ANNO V, N. r3. TomNo, r0 Luglio 1909.
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DI INGEGNERIA SANITARIA
È riservala la proprietà le/leraria ed artistica degli articoli e di- çegni pubblicali nella RIVISTA DI lNGEG.NER!A SANITARIA.
MEMOR JE ORIGINALI
CONCETTI INFORMATIVI
DI UN PROGETTO DI CASA
D'ABITAZIONE CIVILE DA ELEVARSI
I~ CJTT..\ COMPRESE IN ZONE SISMICHE.
(Continuazione vedi N. 11)
Noi abbiamo espressa recisa la nostra opinione che si possano elevare costruzioni resistenti a scos- se sismiche anche con altezze elevate, purchè si provveda opportunamente con razionali disposizio- ni e con il quantitativo di materiale dimostrato ne- cessario da calcoli di stabilità attendibili, coi soli limiti imposti dalla praticità tecnica e dalla conve- nienza economica. Date tali premesse, era logico che, intendendo svolgere uno studio dimostrativo, vi si ponesse come base una altezza rispettabile della costruzione, essendo manifesto che, ove chiara ap- parisse la possibilità di ottenere praticamente la do- vuta resistenza, resterebbe assodata a fortiori la fa- cilità di provvedere per fabbricati in condizioni me- no gravose.
D'altra parte riusciYa evidente la opportunità che il progetto svolto si riferisse ad un caso pra- tico e concreto, onde prevenire il facile appunto, ele,·abile contro la presentazione di uno scheletro tipo di carattere generico, che cioè esso potrebbe non corrispondere alle necessità pratiche. Fra i fabbricati cui normalmente si ritiene com·èniente una notevole altezza fuori terra sono essenzialmente a considerarsi quelli nell'interno delle città, là dove il terreno ha Yalore e pregio ragguardevole : e la loro destinazione è essenzialmente o il servire di sede per amministrazioni ed uffici pubblici o pri- ,·ati, o l'accogliere grandi magazzeni commerciali, o il fornire alloggi di abitazione signorile. Per le case più modeste, per quelle operaie in particolare, meno sentito è il vantaggio di .i:aggiungere altezze elevate, perchè l'attuale lodevole tendenza allo scen- tramento induce a ricercare per esse terreni di mi- nor costo, e la p;·cocc11pazione di evitare gli ecces-
sivi agglomeramenti di gente in poco spazio, favo- risce ogni giorno più la sostituzione dei grandi al- veari umani con piccole casette separate. Nell'indu- stria poi, per la libertà che ad essa è propria di far sorgere i proprii. fabbricati in terreni di minimo valore, e per l'indiscutibile miglioria che rappresen- ta per l'esercizio il raccogliere macchinari ed ope- rai in pochi ma grandi ambienti facilmente sorve- gliabi'li, e preferibilmente al livello del suolo per evi- tare l'inutile sollevamento della merce, è già diffuso l'uso di grandi saloni a solo pianterreno, e più si diffonderà quando per erigere al sicuro fabbricati alti si incontrerà una spesa certo superiore a quella proveniente dalla maggiore occupazione cli terreno.
Limitato aclunque l'uso probabile cli costruzioni a più piani alle parti centrali di città importanti, si fissò la scelta, come tema da svolgere, sulla casa di abitazione signorile, come quella che rappresenta il ..<;aso più generale e più interessante, mentre le altre costruzioni citate hanno esigenze troppo variabili caso per caso, e per:ciò non adatte al nostro studio. Del resto le case di abitazione civile furono sem- pre in ogni tempo, e pur troppo anche nel recente cataclisma, quelle che fornirono alla rovina il mag- gior contingente, e causarono il massimo numero di morti : il risolvere il problema della loro stabilità, per i complessi requisiti che loi:o si richiedono, equivale al superare le maggiori difficoltà costruttive e trattare il caso principale, ed umanitariamente più interessante. I concetti seguiti ed i dispositivi ap- plicati in una costruzione del genere da noi scelto potranno sempre adottarsi, anzi semplificati, in una casa di minori pretese, e di minor altezza. Ciò tanto più facilmente, che nel progetto svolto si ebbe cura di riunire le maggiori difficoltà, imponendoci non solo l'ideare uno scheletro di indiscutibile solidità malgrado l'altezza ragguardevole, senza pregiudi-
c~re le esigenze di comodità e signorilità dell'al1og- g10, ma avendo voluto considerare al piano terreno in parte ampie botteghe, in parte locali ad uso ma- gazzeni ed uffici, e rendere inoltre tutti i sotterra- nei sani ed usufruibili, e non al solo uso di cantine.
* *
~La prima scelta da farsi è quella della forma del- la pianta. In una buona costruzione monolitica atta
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a resistere a forti scosse, la resistenza del tutto, o ]'entità degli sforzi nelle Yarie parti, dipende oltre- chè dall'altezza, altresì dalla ampiezza e forma del- la pianta. Il dimenticare questa Yerità nello stu- diare un progetto di costruzione antisismica sareb- be un graYe errore : non sola men te ciò è richiesto dalla necessità di garantire il fabbricato dal peri- colo di rovesciamento in massa, ma ancora dall'op- portunità di mantenere gli sforzi nei varii elemP.nti tanto più bassi che sia possibile. Ora, a parità di elevazione dalla base di appoggio, è evidente che tanto maggiori saranno gli· sforzi sugli elementi Yerticali dello scheletro di un fabbricato, quanto minore sarà Ja 'larghezza del fabbricato stesso. Ciò
sono le più importanti) ·equivale nell'insieme a sfor- zi di taglio, ed a sforzi di flessione : a questi ultimi tanto maggiore è la resistenza (o tanto minori sono gli sforzi unitari corrispondenti), quanto maggiore è il momento d'inerzia della sezione complessÌ\·a, e questo si sa che cresce 1:apidamente col crescere dell'altezza della sezione stessa, che è poi la lar-· ghezza del fabbricato. In altri termini i criteri di convenienza di una forma di pianta saranno gli stessi che guidano nella scelta di una sezione re- sistente a flessione, coll'avvertenza che la flessione. in questo caso può avere direzione e verso varia- bili. Poichè la dinwnsione trasversale di una ma- nica di fabbricato non può praticamente oltrepas.
Fig. 4. - Sez. verticale AB e vista dello scheletro di un muro perimetrale prima dell'applicazione del rivestimento in lamiera stirata.
Scala 1:200
del resto è logico, perchè l'azione delle scosse on- dulatorie nel fabbricato si è quella essenzialmente di creare tante forze orizzontali, la cui reazione si trova ·solo alla base del fabbricato, nell'incastra- mento di questo nel suolo o nella forza di attrito orizzontale generata dal peso; tali forze agiscono sullo scheletro come su di una mensola incastrata al piede, essendo questo incastro fornito in og~i caso dallo spostamento della ,·erticale di reazione di' fronte àl peso. Pertanto l'azione esercitata daile forze orizzontali generate dal terremoto (forze che
sare una certa grandezza, oltre la quale gli ambien- ti ricaYatine restano troppo profondi e senza luce, così la pianta puramente rettangolare non sarà rac- comandabile che per piccole altezze. Nel caso che la lunghezza della striscia di teri;eno esiga una lun- ga fronte si potrà aumentare la stabilità del fabbri- cato munendolo nella faccia opposta di frequenti avancorpi, badando però che questi non siano troppo sporgenti perchè non risultino a loro volta deboli, e non troppo lontani perchè il tratto di fabbricato tra essi compreso non si deformi indi-
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pendentemente dalla loro presenza. La sezione oriz- zontale a T semplice o doppia sarà buona per una costruzione, purchè la sporgenza delle ali e la lun- ghezza del gambo non diventi troppo forte di fron- te allo spessore loro. In generale saranno ottime le piante poligonali regolari o pi:essochè regolari, e specialmente se caYe all'interno. In modo parti- colare sarà ottima la pianta quadrata cava, sem- prechè l'ampiezza del cortile interno si mantenga in determrnati limiti in rapporto allo spessore del1P maniche formal1ti il perimetro.
A questa forma di pianta appunto abbiamo data la preferenza, avendo ritenuto, come di buona nor- ma, il fabbricato perfettamente isolato. Ci sia per- messo anzi a questo proposito di insistere sulla ne-
quattro muri verso cortile, da quattro muri maestri sull'asse delle quattro maniche, e da dodici muri trawersali (4 sulle mediane ed 8 in prosecuzione dei muri del cortile), formanti in tutto 32 scomparti quadrati, di m. 6,oo x 6,oo misurati sugli assi, sah-o per 4 cli essi, in prossimità di una delle mediane del fabbricato, i quali furono ristretti, sdoppiandone il loro muro tras,·ersale di separazione, in modo da ricaYare fra ogni coppia lo spazio per una delle due scale che disimpegnano tutto il fabbricato.
Questa noteYol issi ma simmetria è tale certamen- te da tornare di molto giovamento alla stabilità dell'insieme, ed all'economia dell'esecuzione. Essa fu però da noi voluta, più ancora che per tali evi- denti e rileYanti utilità, all'intento di dimostrare co- me non sia necessario posporre le buone norme e le necessità costruttive alla destinazione dei locali, ma bensì, quando si tengano contemporaneamente presenti nello studio del progetto, sia possibile il conciliare le esigenze statiche anche più rigide colla pratica utilizzazione del fabbricato. E' evidente che
\::=l!lli~~~è:~=T~m~im·è;;=~~=;:::;!;::::;;:~~~ il consen·are tale diYisione rigidamente geome- trica non è purto necessario nella realtà, e che lo sfalsare alcuni muri interni, il rinunciare alla scom- posizione in ambienti perfettamente quadrati e tut- ti eguali, può rendere più laboriosa la calcolazione
·~~fEl~~~~~9J,~m;t;Et:;:!;::;:;;::::;~:;:=:::;;=;:;:~~ ciel le di men si on i del I e parti resistenti, men o eco no- m i ca l'esecuzione, ma non compromettere affatto la stabilità.
* *
*ILa razionatissima forma scelta per la pianta ci autorizzò ad attribuire alla costruzione altezze mol- to note,·oli. Si previdero infatti: un piano dei sot- terranei cli m. 3.25 entro terra, elevantesi a m. 4.50 da pavimento a pa,·imento nella parte corrisponden- te al pianterreno sopraelevato : un piano terreno,
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a I to m . 5 . 7 5 i n corrispondenza delle botteghe, emiera stirata.
rivestimento in a. Scala 1 :ioo
cessità che ogni fabbricato sia indipendente dai Yi- cini, a meno che esso sia progettato e costruito collegatamente ccn essi in modo da formare un tutto organico : l'obliare questo precetto può essere
~ausa cli gravi sciagure, ed in ogni caso crea degli rncroci di responsabilità non favorevoli certo al buon esito della costruzione. Lo scheletro del fab- bricato sulla pianta quadrata da noi scelta di metri 36,25 di lato, con cortile interno di 11 -1.)- x I I -
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risulta da quattrc muri perimetrali Yerso Yia, e da
metri 4.50 nella parte sopraelevata di m. 1.25 dal piano stradale; tre piani d'abitazione di m. 4.50 di altezza da piano pa,·imento a piano pavimento:
un'altezza totale del fabbricato quindi di m. 19.25 dal filo gronda al marciapiede, e di m. 22 .50 dal filo gronda al piano delle cantine. Se tali altezze posso- no sembrare im·ero troppo forti, si voglia per con- tro considerare che ogni scossa in qualsiasi senso agisca si può scomporre in due componenti dirette secondo i lati del quadrato della pianta, e che in ciascuna di queste direzioni si trovano per ogni metà del fabbricato tre muri continui della rispetta- bile lunghezza di m. 36,25, e che le zone prossime alle mediane della pianta, i cui muri trasversali hanno solo la lunghezza di m. 12.25, sono collegate, a mezzo cli solai e cli muri perpendicolari di non più di m. 1 1.75 di luce libera, alle due terne di mu- ri paralleli predetti, della lunghezza di m. 36.25 :
RIVISTA DI J\!GEG:<ERJA SA\!lTARIA
non è intuiti,·o che la forza di resistenza cli un taie coassiali, (prossimi ad una m~diana del fabbricato), scheletro può ageYolmcnte fMsi cli grandezza !fil- dai quali si ha diretto accesso alle due scale che
mensa? (situate esattamente sulla detta mediana) Yanno dai
Tutto questo caseggiato Yenn<.:: ritenuto c1rcon- sotterranei al terrazzo, dando accesso mediante cor- dato da Yie : una di queste però si ritenne awsse ridoio agli uffìci-magazz~ni, e direttamente dai pia- importanza maggiore delle altre, o per ampiezza, nerottoli agli alloggi. Tutt'attorno ai sotterranei, o per fr'.;quenza di passaggio, e quindi su quella così Yerso cortile che Yerso Yia, Yenne progettata fronte si idearono le botteghe, e gli alloggi più un'intercapedine, aYente il duplice scopo di serYirc ricchi. Come già si è accennato. il piano terreno a rendere salubri i locali dei sotterranei, benchè non Yenne per metà adihito :i. hottei;rhe, per metà, so- destinati ad abitazione, ed a fornire loro luce ab-
--_...:bonclante: il marciapiede che circonda la casa, così
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Yerso Yia che Yerso cortile, ricopre tale intercape- lciine.I Per quanto la destinazione dei loe<di non rap- jpresenti nel nostro studio che un puro accessorio, /SYolto solo pe:- dimostrare che lo scheletro costrut- ti,·o proposto ~ conciliabilissimo con la destinazi.)- ne pratica di un fabbricato, non saranno forse iw1 tili due parole di illustrazione alle piante prese~1-
tate.
Al piano terreno s1 sono ricaYate 8 botteghe, tut- te approssimatinimente di eguale dimensione (me- Itri 5.52 x 5.60), quattro lungo la Yia principale, lc1ue d'angolo, e due nelle vie secondarie. Tutte,
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eccetto quel le d'angolo, hanno il re la ti YO l oc al e jYerso cortile a formazione di retrobottega; trattan-dosi di locali non destinati ad abitazione, data l'al- ltezza del piano di m. 5.75, si ritenne di poterli cli-
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1n ere pross1mament"e a meta a tezza me 1ante un
!soppalco, ottenendo così un ammezzato, da unirsi
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al retrobottega mediante scala a eh iocciola : in\ · caso che l'altezza degli ambienti così ricaYati Yenga
·1• I giudicata insufficiente in rapporto all'igiene, si po-
ltrà fare che detto soppalco non sia completo per
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!tutta la larghezza del locale, in modo che per la1~;;:. ~--l,.r--T---'r-___.r-_....t.r--'r--.--T--..,.r"--,-.,...-..;t-'"'"rr e i rcolaz i on e cl' ari a si possa ri te n ::-re com e un pian o
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unico. Le botteghe d'angolo a mezzo di scala al ,',. ~ _-.: .
ichiocciola an anno annesso il sotterraneo relatiYo.·,·t ~-l...J..,-,.--Ll"'=c-!--'c-=i"-+"""-"-~2~-:=:::':::-::~-:s;,z;..--==~-=Tiir· ..--4-c_ _ ·:-:'..:_..t ed i due arliacenti sottostanti alle botteg-he e,_;: della
Fig. 6. - Sezione G-H e vista dello scheletro di un muro tra· sversale e pèrimetrnle verso cortile, prima dell'applicazione dcl ri,·estimento in lamiera stirata. Scala 1:200.
praeleYandolo da te(ra, ad uso di uffici e magaz- zeni : ciascheduno dei tre piani superiori venne di- Yiso in sei alloggi: nei sotterranei s; ncaYarono le cantine per gli alloggi, dei locali annessi alle bot- teghe, ed altri riuniti agli uffìci-magazzeni; il tetto piano di copertura dell'edificio Yenne tutto reso ac- cessibile, ed adibito come terrazzo agli alloggi, sia lasciandolo di uso comune, sia scompartendolo, a mezzo cli griglie di separazione, fra i Yad inquiìin;. ll cortile interno, di m. 1 r .75 x 11.75, lasciato in- di,·iso o separato in due parti da una cancellata, yenne disimpegnato mediante due androni carrai
-'<,""""'·ifronte principale (sotterranei d'altezza cli m. 3.25 iecl illuminati ed aereati a mezzo di griglie aperte nel marciapiedi in corrispondenza dell'intercapedi- ne).
ll pianterreno rialzato, sah·o un piccolo.ambiente destinato a portieria, Yenne adibito completamente a fornire uffìci-magazzeni, disimpegnati a tre a tre da due corridoi. e tutti con annessi a mezzo di scala a eh iocciola dei loca I i dei sotterranei (cl i m. 4.50 d'altezza da pm·iìnento a pa,·imento, cli cui 111. 1.25 fuori terra, ed aereati e illuminati con finestre aperte nello zoccolo. e con griglie aperte nel marciapiedi in corrispondenza dell'intercapedine): dei detti 6 uffìci-magazzeni, due risultano da due ambienti caduno al piano terreno, e da due ambienti sotterranei, quattro da tre ambienti al piano tern:·- no, e due nei sotterranei. Le due portierìé, soppal-
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èate. comprendono ognLina t11i locale d'ingresso, un locale a piano terreno, una scala a chiocciola, e due ambienti nell'ammezzato . ....-\! piano terreno si hanno inoltre due cessi nel cortile, ad uso delle bot- teghe e dei poi:tinai, e due cessi nei corridoi, ad uso cl gli uffìci-magazzeni.
"\"el piano interrato, tutti i locali non annessi alle botteghe od agi i u ffìci-magazzen i, Yen nero desti nati a cantine, in modo da aYerne almeno una per al- loggio, disponendole preferibilmente nella parte non sopraeleYata, é ,·erso cortile o sotto l'androne, e disimpegnancl0le a mezzo cli corridoi, i quali forni- scono pure un ingresso indipendente ai locali delle botteghe e dei magazzeni.
In ognuno dei tre piani superiori, come gi~1 s1 è accennato, Yennero ricaYati sei alloggi, due di maggiore importanza Yerso la Yia principale, quat- tro minori nell'altra metà del fabbricato. Ciasche- duno degli alloggi principali contiene tre stanze
da letto di circa metri 5.60 x 5.75, 3.50 x 5.60, 4.00 x 5.75 rispetti,·amente, di un salotto di metri 3 .60 x 5 .60, una camera da laYoro cli 2 .50 x 5 .60, uno studio di 3 .oo x 5 .60, li na sala da pranzo di
:>·t:> x 5.60, tre gabinetti di toeletta di 2.00 x 3.ro,
2.00 x 3.70, 1.45 x 2.00 rispettiYamente, un gabinet- to da bagno di 2.00 x 2.40, un cesso con bagno, due ambienti per persone di servizio, una cucina di 4.00 x 3.65, un corridoio centrale di metri r .50 di lunghezza, che disimpegna tutti i locali (riceYen- done la luce a mezzo di porte con Yetri sn~erigliati), quattro balconi Yerso Yia, ed una balconata Yerso
~ortile. Dei quattro alloggi minori due risultanu ognuno di due camere da letto di circa metri 5.60 x 5.75, e 2.55 x 5.75 rispettiYamente, d'un sa- lotto di m.~.05 x 5.60 e di una sala da pranzo di m. 3.50 x 5.60, d'uno studio cli m. 2.00 x 3.95, di cucina, di cesso con bagno, di un locale per guar- daroba, d'una camera per serYitù e di un Junao
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corridoio : gli altri due constano ognuno di una camera da letto di m. 3 .20 x 5 .60, cl' una sala da pranzo di m. 3.95 x 5.75, d'un salotto di 3.05 x 3.95, d'un gabinetto di toilette di m. 2.25 x 2.65.
d'un bagno, d'un cesso, d'una cucina, d'una ca- mera per serYitù e d'un corridoio cli disimpegno.
A queste piante si pot(à anzitutto osserYare che includono dei locali ti:oppo grandi e dei locali trop- po piccoli. Ciò prO\·iene naturalmente dalla disposi- zione dello scheletro, che Yincola le dimensioni de- gli amhienti, dm·enclosi nell'area quadrata limitata dall'incrocio dei muri portanti ricaYare un solo ambiente, OYYero ottenerne subito due. A noi pare che la pianta presentata riduca abbastanza tolleni- hile questo incom·eniente : certamente un miglior studio permetterà di risoh·ere anche mecrlio le ·dif-
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flcoltà, e forse a ciò gi0Yer~1 anche l'aumentare an- cora alquélnto le dimensioni degli scomparti .
Un secondo appunto potrà essere mosso per ia difficile utilizzazione dei quattro quadrati corrispon- denti agli angoli del cortile. Tali angoli an ebbero forse potuto essere utilizzati per le scale, ma con ciò
se ne ,·eniYano a creare quattro là doYe due poteYa- no essere sufficienti: così quali risultano nelle pian- te Yennero utilizzati per locali secondari, i quali meno risentano la mancanza cli luce ed aria diretta.
~on ci nascondiamo però che le disposizioni da noi segnate poss.ano non essere le più perfette, e pos- sano contran·enir.e a quei sani precetti d'igiene, che è bene Yengano sempre rispettati. :\Ia noi notl ci siamo a lungo fermati su tali considerazioni per l • ragioni già elette, che le disposizioni di pianta non sono per noi che accessori : non pare clifficite il troYare i ripieghi. Il più radicale, applicabile parti- colarmente agli alloggi maggiori, sarebbe di aboli- re le suddiYisioni di tale scomparto, e destinarlo tutto ad una grande anticamera di disimpegno: ciò eYiterebbe l'uso anche abusi,·o cli locali igieni- camente non consigliabili; un altro ripiego sarebbe d'unire almeno in parte queli'area al locale toilette- studio, facendo non riYestito che in parte il muro maestro cli separazione (data la forma da noi attri- buitagli), lascianclO\·i delle aperture non chiuse da porte; on ·ero il fornin·i luce ed aria coll'utilizzare una delle finestre dei locali cucina, come si fece per un cesso; ed infine si torr.ebbe l'incoll\·eniente de- stinando i locali ricarnbili in quel punto od a toillette, od a bagni, od a guardaroba, ripor- tando le camere per le persone di ser.Yizio in quaI- cuno dei locali più piccoli ma con luce diretta. Sono perfezionamenti facilissimi ad introdurre, e che non intaccano per nulla la natura del progetto, e la sua ragione di ess~re, ch'è essenzialmente cli studio e cli dimostrazione. ( Conlim1a). Ing. N"ovnu.
LA STAZIO"\"E SPERL\IENTALE
DEL
COì\IITATO CEi'\TRALE DELLE :\IINIERE DI C . ..\.RBO)J FOSSCLE A LIEVI~.
Kelle pagine della nostra Ri·vista (N. 2-1909) compan-.ero già alcuni cenni intorno a questa im- portantissima istituzione ed agli studi relatiYi alla causa ultimamente scoperta dei disastri tanto gravi e tanto frequC'nti: le poh·eri cli carbone. Ora siamo in grado cli dare una più dettagliata descrizione di questa stazione cli proya e noi crediamo far cosa utile e grade,·ole ai lettori, ripigliando l'argomento e riportando tutte quelle notizie che più ci sembra- no interessanti.
Profondamente colpiti dalla catastrofe di Cour- rières non solo per la graYità delle. sue conseguen- ze, ma per il mistero delle sue cause, le Compagnie
111 i nerarie francesi si proposero lo studio accurato e sperimentale clell'inAuenza delle poh·eri negli
RIVISTA DI INGEGNERIA SA>JITAIHA
scoppi in miniere; si an ·idero subito che le spese necessarie sarebbero state enormi e la bellissima im- presa sarebbe stata àbbandonata se il Comitato Centrale delle miniere di carbon fossile non avesse preso l'iniziati\·a di fondare, a sue spese, una sta- zione di pro\·a ove \·enissero studiate tutte le que- stioni relatiYe alla sicurezza nelle miniere .ed in modo particolare quella della propagazione delle fiamme a mezzo delle poh~eri, sperimentando i di- Yersi metodi di difesa contro questo graye pericolo.
Il programma stabilito all'inizio era questo:
1 .0 Studiare l'infiammabilità delle poh·eri di car- bone, le condizioni in cui le fiamme si propaga- no ed i mezzi di combattere il pericolo delle poh·eri stesse;
2.0 Studiare la sicurezza dei yarii esplosivi in presenza del grisou o delle polveri e dei diversi mezzi per l'adescamento delle mine.
3.0 Studiare la sicurezza delle lampade da mi- niera e degli apparecchi elettrici che possono esse- re usati nelle miniere stesse;
4.0 Studiare gli apparecchi di salvataggio;
5.° Costituire un laboratorio per lo studio scientifico e pratico di tutte le questioni interessan- ti la sicurezza delle miniere.
6.° Far ricerch,e all'estero, specialmente in oc- casione dei grandi disastri minerarii, riportandone tutte le ossei:\·azioni utili alla risoluzione delle que- stioni indicate.
Come si Yede, Yasto e seri-o programma, alla rea- lizzazione del quale si sacrificarono 350.000 lire per il primo impianto, bilanciando una spesa annua di j5.ooo lire. Certamente, finora poco si è fatto; ma le ricerche sono lunghe e complicate ed è assai me- glio procedere con lenta calma e con metodo rigo- roso, anzichè YOler trarre subito da pochi esperi- menti, conclusioni poco serie e niente attendibili.
Ed è appunto per questi procedimenti metodici e per la cura che ha avuto l'ing. Taffanel di Yisita- re, prima d'intraprendere la costruzione dello sta- bilimento di Lie\·in, gli analoghi impianti esistenti all'estero, che la Francia possiede la migliore sta- zione di prorn, l'unica anzi che permetta di iniziare studii e ricerche sconosciute finora.
Da ben trent'anni si sostiene in Francia una Yera lotta contro il graYe pericolo del grisou e si è rag- giunto in questo cam'po un grado di perfezione da cui sono ancora ben lontane molte delle altre nazio- ni aYenti miniere inquinate da questo pericoloso gas. Si è cercato in Yario modo d'imp.edire al gri- sou di accumularsi e di accendersi, perfezionando in modo continuo le lampade di sicurezza e proi- bendo colla massima se\·erità l'uso, nelle miniere contenenti il grisou, G.,i qualsiasi lampada diYersa dai tipi debitamente i).i;oYati. Anche nella scelta e nell'uso degli esplosiYi furono eseguiti Yasti e ac-
curati studi coadiuYati da serie ricerche sperimen- tali.
Fortunatamente tutti questi sforzi non riuscirono
\·ani e la Francia non registra nei 14 anni trascorsi fra il disastro del pozzo della :\fanifattura e quello di Courrières, che una sola esplosione con più di 9 Yittime, dimodochè la percentuale di Yittime del grisou che era nel 1889 di 20,3 per 10.000 operai, discese negli anni 1902-1905 al 0,26 per anno. E ciò è ancor più ammireYole se si fanno confronti colle altre nazioni, in cui le percentuali raggiungono Ya- lori molto più eleYati : così nel Belgio si ha 1 ,oG per 10.000 operai, in Russia 1,49 e finaimente i11
Inghilterra r ,20.
Con questi buoni risultati, gli ingegneri francesi poteYano, a buon diritto, sperare di aYer Yinto il grisou, quando an ·enne il disastro di Courrières;
sorse allora il dubbio che una nuoYa causa s1 do- yesse ricercare i:ielle esplosioni e col dubbio, la ne- cessità di studia ria e di Yi ncerla.
Le osserYazion i sul disastro di Cou rrières han no dimostrato chiaramente quale sia questo nuo,·o pe- ricolo ed il Consiglio generale delle :\liniere dichia- rò che se non era possibile di stabilire esattarnente la causa iniziale determinante la catastrofe, era però proYato che la sua estensione era don1ta al propa- garsi dell'accensione delle poh·eri. Veramente non si ignoraYa che le poh·eri pote\·ano, con graYe pe- ricolo, infiammarsi, ma gli accidenti di tal genere erano sempre stati rari e di lievi conseguenze e d'al- tra parte era razionale ammettere che se una esplo- sione di grisou aYYeniYa in una galleria piena di poh·ere, i suoi effetti erano resi più graYi per la di- stillazione e la combustione delle poh·eri stesse. :\Ia questo appariya come un'aggra\·ante secondaria mentre sembraYa giusto Yolgere tutti gli sforzi con- tro il grisou. Qualche ingegnere giungcya perfino a di e che, accese le poh·eri in causa di un colpo di grisou o dello scoppio degli esplosiYi. poteYa l'ac- censione propagarsi OYunque Yi fossero poh·eri in quantità ed in condizioni fa\·ore\·oli, proYocando u- na specie di esplosione anche senza grisou; ma non ci si credern, perchè nulla di simile era mai avve- nuto; il disastro di Courrièi:es del 1906 e quello più recente di :\Ionongah, agli Stati C niti hanno pro- Yato che il pericolo delle poh·eri di carbone esiste e non è men graYe di quello del grisou.
Pochi mezzi si conoscono per difendersene e quei pochi non troppo efficaci : l 'inaflìamen to delle gal- lerie che è praticato, anzi reso obbligatorio in Ger- mania da parecchi anni importa una spesa rileYante e la sua poca utilità si è dimostrata nel gennaio 1907,
quando nella miniera di Reden aYYenne un'esplo- sione di grisou. le cui conseguenze furono di mol- to aggravate dalla presenza delle polYeri. C'è poi un graYe incoll\·eniente: l'umidità apportata dai
GALLERIA PRIKCIPALE:
a Massi in mura~ura - b Fondo smontabile - k Mortaio - f Estremità aperta - g Paratoia
·di difesa pel ventilatore.
GALLERIA DEL VENTILATORE:
e Passaggio - h·p Condotture d'aria compressa - r Galleria · j Trasportatore.
GALLERIA SECONDARIA:
c Massi in muratura - k' Mortaio · d Camera d'esplosione.
GAS0:\1ETRO e STABIUMENTO Principale:
1 Osservatori0 - 2 Sala delle macchine - 3 Sala di prova delle lampade - 4-5 Gazometri - m Condotta d'arrivo dd gaz - p Condotta dell'aria compressa - 6 L:iboratorio chimico
7 Sala di riunione - 8 Uffici.
Fia.7
;: ~ ·.:s,.::..:.-:::.:-::: .. ::::'.,::.·.::::·
F ig 2 .
Fig.4
Fig.5
Fig.f
·· Fig. 3 - A abitazione del custode;
B deposito carbone.
Profilo longitudinale secondo A, B, C, D, E, F, G Ing. E. S. - L\ STAZIO:ZE ~PERìMe;TALE DEL COMITATO CENTRALE DELLE MJ)\IERE
DI C:\RBO~E FOSSILE A LIEVIN.
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Rivista di Ingegneria Sanitaria, Anno V, 1909 - ~. 13
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continui inaffìamenti favorisce lo sYiluppo dell'an- chilostomiasi o anemia dei minatori; in terreni poi non troppo consistenti fa sorgere anche il pericolo di frane. Pec tutte queste ragioni, in Inghilterra e nel Belgio non si pratica ancora l'inaffìamento; da qualche tempo si è proposto di mescolare a quelle di carbone, altre polYeri inerti, quelle di schisti ad esempio, in modo di formare in alcuni punti delle cortine di polvere incapaci di accendersi per cui la propagazione resta impedita.
Tutti i mezzi proposti non possono assumere Ya- lore se non Yengono controllati da numerose e va- ste esperienze; alcune proYe erano già state fatte, prima del disastro di Courrières, sul modo d'in- fiammarsi delle po!Yeri sospese nell'aria o deposi- tate sul luogo; ma nessun sperimentatore poteYa possedere i mezzi e le condizioni necessarie per stu- diare le leggi del propagarsi delle fiamme attra- Yerso le poh·eri. Ora non basta studiare l'infiam- mabilità delle poh·eri, perchè non si potrà mai di- struggere il rischio di un'esplosione di grisou che prO\·ochi la !oro accensione; per quanto perfezionate siano le lampade, i mezzi di aerazione, le precau- zioni relatiYe agli esplosivi, una causa accidentale qualunque può produrre un'accumulazione di gri- sou e la relativa esplosione. Occorre quindi cercare cli difendersi contro la propagazione di queste ine- Yitabili esplosioni locali e a tal uopo sono neces-·
sarie esperienze in grande, non possibili che in u- no stabilimento perfezionato come quello di Lievin.
È questo situato fra LieYin e Lens ed occupa un area di circa 560 metri per 70, su cui sorgono (fig. r) una galleria principale di esperienze l\I; una pic- cola galleria N per lo studio particolare degli esplo- siYi; un corpo cli fabbrica
J
O\;e si trO\·ano gli uffici, il laboratorio e parecchie macchine; un'officina P per macinare il carbone, situato accanto alla galleria principale; una tettoia R pel carbone; due gazo- metri G, H pel grisou; l'abitazione Q pel custode. La galleria principale per le esperienze misura o- ra 65 metri di lunghezza, ma sarà in quest'anno pro- lungata fino ai 500 metri e munita delle necessarie ramificazioni; la parte già costrutta (fì.g. 2) è costi- tuita cli due tratti; il primo AB lungo 30 metri è in cemento armato; per gli altri 35 metri B C si so- no prm·ati cliYersi metodi cli costruzione per Yedere quale offre maggiori garanzie di resistenza. I co- struttori di questa galleria si sono proposti cli rea- lizzare il più possibile le condizioni di una miniera, abolendo ogni Yah·ola Yerso l'esterno in modo eh-::le pressioni delle esplosioni si comportino nelle gal- lerie di esperienze come in una miniera durante una esplosione sotterranea.
I primi 30 metri sono ben disimpegnati e vi si troyano numerose spie; la sezione (fìg. 6) è trape- zoidale per poten·i inserire dci quadri da miniera e
Yederne l'effetto sulla propagazione delle esplosio- ni. Questo tronco è in cemento armato ed ha uno spessore da 18 a 22 centimetri, con dei contrafforti spessi 57 centim. e distanti l'uno dall'altro m. 1,50; per l 'armatura si han no sei sbarre di acciaio di 30
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di diametro e tre di 16n x ll
che, ad ogni con- tra'forte, girano tutto intorno alla sezione; inoltre numerosi ferri collocati secondo il sistema Henne- bique sen·ono ad armare le pareti nei tratti compre- si fra i contrafforti; il calcolo fu fatto per una pres- sione di 4 Kg, per centimetro quadrato.L'altezza libera è di 1,85 ,la larghezza di I,40 al soffitto e di 1,60 al paYimento; nel cemento sono collocati dieci spie in vetro armato di 30
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11 cli spes- sore, posti a mezza altezza della parete che confina colla sala di osseryazione; se ne ha un numero mag-o
~ig. I.
G Gasomc:tro pel grisou di 300 mc, · H Gasometro pel grisou di 25 mc. -J Stabilimento principale - M Galleria princi- pale · ~ Galkria secondaria per lo studio degli esplos:vi - O Galleria del ventilatore - P Laboratorio per la macina- zione del carbone - QAbitazione custode -R Deposito carbone
giare Yerso la testa della galleria OYe d'ordinario incominciano le esplosioni per poter seguire i feno- meni che accompagnano l'inizio delle esplosioni stesse. Al di là dei 30 metri, l'osservazione diretta diYenta troppo difficile e Yi si sono sostituiti alcuni apparecchi registratori per misurare la lunghezza delle fìamme ed il loro progr.edire. Sulla lunghezza di 35 metri furono sperimentati di\·ersi modi di co- struzione: si usò dapprima il legno disponendolo in quadri da miniera rinforzati con numerose squa- dre in ferro (fìg. 4 e 5), ma sotto un rile,·ato di 1 ,50, ogni cosa subiva pericolosi spostamenti, per cui si do,·ettero adottare quadri in ferro, usando anche
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ferri a I di grande sezione ed a\·vìcinando rnoito i quadri. Benchè queste costruzioni abbiano, col- l'aiuto di alcune riparazioni, ..resistito alle esperien- ze del 1908, si è deciso di costruire la nuoYa parte di galleria in cemento armato. La galleria può es- sere aperta alle due estremità o ad una sola, essendo munita (fig. 2) di un fondo b smontabile formato da traYi quadre di 30 centimetri di lato addossate le une alle altre e solidainente appoggiate a due grandi blocchi in muratura c.
Le esperienze che si debbono eseguire a LieYin sono in g(an numero e ciascuna di esse richiede un tempo piuttosto lungo, per la pulizia necessaria do- po ciascuna operazione ed i preparati,·i per la po- sa delle poh·eri, tant'è che nel tratto ora esistente di 65 metri se ne possono fare tre al giorno e me- no ancora se ne potranno compiere quando il tronco da spazzare e da Yentilare sarà cli 500 metri. Perciò la grande galleria cli cui parbmmo è interamente adibita alle esperienze sulle poh-eri e se ne è co- struita un'altra assai più corta per lo studio cli tut- ti gli altri problemi ed in special modo di quelli che si riferiscono alla sicurezza degli esplosiYi in pre- senza del grisou e delle poh-eri. Questa galleria è situata fra quella in cemento armato e la sala di os- s.errnzione ed è costituita dai corpi cilindrici di tre ,-ecchie caldaie di due metri di diametro, disposte in modo da formare un tubo lungo 15 metri; della prima caldaia non si è tolto il fondo che forma il fondo stesso della galleria ed inoltre la si è riYe- stita internament.-:~ cli uno strato in cemento armato che sen·e a proteggere la lamiera cli ferro contro i col pi delle esplosioni.
Come abbiamo detto, è necessario, in seguito a ciascuna esperienza, scacciare dalla galleria i pro- dotti della combustione e si è quindi pronristo ad una Yentilazione meccanica, colla quale si può rag- giungere una Yelocità di circa 3 metri al secondo.
Un ventilatore Rateau .. (fig. 2) permette di soffiare da 8 a 9 mc. di aria al secondo sotto una pressione di 15 centimetri d'acqua, introdotti attraYerso la galleria in muratura r; in questa un passaggio e permette cli introdursi nella ga!Leria principale. Per impedire ogni deterioramento del Yentilatore per le esplosi"oni, si lascia cadere tutte le ,-olte che si ri- tiene necessario, la paratoia g che toglie ogni co- municazione colla galleria degli es peri men ti.
Per alcune proYe si consuma grande quantità di poh-eri, queste poi debbono essere rin noYate ad ogni operazione perchè intimamente modificate per la distillazione e la combustione subita. Si fanno quindi Jayoi;are di continuo i due macinatori di cui è pron·isto lo stabilimento : il primo E non sen-e che a spezzare grossolanamente il carbone, mentre il secondo F è un poh·erizzatore del tipo .-\lsing a moYimento discontinuo ed è essenzialmente co-
stituito da un cilindro in cui la sostanza da maci- nare gira in mezzo ad un 'infinità cli cilindretti cli acciaio; si ottiene così in bre,·e tempo una finissi- ma poh·ere, cbe si dispone in ,-ario modo a seconda delle esperienze. In alcun,e cli queste, si cerca di realizzare le stesse condizioni esistenti nelle minie- re, spandendo a mano le poh-eri sul suolo della galleria; in altre pro,·e occorre procurare una nu- vola di poh·ere e a tal scope accanto ai macinatori è collocato un iniettore in cui insieme colle polveri è soffiata dell'aria compressa. Il tubo che porta la poh·ere penetra nell::i. gall ria un po' al cli là della bocca del Yentilatore Rateau, per cui la nube cli poh·ere si espande in mezzo ail'aria eh questo mancia in galleria e la cui Yelocità impedisce alla fin issi ma poh·erP. cli depositarsi. Quando la nube polverosa ha riempito la galleria, si fa scendere la paratoia g, e si può far an·enire l'esplosione senza che il Yentilatore corra alcun perico.lo.
Compiuto l'esperimento, per pulire la galleria, qualche YOlta la si spazza semplicemente, avendo cura di procedere nel senso della corrente d'aria in moò.o che le poh·eri solle,·ate non disturbino gli operai e Yengano facilmente spinte Yerso l'uscita;
talora questa operazione non basta, occorre proprio soffiar Yia tutta la polver~ e a tal scopo si troYa lungo la galleria una condotta d'aria compressa, a cui gli operai possono attaccare com·enientemente dei tubi coi quali scacciano i fini granelli eia tutte le ca\ ità della galleria, sempre procedendo Yerso l'uscita di questa.
L'accensione cl Ile poh·eri può essere proYocata o dallo sparo cli esplos!,·i o dall'esplosione ciel grisou; nel prinìo caso si fa uso cli un mortaio. Se ne posseggono due a Lie,·in in acciaio, con anima cilindrica e con parecchie fasciature in ferro; quel- lo meno resistente ha un'anima cli 600 mm. cli dia- metro e può sopportare una pressione cli 7500 kg. per centimetro quadrato; l'altro resiste i1wece a
15.000 kg. per cent. quadrato ed ha un'anima lunga 1,20 e di -io mm. cli diametro.
Queste enormi resistenze sono necessarie per lo studio delle cariche limiti di esplosiYo in presenza del grisou e delle polvei:i ed i due cliYersi mortai sen·ono per studiare l'inAuenza su queste scariche limiti df'i Yari i diametri cieli' anima.
11 mortaio può essere e !locato in un punto qua- lunque della galleria, ma con vien.e spesso porlo nel fondo chiuso cli questa (fìg. 2) clO\·e, a mezzo d'una guida cilindrica di acciaio, si può situare all'altezza Yoluta fra le traù sonapposte che costituiscono il fondo mobile della galleria; il mortaio rapresenta così un Yero foro da mina; per impedire poi l'effet- to ciel rinculo esso è mantenuto fermo da robusti pezzi di legno, appoggiati fortemente ad alcune sporgenze dei massicci cli muratura laterali.
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA .::01
Per procedere all'accensione delle poh·eri coll'e- splosione di gi:isou, occorre preparare la camera Ji esplosione e ciò si fa nei primi cinque metri della galleria principale, prima della gaUeria r ciel Yen- tilatore, isolandoli del resto con un diaframma di carta da imballaggio cbe forma una parete suffi- cif'nt mente impermeabile al gas. In questa camera si manda, per mezzo ciel condotto q cli diametro in- terno uguale a 100 11/ ,11, una miscela nelle proporzio- ni Yolute. di grisou e di aria, miscela che penetra da orifici collocati nella parte superiore della camera e può uscire da altri fori praticati nella parte infe-- riore. Quando J'intr ,cluzione ha durato un certo tempo, determinato empiricamente, si osserYa che la miscela che esce dai fori inferiori contiene la stes- sa percentuale di grisou cli quella che entra; si è così certi che nella camera esiste un miscela omo-
Fig. 8 Doppio ventiiatore Rate:rn che fornisce l'ari:i compressa.
genea e di proporzioni volute. Con questo proce- dimento si può riempire non solo la camera d'e- splosione, ma anche tutta la galleria con una mi- scela contenente ad esempio I o 2
%
di grisou e s1 ha così modo cli studiare lo sviluppo dei colpi cli poh·eri in un ambiente che contenga un po' cli quel gas.li grisou usato nelle esperienze proYiene dalle miniere cli LiP.Yin utilizzando due sorgenti alla prO·· fonclità cli 526 m.; i due tubi si riuniscono alla base del pozzo in un unico canale m, che sale e poi i dirige Yerso la stazione di esperim.ento. Il cle- Ausso totale cli grisou fu nel 19::>8 quasi costant - rn nte cli 75 mc. al giorno; il gas è quasi puro, con- tiene circa il C)O
%
cli farmene: il resto è azoto con traccie cli ossigeno e anidride carbonica. Per la sua purezza esso è mo! to leggero e sui 500 111. di cli si i- Yel lo possiede una forza cli ascensione misurata da250 mm. d'acqua; per impedire depressioni sul fon- do della canalizzazione, e quindi dannosi richiami d'aria attraverso i giunti imperfetti, bisogna op- porre una certa resistenza alla sua uscita alla su- p rfìcie del suolo. Si fa dunque gorgogliare il gas attra,·erso /, prima d'immagazzinarlo in~ un gazo- gpno [4] cli 300 mc. donde pel condotto n, Yi~ne por- tato in un gazogeno [5] a carico Yariabile e di 25 mc. cli capacità. Sulla campana cli questo sta un reci- piente in cui una pompa elettrica può spingere l'ac- qua necessaria ad ottenere sul grisou la pressione voluta.
Per ottenere una miscela di composizione deter- minata, si soffiano quantità debitamente regolate di aria e cli grisou in un mescolatore costituito da un tubo cli grisou posto sull'asse ciel tubo d'aria e mu- nito di piccoli fori disposti ad elica che cacciano il
ZIOn!
dà il getto
grisou in mezzo all'aria mescolandolo con- Yenientemente. Si regolano le quantità delle due sostanze per mezzo cli due piccole para- toie; per misurare il deflusso, sulle condotte è intercalato un diaframma che determina una perdita cli carico tanto maggiore quanto più forte è il deflusso e questa perdita cli ca- rico è misurata da un manometro differen- ziale.
li comando della esplosione aYYiene nella sala cli ossen·azione ed è fatto elettricamen- te; in questa sala si troYa tutto il personale al momento dell'esplosione, intento ad osser- Yare il procedimento attraYerso i Yetri delle fessure che mettono in comunicazione la sala colla galleria.
:.[olti e svariati sono gli appai:ecchi cli mi- sura e di registrazione: per determinare la pressione nell'interno della galleria, si fa uso cli un apparecchio che racchiude un ci- lindretto cli rame; questo colle sue climi nu- di lunghezza, misurate al centes. di secondo Yalore deila pressione massima a cui è sog-- lo stantuffo del cilindro in cui esso è
coli~ -
cato; per le piccole pressioni, al cilindretto di rame ,-iene sostituita una lamina cli piombo in cui può penetrare una biglia di acciaio; coll'aiuto cli una tavola, si può calcolare dalla profondità dell'im- pronta, il Yalnre della pressione massima.
Per mi su rare la velocità cli propagazione della fiamma, durante le prime esperienze ci si accon- tentò di cronometrare, al quinto di secondo. il tem- po impiegato dalla fiamma a percorrere tutta la gal- leria; ma ora fu fatto costruire un cronografo r~gi stratore \iV eiss. Esso è essenzialmente costituito eia un tamburo che gira con ,-elocità costante e sul quale vengono r.egistrati le Yibrazioni cli un cliapa- sc11 e una se(ie cli segnali elettrici; si registrano gli istanti in cui le fiamme passano in diversi punti
~02 RIVISTA DI JNGEGNER!A SANITARIA
determinati dalla galleria, facendo rompere in cia- scuno di questi punti un circuito elettrico per mezzo della fiamma stessa; ciascuna rottura di corrente
sar~1 registrata dall'apparecchio.
La stazione di Lih in possie<le anche un appa- recchio per pro,·are la sicurezza delle lampade ed il concetto a cui questo si ispiraYa è assai più pratico di quanto si fa negli altri stabilimenti simili. Di so- lito la miscela di aria e grisou in cui la lampada è provata, si forma per aspirazione di modo che la lampada Yiene a troYarsi in un ambiente a pressio- ne inferiore di quella atmosferica. Siccome inYece nelle miniere. tanto più in quelle profonde, si ha una pressione sensibilmente superiore all'atmosfe. rica, può an·enire che una lampada dichiarata si- cura alle prm·e, non si manifesti tale all'atto pra- tico . .-\ Lih in si forma la miscela, soffiandola e si ha così l'altro Yantaggio di avere facilmente il tubo mobile intorno ad un asse orizzontale il che permet- te di dare alla corrente d'aria tutte le inclinazioni possibili.
L'aria compressa necessacia per l'iniettore di pol- ,·eri, per la pulizia del!·~ gallerie, pel mescolatore d'aria e grisou. e per l'apparecchio di proYa delle lampade ,-iene fornita da due turbine Rateau (fig. 8) le quali, comandate direttament<:: eia un motore elet- trico di 20 KvV., girano colla Yelocità cli 50 giri al secondo e possono funzionare insieme o seperata- mente l'una dall'altra. Nella sala accanto a quella delle due turbine si ha la stazione cli trasformazio ne dell'energia elettrica che. fornita dalla Offìcina Crntrale delle "\1iniere cli Lih in, alla tensione di 5000 \\·olts. Yiene distribuita a 1 ru "·olts pei cliwr-;i servizi.
,~\I prime piano dell'edificio prinripale (fig. 2) si hanno il labo_ratorio cli chimica per le analisi dPlle poh·eri, dei gas prima e dopo le esplosioni; una sala di riunione con una biblioteca in cui pos- sono andare a studiare gli ingegneri che si intere5- sano delle .questioni trattate a Lihin, e gli uffici.
Le prime esperienze eseguite nello stabilimento di cui abbiamo dato un bre,·e cenno, mentre inse- gnano che lunga è la strada da percorrersi e eh·~
lente e rigorosamente metodiche debbono essere k proYe, permettono tutta,·ia di spiegare qualche fat- to generale.
E' provato che le poh·eri di carbone possono pr )- pagare un'esplosione per qualsiasi causa Yerifìca- tasi, ma questa propagazione non è continua : aY- Yiene p,er esplosioni successiYe e distinte. La atti- tudine delle poln ri a determinare questa propaga- zione come la Yelocità della propagazione stessa di- pendono da molti coefficienti: sembra che una grande quantità di sostanze Yolatili, contenute nel arbone, aumenti l 'esp I osi ,-i tà delle poh·eri. men tre
la pr'.:!senza cli poh·eri schistose, anche in piccola quantità, di molto la diminuiscono.
1 n tutte le esplosioni clo\"l1tc alle poh-eri, si os- sen·ano due fenomeni: uno, puramente meccanico: il so!Je,·amento delle poh·eri; l'altro chimico : la combustione; il secondo per ,·erificarsi ha necessa- riamente bisogno del primo.
L'onda cl,·~ll'esplosione iniziale si propaga c0:1 una Yelocità uguale almeno a quella del suono :~
solJc,·a dinanzi a sè la po!Yere, la fiamma aYanz.:1 con una ,·elocità inferiore e i1weste la nube che
:::i
prec,c·de; nelle condizioni più fayore,·oli, la fìamm.1 si propaga in ragione di 80 metri al secondo. !I massimo effetto calorifico d'una esplosione di po!- ,·eri si ha quando un mc. cli aria contiene 1 12 graff:- mi di poh·eri di carbone col 30
%
di sostanze \"Olatili, ma si hanno ancora delle Yece esplosioni an- che nei casi limiti cli 50 e 900 grammi.
Cn colpo di poh·eri è più ,-iolento nell'aria secn che in quella umida; un tratto umido e priYo di poh·ere lungo 30 metri lascia ancora passare Li fiamma di un colpo prodottosi sulla lunghezza pur:!
cli 30 centimetri ma pieno di poh·ere.
La proporzione di ossigeno 'libero dopo l'esplo- sione diminuisce colla densità delle poh-eri; restan~'
sempre ck l carbonio e dell'ossigeno non combinati e si ha combustione completa con consumo totale cli ossigeno soltanto nel caso cli 225 grammi o pii', cli poh·eri cli c:i.rbone cli Lihin a 30
%
di se. tarn:c·rnlatili.
Quando le poh-eri cli carbone contengono più del 47
%
cli poh·eri schistosC', l'esplcsione iniz.ale si propaga con una YelociU1 tanto minore quanto ma~giore è la quantitù cli schisto e le fiamn~e ::cpo un percorso su fficicn tC!ne~ te I u n~o. si spengono; qua n- clo poi le scstanze schistose si trO\·anc 1~.:,lla prc;- porzione dd 62
%,
non si ha nemrr.cno più· unn Yera esplosione.iguardo poi ai prewnire le esplosioni iniziali ..
nulla cli nuoYo si è ritro,·ato, si è confermata la Il(:'··
cessità cli caricare bene e con ogni cura le mine. Re- lativamente alla sicurezza delle lampade, non si hanno ancora risultati attendibili, ma si c.ontinua- no le ricerche e le esperienze, sperando cli trarre si- cure deduzioni, cli cui daremo conto ai nostri lettori.
fng. E. S.
COLONIA DIPIEGATJ DELLA
SOCfETÀ . ..\:'\O:'\L\lA FRIEDRTCH E.RCPP
IN R ETNH.-\CSEN.
Alla numerosa serie dei progetti di case per im- piegati. progetti note,·olmerÌte differenti gli uni da- gli altri e per' concetti informatori e per esecuzio- ne, che abbiamo portato a conoscenza dei lettori
RIVJSTA DI Iì\GEG;-JERIA SANITARIA
della Rivista, siamo lieti cli far seguire nel presente numero un cenno clescrittiYo, accompagnato da piante e figura d'insieme, sopra un nuOYO interes- sante tipo d'abitazione per impiegati. Poichè fra le questioni costrutti,·e che hanno intimo rapporto col- l'economia e coll'igiene, la più importante ed in-·
teressante per attualitò è, nel pensiero di quanti studiano questi argomenti. quella riguardante l case per impiegati, questione che è diYentata oggi una vera preoccupazione sociale. Risolti infatti,
Veduta fotografica delb costruzione
nei grandi centri almeno, i pit'.1 urgenti problemi dell'abitazione per le classi operaie. s'impone ora colla maggior graYità la questione della ca a salu- bre ed a modico prezzo, che soddisfaccia alle esi- genze di Yita e corrisponda alle modeste entrate di una famiglia d'impiegato.
l:na serie di abitazioni del tipo che descriYeremo. sah·o alcune Yarianti di poco momento intese ad eYitare ogni monotonia. costituisce ai nostri giorni, nella città di Reinhausen, una ,·era colonia cli im- piegati addetti alla Società Anonima Frieclrich Krupp; la quale, dopo aYer pron·eduto, com'è no- to. alle case operaie, ba così risolto con non mino- re successo e fortuna l'analogo problema per ri- spetto agli impiegati ed alle loro famiglie.
La Società, disponendo di ragguardeYoli esten- sioni cli terreno, ha dato la preferenza, con molta ragione,·olezza, ad un tipo di abitazione tale che ogni ca a alb rga una sola famiglia, ed è circondata da un piccolo giardino cintato. Dato questo con- cetto, si comprende subito che i due piani, dei quali consta l'edifizio, contano ciascuno poche camere, in rapporto alle esigenze economi che cli costruzione;
ma esse sono, come si Yedrà, così conyeniente- mente disposte e collegate da poter soddisfare an- che alle necessità d'una famiglia piut- tosto numerosa.
Al piano terreno alquanto rialzato si accede per una porta munita di tettoia, dal disegno assai semplice. ma aggra- ziato e d'una certa eleganza: l'atrio d'ingresso e l'anticamera, disposta nel- la parte centrale della pianta, comuni- cano per un lato co!Ja cucina, per l 'al- tro con un ampio salotto; infine, il pro- lungamento ad angolo de!Jo stesso in- gresso conduce alla scala d'accesso al piano superiore . . .\Ila cucina, che pos- siede un'ampia finestra aprentesi sulla , facciata tessa in cui è rica,·ata la porta d'ingresso, sono annessi un camerino per deposito delle Yi,·ande ed un am- biente per disimpegno, i quali, benchè di piccole dimensioni. hanno tuttaYia abbondante luce ed aria, essendo cia- scuno munito di finestra propria.
li salotto comunica con la stanza di soggiorno. illuminata ad esuberanza da una inY triata a quattro faccie, che oc- cupa l'ang .Io esterno dell'ambiente, formando all'esterno un eleganL aYan- corpo. La camera da pranzo, che giu- stamente è la più ampia fra quelle che formano il piano terreno, ha luce òa due finestre con disposizione originale e po siede tr porte: due cli que te immettono nel alotto di soggiorno e nell'ingresso; l'ultima, di a . ai grande apertura, in una ,-eranda, alla quale si può direttamente accedere dall'esterno per mezzo di comunicazione laterale. Veramente incloYinata è la disposizione della cam~ra da pranzo e della '" - randa; poichè l'ampiezza della poeta d'accesso fra l'una e l'altra fa sì che le due stanze formino C]Ua.-i un solo grande ambiente, ricco cli finestre a varia dimensione e comunicante, per ,·arie aperture, coi r stanti locali del piano terreno.
Abbiamo già sopra accennato alla scala, che par- ndo dalla stanza d'ingresso adduce al primo pia- no. Anche in questo la scala stessa sbocca in una anticam ra sufficientem~nte ampia, la quale ha il