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DESCRIZIONE DEL GRUPPO

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Academic year: 2022

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“Solo se riusciamo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.”

Tiziano Terzani

DESCRIZIONE DEL GRUPPO

La sezione Glicine si compone di 34 bambini di età compresa fra i 24 e i 36 mesi, diciannove dei quali provenienti dalla sezione Margherita, gli altri hanno cominciato a frequentare il nido durante questo anno educativo.

Sono suddivisi in cinque gruppi, ciascuno dei quali facente riferimento ad una educatrice:

Vittoria, Amelia, Daniel, Maria, Guido, Anis e Lorenzo con l’educatrice Ambra;

Zaccaria, Zoe, Romeo, Roan, Liam, David e Ambra con l’educatrice Chiara;

Chiara, Alissa, Alex, Enhui, Aurora, Luis e Abdsalam con l’educatrice Daria;

Gaia, Chiara, Rudi, Dionis, Elisa, Mathias con l’educatrice Donatella;

Nathan, Sophia, Emily, Enea, Nicolò, Teodoro e Bianca con l’educatrice Laura.

PREMESSA

Quando ci accingiamo a redigere il progetto dell’anno educativo in corso, sappiamo di lavorare nel massimo rispetto e cercando di aderire il più possibile alle caratteristiche del gruppo di bambini con cui ci troviamo a condividere ogni giorno spazi, esperienze, emozioni.

Una prima informazione sui bambini che abbiamo in sezione ci arriva dai loro nomi: Enhui, Alissa, Dionis, Roan e molti altri nomi ‘stranieri’… quest’anno molti dei nostri piccoli hanno una nazionalità diversa da quella italiana. Noi crediamo che tutti i bambini e gli adulti abbiano il diritto di svilupparsi e di crescere in un contesto dove ci siano parità e rispetto per la diversità, libero da ogni forma di discriminazione dovuta alla razza o al colore della pelle, ma anche al sesso, o alla disabilità.

Ma cos’è la diversità? La diversità è una condizione che esiste a partire dalla scissione da un legame. Ogni essere umano si sviluppa a partire da un rapporto “fusionale”, quello con la madre, ma nel momento in cui il suo corpo assume un’identità autonoma, si scinde cioè dal legame materno, allora esiste come entità distinta, diversa seppure simile. In questa accezione la differenza è una condizione che riguarda tutti, è uno stato dell’essere nel quale tutti transitano per poi progressivamente formarsi un’identità, la propria.

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Partire da questa prospettiva ci aiuta a comprendere il paradigma comune che ci lega al nostro prossimo; tutta la specie umana ha sperimentato e sperimenta questa indifferenziazione e la conseguente e necessaria perdita che fa da base alla definizione della propria identità autonoma.

L’antropologia ci aiuta poi a fare una riflessione sulle differenze culturali: la cultura è quell’insieme che include conoscenze, credenze, costume, abitudini acquisite dall’uomo come membro di una società.

Anche in questa prospettiva, la differenza si inscrive in presupposti di forte uguaglianza: ciascun individuo in qualsiasi parte del pianeta si trovi si identifica in un gruppo umano capace di produrre cultura e di viverla attraverso il colore della propria pelle, delle propria etnia e del proprio idioma.

Come si pone il nido di fronte alle differenze? Chi si occupa di bambini e di educazione ha, oggi più che mai, il dovere di farsi facilitatore delle relazioni; occorre favorire lo spazio dell’incontro facilitando il dialogo con chi è portatore di culture altre, con l’attenzione di avvicinare discretamente e non in modo invasivo l’altro, sforzandosi di comunicare adottando modalità rispettose della differenza culturale.

E allora è stato necessario trovare un terreno che fosse comune a tutti gli abitanti della sezione, che permettesse di “leggere” la mappa di relazioni che si snodano durante la giornata. Ci siamo concentrate sul fatto che molti studiosi concordano nel sostenere l’universalità della comunicazione espressiva delle emozioni. Molte espressioni facciali sono presenti in tutto il mondo, in ogni razza e cultura umana. Già Darwin sosteneva che le espressioni di rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa, gioia, paura, interesse sono universali. Il carattere innato delle espressioni è dato dalla “presenza di queste ultime in soggetti che non hanno avuto la possibilità di apprenderle: i bambini molto piccoli, ciechi o sordomuti dalla nascita”.

Le emozioni, quindi sono innate, come dimostrano diversi studi che hanno analizzato le espressioni del volto dei neonati. Anche i bambini molto piccoli, seppur inconsapevolmente, provano dolore , rabbia e disgusto. Possiamo renderci conto di come i neonati si aggrappino e si leghino emotivamente a coloro che li proteggono e soltanto quando si sentono abbastanza sicuri si lascino coinvolgere da altre emozioni come l’interesse e la gioia. Le prime figure con cui il bambino entra in contatto, solitamente i genitori, sono fondamentali per poter comprendere la differenza tra il mondo esterno e quello interiore, aiutandoli così a costruire un modello di rapporto con gli altri. Gli adulti spesso riescono a percepire e manifestare solo pochi sentimenti, perché alcuni per cultura sono approvati e incoraggiati, come la gioia, mentre altri considerati negativi, come la paura e la rabbia, sono da nascondere e da temere. Al contrario, tutte le emozioni hanno la stessa importanza e non sono né positive né negative, adatte al genere femminile piuttosto che al genere maschile. E’ infatti fondamentale aiutare il bambino a riconoscerle e ad esprimerle.

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Con l’accresciuta complessità delle competenze cognitive e grazie alle esperienze di socializzazione, compaiono nel repertorio emotivo le emozioni sociali e di coscienza di sé che includono l’empatia, l’orgoglio, il senso di colpa, la vergogna, l’imbarazzo l’invidia, il disprezzo.

Per sperimentarle è necessario che il bambino abbia sviluppato una certa capacità di comprendere i principi e le regole delle norme sociali. A proposito dell’empatia, per esempio, durante il secondo e terzo anno di vita i bambini non solo osservano un compagno piangere, ma intervengono attivamente per consolarlo; e così come mostrano atteggiamenti positivi, esibiscono anche comportamenti finalizzati a ferire.

La comunicazione che mette in atto il bambino nei primi anni di vita, dunque, è prevalentemente emotiva e ha la funzione di trasmettere informazioni, di condividere vissuti. Tanto elevata sarà la disponibilità di affetti che l’adulto offre, tanto maggiore sarà l’equilibrio delle pulsioni affettive che definiscono l’emotività del bambino. Un progetto che parla delle emozioni, che permetta la loro sperimentazione e il loro riconoscimento, sarà funzionale alla riscoperta dell’importanza che esse assumono nella vita di ciascuno dei nostri bambini, siano essi maschi o femmine, italiani o stranieri.

E a proposito di comunicazione, siamo tutti d’accordo nel riconoscere che comunicare è un bisogno e una priorità per ogni persona, è un fondamentale diritto umano. Tutti hanno il diritto di influenzare mediante la comunicazione le condizioni della propria vita. E’ per questo che nei nostri nidi abbiamo iniziato ad usare la CAA, comunicazione aumentativa alternativa, un insieme di tecniche e strategie che facilitano e aumentano la comunicazione di coloro che hanno difficoltà ad usare il linguaggio orale. Questo ausilio si rende particolarmente utile in bambini così piccoli perché li aiuta ad espandere le loro capacità di relazionarsi con gli altri, attraverso l’uso di foto, nel nostro caso, che verranno apposte in sezione. Serviranno ad identificare i giochi e le stanze dove durante la mattina ci spostiamo, rendendo più leggibile per ciascun bambino il tipo di proposta e le routine che via via si alternano nel corso della giornata in sezione.

OBIETTIVI

Incrementare le capacita espressive

Rafforzare la fiducia in sé e la consapevolezza delle emozioni Valorizzare l’affettività tra bambini e tra adulto-bambino

Favorire il superamento dei conflitti e dei comportamenti aggressiva Ridurre le esperienze di solitudine e ansia nel gruppo

Favorire l’espressione di sensazioni e sentimenti

Permettere di manifestare ai bambini in varie situazioni le proprie emozioni Favorire le prime regole di base

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Sviluppare la libera espressione delle emozioni e il riconoscimento di quelle altrui Maturare un senso di appartenenza al gruppo.

ATTIVITA’

Le emozioni che prenderemo in esame più nello specifico sono quattro: gioia, rabbia, tristezza e paura. Tutte queste emozioni sono naturali, anche se alcune non sono viste di buon occhio dalla nostra cultura, come la rabbia o la paura. I bambini ne fanno esperienza ogni giorno, e negandone l’esistenza o reprimendole, non permettiamo loro di sviluppare adeguati strumenti per gestirle.

-Lettura di libri : abbiamo arricchito l’angolo dei libri con nuove letture sulle emozioni. I libri utilizzati saranno: “Il colore delle emozioni”, “Che rabbia”, “Lacrime che volano via”, “Quando avevo paura del buio”, “Chi è il più forte”, “Il litigio”… oltre a tutti quelli già presenti in sezione.

-drammatizzazione: l’uso di burattini o travestimenti permetteranno di volta in volta di trasformarsi in lupo, cappuccetto rosso, strega aiutando i bambini a padroneggiare e rendere oggettive le emozioni;

-Kamishibai- il teatro giapponese: un supporto in legno sul quale fare scorrere le storie.

Inventeremo una nostra storia sulle emozioni, da far scorrere;

-scatole delle emozioni: costruiremo delle scatole, una per ciascuna emozione, in cui i bambini potranno soffiare dentro la loro emozione per sentirla sgonfiare e poterla rinchiudere;

-per il riconoscimento della mimica facciale delle emozioni utilizzeremo il disegno di una faccia alla quale far cambiare espressione mediante l’utilizzo di fermacampioni;

-il percorso dei colori: ad ogni emozione è abbinato un colore. La rabbia è rossa, la paura è nera, la tristezza è blu, la gioia è gialla. Utilizzo della tempera, dell’acquarello, degli impasti alimentari colorati per esprimere le emozioni;

-utilizzo di quadri e illustrazioni di artisti famosi da mostrare ai bambini per riconoscere, nominare e rappresentare le emozioni;

-ascolto di vari generi musicali che favoriscano lo scambio di effusioni, scoppi di gioia, balli, ma anche di fare esperienza con la paura e la tristezza;

-le feste saranno l’occasione per riconoscere emozioni come la gioia del Natale, l’interesse per l’attesa di Babbo Natale, la paura del lupo nel travestimento di Carnevale, la condivisione e l’empatia dei compleanni ecc.

LABORATORI CON I GENITORI

Sono previsti due laboratori con i genitori: uno che vedrà impegnati gli adulti nella sperimentazione di una esperienza a contatto con le emozioni, alla pari di quello che fanno i bambini in sezione la

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mattina; l’altro si effettuerà alla fine dell’anno e coinvolgerà l’intero gruppo dei genitori e dei bambini insieme.

VERIFICHE

Documentazione delle attività mediante foto inserita nel diario di sezione Diario personale del bambino che documenta il percorso dell’anno educativo

Foto da proiettare alla fine del percorso con la documentazione delle attività proposte durante l’anno

La verifica del lavoro proposto ai bambini viene fatta mensilmente, in un incontro fra le educatrici di sezione, valutando l’andamento dell’attività didattica e ricalibrando l’intervento educativo se necessario.

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