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Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend

Il rapporto in esame descrive l’economia artigiana toscana secondo i dati di contabili-tà relativi al progetto TREND. Tale fonte, vista la sua corrispondenza ai consuntivi azienda-li, è in grado di rappresentare in modo originale e affidabile l’andamento dell’economia del-la Toscana attraverso l’analisi deldel-la tendenza delle variabili più significative riscontrabili nei libri contabili delle PMI artigiane.

Tabella 1 - Principali indicatori del comparto artigiano per province. Valori assoluti. I semestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA.

.

L’economia artigiana regionale, nel primo semestre 2010 -periodo che ha visto l’ampliamento della ‘copertura’ dei dati TREND alla totalità della Toscana1- ha registrato un fatturato aggregato pari a circa 3,3miliardi di euro (tabella 1). A livello di composizione provinciale del fatturato aggregato TREND è da segnalare il prevalere dell’area fiorentina che, con circa 1,1miliardi di euro, rappresenta il 35,1% del fatturato artigiano regionale. Se-guono poi le province di Pisa e Prato rispettivamente con 331,9milioni di euro (9,9% del tale) e 330,7milioni di euro (9,8%). Sul versante dei costi i dati contabili dell’artigianato to-scano fanno registrare circa 412milioni di euro per quanto riguarda le retribuzioni e 150,5milioni di euro per i consumi. A livello di singole province Firenze registra un am-montare di spesa per il fattore lavoro pari a 176,7milioni di euro (42,9% del totale) cui se-gue, su valori ben più contenuti, il dato della provincia di Prato che si attesta su valori pari a 40,9milioni di euro (9,9%). Per il dettaglio riguardante i consumi aziendali spiccano ancora i dati relativi alla provincia di Firenze, che si attesta su valori pari a 46,2milioni di euro, se-guita dalle province di Pistoia e Prato, che registrano una spesa rispettivamente pari a 17,7milioni di euro e 17,3milioni di euro. La componente investimenti, un indicatore di per sé maggiormente erratico, è notevolmente influenzata dal ruolo delle aspettative, che si

1 I dati TREND relativi alla Toscana coprono adesso tutte le provincie vista l’inclusione, in quest’ultimo rapporto, di Massa-Carrara l’unica provincia che risultava assente.

Fatturato Investimenti Consumi Retribuzioni

Arezzo 267.172.656,5 10.322.623,0 16.775.276,7 29.712.440,0

Firenze 1.178.958.339,9 584.454.531,4 46.204.178,6 176.767.101,8

Grosseto 159.789.098,6 5.950.821,2 6.244.932,3 14.626.200,2

Livorno 222.250.500,6 210.372.019,5 6.715.550,4 34.356.004,6

Lucca 266.525.820,1 55.227.789,9 11.821.628,2 30.491.087,9

Pisa 331.915.973,5 199.300.822,5 14.565.214,4 28.191.919,4

Pistoia 265.363.941,7 370.466.104,4 17.731.505,4 22.240.177,9

Prato 330.721.204,0 427.521.634,0 17.374.501,5 40.913.739,6

Siena 161.504.592,9 4.753.789,2 7.318.014,8 22.075.475,3

Massa 175.460.658,1 50.459.841,8 5.805.997,8 12.629.216,3

Totale Trend 3.359.662.785,9 1.918.829.976,7 150.556.800,0 412.003.362,9

no bruscamente deteriorate durante la recessione del 2008-2009. Nel periodo che va tra gennaio e giugno 2010, a livello di congiuntura regionale, si evidenzia un’inversione ciclica, con recuperi di produzione e fatturato dell’industria manifatturiera e miglioramenti diffusi del ‘clima di fiducia’2. La positiva evoluzione delle aspettative ha presumibilmente spinto ad attivare la spesa per investimenti, che si attesta attorno a 1,9miliardi di euro a livello aggre-gato regionale secondo i dati contabili TREND (dati 2010, primo semestre). Ciò non deve distogliere l’attenzione dall’esame accurato dello scenario economico complessivo, dato che appare prematuro parlare di definitiva uscita dalla crisi, non fosse altro che per i numerosi problemi ancora sul tappeto: ripresa fragile e differenziata fra imprese e settori; debolezza dei consumi e gravi fragilità all’interno del mercato del lavoro.

Tabella 2 – Fatturato del comparto artigiano per province. Valori assoluti. I semestre 2010

Costruzioni Manifatturiero Servizi Totale complessivo

Arezzo 88.262.658,4 105.504.321,8 73.405.676,3 267.172.656,5

Firenze 424.980.552,5 483.090.943,7 270.886.843,7 1.178.958.339,9

Grosseto 78.467.042,4 45.519.947,6 35.802.108,6 159.789.098,6

Livorno 102.689.215,3 74.139.864,0 45.421.421,2 222.250.500,6

Lucca 124.211.972,4 77.439.914,0 64.873.933,8 266.525.820,1

Pisa 174.857.263,5 98.412.912,3 58.645.797,7 331.915.973,5

Pistoia 105.602.150,6 108.176.187,9 51.585.603,3 265.363.941,7

Prato 67.564.401,1 226.105.937,0 37.050.866,0 330.721.204,0

Siena 63.978.667,5 55.295.892,6 42.230.032,8 161.504.592,9

Massa 107.172.670,8 27.365.282,6 40.922.704,7 175.460.658,1

Totale Trend 1.337.786.594,4 1.301.051.203,4 720.824.988,1 3.359.662.785,9

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

La struttura dell’economia artigiana toscana, secondo l’analisi dei dati contabili TREND, evidenzia la leggera prevalenza del settore delle costruzioni, che realizza, nell’insieme di tutte le province, circa 1,33miliardi di euro nel primo semestre 2010 e rap-presenta il 39,8% dei ricavi dell’artigianato regionale (tabella 2). Rispetto al semestre pre-cedente le costruzioni hanno subito una notevole flessione (-34,3%) e, di fatto, si sono posi-zionate su livelli molto prossimi a quelli del manifatturiero (circa 1,30miliardi di euro). Il comparto dei servizi si attesta attorno ai 720,8milioni di euro e, pur arretrando in termini congiunturali dell’8,2%, accresce la sua incidenza sul totale (21,5%). Le difficoltà delle co-struzioni trovano conferma anche su fonti extra TREND3, in cui si segnalano in particolare la flessione dei ricavi anche nella prima parte dell’annoe la contrazione delle ore lavorate.

Per quanto riguarda il manifatturiero occorre sottolineare come questo sia il settore che –nel suo complesso- è arretrato di meno rispetto al semestre precedente (-2,4%), da un lato

2 Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana (2010), Indagine congiunturale trimestrale - Comunicato stampa, di-cembre.

3 Calamandrei D. (2010), Fatturato e produzione, in ORTA (Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato), La con-giuntura dell’Artigianato in Toscana (Rapporto sintetico) – Consuntivo 1° semestre 2010/Previsioni 2° semestre 2010, luglio, pp. 5-9; IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “NumeroToscana”, 30, luglio; IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “NumeroToscana”, 31, ottobre.

lizzando sostanzialmente i livelli di fatturato e dall’altro confermando i segnali d’inversione ciclica presenti in apertura d’anno a livello regionale4.

La composizione territoriale del fatturato per macrosettori evidenzia la netta preva-lenza dell’area fiorentina, che -nei diversi comparti economici (costruzioni, manifatturiero e servizi)- si attesta all’interno di una forbice compresa grossomodo tra il 32% e il 37% del totale. A seguire, per quanto riguarda il manifatturiero, c’è il dato relativo alla provincia di Prato, che si attesta al 17,4% del totale di comparto a livello regionale: 226,1milioni di euro, mentre Pisa conferma il proprio ruolo di riferimento sul versante delle costruzioni ‘artigia-ne’ toscane: 174,8milioni di euro, pari al 13,1% del fatturato totale di settore. Per i servizi, dopo Firenze, è da segnalare la provincia di Arezzo che in quanto a fatturato registra valori pari a 73,4milioni di euro (10,2% del totale di settore).

Tabella 3 – Investimenti del comparto artigiano per province. Valori assoluti. I semestre 2010

Costruzioni Manifatturiero Servizi Totale complessivo

Arezzo 7.247.077,7 1.619.096,5 1.456.448,8 10.322.623,0

Firenze 134.992.870,5 333.709.604,3 115.752.056,6 584.454.531,4

Grosseto 2.905.687,1 1.742.039,7 1.303.094,3 5.950.821,2

Livorno 95.231.590,2 72.460.624,2 42.679.805,1 210.372.019,5

Lucca 11.172.491,3 13.726.645,8 30.328.652,7 55.227.789,9

Pisa 76.809.001,5 105.865.418,2 16.626.402,8 199.300.822,5

Pistoia 89.304.113,6 234.834.024,5 46.327.966,3 370.466.104,4

Prato 155.812.614,9 257.491.396,8 14.217.622,2 427.521.634,0

Siena 1.030.469,1 3.734.969,3 -11.649,1 4.753.789,2

Massa 21.735.921,7 13.206.860,1 15.517.060,0 50.459.841,8

Totale Trend 596.241.837,6 1.038.390.679,4 284.197.459,7 1.918.829.976,7

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

L’esame dei dati relativi alla spesa per investimenti conferma il ruolo di leadership del sistema manifatturiero, che -a livello aggregato regionale- registra livelli di spesa pari a circa 1miliardo di euro (79,8% del totale) (tabella 3). Seguono poi i dati delle costruzioni, che registrano valori pari a 596,2milioni di euro, e quelli relativi al settore dei servizi (284,1milioni di euro).

All’interno dei differenti comparti è possibile evidenziare il peso di Prato sul versante degli investimenti del settore delle costruzioni, visto che, con i suoi 155,8milioni di euro (26,1%

del totale di comparto), supera anche Firenze, che invece spicca tanto nel manifatturiero (333,7milioni di euro: 32,1% del totale di comparto) quanto nei servizi (115,7milioni di eu-ro: 40,7%). Nel manifatturiero è da segnalare anche il dato relativo all’area pratese, che si attesta a 257,4milioni di euro (24,8% del totale di comparto), mentre sul fronte dei servizi spicca al secondo posto il dato di Pistoia (46,3milioni di euro).

4IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “NumeroToscana”, 30, luglio; IRPET, Unioncamere Toscana (2010), “Nume-roToscana”, 31, ottobre; Banca d’Italia (2010), L’economia della Toscana. Aggiornamento congiunturale, “Economie Regionali”, n. 94, Firenze, novembre.

Tabella 4 – Indici di specializzazione per settori e per province calcolati sul Fatturato del comparto artigiano I semestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

I dati TREND relativi alla contabilità delle imprese artigiane toscane consentono di evidenziare i differenti modelli di specializzazione economica che contraddistinguono le singole province della regione. L’indice di specializzazione, calcolato in termini relativi ri-spetto ai dati regionali, evidenzia -a livello di macrosettore- la qualificazione manifatturiera di Prato (indice di specializzazione – IS: 1,8), seguita a debita distanza dall’area fiorentina, che sempre nel comparto manifatturiero registra un IS pari a 1,1. Di contro, nei servizi ag-gregati spicca il dato di Arezzo (IS: 1,3), che fa registrare livelli relativamente più elevati con riferimento soprattutto ai settori dei servizi alle imprese (IS: 1,5) e dei servizi alle fami-glie (IS: 1,7), mentre per le riparazioni si segnalano i dati di Firenze (IS: 1,4) e Siena (IS:1,5) (tabella 4). Sul versante delle costruzioni sono da segnalare i livelli di specializza-zione dell’area pisana (IS: 1,3) e della provincia di Massa-Carrara (IS: 1,5), che mostra un livello elevato dell’indice anche con riferimento ai trasporti (IS: 2,3), probabilmente legati alla vocazione ‘industriale’ dell’area. A livello locale, com’era già emerso nel precedente rapporto regionale TREND (settembre 2010)5, i modelli di specializzazione settoriale più marcati sono riscontrabili a Prato per il tessile-abbigliamento (IS: 5,9) e Arezzo per l’oreficeria (IS: 6,4), che tuttavia fa registrare una netta flessione rispetto al semestre precedente6. Per quanto riguarda il settore dell’alimentare si confermano livelli di specializ-zazione relativamente più consistenti a Grosseto (1,8), Siena (1,7) e soprattutto Livorno (IS:

2,2), che registra valori elevati dell’indice anche sul versante della metalmeccanica (IS: 1,6).

Firenze, invece, mantiene un livello più alto di specializzazione sul settore della pelletteria-calzaturiero (IS: 1,9), mentre Pistoia riconferma il suo collegamento con il distretto tessile pratese registrando un alto livello dell’indice sul tessile-abbigliamento (IS: 2)7. Inoltre, nel pistoiese è da sottolineare il livello di specializzazione relativo al settore della pelletteria-calzaturiero (IS: 1,2). Con riferimento alla provincia di Lucca si registra un livello di specia-lizzazione più elevato per il settore del legno-mobilio (IS: 1,6), dove peraltro spiccano

5 Monticelli A. (2010), Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend, in TREND. Rapporto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, pp. 15-21.

6 Ibidem.

7 Cfr. Monticelli A. (2010), Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend, in TREND. Rapporto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, p. 18.

che i dati relativi alle province di Pisa (IS: 1,8) e soprattutto Siena (IS: 2), dov’è presente il distretto ‘legno-mobili’ di Poggibonsi-Sinalunga.

Grafico 1 - Retribuzioni, Consumi e Investimenti per province: incidenza sul fatturato. Valori percentuali. Primo semestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

L’esame dei singoli indicatori ‘contabili’ TREND, in termini d’incidenza sul fatturato, evidenzia le peculiarità delle diverse strutture produttive e di specializzazione presenti a li-vello locale. Prendendo in considerazione i fattori di costo a lili-vello aggregato regionale (to-tale TREND-Toscana), è evidente una chiara prevalenza della spesa per retribuzioni che si attesta al 12,3% del fatturato (dati 2010, primo semestre). Il fattore lavoro, seppur rappre-senti un costo aziendale di tipo ‘fisso’ e relativamente oneroso, costituisce un elemento ca-ratterizzante del modello di business delle PMI artigiane, che hanno nel capitale umano -cioè nelle ‘competenze’ degli addetti- il fattore produttivo su cui si fonda l’efficienza stessa dell’impresa. I dati della prima parte dell’anno, inoltre, evidenziano una flessione dell’incidenza della spesa per retribuzioni che, nel secondo semestre del 2009, presentavano valori pari al 14%8. A questo riguardo è possibile azzardare l’ipotesi che su tale performance abbia inciso anche l’effetto degli ammortizzatori sociali (CIG in deroga9) in termini di con-tenimento del costo del fattore lavoro10. Spostando l’attenzione dalle retribuzioni ai consumi

8 Cfr. Monticelli A. (2010), Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend, in TREND. Rapporto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, p. 19.

9 In Toscana la CIG in deroga ha oltrepassato 10 milioni di ore autorizzate (dati 2010, primo semestre), di cui oltre il 50% sono relative al comparto artigiano. Cfr. Pacini S. (2010), Il ricorso alla cassa integrazione, in IRPET, Rapporto sul mercato del lavoro in Toscana – anno 2010, Firenze, dicembre, pp. 89-96.

10 Dainelli F., Perugi R. (2010), L’impatto della crisi sui conti delle società di capitale toscane: una simulazione per il 2009, in IRPET-Unioncamere Toscana, La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2009 – Previsioni 2010-2011, giugno, pp. 77-80.

–elemento di costo di tipo variabile- è da notare come tale fattore di spesa si attesti su valori molto più contenuti e pari al 4,5% a livello aggregato (dati 2010, primo semestre). Secondo i dati contabili TREND la bassa incidenza dei consumi potrebbe trovare una possibile spie-gazione -fatti salvi elementi di tipo strutturale legati alla tipologia delle imprese analizzate in questa sede- nel persistere di elementi transitori legati alla crisi, che ha determinato una tendenza a comprimere le componenti di costo più ‘manovrabili’ in ottica di breve termine.

Il grafico 1 evidenzia anche il netto recupero dell’incidenza della spesa per investimenti che beneficia sia dei recuperi di fiducia degli operatori che della flessione del fatturato (denomi-natore del rapporto investimenti su fatturato). Oltre all’intrinseca ciclicità di tale componen-te, il recupero realizzato nella prima parte dell’anno conferma i dati dell’Osservatorio Re-gionale dell’Artigianato, che già in luglio evidenziava una crescita marcata della quota d’imprenditori con ‘investimenti in corso’ durante il primo semestre 201011. Infatti, l’incidenza media-aggregata TREND –secondo i dati contabili relativi agli investimenti- se-gnala un dato pari a oltre il 50% dei ricavi.

Entrando nelle pieghe del dato aggregato regionale è possibile sottolineare come, a livel-lo di singola provincia, la differente incidenza delle retribuzioni sul fatturato tenda a eviden-ziare le specificità relative alle diverse economie locali. Infatti, le province in cui l’incidenza del costo del lavoro risulta relativamente più marcata sono: Livorno (15,5%), Firenze (15%) e Siena (13,7%) (grafico 1). Prato, dal canto suo, vede arretrare -rispetto al semestre prece-dente12- l’incidenza della spesa per retribuzioni (12,4%, dati primo semestre 2010), proba-bilmente in virtù di un insieme di concause che trovano una giustificazione nell’effetto dell’operatività della CIG in deroga13, del recupero del fatturato ‘manifatturiero’, della mino-re flessione dei ricavi aggmino-regati in rapporto alla caduta più significativa delle mino-retribuzioni e dalla contrazione del numero degli addetti14. In ogni caso in tutte queste province è presente un livello di specializzazione relativamente più accentuato in particolari settori del sistema manifatturiero: metalmeccanica e alimentare a Livorno; pelletteria-calzaturiero a Firenze;

legno-mobili e alimentare a Siena, mentre a Prato spiccano soprattutto il settore del tessile-abbigliamento seguito dalla metalmeccanica. Il dettaglio provinciale in merito alla spesa per consumi conferma le più marcate incidenze sul fatturato relativamente a Pistoia (6,7%), Arezzo (6,3%) e alla provincia di Prato (5,3%). Infine, l’incidenza degli investimenti sui ri-cavi registra valori ben oltre la media a Prato, Pistoia e a Livorno. Riguardo alla performan-ce degli investimenti, che -insieme alle scorte- sono la componente più volatile del ciclo, occorre fare alcune precisazioni che risultano necessarie al fine di valutare con cautela i dati del primo semestre 2010: i. la notevole flessione (degli investimenti) riscontrabile in Tosca-na (in linea con i dati Tosca-nazioTosca-nali) nel corso del 200915, con contorni assai preoccupanti per il

11 Calamandrei D. (2010), Investimenti, in ORTA (Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato), La congiuntura dell’Artigianato in Toscana (Rapporto sintetico) – Consuntivo 1° semestre 2010/Previsioni 2° semestre 2010, luglio, pp. 14-15.

12 Cfr. Monticelli A. (2010), Struttura e caratteristiche dell’artigianato toscano: il quadro che emerge dal progetto Trend, in TREND. Rapporto congiunturale. Consuntivo 2009 – Rapporto Regionale, Istat, IRPET e Local Global sas, settembre, p. 19.

13 Pacini S. (2010), Gli ammortizzatori sociali, in Regione Toscana-IRPET (2010), “Flash Lavoro”, a. XV, n. 6, settem-bre, pp. 16-19.

14 Calamandrei D. (2010), Occupazione, in ORTA (Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato), La congiuntura dell’Artigianato in Toscana (Rapporto sintetico) – Consuntivo 1° semestre 2010/Previsioni 2° semestre 2010, luglio, pp. 10-12.

15 La caduta degli investimenti in Toscana è stata pari al 13,6%: cfr. Ghezzi L., Paniccià R. (2010), Il quadro macro-economico regionale, in IRPET-Unioncamere Toscana, La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2009-Previsioni 2010-2011, giugno, pp. 19-25.

sistema manifatturiero16; ii. nel caso di Prato i valori assoluti del periodo gennaio-giugno 2010 sono maggiormente proporzionati se letti in ottica tendenziale (rispetto al primo se-mestre 2009); iii. trattandosi di un indice, il rapporto ‘investimenti-fatturato’ riflette la di-namica delle due variabili, scontando, quindi, anche la flessione dei ricavi aggregati co-munque presente –in ottica congiunturale- in tutte le province toscane; iv. recuperi con-giunturali degli investimenti nel manifatturiero, dove del resto il sentiment degli operatori è tornato positivo grazie all’inversione ciclica dei primi mesi dell’anno.

Grafico 2 - MOL – Margine Operativo Lordo “TREND” (CNA)* per province: incidenza % sul fatturato. Primo semestre 2010

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

* MOL calcolato come differenziale tra fatturato, consumi e retribuzioni.

Spostando l’attenzione sui margini operativi lordi “TREND” (ricavi al netto dei fattori di costo operativo aziendale: retribuzioni e consumi)17, anche su questo fronte è possibile ri-marcare le differenti specializzazioni economico-produttive presenti a livello locale, che de-terminano così livelli di marginalità lorda relativamente più contenuti in quelle province in cui i fattori di costo ‘pesano’ maggiormente: Firenze (81,1%); Livorno (81,5%); Siena (81,8%) e Prato (82,4%) (grafico 2). Discorso diverso per le aree di Massa, Pisa e Grosseto, i cui livelli di marginalità lorda aggregati (oltre l’85%) appaiono relativamente più robusti, vista anche l’incidenza più marcata (almeno nella prima parte dell’anno) del fatturato realiz-zato dal comparto delle costruzioni.

Grafico 3 - Retribuzioni, Consumi, MOL “TREND” e Investimenti in Toscana per macro-settori: incidenza % sul fatturato. Primo se-mestre 2010

16 Susini A. (2010), Gli investimenti delle aziende manifatturiere toscane secondo il contenuto tecnologico dei settori, in IRPET-Unioncamere Toscana, La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2009-Previsioni 2010-2011, giugno, pp. 37-41.

17 Il calcolo del MOL “TREND” è da ritenersi un’approssimazione (per eccesso) del reale livello di margine operativo dato che non si prendono in considerazione tutti i fattori di costo che contribuiscono alla determinazione del ‘valore ag-giunto operativo’ e del ‘margine operativo lordo’ (MOL): cfr. Monticelli A. (2009), TREND. Rapporto congiunturale 1° semestre 2009 – Provincia di Prato, Istat, IRPET e Local Global sas, dicembre.

Fonte: Progetto Trend, rielaborazioni da dati CNA

In generale, occorre mettere in evidenza come, in termini d’incidenza sui ricavi, i li-velli di marginalità operativa lorda presentino valori diversi ma più equilibrati tra loro ri-spetto ai consuntivi del secondo semestre 2009 (grafico 3). In ogni caso, mentre per il mani-fatturiero si registra un’incidenza del MOL sui ricavi pari all’83,5% superiore a quanto ri-scontrato per i servizi (81,4%), le costruzioni continuano a mostrare livelli medi di margina-lità superiori agli altri comparti (84%). In generale, quindi, il MOL “TREND” -che si attesta all’83,3% a livello medio regionale- beneficia dei recuperi di marginalità imputabili soprat-tutto al manifatturiero, mentre arretrano i margini dei servizi e in particolare quelli delle co-struzioni. Sul recupero di marginalità operativa delle imprese manifatturiere hanno giocato soprattutto due ordini di fattori: da un lato, il miglioramento congiunturale del fatturato rea-lizzato nella prima parte dell’anno e, dall’altro, la flessione dell’incidenza dei fattori di costo con particolare riferimento al costo del lavoro.

3. Analisi congiunturale: la crisi e la ricerca di un punto di

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