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Annali 12/1990. Mulino. deiristituto «Alcide Cervi» Società editrice il ISBN Copyright 1992 by Istituto «Alcide Cervi».

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(1)

ISBN

88-15-03169-3

Copyright

©

1992byIstituto«Alcide Cervi».

Annali

deiristituto «Alcide Cervi»

12/1990

Società editrice

il

Mulino

(2)

diRobertoFinzi

1. Pellagra epopolazione ruralefemminile

Le

pagine che

seguono non

vogliono essere, e

non sono una

storia della pellagra, malattia sociale tipica delle

campagne,

specie settentrionali, so- prattutto

lungo

il secolo

XIX

1.

Vogliono semplicemente

contribuire a far (ri)emergere un’evidenza rimossa.

Tanto

piu significativa

perche almeno

parte dellascienza

medica

e perentoria.

«Quanto

alsesso

scriveva negli anni’40

G.

Frontali

essa [lapellagra] colpiscele

femmine

in proporzio- ni assai superiori ai

maschi»

2. II

problema

si

pone

in

modo meno

secco, piu mosso; etuttavia si tratta

d’una

pista

non

deviante.

Nonostante

la sottolineatura d’alcuni indizi precisi,

non pochi

storici, sia armatidel

fiammeggiante brando

dell’analisidi classe

che

no,

hanno

la- sciato il

tema

nell’ombra, fra icespugli piu fitti della palude.

H

«curioso» sta nel fatto

che

tuttelefonti, fin dal secoloXVIII, segnala-

no

in vario

modo

il particolare tributo femminile

pagato

al male, la cui

messa

a

fuoco

concorre, a

me

pare, a meglio definire, articolandolo, il piu generale

fenomeno

del prezzo pagato dalle

donne

alla lorofunzione ripro- duttiva, per cause

non

solo riconducibiliin

modo

piatto allabiologia.

E

noto

che

la

prima

compiuta e certa identificazionedella pellagra si fa risalire aiprimi

decenni

del secolo

XVIII

3

,

ma

alcuni sintomi

almeno

furo-

no con

ogni probabilità descritti già al termine del’6004.

1 Cfr. R. Finzi,Lapellagra, unagloria capitalistica, «Classe», 15 (giu. 1978), pp. 137- 164;A.

De

Bernardi,IImaldellarosa,Milano, 1984.

2 G. Frontali,Leavitaminosi,inA. Ceconi,F. Micheli(acuradi),Medicinainterna,Mi- lano, 19432,IV, p. 529.

3 G. Casal,Historianaturaly medica deelprincipadodeAsturia. Obraposthuma,Madrid, 1762,III,pp. 327-360.

4 R. Finzi, Lapellagra: un esempiodi malattiasociale,Bologna, 1984, pp. 7-8.

(3)

Sedicianni

dopo

la

comparsa, postuma,

delleosservazioni di Casal, an- nunciate al

mondo

qualche

anno

prima, nei

Nova Acta

Physico-Medica del-

i’Accademia

cesarea leopoldino-carolina,

compare uno

scritto di

D.F.

Za- netti dal titolo

De morbo

vulgo pelagra, datato

da Cannobbio

12 aprile

1775. In tale

memoria

silegge:

foeminae iisdem magis

quam

viri subiiciuntur ansis, statim ac pelagra detinentur,

mentium

suppressionelaborant;

imo

in

quibusdam morbosum

virusad vulvamquo- queseexcedens,ibirhagadidas multas ab intuscreat, quae exulceribussibiadnatis ichorem

quendam

evomunt,quiperpartesexcurrendoirritat,excruciat,inflammat5.

A

cavallofra

Otto

e

Novecento

Tanalisisifa

meno

piattamente

medico-

descrittiva.

Les

hommes —

scrive nel 1908ilmedicofranceseA. Marie, autored’unvolu-

me

prefatoda

Lombroso

e diffuso purenel

mondo

anglosassone

auraient plus souvent Iapellagrequelesfemmes, si, danslesconditionssocialesdesgroupesquela subissent, les

femmes

nepartageaientlesrudes travaux agricoles etn’avaientenou- tre à subirles ebranlementes delaphase genitale; aussi de vingt-et-un à quarante ans, lesrapports sont-ilsinverses dansles

deux

sexes [...] Cecifait pressentirl’in-

fluencefàcheuse desgrossesses, del’etatpuerperalet del’allaitement6.

Le

coordinate di

fondo

del

quadro

tracciato dal

medico

francese

sono confermate

dallefonti storico-economiche. In particolare dalla

sempre

pre- ziosa InchiestaJacini,

pur da maneggiare con

alcune cautele.

Quanto

alle aree di

maggior

diffusione dell’endemia7

,i

commissari

del- le diverse circoscrizioni e/o le

monografie

preparatorie sottolineano

come

5 D.F. Zanetti,

De

morbo vulgo pelagra, «Nova actaphysico-medica...», Norimbergae

MDCCLXXVIII,

p.120 [«Lefemminesonosoggetteaglistessisintomi piudeimaschi;non appenavengonocolpite dalla pellagrasoffronodidisturbi dellamente; edestendendosiin alcuneilvelenomorbosoancheallavulvaall’interno creamolte ragadiche, dalle ulcereche nederivano,emettonouncertopuse questo,spargendosiinogni dove,irrita,tormenta,in-

fiamma»].

6 A. Marie,Lapellagre,Paris, 1908,p.224. Corsivo mio.

7

IIbaricentro geografico dell’endemia pellagrosa sta, in Italia, nel tnangolo Veneto- Lombardia-Emilia-Romagna. In questeregioni, nel 1881, e concentrato il 96,5% dei casi censitinelpaesee ancora 1’89,5%nel 1910, quandoladiffusione delmorbova calandoin termini assoluti sebbenesi registri un’espansione spaziale della suapresa. All’interno del triangolo,ilVeneto ha unpeso assolutamente preponderante: nel 1881 racchiudeil 55,5%

del totaledei pellagrosi delle tre regionialcentrodelTendemiaeil53,7%dituttiipellagrosi censitinel paese; nel 1910,ascala nazionale, 6pellagrosisu 10sonoveneti eicasiregistrati nellaregioneraggiungonoi2/3di quelli individuati nel triangolo. L’affidabilitàdeDestatisti-

chedisponibilie limitata etuttavia,seidatiquantitativipresentano discrepanzeffalevarie fonti,ilquadro geograficoche ne emerge apparein sostanzalo stesso (R. Finzi,Quando e perche fusconfitta lapellagra inItalia,inM.L. Betri,A. GigliMarchetti, (acuradi),Salute e classilavoratriciinItaliadall’Unità al fascismo,Milano, 1982, pp. 394-395 en.5 p.393).

le

donne,

assieme aifanciulli, siano sottoposte a

dute

fatiche, spesso supe- riori alle loro forze.

Cosl,

ad

esempio, si

esprime

C. Bisinotto autore dellaMonografia agra- ria deldistretto di

Adria

e

Ariano

in Polesine, area in cui,

sebbene

in

minor misura

che in altre

zone

del rodigino, «la pellagra, ilmaledetto

male

della miseria, fasventuratamente [...] le sue vittime»:

Ad

Adria e ad Ariano] nella faticosa opera della cultura [monda] delle risaie s’impiegano

donne

e ragazzi, edelavoroche

non puo

chenuocereallalorosalute.

Le donne

attendonopureaUazappatura e raccolta delgranone

ed

alla colturadeUa canapa.

NeUa

giovinezza la

donna

presenta aspettorobusto, sano, e sidirà anche pia- cevole,

ma dopo

il matrimonio, al

primo

figliare, sifabrutta e invecchia precoce-

mente

8.

Sul precoce

invecchiamento

insistono

anche

L. Alpago-Novello, L. Tre-

visi e

A. Zava

nella Monografia agraria deidistrettidi Conegliano,

Oderzo

e Vittorio:

E

[...] un’osservazione altrettanto volgare, quanto giustissima, che labeUezza, spessevoltesovrana, delle giovaniefresche spose contadine

non

durain generale chefino alprimoloroparto,

dopo

ilquale, in seguito aglistrapazzieaUefatiche a cuisono condannate,rapidamenteein

modo

talesvanisce darenderle irriconosci- bili agliocchidei loro idiUiciammiratoriad

un

semplice anno didistanza9.

Per

parte sua laMonografia dellaprovincia di Verona, stesa

daUa

prefet- tura di quella città in risposta al questionario

deUa Giunta per

l’Inchiesta Agraria, sottolinea:

Non

etantolagravezza, quantola qualitàdeilavoricheriescononociviaUasa- lutedeUe donne.

[...]IlavorideUacuraturadeUerisaie[sono]perniciosiaUedonne,specialmen- te se inistato digravidanza o neiperiodideUe menopause.

QuestiIavorispesso ritardano aUafanciuUe,chesitrovanoneU’etàcritica, Ube- neficio

mensUe

olo anticipano, recando in ogni

modo

graviperturbazioni neU’or- ganismogenerale10.

E U

relatoresuUacircoscrizione veneta,

Morpurgo,

riferendosiaUe condi- zioni di lavoro e divita

deUe donne,

specie nelFriuli,sbotta:

«sembrerebbe

8 AttidellaGiunta perl'InchiestaAgrariaesullecondizionidella classe agricola,Vol. V,t.

II,Roma, 1882,p. 311.

9 Ibidem,p. 216.

10 Ath...,Vol.V, 1.

1,

Roma

1882,p.289. SuglieffettisuUasalute deHedonnedel lavo- ro di

monda

delrisocff. purelap. 102.

(4)

dileggereladescrizionedellesocietàprimitive, seinquesteilmaschio, anzi-

che

essere lavoratore,

non

fosse

un

guerriero

o un

ozioso»",

Nelle condizionisociali date,

dunque,

la differenza specifica sta in nul- l’altro che nella maternità, nelpuerperio, nell’allattamento.

Inquello

che

e forse

uno

deitrattatipiu famosi, piuutilizzati e piucita- ti sul

morbo, De Giaxa

accredita, sulla base di indagini precedenti che ri-

salgono

anche

alla

metà

del secolo

XIX,

ilseguente rapporto

maschio/fem- mina

fra i colpiti

da

peUagra: fino a

20

anni 1,04; dai

21

ai

30

anni 0,47;

dai

31

ai

40

0,75; poi, via via, i

maschi prendono

il

soprawento

fino

ad

a- versi

4 o

3 malati

maschi

ogniaffetta

femmina

nelle classid’età

(owiamen-

te

meno numerose

in assoluto)

61-70

e

71-80

12.

2.

Medicina

e pellagra

Come

siedetto, la

medicina ha un

atteggiamento piu

mosso

rispetto al drastico giudizio di Frontali visto all’inizio.

C’e sostanziale

concordanza

su

una maggiore

vulnerabilità della

donna

inetàfertile. Sulsuorilievo c’einvecedivaricazione,

anche

abbastanza net- ta.

Roncato, ad

es., e assaipiu cauto13.

La

discrepanza

ha

fra le sue

fondamenta

I’incertezza dei dati statistici disponibili14.

E

tuttavia il

quadro

generale e chiaro.

Nel periodo

1885-1910, dal

momento

cioeincuilaserie delle

morti

per sesso e continua al

momento

in cui la pellagra,

per quanto

ancora forte-

mente

diffusa,

ha

subito

un duro

colpo al

nord (mentre tende

a estendersi in aree piu meridionali delle precedenti

zone d’endemia)

15

, per ogni

ma-

schio

deceduto

perpellagra in età frai

30

e i

50

anni

muoiono, per

la stes- sa causa, 1,76

donne.

Molti indizi stanno poi a indicare,

come

già diceva Zanetti nel 1778,

che

il contributo delle

donne

in età

feconda

siapiu alto di quello maschile

pure

per

quanto concerne

la psicosi pellagrosa16.

11 Atti...,vol. IV,Roma, 1882,p. 17.

12 V.

De

Giaxa,Lapellagra, Torino, 1927,p. 68.

13 Cfr.A. Roncato,Pellagra, inG. Lorenzini, (acuradi), Vitamineesindromidaavita- minosi,Milano-Varese, 1940,p. 356.

14 Su talequestione, giàpiu soprarammentata, sivedaG.Porisini,Agricoltura,alimen- tazionee condizionisanitarie. Primericerchesullapellagra in Italiadal1880al 1940. Appendice statistica,Bologna, 1975, pp. 3-5.

15

Lo

segnalavagiàunosservatorestatunitense nel 1909come rammenta D.A.Roe,

A

PlaqueofCom. TheSocialHistory ofPellagra,ItachaandLondon, 1973, pp. 43-44. A1 pro- positosiveda ancheMarie,cit.,p. 44.

16 Atti...,IV, p. 178;R.Finzi,Lapsicosipellagrosa fralafine dell’800 egliinizidel'900, inA.

De

Bernardi(acuradi), Follia,psichiatria,società,Milano, 1982, pp. 284-297.

C’e inoltre

una

direzione di ricerca

poco

praticatache

mi

pareportipiu verso

una

sottolineatura

che non

verso un’attenuazione del prezzo

pagato

dalla

donna

all’avitaminosi

da PP.

LiviBacci

ha messo

inluce

che

ildeclino della pellagra,

conseguente un miglioramento

degli standard nutrizionali eppercio divita, si connette a u-

na

crescita della fertilità matrimoniale17.

La

bassafertilitàdelle areedi piu acuta presenza, nellapenisola, dell’en-

demia

e

da

LiviBacci

connessa

alfatto

che

«in thereproductive ages

fema-

le excess of mortality is very high».

Secondo

i suoi calcoli

da

2 a 3 volte quella degli

uomini

nelle stesse classi d’età18.

Sulle cause, del resto di per se evidenti e

— come

si e visto

— con

chiarezza identificate

da Marie (ma

già assai

prima

di lui individuate), di questa supermortalità

femminile

tornero tra breve.

Per

intanto vorrei ab- bozzare un’indicazione di ricerca, perseguibile forse

con

le cartellecliniche, volta acogliere nellasuainterezza l’arco dellecausedi scarsafecondità nel- le aree colpite

da

pellagra.

Quanto

alla sfera genitale, se

ho ben

inteso, l’attenzione dei

medici

nel

periodo

di

massima

espansione dell’endemia pellagrosa nel nostro paese e soprattutto volta a valutareleturbe indotte dal

morbo

nellalibido\ in

armo-

nia, del resto,

con un

vecchio proverbio piuvolte citato

da Lombroso

se-

condo

ilqualefrale «sette sorte» di pellagraesistenti ce n’era

pure una che

eccitava sessualmente.

Per

cuilo stesso

Lombroso

annota:

inalcuniuominisinotal’impotenza precoce,

ma

in alcuni, benchepiu diraro,una straordinariasalacità.

Un

pellagroso a Saronno aveva tentato di violare lavecchia

madre

ela sorella.

Una

pellagrosasedicenneebberapporticolpadre,e

non

siver- gognavadi dirlo.

Una

vecchiaripeteva a tutticheerastataviolataecheavevapar- torito e

non

eravero19.

Come

si

vede Lombroso mescola

qui, senza

troppo

preoccuparsi, ele-

menti

dallavalenza assai diversa.

La

precoce

impotenza

maschile, se

dawero

piu diffusa della «salacità»,

potrebbe

contribuire a spiegarebassi indici di fecondità.

Pure

l’apparato genitalefemminile,inpresenzadipellagra, subisceturbe

non

Iievi,

come

già ricordava Zanetti neltardo ’700.

Chi

raccoglie

un

piu

17

M.

Livi-Bacci,Fertility,NutritionandPellagra:ItalyDuringtheVitalRevolution,«Jour- nalofInterdiscipiinaryHistory»,XVI, 3 (Winter 1986), p. 452.

18 Ibidem,p. 453.

19 C. Lombroso,Studicliniciedesperimentalisullanatura, cause e terapiadellapellagra, Bologna, 1896, p. 95.Perilproverbio sulle«settesorte» delmorbosivedalap. 85.

(5)

ampio quadro

di notizie in tal senso e Marie.

Secondo

il

medico

francese nelle «pellagreuses hereditaires»; vale a dire nelie famiglie

con

qualche a-

scendente affetto

da

pellagra (che, e noto, ereditaria

non

e

ma

a

lungo

tale fu ritenuta in

Europa

e negli Stati Uniti)20:

on

trouve Fatrophie des seins, I’irregularite

ou

l’absence des regles

ou

des metror- ragies tardives doulareuses.

Una

statistica

lombarda,

riportata ancora

da

Marie, segnalafrale pella- grose

un 57%

di casi di disuria,

un 50% amenorrea

e

un 17%

di «fausses couches», vale a dire diaborti.

Fra

i

maschi

delle solite famiglie pellagrose

«ereditarie»

cioe dipiu e piua

lungo

carenziate dialtre

se

ne

trova-

no

peraltro molti, oltre

che implumi, con

itesticoli «atrophies».

Les cas de sensations subjectives de I’inflammation de la matrice [dell’utero, cioe]

continua Marie

sonttres

nombreux

chez les

femmes

pellagreuses et cela sans causesobjectives.

E

racconta

un

caso tipico:

une robustepaysanne de l’hopital de Verone, àgee de trente et

un

ans,

mere

de cinq enfants, accusa deviolentes douleurs en urinant... Elle futtraiteelongtemps pourmetrite... [poil les medecins constaterent

que

les

symptomes

uterins etaient denaturepellagreuse.Apres

examen

minutieux au speculum

on

netrouvapastra- ce demetrite. C’etait unepellagreuse

meconnue

21.

3. «Pellagra sine pellagra»: la malattia alfemminile

La

considerazione della variabilefeconditàci

ha

portati a

uno

scenario

noto ma sempre

delineato in un’ottica unidimensionale: fra le

forme piu

terribilidi pellagrac’ela subdola «pellagra sine pellagra».

H

casodellarico- verata nell’ospedaledi

Verona

c’introducea effetti solitamente

non

descrit- ti della

forma morbosa

priva dei suoi sintomi piu caratteristici. Effetti ap-

punto che

originano dalla differenza sessuale e attraverso questa agiscono.

Marie

del resto associa in particolare

— sebbene non

esclusivamente

a

donne

i casi di «pellagre sans pellagre» nei quali Ie malate «souffrent

de

leucorehee, lourdeuruterine,

amenorrhee,

etc.»22.

20 Cfr. Roe,cit., pp. 64ss.

21 Marie,cit,,pp. 116-117.

22 Ibidem,p. 167,

La

«robuste

paysanne»

dell’ospedale di

Verona

che accusa manifesta- zioni a

lungo

attribuite a metrite

ha 31

anni e 5 figli.

Ammettiamo

che la

suaetà

feconda

abbia avutoinizio a 13-14 anni e ipotizziamo

che

oltre i 5

figli, che

parrebbero

viventi al

momento

dell’osservazione in ospedale,

non

abbia avuto altriparti

ne

aborti23.

Tenendo

contodellagravidanzae dell’al-

lattamento (allora di

almeno

1

anno

perfiglio,

ma

piu spesso di 18

mesi

24), la

metà

alTincirca del

periodo fecondo

fino

ad

ailoravissuto dalla

donna

e

un

periodo in cuii suoi fabbisognifisiologici

sono

sovranormali.

Se

le sue condizioni

socio-economiche non

le

permettono un adeguato

miglioramen- to alimentare

ne possono

derivare

due

conseguenze:

ove

la

donna

in stato di fabbisogno

«normale»

sia alimentata sufficientemente

ma

al limite di

quanto

necessario,si

puo

instaurare

uno

stato carenziale; se la

donna

già

ha

un’alimentazionecarente, la carenza e destinata

ad

aggravarsi.

H quadro

della vita della «robuste

paysanne»

veronese e

confermato da una

notaricercadiAlbertoni e

Novi che

studiano

una

famiglia bracciantile del bolognese, la provincia emiliana in cui, fra

1881

e 1901,

piu

larga ela

presenzadellapellagra25.

La

donna, moglie e

madre, ha 38

anni, altezza ignota,

peso corporeo

di kg. 50,6.

E

sposata

da 16

anni e

ha

avuto 6parti.

Deinati

annotano gli autori

— uno

solo soprawive [...]

un

altro moridu- rante ilparto,

non

presenziato da personedell’arte, gli altri quattro morirono du- ranteil divezzamento26.

Si

puo

calcolare che, grosso

modo, da un

terzo alla

metà

dei 16 anni di

matrimonio

siano stati trascorsi dalla

donna

in stato di gravidanza

o

allat-

tando.

La

ricerca diAlbertonie

Novi

e di particolare interesse

perche

e tra le

poche

checi

permette un

confronto differenziale direttofra dietamaschile e dietafemminile.

I

due

fisiologiosservano la

coppia

per 6 giornate del 1892: 3 duranteil

marzo,

vale a dire in

periodo

di lavoriIievi

o meno

pesanti, e 3 in agosto,

che

e

periodo

di lavori pesanti. In questolasso di

tempo

la

donna

appare,

23 L’ipotesi e ottimisticache

scrivonoadesempioAIpago-Novello,Trevisi eZava

«gliaborti elenascitedeifetimorti,chenonsipossonoragionevolmenteascrivere adaltre cause che alle eccessive fatiche sostenute, nonsono infrequenti». {Atti , vol

V

t

H

d 216).

24 Cfr.ad esempio,Atti..., vol.V, t. I,p. 293.

25 Finzi,Quandoeperche..., cit., tab. 5, p.417.

26 P.Albertoni, I. Novi, Sulbilancionutritivodel contadinoitaliano.Prima comunicazio- ne, {estratto dalle«MemoriedellaR.Accademiadellescienze diBologna», s.VE3, Bologna 1894),Bologna, 1894, p. 7.

(6)

sotto ii profilo calorico, megiio nutrita

delfuomo. E

lo stesso risulta se si

osserva la sua dieta dal

punto

di vista delle «sostanze azotate»27.

dierlf

4

graVldan2

,

a e i’allattamento il rapporto fra dieta maschile e dieta

femmimle muta

radicalmente.

Non

solo via via

scompare

il «vantag-

g

o>> calonco

femminde.

Nella

donna

s’instaura

anche una

notevole carenza proteica

m quanto

llfabbisogno tnproteinecresce del

21-22%

in eravidan- 2a e del

40%

e oltre nel corso dell’allattamento

Nel

caso studiato

da

Albertoni e

Novi

l’apporto invitamina

PP,

il fat- e s

clf

>“

antipeUagroso, e carente, sia per

l’uomo

che perla

donna

in

entrambi

t

penodi

presi tn esame.

D fabbisogno

della

donna

cresee

pero

già nella

seconda

parte deila gestazione e ancora di piu durantela nutrizione

oi seno.

Da

questa

come da

altre indagini

peres., di

Lombroso

2 *

nascela

domanda: per

quale

motivo

la

pellagra

non

infieri in proporzioni assai

La?fsn

rl

’t

Se ^1

ahmentazione

ttptca d’mteri strati socialiera quella descritta?

La ns P°

sta e

du P

lce: 1

unu

atttene allasostanziale

poca conoscenza che

an-

c^abbpo^ddk

reale altmentazione del passato; l’altra ai nostri

mecca-

msmi

biologicr.

Fra

il

pteno

soddisfacimento di

un

fabbisognoel’instaurar- stdellemantfestazioni patologiche

da

carenza «c’e

uno

scafto, un’ar [ ] di carenza tollerabile»29.

L,,J

£ appunto

questa soglia di toHerabilità

che

Ia

donna

gravida

o

nutrice

seno

oltrepassa

pm

spesso. Cosi,

ad

esempio, fra

1885

e 1910, nella clas-

47-48

35

^ F f

ziLapdlagra: un^mpio..., cit„ pp 21 e

stione

3n0 tUtU

g eWnti

di C3lcol° numzionaledelle du^dietl inque-

I t

Udi A

i

mpp0rt°dla

f

etem almentarc.

WSm SISP

maregiornalmentekg. 3,5 dipolenta er 60 di

Wi^ni

f

?

specico dl42 anm) consu-

***** Take^ miTi. vll'

1 1882 P' 499;

Ge h

Finzi,Lapellagra: unesempio..., cit.,p. 39s.

se d’etàfra i

30

ei

35

anni per ogni

uomo che muore

dipellagra

decedono

2,44

donne

e fra i

35

e i

40

anni2,42. Poi, sie detto, lo scarto diminuisce fino, in vecchiaia, a rovesciarsi. Nello stesso periodo l’età

media

del

primo matrimonio

della

donna

oscilla intorno ai

25

annie quella della

madre

alla nascita del

bambino

e di

30

anni.

Ancora

fra

1910

e 1923, a fronte di

una

complessiva supermortalità maschile per pellagra di circail

10%

,

dovuta

in particolare alfarco d’età 61-80, le

donne

in età di piu probabile maternità (21-40 anni)

muoiono

in

una proporzione

di piu di 2 volte e

mezzo

supe- riore a quella degli

uomini

dellastessa età30.

La

differenza biologica s’interseca doppifimente

con

la differenzasociale:

dapprima con

quella di classe e quindi

con

quellafra isessialTinternodella stessa classe d’appartenenza.

Come

e

owio,

si e dato qui per essenzialmente

noto

e acquisito chela pellagraera,

ed

e31

,malattiadellamiseria e,oggi,

per quanto

contenuta, del sottosviluppo32.

Non

a caso, del resto, la sua sostanziale

scomparsa

e con- nessa, nelnostro paese, alla capacità dilotta e d’organizzazionedei lavora- tori33 cosicche

Di

Vittorio,

enumerando, mentre

ancora la guerra era in corso, «in sintesii risultaticonseguiti dai sindacatiliberi italiani,fino aipri-

mi

annidelnostro secolo, nella

prima

fase del loro

cammino

ascensionale», poteva porre fra questi la «rapida

scomparsa deEa

pellagra»34

,

ben prima

che, nel 1937, fosse identificatala vitamina

PP.

AU’interno della

medesima

miseria c’e tuttavia chi, lo si e visto, e piu diseguale.

A

talproposito esemplare e la storia di

Anna,

nata nel

1904

e sposatasi nel 1924, pubblicata

da N.

Filippini Cappelletto e ripresa

da A.

Manoukian. E una

storia

come

tante, di fatica, di privazioni,

dove

ricorre:

«me

tocava far tuto».

Nel

nostro contesto

un

particolare attira I’attenzione.

Quando

ad

Anna

nasce il secondo figlio

sintetizza Manoulcian

lei deve

dopo

pochissimo

tempo

tornaresui campia lavorare ed e allorauna cognata [...]

30 Istat, Causedimorle 1887-1955, Roma, 1958,tav. 1.23, pp. 34-35; A. Santini, 1)La

fecondite; 2) La mortalite, in La population d'ltalie (1974, World Population Year C.I.C.R.E.D. -Series),Roma, s.d.,tab. II.5. p.30;

De

Giaxa,cit.,p. 118. Ledonnepaga- no untributosuperioreancheperquanto concerne isuicididapellagra: v. alpropositoS.

Somogyi,IIsuicidioinItalia, Palermo, 1976,p. 126.

31 Cfr. W.R.Aykroyd,L'elimination desmaladies decarence, Geneve, 1970,p. 38;Roe,

cit.,pp

;

158ss.;M.C. Latham,Nutritionhumaineen Afriquetropicale,Roma, 19792,p. 106.

32 The Heinz HandbookofNutrition,

London-New

York-Toronto, 1959,p. 26 oltre le operecitate allanota precedente.

33 Finzi, Quandoeperche..., cit.,pp. 391 ss.

34 G. DiVittorio,Funzionee prospettivedell’unitàsindacale, «Rinascita», a. II, 1 (genn 1945), p. 9.

208

(7)

che allattailpiccolo; unacognatacheresta a casaperche ammalataditisi, malattia cheviene trasmessaalfiglioletto di Anna, ilquale a diecimesi

muore

35.

S’apre qui

uno

squarcio terribile: lapossibile accelerazionedella

scom-

parsadella malatae al

tempo

stesso

un

suo

uso

quale

strumento

di

una

ci-

nica «po!itica malthusiana».

A1

di di questo

lampo

angoscioso s’intrawe-

de un

orizzonte in cuilamalattia crea malattia.

Del

resto, sisa,lamortalità per pellagra e sottostimata: spesso sulla carenza s’instaurano altri morbi, che

appaiono

poi quale causa «finale» dellamorte.

A

questi esiti

non

efor- se estraneoilfattoche,

come ha

sottolineato GiulianaBiagioli, l’«attività ri-

produttiva apriva

molto

spesso un’altrafonte direddito all’interno dellafa- miglia [contadina]

che

era quella del baliatico»36.

La

differenza e interiorizzata dalla

donna,

cosi interiorizzata

da non

far- lecogliere ilreale.

Racconta

Achille Sacchi, autore, a fine secolo

XIX,

di u-

na

celebre inchiesta sulla pellagra nel

mantovano:

inalcunirapporti [delle autoritàlocali] sinota chelapellagraprevalenelledonne, perchepur

dovendo

esse ripararele perditedei parti e dell’allattamento elavoran-

do

piu chelavigoria del sesso

non

consenta, si

aHmentano

anchepiu male. Cisov- vienediaverne uditaqualcunadire

come

cosa naturalissimaeconsuetachequanto v’hadimeglio a mangiare perlafamigliasi

ammannisce

all’uomo cbe develavorare eguadagnare pertuttP1.

11corsivoedello stesso Sacchi ecostituisceilmiglior

commento

e lami- glior chiusa a

una

riflessione su pellagra e differenza sessuale inItalia.

35 A. Manoukian,Lafamigliadei contadini, inP. Melograni(acuradi),Lafamigliaita- lianadall’800aoggi,Roma-Bari, 1988,p. 32.

36 A. Cavaciocchi(a curadi),Ladonnanell'economia. SecoliXH-XVIII, Firenze, 1990, p. 696.

37 A. Sacchi,Lapellagra nellaprovinciadiMantova,Mantova, 1966, pp. 51-52.

210

Parte seconda

Donne che vanno, donne che restano.

Emigrazlone e comportamenti femmlnf

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