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DOMINI CUS CO T T N SU' S
ONORI FUNEBRI
RESI
ALLA MEMORIA
DEL CAVALIERE
DOMENICO COTUGNO
ILDÌ17 FEBBRARO DELl8»3
NEL
COLLEGIO MEDICO
-CERUSICO
ERETTO
NELL'OSPEDALEDEGL'INCURABILI
Mtdìlatioetklorinpcstenim cwlricit.
Tiara.
NAPOLI .853
PressoAckelloNobile libraio-stampalorc Strada Tole<lu n.*i65, j66.
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Digitizedby
ELOGIO
DELCAVALIERE
DOMENICO COTUGNO
•EC1TATODALrneriisop.E
MARIO GIARDINI.
tfeJieutflirtfmttt,etOle qui agii, etìttt cuipraecipàttottendit,ettenia toc»
mmaputrititiexpertuttttcircaartrm.
A««.PoiuicUh.DIC.P.7.
]^el
luogoincuil'uomodel secolocon in- cantatriceeloquenza animavailfreddo cadavere,edinquelloancora incuieglipresedevaagliscrutatori dellescienze mediche,già
damano
riconoscente so- nostatielevatide*monumenti all'eternasuagloria,»ed ugualtributo dilodi non tarderàmolto ad es- serglireso inquesto,ov'eitrionfavasulamorte
,
o era 1'angelo consolatore dell'
uomo
infermo 1.£
mentre tuttialtrovea gara fanno per onorarela» // eh. Professore
D.
Francesco Folinea neldìÒ Dicembredel 1821lessenellaRegia Uni- versità deglistudjun
elogio del defuntoCav.Co-
togno.Nel
giorno 19 delloslessomeseun
altro4
celebrità ditanto
uomoj
nel recinto poi, ogiova- ni avventurosi, ov'eglifu semprenostra guida e nostro Padre, non ricorderemo monumentoveruno alla suamemoria dedicato?Non
fia checiò sidica.Sequiancor giovanettoeglimostrossialpubblico il
più perito indagatore dellastrutturadell'uomo,ed
il più eloquente precettore della difficile arte del Severini, onde'poi meritò giustamentei primial- lori di gloria^egli ègiustochenon siamonoi qui gli ultimi nelmostrarci a luiriconoscenti,or che quegli allori già frondeggiano percingernella eter- nità deltempo ilsuo capo. Nulladimenose, per unaparte,a fortunaascriverio debbo singolarissi-
ma
il trovarmi questamane
dinanzi asì dottae floridissima udienza, allaquale perla secondavol- tami èconcessofavellare-, nondebbo altronderi- conoscere questo giornocomeilpiùlietopel cuor mio. Egli è questo ilgiorno in cuisacro dove- re mi chiama a tesserel'elogioall'uomodellavir-ne
recitò nclVAccademia
Medico-ChirurgicaU
eh.
D.
"Pietro MagliariSegretario dellastessa.Finalmente,nelgiorno io
Maggio
i8a3, inau- gurandosi ilbustodiCotugnonell'Ospedale de-gV
Incurabili, il eh. Professore D. Benedetto Vulpcs pronunciòuna
orazioneanalogaallacir- costanza. Tutti questiomaggiresi allamemoria
del Nestore della Medicina Napoletana (oltre diquellorecitato sulcadavere diluidall'Ab.
ScoUi)sonostatigiàfattidipubblico diritto.
tuedel sapere, il quale,poiché tutteleviedel- laprima ebbe percorso^e tutti irecessi delsecon- doebbe lustrato,quasi da gloriosa nube, che di- vinesembianzealguardo
umano
abbarbagliato sot- tragga,fu dallamorte al desiderio universaleinvo- lato. Ildolore invero, cheme
percosse con tutti voi,grandissimonel sentire ilpassaggiodell' illustre e virtuoso Cotugno,ogginonsolamenterinnovel- lasi nell'animo mio nelmirarla suamaestosa im- magine, da industre scalpello delineata, e traque- ste muraaricordanzade' secoli futuri allogata;ma
egli è intalguisa accresciuto dallavostra tristezza, che iosulle primein luogodi tergere alquantole vostre lagrime, per annoverarsolobrevementele sue virtù, sono costretto a ritrarre in
me
stesso moltiplicatala immagine dellamestizia vostra.Ed
adirvero parendomidivedere,inqualunque par- telo sguardoiovolga, quasi latristizia stessa in tutti,edin ciascuno di voiproromperejnonposso altroconcepire che dolore, altro ineditar cheque- rele, d'altro sentir bisogno chedi lagrime. Laon- dese in
me
esistessetanto ingegno,quanto èsen- timentoj ese laeloquenzapareggiasseilcordoglio, iospererei senza fallo ili soddisfarcosì aldebito ed alvolermio,come all'aspettazioneedal desi- deriovostro.Ma
essendo loingegno mioassaimi- nore che mediocre, e la passione molto maggio- re che ordinaria, agran pena misentocapace di pensar quisulleprime altro chearattristarmi.Ma
perchè tantoaffininoio scemoiamestesao, e tao-
G
ta angoscia io veggo scolpita sulla frontedi tutti voi,e di colorospecialmente cheiasoave vocedel Cotugno ascoltarono ? Egli è forsemorto daddove- roepersempre? Panni che voce dal centrodel giroeterno de' secoli mirisponda:
Uomo
debole!Non
sai tu diqual vita eglivisse?Onde
ioratto risentendomi baldanzosamente a voi ripeto: Sì sìCotugnoegli èvivo.Tutti consentonmecoinque- stodivisamento: edionon faròche a conforto di tuttisvilupparqui concisamenteivostri stessipen- sieri soltanto, e dimostrerovvi, come egliè vivo nella istoria della scienzacheei promosse, poiché nonfuaniuno de'doitisecondoj egli èvivonel cuore dell'uomo, poiché dell'uomoful'esempioed
ilbenefattore. Tornino dunque per pocoalmeno nelvostro animoaspirareledolciaure dellapace e della tranquillità, che soavelusinga e giustificata in
me
destinodivostracortese attenzione.PARTE PRIMA.
Ancorché ilpropostomi argomento di pruova alcunanon sentabisogno,poiché il
nome
solodel Cotugno risveglianello stesso tempo l'ideadel sa- pere concui conquistossi una gloria, che rimarrà salda colla scienza cheegli promosse, ecolla vir- tù ondeseppeesseretantobenefico davivere per sempre allariconoscenza dell'uomo
; pur nondi-
meno
,ravvivandosi anchecon rozzoparlareleazio- nitutte cheilcondussero a tanta celebrità, oltre- ché glisi renderanno idovuti contrassegni di gra- titudine,potràla loroistoria.esserela guidasicu-)gle
7
raperchi avessegeniodiseguireleonorate saetrac- ce.
E
siccome leazioni tutte del nostroMaestrosi disposero inguisa, che leune diedero mossaal- lealtre, e tuttepoi cospirarono arenderlo l'uomo del secolo; cosinon terrò ordinediverso da quel- 10cheeglitenne nel praticarle,dal
momento
in cui mostrossi almondo
inGotugnoquella ragionsubli-me
ondennsì bel giorno a noivenne,fino alpun- to funesto incui lastessa,perdanno delle scienze, dal mortaidestino adombrata, parve a nostriocchi occultarsi.
Volaronogià,com'èfama,ingegnose pecchie a formar melenella boccainfantediPlatonee diPin- daro accorsero dolci usignuoli allelabbra tenere!- le diStesicore e diTisia; sogno felice diunpar- toritolauroletificòlamadredell'immortaiManto- vano;illesodalfulminenellebraccia della caduta genitricerespiròFracastorio; e tuttoquesto siten- ne dagli antichiperaugurio difuturo sapere. Nul-
ladi tuttociòaddivenne certamenteallorché inRuvo,
alfinir dell'anno trentasei del secolo passato,nacque
11 nostroDomenico.
La
storia dei nostritempi che nonammette granfatto lemaraviglie,annunziandoaiposteri edallaeternità questo
nome
, rammeo*terà per sempre, chenelleepochedella Mitologia lanascita del Cotugnoera meritevoledi nonesse- re con minori prodigiannunziata. MicheleCotugno e ChiaraAssalemmefurono i suoigenitori; elasc- iaonestà e scarsafortuna di essiprecedettero ipri- mi suoi vagiti. Appena nel fanciulloDomenicotras-
parvero iprimi raggi della ragione, ilgenio suo fortunàfo siffattamente dise fe'mostra,chede'ge- nitori, riclùauiò l'attenzione,i quali tostopersuasi furono di ravvisare inessol'indicazione sicura di più prosperaloro fortuna. Quindiè che essil'av- viarononellastessa suaPatriaper lacarriera delle lettere, Ove rapidamenteilgiovanetto apparò i ru- dimenti dellanostralingua e diquella del Lazio, e nell'età di anni noveildiressero a Molfetta ' on- de apprenderele bellezzedella linguadi Cicerone, meUtre giàda secollaconoscenza delsoloalfabeto a'industriavaa legger quella diDemostene}e tanto felicementeed in sì breve tempoapprese laprima, chela parlava giàcomepropria} e tornato quindi inseno a'suoi Genitori fu diretto nelle filosofiche istituzionisull'infelicetrattato diPurcozio.Dissi in- felice,poichéegli nontrovava in esso imezzi co-»
me
dirigere lasuamentecreatrice ad ispiarelese- grete forze della natura.Ma
giàdinanzi all'astrodi Genovesi diradavansi letenebreallaumanaragione, statapermoltisecoli serva,da dominatrice che avreb- be,esserdovuto;e'1giovanetto Cotugno,nelprendere conoscenza disìnobileguida,nonsentìpiù pacenel suo fervido pettofinche nonl'ebbefattasua,nella ferma speranzadipenetrare conpiè fermoe sicuro nel santuario dellanatura,E
perciò,siccomelostu- diodell'uomoglipresentavapiùdifficoltàa dileguare, cosìadesso siaddisse,e gustò ditaleconoscenzai1 r-
'
Dal
Canonico deSanctis.g
primi elementimercèilDottorGiovanBatistaGuer- na.
£
non appena dianatomia bisogno sentì per l'arte allaqualeil genio suo ilmenava,eccoloan- cora giovanetto,alparidelVesalio, chetraildolor de'perduti genitori segava,ne'teneri suoianni,e ca- ni etalpe peressere ungiorno ilprimoosservato- redegli antichierrori,notomizzareanch*egli uccel- li edanimali,peraddivenire ilpittordell'anatomia umanaelo scovritore delleparti ascosealcoltello anotomico de'più periti.Oreccolo a diciassettean- nisulmomento
di recarsialla Capitaleoveil de- gnocampo attendealoda porre asperimentolesue forze.Oh momento
tristo e felicenell'allontanarsi Domenico da coloro aquali dovevavita ed educa- zione! Figlio, a lui diceilbenefico Padre; tuche sarai alimentato nelmezzo di strepitosa Cittàcol sudore dellamiafronte, dehprepara,ofiglio,al Padre tuolaricompensa diqueste lagrime,colle quali bagno il tuo volto baciandoti:E
tu,figlio,
Chiara ripiglia, che dalsangue mio vita traesti edalimento, dehnonabbandonardella virtùilcam- mino, sedi glorioso sertoamiadornarti letempia, e se ilsostegnoesser vuoi del Padre e della Ma- dre.
E
Ruvo pur co'suoi voti lo esorta arendere il- lustre laTerra degli avisuoi collavirtùistessa, e colsapere.Traildolore, elasperanza taceintan- tol'umile giovanetto, evivo desiderionondimenosisvolge nelsuo cuoredisoddisfareaiGenitori ed
allaPatria. Sì, o Michele: par che segreta voce enon menzogneraglidica: Domenico saràl'auge-
Co*. >
IO
loconsolatortuo edell'uomo: SI,Chiara,«Ila ri- pete, ilfigliuol tuo diffonderàsulletue fibre amo- rose leaffluentioscillazioni dellaconsolazione,men- trespargerà nuovi elementidi vita pel
mondo
tut- to letterario:E
tu,Ruvo,ellasoggiunge,saraipur conosciutafortunata comesei, per avereaccolti iprimivagiti delgiovanetto Domenico,ilquale cor- re alsantuariodelle scienzeperpreparartiun
mo-
numento amini rubile perla materia e perl'eccel- lenza dellavoro, e chesi eleveràmaestoso mercè laragion motrice delsuo genio, el'impeto non maidisordinato delsuo entusiasmo.Egli oramai giungeinNapoliedè accolto in casa delDuca d'Andria, finchéun compagnorin- viene concui coabitare. Eccolo impazientedisa- pere5 giàtreluoghi egli scegliedisua giornaliera occupazione. L'Università perapprendere, l'Ospe- daleperosservare,edilTempio diDioperinanel- lare Hsuo cuorvirtuoso elasuamentetrascendentale aquella catena ammirabile*di purissimi affettiche uniscelaTerraed ilCielo.Oscuraalloraeimenava
lavitainmezzo aprivazioni di ognigenere;
ma
dal suovolto,incui mutoparlavailpensiero,traluceva quella fiammadigenio che atuttisi annunziava.Fu
quindi egli condotto quasia forza aconcorre- reallacarica dipraticonell'Ospedale degl'Incura- bili,-e tracoloro che aspiravanoa sìdignitosouffi- zioegli era ilpiù.giovane. Presentossiumile dias- petto dinanzi aquel dotto consesso;ove lasolapre- senzadelSerao avrebbedovutoscoraggiarlo.Cotu-gno nondimeno era forte abastanza per non te- merlo:l'aringo letterario già incomincia,etutto il rigoresulgeneroso concorrentesispiega;
ma
egli trionfa.Ecco, o Genitori disìvaloroso giovanet- to, ecco già spunta l'aurora della gloria del fi- gliuoivostro;ed ecco,Ruvofortunata, che alfinir del nono mesedi sualontananza dalle tuemura,
giàtuvedisorgere lefondamenta di quell'eterno
mo-
numento digloria, ch'egligiurò formarticolla ce- lebritàdel suonome. Preparate intanto,oscrittori della storiadell'arte nostra, dellepagineove regi- strare i progressich'essa faràcoli'opera diquesto illustre giovanetto, per poscia imprimere inesse l'augusto suonome, che vivrà coli'arte ch'eisarà perpromuovere,ecoll'uomo,a benefìciodelqua-lelafaràservire.
Seegli èvero, che l'entusiasmoèlo slancio dell'amordelbello,lasublimitàdell'anima, lagio- ia dell'individuai sacrifìcio che spinge talvoltaad immolare ilproprio bene elapropria vita,* e se egli ècerto chela societàsvolga lo spirito, eche lacontemplazione formi edalimenti il genio; non è
men
certo che 1'uno e l'altro disputandosi ilprimatonelnostroCotugno,l'elevaronoa tal gra- do dicelebrità,dafarlovivere intutti isecoli,ed inogni luogo. Nominatoegliin fattimediconel- l'Ospedaledegl'Incurabili raddoppia ilsuoentusias-
mo,
e tutto sidàallacontemplazione di quanto piùinteressantequel sacroasilo dellapietà, e del- leosservazioni potea. presentargli,soffogando sulleli
prime, etenendoa frenolepassionidel suo cuo- re, sordo mostrandosial cantodelle seducenti si- rene, con ascoltaredel dolorelavoce,ecolve- deredella morte l'immagine^ edin essoaltra pas- sionenon sisvegliae s'ingigantisce,che quella so- ladiesser utile all'uomo edalla scienza}per la qualenon sentedel necessario alimentoil pressan- tebisogno, enonprevede che consumando i suoi tenuiaveri all'acquistode' libri, attender dovea da
mano
servile,ma
generosa i mezzionde sostenta- re le sueforze macchinali. Oflfiendoglisi dalge- nioillusinghieroprospetto dellagloriache conqui- stataavrebbe consiffatti sacrificj, l'entusiasmo, e lacontemplazione inveced'intepidirsi,piùenergia ne acquistanofinoafarglidisprezzarela stessamor- te,quando a furiosa emottisiegli andò incontro.Oh
mano, quanto fostibenefica, allorché comun- que nonmedica,accorrestiaspezzarel'aduncofer- ro della morte, chependea sull'uomo
, cheviver dovea per l'uomo, enella eternila del tempo1!1 D. Gaetanolibertini, Principe di
C
imitile GovernatoreinqueltempodellaS.Casa,avendo conosciuto cheilvittonocciole, di cuiilCoturnosialimentava, Varia
malsana
dellastanza,ove abitavate laindefessa applicazionealla lettura edall'autopsiacadaverica eranostale,lecagioni dellaemottisi', disposecheglisìconcedessepiù conveniente abitazione, e gli si somministrasse gratuitamenteitiognigiornovittopiùsalubre.jRassicuratala salute delnostroCotugno più opera- tivo fassi ilsuoentusiasmo, equindi ilgeniopiù 10 incitaalla contemplazione tragl'infermi, chea- spiravanoallasalute, oa morte
men
dolorosa, e tragli estinti, per istrapparedal seno degli stessi 11segreto da distruggere ilmorbo, o daalloniana- rei tristi momenti dell'ultimo respiro.Ed
ascol- tandoinfatti ne'primilamesta voce deldolore,e vedendo negli altrila squallidaimmagine dell'ago- nìa, educa ilcuor suo già diogni virtudcalbergo alle soavi emozioni della compassione, per poter poi collamano
delgenio, econquella delsenti- mento, o spegnereil fonte dellelagrime agli infe- lici, o tergerle almeno quando fosseperdutaogni speranzadiripristinamento.Fornitoegli disiffatti mezzi, come conquistarnondovea untrionfo eter- no al suo nome, mentre egliindefessamente non risparmiava momentiper impiegarli,onde meritar secoli di gloria? Eccolo infatti nelsilenzio della notte in cuimentre a dolce sonnoesicuro siab- bandonanocolla natura i mortali, egliessereinve- glia colla contemplazione, che dignitosa si asside sul suovolto infiammato, e.guidando la sua ma- no l'entusiasmo, ed ilgenio l'acume del suo in~telletto,rintracciadellanatura imisteri, dell'uomo l'orditura, le funzióni,ilmorbo, limorte:emen-
tre libri ch'erano i suoicompagni in tutte leore perogni versoil circondavano, l'olezzantecadave- re giaceagli purpresso alletto, ove stanco involon- tariamente egli cadeva sovente inplacido sonno.
Cotogno! esclama chi allacustodia degl'infermi presedeaj vieni:
Un
infermo chiedeiltuosoccorso.Non
maieglisimostrò sordo a questevoci}cor- rea, econ tuttapremura impiegavagliajuti del-^artee quellidel cuore,esecoipriminonripor- tava trionfo sulmorbo, rendevaalmcn con glial- tri
men
penosa la nottealloinfermo. Nétt'angusta emaleagiata abitazione egli tornava per attendereilsorgeredell'aurora in cuiraggiobenefico diluce per foroa bella posta praticato,entrava a destarlo dalriposo, ondeavvisato fosse cheilpianeta del giornoera giàsull'orizzonte.Eccolo colprisma de- comporreilsettemplice raggio,peresaminareirap- porti dellasensibilità dellesuepupillecol color di ciascuno.Sì; quilevossiancora perte,
uomo
im- pareggiabile, più lucido meriggiodigloria^equan- doesso giunse alsuo apogèo, turiconoscente di- nanziagliocchi miei, eda stuoloimmenso disili- denti che ti facevano corona, baciasti qnellemu-
ra, ove uninfelice ti atlendea ansante,per' essere odaltormento del morbo sottratto, o daltristo apparirdella morteallontanato.
SeilCotogno nella notte dipoco riposo sen- tiva bisogno, nelgiorno poi tutto s'impiegava ad accrescere, lericchezze delsuo spirito.
Or
corre nellaUniversità, e quale apeindustriosa raccoglie inogni cattedra,edin quelladiScrao specialmen- tetuttoil meledel più peregrinosapere: or tor- na nell'Ospedale e tragl'infermi descrive de'mor- bilastoria, ne vedeV andamento elafine, equa^leoculato Morgagni, dicuipercorreva il sentiero istesso, senza esser conscio cheungiornoraggiun- ger dovealo nellagloria, rinveniva dioccultimor- bi lacagione: orcolcoltello istesso-notoraizzando gliorganitutti dell'umanatessitura, rintraccia lepia ascose,e le
meno
conosciute loroparti, senza sen- tirnel*uo cuore che il uotomicoinglese, quei di Gottinga,quegli diPavia dovevanoun giorno es- sereiprimi a registrareilsuonome
nelleloroope- re.Or
l'entusiasmo per cosenuove rinvenute più siaccende,edilgenio si slanciaa generali vedu-te;senz' avvedersiche egligià avea meritatodistin- toposto nellastoria dell'arte, nellaquale sarebbe persempre vivutoil suo
nome
. Oreglifattopa- dronedellascienzamedica cheprofessava,nonpre- vedech'esser dovea ilmaestrodi tuttie persem- pre.Or
resosi superiore al morbo edallamorte noniscorge nelsuo cuorealtrosentimento, che quel- lo dicontinuare iltravaglio, e nonleggenell'av- venire che sarebbe stato salutato col dolcenome
disalvatore. Orsulla Cattedra ascendenoli'Ospe- dale istesso1, e voi l'udiste di nonappena la-
*
Nel
1^55 essendo infermo il Professore di Chirurgia,fu
Coturno destinato a rimpiaz- zarlo;e neldisimpegnodicotestoonorevole in- caricogiustificònonessersiilGoverno inganna- to nell'anteporloatanti altriProfessori anziani, chedecoravanoin queltempo V Ospedale degl' Incurabili.
16
nule guancedettare anumeroso stuolo distudenti l'arte delSeverini, senza sapereche undi eglies- ser dovea dell'arteistessa ilDirettore. Or....
Ma
tu che asilo porgesti alpiù de' giorni giovanili di un
uomo
sì celebre, eche a luifostie scuola,e portico, e tempio delpiùraro sapere, deh per.metti, abbcnchè dritto hai dipossederesìnobile cultore dell'arte salutare tra le tuemura, ch'egli n'esca almen per poco,e corra perla Italia,arac- cogliereifruttidellesuevegghie,equelle altreco- gnizioni dienonaltrimentiapparar sipossono, che tratto tratto cambiandoCielo.EccoloallaSapien- zadi
Roma
sentir sula Cattedrail Professore di Nosologia che comentava conistima e rispetto ilsuotrattato de ischiadenervosa.Eccoloin Pisa, edin Bologna esser circondato da Professori, che agara avevano a pregio interrogarlo nellepiùas- cose ricerchedell'arte.Eccolo aPavia a vista del Principe deglianotomicidel secol passato, a cui
mo-
stra i suoiacquedotti,'pe' quali egliottiene dallo stessoi contrassegni di
6omma
stima.Egliintanto in mezzo a tantagloria nonfa che alimentareilsuo genioe collascienzadi Dio,e conquelladel drit- to, senza trascurare l'acquisto diestraneo linguag- gioj eperciò la Patria chelo educò, diImon*ora ilrivide piùdottodi quello che nepartì.
Ma
Pavia,vuolestrappamelo di belnuovoperaffidar- glilaCattedra di anotomia nella sua Università.
Or
quello stesso entusiasmo con cuisuperò tutti gli ostacoli per ascendere a tanta celebrità incitaDigitizedby
nelfinocuore il soavemovimento di riconoscenza verso il suoloche'lvide nascere, e chetanto mi- rabilmente l'educò; alquale sentimentoin vero lo conlbrtal'illustre Seraoj equal novelloIppocrate, che pelbene dellasua Patria rinuncia il vile oro diArtaserse, eglimosso da piùnobile sentimento rinunzia ad unagloriastranieraper conquistare con pubblico concorso unagloriaPatria$ allorchéotten- nelaCattedra istessa dianotomia nella nostraUni- versità.
Oh momento
felice perlascienzae perla gloriadel nostrobel Paese!Egli ascende pienodi maestà sulaCattedra,equel tesoro dicognizioni che egliconquistò nel silenzio coll'entusiasmo,e col genio,cominciaoramai a diffonderlo trailplausoela pubblica maraviglia.Non
così ilsolecolla suamo-
bile luce allanaturasilega de'diversicorpi su'qua-
licade, equisulla rosa s'imporpora,làrinverdi- sce sull'erbe, colà s'imbianca sul giglio,com'egli sapea spargerequellospirito divita, que'trattiaf- fettuosi coiquali seduceva ed insiemerapiva:emen- tre da quasi divino fuocoinspiratomostrava tutto P ordinedella naturajquestaeglipoifacea servire allascienza dell'uomo,del qual quasiperincante- simo egli annunziar sapeacolla sola parolal'ordi- tura; in
modo
cheun'analisi disito tra tuttigli organi stabiliva,ed ammaestrava conessa lamano
delChirurgo adesser più sicura,quando dalseno deldolore eidovevadistruggere ildoloreistesso, efar rivivere lasalute.
Ed
invero nonviparve lampeggiare in essolagrazia degliOrtcnsj,e riboc-co*. 3
i8
tar l'affluenza deTullj,quando1'anotomiadell*uo-
mo
ci divisavaocollalingua delRedi,o conquel- la diCelso?Non
udiste iltonar de'Demosteni al- lorché inculcavaaigiovanila dignitàdell'arteno- stra ?Non
sentistelaveemenza de' Perieliquando dalla bellezza dellacreaturaascendea ad adorarela immensità del Creatole? No'l miraste impiegarela robustezzade' Crassi nelpunto cheil suo geniodal- lepiù minute osservazioni saj>ea condurvi aduni- versali conseguenze permezzodello scibileintero che egli avea tanto felicementepercorso?Sì, egli è troppo verojl'uomo del secolo èsulaCattedra.Quindi riempire agiustaragione eidevel'universo delsuo
nome}
edesisterdee talmente aldilà di se chequella gloria cheegli alimentòcol genio, e che spihsecoll'entusiasmo, attraversardee qualrag- gioceleste l'atmosferadellavita, ediffondersi poi ne' secolifuturiperperdersicoli'uomo
,e colla scien- za.Da
quella Cattedrainfattiin cuirichiamavailCotugnol'attenzione de' nazionali,e degliesteri ad essere alui presentiperprofittare dellesuemedi- tazioni, partivano tante diversee peregrinecogni- zioni dirette tutte al benediognuno,che poisi videroi pensieri di tutti, e lelorosperanzerivol- te verso l'uomo delgenio. Laonde non tardò il
suo
nome
adannunciarsicon distinzionenella reg- gia,ed averetragli altriquella preminenza cheilpubblico giustamentegliaccordava.Quindi èche
il nostroottimo Sovrano consegnò,edai talenti di esso affidò lapropriasalute, allorchésecoilcon-
1*
dussein Germania.Riconobbe allora la bellaItalia chequella gloria offertagenerosamentedaessaalno- stroCotugno nelchiamarloallaCattedra anotomica inPavia, edallaqualeaveaquesti con egualgene- rositàriinumato
,più nobilmente onoravalacostui fronte peressere slata con pubblico cimento con- quistata nella sua Patria.
Non
mancaronoperciò quanti piùillustri uomini inquell'epoca decorava- noil suolo italiano mostrardesideriodi conoscere personalmenteilnostroCotugno,pexsalutarlo fu- turo NestoredellaMedicina.Or
tosto cheaVien- na egli giunge, dove il suonome
era stato già precedutoda unacelebrità noncomune, il predi- lettodiscepolo diBoerave 1 non tardò ascorgere in lui un compagno nella gloria letteraria, come lo era nellacustodia, l'uno di un saggio Impe- ratore,l'altrodiun Repio} e seil primo ebbe a dimostrargli della grande stima pe'suoi taleutijilsecondo dovette compiacersi dipossederesiillustre
uomo
sortoed educato nelsuoRegno, ilquale per quanto minorestensione abbia di terreno, altret- tanto maggior copia diuomini sommiharaccolti, eraccoglieràpersempre.Eccolo finalmente aFranc- fort iniconsessocoipiùragguardevolimedicidiquel- la città,per darriparo agravemorbo chesoffrivasi dall' illustrenaturalistaBorn;e mentr'egliquale oraco- loannunziaallostessoveracissimaladispiacevole sen- tenzadimorte,salvailnostroReesuomecenatedal*
Wan-Swieten
.
morbillo che colà dominava, comeposciaritolseil
nostro amabilissimoPrincipe Ereditario dallamorte, quando pergravissima malattia andolleincontro
.
Dimostrato ch'egliebbealSovrano, che agliocchi snoi ossequiosa così lamorte, comedevotoilmor-
bo
si offriva, fu dallo stesso allacustodia di lui affidata la salutedella interasua augusta Famiglia;ondeavvenne, che siccome egli appresea riportar trionfo sul morbo e sullamorte tra laindigenza degl'infelici,ch'egli con
mano
amicaritoglievadal- l'unoe dall'altra}così dal fastodella reggiavolò poi il snonome
aitroni tulli di Europa:e non altrimentisi avverò, checome nell'Università egli raccolse iprimi elementi delsapere,germogliatipoi col suo genio inmodo
da innalzarlo allariputa- zione diuomo
delsecolo, così dallastessaUniver- sitàpartiva lacelebrità delsuonome
perleacca- demie tutte delMondo
letterario*, sicché ognuna di esse ebbe a pregio di registrare il Cotugno nell'elenco de'suoicollaboratori, mentreaccollo in tntte le corporazioni letterariedella sua Patria,fi- nìpoicoli'essere ilPresidente ditutte.Ed
ecco nonesistere gente tanto remolache non s'inchini al nostro Cotugno, e nonabbia ammirazione per l'uomo fatto ad esserepresente a tutti,comecen- trodellesperanzedi ognuno.
Percorso ch'ebbe ilCotugnole parti tutte del- la scienza dell'uomo,e tutte felicementeimpiegate- lealbene dell'
uomo
stesso era purgiusto cheil6uo genio illustrasse ognuna delle stesse con tinte
Di
ai
più veridiche, onde iposteri traesseroprofitto da' suoilumi, comeegli ne raccolse iprincipj dalle faville del secol d'oro.
E
poiché allospuntar del suo genio fu eglipersegretaforzacondotto arin- tracciardegli animali l'orditura, ,non tardò ave- derenellamacchina umana ciò die adogniuma- nointelletto erastato sin'allora ascoso. AlMorga**gni infajtti edal Valsalva, chelaorditura dell'u- dito (delsenso cioèche parla alcuore colle
mo-
dulazionidell'armonia) aveanosìfelicemente rico- nosciuta, parerpoteaforse altronon restare a sa- persi: nondimeno ilCotugno, allontanandosi da- gli autori elle riconoscevacome suoicompagni, e nonist^idiando che la sola natura, si apre libero cammino a traverso ladifficoltà che presentavala conoscenza dinuovecose nellamacchinettadell'udi- to,comecliè fosse statadiligentementeesaminatadal Principe deglianolomici del secolopassato edele- vandosi anchesulgeniodelMorgagni,segua nuove vie alsuoli» nonsolo nell'uomo,
ma
nella classe intera deglianimali cuilanaturanon fuavaradello istrurnento ditalsenso1.Venga pur orachivoglia mettere in dubbio almeno tale scoperta, laquale del Mazzocchi destòl'ammirazione per laeleganza del linguaggio concui laespose, e delSeraolasor- presaper essersiegli ancor che giovanefattosupe- riore allo stesso Morgagni, eglidiremo, chese'
De
aquaeductibusattrishumanac
internac anatomica,disseriallo. jSeapoli 1761, oV°*1 '
lanatura, aforzadi moltiplicar le sueopere,non puòimpedire che nonsi scoprano isuoi segreti, poiché conleggieterne regola egoverna l'univer- so; quando Cotugnoebbescortiisuoiacquedotti nell'uomo e riccie suediverse età, negli animali enelle varie epòche dilor vitajcomeaddentare non un concetto di ragione,
ma
una scoperta di fatto?E
seilnotomicodiPaviaresesi, quindi a poco,meritevoledisomma
lodeper aver data più esattaconoscenza della struttura dell'orecchioin- terno} chipotràmainegare cheCotugno ilprece- dettenellastessa gloria?E
chi nonconverrà, cheilsecondo fu eccitato a nobil gara dal Cotugno,
come
questi dal Morgagni? Gliuomini digenio tacitamente incalzanogliunileormedeglialtri,per poi nobilmentegareggiare nel sentiero della celebrità.Non
solo ilCotugnoportòa piùchiarolunne quelle ricerchecheiprimi uomini credevanodi già esaurite,ma
con eguale felice eventostabiliquelle allequali ingegnoumano
non maipervenne.Con
quelcoltelloinfattiondemirabilmente faceva par- lare lamorte aconservaziondella vita, tracciòilprimo i nervi ministri della starnutazione, della quale con egual risultamento conosceilmeccanis-
mo,
edàil mezzo comeprevenirlaedarrestarla:ond'èchealtempoistessochefassicompagnode' pri- miFisiologi del 6ecol suo,sottrae laumanitàda que'morbi
, per certopericolosissimi, chederivar possono daviolento sternuto.
E
quantunquel'il- lastreScarpa,emulo sempre nellagloriadelnostroDigitizedby
*3
Cotogno, fattaavesse la stessascoperta, parnon*
dimeno coningenuità propria degli uominidige- nione ridona lagloriaa chipria diluì l'aveacon- quistata
Oh
genjfelici,come mirahilmentegareg- giatepervolare dinnanzialtemp^
collavirtùe col saperejpoichéinciascun vostropensiero credete es- serpresenti a testimonj,echeVUniversoesserdeb- ba ilvostro censore, elaposterità ilvostro giudi- ce!E
nonsivide poscia tranoidicotalrecipro- canzadisublimivirtùilpiù beltrionfo?SeIoScar- paammirò nel Cotugno il rifiuto diquellagloria che egli digiàaveva giustamente conquistata,non vide poi essonelloScarpal'eguale generosità dinon aversi appropriato ilmeritodiuna scoverta?E
per- ciò l'unl'altro, rimirandosi, tacitamente si salu- tarono compagni digloria non caduca.
Un uomo
intantochefelicemente interrogar sa- pealamorte per lavita, equesta persottrar l'uo-mo
daquella}non dovea poi anuovalucemenare lacagion prossima della ischiade,elasede del va- cuolo? Ecco nuovocampo oveilCotugno coglie nuovi allori,all'ombra de'quali l'afflittoinfermosten- derliberopotrà ilpasso suo,elabeltàconservare illesa leincantatacisueforme. Orsegliantichi, da Ippocrate sino all'epoca delCotngno, confu- serosemprela ischiadeconaltre malattie dell'arto1
V
edi Scarpa, Anatom.liò.II.De
orga-no
olfactuspraecipuo, Cap.V De
nervo naso*palatino§. I. pag. 72
.
inferiore, egliIn distingue no»solo,
ma
colfattÓ stabilisce la cagione sua prossima inumor
alterato esistente nellaguaina del nervo, controallaquale un metodocurativoeglipropose, chesarà rispettato come l'unicocl^ possa distruggerla1;ebenché ta- luni, assuefatti a giudicarea traverso ilprisma del- la prevenzione, cercaronometterla in dubbio; pur Nondimenovedemmo
pennaedosservatore stranie- ro impegnato acomprovarla.Di qual soavecompia- cenza invero non sentissi mosso ilcuore de'nostri Accademicid'Incoraggiamento, allorchésilesseloro memoriadel Professor Bordadirettaameglio con- fermarelaopiniondel Colugno?Io lavidi scolpi- tasul volto di ciascundiessi,edilcuormio ne fuanchea parte.Quantunque ilbeneficoIenner presentatoaves- se persempre ilbaluardoal flagello del vojuolo, per cuifu degno di esser salutatoliberatore del- l'uomo, econservatoredellegrazie; pur molto pri-
ma
diluiil Colugno meritò quasilo slesso trion- fo,determinando nella.retemalpichianalasededel- le pustole vajolose,ed indicando mezzi sicurinon
solo per allontanarelestesse dal volto,ove label- tàha principalmente ilsuo seggio,
ma
a sottrarre gl'infelicidalla morte,allaquale troppo spessoerar.noda quellemenati s.
—
« ,•
De
Ischiade nervosa commentariiis.Nea»
'poli r 764,
3
De
sedibu$ variolorumsYKTATMA
JSeapo*li 17G8'.
35
Dopo
cheilCotugno ebbeeguagliatoilproprio merito conquello de'più febeigenj cheilprecedet- tero,ovvero conlui gareggiarono, seppe eziandio su diloro elevarsi, allorchécolsuocoltello, fatto l'interpetre dellavita come dellamorte, pervenne a rapirdallanaturailmirabile segretodellaelet tri- cità animale. Ond'è che, seTaleteperaver solo adombratalaesistenza dell'elettricismo (priucipal sostegnoforse dellointero Universo, e cagion so- ventedisuo spaventevole perturbamento)giunse a meritaresomma
gloria, laqualpoi più chiaraap- parve circondare ilFranklin, quando istruì l'at- territaùmanità a prescrivere aifulmini qual seri- tiertenerdebbanonello scagliarsi sulla terra;diqual maggiorgloria nonvidesi poi meritevole il Cotu- gno, quando dal seno di morto sorcio 1 fe' par- lareallanaturaun linguaggio universale perinter- petrare lemolle delregno tuttodellavita?E
tu Galvani che pur nelsuoloitalico sorgesti,perchè ampliando leteorichedella elettricità animale,ta- cestiil suoprimo scopritore, edattendestich'es- tere genti ridonasseroal Cotugno lameritata lode dellanovità ?E
coloro poi che chiamanolaelettri- citàanimale colla frase difluidoGalvanico nonsa- rebbero piùgiusti indicandolo coli'altra difluido Cotunniano? Ilmio labbrononpronunziò che que-Cot. 4
1 Vengasilalettera del nostro Cotugno al Sig. Cav. D. Gio. Fivenzioriguardante l'elet- tricità del sorcio,Napoli 1784.
2(5
stonome, ed ho speranza sentirloripetutoalmcn tra noi,iqualisiccome abbiamdrittoa partecipare della suacelebrità,così abbiamol'obbligo digua- rentirla"da qualunque deterioramento.
Costante essendo ilgeniodelCotugnonelripu- tarpiù degne di se quelle ricerche ove, o piùdiffi- coltà ofirivansia dileguare,o purnuove indagini a fare,eccoloarendere piùillustre lacircolazionesan- guigna per le internevene del capo1-,edalpardel Mascagni, il quale fa ritornare con più splendore nell'anticaculla ivasi lattei dell'Asellio,riconqui- sta allabella Italialagloriadiquellascoverta, che reseillustreil
nome
dell'Harveo, chedallaItaliaistes- sa ne appreseleprime nozioni, rendendola dipiù estesa applicazione.In vero egliilprimo fua di- mostrareesseresincrono ilmotodelle arterie e quel- lo dellevene perlointerno delcapo}e determinò chenel tempo dellaespirazione ilcerebroturgido sifa disangue,e che nellainspirazionese ne spo- glia} ond'è checon queste ricerche nuovi legami egli stabilisce trai movimentidelpendolo della vi- ta,quei dellamassa cerebrale, e queide'polmoni.Oh
quante altreinteressanticonseguenzeda siffatte scopertenoiconosceremmo,se lasecondaparte di sì dotto lavorodallascienza sipossedesse!1
Memoria
del moto reciproco delsangue per Vinterne vene del capo letta nellaRealeAccademia
diNapoliV anno
1782.*7
Non
amando ilCotugno raccozzare gli altrui pensamenti per mostrarsi autorediopere$ma
de- siderando sempre farciò che altri fatto nonave- vano, eccoloadaccrescereilnumero dellechirur- gicheosservazioni delMarchetti*, lacuioperari- produce per lestampe1 e forseallora ellapiù celebrità acquistossiperlenon comuniosservazioni daCotugnofatteviedinessaregistrate,dimostran- donellestesse, che comeeglieguagliatoavea, se non superato, il merito de'piùvalentimedici del suo tempo, così erasi del pari livellato conuno de'primi Chirurgiche onorato avealabellaItalia.FattoCotugnol'interpetre fedeledellanatura, questa gliapregl'immensi suoi tesori, de'qualinon prende lanuda edindividuaiconoscenza,
ma
daessitantosaper raccoglie, che viene quindia libe- rare la scienza dell'uomo daquella oscurità che l'avvolge: persuaso essendoalpar d'Ippocrate che lascienza dell'universopreceder devequelladell'uo-
mo. Dopo
che l'unae l'altra tanto felicemente si mostrò chiara agliocchi suoi, eccolo adindicare in breve ragionamentolospiritodellaMedicina1 de' cui errori,ond'ellafu in tutte leepoche deturpata, ravvisandoeglileprimitive sorgenti, emostrandoi' Vetri de Marchetti*
—
Observationes ci tractatus medico-Chirurgici. Neapoli1772.a Ragionamento accademico dello spirito della medicina letto nel Teatro anotomico del Reg.Spedaledegl'Incurabiliildì 5
Marzo
1772.28
mezzicomedaglistessiallontanarla,segnòaicultori dell'arte la viaper ricondurlasotto il cielo della sapiente Grecia,oveella nacque ed adulta diven- ne.Eccolo inoltre, dopoessersi familiarizzato coi pensamenti de'primiideologi delle settediverse,alle qualifulafilosofia intutti itempisoggetta,adesa- minare ledisposizioni tutte dellefacoltà dell'ani-
ma
,edinsegnareilmodo
come attivarleune sen- zaportardanno allealtre 1, esognare allospiritoumano
ilveraceandamento,onde pervenireallapiù estesa,perfetta, efeconda coltura d'ogni genere di sapere. Eccolo...ma
posso ioragionarvi dellesue opere inedite? ]Son miresta chesperare con voi e con l'Europa tuttadivederle presto pubblicate, acciocchélascienza possa daesse, come daglial- trisuoi parti, ritrar quel miglioramentodi cui sen- tetuttaviabisognoa.Or
semi
fossepermessoesserpresenteallege- nerazioni future, alle quali lospiritodiosservazio-1
De animorum ad
oplimamdisciplincmprac- paratione. Oratio habitaintempio Begii Archi- gymnasii in sollemni sludiorum instauratone.
Neapoli 178G.
1Moltissime opere del nostro Coiugno sono rimaste inedite', pertalunedelle qualiabbiamo solo la sicura notizia di essere staleinvolate.
Vedil'Elogiochedellosfesso hascritto ilchia- rissimo AbateScolliPrefetto della BeaiBiblio- teca Borbonicae Maestrode'Principi Beali.
ne ha giàpreparato un nuovo svolgimento dìco- se,nonudireiforse perlescuole tutté diMedicina ripetutoil nome delnostro
Cotugno?Kon
lescor- gerei ancor tutteconfessare, chead ogni perfezio- namento dell'arte salutareilCotogno ha grande- mentecontribuito ? Se ècosì, èmai credibileche la celebrità delsuonome
non rimarrà salda per tutti isecoli avvenire?.Sì,vivrai per sempre,ouomo
immortale,nella storiadell'artesalutareche promove9ti, elagloria chetanto felicemente con- quistasti sarà eterna colnome
tuo*e quindi bensiavverainteciocche disseBione
—
gloriames- sematrem
annonari.PARTE SECONDA.
Il
nome
delnostroCotugnononsaràsoloeter- nonella storiadell'arte,ma
vivrà anche per sem- preallariconoscenza dell'uomo,poichéei vissepel bene dello stessoepermostrargliilvero modello di tutte levirtùmorali dellequaliadornofu ilsuo animo.Con
essegiuguendoegliadessere presenteai bisogni ditutti, pervenneafarsi chelesperanze degl'infermisì ricchicome poveri, tantonaziona-liquanto di esteregentidellepiù remote regioni ,
tutte fosserorivolte verso di lui.
E
poiché egli sentìsempre vivodesiderio di perfezionare lasua intelligenza, e disporre il suo cuoreallesoavi e- mozioni della compassione,,perciò se coli'unasi rese eterno nellascienza cheegli menò amiglior fortuna,coli'altravivrà sempre nelcuoredegliuo-3o
miniaiqualicalmavacollasuaeloquenza lepiaghe dell'animachecicatrizzano sìstentatamente, opur tergeva loro lelagrime del dolorequando spegner nonne potea lesorgenti. Ilsordidointeresse ela obbrobriosa venalitànon furono maile molledel- lesueoperazionij anziV oro che egli raccoglieva nelle magioni de'grandi, veisavalo poiconsegre- ta generosità nei tugurjdegl'infelici, o persottrar- lidallamiseria,opercustodir loro ilcandoredi virginal pudicìzia. Quindi èche eglidesiderando solo benedizioni, e nonoro, portava lasperanza e laconsolazione nella capannadelpovero, come nella Reggia de'grandi.Ond'è che sesublime fu il dominio cheesercitòilCotugnosulcuore di tut- tipel solo ascendentedellesuevirtù, non fu
men
grandiosacosa perluirinvenire ne'cuori diciascuno ivotidellapiùpurae sincerariconoscenza. Oltre aciòchiebbemaimotivodidolersidilui? Chi nella sualuminosacarriera ebbemaiarattristarsidi averrisentitoildispiaceredella ingiustiziapermezzo diluipromossa?Chi nell'eserciziodell'artenontro- vò maisemprenelCotugno l'amico,anzichéilmae- stro, mentredi tuttiera stato ilprecettore?Era dunquebengiusto cheovunque ilCotugno sipre- sentava, tuttisentisseronelproprio cuoreunaemo- zione dicompiacenza nelvederlo; poichéosserva- vano in essocome mirabilmentelevirtùtuttecon unsommo
sapere fra lorogareggiassero.
Infatti qualifuron maipiù luminoseemaggio- rivirtù,opiùvirtuosie leggiadri costumi dique*
3i
delCotogno?
Dove
sivideuomo
maipiùgiusto, o phì liberale, opiù grato delCotugno? Quan- do siudì mai o piùstabil fermezza,o più ferma costanza, o più costante interezza diquella che fupropria delnostro Domenico?Chi mostrò mai maggiore animo, miglior mente, piùgentil cuore del nostro Nestore della Medicina? Chi ebbemai o più umile sofferenza nelle cose avverse9 o più moderatatemperanza nelleprospere,o piùspedito consiglionelle une e nelle altre delnostromodel- lo di virtù? Chi seppemaipiùdelnostromaestro esser devotamentefedele allapropriacompagna,alla quale le virtùsole ilriunirono ?? Chi vissemai più religiosamente, piùtranquillamente, epiùono- ratamente del nostromodello direligione? Chifu maipiù pietosoverso glia l'Hit lì, benefico verso ipoveri, compassionevole verso gì'infermi del no- stro
Ma
con qualnome
io indichcrollodi vantaggio?Tu
,Albergovenerabile degl'infelici,cui contro Tirade'morbi somministri inquestaCittà ilpiù pietoso,emagnificoasilo,tu cuil'uomoincom-
'
La Vedova
J). Ippolita RuJ/ò Duchessa diBagnara,
natada una
delle più cospicue famiglie napoletane'•,la aitaleha
sempresapidofar
gareggiare lesue virtùmoralicolla nobiltà dei suoi natali,stimandoinCotugnopiù ilpre- gio del suo sapere e delle sue virtù,chelacon- dizione della Famiglia allaquale apparteneva, strinseeoa luiilnodo
coniugale nel 1793.32
parabile divise,vivendo e pria di avvicinarsiallet- to dellamorte,i suoiaveri », quel prezioso manto edonorevole che il fruttoera stato di tanti annosi sudori, tu suggerisci alla mia memoria un titolo che non essendo incomprensibile ed astratto, es- prima inpiccola partealmeno loaugusto accom- pagnamento delledoti chedistinsero questofiglio prediletto dellagloria
.
Ma
eglièsul punto, per eterno decreto,d' es- sere da tutto' ciò chescorre ai tempisoggetto in- volato.Quelle parolecheegliconcatenavacollafor- zadelgenio,sovraognunadellequali disputavansi leGrazie la preminenza, erano già incerte efra loro disgiunte: quegliocchi coi quali contemplòla vitanella morte, e questain quella, cessano ora maidiessere ifedeliministri della luce; equelle percezioni che mirabilmente raccoglieva nella sua mentecreatrice pelbene della scienza edell'uomo, errano solinghesopra confusi prestigi. Stendemor- teoramai tremante sull'uomo che seppedi essatrion-*
*
Non
solo il nostro Cotogno vivendo di- vise ilfruito dellesue fatiche cogl' infelici r'ac- chiusinelVOspedale degVIncurabili,che segre- tamente soccorreva consomme
didanaro die porgeanellemani
de'Govemadori
dellostesso\
ma morendo
dispose,chemetàdel suo riccopa- trimonio,la cuirenditaannualesicalcolaa
du- cati5ooo, fossedatain proprietà all'Ospedalemedesimo. 1
33
far sempre, il lugubre suo velo; religioneintanto il rincora,e ibrillantisuoi suggerimenti,chespa- ziansi intorno al funebre suoletto, glidileguano la tristaimmagine del finirsuo5 e pienidienergia gli fansentire, che l'anima sua perirnon può} e quindi gliultimi suoi sospiri nonsono che come unnobilepensieroche verso ilcielo riascende1.
Ahi
uomo
impareggiabilefsonò dunquel'ulti-ma
oradelviver tuo! Or seun raggio della tua bell'animadiscendessesulafredda tua spoglia,ve- dresti, chese vivo, coli'impiegar cuore ed intelli- genza, verso di te, come acentro, richiamastii pensieri elesperanze ditutti,- or tutticolleme-
stepupille ecolcuor dolente bagnano il tuofred- docadavere efanno risuonar l'aria de'loro lugu- brilamentij esiccome vivendoavesti apregiod'es- ser circondatodatuoiallievi che,introdottigià da te felicemente nel sentierodella virtù,sono oggimai l'illustrebersaglio a cuimira nellaluminosa suacar- rieral'ardente gioventù,laquale concentraisuoi voti a raggiungerli,sonoquesti ora cheingirostannoin- tornoaltuoferetro,echeconduconoall'urnasepol- crale le tuespoglie, rigandodicaldelagrimelego- te, eversando dolorosisospiri.Mentre costoroge-
mendo
tichiudono nell'onorato avello dapresso all'altrodi Amantea, ilquale seppedi teprofitta- renel sapere,comegiunse adeguagliarti nella pietà;voce più della miaeloquente pronunziail tuoelo-
Cot. 5
1
Nel
giornoG Ottobre del4822•34
gio, forse il più a te accetto1.
Ma
qualunque egli siaquestomio, dehgradiscilo tu comequello che origin prende dal mio cuore che formar tu sapesti coltuo esempio alsentimentodelbene, e dalla mia tenue intelligenza che coi tuoi insegna- menti educasti.Gradisci delpariquesto
marmo,
che ladevo- zionede'figli tuoihatraquestesoglie innalzato,ilquale in gran parteinseraccoglie laparlante tua immagine. Essaben palesa all'ampia fronte, edal ciglio arguto,edalbel sorriso, che, come unge- nioavesti per iscortaonde imperare sullascienza, così possedestieziandio un'anima perquantoinpic- ciol corpo racchiusa,per altrettanto diognivirtu- de albergo, con cui meritarpotestieternaricono- scenzadal cuorediognuno. Quindiquagiungendo genti dellezone diverse,perammirare quantona- tura fu anoiprodiga,riunendo nel suolochecalchia-
mo
tutte quelle ricchezzecheconmano
avaraellaper altreregionidisperse,nondomanderanno esse for-1 Nella Chiesa de*Padri della Missione,
ovefurono a lui resi glionori, il Chiariss.
Ab.
Scotti recitò dotta orazionefunebre, che poiampliataedinnuovoordine disposta ècom- parsa alla hteecol titoloElogio istoricodelCa- valiere D. Domenico Cotugno, nel qualetutto ciò cheha
riguardò alla vita letteraria e privata delCotugno vi è delineato con tinteverìdiche del paried
eleganti.35
se ov' èlaimmaginedelCotugno?
—
Nella Universi- tàrispondere™ loro, dacuiegliimperava colsa- pere sulmondo
tutto letterario; nelvenerando Al- bergo ellaesiste parimente,ov'egli dominavasul .morbo,menandogl'infelici anuovavita,-siedean- coramaestosainseno alrecintodeglialunni diEs- culapio, de'quali egli fuguidanella scienza
come
modello nella virtù: esiste finalmente insublime guisa e sfuggevole adognicorporeo movimento nel cuor di tutti noi, edi quei cheverranno,*alpar della immagine diquei pochieccelsi mortali,che di questo temporalpassaggiodipartendosi, eterna- menteimpegnatalasciaronolagratitudine delle gen- tiavvenire, mercèquellasentita ammirazione, che perennementeriportai più tardiNipotiarammen-tarla.Oltre a che da qualepiacevoleemozionenon saràpoiilcuor nostro mossoannunziando loroche
ilCotugnonacque tranoi?
E
nacque tranoi per conquistare delSeverinoe delSerao ilsapere,e del Tartaglia e diMariano Santo laReligione, edilsentimento albene.
Se quindilereminiscenze dellavita ciscuotono
ilcuore nelmiraresui muti avelli sospesele armi diunguerriero$se i capid'operadell'arteproduco- no una solenneimpressioneneltempio in cuiripo- salaspogliadell'artista;qualirimembranze piùil- lustrinononoranola tombadelCotugno, avendo- leegliconquistate collaforzadel genio, e colcuo- reapertosempre a'sentimenti dicompassione? Sì, intorno adessa verseràsemprel'uomo lagrime di