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Abbiamo il dovere di andare alle urne

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Academic year: 2022

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Settimanale diocesano di Cagliari

ANNO XV N. 09

Aut MP-AT/C/CA/

EURO 1,00

In evidenza 2

Il Presidente Mattarella a Cagliari Il Capo dello Stato ha presenziato alla celebrazione per i 70 anni dalla promulgazione dello Statuto speciale

In evidenza 3

Giornata della Carità Nella terza domenica di Quaresima si celebra l'annuale appuntamento, con il quale si sostengono le mense

Diocesi 4

Incontri per i giovani In cinque punti della diocesi si sono svolti gli incontri interforaniali, ai quali hanno partecipato centinaia di ragazzi

Diocesi 5

È scomparso don Luciano Pani Domenica scorsa durante la messa il parroco di Sanluri ha avuto un malore che è risultato fatale.

Cordoglio in diocesi

Abbiamo il dovere di andare alle urne L’

appuntamento elettorale del 4 mar-

zo può diventare una buona occa- sione, al di là delle discussioni e delle polemiche arroventate che precedo- no e seguono normalmente le elezioni, per fare un serio esame di coscienza sul nostro amore per la Patria, il paese grande e bello dove il Signore ci ha posti a vivere e il po- polo ricco di doni umani e cristiani a cui apparteniamo.

Che un cristiano debba essere anche un buon cittadino lo diceva don Bosco ai suoi giovani ma è un insegnamento che trovia- mo già nella prima Lettera dell'Apostolo Pietro.

Amare il proprio paese vuol dire interes- sarsi, farsi carico, non stare alla finestra per vedere come andrà a finire. L'astensio- nismo elettorale dunque non è un segno di amore per l'Italia. Certo è più comodo, non solo per «andare al mare» come in passato qualcuno ha suggerito, ma perché ci evita di scegliere.

Abbiamo invece bisogno di imparare sempre più a fare discernimento, parola difficile e impegnativa. Si tratta anzitut- to di informarsi, su come si vota ( la leg- ge elettorale non é proprio semplice…) e sui candidati. La grande informazione ci

parla principalmente delle liste e dei pro- grammi declamati, ma resta importante conoscere le persone, anche perché do- vremmo imparare a tenere più contatti con loro, non solo in campagna elettorale ma soprattutto dopo, una volta eletti.

Il discernimento richiede inoltre confron- to e dialogo, senza temere le differenze e le occasioni di ascolto reciproco. Se noi pa- stori dobbiamo essere sempre costruttori di comunione e quindi super partes per quanto riguarda le posizioni partitiche, questo però non ci autorizza ad essere qualunquisti.

Per i laici è diverso: è loro compito, come spiega bene l'enciclica Deus Caritas Est di papa Benedetto XVI nella seconda parte e specialmente al n. 28, impegnarsi in pri- ma persona e fare scelte ponderate, anche col rischio di sbagliare. Perciò vanno inco- raggiati e sostenuti nel fare discernimen- to. Questo riguarda poi fondamentalmente il Bene Comune, del quale siamo correspon- sabili tutti, laici e pastori, illuminati dal- la dottrina sociale della Chiesa e dai suoi principi basilari. Un bene comune che non si fondi sulla centralità della persona e della sua dignità, sul rispetto della vita,

sul diritto ad un lavoro dignitoso, sull'at- tenzione privilegiata ai più poveri, non sarà mai un vero bene comune perché non costruirà una società fondata sulla giusti- zia. Si tratta di un ideale da inseguire con- tinuamente, ma senza farsi un alibi se non vediamo in lizza persone e programmi che ci soddisfino pienamente. Anche questo fa parte della fatica del fare discernimento:

scegliere con realismo accettando il ri- schio di sbagliare. Ma astenersi è peggio.

E non sembri fuori luogo chiedere luce al Signore anche per scelte così «politiche»

e opinabili.

Infine, nell'esame di coscienza del 4 mar- zo proviamo a puntare il dito anche verso noi stessi e non solo verso la casta, per ca- pire se siamo veramente buoni cittadini, ad esempio nel rispetto dell'ambiente, nella legalità in occasioni piccole o grandi, nel ricordarci ogni tanto anche dei doveri e non solo dei diritti. Così faremo di que- sto giorno una domenica speciale, ringra- ziando il Signore per quanto ci ha donato come italiani e la giornata diocesana della Caritas potrà offrirci l'occasione per un gesto concreto, sempre più eloquente di molte parole superflue o inutili.

*Vescovo

Ritiro del clero Giovedì 8 marzo dalle 9.30 nei locali del Seminario

è previsto il consueto ritiro del clero diocesano.

Il martirio del popolo siriano

L’

indifferenza verso la morte degli innocenti è uno dei peggiori mali dei no- stri tempi. Da ben sette anni in Siria si muore senza sapere perché: quale colpa hanno i siriani nel veder devastata la loro terra dalle bombe prodotte altrove? Nessuno lo sa.

Le terrificanti immagini che ritraggono padri intenti nell'avvolgere in un len- zuolo il corpicino della propria figlia morta nell'ennesimo bombardamento non ha invogliato ad accendere le luci su un monumento europeo, né di rosso né di altri colori. Parigi, Bruxelles, Berlino, Londra, Barcellona e altre località del Vecchio Continente sono state oggetto di attentati. Giustamente ci siamo indignati per quanto accaduto, anche illuminando luoghi simbolo.

Per quanto invece sta devastando la vita dei siriani o di altri popoli nel mondo tutto resta spento, anche la nostra coscienza. Siamo incapaci di sollevare lo sguardo verso quegli innocenti che muoiono: forse non ci interessano.

di Arrigo Miglio*

M A R Z O

4

DOMENICA

Ricordiamo che il 31 dicembre scorso è scaduto il termine di rinnovo dell'abbonamento.

In caso di mancato rinnovo l'invio verrà sospeso.

(2)

di Andrea Matta

A

utonomia, responsabilità, insularità e dialogo con lo Stato. Sono stati questi i punti centrali della seduta solenne del Consiglio regionale alla presen- za del Presidente della Repubbli- ca, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione del settantesimo anniversario dello Statuto Sardo.

Una visita lampo quella del Capo dello Stato, atterrato a Cagliari con qualche minuto di ritardo rispetto

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Hanno collaborato a questo numero Matteo Vinti, Pasquale Flore, Andrea Matta, Sergio Aritzio, Giulia Scanu, Alberto Macis, Mario Girau, Maurizio Orrù, Daniela Astara, Raffaele Pisu, Per l’invio di materiale e per qualsiasi

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IL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA IN CONSIGLIO REGIONALE

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Autonomia, insularità e dialogo con lo Stato

Il Capo della Stato a Cagliari

per i 70 anni dell'Autonomia

alla tabella di marcia prevista da Prefettura e Quirinale. Al suo ar- rivo davanti al palazzo dell'assise regionale, Mattarella è stato ac- colto dal Presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, dal Presidente della Giunta Francesco Pigliaru e dal Sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Dopo una breve visita alla mostra «Cronache dall'Autonomia 1943-1953», ospitata al piano ter- ra del palazzo, l'incontro con gli ex presidenti del Consiglio Regionale e della Regione.

A seguire l'ingresso nell'aula consi- liare per la seduta, aperta dal coro degli alunni della scuola primaria e seconda dell'istituto comprensivo

«E. Puxeddu» di Villasor che ha eseguito l'Inno di Mameli. Nell'in- tervento di apertura, il presidente

del Consiglio Gianfranco Ganau ha ricordato che autonomia e respon- sabilità sono arrivate dopo duemila anni di conquista da parte degli al- tri popoli. «Dobbiamo - ha detto - essere orgogliosi dei settant'anni di autonomia. Anni di avanzamento economico, superamento della po- vertà e dell'analfabetismo».

Una storia sarda che si intreccia con quella d'Italia e ne condivide le sorte. È proprio con lo Stato che la Sardegna deve siglare un patto che coinvolga le due istituzioni insieme per una rinascita alla conquista di nuove frontiere per valorizzare per le proprie risorse.

Il Presidente del Consiglio regio- nale ha ricordato anche la singo- lare coincidenza dell'approvazione dello Statuto in concomitanza con i

moti di Cagliari del 1847 che porta- rono alla soppressione degli antichi istituti autonomistici e all'unifica- zione della Sardegna con gli Stati Piemontesi.

«La nostra Specialità - ha ricordato il Presidente della Regione, France- sco Pigliaru - ha ragioni fondative storiche, linguistiche, geografiche che rimangono vive anche oggi. La Specialità sarda ha la sua ragione permanente nella condizione di in- sularità che richiama l'applicazio- ne del principio di uguaglianza».

Pigliaru ha affermato che il buon uso dell'autonomia nasce dal co- raggio di adottare trasformazioni profonde che per produrre i propri benefici richiedono «tempi difficili da accettare da parte di chi pensa alla politica come esclusiva ricerca di immediato consenso».

La Sardegna presentata dal Pre- sidente della Giunta al Capo dello Stato è un'isola che vive una stagio- ne di grandi riforme, importanti e urgenti che passano dalla capacità di incidere sulla vita delle persone oggi e in prospettiva futura passan- do per le competenze dei giovani, l'abbattimento della dispersione scolastica, l'occupazione, le nuove tecnologie e una sanità efficiente, totalmente a carico della Regione.

«Per aiutare la nostra terra - ha chie- sto in conclusione Pigliaru al Pre- sidente Mattarella – ad uscire dal ritardo economico ci servono pari opportunità che richiedono margini di manovra per la nostra Autonomia e il dialogo con lo Stato».

A chiudere cerimonia, l'esecuzio- ne dei brano «Su patriotu e sos feudatarios» (Procurare e mode- rare) da parte del coro Nuguro Amada di Nuoro. La mattinata cagliaritana del Presidente della Repubblica si è chiusa a Villa De- voto con l'intitolazione di una sala a Emilio Lussu.

S

ono sei i collegi elettorali nei quali la Sardegna è sta- ta suddivisa per il rinnovo della Camera dei deputati. Di- ventano invece tre, sotto forma di accorpamento, per il Senato della Repubblica. Una decisione frutto anche della nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatel- lum bis, che ha reintrodotto il si- stema maggioritario, ma solo per l'elezione di un terzo dei senatori

e dei deputati.

Si comincia con il Sardegna 1, un grande collegio, ma solo per nu- mero di abitanti, che raggruppa la parte più consistente, ma solo per numero di abitanti, della dio- cesi. Pertanto è dentro il capo- luogo, insieme ai comuni di Bur- cei, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Sinnai e Villasimius. Il resto del territorio diocesano risulta diviso

tra il collegio 3, quello del Sulcis, che raggruppa parte del Campi- dano e del Parteolla, il collegio 4, quello di Oristano, che raggrup- pa invece le zone della Marmilla, del Gerrei, della Trexenta e si estende fino al Sarrabus e il col- legio 2, Nuoro e Ogliastra, dove sono inseriti i comuni del Sarci- dano. Partendo da quest'ultima ripartizione elettorale, troviamo i comuni di Nurri, Orroli, Serri e Villanova Tulo, i cui abitanti po- tranno votare coloro che si sono candidati nel collegio Nuoro e Ogliastra.

Nel collegio di Oristano troviamo invece i comuni di Ballao, Bar- rali, Castiadas, Donori, Furtei, Gesico, Goni, Guasila, Mandas, Muravera, Ortacesus, Pimentel, Samassi, Samatzai, San Basi- lio, San Nicolò Gerrei, San Vito, Sant'Andrea Frius, Segariu, Se- legas, Senorbì, Serramanna, Ser- renti, Silius, Siurgus Donigala, Suelli, Vallermosa, Villamar e Villasalto. I restanti comuni della diocesi sono invece confluiti nel collegio del Sulcis del quale fan- no parte Assemini, Capoterra, Decimomannu, Dolianova, Do-

mus De Maria, Elmas, Monastir, Nuraminis, Pula, San Sperate, Sarroch, Selargius, Serdiana, Se- stu, Settimo San Pietro, Siliqua, Soleminis, Ussana, Uta, Villa San Pietro e Villasor.

Se da un lato è comprensibi- le avere collegi omogenei per numero di abitanti, dall'altro sfugge una divisione così poco omogenea del territorio, consi- derato che l'impianto parzial- mente maggioritario della legge elettorale vorrebbe il candidato eletto rappresentativo di una porzione della nostra regione.

Per quanto riguarda il Senato, il territorio diocesano risulta divi- so in collegio Sud, che raggrup- pa Cagliari e Sulcis, e in colle- gio Centro, dove confluiscono Nuoro-Ogliastra e Oristano. Ma questo vale solo per la parte uni- nominale, perché il collegio al Senato è invece unico nella par- te legata al plurinominale, vale a dire la quota proporzionale che pesa per i due terzi rispetto al totale complessivo dei deputati e dei senatori che saranno eletti domenica 4 marzo.

Andrea Pala

La nuova geografia per i votanti

UNA MINIGUIDA PER CAPIRE COME SONO STATI RIDEFINITI I COLLEGI ELETTORALI

ELETTORI AL SEGGIO

(3)

IN EVIDENZA

Incontro in Facoltà

«Dio amore e Padre sorgente dell’amore degli sposi». È il tema dell'incontro pre- visto per lunedì 5 marzo alle 16.30 nella Aula magna della Facoltà teologica. Inter- verranno Réal Tremblay, docente emerito dell’Accademia Alfonsiana a Roma, e Va- leria Trapani, docente di Liturgia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e presso la Facoltà Teologica di Palermo.

Esercizi spirituali

Dal 19 al 21 marzo nella parrocchia di Santo Stefano a Quartu sono in pro- gramma gli esercizi spirituali per i gio- vani.

L'appuntamento per i giovani è previ- sto ogni sera alle 20.30 .

L'iniziativa è organizzata dalla con- sulta giovanile della forania di Quartu sant'Elena

Via Crucis in sardo

Nella parrocchia di san Paolo, in piaz- za Giovanni XXIII a Cagliari, venerdì 9 marzo, alle 19.30 viene proposta la Via Crucis in lingua sarda.

Si tratta di un appuntamento partico- larmente sentito specie dai fedeli più anziani della comunità.

Un modo per vivere la Quaresima in una dimensione più «familiare».

Corso Cism e Usmi

Sabato 10 e domenica 11 Marzo nell’isti- tuto «Stella Maris» di Torregrande, in via Millelire, 42 ad Oristano, è previsto un corso formativo per giovani consacrate e consacrati organizzato dalla Conferenza italiana dei superiori maggiori e dall’U- nione Superiori Maggiori d’Italia. A gui- dare i lavori don Giuseppe Tilocca, do- cente della Facoltà teologica.

BREVI

NELLA TERZA DOMENICA DI QUARESIMA SI RINNOVA L'INIZIATIVA

di Roberto Comparetti

U

na scelta condivisa con monsignor Miglio. Così don Marco Lai, direttore della Caritas, parla della Giorna- ta della Carità, che celebriamo nella terza domenica di Quaresi- ma. «La scelta di porre al centro della Giornata le mense che ope- rano nel territorio diocesano - ha detto il direttore della Caritas - è dettata dal fatto che la Chiesa di Cagliari si fa prossima con i biso- gni più immediati di chi si trova in grande difficoltà. Si tratta molto spesso di persone che non han- no casa, o l'hanno persa, persone che vanno al dormitorio o sono in strada, a volte anche famiglie che si rivolgono alle mense per potersi nutrire».

Come mai avete scelto an- che le altre mense e non solo quella di viale sant'Ignazio?

Perché la carità della Chiesa, e quindi la Caritas come ufficio

pastorale, non è in funzione di se stessa ma della comunità cri- stiana, del mondo del volonta- riato collegato alle diverse mense presenti in diocesi. L'Ufficio di pastorale della Carità ha proprio questo compito: far in modo che tutti i percorsi aiutino la comunità a crescere nella cultura della soli- darietà.

Tra le mense che verranno sostenute dalla raccolta di domenica c'è anche il Centro cottura di Settimo San Pietro.

Un eccezione?

Svolge un ruolo prezioso. Offre cibo già pronto nei comuni di Set- timo San Pietro, Sinnai e Maraca- lagonis, parliamo di circa 30mila abitanti, dove persone sole, ma- late, che non hanno più strumen- ti connettivi per poter badare a stesse, a cucinare e non riescono ad avere un pasto caldo: tutti rice- vono a domicilio ciò di cui hanno bisogno per potersi sfamare.

Un esempio replicabile anche

in altre zone della diocesi?

Il centro è stato realizzato in quel territorio perché la Caritas dioce- sana è riuscita a mettere assieme le attenzioni e le sensibilità delle quattro parrocchie, due di Sin- nai, quella di Settimo San Pietro e quella di Maracalagonis, verso le povertà estreme e le marginali- tà. In una realtà dove le politiche sociali e il volontariato non riu- scivano da sole a colmare questi bisogni insieme abbiamo messo le forze in comune e abbiamo dato vita a questa rete. Alla base c'è una dimensione empatica, nel ritrovarci rispetto agli ultimi, ai più soli, che spesso vivono anche in condizioni di igiene precaria, magari dopo una scoperta terri- bile del vicino di casa che nulla sapeva per il dirimpettaio costret- to a vivere una vita fatta di sten- ti. Possiamo pensare di replicare un'esperienza del genere anche in altre parti solo se facciamo cre- scere la cultura della solidarietà

e della condivisione, in una pro- spettiva di messa in rete, senza iniziative solitarie ma consci che insieme possiamo fare molto per chi è in difficoltà.

La Domenica della Carità conferma come la Chiesa cagliaritana pone al centro l'Uomo con i suoi bisogni, specie quelli primari?

In questi anni, la diocesi ha visto crescere il numero di progetti a fa- vore dei bisognosi, da quelli pre-

ventivi a quelli promozionali delle persone, a quelli di prossimità di primo intervento. Questo perché viviamo un epoca di passaggio, da interventi realizzati con i sussidi ad una nuova legge che ha una visione più universalista, come quella del Reddito di Inclusione.

Prima che questo entri a sistema c'è bisogno di un'attenzione che oggi viene data dalla Chiesa ai più bisognosi, con le tante progettua- lità che vengono portate avanti.

Giornata della Carità:

donare per condividere

LA MENSA CARITAS

«N

on è facile parlare di ciò che stiamo vivendo».

Così Andrea, nome di fantasia per tutelarne la privacy, racconta il dramma che la sua, come tante altre famiglia, sta vivendo.

Quarantanove anni, operaio edile, sposato due figli oramai grandi, ma senza lavoro, anche la moglie, Carmen 45enne, è disoccupata dopo che l'impresa di pulizie nella quale lavorava l'ha licenziata. «A volte - spiega - dobbiamo ricorrere alla Caritas per avere un pasto caldo, perché quando riusciamo a mettere da parte qualche euro con lavoretti saltuari, li utilizzia- mo per pagarci le bollette e le altre spese. La mia ditta ha fallito e da allora non viviamo più con dignità».

Saltuariamente Andrea trova qualche ora di lavoro come operaio tuttofare. Carmen, se va bene, le pulizie a ore negli appartamenti, grazie a qualche conoscen- te. «La cosa che più ci fa male - riprende Andrea - è che sia io che mia moglie abbiamo sempre lavorato, fin da giovanissimi. Ho iniziato a sedici anni a ma- novrare la cazzuola e l'ho fatto per quasi trent'anni.

So fare solo questo, anche se mi arrangio a fare pic- coli interventi fai da te, vorrei però riprendere a fare il muratore. Purtroppo questa crisi ha colpito in ma- niera pesante il nostro settore e diversi miei colleghi sono senza lavoro».

La solidarietà non manca con parenti e amici che so- stengono questa famiglia, sia con aiuti concreti ma anche dando loro indicazioni per lavori o interventi in altre famiglie. «Quando proprio non troviamo altre soluzioni - riprende l'operaio - ci rivolgiamo alla Cari-

tas e ringraziamo per quanto ci viene offerto. Certo le prime volte non è stato facile poi però abbiamo capito che in questo momento non possiamo fare diversa- mente. A volte passiamo in parrocchia per ritirare i viveri, ma se possiamo cerchiamo di procurarci il necessario con il nostro "lavoro". Sicuramente ringra- ziamo tutti quelli che ci fanno del bene e ci aiutano, Caritas compresa».

R. C.

Come possiamo contribuire al sostegno delle Mense

La storia di una famiglia rimasta all'improvviso senza lavoro

La dignità di chi vive nel bisogno

UNA MENSA PER I POVERI

C

on l'eventuale contributo versato in occasione della Domenica dalla Carità sarà possibile sostenere diversi servizi:

la Mensa Caritas garantisce una media di circa 700 pasti al giorno, tra colazione, pranzo e cena;

il centro di Cottura sociale, a Settimo san Pietro, garantisce invece oltre 200 pasti al giorno a persone incapaci di cu- cinare, malate, anziane, sole, che vivono nei comuni della zona;

la Mensa del Buon Pastore delle suore del Buon Pastore a Cagliari, fre- quentata da una media di 110-120 ospi- ti al giorno;

la mensa par- rocchiale di El- mas, con una media· di 70

ospiti al giorno e la Mensa del Viandante a Quartu Sant'E- lena, con una media di 50-60 ospiti;

l'invito a pranzo nella parrocchia San Carlo Borromeo, a Cagliari che fornisce 40 - 45 pasti ogni domenica a persone indigenti della città. Per contribuire è possibile versare con la causale «Giornata diocesana della carità», sui conti:

BANCA PROSSIMA c.c.b. 1000/00070158 intestato Arci- diocesi di Cagliari-Caritas Diocesana Via Mons. Cogoni, 9 – 09121 – Cagliari. IBAN – IT70Z0335901600100000070158 BANCOPOSTA c.c. 001012088967 intestato Arcidiocesi di Cagliari-Caritas Diocesana Via Mons. Cogoni, 9 – 09121 – Cagliari. IBAN – IT87Z0760104800001012088967

(4)

D

iverse centinaia di giovani si sono ritrovati in cinque punti della diocesi dome- nica scorsa per l'incontro interfo- raniale.

Abbiamo raccolto le impressioni di alcuni animatori.

Cagliari. Giulia Scanu

I giovani di Cagliari si sono dati ap- puntamento per l’incon- tro che rag- gruppava le foranie del capoluogo e di Pirri nella par- rocchia di Madonna della Stra- da. Erano rappresentati sette oratori cittadini, per un totale di un centinaio di ragazzi. All’acco- glienza è seguita un’attività ludi- ca (giochi a stand) organizzata e gestita dagli animatori Pastorale giovanile di Cagliari con i ragaz- zi dell’oratorio ospitante. Il clou del pomeriggio ci ha portato dentro il vero senso della parola

«ascoltare», perché i protagoni- sti non eravamo più noi giovani, ma Gesù, che, attraverso un’a- dorazione Eucaristica (proposta dai ragazzi della Pastorale voca- zionale), ci ha dato modo di fer- marci ad ascoltarLo. Questo mo- mento di preghiera tutti insieme si è aperto con un saluto da parte del Vescovo, per poi essere intro- dotti all'interno di questa adora- zione dalle parole di don Carlo Rotondo. In un passaggio molto significativo ci ha ricordato che Dio non è (solo) buono, ma so- prattutto bello. «Quando siamo al cinema - ha detto don Carlo - e guardiamo un film avvincente non ci perdiamo in chiacchiere, perché non vogliamo perderci nemmeno una virgola di quello

che viene detto». Lo stesso è ac- caduto domenica: siamo rima- sti ad ascoltare le parole di Don Carlo e quelle dei canti che han- no accompagnato la preghiera, affidando a Dio le nostre inten- zioni. D'ora in poi sarà forse più difficile tornare a essere attenti:

torneremo a chiudere le orec- chie, ma domenica, in quell'ora che ci è stata regalata, ci abbiamo provato.

Selargius. Consulta giovanile Erano circa 200 i giovani delle foranie di Quartu e del Campi- dano presen- ti a Selargius nella la par- rocchia SS. Salvatore.

È stata un’occasione per le due consulte di incontrarsi e organiz- zare insieme l’evento. Dal tema abbiamo pensato a tre momenti da vivere con i ragazzi.

Ascoltatevi: momento di acco- glienza e gioco, in cui i ragazzi hanno sperimentato alcune di- namiche comunicative tipiche della loro età e si sono resi pro- tagonisti negli stand che li hanno coinvolti.

AscoltiamoLo: momento di Ado- razione Eucaristica per cantare, ascoltare la parola di Dio e riflet- tere anche nel silenzio, per poi ricevere un piccolo mandato ad essere luce nelle proprie realtà attingendo dalla vera Luce.

Ascoltiamoci: è stato il momento finale in cui ci si è messi in gio- co per conoscersi personalmente e presentare la propria realtà a tutti gli altri. È stato un momen- to molto utile specialmente per riflettere sul senso dell’ascolto verso gli altri, verso se stessi e

verso Dio: a volte, siamo vicini territorialmente, ma non sempre siamo capaci di ascoltarci e di co- noscerci e quindi condividere la nostra gioia che è la fede in Lui.

L' occasione ci ha aiutato a vivere soprattutto questo aspetto.

Capoterra. Sergio Aritzio Da questa

parti è da un po’ che si lavora per consolida- re l’idea di un oratorio sempre più

accogliente e in uscita. Con la Giornata interforaniale è stato fatto un ulteriore passo avanti e la prova tangibile è stata vedere tutti gli oratori presenti uniti, seppur ciascuno con la propria identità, la propria felpa e il pro- prio stile che sono stati capaci di

«ascoltare» durante l’animazio- ne iniziale, l’intervento di don Emanuele Meconcelli, i lavori di gruppo e la Messa. Tutto ciò non sarebbe stato possibile sen- za il grande lavoro organizzativo, fianco a fianco, con tutti i sacer- doti e i referenti che hanno for- mato le consulte delle Foranie così come voluto dalla Pastorale giovanile.

Abbiamo condiviso attese e spe- ranze ma anche tanta ansia e preoccupazione. Adesso dobbia- mo essere bravi a diventare un bel gruppo.

Un gruppo di amici, capace di lavorare insieme nel futuro più prossimo. È stato bellissimo co- noscere di persona chi prima vedevamo solo sui social, o in- contravamo di sfuggita durante gli incontri diocesani. Indispen- sabile l’aiuto logistico della Co- operativa di Poggio dei Pini e la

presenza dei volontari di Capo- terra soccorso.

Gergei. Pasquale Flore A differen-

za degli al- tri incontri d i o c e s a n i , la consulta di pastora- le giovanile delle foranie

di Mandas e Senorbì guidata dai parroci , ha preferito iniziare l’in- contro già dal mattino. È stata la parrocchia di San Vito martire a Gergei e il suo oratorio dedicato a san Giovanni Paolo II ad ospi- tare i circa 170 ragazzi che hanno partecipato con molta attenzione alle attività proposte.

La giornata, con l’arrivo dei vari gruppi e l’accoglienza, e iniziata alle 11 nella piazza Ollanu. Già dalle prime attività si è messo in evidenza il tema dell’incon- tro: l’ascolto. Tutti i partecipanti sono stati smistati in 12 gruppi quanto altrettanti personaggi biblici che nella loro vita si sono contraddistinti per un ascolto at- tento della voce di Dio. La Mes- sa, presieduta da don Andrea Pi- seddu e predicata da don Nicola Ruggeri, è stata celebrata nella chiesa parrocchiale.

Nel pomeriggio i ragazzi si sono sentiti molto coinvolti nelle at- tività proposte dagli organizza- tori. Tra queste «l’alfabeto della Chiesa»: ad ogni lettera è stata abbinata una parola, un’azione o una caratteristica positiva che deve contraddistinguere il modo di vivere della comunità ecclesia- le e degli oratori. Un’altra attività coinvolgente è stata quella di cre- are dei giochi con pochi oggetti trovati dentro un sacco e poi pro- porli, con alcune sfide, agli altri

gruppi. La giornata si è conclusa con un momento conviviale.

Pimentel. Andrea Pala Una sera-

ta intensa che ha visto la parteci- pazione di quasi 300 giovani pro- venienti da

diverse parrocchie delle foranie di Nuraminis e Dolianova. Per l’occasione, infatti, i due territo- ri si sono uniti e hanno dato vita al primo incontro inter-foraniale di Pimentel. Provenienti dalle parrocchie di Villamar, Samat- zai, Pimentel, Ussana, Monastir, Nuraminis, Sanluri Stato, Setti- mo San Pietro e dalle parrocchie di San Pantaleo a Dolianova e di santa Barbara e sant’Isidoro a Sinnai, i ragazzi hanno avviato una prima attività di riflessione sulle diverse forme di ascolto.

Ciascun gruppo, su un cartello- ne, ha riportato le frasi più si- gnificative e per loro importanti e impegnative su questo tema.

A seguire, poi, un momento di adorazione eucaristica guidato da don Mariano Matzeu, parroco di Pimentel e Samatzai e delega- to per la neocostituita pastorale giovanile della forania di Nura- minis. Per i ragazzi presenti c’è stata la possibilità di accostarsi al sacramento della Riconcilia- zione e la serata si è chiusa con un momento di festa guidato da- gli animatori che hanno organiz- zato l’incontro.

All’appuntamento non hanno preso parte i ragazzi di Sanluri in seguito alla prematura scompar- sa del parroco don Luciano Pani, che è stato ricordato nel corso dell’adorazione eucaristica.

Giovani che credono, veri testimoni

IN CINQUE CENTRI SI SONO SVOLTI GLI INCONTRI QUARESIMALI ORGANIZZATI DALLA PASTORALE GIOVANILE

Centri d'ascolto

Prosegue nella parrocchia della Beata Vergine Immacolata di Serrenti, l'at- tività dei Centri d’ascolto rionali nelle famiglie che sono rese disponibili a ospitarli per alcuni martedì consecutivi alle 18.30.

È un'iniziativa avviata dal parroco, don Antonio Pilloni, in occasione del Tempo di Quaresima.

Meic

Il 3 marzo ritiro di Quaresima del Meic insieme al gruppo San Michele nell’I- stituto delle Figlie Eucaristiche di Cri- sto Re, animato da monsignor Mario Ledda. Martedì 6 marzo Emilio Lai, medico dell’Hospice di Cagliari, propo- ne una conversazione su «La legge sul fine vita», alle 18 nella sala delle Pie Discepole.

Sussidio biblico

È disponibile sul sito diocesano www.

chiesadicagliari.it il sussidio per la Quaresima 2018, a cura del settore diocesano dell’Apostolato Biblico: rap- presenta una proposta di cammino bi- blico per le parrocchie e i gruppi eccle- siali, attraverso le prime letture delle domeniche di Quaresima con l’esplicito invito a riscoprire l’alleanza con Dio.

Veglia missionaria

Dopo la via Crucis per i missionari martiri nella parrocchia di san Giovan- ni Bosco a Selargius, il Centro missio- nario diocesano che ha programmato per il 22 marzo una Veglia diocesana per i missionaria martiri, la cui giorna- ta ricorre il 24 marzo. L’appuntamento è previsto alle 18.45 nella parrocchia di sant'Antonio a Quartu

BREVI

Istantanee dei cinque incontri interforaniali

CAGLIARI SELARGIUS CAPOTERRA GERGEI PIMENTEL

(5)

LA DIOCESI

Il 10 marzo inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico

S

abato 10 marzo alle 11 nei locali del Seminario arcivescovile in via Monsignor Cogoni, 9 a Cagliari è prevista la Cerimonia di Apertura dell'Anno giudiziario 2018 del Tribunale metropolitano di Cagliari e di appello

e del Tribunale ec- clesiastico interdio- cesano sardo. La prolusione inaugu- rale dal titolo «La pastorale pregiu- diziale» sarà tenu- ta da monsignor Adolfo Zambon, vi- cario giudiziale del Tribunale ecclesia- stico regionale del Triveneto,già diret-

tore dell'Ufficio nazionale per i problemi giuridici della Cei, e sarà preceduta dalle relazioni dei Vicari giudiziali sull'attività dell'anno 2017 nei rispettivi tribunali.

È SCOMPARSO IMPROVVISAMENTE IL PARROCO DI SANLURI

U

n uomo al servizio della Chiesa. Così può essere de- finito don Luciano Pani, il parroco di Nostra Signora delle Grazie in Sanluri che domenica scorsa è morto improvvisamente per un malore. Grande dolore nel- la cittadina e in tutta la diocesi per la prematura scomparsa del sacer- dote che aveva compiuto 57 anni lo scorso 27 dicembre. Originario di Assemini don Luciano era stato or- dinato presbitero nel 1992 e aveva iniziato il suo ministero sacerdota- le con l’incarico, per due anni, di vicario parrocchiale a Cagliari nel- la parrocchia di san Pio X, da dove era strato trasferito a Mandas, re- stando alla guida della comunità di san Giacomo per dieci anni fino al 2004, quando l’allora vescovo Mani lo aveva designato alla gui-

da della parrocchia di sant’Anna a Cagliari.

Due anni fa il trasferimento a San- luri, dove domenica è stato colto da malore poco prima di iniziare la Messa mattutina.

Una comunità sotto choc, quel- la sanlurese, che stenta a credere all’improvvisa scomparsa del pro- prio pastore. Per tanti parrocchiani era l’uomo buono, dal grande cuo- re generoso, anche se al primo im- patto a qualcuno poteva sembrare burbero. In realtà don Luciano era persona di grande disponibilità.

Nel corso della visita di papa Be- nedetto XVI in città, nel 2008, gli spazi della parrocchia di sant’An- na, in pieno centro città, erano di- ventati il quartier generale dell’uf- ficio stampa. Lì era stata ricavata la sala stampa nei locali del vicino

oratorio e anche la postazione dei colleghi della Radio Vaticana.

In quella occasione don Luciano era stato capace di esaudire ogni nostra necessità come anche quelle di altri colleghi: in meno di mezza giornata era riuscito a mettere su una serie di postazioni per compu- ter in una piccola stanza, in modo da permettere ai giornalisti di po- ter lavorare in maniera adeguata.

Per cinque anni aveva diretto l’Ufficio per l’Edilizia del Culto e Tecnico della diocesi. I suoi par- rocchiani, sia quelli di sant’Anna che quelli di Sanluri, hanno rice- vuto un importante contributo dal lavoro di don Luciano: nel primo caso per la sistemazione della Col- legiata, con alcuni interventi deci- sivi, nel secondo per la chiesetta de sant’Antiogu riaperta nel giorno

della festa.

Anche nella comunità di san Gia- como a Mandas don Luciano era ancora ricordato con affetto da tanti parrocchiani che l’avevano conosciuto confermando l’idea di un sacerdote al servizio della Chiesa.

Due le messe esequiali celebrate per Luciano Pani. Nella mattinata

di martedì scorso nella chiesa par- rocchiale di Nostra Signora delle Grazie a Sanluri, celebrazione pre- sieduta dal monsignor Arrigo Mi- glio. Sempre martedì scorso, ma nel pomeriggio, la seconda messa esequiale nella chiesa parrocchiale di san Pietro ad Assemini, comuni- tà di origine del sacerdote .

R. C.

Don Luciano Pani, prete al servizio della Chiesa

DON LUCIANO PANI

L

a comunità missionaria di Villaregia di Quartu sant’Elena ha programmato per le giornate del 3 e 4 marzo un corso denominato «Vita Nuova».

Si tratta dell’annuncio del Kerigma in sei tappe. Nel dettaglio è un corso che non richiede conoscenze o esperienze propedeutiche. È aperto a tutti e desti- nato a persone dai 30 anni in su.

L’obiettivo che si prefigge è quello di far sperimen- tare la salvezza di Dio attraverso un incontro perso- nale con Gesù risorto e una effusione dello Spirito Santo, per rinascere a vita nuova e per vivere da figli di Dio ed eredi del suo Regno.

In sintesi non si tratta di un semplice «corso», ma l’obiettivo precipuo è che i partecipanti abbiano un’esperienza di Dio.

«È un’esperienza - afferma padre Antonio D’Alisa, missionario della comunità missionaria di Villare- gia a Quartu - per tutti, ma credo che sia impor-

tante e imprescindibile, soprattutto per coloro che hanno un impegno pastorale. Se non c’è un incon- tro personale con Cristo, difficilmente si riuscirà a comunicare la buona notizia del Vangelo».

Si tratta di una opportunità che viene data a chi vuole crescere nella fede attraverso un'esperienza di condivisione, capace di creare anche rapporti più autentici tra le persone.

Maurizio Orrù

Il 3 e 4 marzo al via un percorso che si sviluppa in sei tappe

«Vita nuova » evangelizzazione a Villaregia

UN INCONTRO DI «VITA NUOVA»

di Mario Girau

U

n pellegrinaggio in Piemonte e i festeggiamenti patrona- li presieduti dal vescovo di Vercelli sono i primi impegni sicuri e calendarizzati per ricordare il 60mo di fondazione della parrocchia di

sant’Eusebio. Il clou dei festeggia- menti ovviamente il prossimo 15 di- cembre, giorno della firma dell’atto istitutivo, a opera dall’allora arcive- scovo Paolo Botto, davanti al sacer- dote fondatore, don Francesco Alba.

«Saremo a Vercelli il 30 luglio – dice il parroco don Ferdinando Caschili

– per partecipare alle celebrazioni particolarmente solenni che il pri- mo di agosto si svolgono in quella città di cui sant’Eusebio è venera- tissimo patrono. Un mese e mezzo dopo verrà nella nostra parrocchia l’arcivescovo di Vercelli, monsignor Marco Arnolfo, che il 15 settembre presiederà i festeggiamenti religio- si che ogni anno organizziamo in occasione della festa patronale, la seconda domenica di settembre. Per consentire la presenza del presule piemontese, la nostra festa nel 2018 slitterà di una settimana».

A distanza di 47 anni nuova staffet- ta tra le diocesi di Cagliari e Vercelli nel nome di sant’Eusebio. Nel 1971, infatti, per celebrare il XVI centena- rio della morte del santo vescovo,

«natione sardus», un numeroso gruppo della chiesa vercellese, gui- data dall’arcivescovo monsignor Albino Mensa, venne in pellegrinag-

gio a Cagliari e celebrò una messa in Cattedrale davanti all’altare del- la Madonna di sant’Eusebio, una delle tre statue, le altre si trovano nei santuari di Crea nel Monferra- to e di Oropa, vicino a Biella, che il santo portò al suo rientro in Italia dall’esilio palestinese, nel 362. «Ap- profitteremo del viaggio – aggiunge don Caschili – per un pellegrinaggio mariano a Oropa, sempre nel nome di Sant’Eusebio».

Nel mese di maggio di quello stesso 1971 una delegazione della parrocchia cagliaritana, guidata dall’arcivescovo cardinale Seba- stiano Baggio e dal parroco don Antonio Porcu, per tre giorni par- tecipò ai solenni festeggiamenti organizzati da Vercelli, per ricor- dare i sedici secoli dalla morte del santo e anche di fondazione della Chiesa diocesana, che allora comprendeva una vasta parte del

Piemonte, regione di cui Eusebio è patrono. A ricordo di quel viaggio la parrocchia cagliaritana ricevette dalla diocesi di Vercelli un busto del santo in argento sbalzato, con reliquia, conservato nella sacrestia e, a volte, portato in processione per la festa patronale.

Gli altri appuntamenti sono in via di definizione, anche perché non mancano temi e argomenti che rendono attuale l’opera e l’inse- gnamento di sant’Eusebio, che fu un campione dell’ortodossia cri- stiana contro quella ariana, grande devoto della Madonna, formatore dei giovani in cammino verso il sacerdozio ministeriale, un cultore dello studio della Parola di Dio, un vescovo-pastore. Il 15 e 16 dicem- bre ricorre anche l’anniversario della consacrazione episcopale di sant’Eusebio, nell’anno 345.

Sant'Eusebio verso i 60 anni di fondazione

LA PROCESSIONE DI SANT'EUSEBIO

(6)

Dal Vangelo secondo Giovanni Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusa- lemme. Trovò nel tempio gen- te che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambia- monete. Allora fece una fru- sta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le peco- re e i buoi; gettò a terra il de- naro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai vendito- ri di colombe disse: «Portate

via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto:

«Lo zelo per la tua casa mi di- vorerà».

Allora i Giudei presero la pa- rola e gli dissero: «Quale se- gno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù:

«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorge- re». Gli dissero allora i Giu- dei: «Questo tempio è stato

costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risor- gere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricor- darono che aveva detto que- sto, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la fe- sta, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù,

non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse te- stimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo..

(Gv 2,13-25)

Commento a cura di Matteo Vinti

I

l Vangelo di questa domenica scandalizza, perché contraddice l’immagine del Gesù mite, dolce, quasi zuccheroso, che troppo spes- so abbiamo propagandato. Gesù entra nel tempio di Gerusalemme e rimane scandalizzato dalla com- pravendita di buoi e pecore. La faccenda era naturale: nel tempio dovevano essere offerti in sacrifi- cio animali ogni pasqua, era più semplice portare con sé il denaro per comprare sul posto una bestia.

L’alternativa sarebbe stata porta- re con sé un bue o una pecora ma portare un animale con sé da cento chilometri di distanza era scomo- do, meglio ricomprare un animale in loco.

Gesù vede però il tempio ridotto a un mercato e si adira: non l’ira repentina di chi reagisce subito,

«preterintenzionale», si direbbe oggi, non prestabilita, non pro- grammata; ma un’ira meditata:

Gesù si siede e intreccia una frusta fatta di cordicelle, e con quella poi scaccia animali e mercanti. I Padri vi vedranno la figura di un’ira buo- na, uno zelo per il perseguimento del bene: l’ira non è una passione necessariamente malvagia, dipen- de dal motivo che muove all’ira.

Le due pericopi – la cacciata dei mercanti, la disputa sulla distru- zione del tempio – hanno un tema comune, il tempio. Tempio signifi- ca «dimora di Dio», significa «luo-

go in cui Dio è presente», significa – per usare la definizione di Gesù – «casa del Padre mio».

Abbiamo due templi. Nel primo caso è un tempio di pietra, fatto co- struire da Salomone, poi distrutto, restaurato da Esdra e di Neemia e poi ricostruito da Erode il Grande in quarantasei anni. Lì c’è Dio, lì abita la Presenza. Ma il Padre non è legato al tempio: può ritrovarsi in un roveto ardente, o nell’Arca che guida gli ebrei nel deserto, o sotto una tenda: può persino rifiutarsi di avere un tempio, come quando Da- vide volle costruirlo e Dio ordinò di posticipare la costruzione, Dio può fuggire dal tempio, come nelle visioni di Ezechiele, può rimprove- rare chi confida troppo in un tem- pio di pietra: «non confidate nelle parole menzognere di coloro che dicono: Tempio del Signore, tem- pio del Signore, tempio del Signore è questo!» (Ger 7,4). Un tempio più volte distrutto, perché Dio lo può abbandonare.

Ma poi c’è un secondo tempio, che può essere distrutto, ma saprà rial- zarsi: è Gesù, il tempio che non è fatto da mani d’uomo. È lui la di- mora del Padre fra gli uomini. Se il tempio di pietra è temporaneo, caduco, soggetto all’abbandono di Dio, non così Gesù: Gesù è la pre- senza del Padre, che non può esse- re definitivamente distrutta.

La cacciata dei mercanti dal tempio acquista nuovo significato: dove c’è la Presenza del Padre, dove c’è Gesù, non si può mercanteggiare.

Cercare Gesù dove lui è, significa rinunciare ai propri comodi, ai pro- pri progetti, al proprio profitto. In Gesù, nel suo permanere tra noi, Dio mette in gioco la sua dimora:

occorre cercare lui, avere a cuore il miracolo del Dio-con-noi, piegarsi all’oggettività del suo porre la ten- da fra di noi.

@PONTIFEX

L

a via della bellezza come cammino che conduce alla verità di Dio. Papa Francesco ha approfon- dito questo tema lo scorso 24 febbraio, in occasione dell’udienza con i membri del movimento «Diaco- nie de la Beauté», sorto nel 2012 con lo scopo di sostenere gli artisti nella loro missione di testimoni della bellezza di Dio.

Il Santo Padre all’inizio del suo discorso ha ripreso le parole della «Lettera agli artisti» di san Giovanni Paolo II: «L’artista vive una peculiare relazione con la bellezza. In un senso molto vero si può dire che la bellezza è la vocazione a lui rivolta dal Creatore col dono del “talento artistico”. E, certo, anche questo è un talento da far fruttare, nella logica della para- bola evangelica dei talenti».

«I doni che avete ricevuto - ha proseguito il Ponte- fice - sono per ognuno di voi una responsabilità e una missione. Infatti, vi è chiesto di lavorare senza lasciarvi dominare dalla ricerca di una vana gloria o di una facile popolarità, e ancor meno dal cal- colo spesso meschino del solo profitto personale.

[…] Voi siete chiamati, mediante i vostri talenti e attingendo alle fonti della spiritualità cristiana, […]

a servire la creazione e la tutela di “oasi di bellez- za” nelle nostre città troppo spesso cementificate e senz’anima. Voi siete chiamati a far conoscere la gratuità della bellezza».

La speciale «Diaconia della Bellezza», ha messo in luce il Papa, contribuisce «a una conversione ecologica che riconosce l’eminente dignità di ogni persona, il suo valore peculiare, la sua creatività e la sua capacità di promuovere il bene comune», ed

è in grado di portare avanti la «cultura dell’incon- tro» e costruire «ponti tra le persone, tra i popoli, in un mondo in cui si innalzano ancora tanti muri per paura degli altri».

La Chiesa, ha concluso il Santo Padre, conta sull’o- pera degli artisti «per rendere percepibile la Bel- lezza ineffabile dell’amore di Dio e per permettere a ciascuno di scoprire la bellezza di essere amati da Dio, di essere colmati del suo amore, per vivere di esso e darne testimonianza nell’attenzione agli altri, in particolare a quelli che sono esclusi, feriti, rifiutati nelle nostre società».

PARTICOLARE DELLA CAPPELLA SISTINA

La speciale «Diaconia della Bellezza»

IL MAGISTERO

a cura a cura di Roberto Piredda

23 FEB 2018

Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore. Offriamogli oggi una Giornata di preghiera e digiuno per la pace.

24 FEB 2018

Offrire un dono gradito a Gesù è dedicare tempo a una persona difficile, aiutare qualcuno che non ci suscita interesse.

25 FEB 2018

Invochiamo il dono della pace per tutto il mondo, specialmente per le popolazioni che più soffrono a causa dei conflitti in atto.

26 FEB 2018

Se vogliamo un futuro di prosperità di tutti, man- teniamo la bussola puntata verso il “vero Nord”, cioè i valori autentici.

18 FEB 2018

Auguro a tutti un cammino quaresimale ricco di frut- ti; e vi chiedo di pregare per me e i miei collaboratori, che oggi iniziamo la settimana di Esercizi Spirituali.

17 FEB 2018

Solo chi sa riconoscere i propri sbagli e chiedere scusa riceve dagli altri comprensione e perdono.

Fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio

III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

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LA CHIESA

IL RICHIAMO DEL PAPA NEL CORSO DELL'ANGELUS IN SAN PIETRO

di Roberto Piredda

A

ll’Angelus il Santo Padre ha approfondito il mes- saggio del Vangelo dome- nicale, che proponeva la scena della Trasfigurazione di Gesù (cfr Mc 9, 2-10).

«Questo episodio - ha fatto nota- re papa Francesco - va collegato a quanto era accaduto sei giorni prima, quando Gesù aveva svela- to ai suoi discepoli che a Gerusa- lemme avrebbe dovuto “soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere” (Mc 8,31).

Questo annuncio aveva messo in crisi Pietro e tutto il gruppo dei discepoli, che respingevano l’idea che Gesù venisse rifiutato dai capi del popolo e poi ucciso.

Loro infatti attendevano un Mes- sia potente, forte, dominatore, invece Gesù si presenta come umile, come mite, servo di Dio, servo degli uomini, che dovrà donare la sua vita in sacrificio, passando attraverso la via della persecuzione, della sofferenza e della morte».

Il Signore sale sul monte insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni e

«mostra loro la sua gloria, gloria di Figlio di Dio». L’evento della Trasfigurazione «permette così ai discepoli di affrontare la pas- sione di Gesù in modo positivo, senza essere travolti. Lo hanno visto come sarà dopo la passione, glorioso. E così Gesù li prepara alla prova. La trasfigurazione aiuta i discepoli, e anche noi, a capire che la passione di Cristo è un mistero di sofferenza, ma è soprattutto un dono di amore, di amore infinito da parte di Gesù».

Al termine dell’Angelus il Pon- tefice ha ricordato la tragica si- tuazione della Siria: «Il mio pen- siero è spesso rivolto all’amata e martoriata Siria, dove la guerra si è intensificata, specialmen- te nel Ghouta orientale. Questo mese di febbraio è stato uno dei più violenti in sette anni di con- flitto: centinaia, migliaia di vitti- me civili, bambini, donne, anzia- ni; sono stati colpiti gli ospedali;

la gente non può procurarsi da mangiare. Fratelli e sorelle, tut- to questo è disumano. Non si può combattere il male con altro

male. E la guerra è un male. Per- tanto rivolgo il mio appello ac- corato perché cessi subito la vio- lenza, sia dato accesso agli aiuti umanitari - cibo e medicine - e siano evacuati i feriti e i malati».

Nel pomeriggio di domenica il Santo Padre si è recato in visita nella parrocchia romana di san Gelasio I, dove ha incontrato i gruppi parrocchiali e celebrato la Messa.

Il Papa nell’incontro con i ragaz- zi ha rivolto un invito a confidare nell’aiuto di Dio: «La vita asso- miglia un po’ a questo pomerig- gio, perché a volte c’è il sole, ma a volte vengono le nuvole, viene la pioggia e viene il tempo brut- to. Sappiate che nella vita ci sono tempi belli e tempi brutti. Cosa deve fare un cristiano? Andare avanti con coraggio, nei tempi belli e nei tempi brutti. Capito?

Ci saranno delle tempeste, nella vita. Avanti! Gesù ci guida».

Nell’incontro con gli anziani e i malati il Pontefice ha messo in luce la missione speciale che essi hanno all’interno della comuni- tà: «Forse a qualcuno di voi vie- ne in mente di fare la domanda:

“Ma cosa faccio io per il mondo?

Io non vado alle Nazioni Unite, non vado alle riunioni, sono qui, a casa. Cosa faccio per la Chiesa?

La Chiesa, è lei che fa per me”.

Forse pensate così. No. Questa testimonianza, ognuno con la fede, con il volere bene alla gen- te, facendo buoni auguri agli al- tri, è come conservare il fuoco.

Voi siete la brace, la brace del mondo sotto le ceneri: sotto le difficoltà, sotto le guerre ci sono questi braci, braci di fede, braci di speranza, braci di gioia nasco- sta».

Nell’omelia della celebrazione eucaristica il Santo Padre ha evi-

denziato il significato spirituale dell’episodio evangelico della Trasfigurazione di Gesù: «Gesù fa loro vedere cosa viene dopo, cosa c’è dopo la croce. Questa gloria e questo Cielo. E questo è molto bello! È molto bello per- ché Gesù ci prepara sempre alla prova. In un modo o in un altro, ma questo è il messaggio: ci pre- para sempre. Ci dà la forza per andare avanti nei momenti di prova e vincerli con la sua forza.

Gesù non ci lascia soli nelle pro- ve della vita: sempre ci prepara, ci aiuta, come ha preparato i di- scepoli, con la visione della sua gloria».

La passione di Cristo è un mistero di sofferenza

IL SANTO PADRE CELEBRA A SAN GELASIO I

Preghiera

Lodi 6.00 - Vespri 19.35 - Compieta 23.00 - Rosario 5.30

Kalaritana Ecclesia Lunedì - Sabato 8.45 - 17.30

RK Notizie

Lunedì 10.30 - 12.30 Martedì - Venerdì 10.30 - 11.30 - 12.30

Sotto il Portico

Mercoledì 12.45/ Venerdì 13.30/ Sabato 18.30 Domenica 8.00 - 13.00 L’udienza

La catechesi di Papa France- sco - Mercoledì 20.15 circa Kalaritana Sport

Lunedì 11.30

Sabato 10.30 - 14.30

Zoom Sardegna Lunedì - Venerdì 14.30 18.30 - 22.00 / Martedì 14.30 - 17.30 - 22.00 RK Notizie - Cultura e Spettacolo

Sabato 11.30 - 16.30 La diocesi in diretta Martedì 17.06

Kalaritana Sette Sabato 12.30 - 19.00 - 22.00

Domenica 7.30 - 10.00 - 19.00 - 22.00

Lampada ai miei passi Commento al Vangelo quo- tidiano

Ogni giorno alle 5.15 / 6.45 / 20.00

Dal 05 al 11 marzo a cura di don Mario Ledda

«N

on temere, Maria, perché hai trovato grazia pres- so Dio» (Lc 1,30). Le parole dell’Angelo a Maria nell’Annunciazione fanno da filo conduttore del messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2018, diffuso lo scorso 11 febbraio.

La giornata di quest’anno verrà celebrata a livello diocesa- no e si inserisce in un cammino proiettato verso due tap- pe decisive: la prossima assemblea del Sinodo dei vescovi dedicata ai giovani, la fede e il discernimento vocaziona- le, e l’incontro mondiale dei giovani a Panama nel gennaio del 2019. «Non temere!». Il Pontefice ricorda le paure che talvolta possono caratterizzare la vita dei giovani: «C’è in molti l’ossessione di ricevere il maggior numero possibile di “mi piace”. E da questo senso di inadeguatezza sorgo- no tante paure e incertezze. Altri temono di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere soli. In molti, davanti alla precarietà del lavoro, subentra la paura di non riuscire a trovare una soddisfacente affermazione profes- sionale, di non veder realizzati i propri sogni».

Per affrontare la paura è necessario fare discernimento la-

sciandosi ispirare dalla luce della Parola di Dio: «Nei mo- menti in cui dubbi e paure affollano il nostro cuore, si rende necessario il discernimento. Esso ci consente di mettere ordine nella confusione dei nostri pensieri e sentimenti, per agire in modo giusto e prudente. […] Per noi cristiani, in particolare, la paura non deve mai avere l’ultima parola, ma essere l’occasione per compiere un atto di fede in Dio e anche nella vita!».

Un aspetto particolare sul quale si concentra il discernimen- to spirituale è quello della vocazione personale: «Egli bussa alla porta dei nostri cuori, come ha fatto con Maria, deside- roso di stringere amicizia con noi attraverso la preghiera, di parlarci tramite le Sacre Scritture, di offrirci la sua miseri- cordia nel sacramento della Riconciliazione, di farsi uno con noi nella Comunione eucaristica».

«Maria!». «Quando chiama per nome una persona, - pro- segue il Santo Padre - Dio le rivela al tempo stesso la sua vocazione, il suo progetto di santità e di bene, attraverso il quale quella persona diventerà un dono per gli altri e che la renderà unica. […] Voi siete il “tu” di Dio, preziosi ai suoi

occhi, degni di stima e amati. Accogliete con gioia questo dialogo che Dio vi propone».

«Hai trovato grazia presso Dio». Le parole dell’Angelo «di- scendono sulle paure umane dissolvendole con la forza del- la buona notizia di cui sono portatrici: la nostra vita non è pura casualità e mera lotta per la sopravvivenza, ma cia- scuno di noi è una storia amata da Dio».

Nell’ultima parte del messaggio papa Francesco si sofferma sul «coraggio nel presente», invitando i giovani a prendere davvero in mano la propria vita per farne un dono auten- tico a Dio e ai fratelli: «Dalla certezza che la grazia di Dio è con noi proviene la forza di avere coraggio nel presente:

coraggio per portare avanti quello che Dio ci chiede qui e ora, in ogni ambito della nostra vita; coraggio per abbrac- ciare la vocazione che Dio ci mostra; coraggio per vivere la nostra fede senza nasconderla o diminuirla. […] Vi invito a contemplare ancora l’amore di Maria: un amore premuro- so, dinamico, concreto. Un amore pieno di audacia e tutto proiettato verso il dono di sé».

R. P.

Gmg 2019: il messaggio di Francesco

P A L I N S E S T O

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KALARITANA.IT

(8)

BREVI

 Province

Slittano all'autunno le elezioni di secondo grado dei presi- denti delle Province e dei con- sigli provinciali, inizialmente previste per il 27 marzo pros- simo.

Con una leggina approvata dal Consiglio regionale il pre- sidente della Provincia dura in carica per quattro anni e decadrà in caso di cessazione dalla carica di sindaco.

 Hub del farmaco

La Regione attiverà un «hub unico del farmaco», obiettivo previsti dal piano di rientro del debito della sanità, che con- sentirà un risparmio di 18 mi- lioni di euro in tre anni.

L'attivazione del servizio per- metterà di centralizzare i magazzini farmaceutici degli ospedali della Sardegna, in modo da realizzare importanti risparmi per le casse regionali.

 Osservatorio europeo

Il Ministero della Ricerca so- sterrà la candidatura della Sar- degna a ospitare un Centro eu- ropeo per l'Osservatorio delle onde gravitazionali nella minie- ra di Sos Enattos a Lula. Il Miur, la Regione, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l'Universi- tà di Sassari hanno firmato un Protocollo d'intesa per l'inse- diamento della infrastruttura Einstein Telescope nell'Isola.

 Polo museale

Rafforzare il turismo culturale con progetti che valorizzino il patrimonio museale e storico archeologico della Sardegna.

Con questo obiettivo è stato firmato il protocollo d'intesa tra Regione e Polo Museale della Sardegna. Il Polo Musea- le gestisce le aree archeologi- che e i musei più importanti e visitati dell'Isola.

di Daniela Astara

«E

gli dona largamente ai poveri». In questa frase scritta all'in- gresso della Cittadella della Cari- tà di Olbia sono contenuti la fi- nalità e lo spirito della struttura.

Inaugurata sabato scorso con la benedizione del vescovo Seba- stiano Sanguinetti, alla presenza del direttore della Caritas dioce-

sana Giovanni Maria Pittorru e quello nazionale Francesco Sod- du, l'opera di via dello Zaffiro nel quartiere Tannaule, è stata pen- sata dalla Chiesa diocesana per tutti i bisognosi del territorio.

Si tratta della terza cittadella aperta nella diocesi gallurese dopo quella di Tempio Pausania e Castelsardo.

All'interno sono presenti di- versi servizi: un emporio di

generi alimentari, al quale si accede con un'apposita tessera rilasciata dalle parrocchie, gli sportelli antiusura, microcredi- to, prestito della speranza, quel- lo medico-psicologico gestito dall'associazione «Nemeton», e il progetto «Dimmi ti ascolto», per minori vittime di violenza e le loro famiglie. «Il nome vero è

“opera segno” - ha spiegato mon- signor Sanguinetti - testimonia una Chiesa vicina ai più bisogno- si, a quelli meno garantiti dalla società. L'esperienza della tragi- ca alluvione è stata per la Chiesa diocesana un banco di prova del- la sua capacità di essere vicina alle persone bisognose. Abbiamo voluto che quest'esperienza non si perdesse e le domande che noi riceviamo sono davvero tante.

Un'opera quindi nata sulla scia di quell'esperienza però come bisogno permanente di presen- za, di prossimità, di vicinanza, di ascolto e di accompagnamento delle persone bisognose».

Grato del lavoro svolto dai tanti volontari, che ogni giorno si pro- digano per gli altri, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi. «La nostra - ha detto il primo cittadino - è una comunità inclusiva che ac- coglie e che lavora in favore degli altri, spesso in silenzio e questa è la nostra forza. Noi dobbiamo essere sempre riconoscenti nei confronti di chi fa del bene».

La presenza di monsignor Soddu di Caritas Italiana, che ha con- tribuito alla realizzazione della

Cittadella di Olbia con 400 mila euro, ha richiamato l'attenzione sulla cattolicità della Chiesa. Una Chiesa che non resta indifferente di fronte alle necessità dei poveri sparsi nelle diverse parti dell'Ita- lia e non solo. «Ricordandoci dei poveri – ha affermato Soddu - ci ricordiamo della comunità che deve essere sempre salvaguarda- ta. Questo centro vuole essere il segno propulsore di questa vici- nanza verso i poveri affinché la comunità sia salvaguardata e in essa possa avere anche il suo ful- cro di rinascita».

Pensa a coloro che hanno perso il posto di lavoro monsignor Pit- torru, parlando con i giornalisti presenti, e al contributo che potrà dare loro la cittadella. «Noi vivia- mo - ha affermato il direttore del- la Caritas diocesana - un periodo veramente difficile, perché la crisi del mondo del lavoro è quella che ha sconvolto il nostro territorio:

questo problema non lo avevamo ma vissuto così forte come in que- sto momento. Credo che quest'o- pera sia una goccia, una di quelle che aiuta a formare il bello che si può dare alle persone, nel rispetto della dignità di ciascuno, e sia un nostro compito primario farlo».

Alla cerimonia di inaugurazio- ne della struttura, realizzata dalla ditta Santoni e progettata dall'architetto Enzo Satta di Ar- chigroup, hanno preso parte le autorità territoriali, assieme ai sacerdoti della città, a numerosi giovani e ai volontari Caritas.

La struttura, con sede nel rione Tannaule, è la terza avviata nella diocesi di Tempio

A Olbia aperta la città della Carità

L'INAUGURAZIONE DELLA CITTADELLA DELLA CARITÀ

Il «Don Giovanni» in scena l'auditorium della Sacra Famiglia

S

abato 3 marzo alle 18, con ingresso a offerta libera, all’Auditorium della Sacra Famiglia, in via Codroipo a Cagliari, esecuzione in forma di concerto dell’opera Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mo- zart, con un cast di giovani cantanti (Riccardo Spina, Andrea Medda, Alice Serra, Michelangelo Romero e Sara Mizzanu) e con un protagonista di fama inter- nazionale come Angelo Romero nel ruolo del titolo.

I cantanti sono accompagnati dall’orchestra da ca- mera «Johann Nepomuk Wendt», composta da 23 elementi giovanissimi (sotto i 25 anni), diretta da

don Raimondo Mameli. «Si tratta – ha spiegato il direttore – di un’operazione culturale di giovani e per i giovani, finalizzata a valorizzare i nostri mi- gliori talenti, diplomati e diplomandi. È poi motivo di grande gioia poter lavorare con un artista del calibro del Maestro Romero, che ha calcato il palcoscenico dei più grandi teatri del mondo, sotto la guida di prestigiose bacchette. Penso sia una ricchezza per tutti i musicisti coinvolti e un grande dono per il folto numero di melomani cagliaritani».

R. C.

A Oristano 750 catechisti di tutta l'Isola per il convegno regionale

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rano 750 i catechisti da tutta la Sardegna che domenica scor- sa hanno affollato il duomo di Oristano per la celebrazione di chiusura del convegno regionale. Una giornata intensa per incon- tri, ritmi e spunti di fede.

L'apertura dei lavori al mattino affidata a monsignor Gianfranco Saba, arcivescovo di Sassari. Nel corso del suo intervento Saba ha voluto centrare l'attenzione sul fondamento della Parola di Dio per ogni catechista. «Chi evangelizza - ha detto - deve essere abitato dalla Parola. Per questo è importante formarsi e confor- marsi».

A metà mattina l'intervento del sociologo Luca Diotallevi, che ha tracciato un quadro sociologico e antropologico della fede. Una relazione accattivante che ha offerto spunti di riflessione e ripen- samento della prassi, con le quali viene proposta oggi la catechesi e lo stesso percorso di iniziazione cristiana nella comunità par- rocchiali.

Dopo un pomeriggio conviviale, in cui neppure le cattive condi- zioni meteo hanno rovinato la fraternità, si sono svolti i labora- tori variamente frequentati dai partecipanti, suddivisi nei diversi

ambiti dell’iniziazione cristiana nella fascia 7-14 anni: famiglia e catechesi, comunicazione nella catechesi, prassi catechistiche in ambito associativo, catechesi e liturgia, catechesi pre-battesima- le, catechesi con le persone disabili, catechesi e Insegnamento della Religione, arte e catechesi, catechesi e Bibbia, ispirazione catecumenale nella catechesi, catechesi e carità, catechesi e pre- adolescenza. Momenti di approfondimento di prassi, approcci e tematiche inerenti la catechesi.

La Messa conclusiva ha dettato il passo per il periodo futuro con l'omelia di monsignor Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano. Nel corso della sua riflessione il presule parlando del momento della prova ha ricordato che anche papa Francesco ha confessato il suo smarrimento interiore, il suo momento oscuro. «Madre Teresa di Calcutta - ha evidenziato monsignor Sanna - ha ammesso d’aver avuto una profonda crisi di fede nell’esistenza di Gesù. In altri termini, nessuno gode della corsia preferenziale verso il cielo. Il momento della prova fa parte dell’esperienza umana e bisogna, allora, trovare il modo giusto per viverla senza eliminarla».

I. P.

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