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REGIONE SICILIA PROVINCIA DI PALERMO COMUNE DI PALERMO

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COMMITTENTE

RELAZIONE TECNICA

avvio di un impianto di trattamento di rifiuti inerti per attività R13-R5 ed R10 COMUNE DI PALERMO

Richiesta di rinnovo attività estrattiva, progetto di recupero ambientale con utilizzo rifiuti ed avvio di un impianto di trattamento di rifiuti inerti per attività R13-R5 ed R10. Richiesta esperimento della procedura di verifica di esclusione alla VIA ai sensi dell’art. 20 del D.L.vo

152/2006 e ss.mm.ii. e contestuale procedura di VINCA

IL TECNICO

Palermo, maggio 2018

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SESA SRL c.da Serafinello

Via San Martino delle Scale

1

COMUNE DI PALERMO

RELAZIONE TECNICA

AI SENSI DEGLI ARTICOLI 20 e 23 DEL D.L.GS 152/06 e ss.mm.ii.

richiesta di rinnovo attività estrattiva, progetto di recupero ambientale con utilizzo rifiuti ed avvio di un impianto di

trattamento di rifiuti inerti per attività R13-R5 ed R10.

Richiesta esperimento della procedura di verifica di esclusione alla VIA ai sensi dell’art. 20 del D.L.vo 152/2006

e ss.mm.ii. e contestuale procedura di VINCA

Relazione:Attivita’ recupero rifiuti inerti R5-R10-R13 D.L.vo 152/2006

DITTA: S.E.S.A. SRL

IMPIANTO: C.DA SERAFINELLO – VIA SAN MARTINO DELLE SCALE S.N.C

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SESA SRL c.da Serafinello

Via San Martino delle Scale

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RELAZIONE TECNICA

Attivita’ recupero rifiuti inerti R5-R10-R13 D.L.vo 152/2006

PREMESSA

La Ditta SESA S.r.l. ha prodotto al Comune di Palermo e a tutti gli Enti interessati istanza per l’approvazione del progetto di recupero ambientale con utilizzo rifiuti allegando la documentazione richiesta per la VINCA, poiché l’attività ricade in area vincolata,.

Su tale verifica di VINCA sono stati acquisiti i seguenti pareri e/o Nulla Osta per l’attività di recupero ambientale con utilizzo di rifiuti rilasciati dagli Enti Gestori dei vincoli a cui l’area è subordinata:

a) Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente (nota prot. 54899 del 26-7-2017), che si allega in copia

b) Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Palermo (nota prot 3586 del 13-6-2017), che si allega in copia

c) Ispettorato Ripartimentale delle Foreste (nota prot 95158 del 11-8-2017), che si allega in copia

d) Lo stesso Comune di ed in particolare il responsabile dell’Area del Verde e della Vivibilità Urbana con nota prot. 1404721 del 4-10-2017 ha espresso il suo parere favorevole, che si allega in copia

Con PEC avente prot. N. 1733322 del 08/11/2017 del Comune di Palermo, Area della Pianificazione del Territorio Commissione Tecnica Comunale per la Valutazione di Incidenza Ambientale di Via Ausonia 69 che si allega in copia, l’Ufficio comunale ha comunicato la non competenza ad esprimersi sul progetto de quo nonchè la conclusione del procedimento demandando al Dipartimento Regionale Ambiente dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente l’adozione del relativo provvedimento.

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3 In considerazione del fatto che i termini autorizzativi relativi dell’attività di estrazione del giacimento sono prossimi alla data di scadenza la Ditta, ha rielaborato la documentazione per l’esclusione della VIA, in quanto l’attività rientra tra quelle indicate al punto 8 lettera z.b) dell’ ALLEGATO IV (Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano) della Parte II del D.L.vo 152/2006: i) cave e torbiere.

Inoltre, ha ritenuto di chiedere l’esclusione della VIA anche per l’attività di recupero di rifiuti inerti in procedura semplificata per le seguenti attività di trattamento R5-R10-R13, posto che intende lavorare fino a 100 ton/giorno in attività di recupero R5, che rientra tra quelle indicate al punto 7 lettera z.b) dell’ ALLEGATO IV (Progetti sottoposti alla Verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano) della Parte II del D.L.vo 152/2006:

z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9.

Poiché su sito insistono dei vincoli di natura ambientale tali che occorre anche produrre la VINCA, con la presente documentazione integrativa si sta producendo la richiesta di rinnovo attività estrattiva, progetto di recupero ambientale con utilizzo rifiuti ed avvio di un impianto di trattamento di rifiuti inerti per attività R13-R5 ed R10. Richiesta esperimento della procedura di verifica di esclusione alla VIA ai sensi dell’art. 20 del D.L.vo 152/2006 e ss.mm.ii. e contestuale procedura di VINCA.

In particolare la presente relazione tecnica è stata redatta a completamento della richiesta di VINCA avanzata dalla Ditta per l’attività di recupero ambientale della cava esercita dalla Ditta SESA S.r.l. in C/da Serafinello in Via San Martino delle Scale s.n.c., per lo svolgimento delle operazioni di recupero rifiuti, per le tipologie di rifiuto speciali non pericolosi sotto indicate

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4 TAB. 1

Tipologia Codice CER Attività di recupero

All.1 D.M. 5.2.98 Quantità (t/anno) D.M. 186/06 7.1 [101311] [170101] [170102] [170103]

[170802] [170107] [170904] [200301]

R13

R5 punto 7.1.3 a)

a) 120.000 7.2 [010410] [010413] [010399] [010408] R13

R5 Punto 7.2.3 d) d) 22000

7.6 [170302] [200301] R13

R5 punto 7.6.3 b) b) 85.000

7.31bis [170504] R13

R10 c) 150.000

7.1 Tipologia: rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali, purché privi di amianto [101311] [170101] [170102] [170103] [170802] [170107] [170904] [200301].

7.1.1 Provenienza: attività di demolizione, frantumazione e costruzione; selezione da RSU e/o RAU; manutenzione reti; attività di produzione di lastre e manufatti in fibrocemento.

7.1.2 Caratteristiche del rifiuto: materiale inerte, laterizio e ceramica cotta anche con presenza di frazioni metalliche, legno, plastica, carta e isolanti escluso amianto.

7.1.3 Attività di recupero:

a) messa in riserva di rifiuti inerti [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l'edilizia, mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate per l'ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata, con eluato del test di cessione conforme a quanto previsto in allegato 3 al presente decreto [R5];

7.1.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: materie prime secondarie per l'edilizia con caratteristiche conformi all'allegato C della circolare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205

7.2 Tipologia: rifiuti di rocce da cave autorizzate [010410] [010413] [010399] [010408].

7.2.1 Provenienza: attività di lavorazione dei materiali lapidei.

7.2.2 Caratteristiche del rifiuto: materiale inerte in pezzatura e forma varia, comprese le polveri.

7.2.3 Attività di recupero

d) ove necessario frantumazione; macinazione, vagliatura; eventuale omogeneizzazione e integrazione con materia prima inerte, anche nell'industria lapidea [R5];

7.2.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: a) cemento nelle forme usualmente commercializzate; b) e c) conglomerati cementizi e bituminosi e malte ardesiache.

7.6 Tipologia: conglomerato bituminoso, frammenti di piattelli per il tiro al volo [170302] [200301].

7.6.1 Provenienza: attività di scarifica del manto stradale mediante fresatura a freddo; campi di tiro al volo. 7.6.2 Caratteristiche del rifiuto: rifiuto solido costituito da bitume ed inerti.

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5 7.6.3 Attività di recupero:

b) realizzazione di rilevati e sottofondi stradali (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R5]

7.31-bis Tipologia: terre e rocce di scavo [170504].

7.31-bis.1 Provenienza: attività di scavo.

7.31-bis.2 Caratteristiche del rifiuto: materiale inerte vario costituito da terra con presenza di ciottoli, sabbia, ghiaia, trovanti, anche di origine antropica.

7.31-bis.3 Attività di recupero:

b) utilizzo per recuperi ambientali (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R10].

La Ditta S.E.S.A. srl iscritta alla Camera di Commercio di Palermo,ha intenzione di svolgere l’attività di gestione rifiuti speciali non pericolosi di cui alla tabella 1 sopra indicata all’interno dell’area ubicata in via San Martino delle Scale s.n.c. località “C.da Serafinello”, identificata al Foglio di mappa n.46 particelle 16, 17, 21,27 e 29 (tutte in parte) e particelle n.1686 e 234 del Foglio n.47 NCT di Palermo ove la Ditta già esercita l’attività di estrazione di materiale lapideo in forza dell’Autorizzazione n. 01/04-57 R1 PA del 20/01/2004 rilasciata dal Distretto Minerario di Palermo. Si allegano, inoltre, D.R.S. n. 1134 del 20.10.2003 rilasciato dal A.R.T.A. Sicilia Dipartimento Territorio ed Ambiente - Servizio Valutazione Impatto Ambientale (allegato 3) e N.O.

rilasciato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali prot. N. 1467/N del 03.03.2003 (allegato 4)

Inoltre la Ditta è in possesso di autorizzazione alle emissioni gassose in atmosfera (emissioni diffuse) rilasciata dall’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente con D.A. n°520/17 del 05.09.1996; in data 30.12.2011 la ditta ha presentato istanza di Rinnovo all’autorizzazione alle emissioni gassose in atmosfera ai sensi dell’art. 281 del D.L.gs 152/06 e ss.mm.ii.

E’ il caso di ricordare che l’art. 269 del D.L.gs 152/06 comma 8 stabilisce che il cambio qualitativo delle materie prime con cui si alimenta un impianto le cui emissioni sono state autorizzate, sono da considerare delle modifiche sostanziali. L’attivazione di queste modifiche sostanziali sono disciplinate dal comma 2 dell’art. 269, per cui esse prima di essere attivate devono essere sottoposte ad autorizzazione preventiva. Il comma 6 dell’art. 216 del D.L.gs 152/06 stabilisce che le attività di recupero che vengono svolte utilizzando impianti le cui emissioni sono già state

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6 autorizzate, allorquando dovessero determinare delle modifiche delle emissioni gassose non solo qualitative ma anche quantitative non necessitano dell’autorizzazione ex art. 269 per autorizzare le modifiche sostanziali dell’impianto; in quanto l’iscrizione presso l’Albo Provinciale delle ditte autorizzate a svolgere l’attività di recupero assorbe anche l’autorizzazione a tale modifica.

Dal punto di vista urbanistico l’area ove viene attualmente effettuata l’attività estrattiva ricade in verde agricolo, ma si vuole ricordare come l’attività di gestione rifiuti che la Ditta vuole avviare all’interno dello stesso stabilimento deve essere considerata quale attività di complemento e pertanto non necessita allo stato attuale di alcun cambio relativo alla destinazione urbanistica del sito.

La presente relazione, è stata redatta al fine di comunicare, così come previsto dalla normativa vigente, le seguenti informazioni:

1) le quantità massime impiegabili;

2) la provenienza, i tipi e le caratteristiche dei rifiuti utilizzabili nonché le condizioni specifiche alle quali le attività medesime sono sottoposte alla normativa vigente

3) le prescrizioni tecniche da mettere in atto per assicurare che, in relazione ai tipi e alle quantità dei rifiuti ed ai metodi di recupero, i rifiuti stessi siano recuperati senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero creare pregiudizio per l’ambiente.

Si rappresenta che la Ditta oltre alla presente richiesta di autorizzazione al recupero dei rifiuti speciali non pericolosi dovrà presentare all’autorità competente (Città Metropolitana di Palermo tramite il SUAP di Palermo) anche richiesta di autorizzazione allo scarico dei reflui, e la valutazione di impatto acustico nell’ambito di un procedimento A.U.A. ai sensi del DPR 59/2013.Si rappresenta che il ciclo di lavorazione non prevede l’utilizzo di acque; infatti anche le acque meteoriche di prima pioggia verranno raccolte, decantate e utilizzate per alimentare gli irrigatori a pioggia per il contenimento delle emissioni polverulente diffuse; le acque di seconda pioggia seguiranno naturalmente le linee di pendio naturale. Pertanto gli unici scarichi sono quelli dovuti ai reflui civili.

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7 1. UBICAZIONE DEL SITO

L’impianto le cui coordinate geografiche vengono di seguito riportate 38°06’25” N e 13°17’09” E, resta ubicato nel territorio del Comune di Palermo in C.da Serafinello lungo la Via San Martino delle Scale s.n.c.; Foglio n° 249 II. N.O. “Torretta”.

Dal punto di vista catastale l’intera area resta identificata al Foglio di mappa n.46 particelle 16, 17, 21,27 e 29 (tutte in parte) e particelle n.1686 e 234 del Foglio n.47 NCT di Palermo.

La zona dello stabilimento destinata al recupero dei rifiuti speciali non pericolosi si compone di un’area adibita alla ricezione dei rifiuti costituita da n° 4 piazzole per la fase di messa in riserva (una piazzola per ogni tipologia), più una piazzola per la fase di verifica ed accettazione, così come indicato nella planimetria a scala 1:200

L’area adibita all’accettazione ed alla messa in riserva è costituita piazzole separate le une dalle altre da pareti divisorie in cemento armato e pavimentazione in battuto di cemento.

Così come indicato nella allegate planimetrie, sarà presente anche un’area definita e delimitata ove stoccare i prodotti ottenuti dalla fase di recupero R5 distinti a seconda del loro riutilizzo e della loro destinazione finale così come previsto dal citato D.M. 05.02.98. Si ricorda che la fase di recupero R5 verrà effettuata lavorando più di 10 tonnellate al giorno ed in particolare si intendono lavorare fino a 100 ton/giorno.

Infine, saranno presenti n. 3 scarrabili ove stoccare i rifiuti prodotti dalla fase di cernita e di selezione che verrà effettuata prima della fase di riduzione volumetrica.

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8 2. MODALITA’ GESTIONALI DELL’ ATTIVITA’

Di seguito vengono descritte le modalità gestionali così come previsto dal D.M. 05.02.98 modificato dal 0D.M. 186/06

La prima fase del ciclo di lavorazione prevede il conferimento in impianto dei rifiuti a mezzo di camion autorizzati al loro trasporto. Quindi si procede alla verifica documentale, cioè si accerta che il previsto formulario di identificazione (F.I.R.) sia compilato in maniera corretta in ogni sua parte e che rispetti quanto riportato sul test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo indicato nell’allegato 3 del D.M. 186/06.

I rifiuti, dopo aver superato la fase di verifica e pesatura su bilico, verranno scaricati nella piazzola di accettazione per verificare anche visivamente l’omogeneità e la totale corrispondenza tra quanto indicato sul formulario ed il carico, avendo cura di allontanare il materiale estraneo, cioè il materiale non conforme alle specifiche tecniche ed autorizzative previste.

Solamente dopo aver superato tale fase, i rifiuti, verranno collocati all’interno della piazzola adibita alla fase di messa in riserva [R13]. Quindi, dopo la messa in riserva, i rifiuti, a seconda della attività di recupero prevista e autorizzata, verranno alimentati all’impianto di frantumazione e vagliatura.

La seconda fase del ciclo di lavorazione prevede il recupero R5 dei rifiuti, così come già detto precedentemente la Ditta prevede di recuperare, cioè di effettuare la fase di riduzione volumetrica e vagliatura solamente per un quantitativo giornaliero di 100 tonnellate.

Terza Fase: I materiali così ottenuti, non più ascrivibili con il termine rifiuti, verranno stoccati in una apposita area così come indicato nella allegata planimetria per essere successivamente commercializzati. I suddetti cumuli resteranno distinti a seconda del loro riutilizzo e della loro destinazione finale così come previsto dal citato D.M. 05.02.98; si ricorda che la fase di recupero R5 verrà effettuata per un quantitativo fino a 100 tonnellate al giorno.

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9 3. DESCRIZIONE DELLE PIAZZOLE E DELL’IMPIANTO DI FRANTUMAZIONE

Come già accennato, la Ditta effettua la fase di messa in riserva [R13] e la successiva fase di frantumazione e vagliatura [R5] per le tipologie di rifiuti speciali non pericolosi recuperabili elencati in tabella.

Per la gestione dell’attività di messa in riserva come detto precedentemente, sono presenti 6 piazzole:

La pavimentazione delle piazzole, oltre ad essere impermeabilizzata, presenteranno una debole pendenza in maniera da convogliare le acque meteoriche di prima pioggia incidenti, nelle tre vasche aventi una capacità ciascheduna di 5 mc., come indicato nelle allegate planimetrie. In tali vasche le acque verranno decantate ed avviate al riutilizzo alimentando gli irrigatori a pioggia.

Per ogni piazzola sarà presente un cartello riportante l’indicazione della tipologia e i relativi codici C.E.R.

L’impianto di frantumazione e vagliatura presenta una potenzialità lavorativa di circa 200 t/h, in funzione di 8 ore lavorative giornaliere, pertanto l’impianto è in grado di lavorare un quantitativo teorico potenziale di rifiuti pari a:

Piazzola TIPOLOGIA superficie

mq

Quantitativi giornalieri da

recuperare tonn I Piazzola di accettazione per la tip 7.31bis 150 == ==

II 7.31 bis 2.000 55

III Piazzola di accettazione per la tip 7.1-7.2-7.6 150 == ==

IV 7.1 150 20

V 7.2 150 10

VI 7.6 150 10

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10 200 t/h 8 h/giorno = 1.600 t/giorno

1.600 t/g x 300 g/anno = 480.000 t/Anno (320.000 mc )

Si ricorda che la fase di recupero R5 verrà effettuata per un quantitativo fino a 100 tonnellate al giorno per un quantitativo annuo di 100x365=36.500 ton/anno..

I materiali ottenuti dalla lavorazione dei rifiuti, in uscita dall’impianto di recupero/riciclo verranno collocati in aree ad essi dedicati e successivamente avviati alla commercializzazione in quanto trattasi di materie prime seconde e non più sottoposte alla gestione normativa dei rifiuti.

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11 4 ACCORGIMENTI MESSI IN ATTO A DIFESA DELLE COMPONENTI AMBIENTALI

5.1 EMISSIONI DIFFUSE

Come già detto la ditta è in possesso di Decreto di autorizzazione per le emissioni diffuse rilasciato in data 05.09.1996 dall’ARTA Sicilia con n° 520/17. Per quanto riguarda le possibili emissioni polverulente prodotte durante le fasi di trasporto e movimentazione e stoccaggio dei rifiuti di cui alla presente istanza, la Ditta ha previsto di convogliare, per pendenza, le acque meteoriche incidenti le piazzole da adibire alle fasi di messa in riserva in tre vasche da 5 mc ciascheduna. Le acque così decantate verranno utilizzate per alimentare gli irrigatori a pioggia per il contenimento delle possibili emissioni polverulente.

La Ditta a fine giornata lavorativa e durante le giornate particolarmente ventose, prevede di coprire i cumuli dei rifiuti presenti all’interno delle piazzole così come i cumuli dei prodotti ottenuti con teli antivento.

Gli irrigatori funzioneranno in modo ciclico ed alternato; tale ciclicità verrà garantita da un sistema di controllo che regoleranno l’avvio delle pompe in maniera da evitare la presenza di polvere. A corredo dell’impianto di irrigatori a pioggia sarà presente un conta litri e un diario ove segnare gli orari di funzionamento e i relativi consumi idrici, nonchè eventuali anomalie e periodi di non funzionamento.

Si rappresenta, infine, che le piazzole saranno dotate di chiusura laterale su tre pareti al fine di contenere al massimo le possibili emissioni diffuse.

All’interno dello stabilimento, al fine di mitigare le eventuali emissioni diffuse di polveri verranno attivate le seguenti procedure:

Ingresso/Uscita in impianto dei mezzi autorizzati al trasporto dei rifiuti

I rifiuti entrano in impianto sui camion autorizzati al loro trasporto; poiché tale movimentazione causa la produzione di polveri diffuse lungo le stradelle e nelle altre aree adibite alle lavorazioni e

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12 alla gestione dei rifiuti verranno installati gli irrigatori a pioggia che copriranno completamente le superfici di tali aree.

Stoccaggio nelle piazzole adibite alla fase di messa in riserva R13

I rifiuti dopo aver superato una prima fase di verifica amministrativa, ed una verifica visiva nella piazzola di accettazione, verranno ubicati nelle singole piazzole di messa in riserva; poiché durante tali operazioni si potranno creare polveri diffuse, così come indicato in planimetria, saranno presenti gli irrigatori a pioggia per l’abbattimento di eventuali polveri in maniera da coprire interamente le aree da adibire alle lavorazioni.

Frantumazione e vagliatura dei rifiuti durante la fase di recupero R5

I rifiuti destinati alla fase di recupero R5 verranno avviati all’impianto di frantumazione e vagliatura;

come detto precedentemente la tramoggia di carico, i nastri e tutte le parti meccaniche responsabili della produzione di polveri diffuse saranno debitamente coperte con lamierino e tubi parapolvere.

5.2 SCARICHI IDRICI

Per quanto riguarda lo scarico dei reflui provenienti dai servizi igienici la ditta contestualmente alla presente comunicazione per la gestione dei rifiuti speciali non pericolosi sta presentando istanza di autorizzazione allo scarico.

Come già descritto nei paragrafi precedenti, l’attività di gestione rifiuti non produce e non prevede in nessuna fase la presenza di alcun tipo di refluo.

I reflui prodotti dai servizi igienici verranno convogliati in Fossa Imhoff e smaltiti attraverso un pozzo disperdente secondo quanto previsto dalla normativa vigente.

Le acque meteoriche di prima pioggia, incidenti le piazzole da adibire alle fasi di messa in riserva, verranno convogliate in tre vasche da 5 mc ciascheduna. Le acque così decantate verranno

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13 utilizzate per alimentare gli irrigatori a pioggia per il contenimento delle possibili emissioni polverulente.

5.3 EMISSIONI SONORE

L’attività di recupero rifiuti si andrà a inserire in quella già svolta ed autorizzata di frantumazione di materiale inerte per cui essa non produrrà alcun aumento dell’inquinamento acustico.

5.4 VALORIZZAZIONE RISORSE NATURALI

L’attività di recupero rifiuti R5 consentirà di produrre una materia prima seconda che andrà a sostituire i materiali da costruzione vergini, quindi comporterà una riduzione dell’attività estrattiva determinando sia direttamente che indirettamente un risparmio delle risorse naturali che vanno a garanzia e miglioramento dello sviluppo sostenibile.

Inoltre, ridurranno l’impatto ambientale per la non necessità di dovere conferire i rifiuti inerti in discariche.

6. MATERIE PRIME E PRODOTTI FINITI

La ditta intende iscriversi tra le attività di recupero rifiuti previste nella Classe di attività 1 che prevede un quantitativo maggiore delle 200.000 tonnellate l’anno, così come indicato dal D.M. 350 del 21-7-1998.

La Ditta potrà far entrare in impianto unicamente i rifiuti per i quali sarà dotata di autorizzazione previa verifica documentale e visiva degli stessi.

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14 7. NORME TECNICHE E ACCORGIMENTI SECONDO QUANTO PREVISTO DAL D.M.

05.02.98 e dal D.M DEL 5 APRILE 2006 N° 186.

Come già descritto precedentemente, i rifiuti che possono entrare in impianto sono unicamente quelli per i quali la ditta è dotata di autorizzazione; pertanto, tutti i rifiuti in ingresso, dovranno essere accompagnati da appositi formulari e dai test di caratterizzazione forniti dal produttore dello stesso. Ai fini della loro caratterizzazione chimico-fisica, il campionamento verrà effettuato sul rifiuto tal quale in modo da ottenere un campione rappresentativo secondo le norme UNI 10802 e ss.mm.ii., almeno in occasione del primo conferimento all’impianto di recupero e successivamente, ogni 12 mesi, e comunque ogni volta che intervengano modifiche sostanziali nel processo di produzione. In ossequio a quanto previsto dal D.M. 05.02.98 modificato dal D.M. 186/06, la Ditta, verificherà la conformità del rifiuto conferito. Per tutti i rifiuti per i quali è prevista l’obbligatorietà del Test di cessione, questo verrà eseguito secondo quanto previsto dall’allegato 3 del D.M. n°186/06.

Il test di cessione dovrà essere effettuato almeno ad ogni inizio di attività e successivamente ogni 12 mesi salvo diverse prescrizioni dell’autorità competente e comunque ogni volta che intervengono modifiche nel processo di recupero. La materia prima seconda ottenuta, prima del suo impiego viene periodicamente sottoposta ad analisi per verificarne la qualità e l’idoneità tecnica al riutilizzo. Per quanto riguarda i quantitativi che la ditta avvia al recupero, i limiti sono quelli indicati dall’allegato 4 del D.M. 186/06.

Palermo, 17.05.2018

LA DITTA IL TECNICO

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