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ricerca e innovazione

Diminuire l’azoto prodotto dai suini per ridurre l’inquinamento da nitrati:

i risultati del progetto Aqua in un convegno il 14 marzo a Reggio Emilia

Maria Teresa Pacchioli - Crpa spa, Reggio Emilia

Fatto 100 l’azoto somministrato a un suino in cre- scita con l’alimentazione, circa il 30% si deposita nei tessuti, mentre la maggior parte viene escreto tramite le urine e le feci, disperdendosi poi in parti pressochè uguali come nell’aria e nel suolo.

In termini quantitativi il valore medio di escrezione di un suino italiano (definito con il dm 7 aprile 2006 che fissa i criteri e le norme tecniche generali per l’utiliz- zazione agronomica degli effluenti di allevamento) è di 13,8 kg di N/posto/anno.

Si tratta di un valore che – per la tutela dell’ambien- te dall’inquinamento da nitrati – deve e può essere ridotto, tanto che il Bref, cioè il documento comuni- tario di riferimento delle migliori tecniche disponibili (Bat), indica valori di azoto escreto per posto/anno di 8-12 kg.

L’obiettivo di riduzione può essere raggiunto aumen- tando la resa dell’azoto alimentare, alzando cioè la percentuale di azoto trattenuta dall’organismo dell’animale.

In pratica, oc- corre diminui- re la quantità di proteina della razione, ma incremen- tarne il valore biologico. Ciò significa bilan- ciare la quota proteica, an- che attraverso l’utilizzazione di aminoaci- di di sintesi, per quanti- tà e quali- tà, in modo che questa sia correlata

all’effettiva esigenza di accrescimento dell’animale e in linea con gli obiettivi produttivi dell’allevatore.

Lo strumento a disposizione per valutare il raggiun- gimento del risultato è il bilancio dell’azoto, che per- mette di calcolare l’azoto escreto e la resa dell’azoto.

L’azoto escreto è la differenza tra azoto in entrata (animali, alimenti) e azoto in uscita (animali) secon- do la seguente formula:

Azoto escreto = N mangime + N animali in entrata – N animali in uscita – N saldo inventario

dove:

N mangime è dato dal contenuto in azoto degli ali- menti,

N animali è il contenuto in azoto del kg di peso vivo riferito alla categoria di appartenenza

N saldo inventario (N animali inventario finale – N animali inventario iniziale).

La resa dell’azoto è data invece dalla seguente for- mula:

(N animali in uscita – N animali in entrata + N saldo inventario)/N mangime x 100

Per arrivare allo scopo di ridurre l’azoto in eccesso bisogna quindi migliorare il valore biologico della proteina nella dieta. Peggiore è il suo valore, infatti, maggiore sarà la quantità di proteina grezza neces- saria per soddisfare i fabbisogni e di conseguenza aumenteranno anche le escrezioni di azoto non uti- lizzato dall’animale.

Ad esempio, per un suino pesante portato a 170 kg, l’azoto escreto per posto/anno può scendere con- siderevolmente, sino al 20%, limitando gli alimenti proteici e bilanciando la razione per garantire gli ap-

porti di amminoacidi.

Le esperienze fatte sia in prove spe- rimentali che in campo hanno per- messo riduzioni della proteina grezza della dieta del 10% -15%, senza che si avessero perdite di produttività o peggiora- mento della qualità del- le carcasse al macello.

Contestual- mente le escrezioni di azoto sono scese anche oltre il kg di N/posto/

anno.

L’applicazio- ne pratica di una ridu- zione molto consistente del contenuto di proteine del mangime va però fatta con cautela e particolare attenzione, sia dal punto di vista biologico che economico.

Ridurre l’inquinamento delle acque sotterranee e su- perficiali quando dovuto alla dispersione di nutrienti di origine agricola (azoto e fosforo), ottimizzando il loro utilizzo nelle aziende zootecniche è stato l’obiet- tivo del progetto comunitario Life+ Aqua (http://

aqua.crpa.it), i cui risultati verranno presentati in un convegno in programma il 14 marzo prossimo a Reg- gio Emilia.

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