Allegato A
Elementi di qualità formativa identificati
dalla Commissione Regionale per la
Premessa
Obiettivo del presente documento è descrivere tematiche e aspetti core per garantire un’efficace gestione dei Corsi di laurea delle Professioni sanitarie e delle Specializzazioni mediche negli Atenei della Regione Toscana e fornire indicazioni su punti chiave e linee di indirizzo per una fattiva collaborazione tra le Università e il Servizio Sanitario Toscano. Si ritiene inoltre opportuno sviluppare indirizzi da parte della Giunta Regionale inerenti lo sviluppo delle competenze dei professionisti sanitari.
Se infatti nella prima parte, introduttiva e di carattere generale, si analizza la situazione attuale evidenziandone tendenze e opportunità, nella seconda e terza sezione, relative rispettivamente ai Corsi di laurea delle Professioni sanitarie di cui alla Legge 251/00 e alla formazione degli Specialisti medici, si identificano e prendono in disamina linee di indirizzo inerenti la programmazione, l’offerta formativa, le funzioni del personale sanitario e la qualità.
Si premette che la pianificazione e il monitoraggio della formazione universitaria di seguito descritti, che vedono nell’integrazione e nello sviluppo professionale valori guida per rafforzare competenze e professionalità, dovranno essere oggetto di concertazione tra gli Atenei toscani e il Servizio Sanitario Regionale, tramite la Commissione Regionale per la Formazione Sanitaria (in seguito denominata Commissione) e il Consiglio Sanitario Regionale per le rispettive competenze. Le riorganizzazioni dell’offerta formativa, seppur orientate a miglioramenti di efficacia ed efficienza del sistema formativo, professionale e sanitario, dovranno considerare anche le correlate ricadute economiche.
1. Considerazioni introduttive
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato nella formazione e nell'aggiornamento strumenti fondamentali per il perseguimento della Salute del cittadino, da valorizzare e promuovere perché leva strategica per il miglioramento delle competenze dei professionisti sanitari e per il raggiungimento degli obiettivi di Salute.
La Salute come l’oggettivazione di uno stato di completo benessere psichico, fisico e sociale dell’uomo, dinamicamente integrato nel suo tessuto sociale; e la sua tutela come la risultante di una ricomposizione operata sul piano della persona (attraverso la sequenza prevenzione-diagnosi-cura-riabilitazione) e delle interazioni tra individui e ambiente.
Il risultato più evidente di questo processo, che ha investito non solo la società ma anche l’ordine istituzionale, è stato la maturazione della consapevolezza che maggiori vantaggi divengono potenzialmente conseguibili attraverso la connessione di diversi servizi rimandati a logiche organiche, piuttosto che attraverso interventi tesi a migliorare singoli e specifici processi.
La Regione Toscana, del resto, ha sempre stimolato il mantenimento di “un livello elevato della didattica e della ricerca” con l’obiettivo dichiarato di potenziare l’ambito assistenziale e consentire la “disseminazione dei risultati per l’attivazione di diffusi processi di cambiamento”.
2. La formazione
I processi di formazione devono essere declinati sia nei confronti degli studenti dei Corsi di Studio sia verso tutti gli individui collocati nell’organizzazione, contribuendo al loro sviluppo professionale, all'acquisizione di nuove conoscenze e capacità personali da applicare per raggiungere e gestire maggiori spazi di autonomia. Le azioni ed operazioni che designano il campo della formazione prendono avvio da una rilevazione approfondita e puntuale di “bisogni” da soddisfare, di carenze da colmare, di ambiti da recuperare, consolidare, potenziare. Successivamente diviene fondamentale identificare il setting finalizzato alla trasmissione/acquisizione del sapere: obiettivi di apprendimento, contenuti, modalità di trasmissione. Infine occorrerà valutare i risultati del processo in rapporto agli obiettivi iniziali.
In questo modello risulta appropriato riuscire a distinguere tre obiettivi (Goguelin, 1971): • il sapere;
• il saper fare; • il saper essere.
L’obiettivo del “sapere” sta ad indicare soprattutto un miglioramento “quantitativo” di dati di conoscenza, di nozioni, di elementi concettuali.
L’obiettivo del “saper fare” può essere inteso come un miglioramento “qualitativo” di particolari capacità legate alle modalità specifiche richieste per svolgere una particolare attività.
L’obiettivo del “saper essere” è al tempo stesso qualitativo e quantitativo e traduce la coesistenza dei precedenti.
Considerati i cambiamenti dell’attuale contesto socio-sanitario diventa centrale sviluppare il modello sopra descritto in una logica multiprofessionale, che prepari studenti e specializzandi all’interprofessionalità e al lavoro di équipe.
La formazione, quindi, non come evento “fine a se stesso” bensì come investimento essenziale per la crescita ed il miglioramento delle organizzazioni in cui operano i vari professionisti ed in ultima analisi della società nella sua complessità. La formazione diviene, in questo modo, un’attività finalizzata a sviluppare, nei vari operatori, conoscenze e capacità, comportamenti ed atteggiamenti protesi agli obiettivi dell’organizzazione, superando il modello del mero addestramento, e proponendo lo sviluppo di competenze volte al dominio di situazioni sempre nuove, anche nell’ottica della Medicina delle 4P (Predictive, Personalized, Preventive, Participatory) e delle 4C (Continuous processes, Communication, Collaboration, Confidentiality).
In questo nuovo modello appare oltremodo evidente il concorso di responsabilità delle istituzioni coinvolte e la necessità di concretare percorsi di “Didattica Integrata”, aprendo le strade alla sperimentazione di nuovi modelli di formazione.
I tratti caratteristici potrebbero essere, ad esempio:
• il problem solving multiprofessionale;
• la formazione per processi, laddove si propone non la soluzione di un problema ma piuttosto
lo svolgimento di un processo predeterminato ricorrendo all’insegnamento e allo svolgimento dell’attività a più voci;
• il debriefing di quanto illustrato nell’ambito delle sedute di formazione e per simulazione.
La formazione svolta secondo i modelli predetti potrebbe essere valutata in un progetto di ricerca di efficacia andragogica che mira a potenziare la realizzazione “in aula” di una prospettiva transdisciplinare in cui da, oggetti di formazione, i discenti diventano attori e co-creatori di una didattica innovativa.
Tutto ciò posto, risulta evidente l’obiettivo prioritario della Regione di incrementare il range di competenze d’eccellenza inquadrandolo in una visione ampia e di sistema, incoraggiando percorsi plurali e rivolti a tutte le figure professionali coinvolte, attraverso percorsi formativi integrati, e configurando lo spazio e l’agibilità politico-gestionale per un coordinamento integrato e proattivo che orienti le attività formative e i piani di innovazione all’indirizzo generale.
Gli attori istituzionali coinvolti in tale processo di
Un chiaro rapporto di interconnessione trae fondamento dalla normativa nazionale (Legge 517/99) e da quella regionale (Legge Regionale n. 40 del 2005, Atto di indirizzo pluriennale in materia di ricerca e innovazione 2011-2015 e succ.) che hanno enfatizzato il concetto dell’integrazione volta alla valorizzazione della Ricerca; volendo richiamare la bozza del Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale 2012-2015: “la capacità di ricerca è un capitale che deve trovarsi a tutti i livelli del sistema sanitario regionale, per quanto con diversi gradi di intensità e centralità in funzione della missione istituzionale dei soggetti da cui è svolta. Occorre investire sulla capacità di ricerca diffusa, includendo anche le aziende sanitarie locali nell’ambito di reti di eccellenza, in particolare a livello di Area Vasta. Tale livello rappresenta la dimensione ottimale per coniugare le funzioni di programmazione sanitaria con quelle di integrazione delle funzioni di ricerca e innovazione”.
2.1 L’offerta formativa delle Facoltà di Medicina e Chirurgia degli Atenei toscani
L’Università, con le Facoltà di Medicina e Chirurgia, costituisce garanzia e riferimento nell’ambito della formazione in sanità, in una visione del processo educativo comunque inscindibile dai percorsi assistenziali e di ricerca scientifica.
I percorsi formativi universitari (aggiornati o costituiti a seguito della Legge 502/92) dovranno evolvere
congiuntamente con lo sviluppo del
sistema, adeguando curricula, obiettivi formativi e metodologie didattiche sia a nuovi o rivisitati profili professionali che a esigenze di governance.
In tal senso, le Facoltà, in riferimento ai Corsi di laurea delle Professioni sanitarie di cui alla legge 251/2000, sono impegnate a garantire:
• la formazione di professionisti che, seppur tenendo presenti le peculiarità di profilo, abbiano
una visione multiprofessionale che valorizzi la conoscenza interprofessionale e interdisciplinare;
• il disegno di percorsi formativi curriculari atti a far acquisire tutte quelle competenze
cliniche/assistenziali, tecnico-sanitarie, riabilitative e della prevenzione che permettano agli studenti di rispondere alle necessità di salute espresse dalla popolazione;
• la promozione della multidisciplinarietà e della multiprofessionalità intesa sia come
capacità di confrontarsi con altri professionisti che nell’agire nella complessità dei servizi e delle risposte da offrire ai cittadini nell’ambito di una nuova organizzazione degli ospedali orientati al modello per intensità di cure e inseriti in una rete “metropolitana”, di “area vasta” e “regionale”, e nell’ambito della nuova organizzazione sanitaria territoriale orientata alla sanità d’iniziativa.
Parimenti le Facoltà sono impegnate a garantire per lo specializzando:
• lo sviluppo di una visione professionale che, seppur tenendo presenti le peculiarità della
• il disegno di percorsi formativi curriculari atti a far acquisire tutte quelle competenze cliniche e strumentali che permettano agli specializzandi di poter sviluppare un percorso di diagnosi e cura il più possibile rispondente alle necessità di salute espresse dalla popolazione del territorio nel quale si troverà ad operare, anche con attenzione alla medicina dei migranti e agli attuali concetti di “global health”. Questi percorsi dovranno essere scelti anche considerando il costo/beneficio e i risvolti medico-legali dei medesimi in quanto è oggi impossibile effettuare valutazioni di efficienza senza entrare nell’ottica di una medicina difensiva “positiva”;
• la promozione della multidisciplinarietà intesa sia come capacità di confrontarsi con altri
specialisti nella definizione dei migliori percorsi terapeutici sia come capacità di realizzare una diversa organizzazione del lavoro valorizzando le competenze di altre figure professionali nell’ambito di una nuova organizzazione degli ospedali orientati al modello per intensità di cure e inseriti in una rete “metropolitana”, di “area vasta” e “regionale”, e nell’ambito della nuova organizzazione sanitaria territoriale orientata alla sanità d’iniziativa. Nell’ambito di questi nuovi ed importanti obiettivi formativi rimane fondamentale il rapporto che lo specialista deve tenere con il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di Famiglia, che si troveranno sempre di più a svolgere un ruolo cruciale nell’ambito della nuova attività degli ospedali “per acuti”.
L’articolazione dei livelli di formazione universitaria relativi alle Facoltà di Medicina e Chirurgia, ai sensi della normativa vigente, è la seguente:
La dimensione “alveare” del quadro complessivo dell’offerta formativa della Facoltà di Medicina e Chirurgia delinea un quadro, peculiare e unico nel sistema universitario, fortemente connesso sui diversi livelli scientifico-culturali e organizzativi, tanto da rendere necessarie evoluzioni che siano in grado di rispondere a esigenze future che, con prospettiva almeno decennale, riescano ad interpretare l’urgenza di definire “core” di competenze fondamentali, settori di eccellenza e percorsi condivisi con il “mondo assistenziale”.
3. Linee di indirizzo per la programmazione
I recenti disposti normativi e l’ambizione di raggiungere livelli di qualità sempre crescenti sia dal punto di vista scientifico-culturale che organizzativo-gestionale stanno determinando sempre di più la necessità di una forte attenzione nella programmazione generale dell’offerta formativa, in termini di risorse umane, logistiche e finanziarie.
Il quadro di riferimento è positivamente influenzato anche dalla esigenza di considerare le necessità professionali delle Aziende Sanitarie, degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, altre strutture del Servizio sanitario nazionale, istituzioni private accreditate e altri soggetti e strutture della rete formativa regionale corroborando l’auspicata connessione tra formazione, ricerca e assistenza.
I punti principali del percorso sono:
1. valutazione analitica della situazione attuale all’interno delle Facoltà toscane, al fine di individuare tutte le possibili situazioni di difficoltà quantitativa e/o qualitativa, nella prospettiva di una eventuale unificazione dei Corsi di laurea, siano essi unici o meno nelle Classi di laurea;
2. possibilità di organizzare alcuni Corsi di laurea di livello regionale, anche secondo il modello già in vigore del Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria o il Corso di laurea in Igiene Dentale; l’obiettivo è quello di elaborare una Programmazione Didattica condivisa e consapevole, in considerazione di una accurata “geografia” di sistema che ripensi totalmente la distribuzione dei Corsi di laurea;
3. previsione di attivazione di Master di I o II livello o progetti di formazione alternativi;
4. avvio di percorsi di formazione che integrino gli obiettivi di valorizzazione e diffusione di nuove competenze al territorio. I DIPINT (DIPartimenti Interistituzionali INTegrati), macrostrutture tecnico-amministrative costituite per valorizzare la profonda e sostanziale connessione tra formazione, ricerca e assistenza, potranno coordinare operativamente le proposte presentate, frutto di programmazione congiunta tra il Sistema Universitario e quello Sanitario, avvalendosi della rete formativa regionale;
5. valorizzazione della metodologia di apprendimento in simulazione per migliorare le abilità di studenti e professionisti e aumentare la qualità, la sicurezza e l’evidence del loro intervento;
6. valorizzazione del tirocinio professionale implementandone qualità, valutazione ed efficacia formativa e sviluppando tirocini interprofessionali legati a cronicità, intensità di cura, continuità assistenziale, ecc.
Le Università si impegnano, inoltre, a studiare provvedimenti di adeguamento relativi a:
- la promozione della formazione interprofessionale (per es. deontologia, comunicazione e relazione come materie comuni per i terzi anni dei corsi di laurea delle professioni sanitarie e della Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia);
4. Linee di indirizzo per la formazione curriculare dei Corsi di laurea delle Professioni sanitarie di cui alla Legge 251/00
4.1 Aderenza dei Corsi di Laurea all’evoluzione del Servizio Sanitario Toscano
I percorsi formativi universitari (aggiornati o costituiti a seguito della Legge 502/92 e successive modifiche) dovranno evolvere congiuntamente con lo sviluppo del servizio socio-sanitario regionale, adeguando curricula, obiettivi formativi e metodologie didattiche sia a nuovi o rivisitati profili professionali sia a esigenze di governance al fine di “sviluppare conoscenza, capacità, comportamenti e atteggiamenti aderenti ai cambiamenti organizzativi, migliorare prestazioni e qualità del servizio sanitario regionale e valorizzare la connessione tra formazione, ricerca e assistenza”.
4.2 Programmazione triennale della formazione in linea con il fabbisogno di personale
La Commissione, preso atto delle richieste espresse dalle Aziende Sanitarie e dagli Ordini e Collegi professionali e Associazioni riconosciute in relazione alle esigenze del Servizio Sanitario Regionale e del mercato del lavoro, confronta con le Università, nel rispetto delle reciproche autonomie, la programmazione universitaria.
Le Università approvano, con cadenza annuale e per la durata degli interi cicli attivati, programmi in cui sono previsti:
§ i Corsi di laurea da attivare in relazione al fabbisogno stimato;
§ le sedi formative per la didattica e/o per il tirocinio.
In relazione all’attivazione dei suddetti corsi, il Settore regionale competente coordina e favorisce le relazioni fra le Università, le Aziende Sanitarie, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e altre strutture del Servizio sanitario nazionale, istituzioni private accreditate e altri soggetti e strutture della rete formativa regionale.
Si ritiene essenziale che la programmazione tenga a riferimento anche la valutazione dei problemi di salute emergenti a livello nazionale e a livello regionale, in modo che i professionisti possano, fin dalla formazione di base, inserirsi negli scenari socio-sanitari che li attendono come professionisti. Tali presupposti sono sicuramente già alla base dell’ordinamento didattico di ogni Corso, ma si ribadisce la trasversalità di analisi critica dei percorsi e la costituzione di una rete di stakeholder mirati.
L’elaborazione dei curricula tiene conto dei pareri degli Ordini e Collegi professionali e delle Associazioni riconosciute.
Le modalità sopra indicate si riferiscono anche alla programmazione dei Master delle professioni sanitarie.
4.3 Rete regionale per l’offerta formativa
Le Università istituiscono e organizzano, con piano triennale e in collaborazione con le Aziende afferenti all’Ateneo, le sedi formative - di didattica e di tirocinio - e le sedi di solo tirocinio con l’obiettivo di rafforzare le eccellenze territoriali e di produrre sinergie ed economie organizzative, strutturali e professionali. In base alla rete creata, le Aziende Sanitarie stipulano specifici accordi. Le Aziende Sanitarie, al fine di garantire una formazione efficace, dovranno promuovere la cultura della qualità e sviluppare percorsi di qualità coerentemente con le linee di indirizzo di accreditamento universitario per garantire standard qualitativi omogenei regionali, tenuto conto dei regolamenti dei rispettivi corsi di laurea e laurea magistrale.
approvate dal Settore competente regionale al fine di garantire standard e procedure omogenei regionali.
Il tirocinio si svolge nei servizi specifici per il profilo professionale in formazione ed è supportato dalle attività tutoriali organizzate e presenti nella sede prescelta.
Le Aziende si impegnano ad applicare i criteri di accreditamento sulla base delle eventuali indicazioni del Settore competente regionale e loro adeguamento a nuove indicazioni nazionali. 4.5 Partecipazione del personale dipendente del SSR alla formazione universitaria
La docenza da parte dei professionisti del Servizio Sanitario Regionale riveste un ruolo centrale per il trasferimento di competenze professionali specifiche. Appositi accordi tra Servizio Sanitario Regionale e Università regoleranno le modalità di svolgimento di detta funzione in rapporto all’orario di lavoro.
Per garantire una gestione ottimale dei Corsi di laurea si favorisce l’affidamento degli insegnamenti delle materie nelle discipline professionalizzanti afferenti alle aree professionali a docenti dipendenti del Servizio Sanitario Regionale dello stesso profilo del corso.
Gli Atenei, in accordo con le Aziende Sanitarie afferenti, emettono bandi per la ricezione delle domande di disponibilità alla docenza da parte dei dipendenti del SSR; da detti elenchi l’Università attinge per la nomina dei docenti.
Per dare attuazione ai decreti istitutivi dei Corsi di laurea e Laurea Magistrale, l’attività formativa pratica e di tirocinio clinico deve essere svolta con la supervisione e la guida di tutori professionali appositamente formati e assegnati ed è coordinata, con incarico triennale, da un docente appartenente allo specifico profilo professionale, in possesso della Laurea Specialistica o Magistrale della rispettiva classe, nominato sulla base della valutazione di specifico curriculum che esprima la richiesta esperienza professionale, non inferiore ai cinque anni, nell’ambito della formazione. Si prevede la figura del Responsabile professionale del Corso, in conformità a quanto previsto nei regolamenti dei rispettivi corsi universitari.
Il Responsabile professionale del Corso assicura, in collaborazione con il Presidente del Corso di laurea, l’attuazione del piano di studi e organizza l’integrazione tra gli insegnamenti teorici e il tirocinio, al fine di favorire la conformità degli stessi agli standard di competenza definiti. Gestisce le risorse per la realizzazione del piano di studi, nonché l’attività dei tutor di tirocinio previo accordo con i dirigenti dei servizi delle professioni e/o loro delegati negli ambiti di tirocinio.
Nelle sedi di tirocinio è obbligatorio prevedere tutor di tirocinio professionali qualificati, appartenenti allo stesso profilo e in numero adeguato per ciascun corso attivato, che garantiscano la gestione dei progetti formativi durante l’esperienza di tirocinio, in conformità a quanto previsto nei regolamenti dei rispettivi corsi universitari.
Inoltre, in relazione alle disponibilità delle Aziende Sanitarie e alla complessità e numerosità dei Corsi di laurea, si potrà prevedere la figura funzionale del formatore, in conformità a quanto previsto nei regolamenti dei rispettivi corsi universitari, per accompagnare lo studente nel processo di apprendimento del corso.
I formatori collaborano con il Responsabile professionale del Corso per l’organizzazione e la gestione dei tirocini e della didattica, per la progettazione e conduzione di laboratori di formazione professionale al fine di creare le condizioni per realizzare tirocini di qualità.
4.6 Qualità della formazione
- definisce un sistema di accreditamento delle sedi di tirocinio con specifiche procedure per i Corsi di laurea;
- propone indicatori/criteri per la valutazione dei requisiti minimi delle strutture fisiche, tecnologie e dei servizi presenti nelle sedi di tirocinio;
- svolge verifica/monitoraggio triennale in base a norme regolamentari della Commissione. 4.7 Finanziamento
5. Linee di indirizzo per la formazione degli Specialisti medici
5.1 Aderenza delle Specializzazioni all’evoluzione del Servizio Sanitario Toscano
I percorsi formativi universitari (aggiornati o costituiti a seguito della Legge 502/92 e successive modifiche) dovranno evolvere congiuntamente con lo sviluppo del servizio socio-sanitario regionale, adeguando curricula, obiettivi formativi e metodologie didattiche sia a nuovi o rivisitati profili professionali sia a esigenze di governance al fine di sviluppare conoscenza, capacità, comportamenti e atteggiamenti aderenti ai cambiamenti organizzativi, migliorare prestazioni e qualità del servizio sanitario regionale e valorizzare la connessione tra formazione, ricerca e assistenza.
5.2 Programmazione della formazione in linea con il fabbisogno di personale
La Commissione, preso atto delle richieste espresse dalle Aziende Sanitarie e dagli Ordini e Collegi professionali in relazione alle esigenze del Servizio Sanitario Regionale e del mercato del lavoro, confronta con le Università, nel rispetto delle reciproche autonomie, il numero di posti per le singole specializzazioni ed eventualmente la ripartizione dei corsi tra gli atenei della Regione. Le Università approvano, con cadenza annuale e per la durata degli interi cicli attivati, programmi in cui sono previsti:
§ i Corsi di Specializzazione da attivare in relazione al fabbisogno stimato;
§ le sedi formative per la didattica e/o per il tirocinio.
In relazione all’attivazione dei suddetti Corsi di Specializzazione, il Settore competente regionale coordina e favorisce le relazioni fra le Università e le Aziende Sanitarie, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e le altre strutture del Servizio Sanitario Nazionale e le istituzioni private accreditate.
Si ritiene essenziale che la programmazione tenga a riferimento anche la valutazione dei problemi di salute emergenti a livello nazionale e a livello regionale, in modo che i professionisti possano, al termine della specializzazione, inserirsi negli scenari socio-sanitari che li attendono come specialisti a tutti gli effetti.
L’obiettivo sarà quello di creare congruenza tra esigenze del mondo del lavoro e competenze acquisite così da formare professionisti adeguati e preparati ad affrontare i cambiamenti attuali. 5.3 Partecipazione del personale dipendente del SSR alla formazione universitaria
I docenti in ambito universitario sono individuati secondo i vigenti regolamenti di ateneo.
In relazione ai docenti appartenenti al SSR, si precisa che sono individuati, sulla base della normativa vigente, nel SSR, in enti privati e di ricerca convenzionati con il SSR, con particolare riguardo alle eccellenze regionali.
Ciò premesso è necessario individuare procedure che possano garantire: a. la qualità dell’offerta formativa;
b. l’affidabilità gestionale nel senso della continuità dell’offerta e della possibilità di svolgere le funzioni richieste.
Gli Atenei, in accordo con le Aziende Sanitarie afferenti, emettono bandi per la ricezione delle domande di disponibilità alla docenza da parte dei dipendenti del SSR; da detti elenchi l’Università attinge per la nomina dei docenti.
La disamina dei curricula si basa sui seguenti elementi valutativi: • case mix dell’attività clinica;
• esperienza acquisita in termini di clinical governance, organizzazione e realizzazione di
• acquisizione di abilità comunicative; • attività didattica;
• attività di ricerca.
Per la valutazione dei curricula potrà essere predisposta, inoltre, un’apposita griglia con score definiti per ogni specifica area di competenze, variabile in relazione alla specialistica in oggetto. 5.4 Tirocinio nelle strutture del Servizio Sanitario Regionale e nelle strutture Accreditate Le Università accreditano le sedi di tirocinio stipulando specifiche convenzioni aziendali nelle quali sono riportate le competenze universitarie e dell’Azienda. Nell’ambito dei rapporti convenzionali, l’Università e le Aziende approvano il regolamento per l’accesso ai servizi sedi di tirocini per la sicurezza e tutela dei cittadini e degli specializzandi. Tali regolamenti sono supervisionati e approvati dal Settore competente regionale al fine di garantire standard e procedure omogenei.
Il tirocinio si svolge nei servizi specifici per la specializzazione ed è supportato dalle attività tutoriali organizzate e presenti nella sede prescelta, pertanto nelle sedi di tirocinio è obbligatorio prevedere tutor professionali qualificati, in numero adeguato per ciascun corso attivato.
5.5 Partecipazione del personale dipendente del SSR alle specializzazioni
Il tutor di tirocinio è un professionista che opera nel servizio sede di tirocinio dello stesso profilo professionale ed è per lo specializzando un facilitatore dell’apprendimento delle competenze professionali.
Il tutor di tirocinio è individuato dal Direttore dell'U.O. sede di tirocinio nell'ambito dei professionisti afferenti alla medesima.
Il Direttore dell'U.O, sede di tirocinio, assume il ruolo di supervisore dei tutor e degli specializzandi di quel servizio, si interfaccia con il Direttore della Scuola di Specializzazione, cura gli accordi, orienta i colleghi dell'U.O. che svolgono tutoraggio a selezionare le opportunità di apprendimento in coerenza con gli obiettivi e il piano di tirocinio condiviso con il Direttore della Scuola di Specializzazione e con lo specializzando.
Nel peculiare caso della pediatria territoriale si fa riferimento alla normativa vigente (ACN e AIR) e il ruolo di supervisore di cui sopra sarà, in questo caso, affidato a un Pediatra di Famiglia.
5.6 Qualità della formazione
La Commissione, in raccordo con l’Osservatorio Regionale Medici Specialisti previsto dall’art. 44 comma 3 del D. Lgs. 368/99, è orientata alla qualità della formazione erogata e, pertanto, coerentemente con le determinazioni del MIUR:
- definisce un sistema di accreditamento delle sedi di tirocinio con specifiche procedure per le specializzazioni;
- propone indicatori/criteri per la valutazione dei requisiti minimi delle strutture fisiche, tecnologie e dei servizi presenti nelle sedi di tirocinio e del case mix presente nella sede prescelta;
- svolge verifica/monitoraggio triennale in base a norme regolamentari della Commissione. 5.7 Finanziamento
6. La formazione regionale di competenze specifiche
L’attuale complessità del SSR e la continua innovazione tecnologica comportano il disegno e l’erogazione di percorsi diagnostico terapeutici assistenziali affidati al lavoro di équipe, interprofessionali e interdisciplinari. In questa logica viene ritenuto prioritario un’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie per adeguarle alle esigenze di miglioramento della qualità delle prestazioni offerte al cittadino e garantire un modello regionale appropriato e sostenibile.
Si rende pertanto necessario attuare percorsi formativi regionali, di diversa durata, che, attraverso l’utilizzo di metodologie innovative, consentano di sviluppare, nel rispetto dei profili professionali e nell’ambito di protocolli predefiniti, competenze specifiche per profili professionali con laurea almeno triennale.
Preso atto delle precedenti esperienze regionali e considerata la definizione dei campi di competenza delle professioni sanitarie, sia reciprocamente sia rispetto alla professione medica, le Aziende Sanitarie possono sottoporre alla Regione esigenze professionali da soddisfare mediante tale tipologia formativa. Il Consiglio Sanitario Regionale e la Commissione Regionale per la Formazione Sanitaria, anche tenendo conto delle competenze e dei modelli formativi espressi dalle Facoltà di Medicina e Chirurgia, prendono in carico la richiesta di attivazione del percorso formativo di competenze specifiche definendone razionale, struttura didattica, contenuti, comitato scientifico fino all’approvazione definitiva. Il Settore regionale competente predispone il relativo decreto di finanziamento.
Al termine del percorso formativo viene rilasciato un attestato regionale inerente le competenze specifiche di area/profilo acquisite che costituisce preferenza per il finanziamento, da parte delle Aziende Sanitarie, alla partecipazione a master universitari.