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PROGRAMMA DI MANDATO 2006-2011

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PROGRAMMA DI MANDATO 2006-2011

Premessa: la costruzione, lo stile e il metodo

Il Programma di Mandato che questa sera presentiamo al Consiglio comunale è il risultato di un lungo percorso che si è svolto nei mesi scorsi e che ha coinvolto tanti concittadini.

Esso poggia infatti le sue basi sul Programma con il quale mi sono presentata agli elettori, un programma che è nato da gruppi di lavoro aperti, un programma che è il risultato di un lavoro collegiale e dell’ascolto diretto dei cittadini, attuato in primis durante le riunioni con i quartieri e le frazioni, con le associazioni, con le realtà sociali e produttive. Per la prima volta – credo – hanno preso forma e vita linee programmatiche, definizioni di obiettivi, e indicazioni di azioni destinate a raggiungerli, che sono nate dal basso e che sono il frutto di attenzioni, idee, intelligenze e sensibilità composite e diverse.

Certo, un Programma elettorale è la fonte prima e indiscutibile di un Programma di Mandato, ma non lo esaurisce in sé. Per tre motivi, due di carattere strutturale ed istituzionale, uno di ordine strategico e riguardante lo stile e il metodo:

1. un Programma di Mandato deve fare i conti con le risorse finanziarie e con le risorse umane a disposizione, questione che abbiamo assunto come prioritaria tant’è che il primo impegno della Giunta è stato lo studio dello status quo e la ricognizione delle risorse finanziarie (le disponibilità di bilancio) e umane (la cosiddetta “macchina comunale”);

2. l’ascolto e la partecipazione non si possono esaurire nelle manifestazioni elettorali, tanto più se ascolto e partecipazione sono assunti come perno del rapporto tra Amministrazione e cittadini. In altri termini: un candidato Sindaco incontra giocoforza i cittadini che sono interessati al suo progetto di governo, un Sindaco incontra i cittadini tutti. C’è uno scarto, insomma, direi ‘congenito’, che va sanato. In questa direzione la Giunta si è già mossa, incontrando direttamente il Comitato dei cittadini di via Abate Crippa, il Comitato di via Veneto, il Comitato del Cerreto sul contratto di quartiere, mentre sono in calendario riunioni con i cittadini della zona Ovest e Nord e, a contatti organizzativi perfezionati, con quelli della Geromina. Nella stessa logica rientra l’incontro pubblico di giovedì 14 settembre che comincerà a definire il quadro del sistema delle Consulte e degli Osservatori per la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa;

3. un programma deve essere comunque dinamico (può cambiare il contesto, possono cambiare le direttive del Governo centrale o regionale, i vincoli finanziari): una tale caratteristica (dinamicità significa duttilità e adeguamento) si realizza anche in relazione alla capacità propositiva delle opposizioni della quale non ho motivo di dubitare. Anche a questo proposito questa Amministrazione ha deciso di cambiare rotta sulla base della convinzione che “in una buona democrazia l’opposizione non è uno scarto, un esercito in rotta, un mucchio di voti inutilizzabili. È una componente necessaria della dialettica politica”. E della dialettica amministrativa. Le parole sono di altri - di Sergio Romano, ex ambasciatore e autorevole columnist di una testata nazionale -, la convinzione con cui le assumiamo e la coerenza con cui le perseguiamo sono nostre. Da minoranza quale siamo stati (e siamo tuttora, in Provincia) abbiamo visto e

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maggioranze chiuse a ogni suggerimento e a ogni contributo tematico propositivo. Noi non intendiamo percorrere questa strada. Non l’abbiamo percorsa all’atto della elezione del Presidente di questo Consiglio né all’atto della nomina del primo CdA arrivato a scadenza, quello dell’Ygea.

Continueremo sulla strada del riconoscimento del ruolo e dei diritti della minoranza consiliare in presenza di un comune clima di collaborazione e nel rispetto delle competenze, delle attribuzioni, delle responsabilità.

Le linee programmatiche

Le linee programmatiche contenute nel testo che vi è stato distribuito costituiscono – con le precisazioni di cui alla premessa – le linee per dare vita e volto alla città che vogliamo realizzare.

Un progetto a 360°: da una parte ambizioso rispetto ai cinque anni di mandato, se solo consideriamo i tempi della realizzazione di un’opera pubblica o quelli ancor più lunghi richiesti dalla trasformazione delle logiche che hanno presieduto allo sviluppo della città, logiche che vanno aperte al rispetto della sostenibilità ambientale e sociale, alla necessità di contemperare le esigenze dell’economia con quelle dell’uomo in nome di una diversa qualità della vita. Dall’altra, un progetto realistico, che mette mano all’esistente per correggerne le diseconomicità e rilanciare la qualità dei servizi al cittadino. Fare tanto con poco è una necessità oltre che una scelta.

Sembrano, queste, belle parole in assenza di una relazione esplicita che metta in rapporto obiettivi strategici, scelte di governo e azioni amministrative e, soprattutto, tempi di realizzazione. L’ampio programma che vi è stato distribuito contiene gli elementi fondamentali relativi alla logica che lo ispira, allo stile amministrativo che intende fondare, ai mezzi, alle risorse che intende mettere in campo. So che mi direte che è importante la tempistica, ma credo che tutti voi sappiate che, per impostare realisticamente i tempi, serve il Piano Dettagliato degli Obiettivi, Piano che questa Amministrazione non ha ricevuto in eredità dalla precedente e che quindi non possiede per le opere in corso.

A questo stiamo attrezzandoci con la nuova gestione della macchina comunale.

Attendiamo di avere quelle che sono le figure apicali (Segretario e Direttore generale) per dar loro le indicazioni politiche che devono tradursi in azione amministrativa puntualmente programmata in termini di assegnazioni di responsabilità tecniche ai Dirigenti e alle Posizioni Organizzative, declinata in obiettivi chiari espliciti e verificabili e in previsioni di tempi di realizzazione.

Il Consiglio comunale avrà anche altri atti a disposizione per vedere nella concretezza la tempistica della realizzazione e sarà chiamato ad altre conseguenti deliberazioni: questi atti che vi daranno risposte più esplicite e circostanziate si chiamano Equilibri di Bilancio, Piano Triennale delle Opere Pubbliche, Bilancio di previsione 2007, PEG, Piano di Governo del Territorio (PGT).

Non entriamo quindi nel dettaglio: sta comunque tutto scritto lì, nel documento che vi è stato distribuito, un ‘tutto’ suscettibile di proposte di integrazione, di indicazioni di priorità, di suggerimenti. Anche questo si intende quando si usano parole come dinamicità, partecipazione, ascolto.

L’orizzonte di senso a cui ci riferiamo è comunque quello di una Treviglio diversa:

rinnovata, viva, vivace, a misura d’uomo e di bambino, perché una città a misura di bambino è una città a misura di tutti, soprattutto delle persone più deboli.

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Per dettagliare ricorderò a me stessa, a voi, ai cittadini le ‘parole –chiave’ del progetto amministrativo che intendo realizzare procedendo per punti, punti per i quali mi concederò il vezzo di autocitarmi utilizzando passi delle dichiarazioni pubbliche che ho già reso.

1. Treviglio, capitale della Bassa, deve riprendere a 'fare sistema'.

Va messa la parola fine alla attuale prassi che vede la nostra città latitante là dove si prendono decisioni anche per lei (Regione, Provincia) e là dove i Comuni limitrofi segnalano problemi che possono essere risolti solo a livello territoriale e sovraccomunale.

Bisogna cominciare a pensare in grande e cioè a pensare che un'area omogenea deve fare scelte comuni per la salvaguardia dell'ambiente, per lo sviluppo socioeconomico del suo territorio, per assicurare a tutti i suoi abitanti parità di servizi e di diritti

2. Treviglio protagonista di uno sviluppo che sia sostenibile ad ampio raggio

cioè che faccia i conti economici con il bilancio, ma che tuteli il territorio e l'ambiente, sia socialmente sostenibile e non rinunci a promuovere sicurezza, istruzione, formazione e cultura.

Non siamo d’accordo con il concetto di sviluppo che va per la maggiore e che sostiene esclusivamente opere infrastrutturali, edificazioni e mercato immobiliare, magari sacrificando l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini.

E' necessario invece trovare gli strumenti che 'tengano insieme' impresa/economia, ambiente/insediamento umano, e che nel contempo promuovano equità e coesione sociale. Non sarà semplice, ma ritengo che, insieme, tutti noi si abbia coraggio, tenacia, creatività, e che, insieme, si possa promuovere la creatività, la tenacia, il coraggio di molti nostri concittadini.

3. Treviglio città unita e partecipe, città policentrica

Va risolto, attraverso le strutture di partecipazione e il decentramento, ove possibile, il problema dell’isolamento dei quartieri divisi dalla città da una ‘barriera’ infrastrutturale (zona Ovest, zona Nord) o che costituiscono frazione.

Essi sono depositari di vocazioni e specificità che li rendono una ricchezza da valorizzare per tutta la città.

Nel sistema delle Consulte e nella scia della realizzazione del Bilancio partecipato, quartieri e periferie devono avere riconosciuto un ruolo anche di rappresentanza legittimata della quale attualmente sono privi.

4. Treviglio città della solidarietà.

Questa è la nostra vocazione. Da più di cento anni Treviglio esprime esperienze di altissimo valore in tutti i campi del sociale. Noi scegliamo di partire da qui.

L’associazionismo e il no profit sono una ricchezza, sociale innanzitutto ma anche economica.

Vogliamo siglare un patto con tutto questo mondo, che oggi è lasciato troppo spesso a se stesso: per valorizzare tutti i servizi alla persona in generale e alle persone più deboli in particolare – come gli anziani soli, i cittadini disabili, chi patisce un’emarginazione grave e l’infanzia violata.

Faremo di tutto perché a Treviglio prenda avvio il prima possibile un vero corso di laurea di economia del no-profit e della cooperazione, che possa contribuire a farci diventare una città di rilevanza nazionale in questo campo con esperienze di eccellenza, nello studio ma anche e soprattutto nelle esperienze concrete sociali e culturali.

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5. Una città che include è una città sicura, viva e vivace

Lo straordinario patrimonio di solidarietà che già c’è in città ci fa capire che esiste un’altra Treviglio. Una Treviglio che ha ben chiara quale è la sua identità e non ha paura di includere tutte le diversità, uscendo da una logica di puro assistenzialismo e dando a tutti le opportunità di emanciparsi e di avere una vita di cui essere contento. Lavoreremo sempre perché nessuno rinunci alla propria identità. Lo dico pensando soprattutto ai tanti cittadini stranieri. Diritti e doveri, stilati nella carta messa a punto dall’associazionismo trevigliese, saranno realtà, saranno la bussola con la quale ci orienteremo nella giungla delle paure e delle diffidenze reciproche.

Il Centro Culturale Polivalente per l’incontro delle generazioni e delle culture sarà una delle priorità della nostra amministrazione.

Il gemellaggio con un paese del Terzo Mondo come esperienza di contatto e di conoscenza di realtà diverse sarà un potente antidoto perché, soprattutto nelle generazioni più giovani, resti sempre vivo lo spirito di tolleranza, la gioia dell’incontro e la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno – senza distinzione alcuna – di un mondo in cui regni la pace.

6. Treviglio città di cultura.

La cultura in questi anni è stata la Cenerentola delle Cenerentole - insieme all’ambiente -, con pochissimi fondi a disposizione.

Tutti dicono che vogliono rivitalizzare il centro storico. Ma come è possibile rivitalizzare il centro se i cittadini non hanno buone ragioni per viverlo?

Per realizzare questo obiettivo si rende necessario aumentare i finanziamenti per la cultura e ritrovare un vero progetto culturale per la nostra città che possa attirare persone e risorse, perché anche la cultura è benessere.

7. Treviglio per le famiglie e per le donne.

Questa città non ha mai avuto nella sua storia un sindaco donna. Questa è per me una responsabilità in più, perché da sempre noi donne dobbiamo faticare il doppio per dimostrare che valiamo e che possiamo essere, siamo, capaci e autorevoli.

Io ho accettato questa prova. Ma chiedo a tutte le donne di starmi accanto, perché da noi soprattutto può venire la forza tranquilla che serve per cambiare davvero Treviglio. Sono convinta del fatto che una comunità più solidale e più giusta, più attenta al cittadino, più solerte verso i suoi, anche piccoli, problemi abbia bisogno del patrimonio di sensibilità, di esperienza, di capacità propositiva delle donne. Le donne vivono infatti quotidianamente i problemi e i guasti di uno stato sociale che non c’è più e possono dare una grossa mano a definire una concreta via di nuovo welfare cittadino, a partire dalle politiche per le famiglie, tema centrale e imprescindibile del programma.

Dalle enunciazioni alla prassi

Sono passati tre mesi dalla giornata elettorale del 12 giugno, poco più di due dal primo Consiglio comunale (30 giugno) che ha visto insediata la Giunta che mi onoro di guidare.

Bene. Se consideriamo il periodo feriale – che ha visto inusitatamente, e lo dico perché sicuramente non si ripeterà, l’assenza contemporanea di Dirigenti e Posizioni Organizzative (le cosiddette P.O.) in più di una ripartizione, con conseguente inceppo della macchina amministrativa data l’impossibilità a volte di rendere al cittadino il servizio richiesto – e se consideriamo inoltre l’emergenza bomba, che ha catalizzato le nostre

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risorse di inizio mandato - devo dire con legittimo e cauto orgoglio che ad oggi abbiamo condotto in porto alcune premesse all’azione di governo. Esse riguardano:

1. la macchina comunale

Abbiamo perseguito:

- lo studio e la conoscenza dei problemi inerenti la macchina amministrativa, che è la erogatrice dei servizi ai cittadini;

- la definizione delle modifiche che si sono rese a nostro giudizio necessarie, con il cambio del segretario e direttore generale, e la riorganizzazione della macchina comunale anche sulla base dei suggerimenti emersi dall’incontro con i dirigenti e dall’incontro con i dipendenti del quale ho già riferito.

Per i contenuti di questo incontro rimando alle note che sono a vostra disposizione.

Su alcune di esse voglio tuttavia soffermarmi per chiarire qual è l’obiettivo principale che il nostro ‘stile amministrativo’ intende perseguire e raggiungere:

a. la città sarà interessata da grandi cambiamenti indotti dalla presenza di grandi infrastrutture (dalla TAV all’interporto, alla Brebemi – se si farà – alla riqualificazione della Rivoltana, alla tangenziale est Treviglio, che indurranno un incremento abitativo e quindi la necessità di aumentare e adeguare i servizi; la città deve crescere rispetto alla qualità abitativa offerta (dalla pulizia alla sicurezza, dall’arredo urbano alla mobilità e alla riduzione dell’impatto del traffico, dalle attrezzature sportive all’inquinamento…) ma deve anche crescere sulle tematiche che riguardano la persona. I bisogni da soddisfare e le richieste di intervento loro connesse sono già oggi in aumento sia quantitativo che qualitativo Se questa è la situazione ne discende che i servizi devono aumentare ed essere qualificati e adatti a una città diversa che deve svilupparsi in modo equilibrato;

b. c’è molto da cambiare, quindi, ma ogni cambiamento deve marciare in stretta relazione con il bilancio e le leggi finanziarie, con i criteri di efficienza, efficacia ed economicità richieste agli enti locali e nella chiara consapevolezza che i dipendenti comunali sono la Risorsa umana dell’ente e sono la risorsa più importante per realizzare il nostro Programma di Mandato. Essi sono da valorizzare attraverso la crescita professionale, attraverso la formazione, attraverso una migliore organizzazione del lavoro (non si tratta di lavorare di più ma di lavorare meglio, liberando le energie oggi intercettate da mansioni velocizzabili attraverso nuove procedure, creando motivo di maggiore soddisfazione personale, progettando obiettivi qualificanti da raggiungere, valorizzando e premiando i risultati raggiunti), attraverso l’applicazione del metodo della condivisione nel rispetto dei reciproci ruoli;

c. al centro del comune interesse di Amministrazione e dipendenti stanno i bisogni dei cittadini: i dipendenti non lavorano per i politici ma per la città.

Provvederemo quindi entro breve – come già anticipato e una volta nominato anche il direttore generale – a una riorganizzazione della macchina comunale/amministrativa e a una riorganizzazione logistica con un uso più razionale degli spazi in modo che, per esempio, la dislocazione degli uffici risponda a criteri di sinergia e di facilità di accesso per il cittadino.

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2. la ordinaria amministrazione

L’inizio di questo mandato amministrativo è stata una full immersion nei problemi di molti concittadini: problemi di convivenza, di incertezza per il futuro, di povertà sommersa, di disagio sociale; problemi di casa, di affitto che non si riesce a pagare, di disoccupazione, di precariato, di assistenza; problemi di sicurezza per l’illuminazione che non c’è, di difficile accesso a fondi e altro ancora.

Problemi nuovi, recenti, ma anche problemi vecchi, che si sono accumulati nella vacatio indotta dal momento elettorale, a volte anche problemi incancreniti, forse affrontati ma spesso ‘rinviati’ o mai risolti.

Questa è stata una nostra costante area di intervento. Non sono cose che si vedono e fanno notizia – come sanno molti amministratori pubblici - ma sono interventi quotidiani, figli di una emergenza sociale che non accenna a diminuire. A questo proposito è ferma intenzione di questa Amministrazione creare un Fondo di Solidarietà Sociale, alla cui costituzione chiameremo le forze economiche e produttive più sensibili a questa problematica, ma anche gli uomini e le donne delle istituzioni e singoli cittadini, perché tutti insieme contribuiscano a dotare l’Assessorato ai Servizi Sociali della possibilità di far fronte all’emergenza. A volte, infatti, chi soffre una situazione di disagio economico vive come una lesione della propria dignità il dover chiedere, si rivolge all’Amministrazione quando non ce la fa più e quando non è nemmeno più in grado di attendere i necessari tempi burocratici per la soluzione del problema. Questo Fondo a cui chiederemo a molti – come ho detto – di partecipare, è un po’ quello a cui ci sollecita – mutatis mutandis e cambiando l’entità e l’impegno della proposta – un nostro concittadino, già amministratore pubblico, dalle colonne dell’ultimo numero de Il Popolo cattolico, a dimostrazione di un’etica della politica che va rilanciata anche con questa assunzione di responsabilità.

Abbiamo scritto, nel nostro Programma, che avremmo sensibilmente diminuito i costi della politica (spese di rappresentanza, ma anche emolumenti degli amministratori): ci ha preceduto la legge che ha stabilito una diminuzione del 10%; chiederemo che un ulteriore 10%, su base volontaria, venga devoluto a questo Fondo di Solidarietà.

3. il varo dell’iter di alcuni progetti previsti dal nostro programma

Siamo nella fase dell’istruzione delle azioni da compiere, e se si scorre il programma ci si avvede che sono tante le problematiche che stiamo affrontando nonostante i vincoli di funzionalità sopra dichiarati (pausa feriale e uffici ‘scoperti’ delle funzioni dirigenziali). Due mesi di effettiva e completa operatività ci hanno tuttavia già consentito:

a. di far fronte ad alcuni impegni dichiarati:

- l’adesione di Treviglio al PLIS, il Parco Locale di Interesse Sovracomunale detto della Geradadda, come da delibera di questo Consiglio;

- lo stop all’ utilizzo della cava ex Vailata come discarica di rifiuti speciali - la riconsiderazione del Contratto di Quartiere del Cerreto

- la presenza in servizio degli assistenti educatori – per la prima volta dopo anni – alla data di apertura delle scuole

- il potenziamento del trasporto scolastico

b. di aprire l’iter per altri impegni e progetti. Tra questi, per citarne alcuni:

- la riqualificazione di via Cavallotti e di via Pontirolo - il progetto ‘bicistazione’

- il sistema delle piste ciclabilili - il trasporto urbano

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- il project financing per la piscina scopribile e la palestra accanto al Palazzetto dello Sport - l’Upim

- il Piano d’area, il Plis, Siscotel e Difensore civico insieme con i sindaci del circondario - il contributo al coordinamento delle forze dell’ordine per la sicurezza della città

- la programmazione di un Piano d’azione ai fini del controllo del PM10 nell’aria

Non scendo in ulteriori dettagli, ma sono disponibile a relazionare in merito se richiesta.

Conclusione

Per finire: stiamo lavorando in squadra, con le risorse che oggi abbiamo a disposizione, avendo chiaro dove vogliamo arrivare e come, applicando il metodo della ricerca della condivisione e della partecipazione. Stiamo, a mio avviso, lavorando bene: lo dico senza trionfalismi - che non sono né nel mio DNA né in quello dei miei colleghi di Giunta né in quello dei collaboratori, a partire dai Consiglieri delegati -, ma con la serietà, il realismo, il senso della misura che appartengono alla nostra cultura.

Il Sindaco

Ariella Borghi

Treviglio, 11 settembre 2006

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