• Non ci sono risultati.

L’esperimento di Zimbardo

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L’esperimento di Zimbardo"

Copied!
20
0
0

Testo completo

(1)

L’Olocausto: spunti di riflessione

L’esperimento di Zimbardo

Lavoro di Anna Mattu

Classe 4^ B Ped.

(2)

L’ esperimento

• L'esperimento prevedeva l'assegnazione, ai volontari che accettarono di parteciparvi, dei ruoli di guardie e prigionieri all'interno di

un carcere simulato. Fu condotto nel 1971 da un team di ricercatori diretto dal

professor Philip Zimbardo della Stanford University.

(3)

• Zimbardo riprese alcune idee dello

studioso francese del comportamento

sociale Gustave Le Bon; in particolare la teoria della deindividuazione, la quale sostiene che gli individui di un gruppo coeso costituente una folla, tendono a perdere l'identità

personale, la consapevolezza, il senso di

responsabilità, alimentando la comparsa di impulsi antisociali.

(4)

L'Università di Stanford

(5)

Gli inizi…

Fra i 75 studenti universitari che risposero a un annuncio apparso su un quotidiano che chiedeva volontari per una ricerca, gli sperimentatori ne scelsero 24, maschi, di ceto medio, fra i più

equilibrati, maturi, e meno attratti da

comportamenti devianti; furono poi assegnati

casualmente al gruppo dei detenuti o a quello delle guardie.

I prigionieri furono obbligati a indossare ampie divise sulle quali era applicato un numero, sia

davanti che dietro, un berretto di plastica, e fu loro posta una catena a una caviglia; dovevano inoltre attenersi a una rigida serie di regole.

(6)

• Le guardie indossavano uniformi color kaki, occhiali da sole riflettenti che impedivano ai prigionieri di guardarle negli occhi, erano

dotate di manganello, fischietto e manette, e fu concessa loro ampia discrezionalità circa i metodi da adottare per mantenere l'ordine.

Tale abbigliamento poneva entrambi i gruppi in una condizione di deindividuazione.

(7)

Il lancio di una moneta stabilì chi sarebbe stata la guardia e chi il detenuto

Consenso informato a soprusi e violenze di alcuni diritti civili ma non violenza fisica

Luogo: seminterrato della Facoltà di Psicologia con sbarre.

RICERCATORI

Telecamere e citofoni per l’osservazione

(8)

Abbigliamento detenuti

CLIMA DI ANONIMATO

• I detenuti avevano un camice con il numero di matricola, non potevano indossare la

biancheria intima, e avevano una catena alla caviglia destra, indossavano dei berretti di nylon, e i capelli dovevano essere rasati.

(9)

I risultati

I risultati di questo esperimento sono andati molto al di là delle previsioni degli sperimentatori, dimostrandosi

particolarmente drammatici. Dopo solo due giorni si verificarono i primi episodi di violenza: i detenuti si

strapparono le divise di dosso e si barricarono all'interno delle celle inveendo contro le guardie; queste iniziarono a

intimidirli e umiliarli cercando in tutte le maniere di spezzare il legame di solidarietà che si era sviluppato fra essi.

Le guardie costrinsero i prigionieri a cantare canzoni oscene, a defecare in secchi che non avevano il permesso di vuotare, a pulire le latrine a mani nude.

A fatica le guardie e il direttore del carcere (lo stesso

Zimbardo) riuscirono a contrastare un tentativo di evasione di massa da parte dei detenuti.

(10)

Al quinto giorno i prigionieri mostrarono

sintomi evidenti di disgregazione individuale e collettiva: il loro comportamento era docile e passivo, il loro rapporto con la realtà appariva compromesso da seri disturbi emotivi, mentre per contro le guardie continuavano a

comportarsi in modo vessatorio e sadico.

A questo punto i ricercatori interruppero l'esperimento suscitando da un lato la

soddisfazione dei carcerati, ma dall'altro, un certo disappunto da parte delle guardie.

(11)
(12)

Le conclusione dell’esperimento

Secondo l'opinione di Philip Zimbardo, la prigione finta, nell'esperienza psicologica vissuta dai soggetti di entrambi i gruppi, era diventata una prigione vera.

Assumere una funzione di controllo sugli altri nell'ambito di una istituzione come quella del

carcere, assumere cioè un ruolo istituzionale, induce ad assumere le norme e le regole dell'istituzione

come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsi, induce cioè quella "ridefinizione della situazione" utilizzata anche da Stanley Milgram per spiegare le conseguenze dello stato eteronomico (assenza di autonomia comportamentale) sul

funzionamento psicologico delle persone.

(13)

Il processo di deindividuazione induce una

perdita di responsabilità personale, ovvero la ridotta considerazione delle conseguenze

delle proprie azioni, indebolisce i controlli basati sul senso di colpa, la vergogna, la paura, così come quelli che inibiscono

l'espressione di comportamenti distruttivi.

La deindividuazione implica perciò una diminuita consapevolezza di sé, e

un'aumentata identificazione e sensitività agli scopi e alle azioni intraprese dal gruppo:

l'individuo pensa, in altri termini, che le proprie azioni facciano parte di quelle compiute dal gruppo.

(14)

L'importanza e l'attualità degli studi di

Zimbardo e degli altri ricercatori, sarebbe

dimostrata dalle vicende riguardanti le torture cui furono sottoposti i prigionieri iracheni

nella Prigione di Abu Ghraib, ad opera di militari statunitensi, durante l'occupazione militare dell'Iraq, iniziata nel 2003.

• Le immagini diffuse dai media, che ritraggono le sevizie e le umiliazioni subite dai prigionieri, risultano drammaticamente simili a quelle

prodotte durante l'esperimento dell'Università di Stanford.

(15)

Il fenomeno della deindividuazione e le atrocità dei nazisti

Il fenomeno della deindividuazione è stato chiamato in causa anche per spiegare (almeno in parte) il

comportamento delle SS nei campi di concentramento nazisti: le condizioni particolari in cui si trovavano le

guardie naziste e i prigionieri ebrei avrebbero favorito il comportamento violento e crudele dei primi.

Le testimonianze e gli accertamenti medici stabilirono che le guardie naziste erano uomini comuni. Solamente una piccolissima parte di loro, poteva essere considerata affetta da gravi disturbi mentali.

(16)

Al processo di Norimberga (svoltosi dopo la fine della 2^ guerra mondiale) molti imputati nazisti, protagonisti di azioni criminose, si

sono difesi sostenendo di avere commesso le stesse azioni compiute da tutte le altre

guardie naziste, o attribuendo le

responsabilità ad altri: “ho solo eseguito degli ordini” (vedi gli esperimenti di Milgram).

(17)

La gabbia, film di Carlo Tuzii del 1977

• The Experiment, film di Oliver Hirschbiegel del 2001

Black Box, libro di Mario Giordano

• The Experiment, film di Paul

Scheuring del 2010 (remake della pellicola di Hirschbiegel)

Prigioni della mente, libro di Adriano Zamperini

Opere ispirate

all’esperimento di Zimbardo:

(18)
(19)
(20)

Riferimenti

Documenti correlati

Di seguito il dettaglio degli acquisti effettuati sulle azioni ordinarie Campari, codice ISIN IT0005252207, su base giornaliera e in allegato, in forma dettagliata, le

La Società, attiva nel Private Equity Investment e nell’Alternative Asset Management, con asset under management per 9,7 miliardi di Euro, è quotata nel segmento STAR

comunica di aver acquistato sul Mercato Telematico Azionario, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie deliberata dall’Assemblea del 21 aprile 2016

La verifica sarà effettuate alla fine di ogni ciclo di proposte programmate, usando semplici test, ripetizione del gesto, osservazione globale della scolaresca;

Sesto San Giovanni, 03 Agosto 2020 - Davide Campari-Milano N.V., codice LEI 213800ED5AN2J56N6Z02, nell’ambito della vigente autorizzazione all’acquisto di azioni

Quando queste frasi che sembrano più dure vengono prese fuori dal contesto, possono essere fraintese a intendere delle cose non bibliche: dobbiamo purificare i nostri cuori e

The Company, which operates in both private equity investment and alternative asset management, has EUR 10.8 billion assets under management and is listed in the

The Company, which operates in both private equity investment and alternative asset management, is listed in the STAR (mid-cap) segment of the Milan