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16 Dotti biliari extraepatici 16

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Academic year: 2022

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16 Dotti biliari extraepatici

(Non sono inclusi i sarcomi ed i tumori carcinoidi)

16

RIASSUNTO DELLE MODIFICHE

• Le classificazioni T e N sono state ridefinite e semplificate.

• L’invasione del tessuto connettivo fibro(muscolare) sottoepiteliale viene classifi- cato T1 indipendentemente dalla invasione muscolare, che non può essere sempre notata a causa della scarsezza di fibre muscolari in alcuni segmenti del- l’albero biliare.

• T2 viene definito come invasione oltre la parete dei dotti biliari.

• La classificazione T permette di separare i tumori localmente invasivi in reseca- bili (T3) e non resecabili (T4).

• L’invasione delle branche della vena porta (destra e sinistra), dell’arteria epatica o del fegato viene classificata come T3.

• L’invasione del ramo principale della vena porta, dell’arteria epatica comune e/o degli organi regionali viene classificata come T4.

• Il raggruppamento in stadi è stato modificato per permettere allo Stadio III di indicare le neoplasie localmente non resecabili ed allo Stadio IV di indicare le neoplasie metastatiche.

C24.0 Dotti biliari extraepatici

C24.8 Lesione sovrapposta dell’albero biliare

C24.9 Albero biliare, NAS

INTRODUZIONE

Neoplasie maligne possono svilupparsi in qualsiasi punto dei dotti biliari extraepatici (Figura 16.1). Di questi tumori, il 70-80% interessa la confluenza dei dotti epatici destro e sinistro (carcinomi ilari) mentre circa il 20-30% origina più distalmente. È raro un interessamento diffuso dei dotti (circa il 2% dei casi).

Qualsiasi neoplasia maligna dei dotti biliari extraepatici causa inevitabilmente una ostruzione duttale parziale o totale. Poiché i dotti biliari hanno un piccolo diametro, i segni ed i sintomi di ostruzione generalmente si presentano quando ancora i tumori sono relativamente piccoli. A causa della loro invasione delle principali strutture vascolari e della estensione diretta al fegato, i carcinomi ilari sono più difficili da asportare rispetto a quelli che insorgono distalmente, e sono associati ad una prognosi peggiore (essendo solo raramente resecabili).

Questa classificazione TNM si applica unicamente ai carcinomi che originano nei dotti biliari extraepatici a monte della papilla di Vater. Sono incluse le neoplasie maligne che si sviluppano in cisti coledociche congenite e le neoplasie che origina- no nella porzione intrapancreatica del dotto biliare comune. Ai pazienti con malat- tia avanzata (metastatica), o con una neoplasia primitiva della porzione intrapan- creatica del coledoco e che non vengono sottoposti ad intervento chirurgico può es- sere erroneamente diagnosticato un carcinoma pancreatico. In questi casi è spesso impossibile determinare (dagli esami radiologici o dall’endoscopia) se la neoplasia origina dalla porzione intrapancreatica del dotto biliare, dall’ampolla di Vater o dal pancreas. Queste ultime due vengono classificate separatamente.

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ANATOMIA

Sede primitiva.I dotti epatici destro e sinistro escono dal fegato a livello della scissura trasversa per confluire a formare il dotto epatico comune. Il dotto cistico, che è in connessione con la colecisti, si congiunge con il dotto epatico comune per formare il coledoco (dotto biliare comune), che passa posterior- mente alla prima parte del duodeno, attraversa la testa del pancreas ed entra nella seconda parte del duodeno attraverso l’ampolla di Vater. Istologicamente i dotti biliari sono delimitati da un singolo strato di cellule colonnari alte ed uniformi. La mucosa in genere forma pieghe irregolari o piccole invaginazioni longitudinali. La parete dei dotti biliari è dotata di uno strato di tessuto con- nettivo sottoepiteliale e di fibre muscolari. È degno di nota il fatto che le fibre muscolari siano più abbondanti nel segmento distale del dotto biliare comune, mentre più prossimalmente le fibre muscolari sono scarse o assenti e le pareti dei dotti biliari sono costituite soprattutto da tessuto fibroso.

Linfonodi regionali.Un’accurata stadiazione tumorale richiede che vengano analizzati tutti i linfonodi che sono stati asportati. Un esame istologico ottimale di un campione da linfoadenectomia regionale dovrebbe essere costituito da almeno tre linfonodi. I linfonodi regionali sono i medesimi elencati per il car- cinoma della colecisti ed includono le seguenti sedi: ilari, celiaci, periduodenali, peripancreatici e mesenterici superiori. I linfonodi ilari includono i linfonodi lungo il dotto biliare comune, l’arteria epatica, la vena porta ed il dotto cistico.

Sedi di metastasi.I carcinomi dei dotti biliari extraepatici possono estendersi al fegato, al pancreas, all’ampolla di Vater, al duodeno, al colon, all’omento, allo sto- maco ed alla colecisti. Le neoplasie che originano dai dotti epatici destro o sini-

FIGURA 16.1. Sedi anatomiche dei dotti biliari extraepatici.

Dotto epatico sinistro Dotto epatico destro Dotto epatico comune Dotto cistico Dotto biliare comune (coledoco)

Ampolla di Vater

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stro generalmente si estendono prossimalmente nel fegato o distalmente al dot- to epatico comune. Le neoplasie dal dotto cistico infiltrano la colecisti, il coledo- co o entrambi. I carcinomi ad insorgenza dal segmento distale del dotto biliare comune possono diffondersi al pancreas, al duodeno, allo stomaco, al colon o al- l’omento. Metastasi a distanza sono in genere un evento tardivo nel corso della malattia e si trovano più spesso nel fegato, nei polmoni e nel peritoneo.

DEFINIZIONI Tumore primitivo (T)

TX Tumore primitivo non definibile T0 Tumore primitivo non evidenziabile Tis Carcinoma in situ

T1 Tumore istologicamente confinato al dotto biliare (Figura 16.2) T2 Tumore che infiltra oltre la parete del dotto biliare (Figura 16.3)

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FIGURA 16.2. Due immagini di T1:

entrambe le neoplasie sono istologicamente confinate al dotto biliare.

FIGURA 16.3. Si definisce T2 un tumore che infiltra oltre la parete del dotto biliare.

Tessuto connettivo perifibromuscolare Parete fibromuscolare Tessuto connettivo sottoepiteliale (lamina propria)

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FIGURA 16.4. A. Si definisce T3 un tumore che infiltra il fegato (come illustrato), la colecisti, il pancreas e/o le branche omolaterali della vena porta (destra o sinistra) o dell’arteria epatica (destra o sinistra).

T3 Tumore che infiltra il fegato, la colecisti, il pancreas e/o le branche omola- terali della vena porta (destra o sinistra) o dell’arteria epatica (destra o sini- stra) (Figure 16.4A-C)

T4 Tumore che infiltra una delle seguenti strutture: il ramo principale della vena porta o le sue branche bilateralmente, l’arteria epatica comune, oppure un’altra struttura adiacente come il colon, lo stomaco, il duodeno o la parete addominale (Figure 16.5A,B)

Linfonodi regionali (N)

NX I linfonodi regionali non sono valutabili N0 Linfonodi regionali esenti da metastasi N1 Metastasi nei linfonodi regionali

Metastasi a distanza (M)

MX Metastasi a distanza non accertabili M0 Metastasi a distanza assenti M1 Metastasi a distanza presenti

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FIGURA 16.4. B. Neoplasia T3 che infiltra il pancreas. C. Neoplasia T3 con infiltrazione omolaterale della branca destra della vena porta e della colecisti.

Ramo principale della vena porta Dotto cistico

Coledoco

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FIGURA 16.5. A. Si definisce T4 un tumore che infiltra una delle seguenti strutture: il ramo principale della vena porta o le sue branche bilateralmente, l’arteria epatica co- mune, oppure un’altra struttura adiacente come il colon, lo stomaco, il duodeno o la parete addominale. Qui è raffigurato un tumore che invade l’arteria epatica comune e

Branche destra e sinistra della vena porta

Arteria epatica comune

Coledoco Ramo principale della vena porta Dotto cistico

Dotto cistico Duodeno

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RAGGRUPPAMENTO IN STADI

0 Tis N0 M0

IA T1 N0 M0

IB T2 N0 M0

IIA T3 N0 M0

IIB T1 N1 M0

T2 N1 M0

T3 N1 M0

III T4 Qualsiasi N M0

IV Qualsiasi T Qualsiasi N M1

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