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Consacrato al Signore alla sequela di Maria

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Academic year: 2022

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...in DIALOGO

PERIODICO DELLA DIOCESI DI NICOSIA Direttore Responsabile Natalino Buzzone | Direzione e redazione Largo Duomo, 10 94014 Nicosia (EN) Tel./Fax 0935 646040 | Tel./Fax 0935 646040

Edizione web pubblicata nel sito della Diocesi di Nicosia www.diocesinicosia.it

numero 210 13 giugno anno 2021

Questione di equità sociale

S

i comincia finalmente a respira- re un po’ di ottimismo. L’effetto delle riaperture (benedetti vaccini) incide ovviamente in modo decisi- vo sulla percezione collettiva della situazione, come pure sul concreto andamento dell’economia. Anche l’Istat rileva un netto incremento dell’indice statistico che misura la fiducia delle famiglie e delle impre- se. Le previsioni sulla ripresa pro- duttiva – confermate dai primi se- gnali effettivi – convergono nel pro- spettare un balzo persino maggiore delle aspettative e superiore, in ter- mini relativi, a quello di altri grandi Paesi europei.

Perché uno sguardo più positivo sul futuro non si trasformi in un’inco- sciente ubriacatura è però necessa- rio tenere ben presenti alcuni ele- menti. Il confronto con gli altri Pae- si, per esempio, è condizionato dal fatto che il nostro punto di parten- za, anche pre-Covid, è molto più basso e quindi la nostra è una rin- corsa, più che una corsa...Ma al di là delle classifiche, il dato di fondo da considerare è quella che il Censis, in un recente rapporto intitolato “Il lavoro inibito”, ha definito “l’eredità della pandemia”. Nel 2020 – rileva l’istituto di ricerca – tre famiglie su dieci hanno subìto una riduzione di reddito e gli occupati sono stati 456 mila in meno dell’anno precedente, che pure presentava un quadro già problematico, mentre gli inattivi so- no aumentati di 711 mila unità. E sì che il blocco dei licenziamenti (fon-

di Stefano De Martis

editoriale

A conclusione della presentazione

“in Parola spezzata “ della decima lettera pastorale “Come un ramo di mandorlo” di monsignore Salvatore Muratore, a cura della sezione Uciim di Nicosia, sento di esprimere ad al- cune socie viva gratitudine, per il lavoro certosino di sintesi che ci hanno consegnato per condividerlo con la comunità diocesana.

Dalla sua costituzione la sezione ha realizzato tra i progetti e finalità, uno dei tanti articoli che ha come fonda- mento statutario e vi si legge: art.5, 1.5 “…è impegnata a collaborare con le realtà ecclesiali che operano per la promozione della cultura e del lavoro ,secondo la dottrina so- ciale della chiesa”…;

La sezione inaugurata il 26 marzo de 1986 presso il palazzo vescovile, alla presenza di monsignor Pio Vittorio

Vigo, la presidente nazionale Cesari- na Checcacci, il presidente regionale Nuccio Sciacchitano, dal consulente ecclesiastico don Michele Pitronaci, è stata guidata dalla professoressa Pina Rizzo.

Anni di intenso fervore ecclesiale, sociale e scolastico: dalla scuola di preghiera di monsignor Vigo, agli esercizi spirituali di don Michele, ai corsi di formazione politica realizza- ti presso il palazzo vescovile, ai corsi di aggiornamento rivolti a tutti i do- centi di ogni ordine e grado delle scuole di Nicosia, ai corsi realizzati presso l’università cattolica la Sa- pienza di Roma. L’Uciim è stata, e continua ad essere, il sistema edu- cativo per eccellenza di istruzione e di formazione per la scuola italiana.

Con la costituzione della sezione a Nicosia, abbiamo attraversato

trent’anni, che hanno visto rivoluzio- nare la scuola italiana, la società sempre più consumistica con gravi ripercussioni in tutti i campi. La no- stra Chiesa diocesana ci ha accom- pagnati con la presenza dei tre Ve- scovi: da monsignor Vigo a monsi- gnor Salvatore Pappalardo a monsi- gnor Salvatore Muratore, figure por- tanti per il rinnovamento della Chie- sa anche attraverso il sinodo cele- brato nel 2017 e per la rilettura in chiave cristiana dell’evoluzione del- la società.

Prendo in prestito le parole citate nella lettera pastorale del vescovo Muratore “Il volto dell’Amata”

2016/17: “Il nostro presente è il rac- cogliersi di una infinità di im- pronte è di sementi lasciate con te- nacia nei solchi della vita delle fa- miglie; orme che sanno di preghie-

ra e di sudore di fede semplice e di abbandono fiducioso a Dio”.

Di questa consegna la sezione ha vo- luto farne tesoro, realizzando in oc- casione del bicentenario della nasci- ta della diocesi 1817-2017, la Crono- tassi dei 14 Vescovi che si sono suc- ceduti, uno strumento prezioso per indicarci, ancora una volta, il cam- mino della nostra Chiesa diocesana fino ad oggi.

Impronte custodite non solo nei cuo- ri, ma realizzate, non avulse dal tem- po e dalla storia, ma dentro questo contesto che la Chiesa, sia universa- le che locale, sta vivendo. E ripercor- rendo tutte le lettere pastorali del vescovo Muratore, alcune delle quali sono state presentate dall’Uciim con il coinvolgimento di associazioni lo- cali sia ad Assoro, che a Leonforte, emerge come sono state strumento

di riflessione soprattutto nei tempi forti dell’anno liturgico, ne è uscito fuori un programma di vita cristiana che al pari cammina con la Chiesa universale con il santo padre papa Francesco.

La sfida del partire insieme, L’au- dacia della missione, Il fascino del- la Parola, Catturati dalla bellezza, Tessitori di comunione, Il respiro dell’amore, Il volto dell’amata, Sen- tieri di prossimità, Profumo di al- be nuove e Come un ramo di man- dorlo. In questi messaggi circola la presenza della Chiesa nella sua natu- ra (Parola incarnata), la comunione vissuta nell’amore verso il prossimo, diventando tessitori per gettare ponti di speranza in albe nuove, ri- generandosi come un ramo di man- dorlo .

Angela Mancuso

LEONFORTE. Il 24 maggio Angelo Fichera ordinato diacono dal vescovo Salvatore Muratore

Consacrato al Signore alla sequela di Maria

Dalle lettere pastorali del vescovo Muratore un programma di vita cristiana

Il cammino di un popolo....

segue a pag. 4

È

stata scelta volutamente la me- moria di Maria ausiliatrice per l’ordinazione diaconale di Angelo Fi- chera, che con l’ordine del diaconato compie un altro ulteriore passo verso il sacerdozio. La scelta della data, il 24 maggio, è stata scelta per il legame spirituale che la comunità leonfortese ha con la Vergine. “Hai respirato in maniera in particolare a Leonforte la spiritualità delle figlie di Maria ausilia- trice – ha ricordato monsignor Mura- tore nell’omelia – sono contento che questo popolo rimane sempre legato, profondamente unito a questa spiri- tualità e che ne porta le impronte più profonde nel cuore, conservane la gioia, il servizio, la fiducia e la passio- ne di giovane”.

Assieme al Vescovo a concelebrare c’era anche il clero diocesano ed era- no presenti i seminaristi di Catania, oltre alla comunità ecclesiale leonfor-

tese che ha vissuto, a trenta anni dall’ultima ordinazione diaconale, un momento di gioia e di grande festa.

“Maria icona di una Chiesa non disin- carnata ma immersa nella vita degli uomini dentro la vita della gente, at- tenta, vicina, partecipe delle sue gioie e dei suoi dolori. questa Chiesa così, questa Chiesa devi amare, servire e la- sciare trasparire dal tuo modo di vive- re, tu servo innamorato della Chiesa”.

Ma di quale Chiesa? Di quella che più volte

“Non può essere appiattita, non può essere ferma ma dinamica con la mis- sione nel cuore, estroversa. Tu servo di una Chiesa che come Maria sa ac- corgersi, anzi previene il disagio e in- terviene per trovare risposte e solu- zioni. Non una Chiesa astratta, distan- te, chiusa nei riti e nelle sacrestie, ma pronta ad immergere pienamente la sua vita in mezzo al popolo. Tu diaco-

no di una Chiesa che fa del grembiule come Gesù che lava i piedi il suo mo- do di essere più bella. Diacono per sempre come Gesù che è venuto non per essere servito ma per servire e da- re la vita, per sempre, per sempre an- che quando diventerai sacerdote con lo spirito del servizio profondamente stampato sul tuo cuore e sulla tua pel- le. Fai sempre quello che lui dice e nessun’altra cosa. Nella parola di Ge- sù troverai, la sorgente, l’alimento, lo stimolo, quel Vangelo che fra poco ti consegnerò toccherai con le tue mani e ogni volta che lo proclamerai, bace- rai, lo devi imprimere nel cuore nella tua carne devi diventare trasparenza di Vangelo. Annunziatore della Parola che invita ad andare a Gesù, ad obbe- dire alla sua Parola nella consapevo- lezza che è l’unica parola che è detta all’uomo perché abbia la vita e l’abbia in abbondanza. Fai innamorare di Dio

e della sua Parola. Pronto a correre lungo le strade, e a raggiungere le pe- riferie culturali e sociali”. Un invito quest’ultimo rivolto a tutta la Chiesa a partire dai sacerdoti. “Noi dobbiamo essere veramente coloro che la realiz- zano, la vivono. Correre lungo le stra- de, raggiungere le periferie culturali e sociali, ci sono troppi donne e uomini dimenticati, scartati, messi da parte”.

Quindi l’invito a chinarsi “sempre sul fratello qualunque volto abbia: solo, indifeso, immigrato, malato, scorag- giato. Combatti strenuamente la cul- tura dello scarto così presente nella mentalità di molti e purtroppo spe- cialmente presente nei giovani, nei ra- gazzi”. Una Chiesa quindi che serve

“la vita fragile, ferita, umiliata, emargi- nata. Espressione della misericordia di Dio che infonde forza, sostiene e fa rialzare”.

Cristina Puglisi

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pagina

NICOSIA. Il 2 giugno la festa liturgica del Patrono regionale dei donatori di sangue, con la consueta messa nell’Orto dei Cappuccini, presieduta dal vescovo Salvatore Muratore

P

er le associazioni dei donatori di sangue in Sicilia, il 15 gennaio 2020 è, e sarà quella data che la storia ricordera, nelle sue belle pagine, per aver dato un patrono, un protettore a tutti i donatori di sangue Siciliani.

È stata la Conferenza Episcopale Si- ciliana, svoltasi a Calatafimi a Paler- mo dal 13 al 15 di gennaio e presie-

duta da mons. Salvatore Cristina ar- civescovo di Catania, a seguito del- l’istanza del C.I.V.I.S. – Coordinamen- to interassociativo dei volontari do- natori di sangue AVIS, FIDAS, FRA- TRES e CRI – affinché i donatori di sangue ricevessero un patrono regio- nale, i Vescovi di Sicilia hanno pro- clamato San Felice da Nicosia Patro- no regionale dei donatori di sangue.

La missione associativa del dono, del volontariato e della solidarietà sociale - dice Salvatore Mandarà co- ordinatore del CIVIS - è una tra le buone pratiche di di vita, autentico gesto disinteressato, anonimo e gra- tuito che ha tutte le caratteristiche di una vera opera di misericordia. La vi- ta di San Felice da Nicosia, è esem- pio che abbiamo il dovere di tra- smettere alle nuove generazioni rac- contando che il piccolo Filippo Gia- como Amoroso, fin da piccolo si de- dicava alla questua assieme al fratel- lo, visitando le case dei ricchi per in- vitarli a condividere i loro beni con chi ne aveva di bisogno e sia quelle dei poveri per dare loro conforto ma- teriale e spirituale.

Canonizzato da Papa Benedetto XVI il 23 ottobre 2005, è indicato come esempio di vita povera e santa, che ha fatto del motto “Sia per l’amor di Dio” un impegno costante a favore dei bisognosi e degli ammalati che era pronto a servire giorno e notte.

Cosi sono tutte le nostre associazioni dei donatori di sangue e plasma in Si- cilia, lavorano in silenzio e con quella umiltà necessaria per non far pesare, l’impegno in gratuità per coloro che continuano a vivere grazie alle tra- sfusioni di sangue. La Sicilia ha 2700 talassemici, su 7000 in tutta Italia, e occorrono 47.000 sacche di sangue, per dar loro la linfa vitale per la loro sopravvivenza. il Convento dei Frati Minori Cappuccini, in via San Felice 43, il 2 giugno un po prima della be- nedizione di mons. Salvatore Murato- re, ci ha fatto incontrare, parlare e di- scutere delle tante problematiche che affliggono il volontariato oggi, ma ha fatto pure respirare il profumo dell’umanità e della bellezza della vi- ta, e della salute di ogni essere uma- no, qualunque sia s

Il suo colore della pelle, rimane rosso

quello del sangue, cosi come rossa e la piccola gocciolina di sangue, co- me effige di tutti i donatoridi sangue e di vita.

“Che sia per l’amore di Dio”.

Per Avis, Salvatore Mandarà Per Fidas Salvatore Caruso Per Fratres Palmira Dipasquale

Per Croce Rossa Italiana Alessandra Bellavia.

La vita di San Felice da esempio per le nuove generazioni

I

l piazzale antistante la chiesa di San Silvestro e la Pinacoteca civica d’ar- te moderna del Comune di Troina sa- ranno intitolate a monsignor Gaetano Zito, l’amatissimo e compianto reli- gioso e storico ecclesiastico nato a Troina il 9 marzo del 1954 e prematu- ramente scomparso all’età di 65 anni, l’8 ottobre del 2019 a Catania, a causa di una grave malattia. La decisione, su proposta del sindaco Fabio Vene- zia, approvata all’unanimità dal consi- glio comunale, nella seduta svoltasi ieri sera, coniuga la proposta di intito- lare, a due anni dalla sua scomparsa, il piazzale della chiesa del santo patro- no al vicario episcopale per la cultura dell’Arcidiocesi di Catania, avanzata dal gruppo di minoranza dell’opposi- zione “Troina in Movimento”, all’in-

tenzione dell’amministrazione comu- nale di dedicare all’eminente figura religiosa, intellettuale e storica di fa- ma internazionale, la Pinacoteca civi- ca d’arte moderna, recentemente isti- tuita negli ambienti espositivi della Torre Capitania. “Troina ricorda uno dei suoi figli migliori – spiega il primo cittadino. Padre Gaetano Zito fu uno spirito poliedrico. Uomo di fede, gui- da pastorale, arguto teologo, raffinato storico, apprezzato formatore in tem- pi di scarse vocazioni. La sua umana attenzione alle espressioni di religiosi- tà popolare, a Catania quanto a Troi- na, era accompagnata dall’acuta vo- lontà di avvicinare alla fede la tradi- zione e il folklore. Ed in questo non fa- cile percorso, lo soccorrevano in aiu- to le sue non comuni capacità orato- rie che gli permettevano di parlare al cuore dei fedeli. Studioso infaticabile e brillante conferenziere, intendeva la cultura non come esercizio di mera erudizione, ma come strumento di promozione umana e sociale”.

L’amministrazione comunale, appena concluso l’iter di intitolazione e nel ri- spetto delle eventuali restrizioni impo- ste dalla pandemia, organizzerà una cerimonia ufficiale per onorare la me- moria del sacerdote troinese e per far- la conoscere alle giovani generazioni.

Doriana Graziano Ufficio stampa Comune di Troina

Troina. Il piazzale davanti la chiesa San Silvestro e la Pinacoteca

Due intitolazioni per

monsignore Gaetano Zito

S

arà il quartiere “Abbazia” ad ospi- tare la via che porterà il nome del sacerdote Benismino Giudice. La de- cisione è stata presa in consiglio co- munale su proposta del gruppo di op- posizione.

“Il Priore, deceduto nel 1997 - ha di- chiarato Luigi Manno, capogruppo el- la minoranza - ha rappresentato per intere generazioni e famiglie un vali- do punto di riferimento, ha saputo conciliare impegno sacerdotale e azione sociale, una figura di straordi- naria attualità che insieme ad altre fi- gure impegnate nel sociale mi auguro possano essere sempre ricordate con

affetto, stima e riconoscenza per tut- to quello che hanno fatto per la nostra comunità’”.

Non è la prima volta che la richiesta di intitolazione viene portata avanti, infatti, in passato c’erano state due petizioni.

Beniamino Giudice era nato ad Agira il primo gennaio del 1917 e dopo ave- re studiato al seminario di Nicosia era stato ordinato sacerdote nel 1940. Fi- no al 1952 visse a Milano dove colla- borò attivamente con Armida Barelli e padre Agostino Gemelli, coofonda- tori dell’ Università Cattolica di Mila- no. Per molti anni predico’ in giro per l’Italia per tenere numerosi esercizi spirituali. Rientrato ad Agira fu nomi- nato priore parroco della chiesa Ab- bazia fino al 1992. Durante la sua lun- ga attività sacerdotale rilanciò l’Azio- ne Cattolica, ampliò i locali parroc- chiali, fu docente presso il locale Isti- tuto magistrale, allacciò numerosi rapporti con i paesi che venerano San Filippo di Agira come protettore. Ap- passionato di comunicazioni sociali creò Radio Abbazia confluita succes- sivamente nell’odierna radio Onda Li- bera. Durante gli ultimi anni di vita fu rettore della chiesa Madonna delle Grazie e fu volontario all’Oasi Maria SS. di Troina. Mori il 29 Luglio del 1997 dopo un viaggio di sacerdoti in Costa D’Avorio.

La redazione

Agira. La proposta partita dal consiglio comunale

Una via cittadina sarà dedicata

alla memoria del priore Beniamino Giudice

La comunità diocesana per Pio Vigo È

stata presieduta da monsignor Sal-

vatore Pappalardo e concelebrata dal vescovo Salvatore Muratore, assie- me al clero diocesano, la messa in suf- fragio di monsignor Pio Vittorio Vigo, il 28 maggio scorso nella cattedrale di Nicosia.

Un momento di comunitario di pre- ghiera, “anche doveroso e significativo che – ha affermato monsignor Murato- re – la comunità diocesana si ritrovas- se insieme per fare memoria e per pre- gare per monsignor Pio Vigo”. E nella sua introduzione alla celebrazione monsignor Pappalardo ha voluto sot- tolineare quanto Pio Vigo sia stato un

“pastore molto zelante, molto buono.

Lo ricordiamo tutti, di nobile casato e dal cuore veramente nobile, con la sua umiltà, con la sua sincera amicizia. Ab- biamo motivo di ricordalo con tanta gratitudine di pregare per lui di ricor- dare questo suo modo di vivere la vita di discepolo del Signore, di pastore del popolo santo di Dio, nella semplicità, nella mitezza, nella bontà, tutte virtù che dovremmo poter imitare anche noi”. A conclusione della celebrazione a fare memoria storica della presenza di monsignor Vigo a guida della nostra Diocesi ci ha pensato Lella Russo.

La redazione

DIOCESI. Il 28 maggio in Cattedrale la concelebrazione

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#S

tudents4Simeto è un progetto del Presidio Partecipativo del Patto del fiume Simeto e nasce dalle attività di ricerca-azione della Sum- mer School 2019 sul tema della ridu- zione dei rifiuti.

“L’idea di #Students4Simeto - dice il presidente del presidio David Ma- scali - nasce nel 2019 durante una delle Summer School organizzate dal Presidio con le Università di Ca- tania, di Boston e di Memphis, in particolare durante un tavolo di la- voro legato alla prevenzione dei ri- fiuti. Nasce per iniziativa di giovani simetini delle scuole superiori ed è stato concepito per i giovani che stanno ripensando il proprio futuro e a quello del pianeta nell’ottica del- la sostenibilità”.

Il Presidio lavora sulla base di una struttura organizzata in gruppi di la- voro negli ambiti della progettazio- ne, della comunicazione, l’energia e l’ambiente, la legalità, la cultura e vi fanno parte 10 Comuni: Adrano, Pa- ternò, Biancavilla, Motta Sant’Ana- stasia, Santa Maria di Licodia, Ragal- na, Belpasso, Centuripe, Regalbuto e Troina.

“Il Presidio Partecipativo - aggiunge Mascali - è una rete che nasce nel 2015 per volontà di oltre 60 associa- zioni della Valle per promuovere, con i Comuni e l’Università di Cata- nia, un vasto piano di sviluppo so- stenibile e di tutela del territorio at- traversato dal Fiume Simeto, tra le

province di Catania ed Enna. Oggi è una realtà protagonista e impegnata in un grande numero di progetti e iniziative sulla tutela dell’ambiente e la promozione della cultura. Con particolare gioia abbiamo dato avvio in aprile, con 4 associazioni partner e 4 scuole, al progetto #Students4Si- meto, fortemente voluto dal Presi- dio e dalle associazioni che ne fanno parte”.

Il progetto, finanziato con l’8 per

mille alla Chiesa Valdese, prevede la realizzazione di 4 laboratori per gli studenti dei comuni di Regalbuto, Adrano, Santa Maria Di Licodia e Pa- ternò e ha lo scopo di educare le nuove generazioni ad attuare buone pratiche per uno stile di vita ecoso- stenibile.

Il laboratorio realizzato con i ragazzi di due quinte dell’IPSSAT “Rocco Chinnici” di Santa Maria Di Licodia ha previsto il progetto Grafica e

Giornalismo, di cui faccio parte as- sieme a Giulia Maniscalco nel ruolo di esperte in giornalismo e a Ilaria Abate esperta in grafica.

Gli incontri sono stati curati dall’as- sociazione Cultura&’Progresso con argomentazioni sul riciclo e la ridu- zione dei rifiuti, le ecomafie, la sal- vaguardia dell’ambiente. “L’associa- zione Cultura&’Progresso è costan- temente impegnata in attività cultu- rali che hanno ad oggetto la risco- perta del territorio simetino, le sue tradizioni, i suoi usi e costumi - dice Martina Conti Bellocchi presidente dell’associazione - grazie al progetto

#Students4Simeto abbiamo avuto la possibilità di svolgere delle attività con studenti all’interno della loro scuola. Il bilancio dei primi 4 mesi dall’avvio del progetto - continua la presidente - è sicuramente positivo, la riduzione dei rifiuti ci sta a cuore, in quanto abbiamo sempre promos- so un modello di vita sostenibile e attento al pianeta. È stato entusia- smante raccontare la nostra espe- rienza ai ragazzi, parlare insieme a loro delle condizioni in cui purtrop- po versa la Valle del Simeto e pensa- re a quali buone condotte possiamo attuare quotidianamente. Gli stu- denti sono davvero felici del percor- so che abbiamo avviato. In loro ab- biamo instillato curiosità e voglia di mettersi in gioco per cambiare, an- che con gesti piccolissimi, le sorti di questo territorio”.

Gli alunni delle classi V G indirizzo cucina e V B indirizzo ricevimento, seguiti anche dalle professoresse Ketty Pulvirenti e Maria Russo, con- cluso il laboratorio, ci hanno detto che non erano a conoscenza dell’esi- stenza di mega discariche vicino al loro territorio; hanno appreso come ridurre la produzione dei rifiuti ac- quistando meno e scegliendo pro- dotti con meno imballaggi e hanno acquisito maggiore consapevolezza del danno che si reca all’ambiente lasciando in giro rifiuti.

“Come presidente di una realtà così vitale e solida - conclude David Ma- scali - non posso che esprimere sod- disfazione per il riscontro che le atti- vità stanno avendo tra i ragazzi, rin- graziare i docenti e i dirigenti scola- stici che hanno offerto massimo supporto, i volontari delle associa- zioni, e tutti i collaboratori che stan- no animando le attività laboratoriali.

Un grazie speciale, ai ragazzi di tutti gli istituti scolastici che hanno ac- colto con entusiasmo le attività for- mative”.

Come elaborati finali del corso i ra- gazzi hanno realizzato delle produ- zioni grafiche che rappresentano la loro visione del mondo libero e/o oppresso dai rifiuti e hanno scritto degli interessanti articoli con le loro considerazioni su ciò che hanno ap- preso.

Teresa Saccullo

Il progetto degli “studenti per il Simeto”

Ripensare il futuro del pianeta nell’ottica della sostenibilità

C

’è un accordo di parternariato, firmato qualche giorno fa a Troi- na, nella “Sala Martino” del Centro Congressi “La Cittadella dell’Oasi”, per la valorizzazione dei patrimoni dei territori rurali nell’ambito del pro- gramma “Terre Rurali d’Europa”, con- tenuto nella programmazione euro- pea Agenda 2030.

L’intesa, che interessa le vie della transumanza nei territori regionali di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campa- nia, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia, ha la firma di 27 enti pubblici e privati, che hanno deciso di fare rete ed ade- rire al progetto “Parchi, Pastori, Tran-

sumanze e Grandi vie della Civiltà - Parcovie 2030”, con l’obiettivo di ri- qualificare, recuperare e valorizzare le antiche trazzere e le vie di transu- manza ed i beni materiali che emergo- no lungo i percorsi dei territori inte- ressati e di proporre la duplice candi- datura delle vie agropastorali a “Cam- mini d’Europa” presso il Consiglio d’Europa ed a quella materiale UNE- SCO delle vie Pecuarie.

Del Parternariato, di cui il Comune di Troina è capofila e coordinatore, fan- no parte: l’Ente Parco Naturale Regio- nale dei Nebrodi; l’Ente Parco Natura- le Regionale delle Madonie; i comuni

di Capizzi (ME), San Teodoro (ME), Castel di Lucio (ME), Geraci Siculo (PA), Centuripe (EN), Santo Stefano di Quisquina (AG), Sperlinga (EN), Re- galbuto (EN), Valguarnera (EN),Cate- nanuova (EN), Gagliano Castelferrato (EN), Cerami (EN), Santa Domenica Vittoria (ME), Nicosia (EN); L’Azienda Silvo-Pastorale di Nicosia; L’Azienda Silvo-Pastorale di Troina, il Centro equituristico troinese, il Consorzio

“FAGRAL” di Geraci Siculo (PA);

l’Azienda agricola “Agrima srl” di Troi- na (EN); l’Azienda agricola “Kalat Sci- bet” di Calascibetta (EN) e ancora so- cietà di servizi e tecnici.

Il primo obiettivo è quello di attivare un progetto pilota sui percorsi del ter- ritorio siciliano, procedendo alla rea- lizzazione della cartografia d’insieme della rete nazionale e trasnazionale delle Vie Agropastorali e delle Grandi Vie delle Civiltà, congiuntamente ad un’attività di ricerca territoriale per rendere operativo l’utilizzo della rete delle vie della transumanza e di tutte le altre iniziative collegate quali il re- cupero dei borghi, le attività artigiane e la creazione delle community terri- toriali.

Infine, per valorizzare il sistema so- cio-economico delle “Terre Rurali

d’Europa” che in passato ha generato imprese, attività commerciali, sociali, culturali e di servizi e ravvisata la ne- cessità di elaborare un programma che abbia come obiettivi la creazione di nuova occupazione, evitare lo spo- polamento e la riqualificazione, la ri- vitalizzazione e la valorizzazione del- le aree interne e marginali, collegate tra di loro con le vie delle transuman- ze e agropastorali, si collaborerà alla costituzione del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) ed a quella del Gruppo Europeo di Inte- resse Economico (GEIE).

La redazione

VALORIZZAZIONE TERRITORIALE. Il partenariato ha visto l’adesione di 27 enti pubblici e privati, con capofila il comune di Troina

Nasce il progetto che punta su parchi, pastori e transumanza

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.. . in DIALOGO

D

entro il Piano nazionale di ripre- sa e resilienza (Pnrr) non c’è un richiamo esplicito alla questione del- lo spopolamento dei comuni delle aree interne. Negli ultimi 50 anni 300 piccoli comuni hanno perso più della metà della loro popolazione e 2.000 comuni hanno visto diminuire la loro popolazione del 20 per cento. Se non si inverte questa tendenza allo spopo- lamento dei comuni delle aree inter- ne, nel 2050 il 70 per cento della po- polazione si concentrerà nelle grandi aree urbane.

Non c’è nel Pnrr una politica comples- siva, un’idea di come affrontare que- st’emergenza. Ci sono tante altre cose utili che bisogna andare a cercare per declinarle sulle aree interne in via di spopolamento e in deficit di sviluppo.

Come dire che le ricette nel Pnrr non ci

sono, però ci sono gli ingredienti che bisogna saper dosare. Non è un compi- to facile al quale non possono sottrarsi istituzioni e comunità locali delle aree interne. E l’approccio al Pnrr dei sinda- ci non può essere quello di chi pensa di prendersene una parte e farne una co- sa carina per il proprio comune.

I comuni devono lavorare insieme. De- vono saper costruire coalizioni proget- tuali da cui nasceranno nuove geogra- fie amministrative. Nell’assolvere que- sto compito istituzioni e comunità lo- cali devono elaborare una visione e un progetto politico di ampio respiro che guardino oltre i confini municipali par- tendo da un dato: uno degli obiettivi del Pnrr è il superamento degli squili- bri territoriali, che sono quelli tra Nord e Sud, tra montagne e pianure, tra aree interne e aree urbane. Questi squilibri

territoriali sono il risultato di un mo- dello di sviluppo che ha privilegiato grandi aree urbane, ponendole al cen- tro, a danno delle aree interne rurali, che le ha marginalizzate.

Nel cambiare questo modello di svilup- po le aree interne sono un laboratorio per il futuro dell’intero paese e devono svolgere un ruolo straordinario da pro- tagoniste. Per fare questo, istituzioni e comunità locali devono lasciar perdere alcune cose. Per prima cosa devono abbandonare la rappresentazione di

“paese presepio” dei loro paesi. Non possono più pensare di ridurre i loro paesi ai balconi con i gerani fioriti e pensare che la questione si risolva solo con il recupero di bei palazzi e di ca- stelli rimessi a posto. Non è solo una questione di rigenerazione urbana. È anche, e soprattutto, una questione di

rigenerazione sociale per la quale oc- corre individuare i soggetti innovatori che la animano. Si tratta in particolar modi di recuperare il senso del borgo come modello di vita, di una concezio- ne di comunità. Devono uscire anche da un equivoco di fondo che li ha indot- ti a pensare che la questione dei borghi della aree interne si risolva portandoci i turisti. Il turismo è un elemento che può aiutare, ma non è quello risolutivo.

È necessario mantenere una connota- zione manifatturiera dell’economia lo- cale. A riabitare i borghi delle aree in- terne devono essere le giovani coppie alle quali bisogna procurare il lavoro. A pensarla così ci sono anche Fiorello Primi, presidente dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, Lino Gentile, delegato dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) per le aree inter-

ne e sindaco di Castel del Giudice (Is), e Massimo Castelli, coordinatore na- zionale dei piccoli comuni Anci e sin- daco di Cerignale (Pc). Se lo dicono lo- ro, c’è da crederci.

S. P.

Costruire coalizioni progettuali per arginare lo spopolamento e i deficit di sviluppo delle martoriate aree interne

Il docente universitario agrigentino ai vertici nazionali dell’associazione dopo 7 anni di vice-presidenza

C

osa ci vorrebbe per i comuni delle aree interne, che sono piccoli co- muni con poche risorse umane dispo- nibili e senza le necessarie competen- ze per affrontare le sfide del Piano na- zionale ripresa e resilienza (Pnnr)?

Molti pensano che ci vorrebbe un’agenzia di sviluppo locale con figu- re professionali di animazione territo- riale, di creazione di lavoro, di crea- zione d’impresa, di progettazione ur- banistica e territoriale. Ma, questa, che sarebbe l’ideale, non si realizza in poco tempo.

Quello che i comuni possano fare su- bito, per attrezzarsi ad affrontare le sfide del Pnrr, comunemente inteso

“Recovery Plan”, e degli altri strumen- ti disponibili per lo sviluppo delle aree interne, è la costituzione di uffici ai quali affidare le funzioni che sono proprie di un’agenzia di sviluppo per mettere i sindaci e le giunte municipa- li di conoscerli e utilizzarli al meglio.

Nella selezione delle unità di persona- le da destinare a questi uffici, che po- tremmo chiamare “Ufficio program- mazione e sviluppo locale”, si dovrà tenere conto di alcune caratteristiche.

Le unità di personale devono essere giovani, motivati, possibilmente lau- reati in materie tecniche (ingegneria edile, architettura, ingegneria gestio- nale, economia, sociologia, scienze politiche). Se non ci sono tutte queste

figure, si scelgono quelle che ci sono o figure che vogliono convertirsi in que- ste nuove funzioni. Naturalmente per tutti devono essere previsti dei corsi di alta formazione sui diversi aspetti e problemi dello sviluppo locale (ricer- ca socio-economica, programmazio- ne, progettazione, partecipazione ai bandi europei e rendicontazione fondi europei etc).

Spesso si usa la metafora del treno che passa e sul qual salire per inter- cettare questi strumenti per lo svilup- po locale. Ma non basta aspettare che il treno passi per poterci salire. Nel- l’attesa bisogna prepararsi per potersi agganciare a questi treni che passano.

E se non si è preparato, il treno non si riesce a prenderlo e si resta a terra.

Tutto questo richiede ai comuni di mettere mano ad una riforma organiz- zativa in una logica associativa. Que- st’esigenza è maggiormente avvertita in un contesto territoriale, come quel- lo che una volta amministrativamente era definito “provincia di Enna”, in de- ficit di sviluppo economico, desertifi- cato socialmente e demograficamen- te. In un contesto territoriale dove le uniche istituzioni pubbliche esistenti sono i comuni e dove non c’è un cen- tro urbano egemone che con le sue istituzioni, tra le quali l’Università e gli istituti di istruzione superiore, sia in

grado di aggregare e coordinare gli al- tri centri urbani per affrontare le sfide del Pnrr. Ma non solo queste le sfide, perché ci sono anche quella della Snai e del nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027.

Queste sfide non possono essere af- frontate dai comuni da soli in ordine sparso, in particolare dai piccoli co- muni. I comuni devono trovare forme di collaborazione amministrativa che li mettano nelle condizioni di poter affrontare queste sfide per poterle vincere. Un piccolo comune non può affrontare da solo, ad esempio, la sfi- da di quelle linee d’intervento delle due componenti della Missione 6 – Salute del Pnrr che prevedono la rea- lizzazione di 1.288 Case della Comu- nità e di 381 ospedali di comunità, che sono due strutture fondamentali della medicina del territorio di cui hanno estremo bisogno gli abitanti dei comuni delle aree interne distanti dai centri urbani - poli di servizi. Per l’implementazione di queste strutture della medicina del territorio, si preve- de la definizione di uno strumento di programmazione negoziata e il coin- volgimento degli enti interessati. E al- la negoziazione è meglio andarci in- sieme con idee chiare e condivise su quello che si vuole ottenere.

Silvano Privitera

PICCOLI COMUNI. Strumenti per vincere la crisi

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te Banca d’Italia-Ministero del lavo- ro) lo scorso anno ha preservato 240 mila posti di lavoro e altri 120 mila ne ha salvati in questi primi mesi del 2021. La scadenza del bloc- co a fine giugno mette a rischio al- meno altri 120-130 mila occupati (secondo altre stime arrivano a 5- 600 mila) e l’idea di un’ulteriore proroga di due mesi per valutare l’impatto concreto della ripresa ap- pariva ragionevole. Com’è noto, era stata di fatto inserita nel Decreto Sostegni-bis ma prima della pubbli- cazione sulla Gazzetta Ufficiale è stata rimossa dopo la levata di scu- di di Confindustria. Vedremo che cosa accadrà nell’iter parlamentare di conversione del decreto e nel confronto tra le parti sociali. Il se- gretario della Cisl, Luigi Sbarra, ha proposto di aprire un tavolo con gli imprenditori per studiare un accor- do-quadro nazionale su come scon- giurare esuberi e licenziamenti. La veemenza con cui gli industriali si sono scagliati contro la proroga del blocco non autorizza grandi speran- ze eppure varrebbe la pena tentare.

La politica, comunque, deve fare la sua parte. La ripresa economica che tutti ci auguriamo rapida e consistente non è un processo neutro e uniforme, né la pandemia ha colpito tutti allo stesso modo.

C’è in campo una questione inelu- dibile e urgente di equità sociale e di riduzione delle disuguaglianze aggravate dalle conseguenze del Covid. E ci dev’essere l’impegno a orientare la crescita in modo che possa creare occupazione reale e dignitosa. Nella nostra Costituzio- ne il lavoro non è un bene tra i tan- ti, ma è addirittura il fondamento della Repubblica. E la stessa Car- ta, all’articolo 41, afferma che “la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attivi- tà economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordi- nata a fini sociali”.

Questione di equità sociale

Comuni uniti per nuove geografie amministrative

È

siciliano il nuovo Presidente Na- zionale dell’Azione Cattolica Ita- liana per il triennio 2021-2024. Giusep- pe Notarstefano, 51 anni, agrigentino che vive a Palermo con la moglie, Mi- lena Libutti, e il figlio Marco. È ricer- catore di Statistica economica e at- tualmente insegna all’Università Lum- sa, sede di Palermo.

Dal 2014 ha rivestito il ruolo di vice- presidente nazionale per il settore adulti e dunque ha maturato un’am- pia competenza per svolgere al me- glio il servizio che oggi gli è chiesto di svolgere.

Notarstefano inoltre collabora come esperto all’Ufficio nazionale per i pro- blemi sociali e il lavoro della Cei e dal 2016 è componente del Comitato scientifico organizzativo delle Setti- mane sociali dei cattolici italiani. È

inoltre autore di numerose pubblica- zioni sui temi delle economie regiona- li, dell’impatto economico locale del turismo, dei metodi di valutazione del- le politiche pubbliche, delle misure statistiche del benessere e della quali- tà della vita e dell’impatto dell’econo- mia sociale.

“Vorrei innanzitutto esprimere la mia commossa gratitudine – afferma Giu- seppe Notarstefano, neo presidente dell’Azione cattolica italiana in una di- chiarazione a caldo – verso il Consi- glio nazionale dell’Azione cattolica italiana e i vescovi italiani per avermi voluto affidare il compito di rappre- sentare, coordinare e promuovere l’associazione in un ‘tempo difficile, imprevisto e inedito’, che rivela ‘an- che segni di fiducia, motivi di gratitu- dine e nuovi sentieri di speranza’

(Messaggio della XVII Assemblea na- zionale dell’Ac alla Chiesa e al Paese, 2 maggio 2021)”. “Mentre mi accosto a questo importante servizio, grande è la percezione della mia personale ina- deguatezza, resa più sopportabile solo dalla consapevolezza che ogni compi- to associativo è svolto nella corre- sponsabilità di tanti e nella coopera- zione di tutti”, aggiunge Notarstefano, ricordando che “l’Azione cattolica mi ha accompagnato sin da ragazzo e in essa ho maturato un grande senso di riconoscenza: verso il Signore che mi ha donato questa strada da percorrere alla scoperta della gioia rigenerante del dono di sé e del servizio agli altri, soprattutto ai ‘più piccoli’, e verso la Chiesa, cui ho imparato a voler sem- pre più bene grazie alla compagnia di laici e sacerdoti” che “hanno seminato

e coltivato in me un profondo deside- rio di bene e di comunità. L’Ac è per me una lunga storia di amicizie bellis- sime (...) penso a tutti gli aderenti, a quanti simpatizzano con la bellezza e l’entusiasmo della nostra ‘passione cattolica’: ai piccolissimi, ai bambini e ai ragazzi, ai giovanissimi e ai giovani, agli adulti, nelle tantissime associazio- ni territoriali di base presenti ovunque nella nostra bella Penisola: un popolo davvero numeroso in questa città! So- no particolarmente grato a tutti e a ciascuno per aver riconosciuto questo tempo difficile come un’opportunità e l’associazione stessa come la forma resiliente e fraterna per viverlo nella gioia. Un grazie che si estende a quan- ti collaborano e lavorano per rendere più sostenibile la vita associativa”.

“È bello pensare che la vita associati-

va sia soprattutto un camminare insie- me, prendendosi cura reciprocamen- te e concretamente gli uni degli altri”.

“Voglio ringraziare ancora il Santo Pa- dre per le sue parole cariche di affetto e stima e per la prospettiva indicata all’Ac di divenire sempre più una ‘pa- lestra di sinodalità’ a servizio della Chiesa italiana e del nostro Paese. A nome di tutti noi rivolgo, infine, un pensiero grato e riconoscente al presi- dente della Repubblica Sergio Matta- rella, guida autorevole in questa fase di delicata transizione della vita del Paese e delle sue istituzioni democra- tiche: la nostra associazione confer- ma il vivo desiderio di essere un pic- colo seme di rinnovamento civile, ri- cercando percorsi fraterni e alleanze generative di amicizia sociale per pro- muovere il bene comune”.

Giuseppe Notarstefano nuovo presidente nazionale dell’Azione Cattolica

Uffici di progettazione per affrontare le sfide del “Recovery Plan”

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