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DI INGEGNERIA SANITARIA

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Academic year: 2022

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ANNO VI, . 7· ·toJ<I •o, 1° Aprile 1910 .

R l V I S lA .,.. .,. .,.. .,.. .,. .,.. .,..

DI INGEGNERIA SANITARIA

È riservata la proprietà le/lerarirt ed arltstica degli articoli e di-

>egni pnbblicati uella RI\'ISTA DI 1:\GEG::-IERIA SA:-;!TARIA.

MEMOI\IE . 01\IGINALI

I SANATORI DI BLIG. ry_

ì\'ell'adunanza dello scorso maggio alla Società di medicina pubblica, il dottor Guinard, trattando dei sanatori popolari, della loro costruzione, ciel loro impianto e funzionamento, diede ampii parti- colari sull'istituto recentemente costruito a Bligny : riportiamo ai nostri lettol;i qualcuna fra quelle In- teressanti notizie.

I sanatorii eli Bligny sorgono sul limitare eli un grande parco, tenuto a bosco, ad ·un'altitudine di r85 metri, sull'altipiano che domina il Yillaggio di Fontenay-les-Briis; si trovano quindi in aperta cam- pagna, benchè non distino che 25 Km. da Versail- les, e 40· circa da Parigi; essi sono perfettamente isolati da ogni centro abitato, inquantochè il più vicino Yillaggio, quello eli ~Iulleron, si trma a circa

J Km. e mezzo e per scendere a Briis-sous-Forges, bisogna percorrere 2 Km.

Ed è questa una buona condizione di cose per un sanatorio, perchè permette agli ammalati eli fare le loro passeggiate all'aria aperta senza addentrarsi nei centri abitati. Per mantenere questo stato fa- voreYole, lo stesso dottor Guin ti, ricorrendo acl una disposizione di legge. ha ottenuto dai comuni vicini un decreto che proibisce l'impianto di qual- siasi caffè e ristorante nel perimetro di r Km al di là dei limiti del parco di Bligny. );ello stesso tem- po un articolo del regolamento intecno proibisce at curandi, sotto pena dell'espulsione dall'istituto, eli allontanarsi da questo più eli 6oo metri.

' Pur badando agli ingenti Yantaggi che questo isolamento apporta, non bisogna dimenticare che occorre ayere una certa facilità di comunicazioni colle strade ferrate e coi cenhi che possono fornire nelle migliori condizioni di qualità e prezzo, la car- ne, il pane e le altre YettoYaglie, che non possono consen·arsi in grande quantità, nei magazzini.

Sotto questo aspetto, i sanatorì di Bligny si trova- no in buonissime condizioni, inquantochè a r2 Km.

da essi si ha la stazione di Orsay, a 8 Km-quella eli Limours, mentre a breYe distanza i centri di Briis-.sous-Forges, eli Arpajou, di ~Iarcoussis, cc., offrono non poche comodità.

Le condizioni altimetriche e climatiche della lo- calità non consentono naturalmente la cura di tut- te le focme eli tubercolosi; ma bisogna già essere ben soddisfatti dei risultati che apporta l'aria pura eli queste campagne e non dimenticare l'altro gran- de ,·antaggio di poter tenere aperti gli stabilimenti tutto ]:anno senza distinzione eli stagioni.

Riportiamo qui (fìg. 2 e 3) le planimetrie gene- rali dei due sanatori: da esse si ,·ede come i pacll-

~lioni non siano disposti su di una linea diritta, ma

, - ---

;

Fig. 1 - Yeduta fotografica dell'edificio

uniti inYece ad angolo ottuso, ·ottenendo così un orientamento eli tutti gli edifizi verso sud. In partico- lare, il sanatorio maschile ha la forma di un t; mol- to ·aperto, quello fèmminile la forma di Y. Si cc s:dera questa disposizione Yantaggiosà per proteg- gere le fronti contro i. Yenti e riparare la parte cen- traLe, cloYe generalmente ,-engono situate le galle- rie di cura; la cosa però non è bene accertata e ri- chiederebbe più accurato studio.

Jl sanatorio masclùle di Bligny (fìg. 3•) ba le gal- lerie eli cura (rr) al centro; ai due lati eli queste tro- Yansi due padiglioni occupati dalle scale (r4), dagli spogliatoi (I2), da una camera per la spazzolatura degli abiti (t6), e dalla camera di guardia dei sor.

Yeglianti (r3).

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82 RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

I padiglioni delle camere sono in nun~ero eli due e finiscono in altri due piccoli pacliglion1, che com- portano un piano eli più e clm·e troYansi: acl m·est, le sale dei bagni. (21,22), acl est le clocC!e (23. 24,

25); in questo stesso edificio si hanno delle ca~

mere a due letti con latrina (20) a nord e acl ognt piano.

Al centro delle gallerie di cura, yerso nord, si innalza una costruzione in cui troYano posto UI:

]a,·abo (g), le cucine, la sala da pranzo (7) sopra la quale si ha la sala eli riunione; dopo il piccolo corridoio (6) si entra in un eclifìcio a due piani, disposto a ferro eli cavallo, c\oye troYansi la Di-

delle doccie, alcune camere a due letti per amma- late, gli alloggi per un medico interno ed un asst- stente.

L'ayer raggruppato tutte le camere in uno stesso edificio offre il yantaggio di riunire tutti i serYizì, i quali si possono disimpegnare bene con un minimo di tem- po e di spesa; si ottiene inoltre una rile- Yante economia nel riscaldamento che può essere fornito con un solo apparecchio :::entrale inYece dei tre necessari nel Sa-

natorio maschile.

Verso nord si tro,·ano in un edificio

Fig. 2 - Sanatorio fèmminile - I Entrata principale - 2 vestibolo - 3 direttore - 4 lavatoi - 5 sala da pranzo - 8 cucina - 9 disin- fezione del vasellame - IO dispensa - I2 disinfezione del rame 13 corridoi - 14 camere - 15 lavatoi - I7 ìNC - I8 sorveglianti

21 uallerie di cura - 22, 2"J camere pel personale - 2-1- \VC.

"

rezione (2), l'economato (3), l'alloggio del medico- direttore, (4 e s) e l'alloggio per l'assistente.

Nella disposizione dei sen izì del Sanatorio fem-

addossato a quello principale: la sala da pranzo (5), quella eli riunione, le cucine (8) e le relatiYe eli-

minile (fig. 2") si ritroYano le medesime cli- rettiYe, ma con qualche differenza nella ripartizione dei pacligìioni e con un piano eli più.

pendenze (9, ro, rr, r2). . . . Questi due sanatori sono costrutti In p!e- tra~ da macina non arricciati; essi· hanno quindi un aspetto di rustico, piaceYolmente

k,;"""'~.&.r ... """"oae..,.. interrotto dalle intelaiature delle finestre e

Al centro si ha una grande costruzione con ampio Yestibolo (r, 2), e scala (4), spo- g-liatoi (r9), camera eli pulizia (r7 bis) e

~amera per le sorveglianti (r8). Verso est

deHe porte, che sono eli legno Yerniciato in azzurro.

Circa l'organizzazione interna dei Sana- tori eli Bligny, si è seguito il principio gene-

Fig. 3•- Sanatorio maschile - I Vestibolo - 2 direzione - 3 economato -

+, 5 alloggio del direttore - 6 passaggio - 7 sala da pranzo - 9 la va bo -

IO passaggio coperto - I I gallerie di cura -12 spogliatoio- I 3 sorvegliante - q scala - I 5 \VC - 17 corridoi - 18 camere -. I9 lavatoi - 20 \VC

2I, 22 bagni - 23, 24, 25 doccie 26 scala pel servizio dei medici.

troYasi il padiglione eli cura; acl m·est quello del- le camere; accanto al primo si ha un edificio per al- loggiare il personale; ,-ici no al secondo un altro edificio eli cinque piani con il sen·izio dei bagni e

rale eli non nun1re mai ptu serYtZl tn un medesimo ambiente, tenendo indipendenti gli uni dagli altri le camere, i laYabo, le stanze per la pulizia, per il Yestiario, ecc.

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.

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RIVISTA DI INGEGNEIUA SANITARIA

Alle camere degli ammalati si ha arcesso attra- Yerso un gabinetto eli toeletta comune a due camere da tre letti, per cui gli ammalati sono òuniti in gruppi eli sei e separati tre a tre.

Ciascuna camera misura per gli uomini (fig. 3"- 18) 72 metri cubi, per le donne (fig. 2"-q ) 73 mc., ed i letti sono disposti Yerso le finestre e acl una eli- stanza eli 4 metri, spazio che riesce sufficiente in-

quantochè le lì n est re rim::tngono costantemente

Fig. 4• - Gallerie di cura nel sanatorio maschile.

aperte. 1 lei gabinetti eli toeletta ill\·ece queste Yen- gono chiuse durante la notte, per cui gli ammalati non si tro,·ano in un ambiente troppo freddo. Per il mobiglio eli questi gabinetti si sono adottate delle tavole in laya smaltata capaci di tre catinelJe e proY- ,·iste eli una bacchetta in Yetw per la biancheria:

gli oggetti di toeletta personale posano su menso!~ pure in Yetro; ciascun ammalato ne ha una a sua disposizione.

Kon potenclosi per ragioni eli economia, destinare una camera per ogni ammalato e rifuggendo dal- l'idea eli dormitori comuni, si è seguito il buon si- stema eli riunire gli ammalati tre per stanza, pur consen·anclo qualche camera completamente isolat2 e eli due soli letti in caso eli malattie speciali.

Nel Sanatorio femminile, fra i letti si tronmo delle tende che le ammalate possono con tutta faci ..

lità distendere formandosi una piccola oella sepa- rata da quella delle Yicine.

Come mobiglio si ha un let_to in ferro sistema He- bert ed un tavolino col piano in porcellana e com- pletamente aperto per facilitare la pulizia e l'aerea- Zione.

Gli armadi' che si trO\·ano nei grandi corridoi die- tro alle camere (fig. 3a-r7, fig. 2a-13) sono dispo<>ti in modo da corrispondere esattamente ai letti collo- cati nella parete opposta; le porte di questi armadi

ono fornite di buchi che assicurano J'aereazione. In ciascuno eli essi, l'ammalato troya dei porta- mantelli, ed un sacco per la biancheria sudicia, che ogni settimana ,-iene restituito pulito, inquantochè

la biancheria, per essere laYata, non esce dal sacco e la cernita non si fa se non dopo aYere immerso il ' contenente ed il contenuto ir:: una liscivia bollente. Come già dice m m o clescri ,-endo la disposizione generale degli ambienti, si hanno dei locali spcsiali in cui gli ammalati pt;ocedono alla pulizia delle pro- prie Yestimenta, operazione che non si cleYe assolu- tamente eseguire nelle camere e nei gabinetti eli toe- letta. In questi stessi ambienti Yengono depositate le calzature che i pensionati non debbono portare nelle loro stanze, ma soltanto fuori. Stanze apposite poi sen·ono per i vestiti, i cappelli, ecc., usati per uscire e ogni ammalato ha a sua disposizione una casella contradistinta da un numero, per cui an- che qui come clapertutto, è realizzato l'isolamento eli tutto ciò che appartiene acl un ammalato.

In un Sanatorio le gallerie eli cura rappresenta1~0 la parte più importante e debbono quindi soddi- sfare ad alcune prescrizioni, fra cui essenzialmente quelJa eli essere completamente indipendenti dalle altre parti dello stabilimento e collocate in un pa- diglione apposito dove gli ammalati possono go- dere della massima quiete; debbono però essere congiunte in qualche modo coi padiglioni delle ca- mere affinchè non sia necessario per accederYi eli compiere un tragitto all'aperto, cosa spiace\'Ole spe- cialmente nelle giornate eli cattiYo tempo o per gli ammalati eccessiYamente deboli.

A Bligny, per gli uomini, si hanno due gallerie, una sopra l'altra, lunghe 66 metri e capaci di con- tenere ciascuna 6o sedie a sclrajo; la profondità d1

Fig. 5' - Galleriè di cura neì sanJtorio femminile.

queste gallerie è eli soli ill. 3.6o, dimensione Yera- mente un po' scarsa. Ogni ammalato ha a sua cE- sposizione una sedia a sclrajo munita eli ruote e pron·i~ta eli un materasso e eli un cuscino per il capo; accanto ad ogni sedia c'è un piccolo ta,·olo a due piani su cui troYano posto gli oggetti d'uso. Nel Sanatorio femminile le gallerie eli cura sono disposte in tre piani con un ascensore meccanico per trasportare le ammalate più deboli o stanche;

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IU\'ISTA DI INGEG0lEI\IA SA0JITARIA

1n tutto simili a quello degli uom111l, hanno però il Yantaggio di una maggior profondità, che le rende abitabili anche in tempo eli pioggia o di Yen t o.

Tanto le gallerie pe( gli uomini quanto quelle per le don ne ha n no un'ori e n tazione a sud che le rende durante l'estate, cccessiYamente calde; è quindi buonissima la disposizione seguita da ben tre anni eli mandare i r'cm·erati ne! Yicino bo co, con una sedia pieghe,·ole che essi stessi pos ono tra- portare OYE' preferiscono in luoghi ombreggiati non troppo discosti dall'eclifìcio-

1'\on sarà inutile dire qualcosa anche intorno ai sen·izl generali e cioè : le sale da pranzo, eli riunio- ne, le cucine, ecc.

Ogni Sanatorio popolare den essere prOYYeduto eli un'ampia sala eli riunione, con molta luce e mol- ta aria, cloYe gli ammalati possono riunirsi a chiac- chierare, scri,·ere o leggere, organizzando eli tanto in tanto pettacoli e fcsticciuole.

Fig. 6a - Una galleria di cura.

.\ Blignv se ne hanno due: una per gli uomini di 899 metri cubi c una per le donne di 705 mc.; sono entrambi molto alte eli soffìtto, ben illuminate ed ottimamente acreate.

. \l d i sotto d i esse si troya n o l e rispetti Ye sale da pranzo, nelle quali gli uomini si raggruppano in numero di quattordici, le donne di dodici. Per i pasti, le taYole Yengono ricoperte di to,·aglie a qua- dri, eli colore rosso per nascondere facilmente le macchie, risen·ando la mantileria bianca alle dome- niche ed ai gi01;ni di festa.

Le cucine comprendono : la grande camera dei fornelli, la sala da pranzo del per onale, l'acquajo per gli utensili in rame e la camera eli disinfezione del Yasellame usato dagli ammalati. L'aereazione e la ventilazione delle cucine è a sicurata da un im- menso camino nel cui centro passa la canna del focolare che cede il calore sufficiente a prm·ocan.' l'aspirazione eli tutti i vapori. ::\on si ha qui, come in molti anatorl, specialmente tedeschi, un im-

pianto eli cucina à Yapore ;si è soltanto pron·isto un immenso bagno-maria pe1: l'ebullizione del latte.

La disinfezione del Yasellame è ottenuta, immer- gendolo i n un a gr a nel e Yasca contenente del l 'acqua

Fig. 7• - Camera e bY:Hoio (uomini).

~ carb nato di soda portata all'ebullizione; le stm·i- glie sono messe in cestelli metallici pron ·isti eli fori e dopo l'immersione, per mezzo eli un carrello ven- gono portate alla Yasca dell'acqua fredda per essere risciacquate; l 'operazione procede con tutta facili t~t

e con buonissimi risultati, poichè si riesce nello ste so tempo a sgrassare ed a disinfettare tutti gli oggetti usati.

Prima di entrare nella sala da pranzo, gli amma- lati debbono poter Jayarsi le mani e risciacquarsi la bocca; questo en·izio a Blig-nv è molto ben oraa-

L ~

nizzato nella parte femminile, do,·e si ha un gran vestibolo, munito di tre ]a,·atoi in porcellana e di lunghe mensole in vetr.o su cui stanno i bicchieri delle ammalate col relatiYo numero; quiYi si han- no pure dei piccoli asciuga mani che debbono essere gettati di volta in ,-olta e dei casellari numerati dm·e le ammalate mettono la busta chiusa che contiene il loro to,·agliolo.

Riguardo all'importante sen·izio dei bagni e del-

Fig. 8" -Cucine (donne).

le cloccie, si è adottato a Bligny una disposizione diYersa da quella abitualmente seguita : general- mente si hanno per bagni delle cabine indiYiduali, strette e difficili acl aerearsi; nel caso attuale ill\·ece

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1 RIVISTA DI lì\GEGt El\1:\ SA0!lTARIA

~

i sei bagni sono posti in una camera di 8 x 4,6:

pron·ista di ampie finestre; al momento di usare i bagni, si tirano delle tende che separano comple- tamente le vasche l'una dall'altra. Si ha poi a d'spo- sizione un 'ampia ala per le doccie ,con accanto il relativo pogliatoio.

Il sen·izio medicale ha nei Sanatori eli Bligny un'importanza superiore a quella che generalmen- te si richiede in simili istituti e vi sono uniti dei la·

boratorl speciali di ricerca che non mancheranno di apportare un grande yantaggio allo studio scien- tifico della tubercolosi.

Il riscaldamento è fornito da radiatori a Yapore, a bassa pressione; l'illuminazione dall'elettricità.

Per il sen·izio d'acqua, si utilizzano alcune sor- genti poste a circa r km. e mezzo e solJeyando poi le masse d'acqua per mezzo di pompe nelle Yasche degli edifici che trm·ansi ad un liYello superiore: frequenti analisi rigorosamente eseguite assicurano della purezza dell'acqua usata.

Un servizio di grande importanza in un Sana- torio è la distruzione degli sputi e la disinfezione delle sputacchiere: a Bligny si procede in questo semplice modo : gli sputi sono vuotati in una vasca conica della capacità eli circa r5 litri, ripiena di una soluzione di carbonato di soda al titolo di 6o-;- roo grammi per litro e chiusa da un semplice coperchio.

Per mezzo .eli un getto di vapore iniettato nella mi- scela così formata lo si porta all'ebullizione per cin- que o sei minuti, dopo di che, con un apposito ro- binetto, si fa uscire il liquido cotto e con un forte getto d'acqua, si risciacqua l'apparecchio.

Le sputacchiere sono messe YUOte e aperte in un cestello di forma speciale atto a riceverle per im.

mergerle in una vasca contenente una soluzione di carbonato di soda a roo grammi per rooo, portato all'ebullizione. Si può con questo metodo mantene- re sempre pulite le sputacchiere e rendere facile una operazione generalmente ripugnante .

Circa il sempre graYe problema di eliminare le

mat~rie eli rifiuto, ecco come lo si è risolto a Bligny : clappcima si erano adottate delle tinozze, che, in numero eli sei, 1·accoglieYano i materiali solidi, la- sciando passare le parti liquide in una grande vasca in rame doYe, mediante un serpenti no venivano por- tate all'ebullizione. Le tine di ghisa, una YOlta ri- piene, i trasportayano in forni speciali per bru- ciarne il contenuto, portando le tine stesse al calor rosso. :\[a questo sistema diede subito luogo acl una se(ie di incom·enienti: tenuta non perfetta, esa- lazioni dannose e noiose, tr.asporto difficile e simili, per cui fu tosto abbandonato, sostituendO\·i delle fosse settiche e dei letti batterici. Le fosse possono

co1~tenere 50 mc. di liquido ed i letti 12 mc.; ma, na- / turalmente le operazioni si fanno in più volte e per

picoole quantità, perchè le acque luride 111 media sono di circa 32 mc. al giorno.

11 liquame passa, colando, in ragione di r mc. per operazione e nei solchi si sono collocati alcuni tubi di drenaggio perforati perchè la ripartizione su;

letti batterici av,·enga nelle migliori condizioni pos- sibili. Le acque purificate sono raccolte in un gran- de bacino e vengono utilizzate per inaffìare un im- menso giardino coltivato ad ortaggi.

:\Iolto anemmo ancora da dire intorno a questi Sanatori, che furono accuratamente studiati nei loro particolari riguardo all'igienE' ed alla como~ità;·ci

accontentiamo per ora dei cenni suesposti che clan- no un'idea sui requisiti richiesti da tale genere di edifici, aggiungendo che il prezzo di costo per ogm letto non supera le gooo lirr, quantunque il terreno su cui gli edifici sorgono abbia importato una spesa rileYante e gli amministratori nulla abbiano rispar- mato per procurare agli ammalati un soggiorno piacevolissimo e molto proficuo alla loro salute.

EDIFICIO SCOLASTICO PER LA CITTA' DI ASTI.

Progetto dell'Ing. C. Losio · (con 4 taYole).

E. S.

::\el Settembre rgo6, la Città eli Asti, allo sco- po di poter dare al pitl presto possibile attuazine al legato del compianto Conte Leonetto· Ottoien- ghi, deliberava eli ·(( fare allestire sollecitamente un progetto di costruzione di un num·o edi-ficio sco- lastico in sostituzione del fabbricato del Collegio di Via Giobert- (attuali scuole femminili) e Corso Alfieri, che contenesse il maggiore num~ro di aule scolastiche, per allogare le scuole pcimarie maschili e femminili, s-econdo le moderne esigenze)).

.-\]l'incarico affidatomi risponde il progetto da me allestito in data r8 dicembre rgo6 e che qui rias- sumo colla scorta della relazione ad esso allegata e delle figure I, IT, III, IV, V, e VI, rappresentanti la facciata sul Corso Vittori·o Alfieri, le piante dei sotterranei, del piano terreno, primo e secondo pia- no, e due sezioni trasversa~ i.

Data l'area dell'isolato su cui si eleYano gli at- tuali edifìcii scolastici, la sua orientazione e la ne- cessità eli non toccare - sia pure soltanto per ora - il gruppo eli fabbricati ove ha sede il Liceo e l'I- stituto Trcnico colle trr> mé'nirlw contornant; il rw- tile dell'antico e primitiYo collegio, i nuovi fabbri- cati nella loro disposizione generale doveyano sor- gere lungo il lato c'e1 Cor~o .-\lfieri e della Yia Gio- bert, spingendosi per un tratto - ri,svoltando - sulla via Alle scuole (ora Giosuè Carducci) per rag- giUngere la manica che si lascia sussistere. Allo scopo di avere il maggior numero eli aule possi-

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86 IUVISTA DI It"GEGNERIA SANITARIA

bili, si do,·evano costruire tre piani fuori terra (piano terreno, primo e secondo piano) e le aule, per avere la migliore orientazione, dovevansi collo-

ca~:e verso il Corso Alfieri e la Via Giobert e solo per il tratto verso la via Giosuè Carducci,. pote- vansi collocare verso il cortile, portando il corrido- io verso la via.

Si presentava quindi necessario un'ampliamento delle vie su cui venivano a prospettare le aule, es- sendo sia il Corso che la via Giobert, sovratutto in alcuni punti, troppo stretti.

Veramente sarebbe stato opportuno isolare I'edi- fido dalle vie con un'aiuola limitata da una can- cellata. Ma anche ::t voler tenere detto spazio limi- tatissimo, si veniva a ridurre di troppo l'area del cortile e si veniv:m(• a danneggiare le costruzioni che si vogliono !<:>sciar sussistere, tenuto conto del-- l'elevazione a tre r.iani delle maniche nuove.

DO\·etti quindi adottare un razionale aliargamento del Corso Alfieri e della via Giobert. E così coli' arre- tramento progettato, in corrispondenza dei nuovi fabbricati, il Corso Alfieri viene ad aYere una lar- ghezza di almeno m. 12.00, raggiungendo una lar- ghezza di oltre m. 16 sull'angolo di via Giobert; e la via Giobert una larghezza di m. S.oo che, per la po- ca altezza delle case fronteggianti, lascia ancora sufficientemente aria e luce a tutti i piani delle scuole.

. .

Inoltre sul corso Alfieri, per tenere un po' lontano il carreggio dali 'edificio scolastico e sop~:atutto al- lo scopo di dare una prima difesa agli allievi che escono dalla scuola, ho progettato un· marciapiedi rialzato largo m. 3 .oo.

La pavimentazione poi a « Mach-Adam n che si potrà fare nei tratti delle Yie corrispondenti alle scuole, completerà le migliori provvidenze a pren- dersi per rendere meno fastidioso per le aule il ru- more stradale.

Costruendo quindi sul nuovo filo di fabbricazione adottato per il Corso Alfieri, per Via Giobert ed anche pel breYe tratto di Yia Goltieri e su quello già -esistente nella via Giosuè Carducci, poichè lo spessore delle nuove costruzioni è di m. 11.60, si Yiene ad aYere un '.area destinata a cortile sufficiente- mente ampia da da.r luce ed aria Sla ai fabbricati nuovi che a quelli vecchi che rimangono.

Si dovette però progettare l'abbattimento deJla manica interna trasversale esistente per elevare sol- tan.to. uoa b~ssa. co_struzione per la palestra. In tal modo i cortili acquistano aria .e.Iuce.

Le nuove costruzioni hanno una fronte di metri So, 10 sul Corso \]fieri, uno smusso di m. 5.40 sul- l'angolo di -Corso Alfieri e Via Giobert, una fronte di m. 63.00 su Via Giobert ed una di m. 40.00 suJla Via alle Scuole ora Giosuè Carducci (compreso un

piccolo smusso di m. 2.50), una fronte di m. 14.50 su via Goltieri, oltre il passaggio carraio per il ser- Yizio dei cortili; ed uno spessore di m. 11.60 for- mando un avancorpo verso il cortile nel tr.atto di Corso .'\!fieri di metri 15 circa ed un altro di metri 18 (in media) sul tratto di Via Giobert.

Si eleYano a tre piani fuori terra, con un piano terreno, il cui pavimento è rialzato di metri 1.50 dal piano stradale, un primo piano ed un secondo piano.

Il piano terreno venne tenuto appunto un po' ele- Yato, onde sfuggire il più possibile ai rumori e so- pratutto alle indiscrezioni ed ai disturbi della Yia.

Si ha un piano sotterraneo ed un sottotetto, il quale per la disposizione zoppa del tetto, ha i locali ,·erso cortile abitabili.

L'altezza totale del fabbricato del marciapiede al- la gronda è di m. 16.6o.

L'altezza dei piani da pavimento a pavimento è di:

m. 4.00 per il sotterraneo;

m. 5.00 per il piano terreno;

m. s.oo per il primo 'piano; m. 5 .oo per il secondo piano.

Si hanno così le seguenti altezze interne fra pa- vimento e soffitto di cadun piano :

sotterraneo piano terreno primo piano

m. 3.80.

)) 4-70 )) 4-70

secondo piano )) 4.70

Il piano sotterraneo per la parte entro terra è di- feso, verso le Yie, da un'intercapedine fatta di mu- ricci e di archi roYesci, che Io risanano; verso cor- tile prospetta colle sue finestre direttamente in uno spazio aperto largo m. r .50 ottenuto con un muro di sostegno, coronato da una ringhiera in ferro.

I muri perimetrali hanno spes5-ore di m. o.65 nel piano dei sotterranei, di m. o,6o nel piano terreno e primo piano, e di m. o,so nel secondo piano e sot- totetto. I muri interni hanno tutti spessore di metri o.6o nel sotterraneo, di m. o, so al piano terreno, primo e secondo piano e di m. 0,40 nel sottotetto. Gli ambienti dei sotterranei ed i corridoi sono co- perti a ,-olte, quelli del piano terreno, primo e se- condo piano sono coperti a solai su travi a dop- pio t con mattoni cavi.

l tetto è a tegole piane.

La decorazione delle facciate Yerso via, quale ri- sulta dall'allegato prospetto è semplice, adatta e ca- ratteristica per edificio scolastico.

Quella delle facciate interne è semplicemente ar- ricciata con qualche cornice e rigatura.

La disposizione dei fabbricati è quella unilate- rale, cioè con tutte le aule da una parte disimpe- gnate da un corridoio.

(5)
(6)

CITTÀ D'ASTI - EDIFICIO SCOLASTICO

Progetto dell'Ing. C. LOSIO

Rivista d'Ingegneria Sanitaria - Anno VI, r9;o - N. 7 Riproduzione vietata.

Fig. III - Pianta del primo e secondo piano.

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CITTA' D'ASTI - EDIFICIO SCOLASTT CO

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Rivista d'Ingegneria Sanitaria - Anno \'I, I9I o - N. 7 . Riproduzione vietata.

(8)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

Nel fabbricato verso il Corso si ha un ingresso centrale, che mette nel corridoio ed alla scala, e così pU1:e nel tratto di fabbricato Yerso via Giobert.

:'\ei nuO\·i fabbricati si hanno complessivamente, per le Scuole primar•ie maschili e femminili :

N. 14 aule al piano terreno;

N. 16 aule al primo piano;

N. 16 aule al secondo piano;

1\". 46 aule in totale, oltre una sala pei maestri e

per le maestre (per ogni piano), per la direzione, biblioteca, museo didattico, portieria, ripostigli, ecc.

I locali del piano sotterraneo, sani ed aereati, con pavimenti in asfalto, si possono destinare in parte alla refezione scolastica, quando sarà istituita, ed in parte ai laboratori della Scuola di arti e mestieri.

Frattanto ho posto cura che la nuova costruzio- ne non guastasse l 'esistente Cripta di S. Anastasio ed ho disposto anzi in modo che dal sotterraneo si possa accedere ad essa, che rimane così patrimo- nio artistico della nostra Città, a disposizione dei visitatori.

Le nuO\·e aule nelle maniche prospettanti il Cor- so Alfieri e la via Giosuè Carducci sono orientate a sud, quelle di via Giobert a levante; ciascuna ha le dimensio-ni di m. 8.oo di lunghezza per m. 6.60 di larghezza; può così contenere n.

so

allievi; rice- Ye luce laterale da tre ampie finestre, aventi in to- taie una superficie vetrata superiore ad

r/s

della superficie del pavimento della classe, con una parte superiore aprentesi a « vasistas >> ed avente poi un riscontro d'aria, pure per mezzo di aperture a

« vasistas », poste in alto nel muro di fronte. Le finestre sono all'esterno munite di gelosie avvolgi~

bili ed all'interno di « stores >> di tela.

Per il pavimento dell'aula sarebbe stato deside- . rabile un palchett<> in legno rovere od anche di i;t- rice testa avanTi. M a per considerazione di spesa e sopratutto di manutemions occorre adattarsi ad un pavimento a quadrelle compresse« tipo alla mar- sigliese» hen dure e lucide e posate in cemento.

ll soffitto è piano; pareti e solfìtto sono tùtteg- giate in verde chiarissimo con ::;occolo laYabile per

2 metri d'altezza dal pavimento. L'aula è riscaldata da due shtfette ed ha le bocche di Yentilazione esti- va ed invernale.

Il corridoio ha un a larghezza di m. 3 .so dove n d.) pur servire da spogliatoio; ha ampi finestroni Yerso cortile, nella parte superiore aprentisi a << Yasistas »; è coperto a volta con pavimento in quadrelle di ce- mento a due colori, tinteggiato come le aule, con lo stesso zoccolo lavabile, alto 2 metri.

I due avancorpi contengono :

a) i cessi ed anticassi (uno per aula oltre qul'l!i dei mae5tri) con orinatoi pei maschi, laYabos, tutti a sifone_ con cacciata d'acqua automatica, canaliz-

zazione in grès e Yasi speciali in grès cewmico 0

« granit-porcellaine » con pareti lavabili e pavi- mento in battuto di cemento.

b) scala larga m. r ·55 con gradini in pietra ri- svoltati, con ringhiera in ferro, con pedata larg:t metri 0,30 ed alzata di m. o.T5 svi!uppantesi dal piano sotterraneo fino ai sc.:ttotetti. dando pur~

un'uscita verso il cortile sotto le pensiline che met-- tono alla palestra.

Il riscaldamento è fatto con termosifone a vapo- re a bassa pressione, mediante un gruppo di -al- daie centrali poste in un loc.c:.Je sotto al sotterran·~o

d'angolo fra il Corso Alfieri e Via Giobert. Con tale ubicazione sotto il livello del sotterraneo, la tu- bazione non viene a tagliare i locali sotterranei, ma può passare con sufficiente pendenza sotto il pavimento dei sotterranei stessi. Su questi tratti si innestano le colonne verticali che vanno alle st·u- fette negli ambienti del piano terreno, primo e se- condo piano, e che potrebbero anche servire a ri- scaldare il sotterraneo quando questo venisse adi- bito come si disse, alla refezione scolastica od ai laboratori della scuola di arti e mestieri.

Le stufette sono a nervature, due per cadun'aula, proporzionate alla cubatura degli ambienti, con presa ciiretta per ciascuna, d~ll'aria esterna.

La ventilazione è quella naturale, invernale ed e- stiva, procurata con sole canne ascendenti poste nei muri e colle bocche aperte in alto od in basso, secondo la stagione.

Ove però si volesse una ventilazione artificiale basterebbe collegare tutte le colonne verticali ed immetterle nel camino della caldaia.

.Ma ritengo che sia sufficiente la ventilazione fat- ta naturalmente per solo squilibrio di temperatura nelle canne ascendenti .

Alla palestra si accede al coperto sia dalle scuole maschili che da quelle femminili a mezzo di pensi- line, formate da colonnine in ghisa portanti un tn- telaiatura in f~rro con vetri.

Il fabbricato progettato, contiene la palestr-a p·ro- pr-iamente detta avente m. Ii-40 di lunghezza e m.

10.20 di larghezza coi locali pel rnaestro di ginna- stica e scherrna, per gl-i attrezzi e pei cessi.

In un locale attiguo vennero collocate le doccie col relativo spogliatoio, qualora si credesse di adot-

tare questo provvedimento ormai ritenuto neces- sario. dal punto di vista dell'igiene e d-ella pulizia in ogni edificio scolastico.

Non ho eseguito un computo metrico ed un pre- ventivo di spesa per l'edificio progettato, ma in base alle risultanze degli ormai numerosi ediJìcii scolastici costrutti, aventi ad un dipresso le dispo- sizioni e l'importanza di quello in esame, ritengo che si possa stabilire una spesa di L. 550.000 (dico lire cinquecentocinquantamila).

(9)

)

l

88 RIVISTA DI INGEGl\ERIA SANITARIA

Nell'edificio prospettante sul Corso Alfieri si de- stinerà ai maschi il numero delle aule che saranno necessarie e così si porterà nel punto · conveniente del corridoio la divisione fra il cornpartinwnto ma- schile e q•uello fernrninile.

Il compartimento maschile intitolato a Dante Ali- ghieri, soddisferà alla disposizione testamentaria

del munifico Conte Leonetto Ottolenghi, che Yolle dotata la patriottica città di \sti di un collegio al nome del divino poeta e l'opera benefica, iniziata per la sapiente provvidenza del Conte Ottolenghi, anà il suo continuativo sviluppo mercè le cure in- telligenti della Civica Amministrazione che, por- tando a compimento i progettati edificii, cotanto

~1tili all'igiene ed all'istruzione, avrà ben meritatù della città nostra.

Tng. C. Los10.

QUESTIONI

T ECNICO-SFI N!Tf\RIE DEL GIORNO

LE APPLlCAZIOì'ti PRATICHE DELLE RADIAZIO:\TI CLTRA-VIOLETTE

ALLA STERlLIZZAZIO:\E.

La R;~,ista ha già più Yolte fatto parola delle ra- diazioni ultra-Yiolette e della important~ applica- zione di queste radiazioni alla sterilizzazione del- l'acqua e del latte.

Nella 1Yature di marzo trO\·iamo ora uno scritto di Loucheux, che si sofferma sulla pratica di qu

sta applicazione, e alcune delle notizie consegnate nello scritto ne paiono degne di essere riportat~.

Sono passati parecchi mesi dalle prime comuni- cazioni scientifiche-sulla azione sterilizzante di que- ste radiazioni, fatt~ da Courmont e :\Togier e già fin d'ora il metodo è stato largamente applicato e sfruttato, e varie case hanno già lanciato apparec- chi e dispositiYi di sterilizzazione, diretti a sfrutta- re il principio stesso.

I tipi messi in commercio sono SYariati : la Na- tu·r.e si soff~rma su due gruppi di tipi che hanno un maggior interesse pratico, gli apparecchi di Billon- Daguerre e quelli della Società \i\Testi nghouse.

Ricordiamo. per comprendere talune esig~nze

fondamentali di questi apparecchi, che le radiazio<Ji ultra-Yiolette sono facilissimamente assorbite da molti corpi, ed essi passano ben~ attran:·rso al quar- zo, allo spato ftuore, all'acqua, e al vetro uviol.

Le lanipade Bilfon-Daguerre. - Le lampade di questo autore hanno anche uri interesse storico, p~rchè sono n'ramente 1e primissime lampade del genere e perchè esse hanno preceduto la ormai no- tissima comunicazione di Courmo~t e Nogier. La

prima lampada proposta dal Billon-Daguerre· (fi gura 1) non era se non l'adattamento dell'arco elet- trico prodotto 'nei vapor di mercurio. Consta sche- maticamente eli un tubo A in quarzo, nel qthl.~

si pl."oduce,-a l'arco generatore d~lle radiazioni, di un inYolucro tn quarzo B,-posto a scopo di prot~-

.-·B .. -·C

zione, ed infine di una arma- tura esterna a manicotttl C.

T1 liquido destinato alla ster·il izzazione penetrant per D, occupava lo spazio anu- lare posto tra la la m p ada ai Yapori di mercurio e il hl:tni- cotto protettore, formando : _.-I così una corona circolar~

spessa appena I m m. ed usci-

r~-t--K-''--- 0 ,-a in E dopo aYer subìto per So cm. di lunghezza, l'azione steril itzan te delle radiazioni

lo stesso

pr~paraYa una lam- pada ad immersione, pure di quarzo (fig. 2) co- stituita da una ampolla cilindrica A in quarzo, nel- la quale passa la corrente. \ttorno è pòsto un ma- nicotto B pure in quarzo che isola completamente l'ampolla a Yapori di mercurio, e impedisce il con- tatto coll'acqua nella quale è immersa l'ahij;)OI]a.

!\ello spazio V è fatto il vuoto. In tal manieta non solamente la lampada può impunemente reshii-e Im- mersa nell'acqua, ma per l'esistenza della spazio vuoto V, non c'è neppure pericolo che l'acqua in vicinanza della lampada abbia a riscaldarsi.

Siccome poi l'uccisione dei germi è completa nei primi spazi posti presso il manicotto, il Billon-Da-

Fig. 2.

Fig 3.

g-uerre ha studiato un dispositivo sp':'ciale, allo sco- po di sottrarre questo liquido : ed ha risolto il pro- blema nel modo che segue. n sistema di sifoni (fig. 3) composto con serie di tubi articolati in ar- gento (T) prelevano il liquido quasi a ridosso deì- l'im·olucro est~rno B. Le estremit~t di questi sifoni sono tagliati in maniera da poter prelevare il liqui- do a molta vicinanza del manicotto, seguendo la cun·a di questo. Allorquando trattasi di latte, per il quale non è possibile una sterilizzazione in pro-

l

rUVJStA DI lNGEG 1EHIA SANITARIA

fondità a cagione dell'opacità grand~. i tubi T han- no un notevole spessore (fig. 4) così che il latte de,·e passare in istrato molto sottile tra la lampada e questo tubo di estrazione. Come indica la fig. 5 i tubi possono essere differente- mente foggiati.

Secondo l'im·entore questa bmpada lunga 30 cm. e larga 20, può sterilizzare con 2 a!ll- Fig. ampères e I 11 volts, 3600 litri all'ora se trattasi di liquidi come il vino, la birra, ccc., e trattandusi di acqua anche IO.ooo litri all'or::~.

Sulla tìne dell'anno testè decorso il Billon-0"!- gucrre ha cercato di aumentare il rrndimento ste- rilizzante della lampada, con due mezzi: a) elimi- nando le radiazioni estrane~ alla sterilizzazione, fil- trando le radiazioni stesse, così da non raccogliere ed utilizzare se non le radiazioni violette ed ultra- violette; /1) otten~ndo solamente delle radiazioni eh i m i che.

Ponendosi su questa ,-ia ossen·ò che le radiazioni emesse da tubi contenenti gaz rarefatti diversi dal mercurio (anidride carbonica, ossido di carbonio,

~cc.), erano ricchissime di raggi molto bre,·i, e l'ef- tìcacia di tali radiazioni era 25 volte più grande di C]Uanto non fosse quella deì soli raggi ultra-violetti.

A , B . __ _.-:.-··

Fig.

Gli spettri di questi gaz rivela,·ano l'esistenza di radiazioni di debole lunghezza d'onda (26oo-1ooo unità augstrom) poste nella region':' esterna del- l'ultra violetto. e che per questo, egli denomina i perul tra violette.

Questi raggi hanno un potere sterilizzante molto consider'?,·ole e permettono la sterilizzazione istan- tanea dei liquidi sui quali essi agiscono. Ecco per- chè si presenta intuiti,-a l'idea di sostituire alle lampade ai ,-apori di mercurio, (jUesti tubi di Cwokes, ai quali si può dare la forma che si cred~ migliore giungendo come crede di aYere ottenuto il 13illon-Daguerre acl .;ttene~~ 3ooo litri all'ora di liquidi opachi sterilizzati ~ 20.000 litri di acqua con un consumo elettrico di 2 ampers e 5-6 volts.

A proposito dell'intensità di sterilizzazione si è

detto che questo è da attribuirsi specialmente al- l'ozono che si forma attorno alla lampada: ed in- fatti in prossimità delle lampade a vapori di mer- curio con forte produzione di raggi ultraviole~i, si ha un tipico odore forforato che si è creduto attri- buire alla quantità ingente di ozono sviluppato. '\la in effetto, secondo Fovean, è impossibile in que-

st'aria rilevare la più piccola traccia di ozono "' quello che più monta l'odore si produce nella stessa maniera in un gaz ove non si contiene dell'ossige- no (ad es. in una atmosfera eli azoto). E forse l'o- dore non è don1to ad altro, s~ non all'eccitamento delle terminazioni olfatiche per opera delle piccole cariche elettriche trasportate dagli ioni: e se si fa

perd~re la carica elettrica al gaz. faccndog·li attra- versare un tubo metallico collegato al suolo, l'odore scompare, mentre l'odol."e riappare subito se il gaz passa im·ece per un tubo di Yetro.

Le lampade sino acl ora ricordat~ - ed è appena necessario indicarlo - potrebbero avere la loro ap- plicazione, sia ponendolc direttamente sopra al li- quido che si n1ole sterilizzare, sia imm~rgendole nella corrente del liquido che subiscp la sterilizza- zione. Trattandosi di acqua condotta. però, è im- possibile collocare le

le lampade sulla dire- zione della corrente.

s~nza -::orrere il rischio di ,-edere dotte le la m- pade per la forte pres- sione, e si preferisce quindi collocarle fuori defla CfJrrentE'; facen-

do sì, al caso. che le Fig. 7·

radiazioni passino per giungere all'acq!!a. attra- verso dei dischi di vetro di quarzo.

Lampade TFestinghou·se. - La casa vVestin- ghouse ha còs'trutto un apparecchio di applicazi.one corrente, nel quale si sfrutta appunto l'azione steri- lizzante dei raggi ultrayioletti per ottenere dell'ac- qua st~ri le.

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