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Relazione di minoranza della Commissione Speciale

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(1)

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A

---I l i L E G I S L A T U R A ---

(N. 2189-A-ter)

Relazione di minoranza della Commissione Speciale

COMPOSTA DAI SENATORI

TOPINI, Presidente; SANSONE e MONTAGNANI MARELLI, Vice Presidenti; BOLETTIERI e BAT­

TAGLIA, Segretari; AMIGONI, ANGELILLI, BANFI, BERTOLI, BUSSI, CARELLI, CENINI, CERA­

BONA, CRESPELLANI, D’ALBORA, DI ROCCO, FOCACCIA, FORTUNATI, GRAMEGNA, LAMI STAR­

NUTI, MAMMUCARI, MILILLO, NENCIONI, FARRI, PESENTI, PEZZINI, RONZA, SECCI, SPAGNOL- LI, TARTUFOLI, TERRACINI, TURANI, VALSECCHI, VECELLIO, ZOTTA

( R e l a t o r e

D'ALBORA)

SUL

D I S E G N O DI L E G G E

approvato dalla Camera dei dep u ta ti nella seduta del 21 settem bre 1962 (V. Stam pato n. 3906)

presen tato dal Presidente del Consiglio dei M inistri dal M inistro dell’In d u stria e del Comm ercio

dal M inistro del Bilancio dal M inistro del Tesoro

di concerto con tu tti gli altri M inistri

Trasm esso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza il 25 settem bre 1962

Comunicata alla Presidenza l ’8 novembre 1962

Istituzione dell’Ente nazionale per l ’energia elettrica

e trasferimento ad esso delle imprese esercenti le industrie elettriche

TIPOGRAFIA DEL SENATO (2S10)

(2)

A tti Parlam entari — 2 — Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA I I I - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

I N D I C E

Capo I.

INSUFFICIENZA DEL PROVVEDIMENTO AGLI EFFETTI DI UN MIGLIORA­

MENTO DEL SETTORE ELETTRICO . . ... 4 .

1) CONSIDERAZIONI SULL'ATTUALE STRUTTURA DEL S E TT O R E . . . 4

R icon oscim enti della sua e f f i c i e n z a ... 4

R isu ltati con seguiti n ell’in te r c o n n e s s io n e ... 5

P ossib ilità di p e r fe z io n a m e n to ... 8

2) PEGGIORAMENTI DER IVANTI DALLA NAZIONALIZZAZIONE . . . 9

M otivi di ordine g e n e r a l e ... 9

Fattori di disgregazione in siti nella struttura p r o g e tta ta ... 10

Arresto del progresso nelle zone più a r r e t r a t e ... 16

Abolizione delle garanzie'nei confronti del consum atore . . . . . . 19

Capo II. INEFFICIENZA DEL PROVVEDIMENTO AL FIN E DI ISTITUIRE UNO STRU­ MENTO PER LO SVILUPPO EQUILIBRATO DELL’ECONOMIA DELLA NA­ ZIONE ... 22

1) COMPATIBILITA’ DELLA STRUTTURA ATTUALE CON LA POLITICA DI P I A N O ... 23

2) I P R E T E S I O B IE T TIV I E S TR U M E N T I DI S V I L U P P O ...24

3) I LIM IT I DI MANOVRA DELLO STRUMENTO TARIFFARIO N E L R I­ SPETTO DELL'ECONOMIA DI G E S T I O N E ...26

P revisioni sul bilancio econom ico d ell’E nte n a z io n a le ... 26

Previsioni sul futuro b isogno f in a n z ia r io ...32

C onsiderazioni per un esam e unitario della gestione d ell’E nte . . . . 34

4) M O T IVI D I INEFFICIENZA DELLO STRUMENTO TARIFFARIO . . . 36

Indifferenza dei consum i civili ai prezzi dell'energia elettrica . . . . 36

L’in efficacia nei confronti d ei settori produttivi ...39

A spetti particolari del settore a g r i c o l o ...43

5) PERICOLI IN S I T I N E L RICORSO ALLO STRUMENTO TARIFFARIO . 43 Le distorsion i del bilancio energetico n a z i o n a l e ...43

Sviluppo antieconom ico di settori p a r t i c o l a r i ...44

I danni per lo sviluppo zonale e di s e t t o r e ...45

R ipercussioni ed esem pi in te r n a z io n a li... . 46

Prem esse per una pianificazione m a r x i s t a ... 48

C O N C L U S IO N I... 49

(3)

A tti Parlamentari — 3 Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA III - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELA7.TONT - DOCUMENTI

I N T R O D U Z I O N E

On o r e v o l i s e n a t o r i. — I m otivi idi opposi­

zione del p a rtito dem ocratico italiano di uni­

tà m onarchica al provvedim ento di naziona­

lizzazione dell'ind ustria elettrica sono stati chiaram ente espressi nella relazione di m i­

noranza della '.Commissione speciale dell’al­

tro -ramo del Parlam ento' il 27 luglio 1962.

Per quanto noi siamo di avviso che l ’a t­

tività dello S tato debba essere integrativa e non .sostitutiva dell'iniziativa privata, nel ca­

so in esame non si tra tta di un'opposizione preconcetta, m otivata da ragioni ideologi­

che, contro il principio costituzionale della avocazione di determ inate attività, quan­

do si dim ostri necessario p er il raggiun­

gim ento di ben precisati fini di interesse generale. In realtà, attraverso u n esame obiettivo del provvedim ento, nel suo insie­

me e nei suoi aspetti particolari, si ricavano prove irrefutabili che la nazionalizzazione dell'industria elettrica non .perm etterà di rea­

lizzare alcuno dei fini di u tilità generale che i suoi prom otori si propongono ; si trae, an­

zi, la certezza d i un deterioram ento della si­

tuazione econom ica del Paese. Per questo motivo il provvedim ento risu lta incostituzio­

nale; p er lo stesso motivo il p artito dem ocra­

tico italiano di u n ità m onarchica si è dichia­

rato contrario al disegno di legge e lo ha respinto in blocco nella m aniera più ferm a.

Nella cita ta relazione di m inoranza della Camera è s ta ta anzitutto m essa in luce la inconsistenza delle giustificazioni addotte per la nazionalizzazione d ell'in d u stria elet­

trica, tenuto anche presente il livello di pro­

gresso tecnico e l’efficienza della disciplina giuridica in a tto nel settore. Sono stati poi passati in rassegna i problemi sollevati d alla im provvisata decisione del Governo, proble­

mi che lungi dall p oter essere risolti con qual-

I che particolare accorgim ento nella form ula­

zione del disegno di legge — come semplici­

sticam ente hanno preteso di fa r credere i suoi estensori — si m ostrano tu tto ra aperti nella loro .gravità ad u n a semplice le ttu ra idei testo.

Le considerazioni, le critiche ed i rilievi contenuti nella relazione di m inoranza dei deputati del nostro p artito conservano in tat­

ta la lo ro v alidità anche dopo il vaglio che del provvedim ento è stato fatto con la di­

scussione alla C am era: l'atteggiam ento di intransigenza assunto dal Governo h a in fa t­

ti im pedito alle la rg h e correnti di opposizio­

ne alla nazionalizzazione che si agitano- nella stessa m aggioranza d i assum ere un atteggia­

m ento coerente. Il disegno di legge è risu l­

tato così approvato, con u n m argine di voti ingrandito daU 'apporto dei com unisti, nel testo iniziale, salvo poche m odifiche di ca­

rattere del tu tto m arginale se non ad d irit­

tu ra peggiorativo.

Riconferm iam o pertanto in questa sede, senza elencarle, tu tte le argom entazioni con­

tro il disegno di legge che, a nome del p a r­

tito dem ocratico italiano di u n ità m onarchi­

ca, sono state esposte alla Cam era dei depu­

ta ti nella rico rd ata relazione idi m inoranza.

D 'altra p a rte la superficialità e la leggerezza con. cui nel corso delle discussioni i difen­

sori del provvedim ento hanno cercato d i con­

fu tare o d i eludere le n o stre ragioni, ind uco­

no ad u n ’analisi più p articolareggiata : è que­

sto lo scopo d ella presente relazione nella quale, a causa dei ris tre tti lim iti di tempo im posti, concentriam o l’esam e su due aspet­

ti fondam entali di carattere tecnico-econo­

mico.-

In relazione alle dichiarazioni form ulate dai fau to ri del provvedim ento, nella prim a p arte ideila relazione esam inerem o se vera­

m ente abbia qualche fondam ento la pretesa

N. 2189-A-ter — 2.

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A tti Parlamentari 4 Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA I I I - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

di realizzare dei m iglioram enti nel settore elettrico p er mezzo della nazionalizzazione;

niella seconda p a rte cercherem o d i indagare se in seguito alla nazionalizzazione Jo Stato possa disporre d i uno stru m en to per correg­

gere gli squilibri e favorire lo sviluppo gene­

rale dell’economia del Paese.

Una risposta negativa ai d u e interrogativi costitu irà la più ch iara conferm a della m an­

canza dei fini di u tilità generale e là giusti­

ficazione più im m ediata dei m otivi del no­

stro atteggiam ento.

I.

INEFFICIENZA DEL PROVVEDIMENTO AGLI EFFETTI DI UN MIGLIORAMENTO

DEL SETTORE ELETTRICO

La convinzione che si possa realizzare un m iglioram ento idei settore elettrico attrav er­

so il raggruppam ento in u n unico Ente na­

zionale dei diversi tipi di im prese che oggi contribuiscono alla co p ertu ra del fabbisogno di energia elettrica del Paese, :si inquadra perfettam ente in u n a im postazione di tipo collettivistico, propria delle tesi politiche deU'estrema sinistra, d ell’interpretazione dei fa tti economici. Si tr a tta di u n ’idea semplice, quella che u n ità di com ando significhi a u ­ tom aticam ente u n più efficiente funziona­

m ento, che si presenta in m odo suggestivo alle m asse m eno dotate idi capacità 'critica e che viene coltivata con, amorevole cu ra da tu tti gli aspiranti d ittato ri.

Il fatto che esistano ideile dim ensioni li­

m ite al di là delle quali u n unico cervello, per quanto' eccezionale, non è più in grado di esercitare il suo' controllo ; il fatto .ohe si possano ottenere m igliori risu ltati con, una p lu ralità idi form e, in quanto ogni forza in gioco può esercitare tu tta la sua efficacia so­

lo nella form a che più le è congeniale ; il fa t­

to che esistano dei ferm enti preziosi per lo sviluppo economico come la concorrenza, la emulazione, il controllo reciproco, e simili, necessariam ente an nien tati in u n a soluzione totalitaria; tu tto ciò e m olti altri aspetti che caratterizzano l ’ideologia dem ocratica cui si

ispira la n o stra civiltà occidentale, è di un ordine più complesso e m eno si p re sta a for­

nire m a teria per argom entazioni demagogi­

che.

D’altra parte, se è n ell’interesse di coloro che m irano a sovvertire gli attu ali n o stri or­

dinam enti incoraggiare le m asse nella n a tu ­ rale inclinazione a sentirsi soddisfatte dei ragionam enti più sem plicistici, allo scopo di poter disporre idi un potere incontrollato, noi al co ntrario consideriam o u n dovere l ’ap- profondire la sostanza dei problem i nella lo­

ro n atu ra le com plessità, in modo che tu tti possano pervenire a delle conclusioni auto­

nome so ttra tte a tendenziose influenze.

CONSIDERAZIONI SULL’ATTUALE

STRUTTURA DEL SETTORE

Riconoscim ento della sua efficienza.

1. — Una critica delle possibilità di mi­

glioram ento ohe potrebbero derivare al set­

tore elettrico dalla nazionalizzazione, impli­

c a anzitutto u n esame d d l ’attuale s tru ttu ra che si vuole riform are, p er giudicare se a causa di essa il livello dell'indus-tria elettri­

ca italian a risu lta a rre tra to in senso asso­

luto oppure in confronto con quello degli altri paesi.

Se ila s tru ttu ra di un setto re si deve giu­

dicare d ai risu lta ti conseguiti, il giudizio non può che essere positivo. Gli im ponenti risul­

tati, otten uti dalla iniziativa p riv ata senza l ’ausilio di agevolazioni fiscali o di finanzia­

m enti di favore, m a solo n el quadro di una legislazione i donea a ll’esplicazione -delle mi­

gliori facoltà degli im prenditori e dei tecnici italiani, sono universalm ente noti. I nostri tecnici sono stati spesso chiam ati anche al­

l’estero a realizzare opere di altissim a re­

sponsabilità, tanto che testim onianze della efficienza • raggiunta dall’in d u stria elettrica italiana si trovano orm ai in ogni p arte del mondo (ricordiam o soltanto', p er brevità, il più grand e attrav ersam en to aereo del m on­

do, sullo stretto di M essina ; la diga più alta, sul Piave V ajont ; il Iago artificiale più gran­

de, a K ariba in Africa ; le chiuse sul fiume

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A tti Parlamentari 5 Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA I I I - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

San, Lorenzo, in Canadà ; la centrale ter­

m oelettrica di La Spezia, recentem ente inau­

g u rata dal Presidente della Repubblica, con il gruppo di m aggior potenza dell'E uropa continentale).

2. — Ma su questo argom ento non oc­

corre splendere m olte parole, perchè gli stes­

si fau to ri della .nazionalizzazione non arriva­

no a denigrare d irettam ente l'in d u stria elet­

trica itali,ana ; l ’onorevole Riccardo Lombar­

di, anzi, igià nel maggio d ell'anno 1961 ebbe a dichiarare alla Cam era che « siamo di fron­

te ad u n ’in du stria elettrica che fa onore al Paese », e nei suoi interventi nell'attu ale di­

scussione non h a m ai sm entito questa sua affermazione.

Ma i più ampi riconoscim enti si trovano a d d irittu ra nella relazione m inisteriale al di­

segno di legge governativo' e in quella di maggioranza della Commissione speciale della Cam era dei deputati, che danno incoe­

rentem ente atto dell’efficienza dell’attuale s tru ttu ra dell’in d u stria elettrica italiana. Ba­

sti rico rd are che nella seconda relazione ci­

ta ta si 'riconosce che l’in d u stria elettrica ha sem pre risposto alle necessità del Paese, met­

tendo a disposizione, con ampio m argine, la energìa richiesta dai consum atori ; ohe detta in d u stria « è stata uno dei fatto ri del pro­

gresso civile ed economico » nostro ; che « in Italia ila interconnessione delle varie reti di distribuzione... in certo qual modo è u n fat­

to com piuto », come pure l 'u n i f i c a z i o n e del­

la frequenza, delle tensioni, e delle tariffe (unificazione, q u est’ultim a, non realizzata al­

trove nel mondo occidentale in m aniera così integrale, neanche nei paesi ove l’industria elettrica è stata nazionalizzata) ; che l ’inter­

connessione consente il trasferim ento di energia elettrica da un capo aH’altro della penisola, assecondando disponibilità e fabbi­

sogni che, p er quanto rig u ard a l'intercon­

nessione della rete italiana con quella euro­

pea, da an ni « l ’Italia è connessa con tutti i paesi confinanti con u n a ventina di colle­

gam enti », che si sono realizzati progressi rilevanti nello sviluppo dei consum i delle di­

verse categorie di utenza e che « gli utenti agricoli... sono quelli che hanno beneficiato nella m assim a p arte del fenomeno di capii-

■larizzazione d ella rete », che in sostanza la

nostra ind ustria elettrica non è sta ta e non

è seconda a nessun’a ltra nel m ondo quanto a livello idi im pianti -e ad efficienza del ser­

vizio.

3. — Come, dopo q uesti riconoscim enti, si possa sostenere u n provvedim ento come quello in discussione, che l’attu ale s tru t­

tu ra sovverte dalle fondam enta, non può spiegarsi se non ricorrendo all'ipotesi che il p a rtito 'di m aggioranza si ritien e al disopra delle leggi della logica che da ta n ti secoli regolano il modo di pensare della n o s tra ci­

viltà. Ipotesi che, p urtro p p o , appare ancor più verosim ile se si ricorda che la stessa relazione di m aggioranza si apre con l'af­

ferm azione che « l'in d u stria elettrica è. una fra quelle m aggiorm ente legate al fatto re tecnico », dal che quanto meno si deduce che essa non dovrebbe essere g e tta ta alla indiscrim inata m ercè delle influenze politi­

che; ohe in altra p a rte si riconosce ohe « la dom anda di elettricità è in Italia ben lungi dal punto di saturazione » e si sottolinea

« quanto essenziale sia, in conseguenza, as­

sicurare u n costante flusso di investim enti verso il settore affinchè esista sem pre una disponibilità di energia elettrica tale da sod­

disfare l’in tera dom anda ed evitare in questo settore pericolose strozzature, che p otreb­

bero porre in forse il proseguim ento del p ro ­ cesso di sviluppo dell’econom ia nazionale attualm ente in atto »; e ciò dopo aver ■ os­

servato che « relativam ente alle società elet- tro co m m erciali. . . l’elevato increm ento della loro produzione va m esso in rap p o rto con la larga capacità di investim ento dalle stesse dim ostrata, per cui hanno p o tu to seguire con relativa facilità gli sviluppi di u n a do­

m anda m olto so sten u ta» ; p e r rinunziare ad altre citazioni che p o rtereb bero trop po lon­

tano dal tem a specifico che ci siam o prefissi.

R isultati conseguiti nell’interconnessione.

4. — La m ancanza di concreti argom enti di critica nei confronti dell'attuale s tru ttu ­ ra dell'industria elettrica italiana si è pale­

sata in tu tta la sua evidenza anche nel d i­

scorso che il M inistro Colombo ha dovuto tenere alla Camera dei deputati il 7 agosto

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A tti Parlamentari 6 Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA XII - 1958-62 DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

scorso a conclusione della discussione gene­

rale sul disegno di legge. In fa tti il M inistro ha ritenu to in quella sede di po ter far ber­

saglio delle sue critiche l'attu ale coordina­

m ento del sistem a elettrico italiano, che non sarebbe pervenuto a quello stadio più avan­

zato che consentirebbe i m assim i vantaggi p e r l ’econom ia nazionale e che può attu arsi solo attraverso una gestione unica dell’in­

d u stria elettrica. Poiché si tra tta proprio di uno di quei ragionam enti sem plicistici di cui si diceva all’inizio, e cihe vengono spes­

so ripresi dagli orecchianti, vale la pena di spendere qualche parola per ‘chiarire come stanno realm ente le cose a coloiro che non sono addentro ai problem i deH’ind ustria elettrica.

Par sviluppare il tem a di cui si è detto, il M inistro non ha trovato di meglio che rip ren d ere pedissequam ente le considera­

zioni pseudo-tecniche ap parse poco più di un anno fa su queU’autorevole fonte in m a­

lteria che è costituita dal giornale « La Voce R epubblicana », fornendo tra l'altro la pro­

va — che sottolineiam o a consolazione dei dirigenti di quel quotidiano — che se i suoi lettori, sono pochi, almeno sono altam ente qualificati. S fortunatam ente p er il M inistro, le considerazioni sulle quali ha riten uto di docum entarsi erano state da quel giornale attinte, m a in form a m onca e parziale, da uno studio di un ingegnere tedesco, il Fleischer, del quale p er di più erano state sottaciute le conclusioni, non certo favore­

voli agli assertori delle nazionalizzazioni e dei soffocanti dirigism i in genere.

5. — Le disquisizioni del M inistro in m a­

teria di « m arcia in parallelo », « intercon­

nessione » ed « esercizio coordinato » ci con­

sigliano, comunque, di spiegare alcuni con­

cetti, perfettam ente noti ai tecnici del ramo.

Reti diverse funzionano in parallelo quando sono tra loro elettricam ente collegate in m odo da vincolare le rispettive centrali di produzione a funzionare in perfetto sincro­

nism o e da consentire scam bi di energia da u n a rete all’altra; in altre parole la « m arcia in parallelo » si può realizzare solo a condi­

zione dhe le reti elettriche siano intercon­

nesse e « l’interconnessione è appunto lo

strum ento per consentire la m arcia in pa­

rallelo. L'interconnessione può essere più o meno stretta. Ad esempio, più reti possono essere interconnesse, con collegam enti sin­

goli, lu n a alla successiva così da form are una catena semplice o. al più u n a ram ifica­

zione « radiale »: in tal caso le reti funzio­

nano in parallelo anche se non sono realiz­

zati collegam enti m ultipli tra ciascuna rete e tu tte quelle circostanti. Q uando sussista­

no i collegam enti m ultipli, si è in presenza di u n ’interconnessione assai più stretta, la cui caratteristica essenziale è quella di es­

sere ,« m agliata », In sostanza, p iù reti, quando sia realizzato il parallelo m agliato, non sono collegate soltanto attraverso sin­

goli punti di scambio come in un semplice sistem a interconnesso radiale, ina ogni rete è collegata con tu tte le reti vicine anche in più p u n ti così da form are nell’insiem e una stru ttu ra com patta a m aglie chiuse.

Siili piano strum entale l’interconnessione m agliata rap presenta la form a più stretta di interconnessione. Orbene la rete italiana, costituita dalla interconnessione delle reti dei vari aggruppam enti elettrici, ha già rag­

giunto tale alto livello di integrazione e rea­

lizza un com pleto e com patto parallelo m a­

gliato.

Questa stru ttu ra assicura autom aticam en­

te . una circolazione dell’energia in tu tto il territorio della penisola in modo da fron­

teggiare q u alsiasi esigenza con m inim e perdite di traspo rto. L’interconnessione ma­

gliata di tu tta la rete italiana garantisce, in­

fatti, che ogni area di consum o sia alimen­

tata dalle centrali di produzione più vicine indipendentem ente dall’appartenenza di tali centrali allu n o o all’altro aggruppam ento, nè più nè m eno di come potrebbe avvenire con u n ’unica rete nazionale appartenente ad un unico Ente. N aturalm ente u n a siffat­

ta interconnessione m agliata presuppone anche la più stre tta collaborazione tr a i cen­

tri dispacciatori delle varie reti, collabora­

zione che in effetti si è spontaneam ente e necessariam ente sviluppata insiem e con lo sviluppo deirinterconnessione.

Che in Italia siano stati m essi a punto tu tti i mezzi tecnici e funzionali (realizza­

zione di collegam enti m ultipli tra le reti,

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Atti Parlamentari 7 Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA I I I - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

coordinam ento delle protezioni selettive, adeguamento delle capacità di ro ttu ra degli in terru tto ri, m essa a p unto di complesse ap­

parecchiature di regolazione autom atica, perfezionam ento di accordi sem pre più stretti tra i centri dispaCciatori delle varie reti eccetera) in m odo tale dhe l'intercon­

nessione m agliata è orm ai un fa tto compiu­

to, è realtà ben nota e conosciuta da tutti coloro che \sono al corrente dei jproblem i dell’industria elettrica.

Il fatto che questa realtà sia stata igno­

rata dal M inistro è u n ’altra prova della nes­

suna im portanza che il Governo attribuisce aH'aspetto tecnico del problem a, anche se a parole non si p erita di conclam are che la nazionalizzazione p o rte rà ad un m igliora­

m ento dell’effìcienzà tecnica del sistema.

Prove evidenti di qu esta im postazione tra ­ spaiono in più p u n ti dal discorso citato, per esempio, dove si lascia intendere ohe il no­

stro Paese non avrebbe raggiunto in campò elettrico una struttura com patta, quando al contrario, grazie all'interconnessione m a­

gliata, qualsiasi trasferim ento di energia si presenti necessario e conveniente da una zona all'altra del Paese può venire, e in realtà viene effettuato, senza alcuna diffi­

coltà. O ancora, dove si afferm a che l'in ter­

dipendenza tra le reti degli aggruppam enti elettrici italiani rim ane lim itata alle prim e fasi del processo che conduce a quello che viene definito « esercizio coordinato », o in­

fine, quando si afferma che possono verifi­

carsi contem poranei im ponenti scam bi di energia da N ord a Sud e da Sud a Nord, intesi piu ttosto a soddisfare interessi azien­

dali di gruppo o, com unque, particolari, non coincidenti con gli interessi economici generali.

Anche soltanto in base alle sommarie spiegazioni che abbiam o dato, risu lta chia­

ra la com pleta inconsistenza di quest'ulti- m a affermazione, anzi ad d irittu ra l'im possi­

bilità p ratica che essa possa verificarsi. Per­

chè è evidente che se anni addietro, quando il progresso della tecnica non aveva ancora consentito la realizzazione del parallelo ma- gliato, potevano, sia pu re eccezionalmente, aver luogo scambi contem poranei di ener­

gia nei due sensi, oiggi, grazie al parattelo

magliato, ciò è fisicam ente impossibile. E in tale situazione dhe significato h a p arlare di ottica aziendale p iu tto sto dhe nazionale, op­

pure invocare una p retesa insufficienza del­

l'interconnessione a sostegno e giustifica­

zione della nazionalizzazione?

6. — E poiché in m ateria di interconnes­

sione si è voluto da p a rte del M inistro ri­

correre all'au torità del Fleischer, converrà dello stesso Fleischer ricordare anche le con­

clusioni che pongono in gu ardia contro gli

« inconvenienti inerenti ad u n a concentra­

zione spinta facenti capo b en presto al di­

rigism o ». È ancora il Fleischer che rico rda come in E uropa l’in d u stria elettrica si p re­

senti organizzata in vario m odo nei diversi paesi a seconda delle varie esigenze e come tale situazione di autonom ia e libertà abbia consentito di raggiungere i m igliori risu lta­

ti di collaborazione nel se tto re elettrico; ta n ­ to ohe si è realizzato un m ercato comune d ell’energia elettrica in Europa assai prim a che da parte dei Governi si pensasse di rea­

lizzare un analogo m ercato negli altri set­

tori e di attu are una collaborazione sul pia­

no politico. Egli, infine, conclude afferm an­

do che « è indubbio dhe nessuna centraliz­

zazione e nessun dirigism o avrebbe po tuto ottenere risu ltati paragonabili ».

7. — Chiarito cthe la nazionalizzazione non si giustifica per attuare l’interconnessione delle reti elettriche italiane ad un livello più spinto, perchè quello già oggi raggiun­

to è il più elevato che può essere consen­

tito dai progressi della tecnica, m erita u n p articolare com m ento u n ’argom entazione di ordine giuridico che il M inistro Colombo, sem pre nel citato discorso, h a ritenuto di esporre a sostegno dèlia tesi dei nazionaliz- zatori. Afferma il M inistro che « ove non vi sia un'azienda unica, è im possibile trasfe­

rire energia nei vari p u n ti del te rrito rio a seconda delle esigenze, se non in relazione ad u n accordo fra le p arti. F uori di tale ipotesi, non vi è, ne è possibile trovare, uno strum ento giuridico p er trasferire la energia da un'azienda all’altra, secondo le competenze territoriali; tale trasferim ento dovrebbe essere attu ato con im m ediatezza secondo le esigenze. Esso, però, giuridica­

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A tti Parlamentari _ 8 — Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA I I I - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

m ente com porta u na vendita coattiva di energia elettrica da u n a azienda all’altra.

In sostanza com porta una espropriazione di energia da un'azienda in favore di una altra. Sulla base di precise norm e di legge un provvedim ento am m inistrativo di volta in volta potrebbe sancire l'obbligo e, qua­

lo ra l'obbligo non venisse adem piuto, vi sa­

rebbero delle sanzioni civili e anche penali.

Si ottiene con questo1 l’effetto pratico voluto del trasferim ento dell’energia.

Solo un'azienda unica può, quindi, assi­

cu rare il trasferim ento im m ediato, secondo le esigenze, di quantitativi di energia da u n a zona all’altra del territo rio ; e tal fine si può raggiungere più sicuram ente se la azienda è unica. Giacché non è concepibile che la pubblica am m inistrazione no n assol­

va a com piti tassativam ente previsti nell'in­

teresse generale ».

Si tra tta di un'argoim entaziane che sul piano della realtà è priva di qualsiasi con­

sistenza. E, infatti, tu tto il ragionam ento po­

trebbe essere preso in considerazione se in qualche occasione si fosse reso necessario un trasferim ento coatto di energia dalla rete di u n aggruppam ento a quella di un altro. E chi ascolta l'argom entazione del M inistro può essere indotto in fatti a rite­

nere dhe una tale eventualità si sia verifi­

cata e di frequente, perchè, in caso co ntra­

rio, non si vedrebbe l'u tilità di considerare la questione.

Di fatto, mai, se si esclude il periodo del­

l'im m ediato dopoguerra, nei pochi anni che sono stati necessari p e r sanare le im m ani distruzioni operate nel corso del conflitto sul nostro sistem a elettrico — e anche al­

lora si è dim ostrato che lo S tato aveva tu tti gli stru m enti anche di ordine giuridico per un tem pestivo intervento — m ai, ripetiam o, una siffatta m isu ra si è p resen tata o p portu ­ na o necessaria, perchè m ai in alcuna re­

gione d ’Italia la disponibilità di energia è ris u lta ta inadeguata a coprire pienam ente e con largo m argine la richiesta; ciò anche quando per l’insorgere di nuovi centri in­

d u striali nel Sud — p e r esem pio, nella nuo­

va zona ind ustriale delle province di Sira­

cusa e Catania — si è avuta u n a vera e

p ro p ria esplosione nella richiesta, con con­

seguenti vertiginosi aum enti nei consum i di energia elettrica.

In queste condizioni si com prende facil­

m ente come nessun peso p ossa avere l’argo­

m entazione giuridica del M inistro in tesa a parare un'eventualità che nella p ra tic a non si è m ai p resen ta ta e ohe tu tto fa presum ere ohe mai si presenterà. Forse ohe qualcuno si è dovuto preoccupare di siffatta eventua­

lità in Svizzera, Germania, Belgio, Olanda, Stati Uniti, Canadà e in tu tti gli a ltri paesi dove fiorisce u n a sana in d u stria elettrica basata sulle capacità im prenditoriali delle aziende?

Possibilità di perfezionam ento.

8. — Da quanto finora esposto risulta conferm ata la piena efficienza dell’attuale struttura dell’industria elettrica italian a e l’assoluta inconsistenza delle argom entazio­

ni di chi ha cercato di trovare delle giusti­

ficazioni al provvedim ento di nazionalizza­

zione nella p rete sa di ap po rtare dei miglio­

ram enti, diciam o di razionalizzare, il setto­

re elettrico italiano. Non p retendiam o con ciò negare in senso assoluto qualsiasi possi­

bilità di perfezionam ento; come tu tte le cose che sono opera dell’uom o, anche il set­

tore elettrico sarà sem pre suscettibile di ulteriori progressi sia sul piano tecnico che su quello organizzativo, m a la via da seguire non è certo quella di sottrarlo a coloro che hanno il m erito di averlo p o rtato a così alto grado di efficienza, per darlo in m ano allo Stato che purtroppo, finora, non può van­

tare sim ili benem erenze nel cam po dell’am- m inistrazione delle aziende che gli sono sta­

te affidate.

Lo Stato ha già oggi tu tte le ragionevoli possibilità di intervento nel settore elettri­

co, da quello ohe rig u ard a la produzione di energia, sia di origine idraulica ohe term ica, al trasp o rto e alla distribuzione, ed al set­

tore più delicato della vendita i cui prezzi sono dallo S tato stesso fissati. La via più lo­

gica da seguire, se anim ati da u n a effettiva volontà di perfezionam ento, è evidentem en­

te quella di riunire in un unico organismo

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A tti Parlamentari 9 _ Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA I I I - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

tutte le com petenze dello S ta to dhe sono oggi ripartite su organi diversi della pubbli­

ca Amministrazione, al fine di realizzare un migliore coordinam ento dell’interv ento p ub­

blico e dargli m aggiori elasticità e capacità propulsiva. È questa del resto la via che la stessa Democrazia C ristiana aveva indi­

cato col disegno di legge che p o rta il nom e dell'onorevole De Cocci, in d ata 7 luglio 1961, per l’istituzione di un « Com itato del­

l’energia », quando era ancora libera di ef­

fettuare le sue scelte e di a ttu a re la politica per lei più naturale: è, infatti, l’unica solu­

zione coerente col program m a politico col quale il p a rtito di m aggioranza h a raccolto i voti del suo elettorato. Ma è la via che lo stesso p artito h a dovuto rinnegare una volta divenuto, con una resa senza condizioni, succubo delle istanze socialcom uniste e ca­

vallo di Troia deH’a w e n to al p o te re dei p a r­

titi che lo sostengono.

PEGGIORAMENTI DERIVANTI DALLA NAZIONALIZZAZIONE

Motivi d ’ordine generale.

1, — Abbiamo detto che la nazionalizza­

zione non potrà apportare alcun migliora­

m ento al settore elettrico; dobbiam o meglio chiarire che questo provvedim ento non p o trà che recare dei peggioram enti. E ciò sia per motivi d’ordine generale ohe si presentano tu tte le volte ohe viene creato u n E nte di Stato per la gestione d iretta di qualunque attività economica e industriale, sia p er i motivi d’ordine particolare al settore, che si m anifestano appieno nella form ulazione del provvedimento.

Sorvoliamo sui motivi d’ordine generale, perchè pu rtro p p o il popolo italiano ha di fronte a sè m olti esempi concreti di Enti di Stato, in base ai quali sarebbe facile com­

porre un libro bianco sui deleteri inconve­

nienti che . la statalizzazione com porta: la burocratizzazione, la politicizzazione, il clientelismo, la costituzione di gruppi di potere incontrollabile, eccetera. Troppe vol­

te è stata m essa in evidenza l’incapacità

dello Stato di attu are qualsiasi politica at­

traverso questi Enti: essi, una volta costitui­

tisi, tendono a vegetare ed a proliferare, in­

sensibili a qualsiasi sferzata dal centro, quando ad d irittu ra non si arrogano la pre­

tesa — e purtro pp o hanno anche la forza di attu arla — di nom inare m inistri o di svolge­

re u n a propria politica estera. Quando poi qualcuno del Governo te n ta un intervento per esercitare i legittim i p o te ri di control­

lo, non si ottengono effetti m aggiori di quel­

li di una p u n tu ra di spillo sulla delicata epi­

derm ide di un elefante: non ce ne voglia l ’onorevole M inistro del tesoro se citiam o ad esempio in questa circostanza la sua circolare dello scorso agosto che si perm et­

teva di m uovere dei rilievi e degli am m oni­

m enti sui criteri am m inistrativi degli enti pubblici: Vox clamantis in deserto.

2. — Tutti gli aspetti negativi ai quali abbiamo p rim a -fugacemente accennato, an­

che se sem pre gravi in quanto riguardano enti che am m inistrano il denaro pubblico, acquistano particolare rilevanza ove siano riferiti ad un Ente, come quello che si vuole costituire, che dovrebbe esercitare in regi­

me di m onopolio il servizio della fo rn itu ra di energia elettrica per coprire tu tti i fab­

bisogni della Nazione. Abbiamo già ricor­

dato l’affermazione iniziale deila relazione di maggioranza della Comm issione speciale della Cam era dei deputati a p roposito dello stretto legame che vincola l’in d u stria elet­

trica al fatto re tecnico, che sottolinea i per­

niciosi effetti della politicizzazione sull’Ente elettrico. Si pensi poi che, secondo la nota quasi-legge deH’Ailleret, il consum o di ener­

gia elettrica di una nazione cresce con un ritm o che com porta il raddoppio nel giro di circa dieci anni; ciò significa che l’E nte na­

zionale dovrebbe in soli dieci anni predi­

sporre, pena l’arresto dello sviluppo econo­

mico del Paese, un com plesso di im pianti di produzione, trasp o rto e distribuzione pari a tu tto quello di cui verrà in possesso al mo­

m ento dell’esecuzione dei trasferim en ti, e che è stato realizzato dagli inizi dell’indu­

stria elettrica italiana dal lontano 1883 fino ad oggi.

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LEGISLATURA I I I - 1958-62 DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

Come un tale risu ltato possa essere con­

seguito, senza il concorso dell'iniziativa p ri­

vata, con uno stato maggiore di b u rocrati soggetto alle influenze politiche che hanno voluto la nazionalizzazione per il consegui­

m ento di fini particolaristici e contrastanti, sarebbe u n ’assoluta follia soltanto sperarlo.

Del resto l'esem pio di insufficienza da tu tti riconosciuta che lo S tato ha offerto nel cam ­ po dei servizi ferroviari e postali, e la sua incapacità a seguire l’increm ento dei fab­

bisogni in questi settori, m algrado che essi siano caratterizzati da un dinam ism o assai inferiore a quello che distingue l’in dustria elettrica, non può che conferm are le previ­

sioni più pessim istiche.

La realtà è che, quando si vuol ragionare sulla base di considerazioni aderenti alla sostanza dei fatti, senza indulgere alle astra­

zioni tanto care ai dem agoghi, non si può non rilevare che la nazionalizzazione deH’indu- stria elettrica consentirà forse ai suoi fau­

to ri di conseguire i fini che si propongono, m a che questi fini non sono quelli p u bb li­

cam ente dichiarati e che ciò avverrà a tu tto danno dell’efficienza del settore elettrico na­

zionale e della sua capacità di costituire un adeguato strum ento dello sviluppo econo­

mico del Paese.

Fattori di disgregazione insiti nella str u ttu ­ ra: progettata.

3. — Già da m olte p a rti è stato osservato che una delle più stridenti incongruenze del progetto di nazionalizzazione è rap presen ta­

ta dall’esclusione dal trasferim ento all’Ente nazionale delle im prese elettriche degli en­

ti pubblici locali e regionali e delle im prese m inori con una produzione annua non su­

periore ai 15 m ilioni di kwh, previste rispet­

tivam ente ai num eri 5 e 7 dell’articolo 4. È stato posto in evidenza il carattere discrim i­

natorio di tali esclusioni, ma so p rattu tto la palese contraddizione che esse presentano nei confronti di uno dei prim i obiettivi indi­

cati, come abbiamo segnalato sin dadi'inizio, a guisa di slogan pubblicitario, dai sosteni­

tori del disegno di legge: assicurare le con­

dizioni per un esercizio unitario del sistem a

elettrico nazionale, allo scopo di conseguire una maggiore efficienza del settore. Riserve nei confronti delle esclusioni sono state fat­

te anche da esponenti dei p artito socialista, so p rattu tto però in chiave politica, ravvi­

sando cioè in esse un indebolim ento, sia pu­

re formale, dei fini della m itom ania stata­

lista. La critica che qui m erita so p rattu tto di essere approfondita è p erò quella che ri­

guarda, nella sostanza, gli errori tecnici ed economici insiti nella soluzione adottata.

4. La m unicipalizzazione h a svolto fi­

nora, anche nel campo elettrico, una pro­

p ria funzione, sia pure lim itata ad aspetti non essenziali dei progresso del settore. Nel quadro dell’esistente s tru ttu ra , le aziende m unicipalizzate si sono trov ate ad operare in stretta concorrenza di mezzi e di scopi con le altre aziende, p riv ate o miste, venen­

do così a rappresentare, reciprocam ente, una non inutile m ateria di confronto e spesso di emulazione. Le grandi aziende m unicipa­

lizzate p ro d u ttrici e distributrici, sia pure perchè facilitate da condizioni di privilegio rispetto alle vicine im prese private in quan­

to operanti in m ercati p iù ricchi, finanziate a condizioni meno onerose, oggetto di esen­

zioni fiscali, hanno spesso a ttu a to una fu n ­ zione di riferim ento tecnico ed economico anche ai fini della determ inazione dei prezzi dell’energia elettrica. D obbiam o quindi ri­

conoscere che teoricam ente si è realizzato, attraverso il gioco concorrenziale, uno stru ­ m ento di stimolo anche p e r l’iniziativa de­

gli im prenditori privati, i quali hanno sa­

puto sopperire, sempre perfezionando la lo­

ro organizzazione aziendale, agli svantaggi derivanti dalle condizioni più onerose in cui erano costretti ad operare, riuscendo quasi sem pre a sopravvanzare le m unicipalizzate nella qualità del servizio reso all'utenza, che in ultim a analisi è quella che ne ha ricavato i maggiori benefici.

Q uesta funzione delle municipalizzate ora viene a perdere qualsiasi significato; il mo­

nopolio statale non solo è ottuso di fronte agli stim oli del tipo descritto, m a condan­

n a oigni velleità concorrenziale. Nessuno' può illudersi, e tanto meno si fanno illusioni i tecnici stessi delle aziende m unicipalizzate,

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LEGISLATURA I I I - 1958-62 DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

che potrebbe continuare in fu tu ro con l'E n­

te nazionale quella soddisfacente coesisten­

za e collaborazione con le im prese private e m iste, che si verifica n ell'attuale s tru ttu ra del settore, anche sul piano tecnico, stante- la facoltà per lo Stato, al disopra di tu tte le p arti in causa, di intervenire in caso di divergenza per im porre la soluzione p iù con­

veniente per la collettività. M ancherebbe, d’altra parte, ogni possibilità m ateriale di raffronto locale, dato che l’E nte avrà una gestione nazionale.

5. — Perduta così ogni capacità di ap­

p o rti positivi, la sopravvivenza autonom a delle im prese elettriche degli enti locali e regionali sarà solo causa di tu rb ativ e alla nuova gestione.

Vediamo le più im portanti.

L’esclusione sottrae anzitutto alla compe­

tenza dell'Ente nazionale la m aggior parte dei m ercati più ricchi del Paese. Milano, Torino, Roma, Napoli sono per m età servite dalle massim e aziende m unicipalizzate; altri prosperosi centri so p rattu tto dell'Italia set­

tentrionale, come Brescia, Cremona, Vero­

na, Parm a, Modena, sono serviti in esclusiva da aziende elettriche m unicipalizzate.

Complessivamente le maggiori aziende m u­

nicipalizzate vendano circa un decim o del­

l'energia venduta dai grandi aggruppam enti privati e m isti ad u n ’utenza che è concen­

tra ta su un territorio che è più di centocin­

quanta volte più ristretto; l’utente m edio do­

m estico delle predette aziende m unicipaliz­

zate consuma circa il doppio di energia del­

l’utente medio domestico dei grandi aggrup­

pam enti; in ogni chilom etro qu ad rato le reti delle aziende municipalizzate alim enta­

no un num ero di utenti quasi venti volte su­

periore. Maggior densità dei consum i e del­

l’utenza, m aggior consumo p er utenza rap ­ presentano altrettan ti fattori di m inor co­

sto del servizio. Se vengono so ttra tte alla competenza dell’Ente nazionale le zone di distribuzione delle aziende m unicipalizzate, si viene ad im pedire all’Ente di com pensare i maggiori oneri relativi al servizio delle zo­

ne econom icamente meno progredite del ti­

po, per esempio, del basso Polesine, per non parlare delle zone ru rali dell’Italia m eri­

dionale. Già questo costituisce una rem ora all’azione che si pretenderebbe di realizza­

re con l’E nte p er accelerare l’elettrificazio­

ne delle zone più povere.

6. — Il meccanism o posto in essere dalla n orm a d e ll’articolo 4, che conce de agli enti locali e regionali la facoltà di scelte tr a il ri­

m anere autonom i e il venire assorb iti dal­

l’Ente nazionale, p o rta un u lterio re motivo di evidenza al fatto che le esclusioni in di­

scorso rappresen tano una vera e non form a­

le fra ttu ra dell’u n itarietà del settore;

Scelta significa infatti espressione di vo­

lontà m editata e cosciente: chi sceglierà l’autonom ia avrà dunque d im ostrato u n a vo­

lontà di autonom ia. Non è rilevante analiz­

zare se tale volontà sarà m o tivata da inte­

ressi politici di prestigio cam panilistico o dà valutazioni economiche, È solo im po rtante sottolineare che la volontà m anifestatasi al­

l’atto della scelta, continuerà a m anifestarsi nel corso delle gestioni. È lapalissiano in- fatti il ragionam ento per cui i responsabili di un'azienda che hanno riten u to di non ac­

cordarsi al carrozzone dell'E nte saranno po­

co inclini a gestire l'azienda stessa come se essa facesse p arte dell'Ente. Avranno al con­

trario am bizione di operare u n a gestione in­

dipendente, sia sotto l'asp etto tecnico, nel senso di rendere l’azienda autosufficiente al m assim o grado possibile, sia sotto l'aspetto della politica commerciale, che te n d erà piu t­

tosto ad in qu ad rarsi nelle altre politiche dell'am m inistrazione locale (com unale o provinciale) che non con quella dell'E nte na­

zionale.

Si am m etta pure che qu est'ultim o possie­

da la più indiscrim inata lib ertà di determ i­

nare la politica dei prezzi dell’ènergia. Si am m etta altresì che, attrav erso i capitolati della « concessione di esercizio », figura pe­

raltro di incerta com prensione, i concessio­

nari siano tenuti ad applicare le stesse tarif­

fe dell'Ente. Ma è chiaro che, se m anca una superiore organizzazione che coordini l'uno e gli altri, lo strum ento del capitolato si rive­

lerà chiaram ente incapace di assicurare, da­

te le prem esse, unicità effettiva di in ten ti e di fini. La confusione che ne p o trà deriv arç è, al m om ento, inim m aginabile: essa sarà

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LEGISLATURA I I I - 1958-62 --- DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

com unque tanto maggiore quanto maggiori saranno le im plicazioni politiche nella ge­

stione dell’Ente.

7. — Altri aspetti rim arran no com unque investiti da un simile frazionam ento del set­

tore. Le gestioni delle m unicipalizzate ten­

deranno progressivam ente a peggiorare, avendo come paragone soltanto la gestione dell’E nte nazionale cui esse andranno quan­

to meno ad allinearsi, inghiottendo i bene­

fici loro derivanti dalle sopraccennate posi­

zioni di partenza privilegiate sotto il profilo dei costi natu rali di esercizio.

Nuovi m otivi di irrazio nalità e di malco­

stum e am m inistrativo nasceranno dai rap­

po rti di com pravendita dell’energia elettri­

ca per le im prese locali che abbiano sovrab­

bondanza oppure deficienza di producibilità rispetto al fabbisogno dei prop ri utenti. An­

che qui la m ancanza idi princìpi certi e ge­

nerali sanciti dalla legge p o trà condurre a discrim inazioni di trattam en to nei riguar­

di di determ inati enti locali; per alcuni po­

trà aversi una san ato ria dei deficit di gestio­

ne attraverso cessioni di energia sottocosto o ritiri di energia a prezzi superiori al suo valore reale; per altri enti, forse politica- m ente peggio im p arentati, p o trà invece es­

sere p raticata una vendita o un ritiro a con­

dizioni punitive. Nella m igliore delle ipo­

tesi, attrav erso gli scam bi di energia si po­

trà in stau rare un com plicato traffico intrec­

ciato di sopravvenienze attive e passive che viaggiano da azienda a azienda, dal bilancio di un Comune a quello di u n a Regione, dal bilancio dell’E nte nazionale a quello di un ente locale e viceversa, senza che gli stessi regolatori di un tale traffico possano con­

trollarlo e verificarne gli effetti. E questo si dovrebbe chiam are, secondo le pretese de­

gli estensori del provvedim ento, strum ento di razionalizzazione.

8. — Se ferm iam o l’esame a ll’aspetto strettam en te tecnico della program m azione degli im pianti — sia di produzione che di trasp orto , trasform azione e distribuzione — dobbiam o rilevare come l’esclusione del tra ­ sferim ento all’E nte nazionale delle im prese elettrocom m erciali pubbliche, nonché di quelle m inori previste dal citato articolo 4,

costituisce u n ’ulteriore conferm a che i fini che gli estensori del provvedim ento dichia­

rano di voler conseguire sono semplicem en­

te u n 'etich etta pubblicitaria p er la m assa dei meno inform ati; questi fini in fatti all'atto pratico non vengono tenu ti in alcuna consi­

derazione nella form ulazione del testo del disegno di legge che m ira a ben altri intenti, m olto meno benefici o innocui.

Una cosa certa è che, anche sotto il pun­

to di vista in esame, il provvedim ento non favorisce alcuna razionalizzazione, m a p iut­

tosto è fonte di disordine.

Si rinunzia in partenza ad una program ­ m azione u nitaria del sistem a di produzione e trasp o rto deH'energia. Le m aggiori azien­

de m unicipalizzate dispongono in fatti di im­

p o rta n ti im pianti di produzione dislocati lontano dal centro di consum o, col quale so­

no collegati m ediante linee ad alta ed altis­

sim a tensione: im pianti e linee sui quali l ’E nte nazionale non p o trebbe fare affida­

m ento p er la sua program m azione. Non p ar­

liam o poi dell’esclusione delle im prese elet­

triche degli enti regionali, i quali hanno la com petenza su intere regioni che verrebbero praticam ente cancellate dalla carta geogra­

fica del nostro Paese agli effetti del sistem a elettrico unitario.

Nei confronti delle possibilità dì raziona­

lizzazione degli im piantì di distribuzione le citate esclusioni dell'articolo 4 incidono in modo particolarm ente negativo. Vi sono in­

fatti le num erose aziende municipalizzate m inori, a proposito delle quali si possono fare due considerazioni, u n a di ordine eco­

nomico ed una di ordine tecnico. La p rim a è che la -facoltà di opzione p er l'autonom ia verrebbe esercitata dagli E n ti locali le cui aziende si trovano in condizioni di bilancio più favorevoli, m entre è verosim ile che le aziende più in dissesto finirebbero col rica­

dere sulle spalle dell'E nte nazionale costi­

tuendo un gravame per la gestione economi­

ca dell'Ente stesso. La seconda è che le aziende che rim arranno autonom e non sa­

ranno in grado, per com petenza tecnica e di­

sponibilità finanziarie, di rim o dern arne le loro reti di distribuzione, che già oggi la­

sciano m olto a desiderare, e quindi costitui­

ranno ta n ti centri nei quali non sarà nep­

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LEGISLATURA I I I - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

p u re il caso di parlare di nazionalizzazione.

Q uest'ultim a considerazione vale poi in m odo particolare a proposito delle im prese m inori con produzione non superiore ai 15 m ilioni di kwh annui, le cui reti corrispon­

dono spesso ad un livello che possiam o de­

finire prim ordiale della tecnica della d istri­

buzione. Ma della esclusione di questa ca­

tegoria di imprese ci riserviam o di p arlare diffusam ente più avanti, trattan d o il proble­

m a dal punto di vista della qualità del ser­

vizio reso agli utenti.

Quello che qui interessa sottolineare è che per effetto delle norm e di cui si è det­

to si andrebbe sicuram ente incontro ad un peggioram ento della situazione attuale. In ­ fatti, anche se questa prevede che operino nel settore un m aggior num ero di tipi di im ­ prese rispetto a quelli che la nazionalizza­

zione lascerebbe sussistere, si inq uadra nel­

l’attuale disciplina giuridica dell’ind ustria elettrica, che consente allo S tato diverse form e di intervento e dì coordinam ento la cui efficacia è collaudata da u n a lunga espe­

rienza. Inoltre la presenza nel settore del­

le im prese private, le quali non possono sot­

tra rre le loro decisioni a considerazioni di effettiva economicità — e non di quella eco­

nom icità im balsam ata in qualche capoverso delle leggi iistituzionalii di tu tti i n ostri E n­

ti pubblici più antieconom ici — ha sem pre costituito un riferim ento per una corretta gestione delle altre im prese e un freno per le iniziative più avventate.

La situazione verrebbe invece compieta- m ente a m utare una volta a ttu a ta la nazio­

nalizzazione: le im prese elettriche degli En­

ti locali e regionali si (troverebbero in fatti a com petere con l’Ente nazionale e, anche a prescindere dalle interferenze politiche che certam ente non m ancherebbero, b asta rian ­ dare alla ricca esperienza di cui tu tti di­

spongono in m ateria di conflitti fra E nti pu b ­ blici, e ad d irittu ra fra diverse A m m inistra­

zioni dello Stato, per perdere gli ultim i dub­

bi sugli sperperi di patrim onio cui finirebbe col dar luogo l’im postazione prevista dal disegno di legge.

9. — Del resto non può non in durre alle considerazioni più pessim istiche la già rile­

vata carenza del provvedim ento in m ateria di coordinam ento dell’Ente nazionale con le im prese elettriche degli Enti locali e regiona­

li e le im prese minori. R itenere che questa carenza sia dovuta ad u n ’innocente om issio­

ne può essere forse un'ingenuità; p iù vicina al vero ci sem bra l’ipotesi che si sia voluto lasciare le cose im pregiudicate p e r non u r­

tare opposti interessi di n atu ra politica, con­

tinuam ente in agitazione nel carrozzone del

« centro-sinistra », che è in grado di proce­

dere la sua m arcia deleteria solo attraverso una successione di stati di equilibrio insta­

bile. Una prova del prevalere di istanze di carattere certam ente non tecnico nelle deci­

sioni nei confronti degli Enti locali e regio­

nali si h a anche seguendo l'evoluzione deilla form ulazione della norm a che li riguarda, dalla prim a stesura del testo governativo., a quella del testo della Commissione specia­

le della Camera, fino a quello approvato dal­

la Camera stessa: una continua inflazione nello sforzo di accontentare un sem pre mag­

gior num ero di interessi politici locali, in evidente contrasto con l'interesse generale che dovrebbe m otivare la nazionalizzazione.

Per quanto riguarda in p artico lare il pro ­ blem a delle im prese minori, si deve tener presente che era in corso da p arte delle mag­

giori im prese, sia private che controllate dallo Stato, un processo di graduale, m a ab­

bastanza rapido assorbimento. Ciò avveniva m an mano che le reti più efficienti, nella lo­

ro rapida espansione, raggiungevano una sufficiente densità in prossim ità delle zone servite dai distributori, in modo da potersi sostituire, a costo di investim enti soppor­

tabili dall’economia delle im prese, alle reti dei distrib uto ri stessi che venivano il più del­

le volte totalm ente sm antellate. L ’assorbi­

m ento si attuava sempre a condizioni di ri­

scatto che dovevano risu ltare soddisfacenti per entram be le parti. Con la nazionalizzazio­

ne verrebbe autom aticam ente ad arresta rsi questo salutare processo, tanto p iù che il provvedim ento m ostra la deliberata volontà dei suoi estensori di tenere l'E n te nazionale ben al di fuori di tu tto quanto rig u ard a i p ro ­ blem i di queste piccole im prese, ritenu ti al di sopra delle forze d ell'E n te stesso. Del re­

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A tti Parlamentari 14 Senato della Repubblica — 2189-A-ter

LEGISLATURA I I I - 1958-62 — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

sto autorevoli dichiarazioni nel corso delle discussioni parlam entari hanno apertam en­

te conferm ato questa interpretazione.

10. — La possibilità di attu a re una razio­

nale soluzione u n itaria del sistem a elettrico u rta contro una situazione di fatto di ordine giuridico costituzionale che non è stata ri­

levata dai fau to ri della nazionalizzazione op­

p u re è stata deliberatam ente sottaciuta, in quanto il suo riconoscim ento avrebbe dimo­

strato la fallacia di una giustificazione del provvedim ento b asata sulla pretesa di rag­

giungere questo obiettivo, indicato ad d irit­

tu ra come « obiettivo im m ediato ». Le con­

siderazioni che seguono hanno lo scopo di colm are questa lacuna.

È noto che le Regioni finora istituite pos­

siedono competenze od attribuzioni diver­

sificate in m ateria di produzione e d istribu­

zione dell’energia elettrica e ciò in virtù di norm e contenute in apposite leggi costitu­

zionali che hanno inteso riconoscere, in omaggio a princìpi che la Costituzione ha po­

sto alla base della stru ttu ra dello Stato, pe­

culiari prerogative a determ inate Regioni, e che quindi possono risu ltare volutam ente in antitesi con una intenzione unificatrice.

Non per tu tte le Regioni il problem a si pone in m aniera altrettan to rilevante. Per la Regione siciliana, per esempio, le norm e statu tarie sem brano facilm ente conciliabili con la legge di nazionalizzazione. Anche per la Regione sarda la p ro g ettata riform a sem­

b ra potersi sovrapporre alle norm e regiona­

li « destinate a cedere rispetto alla legge di nazionalizzazione » (come h a afferm ato in sede di d ib attito alla Camera il M inistro del­

l’in d u stria e commercio); la nuova legge ri­

vestirebbe infatti il carattere di riform a eco- nomico-sociale della Repubblica, e come ta­

le, in base al dettato dell'articolo 3 dello Sta­

tuto sardo, ne avrebbe salva l’efficacia di­

rim ente nei confronti delle norm e dello Sta­

tu to stesso. In ogni caso, se pure è salvo l’ingresso dell’E.N.E.L. in Sardegna, in so­

stituzione delle im prese che ora svolgono il servizio e se, per altro verso, l’E nte sardo di elettricità p o trà continuare a vivere, sia pure degradato al rango di concessionario dell’E.N.E.L., è tuttav ia da ten er presente

che il dem anio delle acque pubbliche conti­

nuerà ad appartenere alla Sardegna, la qua­

le, inoltre, p o trà sem pre disporre del d irit­

to di provvedere ad una specifica regola­

m entazione in tem a di produzione e di di­

stribuzione di energia elettrica.

Del tu tto incisive si presentano invece le eccezioni che scaturiscono dai d iritti regio­

nali del Trentino-Alto Adige e della Valle d ’Aosta.

La legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5, ohe ha approvato lo S tatu to p e r il Tren­

tino-Alto Adige, risponde al criterio di ren­

dere la Regione partecipe in m odo diretto e indiretto alla produzione idroelettrica as­

sicurando ad essa sia il d iritto preferenziale di essere titolare di concessioni id ro elettri­

che, sia il diritto di ottenere dagli altri con­

cessionari ingenti quantitativi di energia elettrica, gratuitam ente o a prezzo di costo, da distrib uire a favore di determ inate cate­

gorie di consum atori regionali. Si ha con ciò una contrapposizione di interessi e di fini tra l’azione che lo Stato vuole assum ersi nel settore elettrico e quella attuabile dalla Re­

gione. L a Regione h a già e conserverà in fu­

turo, p er legge costituzionale, il pieno d irit­

to di crearsi una p ro p ria azienda elettrica per la distribuzione locale e di perseguire, in particolare, una p ro p ria politica tariffa­

ria spiccatam ente nei vari setto ri dei servizi pubblici, dell’artigianato, dell’agricoltura e degli usi dom estici attraverso lo strum ento offertogli dal contingente di energia elettri­

ca che le è riservato. N essun capitolato di concessione o norm a tariffaria, o direttiva econom ica centrale po treb be interferire su tale azione autonom a; la co siddetta azione u n itaria dell’E nte si arresterebbe, così alle soglie di tale prerogativa, la quale può a t­

tu arsi anche in aperto contrasto di sistem i o di obiettivi o in inutile concorrenza, sul pia­

no tecnico ed economico, rispetto ai concla­

m ati program m i dell’E nte nazionale. Le n o r­

me dello S tatu to regionale, logiche e coeren­

ti in una s tru ttu ra del settore che affiancava im prenditori pubblici e privati, quale era quella all'atto dell’istituzione della Regione, creerebbero nel nuovo1 sistem a un aspetto incongruente che lim ita in modo sostanziale

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