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SERRALUNGA DI CREA PROVINCIA ALESSANDRIA REGIONE PIEMONTE VARIANTE STRUTTURALE P.R.G.C AGGIORNAMENTO QUADRO DEL DISSESTO PAI

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(1)

SERRALUNGA DI CREA

PROVINCIA ALESSANDRIA – REGIONE PIEMONTE

VARIANTE STRUTTURALE

P.R.G.C. 2014

AGGIORNAMENTO QUADRO DEL DISSESTO PAI

PROPOSTA TECNICA DI PROGETTO PRELIMINARE Adottata con D.C.C. ……….del ………..

INDAGINI GEOLOGICHE

ALLEGATO 1 VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA’ E DEL RISCHIO

LUNGO IL RETICOLO IDROGRAFICO RIO MENGA/COLOBRIO

Serralunga di Crea lì, ………..

Il Geologo (Dott. Geol. Marco Novo) ………

Il Responsabile del Procedimento ……….………

Il Segretario Comunale……….………

Il Sindaco ………..………

Versione

1 Dicembre 2014

di Marco Novo Geologo

(2)

INDICE

1 PREMESSA ... 3

2 CARATTERISTICHE MORFOMETRICHE DEL BACINO E DETERMINAZIONE DEI TEMPI DI CORRIVAZIONE... 4

3 DETERMINAZIONE DEI COEFFICIENTI DI DEFLUSSO... 6

4 DETERMINAZIONE DELLE ALTEZZE DI PRECIPITAZIONE ... 9

5 Parametri utilizzati nello Studio IRES ... 11

6 METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DEI DEFLUSSI DEL BACINO... 12

7 IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO DI SIMULAZIONE IN MOTO PERMANENTE ... 13

7.1 Procedimento di analisi ... 13

7.2 Dati di input del modello di simulazione... 14

7.3 Sintesi dei risultati ... 15

Appendice 1: Tabelle e figure di output del modello in moto permanente sviluppato con il codice di calcolo Hec_Ras 3.0

(3)

1 PREMESSA

Nel presente allegato viene illustrata la metodologia adottata ed il procedimento seguito per la realizzazione dello studio di dettaglio idrologico e di simulazione delle piene del fondovalle del Rio Menga/Colobrio, nell’intero tratto compreso nel territorio comunale.

In particolare le analisi per la valutazione della pericolosità e del rischio sono state compiute tramite l’implementazione di un modello idraulico in moto permanente mediante l’uso dello specifico codice di calcolo HEC - RAS (versione 3.0), esteso al tratto di fondovalle del Rio Menga/Colobrio compreso tra la confluenza del rio di Cosso (comune di Castelletto Merli), a monte e la confluenza con il Torrente Stura (a valle); sono state acquisite complessivamente n°

40 sezioni trasversali, delle quali 12 comprese nel territorio comunale di Serralunga di Crea.

Per tale elaborazione sono stati ricostruiti i profili di piena per condizioni di portata relativa a tempi di ritorno di 50, 200 e 500 anni, tramite i quali sono state definite le fasce inondabili a diversa pericolosità, in conformità a quanto stabilito dall’allegato 3 della D.G.R. 15 luglio 2002, n. 45-6656.

(4)

2 CARATTERISTICHE MORFOMETRICHE DEL BACINO E DETERMINAZIONE DEI TEMPI DI CORRIVAZIONE

Le caratteristiche morfometriche comprendono i caratteri geometrici, di superficie e di altitudine del bacino in esame. Tali caratteristiche sono state valutate con metodologia automatica a partire da un modello digitale di elevazione in formato Grid a maglia di 50 metri di lato, costruito sui dati del D.T.M. della Carta Tecnica Regionale.

A tal fine è stata utilizzata una specifica estensione del modulo Spatial Analyst di Arcview 3.3 (basin1), che consente di produrre la delimitazione automatica dei limiti dei bacini in seguito all’individuazione dei un punti di chiusura ed una agevole e rapida elaborazione dei calcoli.

Le valutazioni morfometriche sono state effettuate considerando bacini che si attestano alle seguenti sezioni di chiusura:

COLOBRIO 1 = sul ponte della S.P. in località San Giuseppe-sezione 35 (comune di Castelletto Merli);

COLOBRIO 2 = alla confluenza del tributario di sinistra orografica in corrispondenza di località Fornace (comune di Castelletto Merli);

COLOBRIO 3 = sul ponte in località C. Monteregio-sezione 21 (comune di Ponzano);

COLOBRIO 4 = sul ponte in località C.na Sapelli-sezione 14 (comune di Ponzano);

COLOBRIO 5 = sul ponte della S.P. in località Madonnina-sezione 5 (comune di Serralunga di Crea).

Nella seguente Tab. 1 sono sintetizzate le caratteristiche determinate.

Colobrio 1 Colobrio 2 Colobrio 3 Colobrio 4 Colobrio 5 Superficie

Km2

7,46 10,93 19,69 27,30 34,63

Lunghezza asta principale

Km 4,68 5,90 8,26 10,66 13,20

Quota media

m s.l.m.

284 273 253 243 237

Pendenza media del-

l’asta 0,037 0,032 0,025 0,021 0,017

Quota sezione di chiusura

m s.l.m.

202 184 166 152 145

Tabella 1: Caratteristiche morfometriche dei bacini del Rio Menga/Colobrio.

(5)

Sulla base di tali caratteristiche è stato calcolato il tempo di corrivazione (o tempo di ritardo), utilizzando i numerosi metodi presenti in letteratura che presentano diversi livelli di adattabilità ai bacini di piccole dimensioni, per i tratti di bacino corrispondenti alle diverse sezioni di chiusura.

Colobrio 1 Colobrio 2 Colobrio 3 Colobrio 4 Colobrio 5

GIANDOTTI 2,48 2,92 4,04 4,83 5,65

VIPARELLI 1,3 1,64 2,29 2,96 3,67

KILPRICH 7,007 8,89 12,75 16,78 21,27

C.E.F.C. 6,23 7,78 10,87 14,35 17,83

VENTURA 1,83 2,4 3,56 4,7 5,73

PEZZOLI 1,34 1,81 2,87 4,05 5,67

PUGLISI 2,84 3,22 3,93 4,58 5,23

Tabella 2: Valori del tempo di corrivazione in ore.

Sulla base del confronto con i diversi valori ottenuti si è ritenuto che a fornire valori maggiormente realistici sia la formulazione empirica di Puglisi (1978):

tc = 6 L 2/3 (Hmax - H0) -1/3

dove :

tc = tempo di corrivazione (ore);

L = lunghezza dell’asta principale (km);

Hmax= altezza massima del bacino

H0 = altezza della sezione di chiusura (m).

(6)

3 DETERMINAZIONE DEI COEFFICIENTI DI DEFLUSSO

La stima del coefficiente di deflusso è estremamente difficoltosa e costituisce il maggior elemento di incertezza nella valutazione della portata. Il parametro, infatti, tiene conto in forma implicita di tutti i fattori che intervengono a determinare la relazione tra la portata al colmo e l’intensità media della pioggia (tipo di terreno, grado di saturazione dello stesso, tipo di copertura vegetale e pendenza); si utilizzano normalmente valori di riferimento, tratti dalla letteratura scientifica, che spesso sono adattabili con difficoltà alle effettive condizioni del bacino in studio. Le valutazioni derivanti dalla letteratura indicano univocamente che il valore del coefficiente di deflusso in un dato bacino varia in modo consistente da evento ad evento, in funzione delle differenti condizioni di imbibizione del suolo antecedenti l’evento stesso.

Uno dei metodi più utilizzati ed attualmente considerato tra i più appropriati e scientificamente testati riportati in letteratura è il “Soil Conservation Service Runoff Curve Number (CN) method” proposto dal S.C.S. del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense nel 1972.

Il metodo nella forma semplificata prevede la definizione preliminare della classe di permeabilità (tabella 3) e conseguentemente l’identificazione del valore del coefficiente di deflusso in funzione dell’uso del suolo (tabella 4).

TIPO DESCRIZIONE

A

Scarsa potenzialità di deflusso superficiale-banchi spessi di sabbia, anche con piccole percentuali di limo e argilla; banchi spessi di ghiaie, materiali incoerenti

in genere

B Bassa potenzialità di deflusso superficiale-banchi di medio spessore di sabbie o ghiaie, con maggior propensione alla saturazione

C Potenzialità di deflusso superficiale medie-banchi di sabbia o ghiaie sottili, con sottostante substrato argilloso impermeabile, sabbie con argilla e limi

D Potenzialità di deflusso superficiale molto alta-argille con alta capacità di rigonfiamento, in genere materiali impermeabiliin superficie

Tabella 3: Classi di permeabilità in funzione delle tipologie di substrato (metodo S.C.S. ) .

(7)

Valori del coefficiente di deflusso per diverse classi di permeabilità TIPOLOGIA

A B C D

Tessuto urbano continuo 0,77 0,85 0,9 0,92

Tessuto urbano discontinuo 0,57 0,72 0,81 0,86

Aree industriali o commerciali 0,89 0,9 0,94 0,94

Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori 0,98 0,98 0,98 0,98

Aree portuali 0,89 0,92 0,94 0,94

Aeroporti 0,81 0,88 0,91 0,93

Aree estrattive 0,46 0,69 0,79 0,84

Discariche 0,46 0,69 0,79 0,84

Cantieri 0,46 0,69 0,79 0,84

Aree verdi urbane 0,39 0,61 0,74 0,8

Aree sportive e ricreative 0,39 0,61 0,74 0,8

Seminativi in aree non irrigue 0,7 0,8 0,86 0,9

Vigneti 0,45 0,66 0,77 0,83

Frutteti e frutti minori 0,45 0,66 0,77 0,83

Prati stabili 0,3 0,58 0,71 0,78

Colture annuali associate a colture permanenti 0,58 0,73 0,82 0,87

Sistemi colturali e particellari complessi 0,58 0,73 0,82 0,87

Colt. agrarie prevalenti con presenza di spazi naturali 0,52 0,7 0,8 0,85

Boschi di latifoglie 0,36 0,6 0,73 0,79

Boschi misti 0,36 0,6 0,73 0,79

Aree a pascolo naturale e praterie d'alta quota 0,49 0,69 0,79 0,84

Brughiere e cespuglietti 0,49 0,69 0,79 0,84

Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 0,36 0,6 0,73 0,79

Spiagge, dune, sabbie 0,76 0,85 0,89 0,91

Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 0,77 0,86 0,91 0,94

Aree con vegetazione rada 0,49 0,69 0,79 0,84

Aree percorse da incendi 0,77 0,86 0,91 0,94

Paludi interne 1 1 1 1

Tabella 4: Coefficiente di deflusso in funzione delle classi di uso del suolo e delle classi di permeabilità del substrato (interpretazione di Mc Cuen 1982 del metodo S.C.S. - tratto da

Caivano M.A. 2002 ) .

(8)

Nel caso del Rio Menga/Colobrio le valutazioni dei coefficienti di deflusso sono state effettuate tramite GIS, calcolando per ciascuna area uniforme i valori derivanti dalla combinazione permeabilità-uso del suolo e quindi realizzando la media ponderata in funzione dell’estensione.

I dati di copertura del suolo sono stati derivati dalla Carta di uso del suolo alla scala 1:100.000 prodotta da telerilevamento per il progetto Corine Land Cover, mentre per l’attibuzione delle classi di permeabilità sono state valutate le caratteristiche idrogeologiche dei litotipi presenti nel bacino (tabella 5).

Formazione Classe di permeabilità (metodo S.C.S.)

Depositi alluvionali ed accumuli di frana B

Formazione delle Sabbie di Asti B

Formazione delle Argille di Lugagnano D

Formazione Gessoso-Solfifera D

Formazione delle Marne di S.Agata Fossili D Formazione delle Calcareniti di Tonengo C Formazione della "Pietra da Cantoni" C

Formazione delle Marne a Pteropodi C

Formazione delle Marne di Antognola C

Formazione delle Arenarie di Ranzano C

Tabella 5: Classi di permeabilità (metodo S.C.S.) attribuite alle formazioni geologiche presenti

I coefficienti di deflusso determinati ricadono nel range 0,78-0,80.

(9)

4 DETERMINAZIONE DELLE ALTEZZE DI PRECIPITAZIONE

La determinazione delle portate affluenti ad una determinata sezione di chiusura, in assenza di una serie storica di misure dirette su sezioni strumentate con idrometro, deve necessariamente passare attraverso metodi indiretti, che consentono di ottenere i valori della lama d’acqua defluita in funzione delle precipitazioni affluite al bacino preso in considerazione. Pertanto, prima di determinare i valori di portata è stato necessario determinare i valori di altezza di precipitazione, procedimento effettuato sfruttando le metodologie e i dati contenuti nella “Direttiva Piene di progetto” dell’Autorità di Bacino.

Per la suddetta direttiva la previsione quantitativa delle piogge intense in un determinato punto è effettuata attraverso la determinazione della curva di probabilità pluviometrica, cioè della relazione che lega l’altezza di precipitazione alla sua durata, per un assegnato tempo di ritorno.

Si ricorda che con il termine altezza di precipitazione in un punto, comunemente misurata in mm, si intende l’altezza d’acqua che si formerebbe al suolo su una superficie orizzontale e impermeabile, in un certo intervallo di tempo (durata della precipitazione) e in assenza di perdite.

La curva di probabilità pluviometrica è comunemente espressa da una legge di potenza del tipo:

h(t) = a tn

in cui i parametri a e n dipendono dallo specifico tempo di ritorno considerato.

Per determinare tali parametri sono state utilizzate le serie storiche delle precipitazioni intense riportate negli Annali Idrologici del Servizio Idrografico e Mareografico Italiano (Parte I, tabella III) relative ai massimi annuali delle precipitazioni della durata di 1, 3, 6, 12, 24 ore consecutive. L’intervallo di durata tra 1 e 24 ore rappresenta il campo entro cui sono da ricercare le durate critiche per la maggior parte dei corsi d'acqua per i quali la stima della portata di piena può essere effettuata tramite l’utilizzo delle linee segnalatrici di probabilità pluviometrica.

La stima delle curve di probabilità pluviometrica nella stazioni di misura è stata effettuata sfruttando la legge del valore estremo del primo tipo (EV1 o di Gumbel), sulla base delle serie storiche dei massimi annuali delle altezze di precipitazione per le durate considerate, definendo i parametri a ed n per i tempi di ritorno di 20, 100, 200 e 500 anni.

I valori indicati costituiscono riferimento per le esigenze connesse studi e progettazioni che, per dimensioni e importanza, non possano svolgere direttamente valutazioni idrologiche più approfondite a scala locale.

Per il presente lavoro sono inizialmente stati considerati i valori riportati dalla sudetta Direttiva, relativi alla stazione pluviografica di Moncalvo e Cocconato (tabella 6); in seguito, utilizzando i dati regionalizzati dell’Autorità di Bacino su una griglia di 2 kilometri di lato, sono stati ricavati tramite interpolazione, i parametri a ed n per diversi tempi di ritorno riferiti alle varie chiusure del bacino del Rio Colobrio (tabella 7)

(10)

TR = 20 anni TR = 50 anni TR = 100 anni TR = 200 anni TR = 500 anni

a n a n a n a n a n

0RQFDOYR          

&RFFRQDWR          

Tabella 6: Parametri “a” ed “n” per assegnati tempi di ritorno (fonte:Direttiva piene di progetto).

TR = 20 anni TR = 50 anni TR = 100 anni TR = 200 anni TR = 500 anni

a n a n a n a n a n

Colobrio 1 40.88 0.333 48.41 0.330 54.05 0.329 59.68 0.328 67.10 0.326 Colobrio 2 40.21 0.338 47.60 0.336 53.14 0.335 58.66 0.334 65.94 0.332 Colobrio 3 38.74 0.349 45.81 0.348 51.10 0.347 56.39 0.346 63.35 0.345 Colobrio 4 39.11 0.343 46.24 0.342 51.57 0.341 56.90 0.339 63.92 0.338 Colobrio 5 39.48 0.340 46.68 0.338 52.07 0.337 57.45 0.335 64.54 0.334

Tabella 7: Parametri “a” ed “n” interpolati dai dati regionalizzati dell’Autorità di Bacino, riferiti alle varie sezioni di chiusura del bacino del Rio Menga/Colobrio.

Sulla base del tempo di corrivazione determinato in precedenza, è stata calcolata, per ciascun tempo di ritorno, l’altezza di precipitazione “critica” corrispondente alla pioggia di durata pari al tempo di corrivazione. Tali valori sono stati riportati in Tab. 8.

Colobrio 1 Colobrio 2 Colobrio 3 Colobrio 4 Colobrio 5 (altezza in mm) (altezza in mm) (altezza in mm) (altezza in mm) (altezza in mm)

TR = 20 anni 57.9 59.7 62.5 66.0 69.3

TR = 50 anni 68.3 70.5 73.7 77.8 81.6

TR = 100 anni 76.2 78.6 82.2 86.6 90.9

TR = 200 anni 84.0 86.7 90.5 95.4 100.0

TR = 500 anni 94.3 97.3 101.5 106.9 112.1

Tabella 8: Altezze di precipitazione critica (in mm).

(11)

5 Parametri utilizzati nello Studio IRES

Lo studio dell’IRES sul piano di sistemazione idrogeologica del bacino della Stura del Monferrato ha analizzato in dettaglio gli apporti di tutti i bacini tributari dello Stura; i metodi ed i parametri utilizzati, nonché i valori di portata valutati per la sezione di Madonnina in comune di Serralunga di Crea sono riassunti nel seguente prospetto:

Formula di calcolo delle portate di massima piena: Giandotti-Visentini Coefficiente di deflusso: 0,6

Parametro ψ: 4,34,34,34,3 (come da grafico di Visentini) Parametro λ: 3: 3: 3: 3

Precipitazione critica (TR100) Portata (TR100) Rio Colobrio

Sez. Madonnina 110 mm 159 mc/s

(12)

6 METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DEI DEFLUSSI DEL BACINO.

In assenza di stazioni di misura dirette di tale portata, è stato necessario adottare dei procedimenti indiretti che, partendo dalla valutazione degli afflussi, attraverso l’uso di formule empiriche, consentono di determinare i relativi deflussi caratteristici del bacino in esame.

Nel caso in esame, sono stati confrontati i valori di portata forniti dal metodo cinematico o razionale basato sulle caratteristiche fisiografiche del bacino, sul suo tempo di corrivazione, sulla natura litologica dei terreni e sulle caratteristiche pluviometriche.

I tempi di corrivazione sono stati calcolati in precedenza.

Formula del metodo razionale

γ·h·S

Q = --- 3,6·Tc in cui:

γ = coefficiente di deflusso (0,78-0,80)

h = altezza ragguagliata (pari all’altezza di precipitazione relativa al tempo di corrivazione, per assegnato tempo di ritorno)

S = superficie del bacino Tc = tempo di corrivazione

Pertanto, le portate ottenute con il metodo sopracitato ed utilizzando le piogge calcolate, sono risultate le seguenti (per i vari tempi di ritorno):

RIO MENGA/COLOBRIO TR=20 TR=50 TR=100 TR=200 TR=500

Colobrio 1 33 34 36 38 40

Colobrio 2 51 53 55 58 61

Colobrio 3 85 87 91 96 101

Colobrio 4 110 113 119 125 131

Colobrio 5 138 142 148 156 164

Tabella 9: Portate (in m3/s) del Rio Menga/Colobrio alle sezioni considerate

(13)

7 IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO DI SIMULAZIONE IN MOTO PERMANENTE

7.1 Procedimento di analisi

La determinazione del profilo di moto permanente nel tratto d’alveo in esame è stata condotta mediante l’uso dello specifico codice di calcolo HEC - RAS (U.S. Army Corps of Engineers - Hydrologic Engineering Center; versione 3.0 ).

La procedura utilizzata dal codice citato è basata sulla risoluzione dell’equazione del moto delle correnti a pelo libero nella schematizzazione monodimensionale. Il calcolo delle perdite di carico è effettuato mediante l’equazione di Manning. Nella letteratura anglosassone la procedura in questione è indicata come Standard Step Method.

Figura 1: rappresentazione dei termini delle equazioni del codice di calcolo

Le equazioni fondamentali su cui essa si basa sono le seguenti:

Y2 + Z2 + α2 V2 2

/ 2g = Y1 + Z1 + α1 V1 2

/ 2g + he

he = L Sf + C | α2V2 2 / 2g - α1 V1 2 / 2g | dove (con riferimento alla Fig. 1):

Y1 , Y2 = profondità della corrente nelle sezioni agli estremi del tratto

(14)

Z1 , Z2 = quote del punto più basso del fondo alveo nelle sezioni agli estremi del tratto V1, V2 = velocità medie (rapporto portata / sezione bagnata)

α1, α2 = coefficienti di ragguaglio dell’energia cinetica g = accelerazione di gravità

he = perdita di carico

L = lunghezza del tratto (corretta secondo la distribuzione delle portate) Sc = cadente del carico totale

C = coefficiente di perdita per contrazione - espansione.

Il calcolo è eseguito iterativamente a partire da una condizione al contorno (all’estremo di monte o di valle del tronco fluviale); la soluzione si propaga alla sezione successiva dopo aver bilanciato il carico fra due sezioni contigue con uno scarto assegnato, che nel caso in esame è stato posto inferiore a 5 centimetri.

Per i dettagli computazionali si rimanda alla documentazione del codice di calcolo (U.S. Army Corps of Engineers - Hydrologic Engineering Center: HEC-RAS River Analysis System, HYDRAULIC REFERENCE MANUAL; Version 3.0).

L’applicazione della procedura per la determinazione del profilo di moto permanente associato alle portate di progetto richiede di disporre dei seguenti dati fondamentali, necessari per una corretta modellazione del corso d’acqua:

− descrizione geometrica completa del tronco fluviale: deve essere costituita dalla rappresentazione geometrica delle sezioni trasversali e dal loro posizionamento plani - altimetrico;

− definizione del tipo di corrente (lenta o veloce) nel tronco;

− condizioni al contorno di valle o di monte, rispettivamente per correnti lente o veloci;

− caratterizzazione della resistenza dell’alveo mediante la definizione del coefficiente di scabrezza n (secondo Manning) e dei coefficienti di contrazione Cc e di espansione Ce;

− definizione geometrica ed idraulica di eventuali singolarità presenti in alveo (ponti, confluenze, salti di fondo, etc.).

7.2 Dati di input del modello di simulazione

Il tratto studiato è stato descritto sulla base del rilievo di 12 sezioni topografiche dell’asse vallivo con stazione totale; tali sezioni sono state opportunamente integrate tramite rilievi diretti per i particolari di importanza idraulica e tramite interpolazione automatica di sezioni intermedie di supporto.

Per quanto riguarda il tipo di corrente, sulla base delle caratteristiche di pendenza del fondo, è stata attribuita una tipologia di corrente mista (variabile da lenta o subcritica a veloce o supercritica).

Agli estremi di monte e di valle del tratto oggetto di studio la condizione al contorno è rappresentata dalla transizione attraverso la profondità critica.

(15)

Per la caratterizzazione della scabrezza dell’alveo e delle aree circostanti, da esprimere in termini del coefficiente n di Manning (in m-1/3⋅⋅⋅⋅s), si è fatto ricorso ai valori riportati in varie tabelle disponibili sia nel manuale di riferimento prima citato, sia in altra documentazione bibliografica.

Per le sezioni d’alveo i valori di tale parametro sono stati imposti, in genere, pari a 0.035 (valore valido per corsi d’acqua naturali piuttosto regolari, con pochi ciottoli, ghiaia e vegetazione variabile, con talora zone di ristagno); per i tratti d’alveo in corrispondenza ai quali sono stati effettuati interventi di regolarizzazione, finalizzati alla rimozione dei ciottoli e delle zone di ristagno, è stato scelto un valore del coefficiente di Manning pari a 0.030; per le aree esterne all’alveo, interessabili dal flusso idrico, sono stati posti valori di 0.040, che caratterizzano aree verdi, con coltivazioni cerealicole o pascoli, sparsi cespugli e tratti di vegetazione rada ad alto fusto; in corrispondenza dei ponti il coefficiente “n” è stato imposto uguale a 0,030; nel caso della presenza di una soglia di fondo si è scelto per tale parametro un valore di 0.017 (calcestruzzo), mentre nel caso di tratti intubati un valore di 0.025 (valore valido per superfici metalliche ondulate).

Per quanto riguarda invece i coefficienti di espansione e contrazione, il loro valore è stato attribuito caso per caso in funzione delle caratteristiche della coppia di sezioni contigue, rispettivamente nel campo 0.1 / 0.6 per Cc e 0.3 / 0.8 per Ce , con valori tanto più elevati dei coefficienti quanto più brusche sono le variazioni di forma e dimensioni delle sezioni.

7.3 Sintesi dei risultati

Applicando la metodologia illustrata nel paragrafo precedente è stata effettuata la simulazione, in moto permanente, del deflusso nel tratto esaminato.

I risultati dei calcoli sono riportati in Appendice 1 (tabella riassuntiva dei profili longitudinali per la portata di progetto e relazione di calcolo dettagliata), dove sono riportati gli elaborati grafici di output del modello, che consentono di descrivere il comportamento del Rio Menga/Colobrio nelle condizioni ipotizzate.

In comune di Serralunga di Crea le verifiche effettuate evidenziano che il tratto del Rio Colobrio posto a monte dell’abitato di Madonnina è caratterizzato da alcune situazioni di criticità: in corrispondenza alle sezioni idrauliche 12 e 7 l’alveo appare insufficiente già per le portate relative al TR50, come anche l’attraversamento della strada per Castellazzo (sez.10) e l’attraversamento localizzato presso la Tenuta Guazzauro (sez. 9). In tali situazioni si verificano esondazioni su entrambe le sponde con altezze idrometriche di poco inferiori al metro nei settori più prossimi all’alveo del Colobrio.

Per quanto riguarda l’abitato di Madonnina, il ponte stradale (sez. 5.25), caratterizzato da una sezione insufficiente, causa estesi fenomeni di rigurgito a monte che producono esondazioni che interessano vasti settori di fondovalle; in corrispondenza a queste ultime il modello individua per il profilo del TR 200 tiranti idrici che possono essere, in corrispondenza della sponda sinistra dell’alveo, superiori a 1,5 metri.

(16)

A valle del Ponte di Madonnina, invece, il netto aumento della velocità della corrente e il conseguente incremento della capacità di smaltimento del corso d’acqua, esclude la possibilità che si generino fenomeni fuori alveo.

L’estensione della fascia potenzialmente inondabile per i vari tempi di ritorno come ricavata da modello è riportata in Figura 2; tali risultati interpolati e valutati considerando le caratteristiche morfologiche dell’area di fondovalle, nonché l’esondabilità storica, hanno consentito di ottenere le aree da sottoporre ai vincoli restrittivi di cui alla tavola 6.

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Appendice 1

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