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Alla c.a. Presidente FNOMCeO Dott. Filippo Anelli e p.c. Ministro della Salute

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(1)

Via Leopoldo Serra, 31 00153 Roma Tel. 06/585441 Fax 06/58544339/371

Via G.M.Lancisi. 25 00161 Roma Tel. 06/440071 Fax 06/44007512

Via di San Crescenziano, 25 00199 Roma Tel. 06/865081 Fax 06/86508235

Roma, 29 novembre 2019

Alla c.a. Presidente FNOMCeO Dott. Filippo Anelli e p.c. Ministro della Salute

On. Roberto Speranza

Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

On. Lorenzo Fioramonti

Ministro per gli affari regionali e le autonomie

On. Francesco Boccia

Al Presidente della Regione Veneto Dott. Luca Zaia

Al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome

Dott. Stefano Bonaccini Alla Presidente Ordine FNOPI Dott.ssa Barbara Mangiacavalli Alla Presidente Ordine FNOPO Dott.ssa Maria Vicario

Al Presidente Ordine TSRM e delle PSTRP Dott. Alessandro Beux

Al Presidente Ordine Assistenti Sociali

Dott. Gianmario Gazzi

(2)

Oggetto: rilievi su sua nota afferente la DGR n. 1580 del 29.10.2019 della regione Veneto recante

“Istituzione dei percorsi di formazione complementare regionale per l'acquisizione di competenze avanzate in applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto sanità 21 maggio 2018 - artt. 14-23 e approvazione di tre progetti pilota di percorso formativo complementare regionale per lo sviluppo di competenza avanzata.

L.R. 28 dicembre 2018, n. 48, Piano socio-sanitario regionale 2019-2023”.

Gentile Presidente,

abbiamo letto con stupore la sua nota, inviata ai Ministri della Salute, dell’Istruzione, degli Affari Regionali e ai Presidenti della Regione Veneto e della Conferenza delle Regioni e province autonome, diffusa altresì a mezzo stampa, in merito alla DGR n. 1580 del 29.10.2019 della regione Veneto, con la quale si definiscono i percorsi formativi per il riconoscimento e acquisizione di competenze avanzate.

Com’è noto le 22 professioni sanitarie, che oggi afferiscono al ccnl comparto sanità, hanno da tanti anni intrapreso un percorso di sviluppo e riconoscimento di competenze avanzate rispetto a quelle acquisite con il percorso formativo di base, molte delle quali già agite dagli infermieri.

Dopo oltre 9 anni di assenza nel contratto, dopo che sono falliti tutti i tentativi fatti in passato di provare a disciplinare, attraverso un accordo Stato – Regioni, i percorsi di riconoscimento di specialista e di esperto, dopo che è miseramente fallito il tavolo politico previsto all’art. 22 comma 4 del Patto per la Salute 2014-2016, le scriventi Federazioni di Categoria, si sono assunte la responsabilità di disciplinare, nel CCNL di cui sono firmatarie, l’istituzione degli incarichi professionali di Professionista Specialista e di Professionista Esperto, strumento che riguarda tutte le 22 professioni sanitarie e la professione degli assistenti sociali

Come chiaramente declinato negli articoli da 14 a 22 del CCNL 2016-2018 comparto sanità, non si sta parlando di “nuove professioni sanitarie” ma del riconoscimento economico di competenze “superiori” a quelle oggi acquisibili nel percorso formativo di base di laurea triennale.

Inoltre le attuali richieste di salute della popolazione richiedono un’importante innovazione nella gestione e nell’organizzazione del sistema, in fondo come anche Lei sostiene in pubblico unitamente alla crescita di tutte le professioni sanitarie.

Una gestione per processi orizzontali, dove i professionisti si contaminano, in favore dei cittadini, senza creare confini invalicabili.

Oggi il SSN pubblico ed universale, si difende con aree, ambiti e competenze a multiaccesso professionale, valorizzando i medici nella loro imprescindibile funzione di diagnosi e cura.

Anche Lei deve ammettere, che le funzioni e/o prestazioni descritte sono la regolamentazione di competenze che non invadono la professione medica e sono il frutto di esperienze consolidate e verificate positivamente in molte realtà Italiane, come anche ben descritto nel testo presentato da FederSanità al Forum risk management, sulle esperienze di Buone Pratiche agite dalle professioni sanitarie, dove per caso, alcune sono la copia di quelle da Lei contestate nella delibera del Veneto.

Inoltre, appare assolutamente fuorviante il richiamo a quanto previsto dall’art. 6 della L.

3/2018 che riguarda appunto “la definizione delle funzioni caratterizzanti le nuove professioni

sanitarie…” là dove le istituzioni preposte decidessero di definire un nuovo profilo professionale

sanitario.

(3)

Come parti contraenti del CCNL (quindi perfettamente titolate a discutere nel merito), abbiamo iniziato a declinare un percorso che offra la possibilità di un riconoscimento economico alle professioniste e ai professionisti. Dottore le battaglie coorporative hanno storicamente danneggiato questa nazione, questo è il momento di sviluppare una forte sinergia tra tutte le professioni sanitarie per rispondere ai nuovi bisogni di salute della popolazione per mezzo del nostro Sistema Sanitario Pubblico ed Universale.

Sempre disponibili a confrontarci nelle sedi opportune, si porgono distinti saluti.

FP CGIL CISL FP UIL FPL

Michele Vannini Marianna Ferruzzi Mariavittoria Gobbo

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