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O Tina Anselmi

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Academic year: 2022

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Numero 4/2016

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O

gni regola può (deve) prevedere delle eccezioni e a questo fac- ciamo appello accingendoci a ricordare, a differenza di quanto stabi- lito per consuetudine di linea editoriale per evitare retorica e frasi di circo- stanza, la scomparsa di una persona.

L’eccezione è dovuta per Tina Anselmi che ci ha lasciati sul finire di quest’anno e che nel corso della sua intensa vita ha rivestito molti e sempre importanti ruoli lasciando una testimonianza unica nella storia della nostra Repubblica.

Da molti (quasi tutti) gli autorevoli com- menti che hanno ripercorso la sua vita pubblica è stata ricordata la sua espe- rienza politica e parlamentare: fu infatti da incaricata nel 1976 del Lavoro e della Previdenza sociale il primo ministro donna della Repubblica. Dopo un anno e mezzo passò a dirigere il Ministero della Sanità e il suo ruolo fu determinante per la nascita del Servizio Sanitario Nazionale che tanta importanza ha rivestito anche per la nostra professione. La sua integrità politica e coerenza personale, riconosciuta da tutti gli schieramenti politici, la fecero individuare come unica figura credibile in grado di presiedere la Commissione par- lamentare d’inchiesta sulla loggia P2 che a tutt’oggi risulta una delle più oscure pa- gine della nostra storia repubblicana. Ma l’eccezione che abbiamo richiamato al- l’inizio è legata alla prima fase della vita di Tina Anselmi che fu determinante per il proseguo della sua vita politica. A soli diciassette anni era impegnata come staf- fetta partigiana nella guerra contro i nazi- fascisti, impegno a cui non rinunciò neanche dopo aver visto trentuno prigio-

nieri italiani impiccati dopo una delle tante rappresaglie che imperversarono in quei terribili momenti cruciali per il futuro e l’identità del nostro Paese e, come allora, la ribellione alla barbarie di chi opprimeva l’altrui vita solo perché anelava alla libertà e alla giustizia rimasero indelebili in tutta la sua vita. Prima ancora che in politica il suo itinerario sociale ebbe inizio proprio nel sindacato a fianco delle lavoratrici tes- sili: la miseria degli anni di guerra e di quelli immediatamente successivi si conti- nuava nella dura realtà del lavoro (specie in quel comparto) che metteva duramente a confronto la nuova speranza prospettata dalla resistenza con l’altrettanto dura re- altà del dopoguerra che vedeva un forte scontro ideologico foriero di tensioni so- ciali che rischiavano di distruggere al suo nascere il riscatto di un popolo appena ini- ziato con il passaggio dalla monarchia alla repubblica con tutto il suo carico di aspet- tative politiche ma anche di equità sociale.

L’esperienza sindacale fu determinante per il suo impegno nel rendere legge il primo passo per le pari opportunità.

Tutti questi passaggi legati da inflessibile coerenza morale, politica e ideale le meri- tarono anche l’ipotesi di candidatura alla presidenza della Repubblica: nonostante tutto i tempi non erano ancora maturi per questo passaggio, ma soprattutto la stessa Anselmi non spinse per nulla in tale dire- zione: personalità forte ma schiva, politi- camente connotata ma al contempo davvero indipendente riteneva di aver già dato tutto quello che aveva potuto per il bene comune e la garanzia dei diritti. Fino all’ultimo un esempio di cui siamo rico- noscenti. Grazie Tina.

Una testimonianza unica nella storia della nostra Repubblica

Tina Anselmi

MEMORIALE

Vitantonio Perrone

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