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Secondo nucleo tematico Anatomia e fisiologia del sistema muscolare

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(1)

Secondo nucleo tematico

Anatomia e fisiologia del sistema muscolare

Percorso di potenziamento-orientamento

“BIOLOGIA CON CURVATURA BIOMEDICA”

Prof.ssa Francesca Torretta

Prima annualità

(2)

FUNZIONI DEL TESSUTO MUSCOLARE

Produzione dei movimenti del corpo Mantenimento della postura

Regolazione del volume degli organi

Movimento di liquidi e sostanze all’interno del corpo Produzione di calore

(3)

striato volontario striato involontario

involontario

(4)

Tessuto muscolare scheletrico

• Al microscopio presenta cellule con una tipica striatura trasversale

È responsabile dei movimenti volontari

• Nei muscoli scheletrici si collega alle ossa tramite i tendini

• Nei muscoli pellicciai è connesso con la cute, formando sottili lamine situate

nello spessore del tessuto sottocutaneo.

I muscoli pellicciai del capo sono detti anche mimici perché permettono

cambiamenti dell'espressione facciale.

(5)

Istogenesi del tessuto muscolare striato

Il tessuto muscolare striato scheletrico deriva dal mesenchima (di origine mesodermica).

Le cellule mesenchimali cominciano a differenziarsi diventando mononucleate e creando così i mioblasti.

I mioblasti si fondono fra loro formando dei

sincizi, detti miotubi, formati da un’unica massa cellulare multinucleata derivata dalla fusione di più cellule.

I miotubi in gruppi a loro volta diventeranno delle fibre muscolari.

Alcuni mioblasti permangono nell’adulto come cellule staminali unipotenti quiescenti dette cellule satelliti che si trovano adagiate su ogni fibra e in seguito a traumi si attivano e

proliferano per la riparazione di eventuali danni.

(6)

Struttura del muscolo scheletrico

Ogni muscolo scheletrico è un organo distinto composto da migliaia di cellule allungate dette fibrocellule o fibre muscolari.

Alla muscolatura scheletrica sono associati molti rivestimenti di tessuto connettivo:

 Epimisio : avvolge l’intero muscolo

 Perimisio: circonda fasci da 10 a 100 o più fibre muscolari detti fascicoli

 Endomisio: avvolge ciascuna fibra.

L’epimisio, il perimisio e l’endomisio si estendono oltre il muscolo proseguendo con il tendine, un cordone di tessuto connettivo regolare denso,

composto da fasci paralleli di fibre collagene, la cui

funzione è quella di collegare il muscolo all’osso.

(7)

Innervazione e vascolarizzazione

• I muscoli scheletrici sono provvisti di nervi e vasi sanguigni

• Ogni nervo che penetra in un muscolo scheletrico è

accompagnato da un’arteria e una o due vene.

• All’interno dell’endomisio, ogni fibra muscolare è a contatto con uno o più capillari e con la porzione terminale di un neurone.

• La contrazione muscolare richiede un enorme apporto di sangue per rifornire le fibre di nutrienti e

ossigeno e per asportare i prodotti

metabolici.

(8)

Le fibre muscolari scheletriche

• Sono grosse cellule cilindriche, con un diametro di 50-100 micrometri

• Ogni fibra è una cellula

plurinucleata, perché deriva dalla fusione dei mioblasti

I nuclei sono situati in periferia, a ridosso della membrana cellulare detta sarcolemma.

• Dal sarcolemma originano i tubuli

trasversi (tubuli T) che penetrano

all’interno della fibra

(9)

Le fibre muscolari scheletriche

Il citoplasma, detto sarcoplasma, contiene

• un esteso reticolo sarcoplasmatico, simile al R.E.L., una rete di tubuli membranosi che immagazzina gli ioni Ca

2+

fondamentali per la contrazione muscolare.

• molti mitocondri che producono ATP

• numerose molecole di mioglobina.

La mioglobina

 è una piccola proteina globulare formata da una singola catena polipeptidica ripiegata intorno al gruppo eme

 è un pigmento rosso simile all’emoglobina che fornisce al muscolo il suo colore caratteristico

 immagazzina ossigeno, come riserva, per la

produzione di ATP nei mitocondri

(10)

Struttura della fibra muscolare striata

Ogni fibra presenta due tipi di striature:

Striatura longitudinale: dovuta alla presenza nel sarcoplasma di piccole strutture cilindriche dette miofibrille disposte parallelamente alla propria lunghezza. La miofibrilla è un’associazione di filamenti sottili e filamenti spessi disposti in maniera ordinata, in unità dette sarcomeri

Striatura trasversale: determinata dalla

ripetizione ordinata dei sarcomeri lungo la

miofibrilla, visibile sotto forma di un’alternanza

di bande chiare (filamenti sottili) e bande scure

(filamenti spessi).

(11)

filamenti sottili filamenti spessi

I filamenti sottili sono formati da tre proteine: actina, tropomiosina e troponina.

L’ actina è una proteina globulare in cui le singole molecole formano due filamenti che si avvolgono in una catena elicoidale.

Ogni molecola contiene un sito di legame al quale si può attaccare una testa miosinica.

Quando il muscolo è rilassato, nastri di tropomiosina rivestono i siti di legame impedendo la formazione del legame actina-miosina.

La tropomiosina è fissata al proprio posto da molecole di troponina.

Struttura del sarcomero

I filamenti spessi sono

costituiti da fasci di miosina, una proteina con una coda fibrosa e una testa globulare.

Presentano enzimi con attività ATPasica, in grado di scindere l’ATP per fornire energia alla contrazione.

(12)

Struttura del sarcomero

• Nella miofibrilla, due sarcomeri adiacenti sono ancorati ad una linea a zig-zag di materiale

proteico detta linea Z

• I filamenti spessi di miosina hanno una posizione centrale nel sarcomero e formano una banda scura detta banda A

• Al centro della banda A vi è una zona H, che contiene solo filamenti spessi

• Alle estremità della banda A invece filamenti spessi e sottili si sovrappongono

Ai lati della banda A si trovano bande chiare

dette bande I formate solo da filamenti sottili.

(13)

La contrazione del muscolo scheletrico

• Durante la contrazione muscolare le teste miosiniche dei filamenti spessi si muovono come remi che spingono i filamenti sottili a scorrere verso il centro del sarcomero

• quando la contrazione è al massimo, le bande I e le zone H si accorciano fino a scomparire del tutto.

L’accorciamento del sarcomero è dovuto all’aumento della sovrapposizione dei filamenti spessi e sottili, non alla variazione della loro lunghezza.

• L’accorciamento dei sarcomeri delle miofibrille determina l’accorciamento della fibra muscolare

• La forza della contrazione di un muscolo dipende dal

numero di fibre muscolari che si contraggono.

(14)

La giunzione neuro-muscolare

Il sarcomero è l’unità funzionale del muscolo

• Per contrarsi la fibra muscolare scheletrica deve essere stimolata da un impulso nervoso detto potenziale di azione muscolare, generato da un neurone motorio.

• Il motoneurone, insieme alle fibre da esso stimolate costituisce un’unità motoria.

• la stimolazione del motoneurone fa contrarre

simultaneamente tutte le fibre dell’unità motoria.

I muscoli che controllano movimenti di precisione

hanno 10-20 fibre per unità motoria, quelli che

controllano movimenti ampi 2000-3000 fibre.

(15)

La giunzione neuro-muscolare

• L’assone del motoneurone, avvicinandosi al muscolo si ramifica e le sue terminazioni formano piccole espansioni dette bottoni sinaptici, contenenti vescicole ripiene del neurotrasmettitore acetilcolina (Ach)

• La zona del sarcolemma vicina al terminale assonico è detta placca motrice

• Lo spazio tra il terminale assonico e il sarcolemma è detto fessura sinaptica

• La sinapsi che si forma tra i terminali assonici del motoneurone e la placca motrice della fibra muscolare è detta giunzione neuromuscolare.

Placca motrice

(16)

Rilascio dell’acetilcolina

L’arrivo dell’impulso nervoso ai bottoni sinaptici determina il rilascio dell’acetilcolina nella fessura sinaptica tra

motoneurone e placca motrice.

Attivazione dei recettori dell’acetilcolina

Il legame tra l’acetilcolina e i recettori della placca motrice , aumenta la permeabilità del sarcolemma agli ioni Na+

(apertura dei canali ionici che permettono il passaggio secondo gradiente all’interno della fibra).

Generazione del potenziale d’azione muscolare

Il flusso di Na+ genera il potenziale di azione muscolare che si propaga dal sarcolemma al sistema dei tubuli trasversi, causando l’apertura dei canali per il rilascio degli ioni Ca2+ dal reticolo sarcoplasmatico.

Degradazione dell’acetilcolina

L’acetilcolina viene rapidamente degradata dall’acetilcolinesterasi

Funzionamento della giunzione neuro-muscolare

(17)

Il ruolo degli ioni Ca 2+ e dell’ATP nella contrazione

Gli ioni Ca2+ liberati dal reticolo sarcoplasmatico, in seguito al potenziale d’azione muscolare, esplicano la loro azione a livello dei filamenti sottili dove i siti di legame sui filamenti di actina per la miosina sono normalmente mascherati da molecole di troponina e tropomiosina

Quando lo ione Ca2+ si combina con le molecole di troponina, produce lo scivolamento delle catene di tropomiosina,

modificando la conformazione dell’actina e provocando la liberazione dei siti di legame per la miosina.

Quando i siti di legame risultano scoperti inizia il ciclo di contrazione.

ioni Ca2+ troponina

Nella fibra a riposo, il sarcoplasma ha una bassa concentrazione di ioni Ca2+ poiché questi vengono immessi di continuo all’interno del reticolo sarcoplasmatico grazie a pompe di trasporto attivo.

(18)

Il ciclo della contrazione

muscolare

(19)

Fasi del ciclo di contrazione

4. Legame all’ATP e distacco 1. Scissione dell’ATP

2. Formazione di ponti trasversali L’enzima ATPasi contenuto nelle

teste di miosina idrolizza l’ATP.

Tale scissione trasferisce energia

alla testa miosinica. Le teste di miosina cariche di energia si legano ai siti di legame dell’actina liberando i gruppi fosfato e formando ponti trasversali.

Il legame delle teste di miosina con una nuova molecola di ATP ne determina il distacco dall’actina.

3. Sviluppo della forza I ponti trasversali si flettono

liberando ADP. La forza prodotta dalla flessione di centinaia di ponti trasversali fa scivolare il filamento di actina verso il centro del sarcomero.

Quando l’ATPasi scinde la nuova molecola di ATP, la testa miosinica viene ricaricata di energia e si

orienta verso un altro sito di legame presente sul filamento di actina e il ciclo si ripete finché sono disponibili ATP e ioni Ca2+

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Il ruolo dell’ATP e il rigor mortis

• L’ATP è essenziale per la contrazione dei sarcomeri.

• L’idrolisi dell’ATP da parte della miosina fornisce l’energia per interagire con l’actina, far scorrere il filamento sottile e distaccarsene.

• Qualora l’apporto dell’ATP dovesse mancare,

actina e miosina resterebbero stabilmente legate tra loro.

• Ciò accade poche ore dopo la morte nei cadaveri in cui il persistere dei ponti trasversali provoca una rigidità muscolare detta rigor mortis.

• Tale rigidità scompare circa 24 ore dopo, quando

gli enzimi lisosomiali scindono i ponti trasversali.

(21)

Il rilassamento della fibra

Quando i potenziali d’azione cessano, si interrompe la liberazione dell’acetilcolina nella giunzione neuromuscolare

Gli ioni calcio presenti nel sarcoplasma vengono rapidamente trasportati all’interno del reticolo

sarcoplasmatico, grazie a pompe di trasporto attivo.

è dovuto a due eventi:

Il neurotrasmettitore ancora presente nella fessura sinaptica viene rapidamente

metabolizzato dall’enzima acetilcolinesterasi

Di conseguenza i potenziali d’azione muscolari non insorgono e i canali di rilascio del calcio del reticolo sarcoplasmatico si chiudono.

La riduzione della concentrazione degli ioni calcio nel sarcoplasma determina il ritorno alla posizione

originaria del complesso troponina-tropomiosina

Ciò provoca il mascheramento dei siti di legame miosinici sull’actina e lo scivolamento dei filamenti sottili del sarcomero alla posizione di riposo.

(22)

Il metabolismo del muscolo

Per entrare in contrazione, il muscolo ha bisogno di una quantità di energia

notevolmente superiore a quella che gli occorre per il suo normale metabolismo.

L’ATP presente nelle fibre a riposo è sufficiente a fornire energia per i primi secondi di attività muscolare. Se l’attività prosegue occorre produrre altro ATP.

Le fibre muscolari dispongono di tre fonti per la produzione di ATP:

Il creatinfosfato per i primi 15 secondi

La respirazione cellulare anaerobica (glicolisi) per 30-40 secondi

La respirazione cellulare aerobica per attività muscolare superiore al mezzo minuto

Per azione dell’ enzima ATP-asi, che nel muscolo risulta associato alla miosina, l’ATP viene scisso in ADP e

fosfato inorganico e si libera energia che viene

convertita nell’energia meccanica della contrazione muscolare

ATP →ADP + P + ENERGIA

(23)

ATP dal creatinfosfato

Quando il muscolo è rilassato, l’ATP trasferisce alla creatina un gruppo fosfato ad alta energia formando il creatinfosfato, una ulteriore riserva energetica.

Creatina + ATP → creatinfosfato + ADP

Quando il muscolo è in contrazione , per sforzi superiori ai 10-15 secondi, il creatinfosfato accumulato nel citosol si scinde in creatina e radicale fosforico e quest’ultimo si unisce all’ADP per formare rapidamente ATP dal quale si ricava energia per la contrazione.

Fosfocreatina + ADP → creatina + ATP reazione di Lohman (enzima creatinchinasi)

Questo sistema energetico adoperato dal muscolo per produrre ATP è detto meccanismo anaerobico alattacido.

Tale sistema ha il vantaggio di fornire energia in tempi rapidi, ma data la scarsa quantità di materiale disponibile (ATP e PC) si esaurisce velocemente, pertanto è adoperato nel lavoro muscolare breve e intenso .

A riposo le fibre scheletriche producono più ATP del necessario.

Parte dell’ATP in eccesso viene utilizzato per la produzione di creatinfosfato(CP o fosfocreatina) ricco di energia.

La creatina è una piccola molecola simile ad un aminoacido, sintetizzata nel fegato, nei reni , nel pancreas e presente soprattutto nella carne rossa, nel pesce e nel latte.

(24)

ATP dal creatinfosfato

Perché l’organismo esegue questo processo di “carico” e “scarico” della creatina e non accumula direttamente ATP?

La molecola di fosfocreatina è piccola ed occupa poco spazio, l’ATP è molto più ingombrante.

La sintesi di fosfocreatina è un meccanismo che permette di accumulare la massima quantità di energia nel minor spazio possibile.

Ogni giorno poco meno del 2% della creatina totale (circa 2 g) presente nell’organismo è trasformata in creatinina, sostanza eliminata dal rene. Per questa ragione una quantità analoga deve essere reintrodotta quotidianamente con la dieta affinché le concentrazioni totali di creatina nel muscolo e nel sangue rimangano invariate.

(25)

ATP dalla glicolisi e dalla respirazione aerobica

Se l’attività muscolare supera i 15 secondi, il creatinfosfato si esaurisce e la fonte di energia successiva è la glicolisi.

Il glucosio, proveniente dal sangue o dalla scissione diretta del glicogeno muscolare, è scisso in due molecole di acido piruvico, liberando ATP.

Quando i livelli di ossigeno sono bassi, l’acido piruvico si trasforma in acido lattico nella glicolisi anaerobica.

Questa reazione può fornire energia sufficiente per circa 30-40 secondi di attività muscolare.

L’attività muscolare prolungata dipende dalla respirazione cellulare aerobica che produce ATP nei

mitocondri utilizzando ossigeno.

(26)

I tipi di fibre muscolari scheletriche

I muscoli scheletrici contengono tre tipi di fibre, presenti in proporzioni variabili:

1. Rosse o ossidative lente

2. Bianche o glicolitiche rapide

3. Intermedie o ossidative-

glicolitiche rapide

(27)
(28)

Fibre ossidative lente o fibre rosse (tipo I)

• piccole

• rosse perché ricche di mioglobina e di una fitta rete di capillari arteriosi

• molti mitocondri

• poco glicogeno

• ossidative, generano ATP soprattutto per respirazione cellulare aerobica

• lenteperché si contraggono e si rilassano più lentamente delle fibre rapide

• resistenti all’affaticamento, possono sostenere contrazioni prolungate.

• sviluppano meno forza

Fibre glicolitiche rapide o fibre bianche (tipo II)

• grandi

• bianche, cioè pallide con basso

contenuto di mioglobina e pochi capillari

• pochi mitocondri

• molto glicogeno

• glicolitichein quanto generano ATP per glicolisi anaerobica

• ultrarapide, generano contrazioni

vigorose e veloci (contengono il maggior numero di miofibrille)

• affaticamento rapido, servono per movimenti intensi e di breve durata

sviluppano forza maggiore

(29)

Fibre ossidative-glicolitiche rapide o intermedie

diametro intermedio rispetto ai tipi precedenti

colore rosso: grandi quantità di mioglobina e densità capillare intermedia

• producono una quantità notevole di ATP per respirazione cellulare

aerobica

• presentano un elevato contenuto di glicogeno per cui generano ATP anche per glicolisi

rapide, rispetto alle fibre ossidative lente, con una buona resistenza all’affaticamento.

Affaticamento veloce

Affaticamento meno veloce

Affaticamento lento

Fibre glicolitiche rapide

Fibre ossidative rapide

Fibre ossidative lente

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La maggior parte dei muscoli scheletrici è costituita da tutti e tre i tipi di fibre (metà delle quali sono ossidative lente) in proporzioni variabili a seconda dell’azione del muscolo, dell’attività fisica svolta e dei fattori genetici.

Distribuzione dei tre tipi di fibre nei muscoli

I muscoli del dorso, del collo, delle gambe, che devono mantenere costantemente la postura, hanno alte percentuali di fibre ossidative lente

I muscoli delle braccia, che sono usate ad intermittenza e brevemente, per sviluppare grande tensione, hanno un’alta percentuale di fibre glicolitiche rapide

I muscoli delle gambe, che oltre a sostenere il corpo servono anche per camminare e correre, hanno sia fibre ossidative lente che ossidative-glicolitiche rapide.

(31)

Tipi di contrazioni muscolari

Nelle contrazioni isotoniche

la tensione sviluppata dal muscolo rimane pressoché costante

il muscolo cambia di lunghezza.

Queste contrazioni sono utilizzate per i movimenti del corpo o per spostare oggetti

Nelle contrazioni isometriche

la tensione generata non basta a superare la

resistenza dell’oggetto da muovere es. quando si cerca di sollevare un peso ma questo non si muove perché troppo pesante.

la lunghezza del muscolo non cambia.

Queste contrazioni sono importanti per mantenere la postura e sostenere oggetti in posizione fissa

Contrazione isotonica

movimento

Contrazione isometrica

(32)

Il sistema muscolare scheletrico

• È costituito da quasi 700 muscoli

Il muscolo scheletrico è un organo composto da vari tipi diversi di tessuto, che comprendono il tessuto muscolare scheletrico, il tessuto

nervoso e vari tipi di tessuto connettivo.

• I muscoli lunghi hanno forma fusata con la parte centrale rigonfia detta ventre e le

estremità attaccate alle ossa tramite i tendini (robuste strisce di tessuto connettivo)

• L’attacco del muscolo all’osso fisso è detto

origine. L’altra estremità è ancorata in un punto

detto inserzione.

(33)

Sono sinergici, nella flessione dell'avambraccio sul braccio, il bicipite brachiale, il brachiale ed il brachioradiale (sono detti flessori del braccio).

I muscoli antagonistilavorano in coppia con azioni opposte (es. il bicipite e il tricipite) .

Il muscolo che produce l’azione si chiama agonista o primo motore.

Quando l’agonista si contrae l’antagonista si rilascia.

Tutti i movimenti si producono perché molti muscoli lavorano in gruppo. A seconda che agiscano nel provocare un movimento nello stesso senso o in senso opposto, i muscoli scheletrici vanno distinti in:

.

SINERGICI ANTAGONISTI

Il ruolo dei muscoli scheletrici nel movimento

Flessione:

Bicipite contratto Tricipite rilassato Estensione:

Bicipite rilassato Tricipite contratto

(34)

Il tessuto muscolare liscio

Aspetto:

• cellule piccole di forma fusata

• singolo nucleo centrale ovale

• presenza di filamenti intermedi, oltre a filamenti spessi e sottili

• fibrille non striate, ma di aspetto omogeneo perché i vari filamenti non si sovrappongono in modo regolare →fibre lisce

• filamenti sottili e filamenti intermedi ancorati a strutture dette corpi densi, che in parte sono liberi nel sarcoplasma e in parte sono legati al sarcolemma.

Sede:

• pareti di organi interni (tubo digerente, utero, vescica) e dei vasi sanguigni Funzione:

• forma la muscolatura involontaria

• ha una contrazione più lenta e duratura del tessuto striato, perché consuma meno ATP

• durante la contrazione, lo scorrimento dei filamenti di actina e miosina genera una tensione che viene trasmessa ai filamenti intermedi, i quali esercitano una trazione sui corpi densi ancorati al sarcolemma, producendo l’accorciamento della fibra.

(35)

Tipi di muscolatura liscia

Muscolo liscio a unità multipla

• Si trova nelle pareti delle grandi arterie, nelle grandi vie aeree, nei muscoli erettori del pelo, nei muscoli interni dell’occhio

• Consiste di fibre singole, ciascuna con fibre nervose motorie situate alle estremità

• La stimolazione di una singola fibra fa contrarre solo la fibra interessata

Muscolo liscio viscerale o unitario

• Si trova nelle pareti di piccole arterie, vene, organi cavi (stomaco, intestino, utero e vescica)

• Le fibre sono interconnesse da giunzioni comunicanti e formano un reticolo continuo

• Quando un segnale autoritmico o un ormone o un

neurotrasmettitore stimola una fibra il potenziale d’azione si trasmette alle fibre vicine che si contraggono in contemporanea come una singola unità.

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La contrazione del muscolo liscio

inizia più lentamente e dura più a lungo

gli ioni calcio entrano con lentezza nelle fibre muscolari lisce ma ne escono altrettanto lentamente, ritardando il rilassamento

la prolungata presenza degli ioni calcio nel citosol fornisce il tono del muscolo liscio, uno stato di contrazione parziale continua.

Il muscolo liscio si può accorciare ed allungare molto di più degli altri tipi di muscoli (capacità espansiva di organi cavi come utero, stomaco e vescica)

La maggior parte delle fibre si contrae e si rilascia in risposta a

impulsi nervosi provenienti dal sistema nervoso autonomo (involontario),

stiramento meccanico

ormoni (es. l’adrenalina prodotta dalla midollare del surrene determina il rilassamento della muscolatura liscia delle vie aeree)

variazioni di pH, di temperatura, di ossigeno e biossido di carbonio

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Il tessuto muscolare cardiaco

Detto anche miocardio

si presenta come un ibrido dei tessuti muscolari scheletrico e liscio.

Come il tessuto scheletrico:

È striato

Ha una contrazione potente e rapida, in grado di

assicurare a tutti i tessuti e gli organi l'apporto di sangue

Presenta cellule ben distinte tra loro, quindi non si può considerare un sincizio anatomico (anatomicamente non possiamo considerarlo come un'unica fibra)

Come il tessuto liscio:

È involontario

• Allo stimolo elettrico si contrae come un'unica fibra, per

questo è da considerarsi un sincizio funzionale.

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Il tessuto muscolare cardiaco

Le fibre della muscolatura cardiaca

• sono ramificate, più corte e di diametro maggiore rispetto a quelle della muscolatura scheletrica

• hanno un solo nucleo centrale

• sono interconnesse tramite ispessimenti irregolari del sarcolemma detti dischi intercalari i quali

contengono giunzioni cellulari comunicanti che permettono ai potenziali d’azione di passare rapidamente da una fibra cardiaca all’altra

• Hanno mitocondri più numerosi e più grandi rispetto alle fibre scheletriche

• Producono ATP soprattutto per respirazione

aerobica, utilizzando anche l’acido lattico prodotto

dalle fibre scheletriche.

(39)

Il tessuto muscolare cardiaco

• Il miocardio si contrae senza l’intervento di una stimolazione nervosa, batte

perché alcune fibre muscolari cardiache specializzate (miocardio specifico)

agiscono da stimolatori per l’inizio di ogni contrazione

• Il ritmo automatico delle contrazioni cardiache è detto autoritmicità

• Il ritmo cardiaco è influenzato da

numerosi ormoni e neurotrasmettitori che lo accelerano o lo rallentano

• In condizioni di riposo, il cuore si contrae

e si rilascia in media 75 volte al minuto

(40)

Nomi dei muscoli in base alla funzione

Vanno ricordati inoltre i muscoli mimici e gli oculomotori…

I muscoli che provocano tali movimenti

vengono detti: flessori, estensori, rotatori, abduttori, adduttori, supinatori, pronatori…

(41)

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