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Visi ON
L’ipovisione in Italia
Il significato della vista presso la popolazione e il vissuto degli specialisti
Roma, 19 settembre 2012
Studio sulla popolazione: metodologia e campione
STRUMENTO:OMNIBUS (due rilevazioni successive)
METODOLOGIA:CATI (Computer Assisted Telephone Interview)
PERIODO DI RILEVAZIONE:
1arilevazione: dal 24 al 27 Maggio 2012 2arilevazione: dal 31 Maggio al 3 Giugno 2012
CAMPIONE:
Rappresentativo della popolazione italiana adulta (15 anni e più) per:
- Sesso (48% uomini vs 52% donne) - Classi di età (età media 49 anni) - Distribuzione geografica - Livello di istruzione - Attività lavorativa
INTERVISTE RACCOLTE:
2002 rispondenti in totale
27
19 20
34
Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA:
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1 Il valore della vista:
quanto è importante e a cosa serve
La vista: il più importante dei 5 sensi
Parliamo dei 5 sensi: gusto, olfatto, tatto, udito, vista. Provi a ordinarli da quello che lei considera più importante (a cui non rinuncerebbe mai), a quello meno importante (a cui rinuncerebbe più facilmente).
Valori %
89 6 311
Vista
1° posizione 2° posizione 3° posizione 4° posizione 5° posizione Per 9 italiani su 10 la VISTA è il senso più importante, a cui non rinuncerebbero mai.
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Perdere la vista significa non poter più …
Parliamo in particolare di uno dei 5 sensi: LA VISTA
Mi dica le prime tre cose che le vengono in mente che lei può fare con la vista.
Base: 2002 intervistati
Valori % 36
29 29 27 15
12 11 9 9 9 8 6 5 5 4 3 2
LEGGERE VEDERE LA NATURA SCOPRIRE IL MONDO INTORNO A ME VEDERE I PROPRI CARI VEDERE L'ESPRESSIONE\IL VISO DELLE PERSONE AMMIRARE LA BELLEZZA DEL MONDO GUARDARE LA TV AMMIRARE IL CIELO\IL SOLE\LA LUCE LAVORARE GUIDARE MUOVERSI\ORIENTARSI SVOLGERE ATTIVITA' DOMESTICHE ESSERE INDIPENDENTE SCRIVERE\DISEGNARE PARTECIPARE AD ATTIVITA' CULTURALI STUDIARE USARE IL COMPUTER
… Totale citazioni
Per 1 italiano su 3 la rinuncia più dolorosa sarebbe …
Immagini ora di svegliarsi domani mattina e di non poter più vedere. A cosa sarebbe più difficile rinunciare se perdesse la vista ?
Base: 2002 intervistati
Valori % 33
13 7 6 6 3 3 3 3 2 2
16 7
VEDERE I PROPRI CARI ESSERE INDIPENDENTE VEDERE LA NATURA MUOVERSI\ORIENTARSI LEGGERE VEDERE L'ESPRESSIONE\IL VISO DELLE PERSONE LAVORARE AMMIRARE IL CIELO\IL SOLE\LA LUCE GUIDARE AMMIRARE IL MONDO INTORNO A ME OSSERVARE LE BELLEZZE DEL MONDO
… SAREBBE UN TRAUMA NON RIESCO NEMMENO A IMMAGINARLO
Per quasi 1 italiano su 4 perdere la vista sarebbe un trauma, difficile
anche solo da immaginare
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…anche il lavoro fra le cose più importanti
Ora le elencherò una serie di attività che possono essere fatte con la vista: per ciascuna di esse, mi dica quanto sarebbe difficile per lei rinunciarvi se perdesse la vista.
Scala 1-10: 1=per nulla difficile e 10=estremamente difficile.
Base: 2002 intervistati
Valori %
9,4
8,3 7,9 7,7 7,7 7,0
5,7 5,4
4,7 4,2 4,1
Vedere le persone care
Lavorare Visitare le città\le bellezze paesaggistiche
Guidare Leggere libri Leggere il giornale
Fare sport Andare al cinema
Giocare con gli amici
Guardare la partita della propria squadra
Usare i social network
2 Gli italiani e le malattie della vista
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Cataratta e glaucoma sono le patologie oculari più conosciute
Quali delle seguenti malattie conosce?
Base: 2002 intervistati
Valori %
56
39
23 15 14 11
36
39
39
31 31
27
8 21
38
54 54
63
Cataratta Glaucoma Retinopatia diabetica
Edema maculare diabetico
Degenerazione maculare
Occlusione venosa retinica
No, non la conosco
Ne ho solo sentito parlare
Si', conosco questa malattia
E’ nota la relazione tra vista e diabete
Quanto queste malattie sono collegate alla vista, cioè hanno delle ripercussioni sulla capacità visiva delle persone?
Base: 2002 intervistati
Valori %
8 7
3
26
46 6
36
34
38
23
10 51
7 3
Diabete Colesterolo Artrosi
Molto Abbastanza Poco Per niente Non so
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Si può fare prevenzione ? 2 italiani 3 non ne sono del tutto convinti
Mi dica il suo livello di accordo con le seguenti affermazioni riguardanti i problemi della vista Scala 1-10: 1=per niente d’accordo e 10=completamente d’accordo.
Valori %
18 29
46 38
36 33
I problemi alla vista sono una condizione patologica che puo' essere curata
I problemi alla vista si possono prevenire
Completamente d'accordo Non del tutto d'accordo Poco/Per nulla d'accordo
7,9 7,5
Totale intervistati
Base: 2002 intervistati
64% 67%
3 L’ipovisione presso la popolazione italiana:
un problema dai contorni estremamente «sfuocati»
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1 Italiano su 3 non sa chi è un ipovedente
Secondo Lei chi e' una persona IPOVEDENTE? Come la definirebbe?
Base: 2002 intervistati
Valori %
Totale intervistati
Non sanno rispondere 33
Persona che ci vede poco\male\con la vista limitata 22
Sfortunato \ svantaggiato 11
Persona che non vede \ cieco 8
Persona che ha problemi di vista 7
Disabile \ ha un handicap 4
Persona con alcuni limiti \ che ha delle difficoltà 3
Persona normale 2
Persona che non può fare una vita normale 2
Invalido\infortunato\ malato 2
Molto sensibile (che ha altri sensi meglio sviluppati) 1
Non è indipendente \ non è autonomo 1
Triste 1
Persona priva di tante cose 1
Persona da aiutare 1
…
Più di un italiano su due non conosce i criteri clinici per identificare un ipovedente
Lei saprebbe dire quanti decimi per occhio devono mancare a una persona per essere definita ipovedente?
Base: 2002 intervistati
Valori %
55
22 5 4 5 4 5 8 4 6
Totale intervistati
10\10 9\10 8\10 7\10 6\10 5\10 4\10 3\10 2\10 1\10 Non sa
Il 17%degli intervistati indica correttamentei decimi per la definizione di ipovisione
Il 22%degli intervistati associa l’ipovisione ad un normale disturbo visivo
Il 6%degli intervistati associa l’ipovisione ad un deficit totale
Il 55%degli intervistati non sa dire quanti decimi per occhio debbano mancare per essere ipovedenti
Visus
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3 Italiani su 4 non conoscono o sottostimano le reali dimensioni del problema
Lei saprebbe dire quante persone sono ipovedenti in Italia ?
Base: 2002 intervistati
Valori %
45 3 14 13 18 6
Totale intervistati
10 milioni di persone 1 milione di persone 100.000 persone 10.000 persone 1.000 persone
Non sa indicare un numero 75%
Gli Italiani riconoscono la gravità della cecità, non altrettanto quella dell’ipovisione
Vorrei che mi dicesse quanto e' grave la condizione delle persone con questi problemi … Scala 1-10: 1=per niente grave e 10=estremamente grave.
Valori %
9,5 9,4 9,1
8,3 7,9 7,8
7,3 7,0 6,8 5° posizione
di gravità
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4 L’ipovisione per gli ipovedenti
3 italiani su 4 non hanno un contatto diretto con l’ipovisione
Lei e' ipovedente? (se non ipovedente) Conosce personalmente una persona ipovedente ?
Base: 2002 intervistati Valori %
4 22
74
Sono ipovedenti
Conoscono un ipovedente
Non sono/non conoscono un ipovedente
20 15 14 11 8 4 2 1 1
15 Malattie retiniche
Cataratta Malattie genetiche\ereditarie Glaucoma Età avanzata Infezioni\virus Incidente\trauma Ipertensione Cheratocono
… Non ricorda la causa specifica
A cosa è dovuta la sua ipovisione?
Base: 80 ipovedenti
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Il maggior disagio: la mancanza di aiuti economici e l’autonomia
Quanto i seguenti aspetti rappresentano un problema reale per una persona ipovedente?
Scala 1-10: 1=per niente problematico e 10=estremamente problematico.
Valori % - giudicano molto grave il problema (voto 9+10) Intervistati ipovedenti (n=80)
La mancanza di aiuti economici e la difficoltà di una vita indipendente (due aspetti con un forte rapporto di causa-effetto tra loro), sono ciò che più pesa nella vita di un ipovedente
1° posto 2° posto
48 47 44 43 41
37 36
Mancanza di aiuti economici
adeguati
Difficoltà a vivere una vita
indipendente
Difficoltà psicologiche
Mancanza di infrastrutture adeguate
Scarsa informazione
pubblica su ipovedenti
Mancanza di terapie efficaci
Mancanza di strutture per la
riabilitazione
Studio sugli specialisti
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Studio sugli specialisti: metodologia e campione
METODOLOGIA:colloqui individualiPERIODO DI RILEVAZIONE:
Maggio – Giugno 2012
CAMPIONE:
20 oculisti:
- Di età compresa tra i 35 e i 50 anni
- Con almeno 5 anni di anzianità professionale
- Che operano all’interno di strutture pubbliche in 10 diverse Regioni italiane
•Lombardia
•Piemonte
•Veneto
•Emilia Romagna
•Toscana
•Lazio
•Campania
•Puglia
•Sicilia
•Sardegna
1 Il vissuto del ruolo e il contesto professionale
(dal punto di vista della dimensione clinica e sociale)
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Il vissuto del ruolo dell’oculista e il contesto professionale
23 All’interno delle strutture sanitarie l’oculista percepisce sé stesso e la propria disciplina come isolati l’occhio vissuto come ‘una parte’ indipendente dal corpo
A livello macro sociale la percezione generale è che non sia dato sufficiente risalto al ruolo e all’importanza dell’oculista e dell’oftalmologia
Senso di isolamento e scarso riconoscimento rispetto ad altre aree mediche
2 Valutazione del trend attuale dal punto di vista
terapeutico
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Valutazione del trend attuale dal punto di vista terapeutico
25 Le aree critiche segnalate:
• Appiattimento della ricerca in Italia con scarsi investimenti
• Tempi burocratici troppo lunghi di approvazione e immissione in commercio dei farmaci
• Auspicata la sempre maggior diffusione di ambulatori specializzati con personale dedicato [per es. ambulatorio glaucoma, retina]
• Bassa propensione a creare le pre- condizioni che facilitino la sperimentazione
Negli ultimi 20 anni l’oftalmologia è progredita molto in termini di trattamenti e strumentazioni altamente
tecnologiche
Tuttavia oggi si registra una situazione di stallo per la
congiuntura economica sfavorevole e la difficoltà a sistematizzare e diffondere
prevenzione e diagnosi precoce
3 La percezione delle patologie secondo gravità
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La percezione delle patologie secondo gravità
27 PATOLOGIE LEGATE A
OTTICA E REFRAZIONE
LA SCALA DI GRAVITA’ DELLE PATOLOGIE E LE POSSIBILITA’
TERAPEUTICHE
PATOLOGIE OCULISTICHE SECONDARIE A MALATTIE SISTEMICHE
GLAUCOMA , MOLTE PATOLOGIE
RETINICHE
CATARATTA DEGENERAZIONI DOVUTE ALL’ETA’
4 La relazione con il paziente e la sua gestione
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La relazione col paziente e la sua gestione:
gli specialisti segnalano tre aree problematiche
29
La gestione psicologica del paziente trattato per gravi patologie oculistiche
[degenerazioni, patologie retiniche, glaucoma]
che causano drammatiche ipovisioni
Richieste formazione specifica e/o un supporto specialistico in quest’ambito, come la presenza di uno psicologo in ambulatorio
La diagnosi tempestiva di problemi oculistici secondari a comorbidità/patologie primarie
Soprattutto per il diabete, emerge la necessità di:
• creare un network sanitario tra Medici di Base e Oculisti per sensibilizzare il paziente a maggiori controlli
• un coordinamento tra Ambulatori di Diabetologia e Centri Oculistici per un migliore approccio terapeutico
La relazione col paziente e la sua gestione:
gli specialisti segnalano tre aree problematiche
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La gestione e programmazione ospedaliera
spesso poco flessibile, troppo centralizzata, poco orientata ad un’ottica di servizio
• Difficile entrare in contatto con il reparto/numero telefonico esatto per prenotare le visite di volta in volta e nei tempi corretti
• Difficile conciliare gli appuntamenti con le esigenze del paziente
• Si costringe spesso il paziente ad essere visitati da medici sempre diversi
La relazione col paziente e la sua gestione:
gli specialisti segnalano tre aree problematiche
5 Il rapporto con le Istituzioni Sanitarie
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Il rapporto con le Istituzioni Sanitarie
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La situazione finanziaria e i tagli di budget condizionano la pratica
clinica creando un rapporto conflittuale tra specialista e sistema
regionale
• Riduzione del personale e delle strutture
• Tagli finanziari spesso indiscriminati
• Scarsa attenzione all’efficienza e razionalizzazione delle risorse
• Budget limitati, quasi mai in linea con le reali esigenze dell’ospedale e del reparto
Il rapporto tra Istituzioni Sanitarie e oculisti
Lo specialista si sente sempre più schiacciato da problemi di ordine logistico-amministrativo come:
• Liste di attesa molto lunghe e numero sempre più elevato di visite e trattamenti da espletare nella giornata con tempi serrati per la singola visita
• Carico eccessivo di compiti amministrativi/burocratici
• Budget di spesa spesso non sufficienti a coprire la richiesta di trattamenti
• Informatizzazione ancora molto arretrata, inesistente in diverse strutture
• Pochi ambulatori rispetto alle esigenze crescenti dovute all’invecchiamento della popolazione
• Percorsi dei pazienti difficili e poco efficienti