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Programma per la gestione delle popolazioni di Ungulati selvatici del Parco Regionale della Maremma (2019).

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F. Ferretti, A. Machetti, N. Fattori-

ni, U. Boldorini, L. Tonini.

Programma per la gestione delle popolazioni di Ungulati selvatici del Parco Regionale della Maremma (2019).

Ente Parco Regionale della Ma- remma, Univ. di Siena, 2019, 71 pp.

Pur non trattandosi di un classico volume, il programma annuale del Parco Regionale del- la Maremma (Grosseto) merita di essere segnalato come esempio di corretta gestione faunistica. Il pro- gramma, infatti, è fondato sui cen- simenti annuali di capriolo italico, daino e cinghiale, sui rilievi dei danni agronomici e forestali e sulla verifi ca di effi cacia degli interventi attuati, tutti elementi chiave per una corretta gestione ambientale.

Un altro elemento d’interesse è la presenza del lupo che pone al ge- store un insieme di problemi eco- logici, conservazionistici, gestiona- li e, non ultimi, sociali.

All’interno dell’area parco il cinghiale esercita pesanti impatti ecologici per le attività di scavo, predazione e competizione men- tre il daino (estraneo al contesto faunistico europeo) esercita una forte pressione sulle biocenosi spontanee e sulle colture agrarie; è inoltre un forte competitore con il capriolo italico, un endemismo da tutelare. Stabilita l’impossibilità di raggiungere la “densità zero” per daino e cinghiale, lo studio indica numeri e strategie basati su una gestione adattativa e commisurata alle reali possibilità di realizzazio- ne. Operare entro un’area protet- ta obbliga il gestore ad attuare un piano che limiti i danni alle coltu- re agrarie tutelando gli ecosistemi ma garantisca, al contempo, la so- pravvivenza e l’espansione di spe- cie ombrello quali lupo e capriolo italico. Ci si muove attraverso inte- ressi, solo apparentemente contra- stanti, rappresentati dai condutto-

ri dei fondi, che desiderano evitare danni a colture e allevamenti, e dai fruitori del parco che non vedreb- bero di buon occhio la drastica ri- duzione delle specie selvatiche. La diffi coltà della gestione, pertanto, richiede l’effi cacia sia delle azioni sia nel comunicarne le fi nalità e le conseguenti modalità operative.

I dieci anni di esperienza ge- stionale, uniti alla scelta di fare eseguire le attività di prelievo e di stima da personale specializzato dell’ente parco, ottimizzano l’ef- fi cacia delle azioni e permettono pronte correzioni in corso d’opera.

Merita notare come, per valutare l’effi cacia delle strategie adottate, siano stati compiuti studi di det- taglio: sulle preferenze alimentari del lupo, per valutare l’incidenza della predazione sugli allevamen- ti, sulla produzione forestale di ghiande, per correlare l’andamen- to della popolazione di cinghiale all’off erta trofi ca, e sull’andamento climatico, per stimare le rese col- turali in parallelo con i danni all’a- gricoltura.

Ne viene fuori uno studio a 360 gradi, raramente osservabile in altri contesti gestionali; si sco- pre che la dieta dei lupi presenti nel parco è basata prevalentemente su daino e cinghiale e che è l’ampia disponibilità di prede selvatiche a ridurre gli attacchi al bestiame

domestico. Una corretta densità di ungulati contribuisce dunque a limitare l’impatto del lupo sul be- stiame, attenuando il confl itto con le attività antropiche.

Dalle ulteriori variabili stu- diate nel piano si ricavano punti di rilevante importanza per le future strategie gestionali: le modalità più effi cienti di prelievo sul cin- ghiale sono le catture con chiusini o trappole perché capaci di agire in modo effi cace sulle classi di età giovanili e sulle femmine; l’abbat- timento all’aspetto è la tecnica più effi cace per il daino; l’indicazione del numero dei capi da prelevare deve tenere conto anche della pre- dazione svolta dal lupo. Gli studi indicano anche come l’andamen- to climatico e il prelievo dei capi nelle aree aperte agiscano con un meccanismo a feed back riducen- do la frequentazione degli anima- li in quelle stesse aree dove è più facile eseguire gli abbattimenti; ciò spiega la riduzione di effi cacia del- le attività di prelievo. Preoccupa la leggera fl essione numerica della popolazione di capriolo, attribui- bile alla variabile climatica ma, so- prattutto, alla competizione con il daino, confermando la necessità di contenerne la popolazione.

Il documento si conclude in- dicando le attività per gli anni fu- turi: prosecuzione delle azioni di monitoraggio per le popolazioni di capriolo, cinghiale e daino e studio sull’alimentazione del lupo. Conti- nueranno anche il prelievo selet- tivo, il monitoraggio dei predatori naturali, la realizzazione di colture dissuasive, l’impianto di nuove re- cinzioni e, solo per ultimo, l’inden- nizzo monetario dei danni. Gli ef- fetti del controllo saranno valutati in termini di variazioni del danno alle colture e delle densità delle popolazioni di cinghiale, daino e capriolo. Il piano completo è sca- ricabile qui.

R. Carradori

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