• Non ci sono risultati.

TREND Le tendenze dell economia artigiana in Toscana

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "TREND Le tendenze dell economia artigiana in Toscana"

Copied!
25
0
0

Testo completo

(1)

Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa CNA Toscana

RAPPORTO CONGIUNTURALE 2010

TREND

Le tendenze dell’economia artigiana in Toscana

RAPPORTO REGIONALE

Dicembre 2010

(2)

La presente ricerca, coordinata da CNATOSCANA, è svolta con il contributo dell’Istat e di Local Global Sas.

Supervisione scientifica Andrea Manuelli (Local Global sas) Raccolta e pre-elaborazione dati CNA Toscana e CNA Infoservice Ancona Elaborazione dati, tabelle e grafici Marco Scarselli (Local Global sas)

Redazione Rapporto Alessio Monticelli (consulente economico Local Global sas)

Si ringrazia il personale di CNA per la collaborazione nella raccolta e pre-elaborazione dei dati. In particolare il gruppo di lavoro di CNA Infoservice di Ancona.

(3)

Indice

Sintesi... 5

1. Introduzione... 7

2. Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend... 9

3. Analisi congiunturale: la crisi e la ricerca di un punto di svolta ... 17

(4)
(5)

Sintesi

Il progetto Trend è arrivato a piena maturazione: la sua analisi è arrivata alla completa co- pertura del territorio regionale, consentendo di monitorare i sistemi artigiani di tutte e 10 le province toscane; grazie al progetto Trend che si basa sui dati di contabilità di migliaia di imprese artigiane della nostra regione sarà non solo possibile quantificare con esattezza i cicli economici e le tendenze settoriali, ma anche svolgere analisi sui comportamenti, sulle pratiche, sulle criticità delle imprese artigiane, con la prospettiva futura di estendere il progetto a previsioni settoriali e territoriali.

Anche se i dati qui presentati non si riferiscono ovviamente tutto l’anno 2010 ed hanno quindi una natura provvisoria, l’analisi che ne discende consente di tracciare il profilo del- la crisi sul sistema artigiano toscano nella sua recente evoluzione, oltre che evidenziare al- cuni aspetti strutturali che, nelle proprie differenze territoriali e settoriali, riguardano costi, ricavi, investimenti e reddività.

Pur al netto delle pesanti flessioni negative dovute tanto alla crisi congiunturale quanto al declino strutturale dell’ultimo decennio il sistema artigiano toscano archivia un semestre, il I° del 2010, con oltre 3 miliardi di fatturato, investimenti in netta ripresa e quasi mezzo miliardo di monte salari; le costruzioni ed il manifatturiero si equivalgono come peso eco- nomico in termini di fatturato (oltre 1,3 miliardi ciascun macro-comparto), mentre l’artigianato di servizi copre ancora un ruolo minore (poco più di 700 milioni).

La ovvia conferma della significatività economica dell’artigianato toscano non deve na- scondere i numeri della crisi che attanaglia le imprese artigiane anche per il 2010; a due cifre e negative sono infatti le variazioni del 2010, sia del fatturato sia anche dei costi d’esercizio, quali consumi e retribuzioni che sono proxy dell’andamento della produzione;

qualunque sia la base di paragone, tasso tendenziale (I semestre 2010 su I semestre 2009) o confronto più ravvicinato (I semestre 2010 su II semestre 2009) si evidenzia, a livello ag- gregato per l’artigianato toscano, sempre una diminuzione di quasi il 20% di fatturato sul 2009, anno a sua volta già molto ridimensionato dalla crisi; non si può che prendere atto che la crisi, quella valutata con conti economici alla mano, abbia raggiunto la sua maggio- re intensità proprio nel 2010, o almeno nella prima parte di questo anno; questo, purtrop- po, è il punto centrale che emerge dai dati di contabilità delle imprese artigiane toscane.

Questa ulteriore flessione del 2010 sul 2009 che si è manifestata a livello complessivo dell’artigianato regionale non è-né avrebbe potuto essere- omogenea e costante tra settori e territori.

In grave difficoltà emergono le costruzioni (-34,3% sul II semestre 2009 e -30,5% la varia- zione annua tendenziale calcolata sul I semestre 2009), un settore che inaspettatamente e -a dispetto di un mercato immobiliare depresso ed asfittico- nel 2009 era apparentemente ri- uscito a contenere le perdite meglio del manifatturiero, probabilmente anche per le caratte- ristiche intrinseche dell’artigianato delle costruzioni i cui meccanismi di trasmissione della crisi sono meno immediati che nel manifatturiero, ma non per questo meno profondi, come purtroppo è stato dimostrato con quanto avvenuto nel 2010.

(6)

La miglior tenuta dell’artigianato manifatturiero (-2,4% sul II semestre 2009 e -7,7% il

‘tendenziale’ sul I semestre 2009) deve tener conto che proprio queste attività hanno già e pesantemente ‘pagato pegno’ alla crisi nel 2009, ciononostante non si può celare la speran- za riposte nella ripartenza associata alle attività manifatturiere artigiane che tornano an- che a reinvestire (con oltre 1 miliardo di euro per il I semestre 2010), questo in quadro di aspettative in miglioramento e di ripresa delle esportazioni

Entrando nello specifico dei settori manifatturieri è proprio l’artigianato della moda, pelle e tessile-abbigliamento (rispettivamente, +17,8% e +8,4% sul II semestre 2009), a segnare un importante punto di inversione di tendenza ed a registrare le prime variazioni positive su un 2009 –ricordiamolo- basso nei volumi produttivi e nei fatturati; in tal senso dobbiamo tenere conto anche dell’effetto ‘rimbalzo’ su un 2009 molto depresso ma vogliamo anche credere che questo sia anche un segnale di svolta e di inizio di una ripresa che parte pro- prio dall’artigianato tipico e dal cuore manifatturiero toscano.

Più in generale, la ripresa generalizzata degli investimenti trainata dal manifatturiero (che rappresenta circa 2/3 dell’investimento artigiano per la parte di 2010 qui esaminata) e proprio alcune tendenze del fatturato nello stesso manifatturiero sono gli unici barlumi di luce in un quadro pesante del nostro artigianato caratterizzato da diminuzioni a due cifre, ben peggiori quindi della congiuntura economica del suo complesso e che vedono l’economia artigiana assorbire in modo più intenso la crisi rispetto ad altre componenti del sistema produttivo ed economico.

Lo stesso artigianato dei servizi (-8,2% sul II semestre 2009 e -8,8% il ‘tendenziale’ sul I semestre 2009), pur reggendo meglio delle costruzioni, non ha mostrato la tenuta sperata con importanti contrazioni in settori ‘emergenti’ (servizi alla imprese, -27,7% il tendenzia- le)..

Le differenze nei trend settoriali si riflettono, anche se solo parzialmente, sulle traiettorie economiche locali e dei fatturati: ad es. una provincia di artigianato manifatturiero quale Prato riesce a metabolizzare meglio la parte finale della crisi (-13,4% sul II semestre 2009) rispetto a province specializzate sulle costruzioni quali Pisa e Grosseto, rispettivamente, - 24,2% e -26,7% sul II semestre 2009. D’altra parte, la miglior tenuta del manifatturiero ed il buon andamento della pelle non sembra in grado di limitare i danni su Firenze (-21,3%

sul 2009); preoccupanti sono anche le dinamiche di due province di artigianato manifattu- riero quali Arezzo e Pistoia, entrambi -17,4% sul 2009, ed ancor più critica è la tendenza di Siena (-21,7%). Infine, grazie ad un miglior andamento complessivo dei fatturati e non per una specializzazione produttiva che li avvantaggia, Livorno (-7.3%) e Lucca (-8.5%) argi- nano meglio la crisi.

(7)

1. Introduzione

Il presente rapporto coincide con la piena maturazione del progetto Trend che nella nostra regione è partito nel 2007. Allora il progetto ebbe inizio con le 3 province della To- scana (Arezzo, Grosseto e Siena) per estendersi poi nel corso degli anni a Prato e Pisa, fino a comprendere nell’ultimo anno le rimanenti 5 province toscane. Il progetto Trend, oltre ad essere a regime nelle Marche e nell’Emilia Romagna, si sta sempre più diffondendo a livello nazionale ed imponendo come rigorosa metodologia di monitoraggio dell’economia artigia- na, questo grazie all’impegno congiunto profuso da Istat e da CNA. In Toscana oltre alla centralità di CNA, il progetto beneficia dell’attivo coinvolgimento dell’Ufficio Regionale dell’Istat (che ha in carico tutta la delicata fase di campionamento ed estrazione del panel di imprese artigiane) e di un Comitato Tecnico Scientifico ad hoc che vede la participazione, oltre che di Istat e CNA, anche di Irpet.

Ricordiamo che il progetto Trend misura la consistenza e soprattutto le tendenze dell’economia artigiana attraverso stime ottenute dalla contabilità delle stesse imprese che in forma anonima è resa disponibile da CNA. L’ottenimento delle stime relative a compo- nenti chiave del conto economico delle imprese artigiane (fatturato, investimenti, retribu- zioni e consumi) si basa su un processo di campionamento che rappresenta il ‘cuore meto- dologico’ del progetto. Tali stime sono derivate in Toscana da un panel di oltre 5000 impre- se artigiane (unità campionarie) e consentono analisi per territori e settori, grazie al loro buon livello di disaggregazione.

Un ulteriore aspetto tecnico del progetto Trend è quello informatico. Il progetto bene- ficia anche di applicativi informatici sviluppati da CNA Marche (Infoservice) che, oltre a curare la parte di calcolo ‘materiale’ delle stime, Toscana compresa, ha come importante obiettivo quello di ingegnerizzare ed automatizzare il più possibile le stesse fasi di produ- zione, elaborazione e diffusione dei dati, questo non solo in un’ottica di ottimizzazione di tempi e costi per la stima a consuntivo, ma anche in prospettiva di uno sviluppo di modelli econometrici previsivi in grado di guidare, con previsioni settoriali specifiche e disponibili in tempo reale, imprese, associazionismo ed istituzioni verso decisioni ‘tempestive e lungi- miranti’, ovvero che tengano conto il più possibile delle tendenze economiche e produttive in atto ed in imminente evoluzione.

Nelle pagine che seguono l’analisi si sviluppa su due filoni: quella strutturale (capito- lo 2) che, per le 10 province toscane, analizza ‘longitudinalmente’ aggregati e componenti del conto economico delle imprese artigiane relativamente al I semestre 2010 e quella con- giunturale (capitolo 3) che si concentra sempre sull’analisi dei dati provvisori del 2010 nel loro confronto rispetto al I semestre ed al II semestre 2009. Nella lettura di queste pagine raccomandiamo una nota di cautela nell’interpretazione relativa ai dati sugli investimenti, componente economica per sua natura la più irregolare e erratica nel tempo e che proprio nella fase terminale della crisi può essere soggetta a sbalzi anomali a causa di un ritorno del- le imprese all’investimento, dopo un periodo di investimenti netti nulli o addirittura negativi (quando i disinvestimenti e gli ammortamenti prevalgono sugli investimenti effettuati).

(8)
(9)

2. Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend

Il rapporto in esame descrive l’economia artigiana toscana secondo i dati di contabili- tà relativi al progetto TREND. Tale fonte, vista la sua corrispondenza ai consuntivi azienda- li, è in grado di rappresentare in modo originale e affidabile l’andamento dell’economia del- la Toscana attraverso l’analisi della tendenza delle variabili più significative riscontrabili nei libri contabili delle PMI artigiane.

Tabella 1 - Principali indicatori del comparto artigiano per province. Valori assoluti. I semestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA.

.

L’economia artigiana regionale, nel primo semestre 2010 -periodo che ha visto l’ampliamento della ‘copertura’ dei dati TREND alla totalità della Toscana1- ha registrato un fatturato aggregato pari a circa 3,3miliardi di euro (tabella 1). A livello di composizione provinciale del fatturato aggregato TREND è da segnalare il prevalere dell’area fiorentina che, con circa 1,1miliardi di euro, rappresenta il 35,1% del fatturato artigiano regionale. Se- guono poi le province di Pisa e Prato rispettivamente con 331,9milioni di euro (9,9% del to- tale) e 330,7milioni di euro (9,8%). Sul versante dei costi i dati contabili dell’artigianato to- scano fanno registrare circa 412milioni di euro per quanto riguarda le retribuzioni e 150,5milioni di euro per i consumi. A livello di singole province Firenze registra un am- montare di spesa per il fattore lavoro pari a 176,7milioni di euro (42,9% del totale) cui se- gue, su valori ben più contenuti, il dato della provincia di Prato che si attesta su valori pari a 40,9milioni di euro (9,9%). Per il dettaglio riguardante i consumi aziendali spiccano ancora i dati relativi alla provincia di Firenze, che si attesta su valori pari a 46,2milioni di euro, se- guita dalle province di Pistoia e Prato, che registrano una spesa rispettivamente pari a 17,7milioni di euro e 17,3milioni di euro. La componente investimenti, un indicatore di per sé maggiormente erratico, è notevolmente influenzata dal ruolo delle aspettative, che si era-

1 I dati TREND relativi alla Toscana coprono adesso tutte le provincie vista l’inclusione, in quest’ultimo rapporto, di Massa-Carrara l’unica provincia che risultava assente.

Fatturato Investimenti Consumi Retribuzioni

Arezzo 267.172.656,5 10.322.623,0 16.775.276,7 29.712.440,0

Firenze 1.178.958.339,9 584.454.531,4 46.204.178,6 176.767.101,8

Grosseto 159.789.098,6 5.950.821,2 6.244.932,3 14.626.200,2

Livorno 222.250.500,6 210.372.019,5 6.715.550,4 34.356.004,6

Lucca 266.525.820,1 55.227.789,9 11.821.628,2 30.491.087,9

Pisa 331.915.973,5 199.300.822,5 14.565.214,4 28.191.919,4

Pistoia 265.363.941,7 370.466.104,4 17.731.505,4 22.240.177,9

Prato 330.721.204,0 427.521.634,0 17.374.501,5 40.913.739,6

Siena 161.504.592,9 4.753.789,2 7.318.014,8 22.075.475,3

Massa 175.460.658,1 50.459.841,8 5.805.997,8 12.629.216,3

Totale Trend 3.359.662.785,9 1.918.829.976,7 150.556.800,0 412.003.362,9

(10)

no bruscamente deteriorate durante la recessione del 2008-2009. Nel periodo che va tra gennaio e giugno 2010, a livello di congiuntura regionale, si evidenzia un’inversione ciclica, con recuperi di produzione e fatturato dell’industria manifatturiera e miglioramenti diffusi del ‘clima di fiducia’2. La positiva evoluzione delle aspettative ha presumibilmente spinto ad attivare la spesa per investimenti, che si attesta attorno a 1,9miliardi di euro a livello aggre- gato regionale secondo i dati contabili TREND (dati 2010, primo semestre). Ciò non deve distogliere l’attenzione dall’esame accurato dello scenario economico complessivo, dato che appare prematuro parlare di definitiva uscita dalla crisi, non fosse altro che per i numerosi problemi ancora sul tappeto: ripresa fragile e differenziata fra imprese e settori; debolezza dei consumi e gravi fragilità all’interno del mercato del lavoro.

Tabella 2 – Fatturato del comparto artigiano per province. Valori assoluti. I semestre 2010

Costruzioni Manifatturiero Servizi Totale complessivo

Arezzo 88.262.658,4 105.504.321,8 73.405.676,3 267.172.656,5

Firenze 424.980.552,5 483.090.943,7 270.886.843,7 1.178.958.339,9

Grosseto 78.467.042,4 45.519.947,6 35.802.108,6 159.789.098,6

Livorno 102.689.215,3 74.139.864,0 45.421.421,2 222.250.500,6

Lucca 124.211.972,4 77.439.914,0 64.873.933,8 266.525.820,1

Pisa 174.857.263,5 98.412.912,3 58.645.797,7 331.915.973,5

Pistoia 105.602.150,6 108.176.187,9 51.585.603,3 265.363.941,7

Prato 67.564.401,1 226.105.937,0 37.050.866,0 330.721.204,0

Siena 63.978.667,5 55.295.892,6 42.230.032,8 161.504.592,9

Massa 107.172.670,8 27.365.282,6 40.922.704,7 175.460.658,1

Totale Trend 1.337.786.594,4 1.301.051.203,4 720.824.988,1 3.359.662.785,9

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

La struttura dell’economia artigiana toscana, secondo l’analisi dei dati contabili TREND, evidenzia la leggera prevalenza del settore delle costruzioni, che realizza, nell’insieme di tutte le province, circa 1,33miliardi di euro nel primo semestre 2010 e rap- presenta il 39,8% dei ricavi dell’artigianato regionale (tabella 2). Rispetto al semestre pre- cedente le costruzioni hanno subito una notevole flessione (-34,3%) e, di fatto, si sono posi- zionate su livelli molto prossimi a quelli del manifatturiero (circa 1,30miliardi di euro). Il comparto dei servizi si attesta attorno ai 720,8milioni di euro e, pur arretrando in termini congiunturali dell’8,2%, accresce la sua incidenza sul totale (21,5%). Le difficoltà delle co- struzioni trovano conferma anche su fonti extra TREND3, in cui si segnalano in particolare la flessione dei ricavi anche nella prima parte dell’annoe la contrazione delle ore lavorate.

Per quanto riguarda il manifatturiero occorre sottolineare come questo sia il settore che –nel suo complesso- è arretrato di meno rispetto al semestre precedente (-2,4%), da un lato stabi-

2 Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana (2010), Indagine congiunturale trimestrale - Comunicato stampa, di- cembre.

3 Calamandrei D. (2010), Fatturato e produzione, in ORTA (Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato), La con- giuntura dell’Artigianato in Toscana (Rapporto sintetico) – Consuntivo 1° semestre 2010/Previsioni 2° semestre 2010, luglio, pp. 5-9; IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “NumeroToscana”, 30, luglio; IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “NumeroToscana”, 31, ottobre.

(11)

lizzando sostanzialmente i livelli di fatturato e dall’altro confermando i segnali d’inversione ciclica presenti in apertura d’anno a livello regionale4.

La composizione territoriale del fatturato per macrosettori evidenzia la netta preva- lenza dell’area fiorentina, che -nei diversi comparti economici (costruzioni, manifatturiero e servizi)- si attesta all’interno di una forbice compresa grossomodo tra il 32% e il 37% del totale. A seguire, per quanto riguarda il manifatturiero, c’è il dato relativo alla provincia di Prato, che si attesta al 17,4% del totale di comparto a livello regionale: 226,1milioni di euro, mentre Pisa conferma il proprio ruolo di riferimento sul versante delle costruzioni ‘artigia- ne’ toscane: 174,8milioni di euro, pari al 13,1% del fatturato totale di settore. Per i servizi, dopo Firenze, è da segnalare la provincia di Arezzo che in quanto a fatturato registra valori pari a 73,4milioni di euro (10,2% del totale di settore).

Tabella 3 – Investimenti del comparto artigiano per province. Valori assoluti. I semestre 2010

Costruzioni Manifatturiero Servizi Totale complessivo

Arezzo 7.247.077,7 1.619.096,5 1.456.448,8 10.322.623,0

Firenze 134.992.870,5 333.709.604,3 115.752.056,6 584.454.531,4

Grosseto 2.905.687,1 1.742.039,7 1.303.094,3 5.950.821,2

Livorno 95.231.590,2 72.460.624,2 42.679.805,1 210.372.019,5

Lucca 11.172.491,3 13.726.645,8 30.328.652,7 55.227.789,9

Pisa 76.809.001,5 105.865.418,2 16.626.402,8 199.300.822,5

Pistoia 89.304.113,6 234.834.024,5 46.327.966,3 370.466.104,4

Prato 155.812.614,9 257.491.396,8 14.217.622,2 427.521.634,0

Siena 1.030.469,1 3.734.969,3 -11.649,1 4.753.789,2

Massa 21.735.921,7 13.206.860,1 15.517.060,0 50.459.841,8

Totale Trend 596.241.837,6 1.038.390.679,4 284.197.459,7 1.918.829.976,7

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

L’esame dei dati relativi alla spesa per investimenti conferma il ruolo di leadership del sistema manifatturiero, che -a livello aggregato regionale- registra livelli di spesa pari a circa 1miliardo di euro (79,8% del totale) (tabella 3). Seguono poi i dati delle costruzioni, che registrano valori pari a 596,2milioni di euro, e quelli relativi al settore dei servizi (284,1milioni di euro).

All’interno dei differenti comparti è possibile evidenziare il peso di Prato sul versante degli investimenti del settore delle costruzioni, visto che, con i suoi 155,8milioni di euro (26,1%

del totale di comparto), supera anche Firenze, che invece spicca tanto nel manifatturiero (333,7milioni di euro: 32,1% del totale di comparto) quanto nei servizi (115,7milioni di eu- ro: 40,7%). Nel manifatturiero è da segnalare anche il dato relativo all’area pratese, che si attesta a 257,4milioni di euro (24,8% del totale di comparto), mentre sul fronte dei servizi spicca al secondo posto il dato di Pistoia (46,3milioni di euro).

4IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “NumeroToscana”, 30, luglio; IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “Nume- roToscana”, 31, ottobre; Banca d’Italia (2010), L’economia della Toscana. Aggiornamento congiunturale, “Economie Regionali”, n. 94, Firenze, novembre.

(12)

Tabella 4 – Indici di specializzazione per settori e per province calcolati sul Fatturato del comparto artigiano I semestre 2010 Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Pisa Pistoia Prato Siena Massa

Alimentari 1,2 0,9 1,8 2,2 1,0 0,9 0,9 0,1 1,7 0,4

Costruzioni 0,8 0,9 1,2 1,2 1,2 1,3 1,0 0,5 1,0 1,5

Legno 1,0 0,8 1,0 0,5 1,6 1,8 1,0 0,4 2,0 0,5

Metalmeccanica 1,2 1,2 1,1 1,6 0,7 0,8 0,4 0,9 0,8 0,9

Oreficeria 6,4 0,9 0,1 0,1 0,1 0,6 0,1 0,1 1,7 0,0

Pelle 0,5 1,9 0,0 0,0 1,0 0,8 1,2 0,2 0,5 0,0

Servizi alle famiglie 1,7 1,0 1,1 1,3 0,8 1,1 1,0 0,6 1,6 0,0

Servizi alle imprese 1,5 1,2 0,8 1,1 1,3 0,9 0,6 0,2 0,4 1,2

Tessile 0,6 0,4 0,2 0,1 0,1 0,2 2,0 5,9 0,3 0,0

Trasporti 1,3 0,8 1,1 0,9 1,2 0,8 1,2 0,6 0,9 2,3

Riparazioni 0,9 1,4 1,1 0,7 1,2 0,7 0,7 0,4 1,5 0,3

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

I dati TREND relativi alla contabilità delle imprese artigiane toscane consentono di evidenziare i differenti modelli di specializzazione economica che contraddistinguono le singole province della regione. L’indice di specializzazione, calcolato in termini relativi ri- spetto ai dati regionali, evidenzia -a livello di macrosettore- la qualificazione manifatturiera di Prato (indice di specializzazione – IS: 1,8), seguita a debita distanza dall’area fiorentina, che sempre nel comparto manifatturiero registra un IS pari a 1,1. Di contro, nei servizi ag- gregati spicca il dato di Arezzo (IS: 1,3), che fa registrare livelli relativamente più elevati con riferimento soprattutto ai settori dei servizi alle imprese (IS: 1,5) e dei servizi alle fami- glie (IS: 1,7), mentre per le riparazioni si segnalano i dati di Firenze (IS: 1,4) e Siena (IS:1,5) (tabella 4). Sul versante delle costruzioni sono da segnalare i livelli di specializza- zione dell’area pisana (IS: 1,3) e della provincia di Massa-Carrara (IS: 1,5), che mostra un livello elevato dell’indice anche con riferimento ai trasporti (IS: 2,3), probabilmente legati alla vocazione ‘industriale’ dell’area. A livello locale, com’era già emerso nel precedente rapporto regionale TREND (settembre 2010)5, i modelli di specializzazione settoriale più marcati sono riscontrabili a Prato per il tessile-abbigliamento (IS: 5,9) e Arezzo per l’oreficeria (IS: 6,4), che tuttavia fa registrare una netta flessione rispetto al semestre precedente6. Per quanto riguarda il settore dell’alimentare si confermano livelli di specializ- zazione relativamente più consistenti a Grosseto (1,8), Siena (1,7) e soprattutto Livorno (IS:

2,2), che registra valori elevati dell’indice anche sul versante della metalmeccanica (IS: 1,6).

Firenze, invece, mantiene un livello più alto di specializzazione sul settore della pelletteria- calzaturiero (IS: 1,9), mentre Pistoia riconferma il suo collegamento con il distretto tessile pratese registrando un alto livello dell’indice sul tessile-abbigliamento (IS: 2)7. Inoltre, nel pistoiese è da sottolineare il livello di specializzazione relativo al settore della pelletteria- calzaturiero (IS: 1,2). Con riferimento alla provincia di Lucca si registra un livello di specia- lizzazione più elevato per il settore del legno-mobilio (IS: 1,6), dove peraltro spiccano an-

5 Monticelli A. (2010), Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend, in TREND. Rapporto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, pp. 15-21.

6 Ibidem.

7 Cfr. Monticelli A. (2010), Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend, in TREND. Rapporto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, p. 18.

(13)

che i dati relativi alle province di Pisa (IS: 1,8) e soprattutto Siena (IS: 2), dov’è presente il distretto ‘legno-mobili’ di Poggibonsi-Sinalunga.

Grafico 1 - Retribuzioni, Consumi e Investimenti per province: incidenza sul fatturato. Valori percentuali. Primo semestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

L’esame dei singoli indicatori ‘contabili’ TREND, in termini d’incidenza sul fatturato, evidenzia le peculiarità delle diverse strutture produttive e di specializzazione presenti a li- vello locale. Prendendo in considerazione i fattori di costo a livello aggregato regionale (to- tale TREND-Toscana), è evidente una chiara prevalenza della spesa per retribuzioni che si attesta al 12,3% del fatturato (dati 2010, primo semestre). Il fattore lavoro, seppur rappre- senti un costo aziendale di tipo ‘fisso’ e relativamente oneroso, costituisce un elemento ca- ratterizzante del modello di business delle PMI artigiane, che hanno nel capitale umano - cioè nelle ‘competenze’ degli addetti- il fattore produttivo su cui si fonda l’efficienza stessa dell’impresa. I dati della prima parte dell’anno, inoltre, evidenziano una flessione dell’incidenza della spesa per retribuzioni che, nel secondo semestre del 2009, presentavano valori pari al 14%8. A questo riguardo è possibile azzardare l’ipotesi che su tale performance abbia inciso anche l’effetto degli ammortizzatori sociali (CIG in deroga9) in termini di con- tenimento del costo del fattore lavoro10. Spostando l’attenzione dalle retribuzioni ai consumi

8 Cfr. Monticelli A. (2010), Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend, in TREND. Rapporto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, p. 19.

9 In Toscana la CIG in deroga ha oltrepassato 10 milioni di ore autorizzate (dati 2010, primo semestre), di cui oltre il 50% sono relative al comparto artigiano. Cfr. Pacini S. (2010), Il ricorso alla cassa integrazione, in IRPET, Rapporto sul mercato del lavoro in Toscana – anno 2010, Firenze, dicembre, pp. 89-96.

10 Dainelli F., Perugi R. (2010), L’impatto della crisi sui conti delle società di capitale toscane: una simulazione per il 2009, in IRPET-Unioncamere Toscana, La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2009 – Previsioni 2010-2011, giugno, pp. 77-80.

(14)

–elemento di costo di tipo variabile- è da notare come tale fattore di spesa si attesti su valori molto più contenuti e pari al 4,5% a livello aggregato (dati 2010, primo semestre). Secondo i dati contabili TREND la bassa incidenza dei consumi potrebbe trovare una possibile spie- gazione -fatti salvi elementi di tipo strutturale legati alla tipologia delle imprese analizzate in questa sede- nel persistere di elementi transitori legati alla crisi, che ha determinato una tendenza a comprimere le componenti di costo più ‘manovrabili’ in ottica di breve termine.

Il grafico 1 evidenzia anche il netto recupero dell’incidenza della spesa per investimenti che beneficia sia dei recuperi di fiducia degli operatori che della flessione del fatturato (denomi- natore del rapporto investimenti su fatturato). Oltre all’intrinseca ciclicità di tale componen- te, il recupero realizzato nella prima parte dell’anno conferma i dati dell’Osservatorio Re- gionale dell’Artigianato, che già in luglio evidenziava una crescita marcata della quota d’imprenditori con ‘investimenti in corso’ durante il primo semestre 201011. Infatti, l’incidenza media-aggregata TREND –secondo i dati contabili relativi agli investimenti- se- gnala un dato pari a oltre il 50% dei ricavi.

Entrando nelle pieghe del dato aggregato regionale è possibile sottolineare come, a livel- lo di singola provincia, la differente incidenza delle retribuzioni sul fatturato tenda a eviden- ziare le specificità relative alle diverse economie locali. Infatti, le province in cui l’incidenza del costo del lavoro risulta relativamente più marcata sono: Livorno (15,5%), Firenze (15%) e Siena (13,7%) (grafico 1). Prato, dal canto suo, vede arretrare -rispetto al semestre prece- dente12- l’incidenza della spesa per retribuzioni (12,4%, dati primo semestre 2010), proba- bilmente in virtù di un insieme di concause che trovano una giustificazione nell’effetto dell’operatività della CIG in deroga13, del recupero del fatturato ‘manifatturiero’, della mino- re flessione dei ricavi aggregati in rapporto alla caduta più significativa delle retribuzioni e dalla contrazione del numero degli addetti14. In ogni caso in tutte queste province è presente un livello di specializzazione relativamente più accentuato in particolari settori del sistema manifatturiero: metalmeccanica e alimentare a Livorno; pelletteria-calzaturiero a Firenze;

legno-mobili e alimentare a Siena, mentre a Prato spiccano soprattutto il settore del tessile- abbigliamento seguito dalla metalmeccanica. Il dettaglio provinciale in merito alla spesa per consumi conferma le più marcate incidenze sul fatturato relativamente a Pistoia (6,7%), Arezzo (6,3%) e alla provincia di Prato (5,3%). Infine, l’incidenza degli investimenti sui ri- cavi registra valori ben oltre la media a Prato, Pistoia e a Livorno. Riguardo alla performan- ce degli investimenti, che -insieme alle scorte- sono la componente più volatile del ciclo, occorre fare alcune precisazioni che risultano necessarie al fine di valutare con cautela i dati del primo semestre 2010: i. la notevole flessione (degli investimenti) riscontrabile in Tosca- na (in linea con i dati nazionali) nel corso del 200915, con contorni assai preoccupanti per il

11 Calamandrei D. (2010), Investimenti, in ORTA (Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato), La congiuntura dell’Artigianato in Toscana (Rapporto sintetico) – Consuntivo 1° semestre 2010/Previsioni 2° semestre 2010, luglio, pp. 14-15.

12 Cfr. Monticelli A. (2010), Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend, in TREND. Rapporto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, p. 19.

13 Pacini S. (2010), Gli ammortizzatori sociali, in Regione Toscana-IRPET (2010), “Flash Lavoro”, a. XV, n. 6, settem- bre, pp. 16-19.

14 Calamandrei D. (2010), Occupazione, in ORTA (Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato), La congiuntura dell’Artigianato in Toscana (Rapporto sintetico) – Consuntivo 1° semestre 2010/Previsioni 2° semestre 2010, luglio, pp. 10-12.

15 La caduta degli investimenti in Toscana è stata pari al 13,6%: cfr. Ghezzi L., Paniccià R. (2010), Il quadro macro- economico regionale, in IRPET-Unioncamere Toscana, La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2009-Previsioni 2010-2011, giugno, pp. 19-25.

(15)

sistema manifatturiero16; ii. nel caso di Prato i valori assoluti del periodo gennaio-giugno 2010 sono maggiormente proporzionati se letti in ottica tendenziale (rispetto al primo se- mestre 2009); iii. trattandosi di un indice, il rapporto ‘investimenti-fatturato’ riflette la di- namica delle due variabili, scontando, quindi, anche la flessione dei ricavi aggregati co- munque presente –in ottica congiunturale- in tutte le province toscane; iv. recuperi con- giunturali degli investimenti nel manifatturiero, dove del resto il sentiment degli operatori è tornato positivo grazie all’inversione ciclica dei primi mesi dell’anno.

Grafico 2 - MOL – Margine Operativo Lordo “TREND” (CNA)* per province: incidenza % sul fatturato. Primo semestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

* MOL calcolato come differenziale tra fatturato, consumi e retribuzioni.

Spostando l’attenzione sui margini operativi lordi “TREND” (ricavi al netto dei fattori di costo operativo aziendale: retribuzioni e consumi)17, anche su questo fronte è possibile ri- marcare le differenti specializzazioni economico-produttive presenti a livello locale, che de- terminano così livelli di marginalità lorda relativamente più contenuti in quelle province in cui i fattori di costo ‘pesano’ maggiormente: Firenze (81,1%); Livorno (81,5%); Siena (81,8%) e Prato (82,4%) (grafico 2). Discorso diverso per le aree di Massa, Pisa e Grosseto, i cui livelli di marginalità lorda aggregati (oltre l’85%) appaiono relativamente più robusti, vista anche l’incidenza più marcata (almeno nella prima parte dell’anno) del fatturato realiz- zato dal comparto delle costruzioni.

Grafico 3 - Retribuzioni, Consumi, MOL “TREND” e Investimenti in Toscana per macro-settori: incidenza % sul fatturato. Primo se- mestre 2010

16 Susini A. (2010), Gli investimenti delle aziende manifatturiere toscane secondo il contenuto tecnologico dei settori, in IRPET-Unioncamere Toscana, La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2009-Previsioni 2010- 2011, giugno, pp. 37-41.

17 Il calcolo del MOL “TREND” è da ritenersi un’approssimazione (per eccesso) del reale livello di margine operativo dato che non si prendono in considerazione tutti i fattori di costo che contribuiscono alla determinazione del ‘valore ag- giunto operativo’ e del ‘margine operativo lordo’ (MOL): cfr. Monticelli A. (2009), TREND. Rapporto congiunturale 1° semestre 2009 – Provincia di Prato, Istat, IRPET e Local Global sas, dicembre.

(16)

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

In generale, occorre mettere in evidenza come, in termini d’incidenza sui ricavi, i li- velli di marginalità operativa lorda presentino valori diversi ma più equilibrati tra loro ri- spetto ai consuntivi del secondo semestre 2009 (grafico 3). In ogni caso, mentre per il mani- fatturiero si registra un’incidenza del MOL sui ricavi pari all’83,5% superiore a quanto ri- scontrato per i servizi (81,4%), le costruzioni continuano a mostrare livelli medi di margina- lità superiori agli altri comparti (84%). In generale, quindi, il MOL “TREND” -che si attesta all’83,3% a livello medio regionale- beneficia dei recuperi di marginalità imputabili soprat- tutto al manifatturiero, mentre arretrano i margini dei servizi e in particolare quelli delle co- struzioni. Sul recupero di marginalità operativa delle imprese manifatturiere hanno giocato soprattutto due ordini di fattori: da un lato, il miglioramento congiunturale del fatturato rea- lizzato nella prima parte dell’anno e, dall’altro, la flessione dell’incidenza dei fattori di costo con particolare riferimento al costo del lavoro.

(17)

3. Analisi congiunturale: la crisi e la ricerca di un punto di svolta

Tabella 5 – Principali indicatori del comparto artigiano (9 province) Analisi tendenziale. Tasso di variazione semestrale. Valori per- centuali, I semestre 2010/II semestre 2009

Fatturato Consumi Investimenti Retribuzioni

Arezzo -17,4 -7,5 4,9 -22,9

Firenze -21,3 -4,5 1085,4 -23,0

Grosseto -26,7 -18,4 12,1 -40,7

Livorno -7,3 -16,5 1649,1 -17,8

Lucca -8,5 -6,3 286,3 -4,9

Pisa -24,2 -22,0 111,3 -45,0

Pistoia -17,4 -7,2 2888,0 -30,6

Prato -13,4 -16,9 3848,1 -37,2

Siena -21,7 -11,6 -59,8 -34,7

Totale 9 provincie -18,7 -10,5 748,8 -27,2

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

Tabella 6 – Principali indicatori del comparto artigiano per province. Analisi tendenziale. Tasso di variazione % semestrale. I seme- stre 2010/I semestre 2009

Arezzo Grosseto Pisa Prato Siena Totale 5 province

"Trend"

Fatturato -35,6 -11,1 -17,4 -9,4 -1,0 -17,9

consumi -26,5 0,3 0,8 -3,8 4,1 -9,2

Investimenti -60,0 -30,5 263,9 24,1 -48,1 46,3

retribuzioni -40,6 -13,4 -14,8 -17,8 18,7 -19,5

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

L’analisi dei dati a livello congiunturale evidenzia la situazione di estrema fragilità del fatturato artigiano regionale: a livello aggregato (dato complessivo al netto di Massa- Carrara) si è registrata una flessione del 18,7% (variazione primo semestre 2010-secondo semestre 2009), pari a una cifra di 734,2milioni di euro (tabella 5). A livello provinciale si registrano cadute particolarmente pesanti nelle province di Grosseto (-26,7%) e Pisa (- 24,2%), aree dov’è particolarmente forte il settore delle costruzioni che in questa prima par- te del 2010 ha notevolmente sofferto, lasciando sul terreno oltre 1/3 del fatturato di compar- to registrato nel secondo semestre 2009. Da notare come tutte le province arretrino in termi- ni congiunturali, ma la complessiva contrazione anche dei fattori di costo tende sia a segna- lare cali di potenziale produttivo sia a evidenziare lo sforzo delle microimprese artigiane per salvaguardare i margini aziendali. I dati sugli investimenti, eccetto Siena, mostrano recuperi anche molto consistenti (Area Metropolitana e Livorno), che determinano una crescita dei valori assoluti di oltre 8 volte nel giro di sei mesi. L’analisi tendenziale dei dati relativi alle cinque province TREND (Arezzo, Grosseto, Pisa, Prato e Siena) conferma l’estrema diffi- coltà dell’artigianato toscano che rispetto al primo semestre 2009 (nel pieno della crisi) re-

(18)

gistra una flessione del 17,9% (tabella 6), amplificando in negativo le risultanze delle in- formazioni dell’osservatorio sull’artigianato (ORTA), che nello stesso periodo fa rilevare una caduta aggregata dei ricavi del 9,8%18. A livello di nudi dati contabili la flessione ten- denziale delle 5 province-TREND è pari a oltre 273milioni di euro. Inoltre, sempre conside- rando le cinque province, si registrano flessioni tendenziali sia dei consumi (-9,2%) che del- le retribuzioni (-19,5%). La contrazione del fatturato più consistente è quella relativa ad Arezzo, che lascia sul terreno oltre 147milioni di euro (-35,6%), mentre la provincia che in qualche maniera sembra cadere di meno -probabilmente per un effetto di stabilizzazione al ribasso- è quella di Siena che vede contrarre il proprio fatturato ‘soltanto’ dell’1%: pari a 1,7milioni di euro. Prato, invece, registra una flessione dei ricavi del 9,4%, che in cifre si traduce in una caduta del fatturato pari a 34,3milioni di euro. La componente degli investi- menti, a differenza della variazione congiunturale, fa registrare un recupero più contenuto in ottica tendenziale (+46,3%: variazione rispetto al primo semestre 2009), con dati in diminu- zione ad Arezzo, Grosseto e Siena.

Grafico 4 - Andamento trimestrale Fatturato. Area Metropolitana (Firenze, Prato, Pistoia), Area Toscana Meridionale (Arezzo, Gros- seto, Siena) e Area Toscana Nord-Ovest (Pisa, Livorno, Lucca) Numeri indici a base fissa (III trimestre 2009=100). Periodo III trimestre 2008/II trimestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

Considerando l’andamento trimestrale del fatturato TREND-Toscana si rileva come il punto di minimo durante la recessione sia stato toccato nel primo trimestre 2010 e, vista l’ampiezza della caduta, il recupero congiunturale del periodo aprile-giugno non sembra sufficiente a far uscire l’economia artigiana dal ‘labirinto della crisi’. In generale, a fronte di

18 Calamandrei D. (2010), Fatturato e produzione, in ORTA (Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato), La congiuntura dell’Artigianato in Toscana (Rapporto sintetico) – Consuntivo 1° semestre 2010/Previsioni 2° semestre 2010, luglio, p. 5.

(19)

una caduta del 16% rispetto al terzo trimestre 2009 (pari a una flessione di 36,4 punti rispet- to ai livelli pre-crisi: terzo trimestre 2008) l’economia artigiana recupera solo parzialmente nel secondo trimestre 2010 registrando comunque una flessione del 7,8% (numero indice III-trimestre 2009=100) (grafico 4). A tale ‘miglioramento’ contribuiscono le performance dell’area Nord-Ovest (Pisa, Livorno e Lucca) (+3,8%, rispetto al terzo trimestre 2009) e so- prattutto quella della Toscana Meridionale (Arezzo, Siena e Grosseto) (+3,2%), che in un trimestre recupera ben 21,4 punti in termini di numero indice. Inoltre, con riferimento all’Area Metropolitana, occorre considerare il fatto che Prato -considerata come proxy- ave- va in qualche modo anticipato la crisi toccando il minimo durante il primo trimestre 2009, mentre altre province (Arezzo, Siena e Pisa) toccano i minimi recessivi a cavallo tra il se- condo e terzo trimestre 2009, amplificando così l’effetto-rimbalzo successivo19.

Grafico 5 - Andamento trimestrale Fatturato nel Manifatturiero. Province TREND (Arezzo, Grosseto, Siena, Pisa e Prato fino al III trimestre 2009, tutte tranne Massa Fino a II Trim 2010). Numeri indici a base fissa (III trimestre 2009=100). Periodo III tri- mestre 2008/II trimestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

L’analisi per comparto evidenzia un andamento migliore del manifatturiero artigiano rispetto al totale-TREND dato che per il sistema manifatturiero è possibile posizionare il punto di minimo nel trimestre che va da luglio a settembre 2009. Da quel momento il mani- fatturiero, al netto della stagionalità, assesta un recupero ciclico che lo colloca ben al di so- pra dell’andamento generale, registrando una crescita tanto sul primo trimestre 2010 (+2,7%) quanto, soprattutto, sul secondo trimestre (+21,7%) (dati 2009-III trimestre=100) (grafico 5). Ciò pare in linea con i segnali di ripresa del sistema manifatturiero regionale

19 Cfr. Monticelli A. (2010), La crisi letta dalla congiuntura: bilanci, prospettive e percorsi di uscita, in TREND. Rap- porto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, pp. 31-32.

(20)

come testimoniano le fonti extra-TREND20, che –a cavallo tra fine 2009 e inizio 2010- evi- denziano recuperi di fiducia degli operatori e crescita di ordinativi, fatturato e produzione, grazie in particolare all’ ‘effetto-traino’ della crescita del commercio internazionale e del contemporaneo deprezzamento dell’euro: tasso di cambio nominale €/$ pari circa 1,50 a di- cembre 2009 contro 1,20 a giugno 2010. Non è un caso a tal proposito che le province di Prato e di Firenze, dove -secondo i dati TREND- si concentra gran parte del fatturato mani- fatturiero toscano (54,5% del totale di comparto; dati 2010, primo semestre), registrino re- cuperi importanti nella prima parte dell’anno. I dati congiunturali tornano positivi special- mente nel corso del secondo trimestre 2010, quando i livelli di fatturato e produzione del si- stema industriale manifatturiero mostrano recuperi ciclici, a Prato, rispettivamente del 4,9%

e del 4,2%, mentre a Firenze del 2,2% e del 9,5%21.

Tabella 7 –Fatturato nei settori manifatturieri, variazione percentuale , I semestre 2010/II semestre 2009 (9 province), I-semestre 2010 / I semestre 2009 (5 province)

Var % I - 2010/ II 2009 - 9 Province Var % I - 2010/ I 2009 - 5 Province

Alimentari -3,1 -3,9

Legno -20,7 -16,5

Metalmeccanica -8,1 -5,3

Oreficeria -32,1 -52,5

Pelle 17,8 -6,0

Tessile 8,4 1,4

Totale Manifatturiero -2,4 -7,7

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

Il dettaglio settoriale del sistema manifatturiero evidenzia performance più brillanti in ottica congiunturale rispetto alla seconda parte del 2009, con una flessione contenuta del fat- turato quantificabile in 31,6milioni di euro (-2,4%), cui si contrappone, invece, una caduta più ampia se si considerano i dati tendenziali (-7,7%) (tabella 7). Nelle pieghe del dato ag- gregato è possibile evidenziare le migliori performance realizzate dai settori pelletteria- calzaturiero e in particolare dal tessile-abbigliamento, che pur avendo subito cadute molto ampie dei livelli produttivi e del fatturato sembra aver in qualche modo beneficiato di un’inversione del ciclo portando il dato di settore in territorio positivo tanto in ottica ten- denziale (rispetto al primo semestre 2009) (+1,4%) quanto in termini congiunturali (+8,4%).

Ciò, tradotto in cifre, significa recuperi pari a 2,8milioni di euro rispetto al primo semestre 2009 e 23,4milioni di euro rispetto al semestre precedente, di cui ben 13,6milioni di euro sono appannaggio di Prato. Non è il caso di sottolineare ulteriormente come inversioni cicli- che di tale portata siano -per il momento- insufficienti a garantire un recupero dei livelli pre- crisi. A seguire c’è da considerare il dato della pelletteria-calzaturiero che registra il valore più elevato in termini congiunturali (+17,8%), infatti rispetto al secondo semestre 2009 si registra un recupero pari a 37,2milioni di euro, trainato dalla performance di Firenze che cresce di 18,5milioni di euro. Andamenti molto negativi rispetto al 2009 si registrano per il legno-mobilio ma soprattutto per l’oreficeria, che in termini aggregati si contrae di quasi

20 IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “NumeroToscana”, 30, luglio; IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “Nume- roToscana”, 31, ottobre; Banca d’Italia (2010), L’economia della Toscana. Aggiornamento congiunturale, “Economie Regionali”, n. 94, Firenze, novembre.

21IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “NumeroToscana”, 31, ottobre.

(21)

14milioni di euro, con il distretto aretino che vede dimezzare il proprio fatturato rispetto al semestre precedente.

Grafico 6 - Andamento trimestrale Fatturato nelle costruzioni Province TREND (Arezzo, Grosseto, Siena, Pisa e Prato fino al III tri- mestre 2009, tutte tranne Massa Fino a II Trim 2010). Numeri indici a base fissa (III trimestre 2009=100). Periodo III trime- stre 2008/II trimestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

Le costruzioni, al netto dell’effetto-stagionalità- delineano un trend decisamente de- clinante, in cui i precedenti ‘minimi’ del terzo trimestre 2009 sono stati in qualche modo ul- teriormente ‘superati’ e nei due trimestri iniziali del 2010 le costruzioni artigiane toscane si collocano ben oltre 30 punti sotto i già contenuti livelli del 2009-III trimestre (base 100) (grafico 6). Rispetto al semestre precedente le costruzioni hanno subito una notevole fles- sione (-34,3%), che corrisponde a una contrazione di oltre 640milioni di euro collocabili per circa la metà nella provincia di Firenze. Anche le province dov’è relativamente più alta l’incidenza delle costruzioni -Grosseto e Pisa- arretrano in modo consistente in termini con- giunturali: Pisa lascia sul terreno 77,1milioni di euro contro una flessione di Grosseto di 39,1milioni di euro. E’ vero che il 2009 era stato archiviato con dei recuperi in chiusura d’anno, ma la performance dei primi sei mesi del 2010 si è mostrata nettamente sfavorevole, evidenziando una forbice molto ampia (oltre 57 punti) tra i livelli pre-crisi (126,4 nel terzo trimestre 2008: n.indice 2009-III trimestre =100) e quelli del primo e secondo trimestre (n.indice rispettivamente pari a 68,8 e 69,1). Si confermano quindi tutte le difficoltà riscon- trabili anche a livello nazionale, dove -come sottolinea Bankitalia- “la tendenza calante dell’attività, in atto da oltre due anni, non mostra ancora chiari segnali di inversione”22. Secondo l’analisi congiunturale dell’ANCE è possibile sottolineare la crisi considerando che

22 Banca d’Italia, Bollettino Economico, n. 62, ottobre 2010, p. 24.

(22)

-a livello nazionale- il dato degli investimenti in costruzioni è previsto in calo di un ulteriore 6,4% nel 2010, dopo le flessioni del biennio 2008-2009, cui si aggiunge che il 54,7% delle imprese ritiene sottodimensionato il proprio portafoglio ordini23.

Grafico 7 - Andamento trimestrale Fatturato nei servizi Province TREND (Arezzo, Grosseto, Siena, Pisa e Prato fino al III trimestre 2009, tutte tranne Massa Fino a II Trim 2010). Numeri indici a base fissa (III trimestre 2009=100). Periodo III trimestre 2008/II trimestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

I servizi, nonostante la flessione collocabile nel primo trimestre dell’anno, tutto sommato difendono le loro posizioni e registrano un +3,2% nel secondo trimestre 2010 (n.indice 2009-III trimestre=100) (grafico 7). La distanza rispetto al terzo trimestre 2008 non appare particolarmente rilevante (n. indice pari a 113,4: 2009-III trimestre=100), ma permangono difficoltà diffuse in un comparto che soffre della fragilità del quadro economi- co complessivo, in cui ai margini risicati delle imprese si accompagnano livelli di spesa sta- gnanti da parte delle famiglie24. Il trend dei ricavi tende comunque a essere maggiormente smussato rispetto alla più marcata ciclicità relativa all’andamento di manifatturiero e costru- zioni.

23 ANCE (Direzione Affari Economici e Centro Studi) (2010), Osservatorio congiunturale sull’industria delle costru- zioni, novembre.

24 REF (2010), Congiuntura Ref. – Previsioni, a. XVII, n. 4, ottobre.

(23)

Tabella 8 –Fatturato nei settori relativi ai servizi, variazione percentuale , I semestre 2010/II semestre 2009 (9 province), I-semestre 2010 / I semestre 2009 (5 province)

Var % I - 2010/ II 2009 - 9 Province Var % I - 2010/ I 2009 - 5 Province

Riparazioni -12,1 -8,8

Servizi alle famiglie -9,8 -5,6

Servizi alle imprese -12,4 -27,7

Trasporti -1,6 -2,5

Totale servizi -8,2 -7,7

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

Il dettaglio di settore evidenzia performance differenziate ma orientate comunque al negativo qualunque sia l’ottica temporale di riferimento. Tuttavia, in generale, il comparto servizi arretra del 7,7% in ottica tendenziale e dell’8,2% in termini congiunturali (tabella 8).

Rispetto al secondo semestre 2009 si lasciano sul terreno 60,5milioni di euro, concentrati principalmente a Lucca e Grosseto. Rispetto al totale di comparto è il settore dei servizi alle imprese che sembra soffrire di più, infatti, rispetto al secondo semestre 2009, questo settore arretra del 12,4%, mentre in ottica tendenziale flette del 27,7%. In termini monetari i servizi alle imprese –considerando i dati delle 5 province TREND (Arezzo, Siena, Grosseto, Pisa e Prato)- perdono circa 7,7milioni di euro rispetto alla prima parte del 2009. In ogni caso an- che riparazioni e servizi alle famiglie registrano flessioni consistenti, in particolare rispetto ai livelli di fatturato del secondo semestre 2009: -9,8% per i servizi alle famiglie e -12,1%

per le riparazioni.

Grafico 8 - Andamento trimestrale Investimenti Costruzioni, Manifatturiero e Servizi Province TREND (Arezzo, Grosseto, Siena, Pisa e Prato) Numeri indici a base fissa II trimestre 2009/II trimestre 2010 (II trimestre 2009=100

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

(24)

L’analisi trimestrale della compente investimenti –almeno guardando alle 5 provin- ce TREND- evidenzia il recupero generalizzato rispetto alla fase più acuta della recessione.

La dinamica migliore è quella riscontrabile sul versante delle costruzioni e ciò può lasciar trasparire qualche segnale positivo per un settore fortemente segnato dalla crisi e i cui dati congiunturali relativi al fatturato risultano decisamente deteriorati (grafico 8). La dinamica degli investimenti dei servizi appare tenere, anche se si registra una frenata della crescita nell’ultimo trimestre. Il manifatturiero sembra –apparentemente- il comparto caratterizzato dall’andamento più anemico, ma l’indice non deve ingannare dato che il secondo trimestre 2009 (180,7milioni di euro) vedeva gli investimenti del settore in netta crescita rispetto al 2008. Volgendo lo sguardo ai valori contabili, nel primo semestre 2010, occorre mettere in evidenza come l’ammontare della spesa per investimenti del settore delle costruzioni (243,8milioni di euro) –in netta crescita rispetto al primo semestre 2009 (+179,5milioni di euro)- si attesti comunque ben al di sotto del comparto manifatturiero, che registra -da gen- naio a giugno del 2010- una spesa per investimenti pari a circa 370,4milioni di euro. Il com- parto dei servizi, infine, si posiziona su valori decisamente più contenuti: 33,5milioni di eu- ro (dati 2010, primo semestre).

Le prospettive per l’artigianato toscano risultano molto difficili con cadute dei livel- li di fatturato a due cifre rispetto al 2009 su quasi tutto il territorio regionale. A ciò si ac- compagnano contrazioni importanti sul versante dei costi, che stanno a testimoniare una si- tuazione dove i livelli produttivi sono stati pesantemente corretti al ribasso. La difesa dei li- velli di marginalità in tale contesto è molto complicata, seppur sorretta dall’operare degli ammortizzatori sociali. A fronte di questo quadro estremamente complesso sono da rimarca- re –seppur con cauto ottimismo- i recuperi ciclici di alcuni settori guida del sistema manifat- turiero toscano come il tessile-abbigliamento e la pelletteria-calzaturiero, che tuttavia non frenano la caduta complessiva del fatturato di comparto. Tuttavia, il cuore del sistema-moda ha mostrato dei segnali di svolta e ciò non può che essere salutato con ottimismo e fiducia per l’evolversi del prossimo futuro. Inoltre, la fragilità del sistema artigiano è fortemente in- fluenzata dalla caduta delle costruzioni -che non sembrano aver beneficiato dell’inversione ciclica-, cui si deve aggiungere la debolezza della dinamica dei servizi, schiacciati dalla fra- gilità della domanda da parte sia delle imprese che dei privati. Un elemento che può indurre a una misurata fiducia è riscontrabile nel ciclo degli investimenti, che trovano un’intonazione positiva soprattutto se letti in ottica di breve termine rispetto alla fase più acuta della recessione e che, in qualche modo, testimoniano un miglioramento nelle aspetta- tive degli imprenditori artigiani. In tale contesto, allargando lo sguardo allo scenario eco- nomico complessivo, azzardare ipotesi di sensibili recuperi a breve sul versante dei ricavi appare difficile, data la quantità e la portata dei problemi ancora aperti. A livello di congiun- tura economica internazionale esistono nuovi pericoli che possono minare la stabilità della crescita: i. intensità della ripresa, che nella prima fase ha beneficiato del recupero degli scambi internazionali; ii. problema della sostenibilità dei conti pubblici ; iii. questione lega- ta all’interdipendenza delle politiche economiche che dovranno accompagnare senza trau- mi percorsi di ‘exit strategy’ dalle politiche espansive attuate nella fase più dura della re- cessione25. L’economia italiana in tale contesto condivide alcune fragilità più generali, ma – al contempo- presenta problematiche particolari che sono principalmente individuabili in

25 Lombardi M. (2010), L’evoluzione nel periodo più recente, in IRPET, Rapporto sul mercato del lavoro in Toscana – anno 2010, Firenze, dicembre, pp. 141-147.

(25)

una strutturale fragilità dei conti pubblici, livelli di crescita molto risicati ormai da diversi anni (le previsioni REF relativamente alla dinamica del PIL italiano per il 2010-2011 si atte- stano rispettivamente a +1,1% e +0,7%, dopo le cadute dell’1% nel 2008 e del 5% nel 200926) e una base produttiva compressa dalle pressioni competitive esterne. Alcuni indica- tori congiunturali, infine, confermano tutte le fragilità del difficile percorso di uscita dalla recessione. Nello specifico dell’economia artigiana toscana sono presenti negative indica- zioni da parte dagli stessi artigiani in merito all’evoluzione futura (previsioni per il secondo semestre 2010) tanto del fatturato (-0,6%) quanto degli addetti (-4,2%)27 e, spostando l’attenzione fuori dal mondo artigiano, dalla performance di rallentamento della produzione dell’industria manifatturiera regionale relativamente al terzo trimestre 201028.. Se a ciò, infi- ne, si aggiunge la prospettiva di un’ulteriore flessione delle costruzioni (fonte ANCE29), ci sono tutti gli elementi per guardare al futuro con oggettiva preoccupazione, anche perché sul versante delle politiche economiche regionali si deve effettivamente equilibrare un policy mix in cui si bilancino interventi di difesa della base produttiva con azioni volte a stimolare un miglioramento di competitività del sistema, sullo sfondo di uno scenario di finanza pub- blica a dir poco complicato.

26 Banca d’Italia (2010), Bollettino economico, n. 59, gennaio; REF (2010), Congiuntura Ref. – Previsioni, a. XVII, n.

4, ottobre.

27 Calamandrei D. (2010), Le Previsioni per il 2° Semestre 2010, in ORTA (Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato), La congiuntura dell’Artigianato in Toscana (Rapporto sintetico) – Consuntivo 1° semestre 2010/Previsioni 2° semestre 2010, luglio, pp. 17-18.

28 Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana (2010), Indagine congiunturale trimestrale - Comunicato stampa, di- cembre.

29 ANCE (Direzione Affari Economici e Centro Studi) (2010), Osservatorio congiunturale sull’industria delle costru- zioni, novembre.

Riferimenti

Documenti correlati

• Infatti, secondo il paradigma fisico ciascuna persona è identica ad un certo animale (o cervello) (come vedremo meglio)... biforcazione con un un

• Circolarità (Butler): perché il ricordo sia sufficiente per l'identità presupponiamo già l'identità personale, perché intendiamo ricordi di esperienze effettivamente

• l’idea di base: posso concepire me stesso come non esteso ma non VI) come non-pensante, sicché io (una mente) ho una proprietà modale (posso essere non-esteso and non posso

• In un regime democratico le decisioni debbono essere prese dai politici, cioè dai rappresentanti dei cittadini (principio di legittimazione democratica). • Le decisioni

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE.. SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA DIDATTICA

Generalizzare il lessico, contestualizzare il lessico (riconoscere e nominare oggetti in contesti diversi, attribuire e nominare aggettivi in oggetti, contesti, persone

E’ un approccio volto a una funzione cognitiva (la teoria della mente), per favorire la capacità di riconoscere lo stato2. mentale dell’altro, l’emotività e di prevederne il

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE.. SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA DIDATTICA