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Presentazione del corso: Introduzione alla Filosofia, Metafisica fondamentale e Lineamenti di Filosofia di Dio (FIL_1) Programma (Annuario A. A.

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Academic year: 2022

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Presentazione del corso:

Introduzione alla Filosofia, Metafisica fondamentale e Lineamenti di Filosofia di Dio (FIL_1)

• Programma (Annuario A. A. 2021/22 – pp. 16-17);

• Guida didattica dei corsi del primo anno (cartacea – file pdf);

• Piattaforma DISCERE ISSRA: corso FILOSOFIA -1 (on line):

programma, info & sussidi da scaricare.

Bibliografia: testi base (tutti e tre obbligatori):

Introduzione alla Filosofia (gennaio): T. Melendo, Un sapere a favore dell'uomo. Introduzione alla filosofia, EDUSC, Roma 2002 (o ristampe successive);

Metafisica (febbraio/aprile): L. Clavell – M. Pérez de Laborda, Metafisica, EDUSC, Roma 2006;

Filosofia di Dio (aprile): M. Pérez de Laborda, La ricerca di Dio.

Trattato di teologia filosofica, EDUSC, Roma 2011 Modalità: elaborato & esame orale

Docente: prof.ssa Valeria Ascheri (ascheri@pusc.it)

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AVVISO PER TUTTI GLI STUDENTI DEL CORSO

Introduzione alla Filosofia e Metafisica (FIL_1 - 21_22)

Tutte le presentazioni power point di questo corso - disponibili sulla piattaforma didattica alla fine del corso come file pdf – non sono da considerare in nessun modo dispense della docente né tanto meno sostituiscono i tre testi base che sono fondamentali e necessari.

Sono solo appunti schematici, di libera consultazione, che possono aiutare in caso di assenza alle lezioni o a orientarsi nello studio (insieme alla guida didattica e al programma del corso).

Non sono quindi da citare nell'elaborato scritto e non si dà l'autorizzazione per la loro pubblicazione o diffusione tramite stampe/fotocopie/ siti web, ecc...

E' solo un sussidio didattico, materiale informale riservato soltanto agli iscritti al corso di FIL_I dell' a.a. 2021/22 (è reso disponibile sulla piattaforma didattica del corso per questo unico scopo).

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Programma delle lezioni di gennaio & febbraio

- 1. Natura e finalità della filosofia.

Necessità della filosofia nell’attuale contesto culturale. Definizioni di filosofia. La filosofia come ricerca della verità “totale”. La filosofia come approfondimento rigoroso (“scientifico”) del sapere

spontaneo.

- 2. La filosofia e l’esistenza umana.

filosofo come cercatore di verità Le virtù del filosofo. Dalla filosofia alla vita e dalla vita alla filosofia.

- 3. Il metodo della filosofia: la questione/il problema e la ricerca di una soluzione. Metodo induttivo e deduttivo nella ricerca filosofica.

- 4. Le grandi aree della filosofia: filosofia prima e filosofie seconde.

Metafisica generale e metafisica speciale. La filosofia teoretica e la filosofia pratica. L’indagine filosofica secondo l’uno, il vero, il

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Programma delle lezioni di gennaio & febbraio - 2

- 5. La concezione della filosofia nella storia.

Filosofia, mito e religione. Nascita e maturità della filosofia in Grecia. L’incontro tra la filosofia e la Rivelazione cristiana. La

“svolta” gnoseologica e antropologica della filosofia moderna.

Accenni alle principali correnti filosofiche contemporanee.

- 6. La filosofia e le scienze.

Complementarietà e distinzione reciproca di oggetto e metodo. La mentalità scientista.

- 7. Filosofia, fede cristiana e teologia.

Equilibrio e reciprocità tra fede e ragione. Il rafforzamento della ragione ad opera della fede. Necessità della ragione filosofica per elaborare il sapere teologico. Filosofia e

Magistero ecclesiastico. L’enciclica Fides et Ratio. La sintesi filosofica di san Tommaso d’Aquino.

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1. La filosofia secondo le opinioni e le mode correnti...

Nel linguaggio comune si parla sovente di filosofia, ad esempio:

• la filosofia dell'azienda/della società, la filosofia di vita; vivere con filosofia, prendere la vita con filosofia; filosoficamente parlando...;

Alcuni luoghi comuni & critiche:

• la filosofia è un hobby, un passatempo, è propria di chi ha la testa nelle nuvole o di chi ha tempo da perdere o per intellettuali benestanti;

• la filosofia è solo 'teoria', un sapere astratto e astruso... non serve a niente, sono solo parole e pensieri…;

• la filosofia è un sapere ‘fantasioso’, sorto nell'epoca antica e sviluppatosi fino al medioevo insieme con la religione, prima della nascita della scienza, un sapere che non ha nessun rapporto con la realtà. Oggi, secondo molti, deve essere abbandonato a favore del sapere scientifico e della conoscenza basata sulla razionalità.

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1. La filosofia: con la testa fra le nuvole…?

Nel dialogo Teeteto, Platone racconta che il filosofo Talete cadde in un pozzo mentre guardava le stelle. Una serva tracia rise di lui dicendogli che si occupava troppo delle cose del cielo mentre non vedeva cosa aveva tra i piedi...

Tale episodio può significare che la filosofia non serve a nulla nella vita quotidiana, ma anzi rende distratti alle necessità e ai problemi concreti...

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1. La filosofia verso il cielo ma è ben ancorata a terra...

(Platone & Aristotele)

Platone indica il cielo (l'Iperuranio), pensando alla metafisica e al mondo perfetto e ideale delle idee, mentre Aristotele gli ricorda che la filosofia e le domande fondamentali nascono dalla realtà concreta e quotidiana che tutti vedono (con meraviglia) e in cui vivono.

La filosofia è ricerca della verità più profonda e più alta (prima e ultima), ma è attività umana e terrena e deve essere fortemente legata alla realtà e al vissuto dell'uomo, altrimenti è solo pensiero (vuoto e vacuo,

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1. Definizioni di filosofia… da capire e da approfondire

• Filosofia significa letteralmente ‘amore per il sapere’. Etimologia dal greco antico: philêin (amare) e sophía (sapere-saggezza);

• È la scienza che studia i principi primi (fondanti) e le cause ultime (più profonde) dell'essere;

• È la scienza che si occupa delle domande fondamentali: sul senso della vita, sul bene e il male, sulle cause del divenire, sull'origine e sulla fine dell'universo e di ciascun individuo, ecc.;

• È la prima scienza, che dà origine a tutte le altre scienze più specifiche;

• Il filosofare è un atto proprio della persona, è un atto cognitivo, immateriale e soggettivo (ossia del singolo) che si può svolgere in ogni momento. Soltanto l'uomo compie atti cognitivi, che fanno parte dell'attività intellettuale che caratterizza l'essere umano dotato della ragione.

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1. Il tipo di 'sapere' della filosofia: il sapere teoretico

• SAPERE PRATICO/CONCRETO – STRUMENTALE e

UTILITARISTICO: saper fare – facere (tecniche e arti per costruire/fare o far funzionare qualcosa: risultato concreto e misurabile/verificabile);

• SAPERE COME PRASSI – ‘OPERARE’ (etica filosofica - morale-politica: come mi devo comportare? Come devo agire? In base a quali norme/leggi?);

• SAPERE TEORETICO/CONTEMPLATIVO: sapere inteso come conoscenza, conoscere e studiare la realtà, chiedersi chi e cosa sono io e cosa le cose attorno a me, a cosa tendono e perché sono così o sono diverse nel tempo (filosofia, religione: non ci sono scopi pratici diretti o immediati o risultati concreti).

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1. La filosofia nasce dalla meraviglia...

Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli altri astri, o i problemi riguardanti la generazione dell'intero universo.

Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall'ignoranza, è evidente che ricercano il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando già c'era pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all'agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza (Aristotele, Metafisica libro I, 2,982b).

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1. La finalità e la libertà della filosofia fine a se stessa

È evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa” (Aristotele, Metafisica I,2,982b).

L'attività filosofica ha un grande vantaggio rispetto a tutte le altre; non si ha cioè bisogno di un particolare strumento, né di una sede particolare per esercitarla, ma in qualunque punto della terra uno si ponga all'opera con il pensiero, dovunque gli sarà allo stesso modo possibile afferrare la verità, come se essa fosse presente.

Così dunque è provato che è possibile dedicarsi alla filosofia, che essa è il maggiore di tutti i beni, e che è facile conseguirla. Per tutti questi motivi, vale la pena di coltivarla con passione (Aristotele, Protreptico o Esortazione alla filosofia, 350 a.C. circa).

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1. La filosofia come l'attività conoscitiva più alta

È la conoscenza suprema dell'ordine naturale. Quali relazioni ha la filosofia con le altre scienze?

Cosa vuol dire filosofare? Chi può farlo e come?

Che tipo di attività è e come si inserisce nella vita di ogni uomo?

Domande a cui daremo una risposta nel corso, studiando filosofia nei vari corsi, facendo confronti con altre discipline, discutendo con altri su temi fondamentali, ecc.

La filosofia non è una forma di ‘ginnastica mentale’, ma è un'attività che coinvolge l'uomo nella sua totalità, e quindi incide nella vita dell'uomo che la coltiva: quello che l'uomo scopre e comprende può modificare la sua vita nel concreto, anche in modo radicale.

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1. La filosofia come sapere

“Tutti gli uomini per natura tendono al sapere” (Aristotele, Metafisica, libro 1, 980). Theorein: sapere per il sapere, senza uno scopo pratico, senza altra ragione o movente.

Saper vedere per il diletto di conoscere, senza altre pretese immediate che il conoscere stesso, contemplare la realtà cercando di comprenderla pienamente, di cogliere il suo significato più profondo, senza darsi da fare ‘praticamente’ e senza cercare il

‘divertirsi/distrarsi’.

La filosofia è libera (non è mirata a uno scopo o subordinata a qualche fine), è inutile, perché non produce qualcosa di utile o un effetto/risultato concreto e misurabile, ma è anche e soprattutto sovra-utile perché perfeziona l'uomo e lo rende felice in modo unico: conoscere e contemplare l'essere come verità suprema/Dio è il bene maggiore cui possiamo aspirare.

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1. Filosofia come sapere: due caratteristiche

1) Universalità: l'oggetto è tutta la totalità della realtà, è l’essere (“Uomo”,

“Mondo”, “Dio”). “Filosofare significa riflettere sul significato ultimo e profondo di ciò che viene incontro […] l'indagine della vera filosofia si volge a tutto ciò che esiste, all'interno come all'esterno” del soggetto umano e di quello che restrittivamente chiamiamo mondo” (J. Pieper, Per la filosofia, 1966).

2) Radicalità:

a) conoscenza scientifica: conoscere le cause ‘ultime’ (“cause umane e divine delle cose”) delle realtà che studia per avere conoscenza universale e necessaria (es. medicina). Cause ultime, ossia radicali, che rispondono al perché e danno il senso degli eventi e delle realtà che si studiano;

b) conoscenza dell'essere in quanto essere: approccio all’essere come

fondamento, alla ricerca dei principi esplicativi più profondi e elevati. Porre l’uomo in relazione con il mondo e Dio, con il tutto, per comprendere il perché della sua esistenza.

La filosofia è un sapere puro e rigoroso che aspira a conoscere in profondità la totalità della realtà, attraverso la scoperta dei suoi princìpi e delle cause ultime, fondamento dell'essere in quanto essere.

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1. Ricerca disinteressata del sapere (philo-sophia) e “vita filosofica”

“Ed è proprio del sapere questo che tu provi, di essere pieno di meraviglia, né altro cominciamento ha il filosofare che questo” (Platone, Teeteto).

Filosofare non vuole dire “allontanarsi dalle cose quotidiane, ma solo dalle interpretazioni comuni, dalle valutazioni ordinarie di queste cose” ma consiste nello scorgere “un aspetto più profondo della realtà in quelle stesse cose con cui abbiamo a che fare quotidianamente” (J. Pieper, Per la filosofia).

Il vero filosofo: a) non è e non si stima un sapiente, ma è un aspirante al sapere perfetto, un cercatore della verità; b) come effetto della meraviglia, il filosofo cerca un sapere più elevato e nutre un amore disinteressato verso la conoscenza.

L’intelletto e l’amore devono essere ambedue presenti: la filosofia è un atto intellettuale ma spinto dalla volontà e animato dall’amore (bios theoretikós).

Amore per il sapere (= verità), ma anche e nello stesso tempo, amore per il vero, il buono e il bello dell'essere che ha creato Dio e che è oggetto della ricerca.

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1. La filosofia: esempio della miniera

Che cosa fa uno scavatore in una cava di pietre?

a) Scava e spacca pietre;

b) ‘Squadra’ (ossia taglia con molta precisione) delle lastre di pietra;

c) Lavora per procurare le pietre che servono per costruire una cattedrale.

Diversi livelli e diverse finalità attribuite alla stessa realtà. Lo sguardo filosofico è più profondo e cerca il vero significato degli enti/eventi. 16

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1. Il sapere filosofico e la verità

Sophia vuol dire sapienza. Chi sa, chi è sapiente, ha una conoscenza ampia e solida, ma soprattutto ha la verità.

Avere conoscenza è sempre avere una conoscenza vera perché altrimenti non sarebbe conoscenza, ma soltanto opinione, ipotesi, congetture, ecc. e quindi non sarebbe propria di un sapiente. La “conoscenza falsa” non è conoscenza, non è possibile, si conosce il vero, non il falso.

Dunque la filosofia è amore per il sapere e amore per la verità. La filosofia non è però sinonimo di verità, ma di amore/ricerca della verità/sapienza. Amore per il sapere, senso del mistero per saper vedere dietro ogni evento/realtà più piccola e semplice: c’è qualcosa che eccede la nostra immediata comprensione.

La ricchezza del reale genera e ispira una conoscenza continua, valida, ma sempre parziale e incompleta.

Come insegna la storia della filosofia, ci sono tante possibili filosofie e diverse 'visioni' del mondo: di per sé non si può dire che una filosofia sia vera o falsa (come in matematica o come un'opera autentica o una banconota falsa...), può essere più o meno ben fondata o criticabile per i suoi presupposti e le tesi che sostiene.

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1. La filosofia nasce ‘spontanea’...

La filosofia nasce da alcune domande che sono fondamentali nella nostra vita, ossia le domande di senso: chi sono? Da dove vengo? Verso dove vado? Perché accade questo o non accade quest’altro?

Sono questioni che riguardano la vita dopo la morte, il dolore, quello che è bene e quello che è male, se esiste un Dio Padre o soltanto un dio impersonale motore dell'universo o semplicemente

“architetto”, sulla natura dell'amore e della libertà, sui limiti umani, sul destino del singolo e dell'universo, ecc…

Domande sull'essere, sull'assoluto, di senso e di valore.

La filosofia vuole dare la risposta più definitiva possibile a qualsiasi questione le si ponga davanti. Nello stesso tempo intende formulare le questioni della massima importanza.

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1. E tutti gli uomini sono filosofi spontaneamente...

Tutti gli uomini, prima o poi, si pongono le domande fondamentali tipiche della filosofia, andando al di là dei bisogni primari e delle attività della vita quotidiana.

Anche in forma inconsapevole e indipendentemente dal livello educativo-culturale, l'uomo è naturalmente filosofo e fa ‘filosofia spontanea’.

Tale considerazione chiarisce perché la filosofia è la disciplina che è nata per prima, assieme e talvolta sovrapponendosi talvolta anche alla religione e al mito.

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1. Il sapere della filosofia e gli altri saperi

Per queste ragioni, la filosofia è nata dall'uomo spontaneamente e prima degli altri saperi (le scienze empiriche e sociali, ma anche umane o le diverse arti), non avendo bisogno di strumenti particolari o di una struttura sociale/politica particolare.

Ad ogni modo, la filosofia è un sapere con un suo ‘oggetto’ di studio, un suo metodo, un suo linguaggio, ecc., come le altre scienze.

La filosofia però, a differenza delle altre scienze, ha come oggetto l'essere – senza distinzioni specifiche – e mira a elaborare visioni onnicomprensive, che vogliono trovare le cause ultime e le ragioni ultime delle realtà che esistono.

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2. Il filosofo nel mito della caverna (Platone)

L'uomo 'filosofo' esce fuori dalla caverna perché vuole vedere la realtà direttamente e così avere una

“conoscenza vera”. Non si accontenta delle ombre che sono riflesse sul muro all'interno della caverna.

Le ombre sono illusioni, sono solo un riflesso della realtà: l'uomo non vuole solo illusioni, opinioni, sensazioni e emozioni ma vuole sapere la verità, 'toccare' la realtà con le sue mani e vedere le cose direttamente con i suoi occhi. Chi scopre la verità la vuole raccontare e mostrare agli altri: per questa ragione il filosofo torna dentro e cerca di coinvolgere gli altri compagni rimasti nell'oscurità.

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2. La filosofia, l'uomo e la vita

È la persona nella sua interezza che fa filosofia, non solo l'intelletto. Fare filosofia non è solo un'attività cerebrale o

‘razionale’ in senso stretto. Vengono coinvolte la personalità, l'educazione e le circostanze individuali, sociali e culturali, in cui si trova l'individuo. Il cuore non può essere escluso o avulso dalla riflessione filosofica…

La volontà e la rettitudine morale sostengono e orientano la ricerca filosofica: “Non è l'intelletto a conoscere, ma l'uomo attraverso il suo intelletto, e poiché è l'uomo è molte altre cose oltre al suo intelletto, ogni volta che conosce, molte altre facoltà cooperano alla produzione di tale conoscenza”.

La volontà retta (amore per l'altro e gli altri) è necessaria per arrivare alla verità, per la piena comprensione della realtà e per giungere alla contemplazione estatica dell'essere

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2. Le virtù del filosofo

Il filosofo deve coltivare alcune virtù intellettuali e morali che gli consentano di raggiungere la verità.

• Virtù intellettuali: sapienza, intelletto (nous), scienza, arte, ecc.

• Virtù morali: umiltà, zelo per lo studio (temperanza e fortezza), costanza, prudenza, ecc;

L'umiltà è necessaria per “camminare nella verità” (Santa Teresa d'Avila).

“L'umiltà... estirpa la radice, che senza dubbio è la superbia, di tutti i vizi morali e specialmente di quelli che più direttamente si oppongono ai puri interessi della conoscenza” (A. Millàn-Puelles).

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2. La filosofia “in crisi” oggi

Grande sfiducia nella ragione e nella capacità di conoscere la verità:

scetticismo, relativismo, razionalismo frustrato, ecc…: crisi del pensiero filosofico.

Ci sono dei motivi che invece portano a sostenere che è possibile raggiungere la verità, anche se non tutti possono raggiungere la verità, a causa di diversi tipi di mancanze/limiti e a seconda delle diverse aree del sapere. Alcune verità sono fondamentali: per questo sono state rivelate e sono oggetto di fede e non di conoscenza: la natura spirituale della nostra anima, l'esistenza di Dio, ecc.

Relativismo e scetticismo (dubbio, opinione, ecc.): non sono forme alternative alla verità e non possono essere accolte come tali.

La verità è oggettiva perché è ancorata all'essere: non è relativa o

“opinabile” ma afferma o nega qualcosa in modo univoco, senza esitazioni o cambiamenti, riguarda ad una realtà esistente e

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2. Crisi della ragione, crisi della verità, crisi dell'uomo

XIX-XX-oggi secolo: età post-moderna (società liquida). Sfiducia nelle capacità della ragione (inclusa quella scientifica) di comprendere il reale, di raggiungere qualche verità.

Ricerca costante di un consenso, di un accordo, di uno scambio di opinioni senza decisioni, senza certezze, senza principi ‘primi’, senza verità.

Fuga dalla realtà e dalle occupazioni quotidiane (lavoro, studio e simili), ricerca di distrazioni/divertimento (de-vertere: porre l'attenzione altrove), di nuove esperienze forti, come tentativo di colmare un vuoto esistenziale e una mancanza di senso, senso di ‘noia’ da sfogare con divertimenti estremi o costanti e continui, fino a cadere nei vizi, nelle dipendenze, nel totale distacco dalla realtà e dall'identità personale.

Stato di ‘vita anonima’ che non si impegna, non si decide e non prende responsabilità, non s'interroga e non si confronta con sé stessa .

Riferimenti a questa crisi e alcuni sviluppi si trovano ad esempio in diversi filosofi come: B. Pascal, S. Kierkegaard, A. Camus, P. Sartre, M. 25

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2. La filosofia per l'uomo e la società di oggi

La filosofia:

• Ha un accesso diretto alla realtà e quindi può allontanarci e liberarci dalle apparenze e condurre l'uomo a condurre una vita in accordo con la verità;

• Ci permette di costruire un progetto di vita, basato su convinzioni stabili, sapendo esercitare un certo spirito critico. L'uomo sviluppa così una solida visione dell'essere delle cose e degli eventi;

• Può dare un contributo essenziale nel modellare la civiltà che è dominata da scetticismo e relativismo e che vede crisi e rivoluzioni succedersi in ambiti diversi: etico, politico, economico, culturale, tecnologico…

• Nella perdita dei riferimenti di ogni genere, nella crisi della ragione e della fede, nella frammentazione del sapere e nella perdita dei valori, l'uomo si può soltanto rivolgere all'essere, alla verità, alla bontà e alla bellezza e a comprendere la sua esistenza e quella del mondo e di Dio, per raggiungere, come scopo ultimo, Dio.

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3. Qual è il metodo della filosofia?

• Il metodo per filosofare in modo “corretto” e “giusto” non è una questione prioritaria: è più importante l'atteggiamento globale verso l'oggetto e le virtù intellettuali e morali che si usano nel conoscere l'oggetto;

• L'approccio del filosofo alla realtà non è determinato a priori, non è uniforme e comune a tutti coloro che studiano il reale, ma dipenderà dal singolo filosofo, dalle sue caratteristiche personali e dal particolare ente che si studia in un preciso contesto;

• Il metodo non può essere ispirato alla matematica, ossia quantitativo: non è possibile misurare, contare, quantificare enti quali Dio, la libertà, l'anima, l'amore... Sarebbe opera di

“riduzionismo” e si impoverirebbe tali realtà fino a distruggerle.

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3. Il “metodo” della filosofia nei suoi momenti:

Alcuni momenti metodici (méthodos: via) del filosofare (non da seguire alla lettera):

• Osservare la realtà (esperienza: empeirìa);

• Riflettere sulla realtà (pensare, ragionare: dianoéin);

• Argomentare (dialogare: dialégesthai);

• Usare il “linguaggio” quotidiano (lògos inteso come

verbo e come ragione).

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3. Filosofia prima e filosofie seconde

Filosofia prima: scienza dell'ente in quanto ente (metafisica).

Domanda sull'essere di ogni cosa che non sia il puro nulla.

Ogni cosa è suscettibile d'indagine filosofica, poi può specializzarsi affrontando alcuni ambiti o aspetti particolari: la filosofia della natura (physis), la gnoseologia (nous) e l'antropologia, la filosofia di Dio (teologia naturale – theòs). Si può definire anche come filosofia teoretica.

Filosofie seconde: le filosofie che si occupano dell'ambito sensibile e dell'ambito intellettuale. Sono comunque filosofie e si devono relazionare con la ricerca filosofica che mira e conduce alla conoscenza dell'essere e al culmine alla conoscenza di Dio.

Si possono definire anche come filosofia pratica: sono filosofie orientate all'azione, all'operare (etica generale e sociale, bioetica, tecnoetica, filosofia politica…).

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3. La filosofia come metafisica generale e speciale

Metafisica: studia i principi primi (e ultimi) del reale e distingue:

ordo essendi (l’ordine dell’essere);

ordo cognoscendi (l’ordine del conoscere).

L’essere in generale: ontologia (l'essere, tutti gli enti reali e non).

L’Essere Sommo: teologia (Dio).

Distinzione classica:

metaphysica generalis: metafisica generale (ontologia);

metaphysica specialis: metafisica speciale:

- psicologia (uomo – anima);

- cosmologia (mondo fisico e esseri viventi);

- teologia (Dio – sfera soprannaturale).

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3. Le singole filosofie

Teologia filosofica (Filosofia di Dio): Dio (così come è afferrabile dalla ragione).

• Filosofia della Natura: studio e comprensione della natura e degli enti materiali;

Antropologia filosofica: uomo (ciò che è essenzialmente e universalmente umano).

Etica: norme di comportamento che:

− fondano un agire giusto, razionale e sensato;

− criticano la morale vigente.

Fissano i principi fondativi universalmente validi e razionalmente persuasivi. Sapere che non può rifarsi ad autorità esterne all’uomo.

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3. Le singole filosofie

• Logica: funzionamento del pensiero. Si distingue in:

- logica classica;

- logica moderna.

• Gnoseologia (filosofia della conoscenza): condizioni, essenza e limiti della conoscenza umana.

• Epistemologia: presupposti e fondamenti della conoscenza nelle singole scienze (empiriche, umane, sociali, ecc. ).

• Estetica: bello di natura e bello artistico.

Impostazione descrittivo-funzionale o prescrittivo-normativa.

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• Filosofia del Linguaggio: studio, analisi del linguaggio umano (sintassi, semantica, pragmatica) e interpretazioni (ermeneutica).

– linguaggio ideale (logico/matematico,ecc.);

– linguaggio normale (uso ordinario, diverse lingue, ecc).

• Filosofia della Storia: essenza e senso dello sviluppo storico;

• Filosofia della Religione: essenza, significato e funzione del fenomeno religioso;

• Filosofia del Diritto: fondazione del diritto naturale e positivo (leggi civili);

• Filosofia sociale e politica: struttura, funzione e senso dello stato e della società.

3. Le singole filosofie

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4. Filosofia e Mito: distinzione

Mito (mythos): ha un significato religioso (uomo e Dio) e escatologico (uomo/mondo) e intende trasmettere una verità “trascendente” in modo simbolico. Il mito:

• esprime in maniera diretta e in forma di narrazione l'oggetto della sua ricerca, laddove la filosofia è sostanzialmente un sapere riflessivo che agisce per astrazione;

• è sostanzialmente un corpus di conoscenze fisse e sedimentate senza possibilità di libere e autonome rielaborazioni, tipiche, invece, della tradizione filosofica;

• non contempla i momenti dell'analisi critica e della verifica, centrali nella ricerca filosofica, protesa costantemente a vagliare e perfezionare il possesso della verità e delle proprie certezze;

Queste caratteristiche lo differenziano radicalmente dal discorso filosofico (logos).

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4. Filosofia e religione

La filosofia nasce in Grecia in dialogo critico con le interpretazioni mitico-religiose del mondo (cosmogonie). Filosofia come “amore per il sapere”, ricerca di una verità che non è data.

La religione:

• nasce da un incontro dell’uomo con il fondamento ultimo del reale (Dio, l’Assoluto, la Trascendenza, ecc.) che gli si rivela;

• la rivelazione implica un’interpretazione del mondo e dell’uomo, un’etica, un insieme di riti (preghiera, culto), una promessa di redenzione dal male;

Etimologia del termine “religione”:

• relegere: “ripetere” gli atti di culto;

• religare: “legame col divino”.

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4. Differenze tra filosofia e religione

Religione:

− Rivelazione di Dio:

− storicamente puntuale (attraverso una legge, una persona/profeta, un libro sacro, ecc.);

− continua (attraverso l'ispirazione di libri sacri, attraverso apparizioni, miracoli, ecc.);

• Riflessione razionale (come studio nella “teologia”):

• Tradizione comunitaria (verità tramandate).

Filosofia:

• Esperienza e ragionamento;

• Argomentazione razionale;

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La filosofia nasce con l'uomo che diventa adulto e consapevole di sé e della sua capacità di capire e riflettere (dalla filosofia spontanea alla filosofia adulta riflessiva).

Nascita come filosofia sistematica nel VI secolo a.C. in Grecia. 25 secoli di storia della filosofia, suddivisibili in 5 tappe (contesto storico-geografico-politico- culturale):

1. Fase pre-filosofica: la filosofia non si distingue chiaramente dal mito e dal logos e dalla religione;

2. Filosofia greca: origine della filosofia grazie al passaggio dal mito al logos (età antica – filosofia classica);

3. Incontro tra filosofia (pagana) e Rivelazione cristiana (epoca patristica – filosofia medievale); nascita della filosofia scolastica

4. Filosofia moderna (1492–1800) – nascita della scienza moderna.

5. Filosofia contemporanea (1800–oggi): nascita delle ideologie moderne

5. La filosofia nella storia

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5. Filosofia antica (pre-cristiana)

Filosofia greco-latina ha dominato l'Occidente fino al cristianesimo:

• è una filosofia razionale (logos), ma con elementi/influenze misteriche/orfiche e tradizioni religiose greche (presenti in Pitagora, Platone, Neoplatonismo);

• è filosofia “bambina ingenua”: affronta tutte le tematiche in modo diretto: la natura, l'uomo, l'anima, la felicità, la politica, Dio, l'essere/il divenire/l'apparire.

Questioni centrali: la ricerca del principio (arché) e del fondamento (logos), la ricerca delle cause delle cose, l'intelletto come motore della ricerca filosofica (intellettualismo - nous), la base ontologica (essere) comune;

Filosofia come percorso esistenziale, cammino di crescita dell'uomo verso la verità e “dio”; il filosofo incarna e vive coerentemente secondo la filosofia che elabora: Socrate, Platone, Aristotele, gli Stoici, gli Epicurei...

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5. Filosofia cristiana

Fede come rivelazione cristiana: non è dottrina filosofica, ma ha una sua metafisica (Dio creatore, Dio trascendente, bontà del mondo...). In particolare: Dio essere personale, creatore, padre, libero e onnipotente (concetti ignoti alla filosofia greca).

Uomo creato a immagine e somiglianza di Dio e libero, signore della Terra, può usare la propria volontà per peccare (male volontario).

Dignità e possibilità di salvezza per ogni uomo come singolo individuo voluto e amato da Dio. Libertà personale, carità cristiana per il prossimo.

Rapporto filosofia greca e il contenuto biblico/magisteriale:

paragone e confronto. Intreccio tra filosofia pagana e fede cristiana:

filosofia scolastica.

Metodo scolastico: a partire dai concetti cristiani si recuperano concetti filosofici. Ad es. Trinità (recupero nozioni di natura, sostanza, relazione, volontà, intelligenza). Nuove categorie: persona, creazione, intelligibilità, male. Visione teocentrica (antropologia-cosmologia).

(43)

5. Epoca moderna (dal 1492 a inizio '800)

Frattura unità culturale del sapere cristiana (epoca medievale: unione tra cultura-fede cristiana-pensiero filosofico)

Separazione teologia-filosofia (fides et ratio): crisi scolastica (fine XIV secolo) e fattori storici, sociali, culturali e politici. Criticismo (Ockham-Cartesio...)

Visione dominante antropocentrica (graduale allontanamento dalla visione religiosa): nuovo umanesimo-rinascimento. Uomo al centro della sua vita, della società, della politica, padrone di sé e dominatore della natura. Inizio del secolarismo.

Nascita della scienza moderna (Galileo, Newton: fisica, meccanica). Visione meccanicistica della realtà.

Correnti filosofiche (gnoseologiche):

• razionalismo: ragione pura (res cogitans) che costruisce la metafisica (Cartesio, Leibniz). Metodo deduttivo.

• empirismo: opposto al razionalismo. L'esperienza e i sensi rendono possibile la conoscenza (Locke, Berkeley, Hume). Metodo induttivo.

• idealismo: metafisica fondata dal soggetto (ragione, coscienza, io) come principio costruttivo (Kant, Hegel).

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5. Filosofia contemporanea (XIX-XX secoli – oggi)

Dissoluzione del razionalismo (sfiducia nella ragione umana) e abbandono della sola conoscenza empirica (parziale e limitante).

Crisi dell'idea di verità: perde forza la filosofia sistematica;

morte di Dio e del trascendente/metafisico (nichilismo).

Filosofia della finitezza:

preoccupazione antropologica;

pragmatismo, nuove forme di illuminismo…;

Neo-positivismo logico:

fisica unico modello (verificabilità) e la filosofia: diventa riflessione linguistica(filosofia analitica del linguaggio);

interpretazione non realista (strumentalismo);

scientismo esasperato.

Esistenzialismo: soggettivismo, individualismo, crisi d'identità, morte dell'uomo (senza Dio, senza verità/valori).

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6. Il sapere nell'epoca attuale: la scienza e il suo metodo

Il sapere certo è il sapere delle scienze positive, fondato sul metodo scientifico (nato nel '600, all'epoca della prima rivoluzione scientifica, grazie ai “padri della scienza moderna” G. Galilei e I.

Newton).

Il metodo scientifico è caratterizzato da:

a) rigore (tipico della logica matematica), oggettività, verificabilità e certezza dei risultati. Universalità per 'testare' la validità o la verità di un dato, di una procedura;

b) uniformità, regolarità, coerenza del metodo scientifico: il metodo si applica a tutti gli oggetti, indipendentemente dallo scienziato o ricercatore;

c) procedimento universale e primario per indagare, esaminare e sistematizzare risultati e dati, basato sul modello matematico.

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6. Oggetto e metodo delle scienze

La scienze hanno per oggetto un ambito specifico o un aspetto determinato del reale.

Ad esempio:

Medicina: corpo umano; Astronomia: corpi celesti;

Fisica: leggi meccaniche, elettriche, termodinamiche; Chimica:

elementi e composti chimici, ecc.;

Ogni scienza ha poi ulteriori specializzazioni al suo interno. Le tante “specialità” in medicina, le diverse branche della fisica o della biologia, ecc.

Le scienze hanno un metodo loro proprio che si sviluppa lungo due dimensioni:

• analisi empirica (osservazioni, raccolta dati e esperimenti);

• astrazione: matematizzazione del reale (riduzione del qualitativo al quantitativo) e elaborazione teorie

(47)

6. Le grandi aree del sapere: la suddivisione delle scienze

• Scienze formali (logica, matematica);

• Scienze naturali (fisica, chimica, astronomia, geologia, medicina, biologia, veterinaria, farmacia, ecc.);

• Scienze dello spirito (letteratura, filosofia, storia, psicologia, religione, linguaggio, arte, ecc.);

• Scienze sociali (strutture sociali della società:

giurisprudenza, sociologia, economia, politica,

economia, ecc.) .

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6. Il metodo della filosofia vs il metodo scientifico

• Il filosofo è interessato alla totalità del reale e a cogliere il significato;

• L'indagine non mira all'esattezza, alla certezza, all'esaustività ma si adatta alla realtà che studia;

• Non ci sono verifiche o esperimenti con strumenti o tramite i sensi;

• Il filosofo non ha un solo metodo nello studiare la realtà e gli enti individuali, ma ne accetta come validi diversi.

• “Le scienze dello spirito, e anche le scienze che si occupano degli esseri viventi, debbono necessariamente essere inesatte per poter restare rigorose...” (M. Heidegger).

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6. Filosofia e scienza: due metodi diversi, due saperi complementari

È diverso il tipo di realtà indagata;

• Differenti approcci: la filosofia non cerca la certezza assoluta e l'esattezza dei particolari; la scienza non si rivolge alla totalità del reale e non indaga il senso o la finalità;

• La filosofia si pone davanti alla realtà nella sua totalità, senza tralasciare nulla; la scienza si pone davanti alla realtà in un certo modo e si concentra su un suo aspetto specifico con un determinato scopo;

• “Chi rifletta sulla totalità del reale, cioè chi filosofa, deve per forza avere un'idea di 'perfezione della conoscenza' differente da quella delle scienze particolari; in effetti, per il filosofo la conoscenza perfetta è quella che si apre a tutta la realtà e in cui questa totalità meglio si manifesta” (J. Pieper, Per la filosofia, p. 101).

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