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La verità sul lavoro. Non solo voucher e Jobs Act: le riforme hanno creato una bolla. Che sta per esplodere

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Academic year: 2022

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si combatte per il carbone)

pag. 18 che fuggono dalla Siria

pag. 42 soccorso dei produttori

pag. 46 Arnaldo Benini

pag. 62

La verità sul lavoro

Mensile di informazione indipendente Numero 192 / Aprile 2017

4,00 €

Spedizione in a.p. - d.l. 353/2003 Art.1, Comma 1, DCB Milano - Contiene I.C.

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Altreconomia Numero 192

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Agricoltori, allevatori e gruppi di acquisto, alleati contro il terremoto

I PRODUTTORI DEL REATINO DENUNCIANO ANCHE IL RITARDO NELLA CONSEGNA DEI MODULI ABITATIVI

Dopo il sisma dell’agosto 2016 i mercati locali sono in larga parte scomparsi.

Da allora i Gas hanno cercato di offrire alle aziende biologiche di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria una rete di distribuzione alternativa ed efficace

di Marzia Minore

casa la trovi, è l’unica rimasta in piedi”. Illica, frazione di Accumoli (RI), 850 metri di altitudine. Il viaggio parte da qui, dove tutto è iniziato, in un inverno infinito che dura dal 24 agosto. Alla ricerca della cooperati- va Rinascita 78: con un allevamento diversifica- to e un mercato conquistato a fatica, che toccava Marche, Abruzzo e Roma, questa azienda biologi- ca a conduzione familiare era un caso esemplare di rinnovamento dell’economia montana. Sandra accoglie nell’unico locale agibile dell’abitazio- ne, il caseificio. “Dormiamo da mesi in un cam- per e due container. Ad agosto qui sono crollate le stalle, a Grisciano il laboratorio per la trasfor- mazione della carne, l’agriturismo, il punto ven- dita. Abbiamo ripreso, ma con un calo drastico.

Abbiamo venduto i maiali, non facciamo più car- ne e insaccati. Rimane solo il formaggio”.

Rinascita 78 (www.rinascitacoop78.it) è un caso tra tanti, in un sistema economico che appare, nel complesso, annientato dal sisma. Coldiretti stima danni per 2,3 miliardi per 25mila aziende agrico- le, nei 131 Comuni terremotati di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Una casistica infinita (chi ha perso la casa, chi le stalle, chi gli animali, chi tut- to) e un’infinità di problemi, per primi la mancata

“La

SECONDO TEMPO

Economie solidali

SECONDO TEMPO

consegna dei moduli abitativi e l’azzeramento del mercato locale. In questo sfacelo cerchiamo di ca- pire, nell’area del primo epicentro, tra Amatrice e Accumoli, come le aziende rimaste abbiano potuto resistere e trovare altri mercati. Nel solo Comune di Amatrice sono censite 118 stalle: pic- cole aziende familiari con pecore, mucche o ma- iali, colture di legumi e patate. Qui l’allevamento è stato l’unica attività produttiva a proseguire. In un deserto economico, dove per mesi la popola- zione, sparsa in oltre 80 frazioni, ha vissuto sen- za un bar o un supermercato, con mense e spacci gestiti da Protezione Civile e volontari. E dove l’e- stensione progressiva dell’area colpita ha causato il crollo del turismo e la perdita di acquirenti nelle regioni vicine.

Per Rinascita 78, già in contatto con i gruppi

La piazza cen-

trale di Illica, in provincia di Rieti, distrutta dopo il terremoto di fine agosto 2016.

Sotto, la patata turchesa, un prodotto tipico dei Monti della Laga, presidio Slow Food. È col- tivata, tra gli altri, da Massimiliano Rosati ad Amatrice (RI)

“Dormiamo da mesi in camper.

Ad agosto qui sono crollate le

stalle, a Grisciano il laboratorio

per la trasformazione della carne,

l’agriturismo, il punto vendita”

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anati / buenavista - Archivio Parco Nazionale del Gr

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d’acquisto solidali (Gas) di Roma, la solida- rietà è stata cruciale. “Ordiniamo la loro carne da anni, è buonissima -dice Paola del Gas Pigneto, circa 30 famiglie-. A settembre, quando abbiamo saputo dei danni, abbiamo voluto aiutarli con un ordine di formaggio, al prezzo simbolico di 20 euro l’etto”. Dopo l’emergenza il Gas ha continua- to il rapporto con l’azienda: ha acquistato in tutto 160 chili di formaggio, per circa 4.400 euro. Ma il sostegno è venuto anche da altre realtà, come la cooperativa romana Agricoltura Nuova, che per Rinascita 78 ha lanciato una campagna di crow- dfunding, raccogliendo in 40 giorni 15.000 euro.

Massimiliano Rosati, a Nommisci, Amatrice, alle- va mucche da carne e coltiva la patata turchesa, un prodotto tipico dei Monti della Laga, che vende- va ai negozi locali. “Abbiamo ripreso una varietà tradizionale, quasi sparita, che cresce dai 700 ai 1000 metri. Abbiamo creato un’associazione. È l’unica patata presidio Slow Food, per promuo- verla siamo andati al Salone del Gusto di Torino”.

Dopo la raccolta autunnale, una parte delle patate si è gelata nel container, ma il resto è stato venduto grazie al progetto Amatrice 2.0 e ai Gas.

Quanto ha inciso il contributo dell’economia so- lidale? Giorgia Brugnerotto è presidente dell’as- sociazione PosTribù (https://postribu.net) che co- ordina il Gas di Rieti, il più vicino alle zone del sisma. “Subito dopo il terremoto -dice- siamo sta- ti sommersi da richieste di Gas e associazioni, vo- levano capire chi e come aiutare. Non riuscivamo a rispondere a tutti”. Una rete nazionale informale, due facce della stessa medaglia: da una parte il vo- lontariato (singoli o associazioni, come le Brigate di Solidarietà Attiva, brigatesolidarietaattiva.net), che ha supportato gli allevatori nei bisogni quoti- diani, procurando container, stufe, fieno, dall’al- tra gli acquisti. Con alcuni rischi: massima con- centrazione nel momento iniziale, corsa al pacco natalizio,scarsa visibilità delle aziende “minori”.

Per questo c’è chi, come PosTribù, si impegna in un progetto a lungo termine (“Miele per la vita”), provando ad accompagnare una famiglia di api- coltori colpiti da gravi lutti nella ripresa dell’at- tività; con la campagna on line PosTerremoto ha raccolto finora 26mila euro. C’è anche chi prova a fare rete puntando al turismo solidale, come rac- conta Sonia, titolare della Fattoria Santarelli -che a Torrita, una frazione di amatrice, alleva bovini da generazioni- e animatrice dell’Associazione di promozione turistica Salaria, che unisce 22 agri- turismi e realtà produttive.

A Pinaco, 2 chilometri da Amatrice, incontriamo Antonio Aureli. È giovane ma viene da una tra- dizione antica: a inizio ‘900 la sua famiglia già spediva le forme in America. Con 400 pecore, il caseificio, con certificazione biologica dal 2001, produce ricotta e pecorino. Le stalle hanno re- sistito alle scosse, ma non la sua casa, inagibile.

“Avevano promesso i moduli abitativi (MAPRE) per gli allevatori per novembre -racconta-. I la- vori sono iniziati il 21 dicembre, ma c’è stata su- bito una pausa per Natale, poi altre per la neve”.

Con un bambino di due anni, la famiglia Aureli ha passato mesi in roulotte e in container, con tempe- rature fino a meno 12. Se le prime tensostrutture per stalle e fienili sono state montate a dicembre, molti allevatori, come lui, sono entrati nel modu- lo solo a marzo. Ma hanno continuato a lavorare:

dopo l’estate si riportano le pecore nelle stalle, e la produzione di latte continua fino alle gravidan- ze. “Il nostro mercato era quello locale, negozi e ristoranti di Amatrice. Non conoscevamo i Gas ma dopo agosto ci hanno scritto da tutta Italia, da Milano, Genova... grazie a loro abbiamo potuto distribuire circa la metà del prodotto”.

Antonio è tra i promotori del “Consorzio per la tutela e la valorizzazione de l’Amatriciano”, che riunisce 10 allevatori e 2 caseifici e produce un

Valentino

Antonio, della cooperativa Rinascita 78 di Illica, nel reatino, munge una mucca

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Economie solidali

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Archivio Rinascita 78

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sciplinare: latte crudo, non pastorizzato, salatura a secco. Vorremmo arrivare al DOP”. Per saper- ne di più, bisogna andare sull’altro versante del- la Laga, quello abruzzese. Come Amatrice, anche Campotosto (AQ) è compresa nel Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Rinaldo D’Alessio, dell’azienda La Mascionara, è il presidente del Consorzio. “Siamo nati nel 2014 mettendo in rete aziende di montagna medio-piccole (in me- dia 300 capi l’una), al di là dei confini regionali.

Speravamo di più nella promozione da parte del Parco. Ma la qualità del formaggio si sente: il lat- te crudo permette il trasferimento dei sentori del pascolo”. La Mascionara produce anche salumi e formaggi rari, come il blu di pecora o il cacio- fiore aquilano. L’azienda ha sostenuto Amatrice comprando dagli allevatori il latte di pecora a 1,15 euro al litro, un prezzo maggiorato.

Risparmiata in agosto e in ottobre, però, per La Mascionara il momento peggiore è arriva- to a gennaio 2017, con le nuove scosse e la neve.

Come altri, che avevano resistito fino al 18 gen- naio: Casale Nibbi, ad Amatrice, storica azien- da bio che produce mele, ciliegie, formaggi di

Consorzio, distrutte le stalle, ha chiuso l’attività.

Nelle regioni colpite è una corsa a svendere i capi.

Alla Mascionara, come altrove, si è sofferta la per- dita del mercato locale: “La produzione estiva era stata abbondante. Abbiamo venduto grazie a ne- gozi, Gas, associazioni. Abbiamo partecipato fiere e mercati”.

Grazie allo slogan “SOS pecorino di Amatrice”, diffuso sul web nell’autunno 2016, gruppi d’acqui- sto solidali da tutta Italia hanno ordinato formag- gi e salumi. Come la rete Res.to a Torino (acquisti per 2.322 euro), A tutto Gas Crescenzago, Milano (1.365 euro), Gaspallo, Rapallo (2.200 euro) e mol- ti altri.“ Abbiamo venduto ai Gas circa 70 quintali di prodotti, pari all’80% del totale -dice Rinaldo-:

i gruppi d’acquisto sono stati l’unico vero aiuto a livello nazionale”. Spenti i riflettori, continuerà il supporto dei Gas? Quando si riattiveranno il tu- rismo e il mercato locale? Ad aprile in montagna è ancora inverno. Dopo Pasqua, quando le pecore hanno il latte, ricomincia il ciclo. Si riprenderà a fare il formaggio, gli animali torneranno ai pasco- li d’alta quota, ma è presto per capire quando l’e- mergenza e la precarietà finiranno.

80%

pari a circa 70 quintali di for- maggi e salumi:

è la quota dei

prodotti del

Consorzio per la

tutela de l’Ama-

triciano distribu-

ita attraverso i

Gas dopo l’estate

del 2016

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