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Guida alla nuova edizione di. a cura di Raffaela Paggi, Daniele Ferrari, Gabriele Grava, Anna Iuliano, Dorotea Moscato, Lucia Negri ELEMENTI E SCOPI

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Academic year: 2022

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Testo completo

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Unità 1

LA COMUNICAZIONE VERBALE

ELEMENTI E SCOPI

Contenuti

Perché iniziare mettendo a tema la comunicazione?

Si consiglia di proporre tale unità all’inizio del percorso della scuola secondaria, affinché, come la citazione di Pavese e la foto di apertura del capitolo suggeriscono, lo studente possa rendersi subito conto che parlare delle parole significa parlare delle cose, del proprio rapporto con la realtà e con gli altri uomini.

Spesso infatti gli studenti arrivano alla scuola media con un pregiudizio negativo sulla grammatica, considerandola un insieme di norme da rispettare e di puntigliose classificazioni da operare su frasi magari poco interessanti e artificiose.

Può dunque essere utile riqualificare lo studio della lingua, facendone innanzitutto cogliere la natura di strumento imprescindibile per la propria vita prima di studiarne componenti e meccanismi. Le parole infatti non sono appena degli strumenti che servono per comunicare il nostro pensiero: esse sono l’alveo in cui il pensiero può nascere e svilupparsi.

Serve una lingua per pensare, un linguaggio con le sue regole, i suoi limiti e il suo lessico comune e imperfetto. Serve una lingua per obbligarci a esplicitare, anche per la nostra stessa coscienza, le nostre sensazioni e le nostre intuizioni. Serve una lingua per dire quello che siamo e quello che ci circonda.

Guida alla nuova edizione di

R. Paggi, L. Albini, D. Ferrari,

Nel suono il senso.

Grammatica della lingua italiana ad uso scolastico. Itaca 2016

a cura di

Raffaela Paggi, Daniele Ferrari, Gabriele Grava, Anna Iuliano, Dorotea Moscato, Lucia Negri

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Abbiamo bisogno della lingua non solo per comunicare, ma anche per vivere la nostra vita interiore: ancora una volta sarebbe illusorio credere che il linguaggio sia «secondario».

Possiamo percepire il variare delle nostre emozioni solo attraverso le sfumature di un lessico quanto più ampio possibile. La gamma dei nostri sentimenti si esprime, per la nostra coscienza, nelle parole che arricchiscono il nostro vocabolario. Serve un lessico sviluppato per imparare a sentire, nelle emozioni, le sottili distinzioni tra «amare», «stimare», «apprezzare»,

«ammirare», «prediligere», «adorare», «voler bene», «adulare»... La posta in gioco del lessico non è solo la precisione della parola: senza la diversità delle parole, non solo non potremmo comunicare in maniera corretta, ma saremmo anche certamente incapaci di riconoscere in noi la singolarità dei nostri stessi sentimenti1.

La comunicazione verbale è l’attività più consona all’uomo e di cui maggiormente necessita per conoscere la realtà e condividere il suo mondo di idee, credenze, immagini con altri uomini.

Favorire la consapevolezza degli elementi e degli scopi della comunicazione significa dunque promuovere la crescita della ragione, della libertà e della capacità critica dello studente.

In tal senso il percorso proposto dal manuale contribuisce al raggiungimento di alcune competenze attese al termine del primo ciclo di istruzione:

Lo studente al termine del primo ciclo, attraverso gli apprendimenti sviluppati a scuola, lo studio personale, le esperienze educative vissute in famiglia e nella comunità, è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità, le situazioni di vita tipiche della propria età, riflettendo ed esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni. Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse identità, le tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di rispetto reciproco. Interpreta i sistemi simbolici e culturali della società, orienta le proprie scelte in modo consapevole, rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità. Dimostra una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni (dal Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione2).

Quali sono i contenuti e le finalità della prima unità?

E che nessi hanno con i contenuti più strettamente grammaticali?

La prima unità si propone di introdurre lo studio della lingua in una prospettiva comunicativa, presentando e definendo alcuni concetti basilari della disciplina, quali comunicazione, segno, codice, testo, contesto, interpretazione. Lo studio delle dinamiche che permettono lo strutturarsi delle frasi e dei testi, contenuto principale dei capitoli successivi, in quest’ottica diviene

1 F.X. Bellamy, I diseredati o l’urgenza di trasmettere, Itaca 2016, p. 130.

2Cf. Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, MIUR 2012 (d’ora in poi IN 2012).

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argomento interessante, perché in stretta connessione con il bisogno espressivo e comunicativo di ogni uomo.

Tale prospettiva nasce dalla considerazione che la lingua sia uno strumento che permette al parlante di costruire testi portatori di significato, e che il significato non si esaurisca nella somma delle parole che li compongono, ma chiami in causa l’esperienza condivisa degli interlocutori e la realtà in cui la comunicazione avviene. Ad esempio, lo studio degli aggettivi dimostrativi o dei pronomi personali proposto nell’unità 4 implica la consapevolezza dei protagonisti di un atto comunicativo, mittente e destinatario, e del riferimento al contesto concreto in cui la comunicazione avviene. O ancora, la classificazione dei complementi, affrontata nell’unità 7 richiede la capacità di cogliere l’intenzione comunicativa del mittente e il riferimento al contesto.

Anche per analizzare una semplice frase come “Oggi non ti vedo bene” occorre contestualizzarla:

“Non vedo-bene te” o “Non vedo te-bene”?

Centrali dunque sono le tematiche della natura segnica del testo, delle dinamiche dell’interpretazione, del rapporto tra lingua e realtà.

L’ultimo paragrafo vuole esplicitare la finalità ultima della lingua: essere strumento di identità e di costruzione della comunità attraverso la promozione del dialogo.

Quali sono i contenuti e le finalità delle Questioni di lessico?

Ne I registri del discorso viene proposto un brano di Rostand in cui Cirano descrive il suo naso utilizzando registri diversi. Questa lettura aiuta a sperimentare, nell’ironica vivacità linguistica dell’autore, la varietà della lingua e la sua capacità di modellarsi, nella sintassi e nel lessico, in rapporto all’intenzione comunicativa del parlante e al contesto.

La scheda Il linguaggio poetico è pensata per accrescere la consapevolezza del potere della parola, in considerazione del fatto che nella poesia il legame significante-significato si esprime in tutta la sua densità e potenza. Il collocamento di tale scheda nella prima unità è motivato da questa finalità, e può essere utile come supporto al percorso di lettura che si svolge lungo l’arco del triennio. La scheda dunque può essere consultata in qualsiasi momento in relazione al percorso di poesia che il docente propone alla classe.

L’apporto dei dialetti alla lingua italiana, unitamente alle pagine Da dove derivano le parole italiane? nell’unità 5 e ad alcune note etimologiche disseminate nel manuale, si prefiggono l’obiettivo di introdurre lo studente nella dimensione diacronica e geografica della lingua. La consapevolezza che la lingua da noi oggi parlata e studiata nella sua dimensione sincronica porta in sé le tracce di un passato ed è lo scrigno della cultura di una comunità che si è formata nel tempo unendo esperienze, sentimenti, pensieri di popoli diversi, può aiutare a formare una coscienza civica aperta e capace di valorizzare l’altro da sé, condizione imprescindibile affinché i nostri giovani possano affrontare la complessità della situazione attuale.

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Obiettivi essenziali di apprendimento

Lo studio del testo della prima unità, comprensivo delle schede lessicali, e lo svolgimento degli esercizi proposti contribuiscono al raggiungimento, in particolare, dei seguenti obiettivi di apprendimento (IN 2012):

Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

⎯ Comprendere e usare in modo appropriato i termini specialistici di base afferenti alle diverse discipline e anche ad ambiti di interesse personale.

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

⎯ Stabilire relazioni tra situazioni di comunicazione, interlocutori e registri linguistici; tra campi di discorso, forme di testo, lessico specialistico.

⎯ Riconoscere ed esemplificare casi di variabilità della lingua.

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Suggerimenti didattici

Per introdurre i concetti presentati nella prima unità è importante che il docente faccia leva sull’esperienza di segno e di comunicazione che sicuramente è già bagaglio dello studente. In tal modo ciò che potrebbe apparire come astratto o eccessivamente teorico si rivelerà invece essere elemento di esperienza quotidiana di ciascuno studente, come l’immagine di copertina suggerisce.

La struttura stessa dei primi paragrafi, introdotti da un’esemplificazione, favorisce un metodo di insegnamento che parte dall’osservazione dei fatti linguistici in reali situazioni comunicative per approdare a una formalizzazione delle leggi che li governano.

La lettura condivisa in aula del manuale può costituire occasione di impostare un metodo di studio adeguato alla scuola secondaria. Gli studenti devono infatti gradualmente abituarsi all’uso dei manuali, alla terminologia specifica, allo studio della teoria delle discipline che generalmente nella scuola primaria si affrontano in modo prevalentemente applicativo (come la grammatica e la matematica).

In tal senso

⎯ l’osservazione dell’esempio

⎯ la lezione dialogata

⎯ la comprensione del concetto

⎯ la sua memorizzazione in un forma sintetica (definizione)

⎯ la verifica della comprensione del concetto in esercizi e ulteriori osservazioni costituiscono passi imprescindibili del metodo qui proposto di indagine linguistica.

Tale procedimento attuato nella didattica della riflessione sulla lingua deriva dalla metodologia della linguistica, disciplina esplicativa che ha lo scopo di spiegare come degli eventi fisici, i suoni, sono in grado di veicolare dei sensi:

Dal punto di vista metodologico, il nostro procedimento è il seguente: l’osservazione di un numero consistente di dati consente di rilevarne l’uniformità sotto un certo aspetto. Si formula allora un’ipotesi, di cui quell’aspetto è una conseguenza logica (questo procedimento è detto abduzione). Da questo momento in poi, l’ipotesi viene confrontata con dati sempre nuovi;

tuttavia, per quanto siano numerosi i dati che verificano l’ipotesi, cioè la confermano, non si potrà mai escludere il presentarsi di un dato che la falsifichi. Da questo dipende il fatto che le ipotesi hanno sempre un carattere di provvisorietà: valgono, come si usa dire, “fino a prova contraria”3.

Per evocare l’esperienza della comunicazione e del valore della parola può essere utile la lettura di racconti che li mettano a tema. Alcuni racconti umoristici4 in cui l’ironia si fonda sulla polisemia delle parole e sui disturbi della comunicazione, o altri più seri, come i brani tratti dal libro

3 E. Rigotti, S.Cigada, La comunicazione verbale, Maggioli 2013, pp. 69-70.

4Segnaliamo i seguenti: G. Rodari, Nel paese dei bugiardi; A. Campanile, La mestozia; La quercia del tasso; La lettera di Ramesse; M. Bontempelli, Il buon vento; R. Kipling, Come fu scritta la prima lettera, presenti nella raccolta di racconti R. Paggi, S. Beltrami, A. Mirabelli, (a cura di), Orizzonti dell’avventura, Itaca, 2011.

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autobiografico di Helen Keller5, proposti in apertura nell’eserciziario, possono stimolare gli studenti a paragonare la propria esperienza di parlanti con quella dei protagonisti dei racconti e comprendere meglio la proposta teorica del capitolo.

Esercizi

Si è puntato molto in questo primo capitolo sul confronto tra la parola e l’immagine, così da aiutare gli studenti a richiamare attraverso l’illustrazione e il disegno l’esperienza dei concetti presentati nel manuale.

Vi sono anche esercizi che chiedono di motivare le proprie risposte, avviando così un’attitudine all’argomentazione che gradualmente aumenterà nel percorso. Il manuale intende infatti proporre una modalità di indagine linguistica che punta non esclusivamente all’analisi corretta delle strutture grammaticali, ma a rendersi conto del loro valore e delle loro funzioni in rapporto al significato del messaggio. È prevedibile che gli studenti, quando dovranno motivare le loro affermazioni, avranno livelli diversi di argomentazione: sarà il docente a valorizzare risposte pur parziali, ma indirizzate al vero, a correggere quelle svianti, a rendere esempio per tutti quelle più complete. Il momento della correzione degli esercizi, concepito come proposta e valutazione dei tentativi personali, si può trasformare così in una lezione dialogica utilissima per tutti.

Nel paragrafo dedicato al segno si trovano esercizi un po’ particolari: oltre alla distinzione tra segni naturali e intenzionali, spiegata nella teoria, viene proposto allo studente di riflettere su una classificazione più particolareggiata di segno, utile ad ampliare le conoscenze lessicali relative all’argomento, non presentata nel volume di teoria. La dinamica del segno è infatti presente in pressoché tutte le attività conoscitive dell’uomo e in ciascuna di esse assume una terminologia specifica. Gli esercizi permettono di appropriarsi di questa terminologia in modo dinamico ed euristico.

Un esempio. Es. 4, p. 29.

Il contesto non è solo la situazione o il luogo in cui avviene un atto di comunicazione, ma è anche quell’insieme di conoscenze ed esperienze condivise da mittente e destinatario, che il messaggio non nomina ma presuppone. Se per esempio dici a un tuo compagno di classe la frase: “Strano, sono le otto e trenta e l’insegnante non è ancora arrivata...”, il contesto non è solo il luogo in cui stai parlando - ad

esempio la tua classe -, ma anche il fatto che tu e il tuo compagno sapete che la scuola inizia alle otto e dieci e che l’insegnante solitamente è puntuale. Non avrebbe altrimenti alcun senso dire: “Strano”. Prova a individuare quali conoscenze presuppongono i dialoghi.

Es. Cameriere: Desidera? Signor Rossi: Il solito, grazie!

Si presuppone che il cameriere sappia cosa prende di solito il Signor Rossi.

5 Dall’autobiografia di Helen Keller è stato tratto il film Anna dei miracoli, 1962, regia di Arthur Penn, proponibile agli studenti.

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a. Giovanni: So che abiti a Milano, ma in quale zona? Marco: Abito poco distante dal Duomo.

Due possibili risposte, la prima parzialmente corretta, la seconda completa:

1. Si presuppone che Giovanni sappia dov’è il Duomo.

2. Si presuppone che Giovanni sappia che a Milano ci sia un solo Duomo e in quale zona della città si trovi.

b. Monica: Ieri, nella mia parrocchia si è sposata una ragazza... ma non era vestita di bianco. Silvia: Che strano!

Tre possibili risposte, la prima errata, la seconda parzialmente corretta, la terza completa.

1. Si presuppone che Silvia pensi che le ragazze non si sposino.

2. Si presuppone che Silvia sappia che generalmente le spose si vestono di bianco.

3. Si presuppone che Silvia sappia che generalmente le ragazze che si sposano in chiesa si vestono di bianco.

c. Paolo: Ho visto in TV I Promessi Sposi, ma non avevano nulla a che vedere con il romanzo. Carlo: Il povero Manzoni si rivolterà nella tomba!

Tre possibili risposte, la prima errata, la seconda sufficientemente corretta, la terza completa.

1. Si presuppone che Carlo pensi che Manzoni non amasse la TV.

2. Si presuppone che Carlo sappia che Manzoni ha scritto I promessi sposi.

3. Si presuppone che Carlo sappia che Manzoni ha scritto I promessi sposi, che questi sono un romanzo, che Manzoni amava il suo romanzo così come l’aveva scritto, che Manzoni è morto.

Si sarà notato che sono molteplici le possibili risposte in esercizi di questo tipo. Di conseguenza il compito del docente durante la correzione non sarà quello di classificare le risposte in giuste e sbagliate, bensì consisterà nell’accompagnare il ragionamento degli studenti a diventare sempre più pertinente e completo.

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Verifica

I contenuti proposti nella prima unità sono fondanti tutto il percorso di riflessione sulla lingua, e in generale di italiano del triennio; pertanto il docente non avrà la fretta di verificare la loro piena e immediata comprensione già alla fine di questa unità. Occorre comunque monitorare che lo studente stia imparando a seguire le lezioni e ad utilizzare il testo, a comprenderlo, a ricavarne informazioni, e che sia in grado di restituire i concetti appresi e di esemplificarli.

La verifica e la valutazione può avvenire attraverso osservazioni durante le lezioni e/o interrogazioni orali, come si è soliti fare per le discipline che comportano l’uso di un manuale, oppure attraverso verifiche strutturate, di cui proponiamo un esempio volto a valutare il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

⎯ Comprendere e usare in modo appropriato i termini specialistici di base afferenti alle diverse discipline e anche ad ambiti di interesse personale.

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

⎯ Stabilire relazioni tra situazioni di comunicazione, interlocutori e registri linguistici; tra campi di discorso, forme di testo, lessico specialistico.

ESEMPIO DI VERIFICA

A) Definisci ognuno dei seguenti termini e fai qualche esempio per mostrare che hai capito bene la definizione.

Comunicazione

Segno

Segno intenzionale

Segno naturale

B) Individua i fattori fondamentali della comunicazione presenti nella vignetta e danne una definizione, completando la tabella.

Mittente

Destinatario

Codice

Canale

Testo

Contesto

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C) Per comprendere i testi occorre conoscere il codice in cui sono prodotti. Ma spesso non basta sapere il significato delle parole, occorre fare dei ragionamenti, detti inferenze. Scrivi il

ragionamento che il destinatario deve fare per comprendere i seguenti testi, rendendo evidente ciò che nel testo non è esplicitamente detto.

1. Andrea invita Luca ad andare a giocare al parco con lui nel pomeriggio e Luca risponde: - Domani ho l’interrogazione di storia.

Attraverso quale ragionamento Andrea capisce che la risposta di Luca è negativa?

2. Un cronista sportivo che sta commentando una partita di calcio dice: - Pur essendo rimasti in dieci, sono riusciti a chiudere la partita 3 a 2.

Attraverso quale ragionamento chi ascolta capisce il messaggio del cronista?

3. Il docente di arte osservando un disegno realizzato da un suo alunno dice: - Nel tuo disegno domina il verde… non avevamo detto di utilizzare i colori primari?

Attraverso quale ragionamento lo studente capisce che il disegno non è stato valutato positivamente?

La verifica può essere completata con altri esercizi simili a quelli proposti nell’eserciziario, anche in relazione ad eventuali questione di lessico affrontate, per verificare il terzo obiettivo dell’unità:

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

⎯ Riconoscere ed esemplificare casi di variabilità della lingua

Da tener presente che non sarà sicuramente sufficiente lo studio e la comprensione di questa prima unità per imparare a riconoscere ed esemplificare casi di variabilità della lingua: si tratta di un obiettivo a lungo termine che richiede una frequentazione di testi di diverso registro, sia come fruitori sia come produttori. È importante sottolineare che la riflessione linguistica si può effettuare, verificare e valutare a condizione che sia già avvenuta una reale esperienza di ricezione e produzione di certe forme testuali. Così come prima si impara a parlare e a usare le varie forme verbali, poi si studia il sistema verbale e non viceversa, per poter capire bene le variabilità linguistiche, i diversi tipi di testo, il rapporto tra il registro testuale e il contesto occorre aver colto in molti testi tali elementi. Altrimenti lo studio rimane esclusivamente teorico e non permane nel tempo l’acquisizione dei concetti.

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11 VERIFICA SVOLTA

A) Definisci ognuno dei seguenti termini e fai qualche esempio per mostrare che hai capito bene la definizione.

Comunicazione La comunicazione è uno scambio di segni che produce senso.

Quando una persona parla o scrive produce dei messaggi, cioè dei testi dotati di significato. Chi riceve il testo deve interpretarne il senso. Attraverso le parole passa così da una persona all’altra un significato. Ad esempio ciò avviene quando

l’insegnante spiega e noi studenti ascoltiamo, quando un giornalista scrive un articolo e un lettore lo legge, quando io racconto una vicenda a un mio amico…

La forma di comunicazione più usata dall’uomo è quella verbale, ma vi sono anche altre forme di comunicazione. Ad esempio le pubblicità possono essere realizzate utilizzando vari codici: immagini, parole, musica. A volte l’immagine o la musica o un gesto bastano per comunicare un significato.

Segno Il segno è una cosa (significante) che ne indica un’altra (significato).

Sono molti i segni che incontriamo nella nostra giornata: camminando per strada dobbiamo fare attenzione ai segni stradali (cartelli, strisce, semafori), a lezione ascoltiamo i discorsi dei professori e

leggiamo i testi, che sono segni verbali, quando giochiamo a calcio dobbiamo conoscere alcuni segni:

il colore della maglietta che dice l’appartenenza a una certa squadra, il fischio dell’arbitro che significa fallo…

Segno intenzionale Segno convenzionale e arbitrario, istituito dall’uomo. Per interpretarlo occorre conoscere il codice cui fa riferimento.

Testo: per interpretarlo devo conoscere la lingua in cui è formulato;

pollice alzato: per capire che significa ‘va bene’ devo conoscere il codice dei gesti;

2x2=4: per capire l’espressione devo conoscere il codice del linguaggio dei numeri…

Segno naturale Segno che può

essere interpretato dall’uomo grazie all’esperienza, ma non è da lui istituito.

Foglie che ingialliscono: significano l’arrivo dell’autunno;

cielo che si scurisce: significa l’arrivo di un temporale;

pelo del gatto che si rizza sul dorso: significa che è arrabbiato o spaventato…

B) Individua i fattori fondamentali della comunicazione presenti nella vignetta e danne una definizione, completando la tabella:

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Mittente il ragazzo (o Manolito) Colui che produce il testo

Destinatario La ragazza (o Mafalda) colui al quale è rivolto il testo

Codice Lingua italiana sistema di parole e regole con il quale

viene formulato il testo

Canale Voce mezzo fisico attraverso cui passa il

messaggio Testo Io sono per la libertà di parola.

…Basta che stiano zitti!!!

segno linguistico, cioè la sequenza di parole che veicola un senso

Contesto I ragazzi sono amici, stanno

camminando per strada insieme e si capisce che si stanno scambiando delle idee sulla libertà di parola.

la situazione reale in cui avviene la comunicazione di cui fanno parte gli interlocutori e ciò a cui le loro parole si riferiscono.

C) Per comprendere i testi occorre conoscere il codice in cui sono prodotti. Ma spesso non basta sapere il significato delle parole, occorre fare dei ragionamenti, detti inferenze. Scrivi il

ragionamento che il destinatario deve fare per comprendere i seguenti testi, rendendo evidente ciò che nel testo non è esplicitamente detto.

1. Andrea invita Luca ad andare a giocare al parco con lui nel pomeriggio e Luca risponde: - Domani ho l’interrogazione di storia.

Attraverso quale ragionamento Andrea capisce che la risposta di Luca è negativa?

Questi i passaggi del suo ragionamento:

Luca sarà interrogato domani,

per fare una buona interrogazione occorre conoscere bene gli argomenti, per conoscere gli argomenti occorre studiarli,

quindi oggi pomeriggio Luca deve studiare , se studia non può giocare al parco.

2. Un cronista sportivo che sta commentando una partita di calcio dice: - Pur essendo rimasti in dieci, sono riusciti a chiudere la partita 3 a 2.

Attraverso quale ragionamento chi ascolta capisce il messaggio del cronista?

Questi i passaggi del suo ragionamento:

di solito a calcio si gioca in undici, uno è stato espulso o si è fatto male,

questo significa che la squadra è in situazione di svantaggio,

3 a 2 significa che la squadra svantaggiata ha fatto 3 goal e l’altra 2

dunque il cronista vuole comunicare che la squadra in situazione di svantaggio è riuscita a vincere, contro le aspettative.

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3. Il docente di arte osservando un disegno realizzato da un suo alunno dice: - Nel tuo disegno domina il verde… non avevamo detto di utilizzare i colori primari?

Attraverso quale ragionamento lo studente capisce che il disegno non è stato valutato positivamente?

Questi i passaggi del suo ragionamento:

la consegna diceva di usare i colori primari, i colori primari sono giallo rosso e blu, nel mio disegno c’è molto verde, il verde non è un colore primario, non ho rispettato la consegna,

chi non rispetta la consegna prende un brutto voto, ho preso un brutto voto.

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