TECH

LEGNI VECCHI

NO SO2

20

06

Lilian e Sophie Bauchet sono tra quelli di noi che hanno vissuto altre vite prima di trovare la loro passione.

LILIAN & SOPHIE BAUCHET

Mogneneins — Beaujolais

LILIAN

BAUCHET

La visione molto chiara ed i principi forti

prevedono una grande dedizione e duro lavoro nei vigneti, seguito da una trasformazione/

produzione di vino “zero zero”.

6 ha

Gamay Beaujolais Souvignier Gris, Muscaris 20.000

46°09’03.7”N 4°48’40.2”E

(12)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE PET-NAT

MACERAZIONE CARBONICA LOW-TECH

VETRORESINA

ANFORA NO SO2 VIN DE SOIF MESCITA

20

02

Dalla città alla campa- gna per opportunità:

Romaine des Grottes

ha reso una sua iniziale curiosità un mestiere di successo.

Una volta imparato il mestiere, Romaine decide di impostare il lavoro in modo piuttosto eccen- trico. Dalla viticultura alla vinificazione, la sua è una “gestione aziendale” che sfida ogni rigore e saggezza convenzionale.

Il Domaine des Grottes si trova nel villaggio di Saint-Étienne-des-Oullières, a sud di Brouilly.

I vigneti coprono una superficie di circa 7,5 et- tari, tutti certificati in agricoltura biodinamica da Demeter fin dal 2007, e si trovano nel cuore della denominazione Beaujolais–Villages, an- che se tutti i vini vengono declassati a Vin de France.

Le vigne sono trattate il meno possibile (Ro- main non utilizza neanche il rame) a favore di un ampio utilizzo di preparati biodinamici, dei quali buona parte sono a base di ortica. A causa della bassissima densità di piante (circa 4.000 piante per ettaro) e della resa in vino minima (12 hl/ettaro), vengono prodotte solo poche miglia- ia di bottiglie all’anno.

Aveva già un figlio che desiderava crescere in campagna e non nutriva un particolare attac- camento a Parigi, dove era cresciuto, quando il nonno gli propose di occuparsi della gestione del castello di famiglia di Lacarelle.

“In poco tempo ho avuto altri due figli e mio nonno mi ha proposto di prendere alcuni vitigni del castello”, racconta, “a quel punto mi sono fatto carico del compito e, seguendo il lavoro dei contadini, ho scoperto che mi piaceva molto il lavoro nelle vigne.”

ROMAINE DES GROTTES

Saint-Étienne-des-Oullières — Beaujolais

DOMAINE

DES GROTTES

Dalla viticultura alla vinificazione, la sua è una

“gestione aziendale” che sfida ogni rigore e saggezza convenzionale.

7 ha

Gamay Beaujolais 12.000 / 15.000

46°03’51.1”N 4°37’50.1”E

(13)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE MACERAZIONE CARBONICA LOW-TECH

LEGNI VECCHI NO SO2

VIN DE SOIF MICRO PRODUZIONE

20

02

Francois Ecot nasce precursore del mondo dei vini naturali a New York; poi, il ritorno

alla terra e alle radici natie nella Borgogna orientale.

Ha fondato e gestito Jenny & Francois, una del- le prime selezioni di soli vini naturali che opera negli USA a livello nazionale, fino a quando ha deciso di abbandonarla per dedicarsi lui stesso alla produzione di vino.

Adesso chiama casa quella di suo nonno a Mailly le Chateau (nella Borgogna orientale, a sud di Auxerre e a nord di Vézelay) dove ha un piccolo garage che un tempo era un fienile in pietra. Qui per dare vita al suo vino usa un mix di grandi serbatoi in legno, plastica e cemen- to. Oltre al tradizionale pinot noir e aligoté ben noti nella regione, Francois lavora con varietà autoctone quali il gamay, il pinot beurot, cèsar, pineau d’aunis e l’abouriou.

Infine, affitta anche una vigna di Mercurey Pre- mier Cru che imbottiglia declassandola a Vin de France, come fa anche per tutte le altre cu- vée. La vigna è poco distante da casa di Fran- cois, ed era stata abbandonata per più di 80 anni prima che lui stesso la ripristinasse.

Molte delle uve tradizionali coltivate lì proven- gono da altri amici–colleghi viticoltori naturali tra cui Dominique Derain, Marc Pesnot e Chri- stian Chaussard. Francois è stato ironicamente soprannominato “Willy Wonka of winema- king” grazie alle sue idee innovative e inventive sulla fermentazione. Il risultato sono vini sen- za’altro vivi ed estremamente vivaci.

FRANCOIS ECOT

Mailly-le-Château — Bourgogne

L’INSOLENT

Francois lavora con varietà autoctone quali il gamay, il pinot beurot, cèsar, pineau d’aunis e l’abouriou.

1 ha

Gamay Beaujolais, Aligoté, Pinot Beurot, Cèsar, Abouriou Pineau d’aunis, Pinot noir 2.000

47°35’50.2”N 3°38’11.9”E

(14)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

JEUNE VIGNERON UVE DI PROPRIETÀ BOLLE

LOW-TECH LEGNI VECCHI

NO SO2

MICRO PRODUZIONE

20

17

Le intenzioni

di David Didon sono da ricercare nel lontano 1995

A quei tempi David non sapeva ancora di voler di- ventare un vigneron. Viene a conoscenza dell’agri- coltura Biodinamica durante un corso alla School of Beaujeu - luogo di fervido scambio intellettuale e proficui incontri per David - alla quale si iscrive con l’unico obiettivo di imparare il più possibile sull’agri- coltura sostenibile.

Eluso il servizio militare come obiettore di coscienza inizia a lavorare in diverse fattorie biologiche in Al- sazia. Dopo due anni di vita bohémien dove incontra e tesse solide relazioni e profonde amicizie, osser- vando differenti tecniche di agricoltura sostenibi- le, il destino lo chiama: così inizia a lavorare per per un’azienda vinicola in Côtes de Toul, Domai- ne Michel Goujot, uno dei pionieri dell’agri- coltura sostenibile in quell’area (fra i soci di

Nature et Progrès dal 1964). Il per- corso si fa velocemente più chiaro e delineato, studi a Beaune, l’incontro con Naïma e la decisione di stabilirsi definitivamente in Borgogna.

Gli anni da Etienne de Montille e la relazione con Julien Altaber e Dominique Derain, infine, formano il suo profilo di vigneron: viticoltura Biodinamica e nessun intervento in cantina, zero solforosa.

Chassey le Camp, un appezzamento, 2 ha, suddiviso in tre varietà: pinot noir, pinot blanc e aligoté.

Qui, oggi, David custodisce queste viti piantate negli anni ’40 grazie ad una selezione massale a cura di un personaggio locale, un custode di certe pratiche dimenticate.

L’unico obiettivo di David, più che elaborare vino è di conservare questo vigneto più a lungo possibile, per perpetuarne la memoria vegetale.

NAÏMA & DAVID DIDON

Chassey-le-Camp — Bourgogne

DOMAINE NAÏMA

& DAVID DIDON

Gli anni da Etienne de Montille e la relazione con Julien Altaber e Dominique Derain, formano il suo profilo di vigneron: viticoltura Biodinamica e nessun intervento in cantina, zero solforosa.

2 ha

Chardonnay, Pinot blanc Aligoté, Pinot noir 8.000

46°53’14.6”N 4°42’01.0”E

(15)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

JEUNE VIGNERON MAISON-NAT

UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE MÉTHODE CHAMPENOISE LEGNI VECCHI

AFFINAMENTI PROLUNGATI MICRO PRODUZIONE

20

15

Champagne Clandestin è lo spin off di Vouette & Sorbée di Bertrand Gautherot, crea- to dal suo talentuoso genero Benoit Doussot.

L’idea è nata quando i loro vicini di Buxières-sur-Arce hanno cominciato a rivolgersi al duo - vista la loro espe- rienza su quel terroir - per farsi aiutare a sistemare alcuni vigneti che erano in stato d’abbandono.

La vocazione di questi vigneti - in- giustamente accantonati dalle altre Maison per diversi anni - è tale da far scattare in Bertrand e Benoit un sen- timento di tutela per questi luoghi, nasce così il progetto “Clandestin”,

con l’accezione di “nascosto” e “se- greto”, in riferimento alle vigne da cui si ricavano questi incredibili Pinot Noir e Chardonnay.

Ciò che sappiamo riguarda i suoli - e le esposizioni - su cui crescono le vigne di pinot e chardonnay, kimmeridgiani i primi, portlandiani i secondi. Men- tre per lo chardonnay l’esposizione è in pieno sole, a sud, il pinot cresce ri- volgendosi a occidente, mantenendo un’elevata acidità. Questi vigneti in

Aube vedono meno ore di luce e sono stati per decenni ritenuti inferiori alle esposizioni sud/est. Oggi Clandestin elabora champagne talmente freschi e salati da far riconsiderare le priorità a tutta la Champagne.

Tutti i vigneti sono certificati Ecocert, la vendemmia è assolutamente ma- nuale e le maturazioni avvengono in botti neutre di 300L e 500L, l’affina- mento sur latte è di 15 mesi e il dosag- gio sarebbe un insulto.

BERTRAND GAUTHEROT & BENOIT DOUSSOT

Buxières-sur-Arce — Grand Est

CHAMPAGNE CLANDESTIN

Oggi Clandestin elabora champagne talmente freschi e salati da far riconsiderare le priorità a tutta la Champagne.

1,8 ha

Chardonnay, Pinot noir --

48°07’33.0”N 4°27’24.3”E

(16)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

JEUNE VIGNERON MAISON-NAT

UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE BIODINAMICA

MÉTHODE CHAMPENOISE

LEGNI VECCHI

AFFINAMENTI PROLUNGATI MICRO PRODUZIONE RARITÀ

20

15

Emilien non voleva essere un vigneron in origine, ha viag- giato per il mondo e ha scoperto altre culture.

Ma aveva bisogno di radici, e cosa c’è di meglio delle viti in tema di radici?

Torna a casa per rilevare la proprietà Feneuil nel 2006, che all’epoca contava meno ettari e fino ad allora aveva sempre conferito l’uva. Inizialmente è la scuola di Avize a prevalere sull’istinto di Emilien, nel 2008 partecipa ad un incontro sull’a- gricoltura biologica dove ascolta dei coltivatori più anziani - che nonostante la loro età - erano volenterosi di mettere in discussione le pratiche consuete. Fu la fol- gorazione. Iniziò la conversione muovendosi a trazione integrale sulle sue vigne:

studia la biodinamica (dal mentore Pierre Masson), la geobiologia e il movimento agroforestale - da qui la pratica di accudire gli alberi di salice, quercia, nocciolo, ciliegio che spuntano casuali fra i suoi filari, sintomo di rivitalizzazione del suolo - praticato per la prima volta in Champagne. Oggi le sue parcelle - tutte classificate Premier Cru - fra cui spicca “Les Fiermonts” in zona Les Coteaux des Sermiers, sono le più belle e vitali della Montagne de Reims, puntellate di meli, ribes e peri per favorire la proliferazione delle api. Oggi le pratiche di cura dei vigneti rispecchiano la sensibilità di Emilien più che una vera scuola agronomica: oli essenziali, tisane, miele, argilla e una minima quantità di zolfo se necessaria. A ciò si aggiunge la certificazione biologica.

Le varietà allevate sono principalmente meunier e chardonnay, a cui si aggiunge una quota di pinot noir e il suo pupillo, il petit meslier un’uva complessa e po- tente secondo Emilien, capace di restituire tutta la salinità fossile e salmastra di Chamery e Sermiers. Fino al 2014 ha continuato a vendere le uve (ad esempio ad Aurélien Laherte), la priorità era stabilire un’armonia in vigna prima di cimentarsi con la vinificazione.

Per tutte le cuvée la fermentazione avviene in tonneau usati, lieviti indigeni e nes- suna filtrazione. Non utilizza nessun tipo di liqueur in fase di dégorgement ma solo vino della stessa annata.

EMILIEN FENEUIL

Montagne de Reims — Champagne

EMILIEN FENEUIL

Le varietà allevate sono meunier, chardonnay, pinot noir e il suo pupillo, il petit meslier un’uva complessa e potente, capace di restituire tutta la salinità fossile e salmastra di Chamery e Sermier.

2,4 ha

Chardonnay, Pinot meunier Petit meslier, Pinot noir --

49°09’32.1”N 3°59’05.4”E

(17)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

UVE DI PROPRIETÀ LEGNI VECCHI

AFFINAMENTI PROLUNGATI NO SO2

LOW-TECH

OSSIDAZIONE RARITÀ

19

89

Fabrice Dodane, mani e mente della seconda vita del Domaine de Saint

Pierre.

Fabrice nasce ad Arbois, studia enologia a Beaune prima di lavorare diversi anni presso la cooperativa di Pupillin. Arriva al Domaine de Saint Pierre nel 1989 come direttore, amplia la tenuta da 3 a 6 ettari, per poi rilevarla interamente nel 2011.

Il domaine si estende per circa 6 ettari nelle AOC di Arbois e Côtes du Jura, in villaggi quali Vadans, Ma- thenay, Arbois e Pupillin, con vigneti piantati su terre- ni calcarei e marnosi. Saint Pierre ha ottenuto la cer-

tificazione biologica da ECOCERT nel 2012, dopo aver avviato la conversione nel 2002. La filosofia ap- plicata in vigna è volta a preservare la vita nei suoli, l’approccio sulla vite ha il fine di produrre meno frutti e con maggiore concentrazione. Le rese sono quindi molto basse, in media 28 ettolitri per ettaro.

Tutti i vini sono fermentati con lieviti indigeni, ça va sans dire, acciaio o botti neutre; la solforosa è bandita sui rossi e discrezionale sui bianchi “ouillé”.

FABRICE DODANE

Arbois — Jura

DOMAINE DE SAINT PIERRE

Tutti i vini sono fermentati con lieviti indigeni, ça va sans dire, acciaio o botti neutre; la solforosa è bandita sui rossi e discrezionale sui bianchi

“ouillé”.

6 ha

Chardonnay, Savagnin Poulsard, Trousseau Pinot noir

20.000

46°55’54.5”N 5°40’54.3”E

(18)

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SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

JEUNE VIGNERON UVE DI PROPRIETÀ VARIETÀ ANTICHE AFFINAMENTI PROLUNGATI NO SO2

LEGNI VECCHI LOW-TECH SOUS VOILE OSSIDAZIONE RARITÀ

20

07

Etienne Thiebaud enfant prodige del Domaine des Ca- varodes, proprietà privilegiata della Jura.

É il 2007, Etienne Thiebaud non è ancora trentenne, si stabilisce a nord di Arbois: a Cramans, presso il fiume Loue, che segna il confine tra i diparti- menti del Jura e del Doubs.

Domaine des Cavarodes nasce in vigneti privilegiati, con viti fra i 60 e i 120 anni di età, per assurdo, ma solo in parte, appena fuori la denominazione di Arbois, a nord della Loue.

I vigneti chiave dai quali Etienne elabora le sue cuvée - alcune intitolate al tipo di terreno, ai fossili e altre ai vigneti - sono “Lumachelles” nel comune di Mouchard, appena a nord di Arbois (dove cura chardonnay e trousseau),

“Guille Bouton” ad Arbois (dove ha dello chardonnay) e “Les Messagelins”

sempre ad Arbois, (trousseau). In altre parcelle sparse, invece, si trovano delle vere rarità genetiche: argant, portugais bleu, enfariné, mézy, savagnin rose, sauvignonasse.

In regime biologico sin dall’inizio, Etienne è forte dell’esperienza di diversi anni con Pascal e Evelyne Clairet del Domaine de la Tournelle, in cantina i rossi sono frutto di fermentazione semicarbonica e nessuna aggiunta, ma- turati in botti neutre e foudres di varie dimensioni. I bianchi, per la maggior parte ouillé a volte sono imbottigliati con un po’ di CO2 residua, che li pro- tegge; vini, quest’ultimi, dal voltaggio altissimo, intensi e vibranti.

ETIENNE THIEBAUD

Cramans — Jura

In cantina i rossi sono frutto di fermentazione semicarbonica e nessuna aggiunta, maturati in botti neutre e foudres di varie dimensioni.

4,5 ha

Argant, Portugais bleu, Enfariné Mézy, Savagnin rose, Poulsard Savagnin, Chardonnay, Pinot noir Sauvignonasse, Trousseau 25.000

47°00’50.2”N 5°46’48.8”E

DOMAINE DES

CAVARODES

(19)

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SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

UVE DI PROPRIETÀ / NÉGOCE VARIETÀ ANTICHE VIGNE VECCHIE

AFFINAMENTI PROLUNGATI NO SO2

LEGNI VECCHI LOW-TECH OSSIDAZIONE MICRO PRODUZIONE RARITÀ

20

09

In gergo jurassien Ratapoil significa enologo per hobby.

In effetti, Raphaël Monnier è un insegnante di storia a tempo pieno ad Arbois, e sua moglie, Estelle, un avvocato.

Raphaël si forma dieci anni a fianco di Jean-Bap- tiste Menigoz al Domaine Les Bottes Rouges, poi nel 2009 inizia il suo percorso proprio dalla zona di Arbois, acquisendo le vigne Corvées ed En Paradis, e continua nel dipartimento del Doubs, a Buffard.

Oltre a lavorare secondo le indicazioni della certifi- cazione biologica, Raphaël utilizza la biodinamica per valorizzare il suolo dei suoi vigneti. I vini rossi sono tutti diraspati, subiscono macerazione car- bonica e rimangono sulle bucce al massimo dieci giorni; il Ploussard è fine ed etereo, il Trousseau ed il Pinot Noir hanno più materia ma non manca- no di freschezza e facilità di beva. I vini bianchi, Savagnin e Chardonnay (la maggior parte ouillé, cioè con botti mantenute colme), provengono da vigne vecchie su terreni poveri di marne e calcari e maturano almeno due inverni prima dell’imbot- tigliamento.

RAPHAËL MONNIER

Arc-et-Senans — Jura

In cantina i rossi sono frutto di fermentazione semicarbonica e nessuna aggiunta, maturati in botti neutre e foudres di varie dimensioni.

2,5 ha

Savagnin, Chardonnay Pinot noir, Poulsard, Trousseau

8.000

47°02’47.2”N 5°45’23.8”E

RATAPOIL

(20)

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SUPERFICIE

VIGNETI

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JEUNE VIGNERON UVE DI PROPRIETÀ BIODINAMICA

AFFINAMENTI PROLUNGATI NO SO2

LEGNI VECCHI LOW-TECH OSSIDAZIONE MICRO PRODUZIONE RARITÀ

20

15

Nel 2014 Thomas Popy arri- va in Jura per com- pletare gli studi di

Viticultu- ra e Enolo- gia...

... e come tante persone, si innamora della zona e decide di rimanere. Prima di stabilirsi nel pa- esino di Mesnay, poco distante dal centro di Arbois, e fondare la sua piccola azienda vinico- la, Thomas ha lavorato in Beaujolais per alcuni mitici produttori come Julie Balagny, Michel Guignier e Jean-Claude Lapalu, e subito dopo, appena arrivato in Jura si è formato al fianco di Emmanuel Houillon.

Oggi Thomas ha 3 ettari di vigneto, trai quali un appezzamento di savagnin sotto il massiccio di Maldru che domina i paesi di Mesnay e Arbois, e altri due vigneti acquistati dopo la sua prima vendemmia, nel 2015, il primo a Mesnay, Melon á Queue Rouge, e il secondo a Pupillin, piantato a ploussard, pinot, chardonnay e savagnin.

Tutto è lavorato secondo i principi della biodi- namica e raccolto rigorosamente a mano, le uve sono divise per varietà già nel vigneto, di- raspate a mano e fatte fermentare in serbatoi inox. I vini svolgono la fermentazione malolat- tica in vecchie botti, principalmente barriques e qualche tonneau. Il bianco matura a lungo, mediamente 18 mesi, il rosso invece viene im- bottigliato subito prima della vendemmia suc- cessiva. Vinificazioni molto leggere, fermen- tazioni spontanee, travasi per gravità (non ci sono tecnologie in cantina), nessuna chiarifica, filtrazione né additivi aggiunti (compresa la sol- forosa) in nessuna fase. I vini sono puri e con- centrati con acidità straordinaria. In attesa di raggiungere una dimensione ideale ed il suo equilibrio produttivo, Thomas collabora con Emmanuel Lançon del Domaine des Murmures e con Céline e Steve Gormally di Les Dolomies.

THOMAS POPY

Mesnay — Jura

Vinificazioni molto leggere, fermentazioni spontanee, travasi per gravità (non ci sono tecnologie in cantina), nessuna chiarifica, filtrazione né additivi aggiunti in nessuna fase.

3 ha

Savagnin, Chardonnay Melon á queue, Ploussard Pinot noir, Trousseau 3.000

46°54’10.0”N 5°47’45.3”E

THOMAS POPY

Se siete interessati ai vini di Thomas Popy, contattaci via e-mail. Le bottiglie sono prodotte in quantità molto limitate e saranno assegnate in base all’interesse.

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SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

“Ogni cuvée porta il titolo di una can- zone che abbiamo a cuore ed evoca degli artisti che ci hanno segnati.

Quest’idea di unire la musica, l’arte e il vino ci parla fortemente. La gioia di vivere è lì, ma ogni cuvée nasce con la sua storia.”

Antoine Le Court ha girato mezzo mondo e ha sempre por- tato con se la passione per il vino, dall’Australia al Brasile (dove brassava birra) fino ad Arbois, dove nel 2018 ha pro- dotto i suoi primi vini nella cantina di Alice Bouvot al Domai- ne de l’Octavin e un anno più tardi, insieme alla moglie Julia - traduttrice di francese incontrata in sud America - hanno dato vita a Les Valseuses.

Le cantine di Casa Antolià a Les Planches-près-Arbois ri- salgono al 1765.

Dopo moltissimi anni di abbandono sono tornate a vivere grazie all’impegno e alla dedizione di Antoine Le Court e sua

moglie, innamoratisi di questa maison in un piccolo villaggio con meno di cento abitanti, immerso nella natura silvestre caratteristica del Jura.

In attesa di piantare le sue vigne vici- no casa, Antoine acquista uve da amici vignerons in molte zone diverse (Beaujolais, Alsazia, Bugey, Provenza, Lan- guedoc) per un totale di circa 4 ettari di savagnin, chardon- nay, ploussard, trousseau, gamay, molette, riesling, sylva- ner, grenache e cinsault.

La conduzione di questi vigneti, ovviamente, è fra il biologi- co e il biodinamico, Antoine cerca di seguirli tutti, arrivando ad effettuare personalmente le vendemmie sulle uve che

“porterà a casa”.

La cantina, nonostante i due secoli e mezzo, è strutturata con tutto il necessario: la vinificazione naturale avviene nel- le sue cantine a volte di pietra viva. Non vengono impiegati alcun additivo enologico, nemmeno solfiti all’imbottiglia- mento.

JEUNE VIGNERON NÉGOCE NO SO2 LEGNI VECCHI LOW-TECH

OSSIDAZIONE MICRO PRODUZIONE MESCITA

20

18

“L’uva ci guida, niente regole e soprattutto niente ricette”.

Antoine Le Court

ANTOINE LE COURT

Les Planches-prés-Arbois — Jura

Le cantine di Casa Antolià a Les Planches-près- Arbois risalgono al 1765. Dopo anni di abbandono sono tornate a vivere grazie all’impegno e alla dedizione di Antoine e sua moglie.

4 ha

Chardonnay, Savagnin Poulsard, Trousseau, Gamay, Molette, Riesling, Sylvaner, Grenache, Cinsault 9.000

46°52’44.8”N 5°48’22.9”E

LES VALSEUSES

(22)

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VIGNETI

PRODUZIONE

UVE DI PROPRIETÀ VIGNE VECCHIE

AFFINAMENTI PROLUNGATI NO SO2

LEGNI VECCHI

LOW-TECH MICRO PRODUZIONE

20

02

La particolarità delle

cuvée non è da riscontrare nelle varie parcelle quanto nelle diverse pratiche

agricole da lui apportate.

Bruno Duchêne, da distributore di funghi selvatici - fra Loira e Borgogna - a vigneron in uno dei terroir più faticosi della Francia: La Côte Vermeille.

A Banyuls-sur-Mer, il tratto di terra rocciosa dove i Pirenei incontrano il Mediterraneo, Bruno vive e alleva le viti - alcune comprate da Alain Castex - su pendii estremamente ripidi dove il lavoro meccanico è assolutamente impossibile, dovendo ricorrere all’aratura manuale o con il cavallo in molti casi, per non parlare delle rese che - soprattutto parlando di piante vecchie - sono minime.

Il risvolto della medaglia, grazie al clima caldo e secco, è nel bisogno di effettuare solamente due o tre trattamenti con zolfo ogni anno e nessuno con il rame, siccome in questa zona l’oidio non è una minaccia.

I vigneti ricoprono un totale di 4 ha su quattro aree diverse, tutte su suoli scistosi decomposti ad un’altitudine di circa 300 m s.l.m. Il più impervio è il sito di Collioure “La cité des peintres”, pendii terrazzati simili alla Mosella, rese bassissime; altissimo tasso d’abbandono di siti come questo rendono il lavoro di Bruno ancora più nobile e prezioso.

Grazie all’esperienza acquisita da Frederic Cossard a Saint Romain, la mano di Bruno è ispiratissima: dopo una rigorosa - nonostante le rese - selezione, le uve fermentano e a grappolo intero e pigiate in tini di legno Grenier da 26hl. Nulla viene tolto, solforosa trascurabile.

La particolarità delle cuvée non è da riscontrare nelle varie parcelle quanto nelle diverse pratiche agricole da lui apportate: Per “La Lune”, l’inerbimento è spontaneo e vigoroso. “Pascole” è una parcella arata a mano. “Ano- dine” nasce dalle aree che sono impossibili da lavorare meccanicamente e dove il lavoro del suolo deve essere fatto interamente a mano.

BRUNO DUCHÊNE

Banyuls-sur-Mer — Languedoc-Roussillon

A Banyuls-sur-Mer, il tratto di terra rocciosa dove i Pirenei incontrano il Mediterraneo, Bruno vive e alleva le viti su pendii estremamente ripidi dove il lavoro meccanico è assolutamente impossibile.

4 ha

Grenache blanc, Carignan Grenache gris, Grenache noir Mourvèdre

7.000

42°28’51.1”N 3°06’56.3”E

BRUNO

DUCHÊNE

(23)

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VIGNETI

PRODUZIONE

UVE DI PROPRIETÀ NO SO2

LOW-TECH MICRO PRODUZIONE VIN DE SOIF

MESCITA

20

07

“Sebastien Agelet

vigneron per natura”.

Sebastien Agelet fa il vigneron a Paziols dans l’Aude, a 15 km dal mare tra Leucate e Perpi- gnan.

Come molti altri prima lui, anche Sébastien è entrato a contatto con il mondo del vino confe- rendo le uve di famiglia alla cooperativa socia- le, fino a quando non ha deciso di lanciarsi lui stesso in quell’avventura che di lì a pochi anni avrebbe preso il nome di De Mena.

È il 2012 quando l’azienda prende vita sotto quel nome che, in catalano, vuol dire “per na- tura”. Per Sébastien non è possibile andare contro natura quando il desiderio e la voglia di fare vino sono, in un certo senso, viscerali.

Di fatto, di lì a pochi anni, De Mena è diventata una delle rivelazioni nella zona del Languedoc.

Ogni parcella è lavorata e coltivata in agricoltu- ra biologica. In cantina i vini sono vinificati sen- za alcun tipo di aggiunta. L’obiettivo è ricercare freschezza e finezza in modo che il terroir sia ben comprensibile nella sua natura.

Oggi Sebastien produce circa otto cuvée tra Maccabeu, Lladoner pellut, Cinsalut, Syrah e Carignan.

“De mena [de mƸnƏ] è un termine catalano che significa “per natura”, perché è per natura che comincio a produrre vino; Mena può an- che significare “senza il minimo dubbio”, che traduco con il significato che lavorare la vite con l’obiettivo di produrre vino non è più un dubbio per me, è perfino diventato ovvio. Il mio bisnonno, mio nonno e mio padre hanno lavorato duramente per lasciarmi questa me- ravigliosa proprietà. Forse fare vino è il modo migliore per rendere omaggio a loro, per rin- graziarli...es de mena!”

SÉBASTIEN AGELET

Paziols — Languedoc-Roussillon

In cantina i vini sono vinificati senza alcun tipo di aggiunta. L’obiettivo è ricercare freschezza e finezza in modo che il terroir sia ben

comprensibile nella sua natura.

7 ha

Maccabeu, Lladoner pelut Cinsalut, Syrah, Carignan 8.000

42°51’22.1”N 2°43’29.7”E

DOMAINE

DE MENA

(24)

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VIGNETI

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UVE DI PROPRIETÀ VIGNE VECCHIE BIODINAMICA NO SO2 LOW-TECH

MICRO PRODUZIONE VIN DE SOIF MESCITA

20

18

Franck Agelet:

ripercorrere le tradizioni di famiglia.

Franck Agelet ha lavorato per la maggior par- te della sua vita come insegnante, ma è nato in una famiglia di viticoltori ed è ora la terza gene- razione a continuare la tradizione. Il pensiona- mento di suo padre lo ha spinto a raggiungere il fratello, Sébastien (De Mena), prendendo al- cune viti dalla tenuta di famiglia e vinificando le uve nella sua cantina di famiglia a Paziols, nell’haut corbières.

Il numero 13 (al di là di tutte le superstizioni) è legato a diverse pietre miliari della vita di Fran- ck, a partire dal giorno della sua nascita (13 gennaio).

Dal 2018 lavora con 1,2 ettari di vecchie vigne di carignan, grenache noir e syrah piantate da suo nonno. Il vigneto è certificato biologico e Franck implementa i principi dell’agricoltura biodinamica. La vinificazione avviene nel modo più naturale possibile, con il minimo intervento in cantina e senza l’utilizzo di alcun prodotto chimico. Il risultato è un vino sfacciato, desto, con note ruggenti di frutta rossa, una consi- stenza soda e una succosità golosa.

FRANCK AGELET

Paziols — Languedoc-Roussillon

Un vino sfacciato, desto, con note ruggenti di frutta rossa, una consistenza soda e una succosità golosa, ottenuto nel modo più naturale possibile, con il minimo intervento in cantina.

1,2 ha

Carignan, Grenache noir Syrah

4.000

42°51’22.1”N 2°43’29.7”E

CLOT 13

(25)

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ESSERE ESEMPIO UVE DI PROPRIETÀ VIGNE VECCHIE CÉPAGES RÉSISTANTS AFFINAMENTI PROLUNGATI

NO SO2 LEGNI VECCHI LOW-TECH MICRO PRODUZIONE RARITÀ

20

09

Thierry vive a Chahaignes nel cuore della Loira, e i

suoi vini sono il riflesso del suo approccio naturale

al corso delle cose e del tempo.

La sua proprietà si estende su una superficie di 2,7 ettari, coltivati a viti se- colari ad eccezione delle varietà ibride che hanno invece 50 anni. Il terreno è sabbioso, con argilla, ferro e rocce sedimentarie.

Il clima della zona è marittimo. La cantina è scavata in profondità nel tufo calcareo, quindi le fermentazioni avvengono molto lentamente a bassa temperatura, e ciò limita l’evaporazione del vino e la necessità di fare colma- ture. Questo dà a Thierry l’opportunità di lavorare in modo del tutto natura- le, anche perché nel seminterrato mancano l’elettricità e l’acqua corrente.

Le fermentazioni e gli affinamenti avvengono senza urgenza né fretta, so- prattutto quando si tratta degli Chenin. Tutti i vini sono senza solfiti ag- giunti e, una volta stabili, non vengono filtrati ma lasciati chiarificare in si- lenzio.

Le bottiglie vengono messe in vendita solo dopo un ulteriore affinamento, quando i vini sono pronti da bere (cosa che è sempre meno comune).

THIERRY HESNAULT

Chahaignes — Loire

Una cantina scavata in profondità nel tufo calcareo, fermentazioni lente e a bassa

temperatura; ciò limita l’evaporazione del vino e la necessità di fare colmature.

2,7 ha

Chenin blanc, Pineau d’aunis Cabernet franc

10.000

47°44’30.4”N 0°30’52.0”E

THIERRY

HESNAULT

(26)

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SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

ESSERE ESEMPIO UVE DI PROPRIETÀ VIGNE VECCHIE BRUTAL

AFFINAMENTI PROLUNGATI

NO SO2 LEGNI VECCHI LOW-TECH MESCITA ROCK ‘N ROLL

20

10

Sébastien Dervieux ovvero, Babass.

Sébastien Dervieux (meglio conosciuto come Babass) è forse uno dei produttori di vino più iconici nel mondo del vino naturale, nonché ospite costante delle più importanti fiere di set- tore.

Babass trascorre la maggior parte del tempo nei suoi vigneti, e presso di essi ha gettato le basi dei suoi vini.

La vinificazione è straordinariamente sem- plice. I vini sono fatti in un ex granaio parzial- mente aperto, sempre esposti al vento, alle intemperie e ai cambiamenti di temperatura.

Spesso nel periodo invernale la cantina è sot- to zero, in estate molto sopra i 20°C. Babass lascia che il vino vada per la sua strada, in- tervenendo il meno possibile senza aggiunge- re (metabisolfito incluso) né togliere niente, lui stesso ama definirsi un “contem- plateur de fermentations spontanées”.

Babass è nato in Loira e prima di fare il vigne- rons è stato un musicista rock. A fine anni No- vanta insieme a Patrick Desplat hanno fondato il Domaine les Griottes, uno dei primissimi progetti hard-core lungo la Loira, diventato leg- genda e ispirazione per altri grandi nomi come Claude Courtois, Jean-Pierre Robinot e Olivier Cousin. Nel 2010 Pat e Babass hanno deciso di dividere le loro strade e chiudere il domaine.

Oggi Babass ha poco meno di 3 ettari di vigneti piantati a Chenin Blanc, Cabernet Franc e Grol- leau.

SÉBASTIEN DERVIEUX

Chanzeaux — Loire

La vinificazione è straordinariamente semplice.

I vini sono fatti in un ex granaio parzialmente aperto, sempre esposti al vento, alle intemperie e ai cambiamenti di temperatura.

2,5 ha

Chenin blanc, Grolleau Cabernet franc 8.000

47°18’36.4”N 0°35’21.1”W

LES VIGNES

DE BABASS

(27)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

UVE DI PROPRIETÀ BIODINAMICA PET-NAT NO SO2 LOW-TECH

VIN DE SOIF MESCITA

20

07

Toby Bainbridge ha conosciuto la moglie Julie Cathcart nella fattoria della sua famiglia in Oklahoma, quando lei stava ancora studiando agricoltura.

Dopo qualche anno si sono trasferiti in Francia, nella Valle del- la Loira, dove Toby ha iniziato a lavorare per alcuni produttori artigianali/biologici (es. Réne Mosse) prima di acquistare i suoi 8,5 ettari (due dei quali ancora non produttivi) a Chavagnes les Eaux, coltivati a cabernet franc, grolleau e chenin blanc.

Toby ha una forte inclinazione per l’agricoltura biodinamica e per questo lavora molto al fine di proteggere il suolo, la fauna selvatica e l’ambiente. In questo senso, il suo obiettivo è ren- dere il vino espressivo, senza artifici, declassandoli a Vin de France per evitare il confronto con molti vini industriali della zona.

Quando sono andato a trovarlo lo scorso febbraio, Toby stava finendo la fermentazione sul suo “Rouge aux Leves”, avvol- gendo i serbatoi inox in coperte di lana. “Questo era il preferito di mia nonna, – mi disse mentre me ne indicava uno – siamo piuttosto primitivi qui, ma che bisogno c’è di quelle tecniche fantasiose o di tutte quelle attrezzature costose se si scopre che il trucco può nascondersi dietro una vecchia coperta di lana?” I vini di Toby e Julie sono puliti, vivaci, deliziosi. Sono imbottigliati in vetro trasparente, tappati con semplice tappo a corona e fatti per essere bevuti subito.

TOBY BAINBRIDGE & JULIE CATHCART

Chavagnes — Loire

L’obiettivo è rendere il vino espressivo, senza artifici, declassandoli a Vin de France per evitare il confronto con molti vini industriali della zona.

6 ha

Chenin blanc, Grolleau noir Cabernet franc

25.000

47°16’06.6”N 0°27’10.6”W

JULIE & TOBY BAINBRIDGE Il “trucco” è in

una coperta di

lana.

(28)

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CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

DOMAINE DE LA GRANDE COLLINE

ESSERE ESEMPIO UVE DI PROPRIETÀ AFFINAMENTI PROLUNGATI NO SO2

LEGNI VECCHI

LOW-TECH MICRO PRODUZIONE RARITÀ

20

01

Hirotake preferisce lasciare che le viti crescano da sole, indisturbate.

Hirotake iniziò a studiare chimica e biologia in Giappone, ma a metà dei suoi studi decise di voler produrre vino e lasciò la casa per la scuola di eno- logia a Bordeaux.

Durante gli studi si innamorò dei vini del Rodano settentrionale e dopo la laurea si avvicinò a Theirry Allemand in cerca di un posto, ma non era dispo- nibile.

Finì per lavorare con l’enologo Jean-Louis Grip- pat e quando le vigne di Grippat furono acquisite da Guigal, Hirotake si fece strada fino a Chief of Vineryard Management per le viti Hermitage e St.

Joseph per tutte le tenute Grippat e Vallouit.

In quel periodo trascorreva anche i fine settimana lavorando con Allemand e si convinceva sempre di più che il vino dovesse essere prodotto senza ad-

ditivi.

Quando si aprì una posi- zione nei primi anni 2000 con Allemand, Hirota- ke lasciò Guigal e allo stesso tempo acquistò alcune vigne e una canti- na nel villaggio di St. Peray.

Produce la sua prima annata nel 2001 da vigneti totalmente non lavorati e che non avevano mai visto alcun trattamento, nemmeno quelli ammessi in viticoltura biologica.

Hirotake preferisce t, indisturbate.

La sua cantina è altrettanto suggestiva, con una cantina-grotta scavata nel fianco di una montagna che fornisce un’alta umidità costante. Alcune botti hanno persino dei funghi che crescono su di loro e Hirotake considera questo ambiente un vantaggio.

Questi elementi naturali fanno tutti parte del terroir della cantina e sono una parte essenziale del suo vino. Alcuni anni fa, Hirotake ha piantato un nuovo vigneto di syrah sulle colline di Cornas, portando la sua tenuta a 3,8 ettari.

HIROTAKE OOKA

Saint-Péray — Rhône

Produce la sua prima annata nel 2001 da vigneti totalmente non lavorati e che non avevano mai visto alcun trattamento, nemmeno quelli ammessi in viticoltura biologica.

3,8 ha

Marsanne, Roussanne Grenache, Syrah --

44°56’32.3”N 4°50’39.5”E

Se siete interessati ai vini di Hirotake Ooka, contattaci via e-mail. Le bottiglie sono prodotte in quantità molto limitate e saranno assegnate in base all’interesse.

(29)

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P R I M A V E N D E M M I A

CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

JEUNE VIGNERON UVE DI PROPRIETÀ BIODINAMICA NO SO2 LOW-TECH

VIN DE SOIF MESCITA

20

15

“Pazzi” si, ma per il vino.

Guillaume e Charles Soulier, 26 e 27 anni, si sono stabiliti a Saint-Hilaire d’Ozihan da po- chi anni. Entrambi appassionati di vino e figli di un enologo, hanno iniziato la loro avventura acquistando 8 ettari in diversi villaggi della Co- tes-du-Rhone, precedentemente di proprietà del padre.

A vederli sembra che ognuno dei due abbia le sue competenze specifiche, ma insieme sono perfettamente complementari. Guillaume è un esperto giardinere paesaggista che trascor- re moltissimo tempo nelle vigne. Le attività agricole principali sono le pacciamature, i so- vesci, la gestione del pascolo e del cavallo che si occupa dell’aratura. Charles invece si occu- pa della cantina. Le competenze in viticultura ed enologia e l’esperienza maturata al Mas de Daumas Gassac, nell’Hérault, lo hanno convin- to ad intraprendere il suo percorso personale.

L’idea alla base del progetto è quella di tornare ad un approccio tradizionale intervenendo il meno possibile, utilizzando preparati biodina- mici e tisane per valorizzare la vigna e la terra, lasciando che si esprimano nel vino liberamen- te. Molti dei loro vicini li prendono per pazzi, convinti che trattandosi solo di una moda non funzionerà. Altri osservano e assaggiano. Guil- laume e Charles rifiutano le etichette perché, dicono, non hanno ancora trovato quella che meglio li rispecchi e che gli si addica veramen- te. Non troverete il logo del biologico in etichet- ta, è una scelta e non un caso.

CHARLES & GUILLAUME SOULIER

Saint-Hilaire-d’Ozilhan — Rhône

Un approccio tradizionale, intervenendo il meno possibile, utilizzando preparati biodinamici e tisane per valorizzare la vigna e la terra, lasciando che si esprimano nel vino liberamente.

9 ha

Grenache, Cinsault, Syrah Clairette blanc, Counoise Clairette rose

25.000

43°58’12.0”N 4°35’25.7”E

LES FRÈRES

SOULIER

(30)

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P R I M A V E N D E M M I A

CARATTERI

SUPERFICIE

VIGNETI

PRODUZIONE

ÇA BOIT LIBRE

JEUNE VIGNERON UVE DI PROPRIETÀ BIODINAMICA LEGNI VECCHI NO SO2

LOW-TECH MICRO PRODUZIONE

20

18

Bere liberamente, senza additivi.

Il background di Damien Bastian è nell’agricol- tura orticola, con molti anni di esperienza nella coltivazione di ortaggi e nello sviluppo di siste- mi complessi in Africa.

Dopo aver lavorato alcuni anni a Ginevra ed es- sere entrato in contatto con il vino, ha deciso di voler lavorare di nuovo nella natura, inizia così a lavorare con Dominique Lucas e poi con Je- an-François Ganevat.

“Ça boit libre” - un gioco di parole; bere li- beramente (senza additivi) - è un’azienda di soli 0,75 ettari, comprende due appezzamenti esposti a ovest, piantati nel 1985, nella deno- minazione “Marignan”, su suoli morenico-gla- ciali, a 500 metri dal Lago di Ginevra. Fino a poco tempo fa, Damien lavorava ancora qual- che giorno alla settimana per Ganevat, in futuro la tenuta aumenterà di due ettari con l’aggiunta di appezzamenti di gamay, pinot noir e altesse.

Lo Chasselas maturato in botti di Damien dimo- stra, finalmente, il vero potenziale di quest’uva, un vino di sostanza ed eleganza al contempo.

DAMIEN BASTIAN GODDARD

Brenthonne — Savoie

Lo Chasselas maturato in botti di Damien dimostra, finalmente, il vero potenziale di quest’uva, un vino di sostanza ed eleganza al contempo.

0,75 ha Chasselas 2.000

46°16’22.5”N 6°23’32.8”E

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