• Non ci sono risultati.

PRof. LUIGI PUCCIANTL

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "PRof. LUIGI PUCCIANTL"

Copied!
18
0
0

Testo completo

(1)

31

UNA DETERMINAZIONE 1N MISURA ASSOLUTA DELLA POTENZA IRRAGGIATA DAL CORPO NERO.

PRof. L U I G I P U C C I A N T L

I. - - Comineer6 col richiamare alcune cose assai eono- sciute al solo fins di stabilire chiaramente le notazioni.

Boltzmann dimostrb col metodo termodinamieo c h e l a ra- diazione totale del corpo nero segue la legge di Stefan, cosic- ebb la laotenza emessa nell'angolo solido 2~ dalla superfieie di area S alia temperatura assolata 0 ~ espressa dalla

[1] 9 = ~ S O '

essendo a una costante fisica generale, della cui misura quA si tratta. E il potere emissivo, essendo he] case presente vale- vole rigorosamente la legge del coseno, risulta

[2] E - ~ 5 0 ~ ~ a 0 ~ con a ~ .

77 q~

Lo scambio pea tra due cocpi neri alle temperature O e 4~ si ottiene dalla differenza dei due valori eorrispondenti di E, applic~mdo la legge di Lambert ad ogni coppia di elementi areali, con ana doppia integrazione di superficie; e nella sua espressione

[3] ~ = K ~ ( 0 ~ - ~ )

K ~ un coefficiente di natura puramente geometrica avente le dimensioni di un' area. Ne viene

[a.] o = ~o

K ( 0 ~ - - ~")"

(2)

32 L. PUCCIA~NT[

L a misura di ~ si riduce a d u n q u e pill o meno d i r e t t a m e n t e alla determinazione di due t e m p e r a t u r e asso]utc, ad aleune mi- sure lineari (e fin qui nessuna speeiale diffieolt~)e alla misura di ~, cio~ della potenza o emessa dal pifi cald% o assorbita dal pifi freddo di due corpi s e disposti in m a n i e r a tale~ che essi soddisfino il meglio possibile la condizione di esser neri, e che il resultato non v e n g a alterato dall'assorbimento del mezzo. I n questa ultima determinazione si aecumulano tali difficolt~ che le misure di z eseguite da varii sperimentatori sono fortemente discordanti t r a lore, e le differenze vanno di assai oltre il limite di ~rrore attribuito pifl o meno esplicita- mente a ciaseuna. Siccome la teoria, come sl ~ visto, b messa in termini preeisi, e ormai perfettamente conosciuta, queste discrepanze non possono r a p p r e s e n t a r e che e r r o r i sistematici inerenti all'esecuzione delle esperienze, le cui cause, se sono sfuggite alia diligenza degli sperimentatori, dal eritico anehe il pifl aceorto possono esser tutto al pig sospettate o i n t r a v i - ste '), non eerto valutate e c o r r e t t e .

Piit che diseutere i risultati fine ad era ottenuti, giova dunque il cercare con replicati tentativi, e variando via via il metodo e la disposizione, di far p r o g r e d i r e questa partico- lure tecniea fine a ottenere per vie diverse an gruppo di va- lori concordanti.

II. - - Questo concetto mi ha guidato ne] p r e p a r a r e ed eseguire le esperienze, di cui segue un b r e v e ragguaglio.

I n BaSe l ' u n o dei corpi neri che si scambiano energia per raggiamento ~ alia t e m p e r a t u r a ordinaria, e l'altro, invece che a t e m p e r a t u r a pik elevata come di solito, g portato a tem- p e r a t u r a pifi bassa. Si misura la potenza che bisogna fornire al primo per m a n t e n e r n e inalterata la t e m p e r a t u r a , ciob per compensare la potenza che esso cede come radiazione al se- condo.

H e costruiti due apparecchi, uno termometrico e uno bo- lomet,rico; solo da questo he per era ottenuti resultati atten- dibili, t h e riferir5 dope deseritta la disposizione delle espe- rienze.

l) Vedi in proposito due artieoli del Prof. Amerlo, Nuovo Gimento.

(3)

UNA D E T E R M I N A Z I O N E IN 5IISURA ASSOLI.IT.~- lgCC. 3 3

I n t a n t o tutti sanno ehe il prineipale requisito eui deve soddisfare il bolometro g la simmetria della sua costrazione, coslcchg mi g convenuto di fare due corpi neri uguali il me- glio possibile fra lor% dei quali uno potesse essere esposto alla apparente radiazione di freddo, mentre l' altro ne g di- feso. Ciascuno di essi consta di un recipiente con bocea di area assai piecola in rapporto della superficie total% eostruito in lastra di rame (spessore circa ~/1o di ram.) formato di u n cono e di un troneo di cono uniti per le basi (lunghezza cm. 12~ diametro massimo cm. 4, diametro della bocca cm. 2 circa); la superfieie interna ~ fortemente affumieata~ la super- fieie esterna g puiita~ e porta impressa a n ' elica a passo uni- forme (circa ~/~ ram.) lungo la quale sono avvolti due fili con:

duttori finissimi~ isolati per mezzo di doppia copertura di seta, tra di loro e dal rame. L ' u n o g di ferro, e eostituisce un ramo bolometrieo, l'altro~ di manganin% g u n a resistenza ri:

scaldante.

Lo schema della disposizione elet-

triea g nella fig. 1 di cui la parte ~ 3 da BI B 2 in su rappresenta il eireuito

riscaldante, e la partc da B~ B a in gift il ponte di Wheatstone. I ver- tici di questo sono V~, V~, V 3 , V , . Siceome i due rami bolometrici hanno resistenze poco diverse tra loro, e le resistenze tl~ e R.~ sono csattamente uguali, eosl per otte- nere l'equilibrio del ponte g messa in derivazione su R~ (ehe g adiacente alla resistenza bolometriea pih pie- cola B~) u n a cassetta regolabile a eaviglie I~ e si seeglie una resistenza (la quale risulta assai grande) tale

Fig. 1.

da stabilire nel ponte l'equilibrio ap- prossimativo ehe poi si rende esatto

eollo spostare il eontatto seorrevole V s lungo il reoeordo F ~ . L e resistenze dei quattro rami sono vieine al eentinMo

~erie VX. l'ol. I V g

(4)

34 L. PUCCIA~TI

di o h m , cio~ rispettivamente B , ~ 153 o h m , B ~ 163, t~, --- R~ ~ 100. I1 galvanometro G, un Panzergalvanometer costruito da Siemens, munito di triplice corazza con due roc- chetti di 1000 f] in parallelo, ~ montato coll'ago pilk leggero:

il ponte ~ dunque in buone condizioni di sensibiliti~, anzi bi- sogna nel cercare la posizione di equilibrio diminuirla eonve- nientemente colla derivazione S.

:Per prevenire disturbi termoelettrici, i quali potevano prineipalmente prodursi ai giunti ferro-rame, prolungai i rami bolometrici con cordoncini fatti collo stesso filo di ferro, e tuffando in una provetta di petrolio i due contatti che pote- vano influire sul galvanometr% provvidi a nlantenerli a uguale temperatura, come indica lo schema in cui il rigo grosso rap- presenta le parti in ferro della rete. :Yferc6 di queste cautele e delle altre pitt ovvie che il lettore potr~ facilmente imma- ginare, ottenni u n a costanza della posizione di riposo del gal- vanometro assai soddisfacente, anche con un periodo di oscil- lazione di pitt che 5 s, e con u n a forza elettromotrice di 4 volta applicata tra V, e V3; cib si intende pure di aspettare qualehe tempo dopo chiuso il circuito, perchb venga rag- giunto il regime permanente delle temperature. 1.Via il tranvai elettrico passa cosl vicino al laboratorio che le corazze non riescono a proteggere perfettamente l'ago quando si spinga la sensibilitY, e mi ~ convenuto fare la maggior parte delle misure di notte, quando il servizio tranviaro ~ sospeso.

I1 cireuito riscaldante comprende un accumulatore, un reostato a variazione continua e un invertitore ai cui serrafili applicato un voltometro c h e v e n n e poi tarato mediante po- tenziometro e pila campione.

L ' i n v e r t i t o r e fu messo per prevenire due cause d' errore che potevano eventualmente presentarsi; il difetto d'isola- mento, tra i due avvolgimentl di uno stesso co~:/~o nero che avrebbe prodotta nel galvanometro u n a deviazione spuria in- vertibile, e l'induzione fra essi, che avrebbe dato un impulso al momento della chiusura e dell' apertura. Ma appunto ma- novrando 1' interruttore riconobbi che l'isolamento era per- fetto; e che l'induzione era eliminata dal rame su cui sono avvolte le due eliche.

(5)

!JNA DETERMINAZIOI~E Ib; MISURA ASSOLUTA ECC. 3 5

0 r a dimostrerb che la variazione di resistenza di uno dei rami bolometrici dipende solo d a l l ' a m m o n t a r e complessivo dell'energia acquistata o perduta dal corpo her% e non dalla sua distribu~ione sulla superficie di questo.

Indlchi f~ la resistenza per unit~ di ltmghezza del filo di i'err% r162 il coefficiente di temperatura~ At la variazione di temperatura dell'elemento di lunghezza ds ; la variazione della resistenza sar~ espressa da

AR ~ /'~ ~ At ds

"(~)

il quale, se p indica il passo dell'elica coniea, si trasforma in integrale di superficie ponendo d v - ~ T d s

AR f ~ At .

Sia ora cdz la capacit~ calorifica dell'elemento areale da e edv l'energia chc esso riceve~ e avremo

A R = f a ~ e d~.

'(a) 2 c

~ a se l' apparecchio ~ costruito con esattezza e con la- mina e fill omogenei e uniformi, a, ~ p , c si possono ritenere costanti~ e portare s del segno di integrazione; cosicch~

1' espressione

AR = - - e d~

p c

4imostra la propriet~ enunciata.

]~ vero the questa propriet~ pub essere realizzata solo approssimativamente; ma nel caso nostro cssa vale a compen- sare un errore gii~ piccolo perch5 la grande conduttivit~ ter- mica del t a m e impedisce disuniformlt~ notevoli nella tempe-

(6)

36 L. P U C C I A N T I

r a t u r a del doppio eono; e in fine l'uso della eorrente fiscal- dante r i m a n e giustifieato aneorehg essa non si appliehi solo alla p a r t e della superfieie ehe radia prineipahnente.

Questo strumento, ehe si pug ehiamare bolometro nero~

manifestamen'te si presta bene anehe a svariate misure di ra- diazioni totali, attesoehg gli avvolgimenti di manganina pos- sano servire in varii modi alla eompensazion% o alla t a r a t u r a . Dirb ora in b r e v e come l ' h o utilizzato alla determinazione del valore di ~.

Fig. ~.

I I I . - L a figura 2 rappresenta in sezione a un ottavo della v e r a g r a n d e z z a t a t t o l'appareeehio.

11 bolometro B~B: g ehiuso in un ambiente O N ehe una t r o m b a a mereurio di Gaede eonnessa a G~

m a n d a t a da un motorino elettrie%

r e a d e vuoto d'aria. I n esso distin- guiamo due e a m e r e eomunieanti fra loro. L a superiore dal tappo al d i a f r a m m a D~ g eostituita da a n re- eipiente eilindrieo di ottone CC con fondo spesso di t a m e ; esso g eireon- dato dal bagno, la eui aequa viene rimeseolata e o n t i n u a m e n t e dall'agi- tatore A, messo in moto dal motorino stesso ehe m a n d a anehe la tromba.

L a t e m p e r a t u r a di t u t t a questa ca- m e r a superiore sar'~ d u n q u e quella indieata dal t e r m o m e t r o T.

L a camera inferiore g un bulbo di vetro N mastieiato al s del vaso metallieo eoll'intermediario di un manieotto di ebanite di altezza eonveniente. Esso dal eollo in gill annerito internament% e rivestito esternamente eon tela di tame, e si immerge appunto fino al eollo nella neve di anidride earboniea ben eal-

(7)

U~NA D E T E R M I ~ A Z I O x N E I X M I S U R A A S S D L U T A ECC. 37 cat% o hell'aria liquida che son mantenute entro il vaso di Dewar, il quale vlen poi coperto con ovatta o feltro, e di feltro ~ pure fasciato.

T u t t a la parte immersa del recipiente N assumers cosl la stessa temperatura~ la quale pub esser valutata coll' aiuto di nna coppia termoelettrica ferro rame, (tarata mediante a n termometro campione a pentano) una saldatura della quale aderente al rondo estern% e l'altra ~ m a n t e n u t a alla tempera- tura del ghiacclo fondente. I1 bulbo N costituisce cosl un

c o ~ o ~ e r o capaee di scambiare radiazioni con Bs attraverso

una serie di diaframml di cui il primo e l'ultimo D,D~ es- sendo a pena pitt stretti degli altri limitano il faseio, e colle loro dimensioni e distanza determinano il valore del coeffi- ciente K della [4].

I diaframmi intermedi che sono affamieati come t u t t a la superficie interna tra D I D 2 servono a evitare le riflessioni.

Tutto il fascio di raggi, compresi quelli pig inclinati sull'asse r e r', passa liberamente per l ' a p e r t u r a di Bs e per la gola G G, e eib assicura che lo scambio avvenga solo ira due su- perficie affumieate, quasi chiuse ed aventi ciaseuna tempera~

tura uniforme, che ~ la condizione di valldit~ della [3].

P e r intercettare la radiazione o lasclarla passare serve Io sportellino S girevole intorno a un asse orizzontale e ma- novrabile, con una trasmissione a tenuta~ dall'esterno.

Ho riconosciuto durante le esperienze che era buon con- siglio proteggere mediante una cireolazione di acqua, la ma- sticiatura del bulbo di vetro :N con la ebanite da un raffred- damento troppo forte che pub spezzarla.

I V . - - E c e o dunque come si procede per la misura d i ~ . L'apparecchio ~ gis esaurito~ si chiude il cireuito bolo- metrico, si contorna il bulbo :N colla neve di anidride carbo- nica, o si immerge hell'aria liquida a seconda del caso; si regola l'equilibrio del bolometro mantenendo le radiazioni in-

~ercettate mediante S, e sl aspetta che si stabilisca il regime in modo che l'ago del galvanometro stia fermo, o si muova solo poco e lentamente. Se allora si apre la via alia radia- diazione, si nota subito u n a deviazlone del galvanometro, la quale va rapidamente e progresslvamente crescendo. Se nel

(8)

3 ~ L. PUCCIANTI

momento stesso dell' apertura di S, si chiude il circuito riscal- dante di B ~ si pub con uu valore conveniente della differenza di potenziale agli estremi dell'avvolgimento di manganina~

eompensare 1' effetto della radiazione~ ristabilendo 1' equilibrio nel ponte; in pratlca si cercano due valori di questa diffe- renza di potenziale vicini tra loro e the siano approssimati 1' uno per eccesso e l'Mtro per difetto.

Si determina allora l ' a n d a m e n t o del galvanometro a spor- tello chiuso e a sportello aperto con l ' u n a e l ' a l t r a tenslone eompensante, leggendo gli spostamenti in uno o due minuti primi. Dalle medic delle differenze di un certo numero di letture, si interpola il vMore della tensione cul eorrisponde- rebbe la compensazione esatta.

Orbene, le prime prove fatte colla neve dl anidride car- boniea, mostrarono u n grave disturbo che non avevo previsto, ma che non fu diffieile spiegare. II valore della tenslone~ ca- pace di ristabilire l'equilibrio nel ponte, non era costante, ma deereseeva prima rapidamente, poi via via pi~k lentamente durante una serie di misure. Si noti ehe allora lo sportellino S chiudeva quasi perfettamente l ' a p e r t u r a del diaframma D, quando si voleva intercettare la radiazione. Tenendo conto di questa circostanza~ la causa del disturbo si vede risie- dere nel ben noto fenomeno di assorbimento dei corpi ae- riformi per parte del carbone: il nero fumo del bolometro appena aperto lo sportello, cede al nero fumo del bulbo ~N'~

qualehe sostanza aeriforme assorbita~ ehe la tromba non bastata a togliere, e cib produce u n raffreddamento il quale riesee pib. intenso in B~ che in B , . Infatti quando N ritorna alla temperatura ordinaria~ si pub osservare un riscaldamento di B~ ehe attesta il ritorno alia condizione iniziale. Natural- mente col tempo questa specie di distillazione andava dimi- nuendo, ma non eosi rapidamente da fare sperare di ragghm- gere abbastanza presto 1' equilibri% e sarebbe restato un grave dubbio sui risultati.

Rieorsi allora all'uso di u n tubo contenente carbone di noee di coeeo, il quale, mediante una ehiavetta a tre vie, in- serita tra l'appareechio e la tromba, poteva eomunicare a vo- lont~ con quello, con questa~ o restate separato. Scaldato al-

(9)

UNA DETERMINAZIONE I.~t ~ttslJI~.A ASSOLUTA ECC. 39 lora il earbone in comanicazione colla sola tromb% si poneva poi in comanieazione dell'appareeehio gis esaurit% e si raf- f r e d d a v a il carbone stesso per pareechie ore eolla neve di ani- dride carbonica stemperata in etere. Cib diminul, ma non tolse il disturbo.

Allora ho messo un arresto allo sportellino, in modo che esso, nella posizione in cui intercetta la radiazion% r i m a n g a aeeallato laseiando per D 1 un passaggio liberissimo alle tracce di aeriformi. Cosl la distillazione si faeeva fin da principio liberamente, non occorreva del resto aspettare che fosse com- piuta perch~ la misura si faeeva per differenza; l ' e r r o r e si- stematico era tolto, e l ' a s s o r b i m e n t o non produceva altro in- conveniente che u n a certa incostanza nella posizione di riposo.

Aspettando piuttosto h l n g a m e n t e dopo iniziato il raffredda- mento di N, e curando di m a n t e n e r costante il meglio possi- bile il livello della neve o d e l l ' a r i a liquida, rincalzando e ri- fornendo via vi% queste variazioni si riducevano di poca en- titY, cosicch~ in conclusione il valore della differenza di po- tenziale corrispondente al ristabilimento dell'equilibrio nel ponte si p o t e v a assegnare con buona precisione.

Si capisce che il carbone di eocco raffreddato colla neve di anidride carbonica o con aria liqaida fu sempre usato util- mente in seguito.

I n d i c a n d o era con 1~ la resistenza d e l l ' a v v o l g i m e n t o di manganina, e con E la tensione di compensazione essendo

si ha per ealeolare ~ la

E2

~ R

F 2 [4 bis] ~ ~ K R (0" -- v ~ ) "

V. - - Delle quantit~ del secondo membro due, cio~ K ed R hanno lo stesso valore per t u t t e le misur% essendo costanti dell'apparecchio; le altre v a r i a n o d a l l ' u n a all'altra serie; ecco riepilogando come ciascuna vien determinata.

K. P e r il calcolo esatto di questo coefllciente geometrico, che dipende dalla grandezza e posiziofie relativa dei due dia-

(10)

4 0 L. PUCCIA~NTI

f'rammi D, D~, il collega Antoniao Lo Surdo mi ha fatto co- noseere il metodo gi{t tenuto dal Christiansen '), il quale veramente d{~ l'espressione per il caso partieolare di due circoli coassiali uguali. L ' espressione per il caso pit1 generale di due cireoli coassiali di raggio ~-~ e r~ con i centri alia distanza r

/ . . . . . )

K = 2 ,-= § ,-,' § ,-~ - - [ / 9 § - ( § ) + ( , - , ' - - ,-,')

L e misure d~ ~, r,~'.~ furon fatte prima di masticiare il bulbo N al suo posto: tenendo l'apparecchio coll'asse oriz- zontale, misurai col eatetometro per eiascuno dei due dia- frammi la lunghezza d i u n a coppia di diametri presso a poco ortogonali, e risultando i due valori di ciascuna coppia assai bene concordanti, io presi per ~'~ e ~-~ respettivamente la met{~

delia media di ciaseuua coppia.

Per q', essendo i due cireoli poco diversi, presi la distanza tra le cireonferenze che misurai agevolmente cosi: infilai un cannello di vetro affumieato nei due diaframmi, feel rotolare l'apparecchio, sempre coil' asse orizzontale, di meno di un giro completo: il cannello, ritirato cautamente porta fini e nette le traece dei labbri di ciascun diaframma, e eollocato verti- ealmente permette di fare col catetometro una buona misura delia loro distanza. Dai valori cosi ottenuti ( r . z 0,648;

r~ ---~ 0,617 ; r = 5,007 cm.) risulta

K z 5 1 , 5 cm3 (l'errore ~ certo inferiore all'uno per eento).

R ~ 868 ~ internazionali (preeiso all'uno per mille) ri- sulta da u n a misura col ponte di W h e a t s t o n e

E . L ' o r r o r e della lettura del voltometro ~ certo inferiore al 2 '1, per mille, che signifiea il mezzo per cento sal valore

~) IVied. Ann. B a n d X I X , pag. 273, 1883. P e r e v i t a r e ogni equivoco credo b e n e a v v e r t i r e t h e nell~ memori~ del C h r i s t i a n s e n ~ c o n t e n u t o i n principio u n g r a v e errore: con u n a deduzione non giustificata, egli applica la legge di Stefan a c i a s c u n a radiazione monocromatica emessa dal corpo nero, mostrando di non conoscere lo spostamento del massimo di intensitY.

Ma 6 ovvio che tale errore non altera i resultati r e l a t i v i alia radiazione totale, e non h a relazione coll~ d e t e r m i n a z i o n e del coefilciente in parola.

(11)

U N A D E T E R M I N A Z I O N E I N M [ S U R A A S S O L U T / k E C C . 41 di E". 3/[a con quale approssimazione la differenza dl poten- ziale misurata rappresenta il vero valore di compensazione, ossia corrisponde all'uguaglianza della energia fornita al ra- diatore con quella emessa ? Eeco il punto eve con questo me- todo si manifesta la difficolt~ e 1' incertezza che ~ comune a tutti i raetodi e su cui tornerb d o p e :

0 . L a misura della t e m p e r a t u r a del bagno d ' a c q u a man- tenuto in agitazione non presenta alcuna difficoltk; le varia- Moni d u r a n t e u n a serie anche lunga farono sempre lievissime per la grande quantit~ d ' a c q u a e le baoni condizioni termiehe della sala. M a i l ramo bolometrico si scalda un poco per Ia corrente che vi circola e con esso tutto il corpo nero. Non difl:icile d ' a l t r a parte valutare almeno all'ingrosso l' entith, di questo riscaldamento. Applicando al circuito di manganina

~ r a conveniente forza elettromotrice, e misurando la resistenza del t a m e bolometrico col ponte di W h e h a s t o n e mediante u n a c o r r e n t e debolissima, potei m i s a r a r e l'eccesso di detta tempe- r a t u r a rispetto al bagno prodotto nel rame stesso da una po- tenza elettriea uguale alla massima usata helle misure, il quale eccesso di t e m p e r a t u r a risultb di un g r a d e C. Orbene siccome nelle misure s i u s b per la corrente prineipale del bo- lometro una forza elettromotriee che v a r i a v a da 2 a 4 volta, senza perb tener conto del valore precise volta per volta, he aggiunto alle indicazioni del termometro come correzione la media degli eccessi corrispondenti a 4 e a 2 volta, che sono l ~ 0~ eio~ 0~ eosiech~ l'iucertezza del valore di questa t e m p e r a t u r a non raggiungo il mezzo grade che corrisponde a poco pib_ del mezzo per cento sul valore di 0 ~. ]~ manifesto che si pub fare di megli% ma nel mlo case una maggior pre- cisione su questa misura a v r e b b e date un vantaggio illusorio.

@. Nelle misure ~olla neve di anidride carbonica la de- t e r m i n a z i o n e fatta mediante la coppia termoelettriea, ehe dette sempre lo stesso vMore ossia il punto di sablimazione dell' dnidride carbonica solida, non a m m e t t e l ' i n c e r t e z z a di un g r a d e che, tenuto conto della piccolezza di ~ rispetto a 0 ' , p o r t a sulla differenza 0 * - - f f * un e r r o r e traseurabile. Nelle misure cell' aria liquida mi sono valse d.el valore indicate dal

(12)

4 ~ L. P[JCC[ANT[

t e r m o m c t r o a pentano immerso n e l l ' a r i a del D e w a r subito dope finita u n a serie, ma g gig quasi superflua questa misura grossolana pereh~ & ~ meno della centesima parte di 0 *.

Tenendo eonto di tutto rib e dell' alta sensibilitg gel bo- lometro, si pub concludere ehe se fosse certa l ' i d e n t i t g del- l ' e n e r g i a fornita per mezzo della c o r r e n t e riscaldante al ramo bolometrico con quella da questo p e r d u t a per radiazion%

e nell'ipotesi pifl sfavorevole che gli e r r o r i delle varie mi- sure parziali fossero i pifi gravi ammissibili e cospirassero, 1' e r r o r e sul valorc eli z non p o t r e b b e r a g g l u n g e r e il 3 per 100, e un e r r o r e del 2 per 100 sarebbe gig pore probabile.

L a rubella raecoglie i risultati di tutte le serie di m i s u r e fatte. Non he creduto bene seartarne aleuna perch~ scarsa o esegaita ia condizioni meno favorevoli delle altre~ ma essendo manifesto t h e per pih ragioni il g r a d e d.i attendibilitS, d.elle diverse serle era assai diversa, e che non si p o t e v a quindi restar soddisfatti delle semplici medic aritmetiche, he cercato di stabilire un criterio a priori (o meglio dedotto dalle con- dizioni e dal mode di esecuzione, non dal resultato) per at- tribuire a ciaseun valore di a un peso, e valermene per ri- c u r a r e il valore probabile. P r e m e t t o che le condizioni d'espe- rimento in ciascuna serie erano assai costanti~ e spccialmente la t e m p e r a t u r a del bagno di aequa non subiva v a r i a z i o n i notevoli, cosieeh& due misare della stessa seri% anehe se non consecutive sono confrontabili fra di lore. O r a ogni coppia di misure (una per difetto e una per eecesso) r a p p r e s e n t a n o v i r t u a l m e n t e una determinazione di z ; ~ quindi logieo attri- buire al risultato un peso p r o p o r z i o n a l e al prodotto del nu- m e r e delle misure per difetto per il n u m e r o delle misure per eccesso.

:Sfanca un criterio obiettivo eli confronto t r a i l peso delle misure d i u r n e che sono soggette a distarbi m a g n e t i e i e delle n o t t u r n e che ne sono esenti. L a pratica mi ha suggerito di attribaire, a paritg delle altre circostanze u n peso doppio alle misure notturne. H e dunque formate la colonna dei pesi per le serie d i u r n e col prodotto dei due n u m e r i di misure, e per le notturne col doppio di questo p r o d o t t o ; e he valutato su tale base il valore probabile. ]~ facile r i c o n o s c e r e osservando

(13)

U N A D E T E R M I / ~ A Z I 0 ~ E I ~ M I S U R A A S S O L U T A E C C . 43

OG

il

!

7

1 §

~ § 2 4 7 2 4 7 2 4 7

I § 2 4 7 2 4 7 2 4 7

o o o o

~ 1 7 6

o o ~ o o o o

§

r

r

(14)

44 L. PUCCIANTI

i risultati che se ci6 era consigliato dai principi della teoria degli errori, non ha avuto per effetto che uno spostamento in- significantissimo del valore ottenuto colla media a r i t m e t i c a diretta.

L e misure fatte coll' anidride carbonica concordano nel loro insieme a meno dell' uno per cento con quelle fatte coi- l' aria liquida, e cib ~ g a r a n z i a che i fatti di assorbimento non producevano in effetto a n e r r o r e sistematico apprezzabile~

grazie alle p r e c a u z i o n i prese. Gli scarti del valore probabile sono inferiori all' a n per cento t r a n n e che per alcune serie del peso minimo.

VI. - Con tutto cib io non voglio assegnare un limite preciso di e r r o r e al mio risultato. Ho gi~ osservato in prin- cipio che le misure eseguite da vari sperimentatori diversifi- cano tra loro assai pi~t del limite di e r r o r e esplicitamente o implicitamente attribuito a ciascuna. Eceo ora la serie di questi valori, tralasciando quelli anteriori alle esperienze clas- siche del K u r l b a u m , e aggiuntovi il mio i).

K u r i b a u m 5,33 Y a l e u t i n e r 5,36 B a u e r e ~foulin 5:30 Shakespear 5,68

Puecianti 5,96

F 6 r y 6,30

F 6 r y e D r e e q 6,51

X 10 -~ W a t t per cm2 e per grado C.

Orbene, se assegnassi al mio valore il limite di e r r o r e del 3 per 100 (it massimo assegnabile in accordo a cib t h e precede) v e r r e i a dire in sostanza che il mio solo b vieino al ver% senza a l t r a ragione che quella di esser mio, noa po- tendo io spiegare perch~ altri ha t r o v a t o an valore pill piccolo o pifi grande. N o n sarei sineero se invoeassi l ' a e -

i) Non ho tenuto conto delle esperienze in cui non si fosse usato 1' artificio della cavits quasi chlusa per reaiizzare il corpo nero.

(15)

UNA D E T E R M I N A Z I O N E IN MISURA ASSOLUTA ECC. 4 5

cordo passabile col valore di Shakespear perchh ho gravi dubbi sull~ giustezza appunto del metodo suo. Tal metodo troppo indiretto e compllcato, il che veramente si pub dire anehe di quello dei slgg. Bauer e Moulin, ma con questa differenza che mcntre i due sperimentatori fr~ncesi h~nno almeno attentamente e seriamente cercato di evitare le varie cause di errore, non risulta chiaro ehe cib abbia fatto lo Shakespear, speeialmente per quella proveniente dalla note- vole variazlone, colla inelinazione sulla normale, del potere riflettente e diffusivo delle due superficie affacciate e vielne, che nelle sue esperienze si scambiano 1' energia raggiante.

Che se poi fossi eosi umile da preferire il resultato al- trui al mio, mi troverei imbarazzato a seegliere tra quello pih piccolo di K u r l b a u m e quello pii~ grande di F ~ r y e Dreeq.

E se il far la media tra due valori diseordanti ottenuti in eondizioni e con metodi profondamente diversi fosse eosa logica~ ricadrei quasi esattamente sul mio valore.

Dal punto di vista soggettivo, non posso adunque che compiacermi di non avere ingrandito il campo gi~ troppo esteso dell'ineertezza, ci6 the era temibile operando con tem- perature a ssai diverse da quelle usate dagli altri, e con un metodo ideato a bella posta diverso.

Dal punto di vista obiettivo parmi che tutte queste mi- sure~ oltre che a fissure l ' o r d i n e di grandezza, servano a con- fermare cib che ho gi~ aeeennato sopra, clog che il punto difficile ~ il seguente.

VII. - - Tutti i metodi finora usati eonsistono o nel ta- rare un rieevitor% o nel compensare l'energia perduta da un radiatore. In entrambi i casi la quantit~ di energia nora fornita in forma elettrica~ per via e a parti diverse da quelle per cui c da cui l~ raggiante ineognita viene assorbita o e- messa. ]~ innegabile che in questa diversit~ risiede una cause.

di errore~ l a . c u i entits e forse anche il verso in eui essa influisee~ varia dall~uno all'nitro metodo, anzi dall'uno all'M- fro istrumento.

V I I I . - Nella costruzione del mio bolometro ho sempre tenuta presente questa causa di errore, e eonfid% secondo quanto ho spiegato in fine del w I I di averla ridotta e ntro

(16)

4 6 L. PUCCIA~TI

limiti assai ristretti~ ma non posso almeno ora preeisare con un numero questa fiducia.

In coneluslone la eonoseenza del valore di questa co- stante universale lentamente progredisce, e spero progredisea axn poco anche per effetto di questa mia determinazione che ho descritta qui con dati abbastanza precisi, pereh~ il lettore possa giudicare lui il grado di attendibilit~ ehe merita.

Queste esperienze feci nel Gabinetto di Fisiea del R. Isti- tuto di Studii Superiori diretto dal Profi Antonio Rbiti che mi fornl largamente la maggior parte dei mezzi; per l'al- tra parte concorse il Gabinetto di Fisica del R. Istituto Su- periore di Magistero Femminile.

Firenze, Apriie 1912.

(Giunta il 9 maggio 1912).

Aggiunta sulle bozze di stamTa.

I1 N. 6 degli Annalen der Physik (Giugno ultimo seorso) contiene due notevoli memorie sull'argomento. La prima del sig. Walther Gerlach, seolaro del Paschen~ che descrive alcune esperienze da lui eseguite con gran cura per la determina- zione di s ; la seeonda del maestro stesso, il quale discu~e i vari metodi, e porta al resultato del suo alunno un'ultima correzione preeisandolo al valore di 5,9 X l0 -t~ nelle solite unitk.

2Vii eompiaccio molto che il valore da me trovato e que- sto che ci giunge da una scuola eosl autorevole per le misure sull'energia raggiante, sebbene ottenuti con due metodi diver- sissimi, vadano cosl bene d'accordo. Anzi, potrei aggiungere

(17)

U ~ A D E T E R M I * A Z I O N E I N M I S U R A A S S O L U T A ECC. 47 che il valore ottenuto dal Gerlach COil esperienze n e l l ' a r l a dovrebb% come egli stesso avverte, a causa dell'assorbimento di questa r i e e v e r e u n a piccola correzione in pih, e questa lo a v v i c i n e r e b b e ancora al mio ch~ ~ ricavato da esperienze fatte nel vuoto. Ma siccome la piccola differenza ~ compati- bilissima col grado di precisione desiderata, non ehe con quello ottenuto, cib a v r e b b e un valore puramente teorico. I1 vantag- gio delle esperienze fatte nel vuoto si noter~t pifl in avvenire, quando si potr~ rieereare a n grado di precisione maggiore.

A d ogni modo parmi a v e r fatto bene a inettermi fin d ' o r a in questa strada.

L a critica del Paschen ~ senza dubbio logica e assennata;

m a in sostanza essa si limita a mostrare la probabilit~ di un e r r o r e in meno nel metodo del K u l b a u m per una causa che viene rimossa in quello da lui proposto e seguito dal Gerlach e in cib siamo p i e n a m e n t e d ' a c c o r d o ; a osservare ehe le espe- rienze di F e r y e D r e c q non paiono molto precise, e anche di questo eonvengo faeilmente con lui (meno facilmente ne con- v e r r a n n o i due sperimentatori francesi); ma non riesee a spie- g a r bene il segno e l'entit~ del loro errore.

Mi place quindl r i c h i a m a r e qui cib che ho detto in fine al paragrafo I (( pifi che diseutere i risultati fin ora ottenuti g i o v a il cercare . . . di far progredire questa particolare te- cnica fino ad ottenere per vie diverse un gruppo dl valori concordanti ~).

]~ manifesto il significato di un tale gruppo~ essendo molto improbabile che un e r r o r e sistematieo influisca con eguale en- tit~ su risultati ottenuti per vie effettivamente diverse. Ora la causa di e r r o r e pifi diffieile a togliere ~ que[la indicata al paragraib VI. Io ho cercato di escluderla il piil possibile n e l l ' i s t r u m e n t o stesso e essa scomparirebbe in una esecuzione perfetta del tipo di bolometro da me ideato. I1 Gerlach cerca di dimostrare che nel suo apparecchio essa ~ presso che in- sensibile, per mezzo di varie accurate r i p r o v e ; m a a persua- dere il lettore che effettivamente siamo riusciti abbastanza bene nel nostro intento pifi di tutto v a r r s la concordanza dei nostri risultati.

(18)

4 ~ L, P U C C I A ~ T I

U n progresso dunque alquanto pi~ notevole deriva dat- l' insieme di queste due misure, di quello che non d e r i v e r e b b e da ciascuna di esse presa sola. Ma io sono a n c o r a u n poco scettico, e parmi che il progresso non si potr~ ritenere defini- tivo finchb la serie concordante non sia assai numerosa.

Marina di Pisa, Luglio 1912.

Riferimenti

Documenti correlati

- non aver riportato condanne penali e non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di prevenzione, di decisioni civili e

Secondo me bisogna correre solo quando serve, quando, invece, non è opportuno, è meglio camminare senza fretta: la velocità e la calma sono due azioni entrambe valide..

Da quanto sopra si vede che una costante di equilibrio può essere molto grande (cioè la reazione è molto spostata a favore dei reagenti), ma il raggiungimento reazione è molto

Ma per ritrovarci e fare insieme, con te e tanti altri, un altro piccolo tratto della lunga marcia della pace e della fraternità che ci vede impegnati tutti i giorni!. Quel giorno

240/2010 per il settore concorsuale 06/D2 – Endocrinologia, nefrologia e scienze della alimentazione e del benessere, Settore scientifico-disciplinare MED/13 – Endocrinologia,

Marche Multiservizi informa che, nei prossimi giorni effettuerà alcuni lavori di manutenzione alla rete idrica in Località Canavaccio nel Comune di Urbino, per

Comparison between the CLV of intensity values measured on PSPT images (symbols) for the various disk features and those derived from the spectral synthesis (lines) performed for

Details of the Irradiance Model The current full disk irradiance model is a three component model that uses observed spectra from quiet sun, active regions and sunspots as well