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«Mancano infermieri per il pronto soccorso» di Francesco Carriero

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Academic year: 2022

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«Mancano infermieri per il pronto soccorso»

di Francesco Carriero

Per il neo nominato direttore sanitario del Ruggi d’Aragona, Domenico Della Porta, tra le varie problematiche di cui soffre l’azienda ospedaliera, la priorità è da attribuire sicuramente al pronto soccorso. Mentre procedono spediti i lavori di ampliamento e di adeguamento delle strutture di gestione delle emergenze, tabto che dalla prossima settimana sarà possibile usufruire di alcuni spazi ultimati, il tallone di Achille della struttura di via San Leonardo sembra essere la carenza di personale. Il blocco delle assunzioni e della mobilità, infatti si stanno dimostrando un duro scoglio da superare per il nuovo manager, che da subito ha guardato al pronto soccorso come obiettivo primario: «Sono in servizio da meno di una settimana -spiega Della Porta al margine della conferenza stampa dell’iniziativa “Dona con amore” – ed ho percepito che i problemi presenti al pronto soccorso rappresentano la priorità e per questo meritano particolare attenzione; ho avuto modo di verificare che i lavori vanno avanti con una certa celerità e tra qualche mese una buona metà della struttura sarà pronta. Ma la vera carenza si registra per il personale per l’emergenza e l’accettazione, decisamente carente per il blocco delle assunzioni e della mobilità». Per trovare una soluzione a questa falla, l’unica opportunità è quella di chiedere alla Regione Campania una deroga al blocco delle assunzioni, per far fronte all’atavica carenza di personale: «Per prima cosa, dunque, cercheremo di aumentare innanzitutto il numero degli infermieri: presenteremo un ennesimo documento alla Regione per ottenere una deroga per l’assunzione di qualche altra unità, così come avvenuto per altri nosocomi». la richiesta potrebbe esser presentata già domani, quando al Ruggi arriveranno i commissari Regionali del

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Piano di Rientro, per una riunione operativa con i nuovi vertici dell’azienda ospedaliera ed i rappresentanti sindacali, in vista della riorganizzazione dell’intero settore. Certamente nuove unità lavorative darebbero respiro agli operatori che spesso lamentano condizioni di servizio massacranti.

Fonderie Pisano, i tanti silenzi delle istituzioni

di Francesco Carriero

Le fonderie Pisano emettono nell’atmosfera sostanze nocive e cancerogene, altamente inquinanti, che ledono la salute dei lavoratori e dei cittadini. E’ quanto si legge nel decreto di citazione in giudizio inviato dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno alla proprietà dell’opificio.

Alla luce del procedimento penale appena iniziato, tati sono gli interrogativi che sorgono su uno stabilimento industriale che, come dimostrato nel corso delle indagini grazie alle rilevazioni effettuate da vari organi competenti dall’ottobre 2008 al maggio 2011, ha operato senza alcuna autorizzazione che gli permettesse di emettere nell’ambiente sostanze nocive e ad oggi è in possesso dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) senza aver di fatto apportato alcuna miglioria al ciclo di produzione. Questo è uno dei fondamentali quesiti che hanno spinto il comitato cittadino “Salute e Vita” ad interrogarsi sulla reale entità del danno che la città di Salerno quotidianamente subisce a causa delle emissioni della fonderia e dell’inerzia delle istituzioni, che nulla hanno fatto per arginare questo “disastro ambientale”. «I capi d’imputazione elencati nella citazione in giudizio – afferma

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Lorenzo Forte – confermano quanto noi e gli abitanti di Fratte da anni sosteniamo: la fonderia emette nell’atmosfera sostanza cancerogene, come piombo e cadmio, pericolose per la salute dei residenti e dei lavoratori, nonché altamente inquinanti.

Il tutto grazie al mancato intervento delle autorità a tutti i livelli; dal Comune all’Asl, alla Regione Campania che non hanno fatto quanto il loro potere per arginare la situazione, anzi hanno fornito l’Aia alla fonderia. Inoltre per tutto il 2013 mancano i dati dei rilevamenti effettuati dalla centralina di monitoraggio dell’Arpac sita a Fratte. Per questo abbiamo scritto alle autorità competenti al fine di far riparare l’impianto se guasto e di trasmetterci i dati relativi all’anno appena trascorso. Il nostro timore è che la quantità di gas nocivi rilevati abbia superato quotidianamente la soglia consentita». Per il comitato, anche l’essere arrivati ad un processo è una vittoria parziale: «Siamo contenti – continua Forte – che qualcuno abbia finalmente messo nero su bianco, spiegando quali sono le sostanze emesse nell’atmosfera dalle fonderie Pisano e che abbia elencato le omissioni dell’amministrazione in materia ambientale. Adesso speriamo che l’imputato non decida di trincerarsi dietro l’età ed il legittimo impedimento e decida di affrontare il processo».

Salerno vuole respirare aria pulita

Oltre cento luci contro l’inquinamento atmosferico. “Voglio respirare aria pulita” e “Stop al biocidio” sono gli slogan con cui hanno sfilato i manifestanti durante la fiaccolata contro l’inquinamento atmosferico tenutasi ieri,sabato 25 Gennaio, organizzata dal comitato Salute e vita. Nonostante la

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serata fredda e ventilata, i cittadini si sono riunti intorno alle 16,30 in piazza Ferrovia per la manifestazione, da dove è partita per sfilare lungo l’intero corso Vittorio Emanuele, per giungere fino alla Prefettura, presso la quale hanno consegnato un proprio documento e le firme raccolte nelle scorse settimane. Nell’arco della manifestazione si è svolta un’attività di volantinaggio attraverso cui si denunciava, in particolar modo, l’inquinamento provocato dalla fonderia Pisano, da tempo oggetto di gravi critiche. Si è, inoltre, contribuito a diffondere tra i cittadini una raccolta firme per il dislocamento della fabbrica, che ha riscosso un buon successo. La fonderia è, infatti, da anni accusata di essere responsabile di danni ambientali e biologici a causa delle immissioni in fiumi e territori limitrofi di sostanze nocive e a causa di esalazioni e fumi che “appestano” le popolazioni di Fratte e della Valle dell’Irno. I manifestanti, provvisti di lumini che il forte vento non ha contribuito a mantenere accesi, non proclamavano a voce alta le motivazioni che li muovevano in quella fredda marcia. l’idea infatti era quella di sfilare in silenzio in una sorta di corteo funebre oper ricordare anicu e parenti scomparsi a causa delle malattie legate all’inquinamento. «Non ce la facciamo più a rincorrere i casi di cancro e tumore – sostiene il dottor Mario Avossa, medico dell’ospedale Ruggi d’Aragona – e la causa delle malattie non sono le sigarette. A stento riusciamo a rimanere nel limite dei 30 giorni di lista d’attesa per i nostri pazienti». L’ospedale è in prima fila nel sostenere la battaglia contro l’aumento delle neoplasie in atto causate dall’inquinamento, così come a partecipare alla sfilata vi sono un numero cospicuo di cittadini delle più varie età e in rappresentanza di diverse associazioni locali. Assenti, invece, le istituzioni, il cui atteggiamento silente è il secondo punto toccato da Lorenzo Forte, portavoce del comitato

“Salute e vita”, portato all’attenzione di manifestanti e passanti durante una breve fermata a piazza Portanova.

«L’articolo 32 della Costituzione, che garantisce il diritto alla salute non è applicato – aggiunge – Speranza per le

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future generazioni, per un futuro certo» Questo, l’augurio conclusivo del suo breve discorso, arrivando a toccare forse il cuore della questione, affinché non si presenti nuovamente la necessità di una nuova fiaccolata.

Maria Claudia Marra

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