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LABORATORIO del PAESAGGIO della PROVINCIA DI PISA INDICE

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Academic year: 2022

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LABORATORIO del PAESAGGIO della PROVINCIA DI PISA

INDICE

LE VIE D’ACQUA – Paesaggio in trasformazione tra città e Parco... 2

Scenario tendenziale: navigabilità del tratto fluviale dalla Città alla Foce... 2

Premessa... 2

Inquadramento area di studio... 3

Il Canale dei Navicelli...3

L’Area Costiera...4

La golena nel Parco...5

Migliarino San Rossore Massaciuccoli...5

Il Fiume Arno e la sua golena da Pisa alla foce...8

Analisi criticita’ e potenzialita’ del tratto fluviale dalla citta’ alla foce... 9

Normativa vigente in materia di tutela di acque pubbliche...9

Dati dimensionali dell’ attività nautica e servizi...11

Le infrastrutture...11

INTRODUZIONE ALLO SCENARIO TENDENZIALE... 12

Conclusioni...17

Riprendendo il manifesto del progetto “le Vie d’acqua“La sponda sinistra dell’Arno dall’Incile alla foce paesaggi in trasformazione tra città e parco “Scenario tendenziale: navigabilità del tratto fluviale dalla Città alla Foce.... 17

LE VIE D’ACQUA: ESPERIENZE IN ITALIA E IN EUROPA ...18

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LABORATORIO del PAESAGGIO della PROVINCIA DI PISA

LE VIE D’ACQUA – Paesaggio in trasformazione tra città e Parco

Scenario tendenziale: navigabilità del tratto fluviale dalla Città alla Foce.

Premessa

Il Progetto LAB.net plus Rete transfrontaliera per la valorizzazione dei paesaggi e delle identità locali. L’obbiettivo del progetto propone di sviluppare la collaborazione e favorire la creazione di reti del territorio per la promozione e la valorizzazione di paesaggi quali espressione delle identità e delle culture locali.

Le azioni previste riguardano la messa a punto di iniziative che nel tempo possono essere ulteriormente alimentate e aggiornate; i destinatari delle azioni di progetto sono gli amministratori, i tecnici locali, i progettisti e gli operatori attivi nell’ambito del paesaggio e del recupero del patrimonio storico, le popolazioni del territorio coinvolto ecc.

La Provincia di Pisa in qualità di patner partecipa al progetto LAB.net attivando un laboratorio di studio che rappresenta un interessante riflessione di natura propriamente geografica orientata sui diversi ruoli che il fiume Arno assume all’interno dell’identità territoriale cittadina.

In una prima fase di studio abbiamo, analizzato il tema dei Paesaggi Urbani della costa e del contesto produttivo dei navicelli; il progetto strategicamente rilevante per il contesto paesaggistico e ambientale, promuove lo studio di un circuito d’acqua navigabile, formato dal Canale dei Navicelli, la fascia costiera e l’asta del Fiume Arno (dalla foce alla città di Pisa), collocato prevalentemente nell’ambito territoriale del Parco Regionale MSRM. Il progetto intende analizzare le criticità e le valenze di questo ambito al fine di attivare un laboratorio di studio e riflessione propositivo, che definisca un quadro di riferimento per progetti di sviluppo locale sostenibile possibili.

In una seconda fase di studio abbiamo approfondito il tema del fiume Arno nel suo rapporto con la città; il fiume dalla città alla foce come paesaggio e come produttore di culture, che “sconvolge le città, ma può riconciliare gli uomini con le proprie paure e con la consapevolezza delle proprie fragilità”.

Si tratta quindi di un progetto articolato e complesso che mira ad elaborare linee guida a supporto delle Amministrazioni locali per la definizione di azioni congiunte nell’ambito della valorizzazione dei paesaggi, del corretto inserimento paesaggistico dei nuovi interventi dei progetti di sviluppo locale

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Inquadramento area di studio

L’area di studio analizza l’area pianeggiante in sinistra idrografica dell’ Arno, che si estende fino al confine livornese. Il territorio di forma trapezoidale confina a sud - ovest con la città di Pisa, a nord è delimitata dal fiume Arno, ad est dal Canale dei Navicelli e a ovest dal mare Tirreno. Ad esclusione dei centri abitati di Marina di Pisa, Tirrenia e San Piero a Grado, frazioni del Comune di Pisa, il territorio ricade nella giurisdizione dell’Ente Parco.

Gli studi svolti nella prima fase del Laboratorio hanno analizzato le relazioni di questo ambito con le vie d’acqua. Le analisi desunte dal quadro conoscitivo del Piano Territoriale di Coordinamento, dalla banca dati del SIT, dal Piano Urbanistico di Pisa e da studi recenti e appositamente redatti dai tecnici del Parco , sono evidenziate in tre Tavole denominate : Le Fragilità D’Acqua , Le Infrastrutture Storiche , Il Sistema degli Insediamenti Storici e in ulteriori tre Tavole che illustrano lo stato attuale del paesaggio e della pianificazione urbanistica : Sintesi dei Valori Paesaggistici , ScenarioTendenziale e Scenario di Discussione Circuito Navicelli Arno Costa.

Dalla lettura delle tavole tecniche risalta il dato riguardante il nuovo sistema infrastrutturale. Dal dopoguerra le strade hanno di fatto sostituito le vie d’acqua. Il Viale D’Annunzio assume il ruolo di viabilità principale tra Pisa e Marina di Pisa che proseguendo con il Viale del Tirreno costituisce il collegamento lungo costa con Tirrenia e Livorno. Altro collegamento è costituito dalla strada Pisorno che collega Tirrenia con San Piero a Grado. In passato la linea tranviaria (dismessa negli anni 50’) collegava Pisa a Livorno attraversando Marina di Pisa e Tirrenia.

Di seguito si analizzano le componenti dell’area di studio: Il canale dei Navicelli, L’area Costiera, Il Fiume Arno e la sua golena e Il Parco

Il Canale dei Navicelli

Ha costituito per secoli una importante via d’acqua di collegamento tra la città di Pisa e Livorno.

Costruito intorno agli anni 1519-1574 sotto Cosimo dei Medici e fin dalla sua realizzazione esso costituiva la fonte principale per il trasporto di merci. L’etimologia della parola Navicelli deriva dai navigli utilizzati per il trasporto merci. Il canale era collegato al fiume Arno attraverso l’incile ubicato in sponda sud, in prossimità dell’attuale ponte della Cittadella, ed era caratterizzato dall’edificio della Dogana d’acqua al fine di controllare le merci che provenivano dal porto franco.

L’attuale tracciato fu realizzato intorno al 1911 e a partire dalla fine della seconda guerra mondiale ha subito una notevole perdita di traffico navale adibito al trasporto merci; solo a partire dal 1980 si rincominciato a parlare di una nuova attività legata alla nautica. Il vecchio Canale dei Navicelli, oggi classificato idrovia, è largo 35 metri ed ha un pescaggio di 3,50 metri per cui possono navigare natanti con stazza fino a 1.200 tonnellate, lunghezza massima di 90 metri, pescaggio fino a 2,60 metri e con velocità non superiore a 6 nodi. Il Canale ha un andamento rettilineo per 6 miglia da Pisa alla curva dello Scolmatore al quale si affianca piegando ad angolo retto verso il mare, per poi confluire nello stesso canale tra Calambrone e il Porto di Livorno L'accesso al mare avviene attraverso il porto livornese a stretto contatto della Darsena Toscana e dell'antica Torre del Marzocco.

Oggi il canale è gestito dalla società pubblica Navicelli Spa , che si occupa di curare la logistica degli insediamenti industriali presenti e dello sviluppo del canale stesso; il suo sviluppo è legato alla realizzazione di una nuova foce a mare indipendente dal porto di Livorno e alla realizzazione di un nuovo incile ubicato in prossimità del ponte del CEP ( è di questi giorni la firma del protocollo per la realizzazione del nuovo incile);

Il progetto dell’incile è finalizzato a ricollegare il Canale dei Navicelli con il Fiume Arno; tale connessione permetterà così di mettere in relazione i cantieri navali, ubicati lungo il Canale ed in

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particolare quelli siti nella Darsena Pisana, con le attività legate alla diportistica presenti in Golena d’Arno, favorendo così uno sviluppo integrato.

Lungo il canale oggi insistono cantieri navali che produco imbarcazioni da diporto di media e grande dimensione, inoltre sono presenti altre attività produttive sempre legate alla nautica per la produzione di grossa carpenteria metallica e serbatoi che, grazie alla vicinanza della via d'acqua, possono trasportare i grossi manufatti fino al porto di Livorno.

Il Canale dei Navicelli riveste inoltre una notevole importanza per la base militare di Campo Darby a Tombolo, costituendo una componente determinante per i traffici della base.

L’Area Costiera

Gli abitati lungo la costa di Tirrenia e Marina di Pisa occupano una fascia omogenea e continua di territorio posta tra la pineta e il mare. Tirrenia nasce negli anni ’30 come luogo di villeggiatura e si sviluppa secondo l’urbanistica dell’epoca in un disegno regolare. Contemporaneamente lungo il litorale si costruiscono le colonie di Calambrone, in puro stile razionalista. Nel dopo-guerra il processo di sviluppo legato alla sua connotazione turistica, dà impulso alla nuova edificazione nella parte di pineta situata tra la strada costiera e la ex linea ferro - tranviaria.

Marina di Pisa sorta alla fine dell’800 come stazione balneare è progettata secondo una griglia di isolati regolari, interrotti da piazze circolari e rettangolari. Proprio a Marina di Pisa, lungo la naturale linea di costa è in fase di realizzazione il Porto turistico.

Il litorale pisano è soggetto al naturale ed evidente fenomeno di erosione, tanto da essere costantemente monitorato.

L’area ricade nell’ambito del Parco regionale di MSRM è connotata dai tracciati e dai manufatti idraulici della Bonifica del secolo scorso. Al suo interno permangono caratteri di forte naturalità sia vegetazionale che faunistica (Riserva Naturale di Cornacchiaia ) e zone ancora allagate. Sentieri e percorsi ciclabili lungo i fossi e i canali rendono compatibilmente fruibile questo territorio.

Una parte consistente del Parco è occupata dalla base americana di Campo Darby e dall’area militare CISAM.

Con la riqualificazione dell’area di Calambrone è in fase di realizzazione il terzo polo del litorale pisano , ubicato nella fascia situata tra la pineta e il tracciato dell’ex tranviaria.

Il terzo Polo comprende sia il recupero delle ex Colonie, sia un nuovo intervento urbano residenziale - turistico – ricettivo e commerciale.

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La golena nel Parco

Migliarino San Rossore Massaciuccoli

La protezione degli habitat e delle specie naturali ancora presenti sulle zone di costa, dopo che l’espansione edilizia ha introdotto forti modifiche in tali aree, è stato uno degli obiettivi primari, per Regioni e Stato, nella politica di protezione della natura.

La Regione Toscana, già negli anni settanta, ha istituito su aree di costa i suoi due primi parchi:

quello della Maremma 1 e Migliarino San Rossore Massaciuccoli 2,cui ha fatto seguito l’istituzione del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e di numerose aree naturali protette di livello locale. La firma dell’”Accordo per un Santuario dei mammiferi marini nel mar Mediterraneo”3, comunemente conosciuto come istituzione della riserva dei cetacei4, è un importante elemento di completamento della politica di protezione, pur nella sua specificità5individuando il mare come l’elemento di continuità tra le varie aree protette di costa.

Elemento di rilievo in questo sistema è il Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, situato sulla costa settentrionale della Toscana, a cavallo delle province di Pisa e di Lucca, “cuore verde” di un’area fortemente antropizzata, tanto che negli anni Ottanta la Regione Toscana l’aveva individuata come area metropolitana. Il parco e i suoi strumenti hanno perciò sempre dovuto ricercare un corretto equilibrio tra conservazione della natura e presenza d’insediamenti e d’attività antropiche che, già prima dell’istituzione del parco, si erano inserite tra le aree caratterizzate da una maggiore naturalità.

La golena d’Arno è uno degli elementi più rappresentativi di tale situazione: la sua riva destra (il lato nella Tenuta di San Rossore) è libero dalla presenza antropica, gli argini sono in terra e la vegetazione vi nasce e cresce spontaneamente, la riva sinistra è interessata da presenza d’insediamenti con attività che nel loro insieme costituiscono un rilevante polo ricreativo ed economico.

L’Arno, che entra nel parco dal ponte del CEP e vi resta sino alla foce, costituisce uno degli elementi che avevano portato l’architetto Pier Luigi Cervellati, nella sua relazione al Piano del Parco 6, a coniare la dizione di “Parco delle acque” e a prevedere , nel piano l’utilizzo della fitta rete di canali, dei fiumi e del mare per la navigazione nel parco e dal parco.

1 L.R. 5 giugno 1975 n. 65.

2 L.R.13 dicembre 1979 n,61.

3 Accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco siglato a Roma il 25 novembre 1999. Ratificato con legge 11 ottobre 2001, n. 391

4 “Il Santuario è costituito da zone marittime situate nelle acque interne e nei mari territoriali della Repubblica francese, della Repubblica italiana e del Principato di Monaco, nonché dalle zone di alto mare adiacenti. I suoi limiti sono i seguenti:

ad ovest, una linea che va dalla punta Escampobariou (punta ovest della penisola di Giens: 43°01’70”N, 06°05’90”E) a Capo Falcone, situato sulla costa occidentale della Sardegna (40°58’00”N, 008°12’00”E);

ad est, una linea che va da Capo Ferro, situato sulla costa nord orientale della Sardegna (41°09’18”N, 009°31’18”E) a Fosso Chiarone, situato sulla costa occidentale italiana (42°21’24”N, 011°31’00”E)” (art. 3 Accordo).

5 L’accordo vuole “garantire uno stato di conservazione favorevole dei mammiferi marini proteggendoli, insieme al loro habitat,dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane”.

6B.U.R.T. 21 dicembre 1979 n. 71, parte prima.

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Il fiume Arno, il canale navigabile dei Navicelli e il mare costituiscono un interessante sistema da valorizzare per la navigazione e le attività ad essa collegate, purchè compatibili con la ricchezza dell’assetto naturale del parco.

Il Piano del Parco ipotizzava perciò la riapertura dell’Incile così da collegare il canale dei Navicelli al mare, tramite l’Arno, prevedendo l’utilizzo della darsena pisana per ospitare le attività cantieristiche di maggior peso.

Il circuito nautico poteva essere utilizzato per visitare il parco, attraverso alcuni pontili opportunamente localizzati lungo i corsi d’acqua che permettevano di alternare la visita in barca con la visita a piedi, e con la possibilità di usufruire di alcuni servizi.

L’attuazione di tali progetti ancora deve scontare la non adeguatezza dei corsi d’acqua, mentre la situazione della golena d’Arno è stata oggetto di particolare attenzione da parte dei piani. Per la golena, l’indirizzo è stato quello di mantenere la naturalità della riva destra e di mettere ordine sulla riva sinistra, sulla quale gli insediamenti si sono sommati nel tempo senza alcuna programmazione.

Il Piano del Parco 7individua la golena sinistra dell’Arno come area di recupero edilizio ed urbanistico, indicando con ciò che non si tratta di un territorio naturale, ma di un’area interessata da insediamenti.

Il primo Piano di Gestione delle Tenute di Tombolo e di Coltano8 prevedeva il riordino delle attività esistenti con interventi finalizzati al recupero urbanistico ed edilizio delle aree ove sono insediate attività d’approdo, turistiche, sociali e ricreative, unitamente all’uso pubblico d’ampie zone golenali e alla realizzazione di una pista ciclabile ottenuta con l’arretramento di tutte le recinzioni fronteggianti il Viale D’Annunzio. Le motivazioni che hanno impedito l’attuazione delle previsioni sono principalmente esterne al piano stesso, in particolare: il divieto di realizzare manufatti nelle golene dei fiumi (Regio Decreto25 luglio 1904 n. 523 “Testo unico sulle opere idrauliche”); il vincolo stradale del Viale D’Annunzio. Le recenti normative per prevenire il rischio idraulico, e la complessa situazione inerente la proprietà dell’area e le concessioni della zona demaniale. Lo stesso primo Piano di Gestione conteneva elementi poco chiari, che non sono emersi soprattutto per la sostanziale non attuazione del Piano stesso per le motivazioni sopra evidenziate. Ma la normativa specifica contenuta nel Primo Piano di Gestione ha prodotto tre effetti importanti:

fare il punto sulle attività esistenti nel 1994 in golena d’Arno,

riconoscere in uno strumento di piano9 per la prima volta l’esistenza di tali attività, introdurre un meccanismo per rispondere ad un ‘esigenza di posti barca (pontili mobili).

Tali elementi hanno avuto un certo peso nelle decisioni che sono state prese negli anni di vigenza del P.d.G. in particolare per inquadrare il problema all’interno dl contenzioso tra concessionari e Organi Statali.

Il Secondo Piano di gestione delle tenute di Tombolo e di Coltano10, ha come obiettivi per la golena sinistra dell’Arno:

il miglioramento delle condizioni di deflusso delle acque in periodi di piena;

il miglioramento del livello di sicurezza;

il miglioramento dell’aspetto paesaggistico:

il raggiungimento di una maggiore fruibilità pubblica;

lo svolgimento delle attività compatibili;

7 Deliberazione del Consiglio regionale della Toscana n. 515 del 12.12.1989.

8 Deliberazione del Commissario del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli n. 89 del 31 dicembre 1994 n.89.

9 Il Piano territoriale (o piano per il Parco) ha definito l’area della Golena d’Arno come zona di recupero edilizio ed urbanistico, rilevandone le caratteristiche di scarsa naturalità. Il Piano di Gestione, avendo valore di piano particolareggiato definisce le attività urbanisticamente compatibili.

10 Deliberazione del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli n.18 del 10.5.2002.

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l’area della golena è suddivisa, per le finalità delle presenti norme in tre sottozone:

- unità di servizio nautico e ricreativo;

- altri manufatti;

- area a verde.

Il Piano si prefigge di garantire la funzione principale della golena che è difesa idraulica, senza penalizzare le attività di servizio nautico e ricreativo che sono presenti e spesso caratterizzano l’area. Per questo alla suddivisione in tre zone corrispondono normative ben diverse.

Le unità di servizio nautico e ricreativo sono individuate in uno specifico elaborato di analisi. In queste zone sono ammessi interventi tesi a qualificare le strutture di approdo esistenti censite. Il Piano si prefigge il mantenimento delle attività ammettendo gli adeguamenti necessari per il corretto svolgimento in sicurezza dell’attività, ma ricercando nello stesso tempo una maggiore sicurezza idraulica, con soluzioni più adeguate, di quelle esistenti, a permettere il deflusso delle acque dell’Arno anche in caso di piena. Sono perciò ammessi interventi tesi a qualificare le strutture di approdo censite.

Le aree a verde dovranno svolgere la funzione principale di difesa dalle acque, e potranno essere liberamente fruite. Si prevede perciò la rimozione dei manufatti di qualsiasi natura esistenti, ed anche di eventuali sistemazioni a terra che ne abbiano alterato la naturalità. Nella fascia lungo il Viale D’Annunzio è prevista una pista ciclabile, da realizzare con particolari tipologie di pavimentazione a basso impatto ambientale e paesaggistico, su sottofondo drenante.

Sui manufatti regolarmente esistenti è ammessa la ristrutturazione con riorganizzazione funzionale interna.

Data la funzione principale di deflusso delle acque in Golena, non sono ammessi nuovi manufatti anche a carattere temporaneo o semplicemente appoggiati sul terreno con unica eccezione per la realizzazione di opere pubbliche previo parere obbligatorio vincolante dell’autorità preposta al deflusso dell’acqua dell’Arno.

Il problema da affrontare è quello di inserire le possibilità offerte dal Piano di Gestione all’interno di un quadro di conoscenza dei fenomeni idraulici e di previsione degli eventi così che la riqualificazione prevista dal Piano possa trovare effettiva attuazione.

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Il Fiume Arno e la sua golena da Pisa alla foce

L’Arno attraversa la città di Pisa trasversalmente da Est a Ovest, per una lunghezza di circa 16 Km, dividendo la città in nord e sud. Il fiume oltrepassa la città dopo il ponte sull’Aurelia, fluendo all’interno dello scenario naturalistico del Parco Regionale Migliarino san rossore Massaciuccoli.

Dal punto di vista culturale e naturalistico il fiume riveste un ruolo importante per l’ecosistema e le sue tracce archeologiche che rimandano alle attività dei renaioli, dei navicellai, dei pescatori e di approdi e di scali facenti parte dello storico sistema portuale. L’Arno ha avuto pertanto un ruolo di vita attivo e di navigazione nei secoli passati.

Dall'esame della Carta dei Sistemi Idraulici si può notare che l'asta dell'Arno corre per tutto il territorio del Comune di Pisa all'interno di una fascia golenale di prima pertinenza fluviale. L'Arno nei pressi di Cisanello, al margine nord-orientale del Comune di Pisa, forma un'ampia ansa. In questo tratto il fiume è pensile rispetto alla pianura ed ha una larghezza di circa 80-100 m. La fascia golenale all'interno della quale scorre il fiume è più ampia sul lato destro.

La golena raggiunge la massima larghezza nei pressi di Putignano (circa 350 metri nel tratto più largo) e si restringe bruscamente fino a diventare totalmente assente nel tratto che attraversa la città di Pisa. In corrispondenza dell'entrata dell'Arno nel tratto urbano (poco prima del Ponte della Vittoria) l'asta fluviale presenta una curva molto accentuata. L'unico apporto di acque che riceve l'Arno nell'ambito del territorio comunale è rappresentato dal Canale Demaniale di Ripafratta, che in passato svolgeva un ruolo di collegamento d’acqua tra Pisa e Lucca attraverso il Serchio.

Dopo il Ponte dell'Aurelia, oltrepassata la città riprende la fascia golenale fino allo sbocco in mare interrompendosi in sponda destra a circa 2,5 Km prima della foce.

Il fiume tra la città ed il mare si presenta oggi con due identità predefinite : una realtà è individuata nell’ambito dalla golena del Fiume Arno in riva sinistra, caratterizzata da un attività economica e sociale che si è sviluppata nel tempo, in modo incontrollato e in gran parte abusiva legata alla attività della cantieristica, del rimessaggio e della diportistica con strutture e attrezzature precarie.

L’altra realtà è rappresentata dalla golena in riva destra dell’Arno che interessa il Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, libera dalla presenza antropica e dove la vegetazione nasce e cresce in maniera spontanea.

Il Porto Turistico di Marina di Pisa (nell’ex area della motofides), in fase di costruzione si sviluppa su un'area di circa 210.000 mq prevede la realizzazione di 475 posti barca e infrastrutture residenziali, commerciali e ricettive. Il nuovo Porto Turistico rappresenta un importante opera di riqualificazione e un contributo per il turismo e per la nautica da diporto, che con l’auspicata navigabilità del fiume consentirà l’accesso diretto alla città di Pisa.

Il processo di riqualificazione urbanistica in atto, evidenzia con maggior risalto il contrasto tra la nuova configurazione dell’area del porto e il tratto del fiume che ne rappresenta l’ingresso alla città. Un disegno di riqualificazione complessiva non può prescindere dalla necessità di conseguenti opere di riqualificazione della golena che non possono limitarsi a puntuali interventi (banchine, ormeggi), ma devono estendersi al più vasto concetto di parco fluviale che abbracci le strutture esistenti estendendosi al parco urbano fluviale delle Piagge, che riqualificherebbe l’area nella sponda sud e darebbe un maggiore impulso allo sviluppo di attività legate al fiume.

Inoltre la navigabilità di questo tratto fluviale implica in primo luogo un intervento strutturale alla foce, che elimini i problemi di insabbiamento della foce e quelli legati alla scarsa profondità dei fondali per consentire il passaggio di barche.

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Analisi criticita’ e potenzialita’ del tratto fluviale dalla citta’ alla foce

Il laboratorio della Provincia di Pisa ha approfondito lo studio sul fiume Arno, nel tratto che va dalla città e oltre fino alla foce, con un interesse particolare sulla golena in riva sinistra.

Argomento che sta suscitando grande dibattito nell’hinterland pisano, contestualmente alla riapertura dell’incile e alla realizzazione del Porto di Marina di Pisa, in quanto elementi di cerniera propedeutici alla realizzazione del circuito d’acqua navigabile. Un sistema di collegamento circolare che rinnova il legame storico di Pisa con l’acqua e offre prospettive di sviluppo economico sia in relazione all’industria nautica , sia a quella turistica.

Le sponde del fiume hanno assunto nel tempo ruoli distinti: mentre la riva destra assolve alla sua funzione idraulica e paesaggistica, la riva sinistra è caratterizzata dalle attività di rimessaggio e da insediamenti ricreativi, abitativi, commerciali, ecc.

I tratti fluviali dei Lungarni, delle Piagge e del Viale D’Annunzio sono sottoposti a vincolo paesaggistico L. 1407/39 (rispettivamente DM 12.11.62, DM 3.3.1960, D.M.12.6.1956 ) che ne salvaguarda i contenuti, gli scorci panoramici e i punti di vista fluviali.

In particolare per quanto riguarda il Viale D’Annunzio la norma di inedificabilità dispone che tra il viale e l’Arno vi sia una fascia di 60 mt dall’asse del viale lato sinistro fino alla via della Vettola, e di 60 mt tra il Viale e la ferrovia nel tratto oltre via della Vettola.

Il Piano di Gestione del Parco definisce la golena come Approdo Turistico, dando indicazioni sul numero delle imbarcazioni ammissibili e norme per la riqualificazione dei rimessaggi.

Nonostante i vincoli di inedificabilità e di tutela fluviale e le norme urbanistiche dei piani a vari livelli, lo scenario lungo la sponda sinistra fluviale si presenta visibilmente alterato. Gli accessi al fiume sono delimitati da recinzioni private o dalla vegetazione e lungo il Viale D’Annunzio vi sono barriere continue che precludono l’accesso e la visibilità al fiume.

Le questioni da affrontare sono molteplici, e in particolare riguardano l’inalienabile ruolo idraulico e naturalistico del fiume, e la sua pericolosità idraulica anche in relazione alle recenti direttive regionali. In tal senso la golena ha la funzione di accogliere e trattenere le acque in caso di piena.

Altra difficoltà di ordine burocratico riguarda il numero di enti che ne regolano la giurisdizione.

Infatti se con la Legge 91/98 la Regione Toscana ha affidato alle Province le competenze idrauliche, altri aspetti normativi riguardanti l’ambiente, l’urbanistica e il paesaggio sono affidati ad altri enti.

Nel 2008 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra Ente Parco, Regione Toscana, Provincia di Pisa, Comune di Pisa, Autorità di Bacino, Soprintendenza, CNA e ASCOM con l’’intento di snellire le procedure e pervenire ad una pianificazione e programmazione unitaria.

Normativa vigente in materia di tutela di acque pubbliche

La golena sinistra del fiume Arno, nel tratto tra il limite della città e la foce (lungo il Viale d’Annunzio), presenta un quadro normativo e vincolistico complesso, dettato dalla compresenza di vincoli e competenze diverse.

L’attuale disciplina per la tutela delle acque pubbliche e delle opere idrauliche, coinvolge molteplici interessi quali: la difesa delle acque e delle opere idrauliche, utilizzazione delle acque, polizia idraulica.

L’estratto di mappa illustrato, rappresenta la situazione dei vincoli presenti nell’area:

- la fascia verde, delimita l’attuale perimetrazione del demanio idrico;

- la prima linea dall’alto rappresenta il vincolo dalla sponda, disciplinato dal RD 523 del 1904 ( approvazione del testo unico delle leggi sulle opere idrauliche);

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- la seconda linea retta rappresenta il vincolo stradale, disciplinato dal codice della strada, (fascia di rispetto della strada Provinciale Viale d’Annunzio, che coincide con l’argine che delimita la golena);

- le parti in rosso rappresentano gli edifici esistenti.

Ai sensi del RD 523 per “Opera idraulica”si intendono le opere realizzate entro o intorno a un corso d’acqua sia per la difesa dei terreni circostanti sia per la regimazione del corso d’acqua medesimo.

Il Testo Unico, tenuto conto della importanza del regime delle acque, affida alla Pubblica Amministrazione, (allora Ministero dei lavori Pubblici), oggi Amministrazione Provinciale, il compito di vigilare sulle acque pubbliche, e di adottare i relativi provvedimenti necessari, ad evitare la realizzazione di opere anche private, ed a eliminare situazioni, sulle opere, che possano ostacolare e compromettere in qualsiasi modo il buon regime idraulico. L’art. 1 del RD stabilisce che al Governo è affidata la suprema tutela delle acque pubbliche e l’ispezione sui relativi lavori; l’art 2 al riguardo stabilisce che spetta all’Autorità Amministrative statuire e provvedere, anche in caso di contestazione, sulle opere, atti e fatti che possono avere relazione con il buon regime delle acque pubbliche. Oggi a seguito della legge Galli n 36 del 1994 tutte le acque sono considerate pubbliche. L’obbiettivo delle norme del RD 523 è quello di assicurare la ragione pubblicistica delle acque demaniali ai diversi usi e per assicurare il loro libero deflusso, oltre a garantire la sicurezza idraulica dei territori interessati nei riguardi delle pubbliche incolumità. La normativa disciplina le opere, i lavori, e gli atti vietati in modo assoluto sulle acque pubbliche, gli alvei, argini, sponde e loro accessori. In particolare il divieto riguarda l’impossibilità di realizzare costruzioni e scavi ad un a distanza inferiore a 10 metri dagli argini e dai cigli di sponda, e di impiantare alberi, siepi od eseguire movimenti del terreno ad una distanza inferiore a 4 metri dagli stessi limiti sull’area.

Di seguito vengono evidenziate le sezioni altimetriche relative alle distanze minime da rispettare per le varie tipologie di interventi ( RD 523/1904).

L’inderogabilità delle norme estese a tutti i corsi d’acqua, spesso contrasta con la realtà, specialmente di fronte a situazioni tipo la presenza di insediamenti industriali o attività produttive lungo i corsi d’acqua, ( quasi sempre costruite negli anni 60, quindi già in presenza del vincolo di inidificabilità sancito dal RD 523), che non hanno e non possono ottenere la legittimità edilizia.

La golena sinistra del fiume rappresenta una situazione analoga a quella decritta, in questa area naturalmente destinata allo smaltimento delle piene del fiume, nel corso degli anni vi si sono insediate abitazioni, attività ricreative, commerciali e produttive, (quasi esclusivamente collegate alla nautica da diporto), che occupando di fatto parte della zona di espansione delle piene, determinano un possibile rischio idraulico per Pisa, e contrastano con i vincoli di inedificabilità e con le norme di salvaguardia del PAI adottato dall’Autorittà di bacino del Fiume Arno.

Le problematicità idrauliche connesse agli aspetti urbanistici e ambientali dell’area, hanno fatto scaturire l’esigenza di un piano di riqualificazione della golena, attraverso la sottoscrizione nel 2008 di un protocollo di intesa tra gli Enti coinvolti: la Regione toscana(per la navigabilità in acque interne e per il Piano Regionale dei Porti e degli approdi), il Comune, il Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, (per gli aspetti urbanistici e ambientali), la Provincia (per la tutela dei corsi d’acqua pubblica e per la tutela della fascia di rispetto della strada Provinciale Viale d’Annunzio, che coincide con l’argine che delimita la golena, - codice della strada), e le principali organizzazioni di categoria delle attività produttive (CNA e ASCOM). Recentemente alla sottoscrizione dell’intesa si sono unite l’Autorità di Bacino del Fiume Arno e la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per il patrimonio storico artistico ed antropologico .

L’estratto di mappa di seguito riportato evidenzia la localizzazione di alcuni edifici e attività rispetto alla zona di vincolo.

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Dati dimensionali dell’ attività nautica e servizi

Di seguito vengono evidenziati i dati relativi alle attività operanti nel settore della nautica, presenti lungo la Golena del Fiume Arno, tali dati risultano estrapolati da una indagine condotta qualche anno fa.

Dati dimensionali sulle attività da diporto:

- oltre 50 imprese operanti nell’attività della nautica, nelle quali sono attivi circa 200- 250 operatori (motoristi, falegnami, tappezzieri, meccanici, velai, fabbri, resinatori, cromatori ecc..), provenienti da Pisa, Cascina, Livorno,Viareggio; il numero degli addetti aumenta sensibilmente nel periodo estivo;

- attività ricreative, di ristorazione, sportive, circoli e residenze private;

circa 3000 imbarcazioni di ogni tipo (gommoni, peschereggi, imbarcazioni di servizio a remi, derive a vela) gravitano nell’ambito fluviale

- 2000 punti di attracco per imbarcazioni di oltre 5mt di cui 400 a vela;

- 3500 posti barca per il turismo nautico e la nautica da diporto;

- 38 approdi;

I servizi ad oggi offerti dalle imprese insediate sul fiume spazia dal semplice approdo, al rimessaggio invernale, ai rifornimenti, all’assistenza tecnica agli interventi di riparazione e restauro.

Le infrastrutture

La principale infrastruttura stradale, di collegamento diretto tra la città e Marina di Pisa è rappresentata dal Viale D’Annunzio che costeggia la golena del fiume nel tratto dalla città ( Ponte del CEP) alla foce. Il Viale D’Annunzio, noto come Viale di Marina, venne realizzato contemporaneamente alla fondazione di Bocca d’Arno e poi di Marina di Pisa, negli anni 1870, costituisce non solo una infrastruttura di trasporto, ma anche un segno paesaggistico forte che rafforza quello del fiume con le sue golene. Essendo stato realizzato mediante estensione, in sezione, del rilevato arginale, il Viale ha però la caratteristica di essere molto prossimo al fiume, definendo in questo modo una dimensione di golena molto variabile. Questa condizione determina grandi difficoltà nelle manovre di sosta o anche di ingresso dei veicoli nell’area golenale.

Il Viale D’annunzio ai sensi del Codice della Strada è classificato come strada di tipo C strada extra urbana secondaria, e pertanto soggetta ad una fascia di pertinenza di 30 m , misurata dal confine strdale;

Il tratto fluviali del Viale D'Annunzio (è vincolato paesaggisticamente con apposito decreto (D.M.12.6.1956) che ne salvaguarda i contenuti, gli scorci panoramici e i punti di vista fluviali. Il provvedimento contiene specifiche prescrizioni di inedificabilità . La norma di inedificabilità dispone che tra il viale e l'Arno vi sia una fascia di 60 mt dall'asse del viale lato sinistro fino alla via della Vettola, e di 60 mt tra il Viale e la ferrovia nel tratto oltre via della Vettola.

Dunque uno dei limiti maggiori alla sostenibilità dell’uso intensivo della golena sta proprio nella difficile soluzione nei confronti del problema di mobilità e sosta e, in un piano generale di

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riqualificazione quale quello cui si sta lavorando, questi elementi non possono non essere considerati.

Attualmente, molti Enti lavorano attorno a quella che è stata definita la piattaforma logistica costiera, per mettere a sistema le dotazioni infrastrutturali del territorio: aeroporto, porto, interporto di Guasticce, rete stradale e ferroviaria, navigabilità dell’Arno, circuito di vie d’acqua interno. Questa area per la complessità delle infrastrutture ha bisogno di essere monitorata e regolamentata.

INTRODUZIONE ALLO SCENARIO TENDENZIALE

Nonostante l’Arno, nel tratto dalla foce alla città, continui ad essere navigato, dal punto di vista normativo ancora non risulta “navigabile”.

La legge regionale n.66 del 2009 per la navigazione delle acque interne, e il protocollo di intesa sottoscritto nel 2008 dai vari Enti interessati, rappresentano una importante occasione per questo tratto di fiume; la Provincia Pisa, si è impegnata a procedere nella definizione delle condizioni di navigabilità del fiume, pur con le incertezze legate agli aspetti della copertura finanziaria

dell’intervento.

L'asta dell'Arno, permette di godere da un punto di vista nuovo i diversi volti di Pisa mettendoli in collegamento tra loro: il parco urbano delle Piagge, il centro storico, il parco di San Rossore - Migliarino - Massaciuccoli fino ad arrivare al mare. Il progetto di navigazione è stato avviato su un primo tratto e limitatamente ai confini del Comune di Pisa con la certezza che avrebbe col tempo ricompreso gli altri Comuni confinanti (com'è effettivamente accaduto) e con la speranza che potesse essere il primo passo verso la realizzazione della navigabilità del fiume e dello sviluppo del turismo fluviale.

Il progetto, analizza un ambito territoriale caratterizzato da forti contraddizioni, nel rapporto conflittuale fra l’uomo e la natura; luogo cruciale di scontri, dove: alla salvaguardia delle tutele paesaggistiche, storico culturali, idrauliche delle sponde e dell’argine, delle diverse competenze degli Enti territoriali (Regione, Soprintendenza e Autorità di Bacino, Provincia e Comune), si sovrappongono forme di degrado urbanistico – edilizio, il permanere di manufatti e attività da regolarizzare, attrattive e interessi sociali culturali e economici (tra i quali il costruendo porto, il canale dei navicelli, i servizi legati alla nautica).

La riqualificazione e valorizzazione del corso del fiume rappresentano un interessante laboratorio per una riflessione di natura propriamente geografica orientata sui diversi ruoli che il fiume assume all’interno dell’identità territoriale cittadina: “striscia verde” o “parco urbano”, asse di scorrimento, elemento di valorizzazione della prospettiva architettonica, immagine identitaria per il marketing turistico-territoriale, luogo di ricreazione, opera di difesa idraulica ecc. Si cercherà di leggere il caso della città di Pisa e del suo fiume in chiave di identificazione tipologica delle categorie che declinano il rapporto fiume-città, rendendo dunque il caso di studio utile per una riflessione più allargata su queste complesse tematiche.

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Lo studio e l’approfondimento delle problematiche in atto su questo ambito territoriale, fanno emergere un possibile scenario tendenziale; l’obbiettivo del laboratorio, in questa fase, si prefigge di attivare un tavolo di confronto partecipato, agli Enti, alle associazioni e ai cittadini del territorio, nel quale discutere il prefigurasi del possibile scenario di riqualificazione e di riappropriazione del rapporto tra città e fiume.

La modalità di intervento di riqualificazione fluviale integrata del tratto del fiume Arno deve scaturire dalla combinazione di interventi di bonifica/riqualificazione fluviale primaria che segua un percorso predefinito, con una dimensione meramente conservativa e di tutela naturalistica che cognughi e integri la città, con il contesto dei luoghi, con la natura, con l’intenzione di conservazione/valorizzazione. Da questa analisi scaturiscono le linee guida utili alla definizione di intervento:

• una Bonifica delle fasce spondali inquinate e trasformazione in parchi pubblici;

• un incremento dei bacini di esondazione liberi da ostacoli antropici, sviluppo delle attività di monitoraggio e controllo delle fasi di piena, consolidamento degli argini in erosione per ridurre i danni potenziali dei fenomeni alluvionali;

• Potenziamento del trasporto fluviale turistico con battelli sull’Arno e delle attività sportive remiere su alcuni tratti idonei del fiume;

• Riqualificazione e risanamento delle aree spondali di proprietà pubblica; risanamento delle fasce spondali pubbliche e private di maggior interesse;

• Utilizzo di tecniche e materiali con presupposti di basso impatto e di compatibilità ambientale (bonifiche, ingegneria naturalistica, recupero, rinaturazione di ambiti potenzialmente favorevoli, gestione naturalistica della flora e fauna spontanea, utilizzo di stabilizzanti per piste ciclabili, riduzione al minimo dei fattori di impermeabilizzazione dei terreni,ecc.) anche con la predisposizione di cantieri sperimentali modello (es:sponda Po parco del Meisino);

• prevedere l’inserimento dell’area nel più ampio assetto del Parco Fluviale attraverso il recupero delle aree degradate lungo il percorso dell’Arno dalla foce al Giardino Scotto, attraverso: il ripristino dei valori architettonici, monumentali e paesaggistici, che ridefinendo gli accessi ed i percorsi di collegamento; creazione di un percorso verde continuo, pedonale e ciclabile dalla foce all’area delle Piagge, divenendo così la naturale prosecuzione del Lungarno andando ad integrarsi con il Viale delle Piagge e con il sistema di verde presente attraverso il collegamento con passerelle sull’Arno.

• Gestione differenziata delle future aree verdi;

• disciplinare il sistema della navigabilità e del il corretto ed equilibrato inserimento delle strutture di supporto recuperando e riqualificando le strutture esistenti e integrando con il contesto del fiume e del parco urbano.

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• Favorire le attività del tempo libero affiancano le attrezzature sportive di nuova realizzazione che mettono a sistema quelle già esistenti.

riqualificazione del fiume Arno quale porto canale mediante il ripristino e potenziamento della navigabilità, la riorganizzazione delle attività connesse, il riesame della riqualificazione delle invarianti della golena d’Arno in una nuova visione di trasformazione, che riesca a restituire una possibile soluzione progettuale in grado di coniugare la compatibilità ambientale, infrastrutturale, economica.

La sponda sinistra nel tratto compreso tra la città di Pisa e la sua foce, è sede da decenni di una serie di attività operanti nel settore dei servizi di supporto alla nautica, in particolare di rimessaggio, manutenzione e di alaggio e ormeggio. La golena d’Arno, nella sua discontinuità paesaggistica, conserva tuttora potenzialità ambientali, benché le sponde dell’argine siano degradate, (anche per la localizzazione di attività non legittimate); la valenza naturalistica di quest’area caratterizzata dalla presenza del parco, dovrebbe ricondurre la pianificazione verso forme di salvaguardia delle tutele presenti, per costituire un parco continuo ricucendo il rapporto tra città e fiume;

Un disegno di riqualificazione complessiva non può prescindere dalla necessità di una visione più complessa di rigenerazione urbana, che vada oltre le conseguenti opere di riqualificazione della golena, non potendo limitare l’attenzione a puntuali e sporadici interventi (banchine, ormeggi, punti di approdo,ecc.), ma deve estendersi al più vasto concetto di progetto complesso e integrato richiamando gli effetti territoriali e spaziali che il progetto stesso genera e diffonde oltre l’ambito puntuale; da qui lo scenario di un parco fluviale, che recuperando la naturalità del contesto, riqualifichi e integri le strutture esistenti e in progetto nei lungarni in un abbraccio di continuità e integrazione con la città, e con il parco urbano fluviale delle Piagge per proseguire verso le aree circostanti;

Dunque la tutela paesaggistica è il concetto chiave di cerniera tra tutela dell’ambiente e sviluppo urbano, la quale si estrinseca in tre dimensioni:

• criterio di continuità: tra il fiume e le aree adiacenti

• criterio della naturalità: forma, materiali e volumi devono essere compatibili con la caratteristica di naturalità del fiume e soddisfare i criteri più moderni di architettura del paesaggio.

• criterio della fruibilità: la scelta di costruire un sistema di relazioni lungo l’asse dell’Arno.

Il parco fluviale trova i suoi perni di connessione con la città esistente attraverso il collegamento con gli itinerari culturali lungo il fiume, l’accesso all’area a parco naturale con la creazione di un punto ricettivo foresteria biblioteca tematica e spazio museale del parco, cui viene restituito un vasto spazio aperto circostante e che viene riallacciato trasversalmente alla città riaprendone l'antico viale Dannunzio d'accesso, creando un asse di relazione tra il mare il fiume e la città.

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SCENARIO TENDENZIALE

Lo scenario proposto ha per oggetto la previsione di navigabilità del Fiume dalla città alla foce, che comporterà la trasformazione di questo tratto di fiume in porto fluviale. La Regione Toscana attraverso il Piano Regionale Integrato Infrastrutture e Mobilità dichiarerà la navigabilità del fiume. La dichiarazione di navigabilità dovrà comportare la redazione di un Portolano (manuale di navigazione interna) e la realizzazione di opportuna segnaletica per la messa in sicurezza della navigazione. Attraverso il Portolano si dovranno regolare le diverse possibilità di approdo, il tipo di accoglienza, la sosta prenotata, l’approvvigionamento idrico e i servizi disponibili, dove poter effettuare eventuali manutenzioni, posti di ristoro ecc. Tutto ciò permetterà la redazione di un piano per la nautica in un ottica di salvaguardia e di presidio paesaggistico, con indici e regole precise per l’uso di strutture compatibili al contesto, la previsione di infrastrutture tecniche, ormeggi a norma ecc.

L’individuazione di una autorità a cui affidare la gestione e il coordinamento delle infrastrutture potrà comportare una revisione del Piano di gestione del Parco che detterà norme finalizzate a risolvere l’attuale precarietà delle attività presenti sulla sponda sinistra.

Il porto Turistico, oggi in fase di realizzazione dovrebbe essere l’elemento qualificante che si pone come porta di accesso alla città.

Lo scenario prevede la possibilità di individuare punti di accessibilità e di affaccio al fiume, in quanto oggi non vi sono possibilità di fruibilità e di vedute. Questi punti potranno essere individuati attraverso le strutture oggi esistenti e attraverso una riqualificazione che potrà svilupparsi con attività culturali (mostre, dibattiti, concerti) - sportive (scuole di vela ecc.) ricreative, sociali, turistiche (ristorazione bar ecc).

Il collegamento al Parco è senz’altro un punto qualificante degli interventi: viene previsto un collegamento ciclo-pedonale tra le due sponde con la Basilica di S. Piero a Grado e Cascine Nuove (Parco), un pontile di attacco per le imbarcazione con possibilità di accesso al Parco anche attraverso il fiume, la realizzazione di centro informazioni e prenotazione per le visite, un punto turistico ricreativo e un centro congressi-convegni ecc.(già esistente)

Con la realizzazione dell’Incile (accordo già concluso e inizio lavori a breve scadenza), opera idraulica di fondamentale importanza oltre a completare il collegamento mare- fiume-canale, al fine di sviluppare le attività legate alla cantieristica e alla nautica da diporto (rimessaggio, manutenzione e costruzione di imbarcazioni da diporto), è auspicabile lo “sfruttamento”, anche ai fini turistico-naturalistici (vedi la parte terminale del Parco con la riserva della Cornacchia). Quindi l’obiettivo è quello di valorizzare il canale e i suoi dintorni creando così un vero e proprio circuito d’acqua. Si prevede la realizzazione di una banchina per la sosta per le imbarcazioni che vogliono accedere al Canale dei Navicelli attraverso l’Incile, o di accesso alla città e con l’individuazione di un punto informazioni.

Altra questione fondamentale nell’ambito dello scenario è la parte relativa alla mobilità la riqualificazione del viale D’Annunzio, oggi unico sistema di collegamento lungo il fiume. Lo

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sviluppo delle attività dei rimessaggio e la presenza di attività economiche e ricreative sportive ha creato una domanda sempre più crescente di aree di sosta lungo l’attuale viabilità (viale D’Annunzio oggi ben lontano dal concetto di passeggiata lungo il fiume e di visuale) e nell’ambito degli spazi vuoti in golena, creando allo stesso tempo problematiche di messa in sicurezza dovute anche dal notevole flusso veicolare. L’ipotesi progettuale prevede una riqualificazione ambientale dello stesso viale e la creazione di un collegamento alternativo città-mare sul tracciato del vecchio sedime tranviario, con le seguenti ipotesi alternative:

• metropolitana di superficie;

• pista ciclabile;

• viabilità alternativa nuova al viale, sempre utilizzando il vecchio sedime e riqualificando il viale D’Annunzio come pista ciclo-pedonale.

La navigabilità del fiume con la stesura di un adeguato Portolano regolerebbe gli attracchi con le imbarcazioni fino alla città e proseguendo verso Riglione e Caprona permetterebbe di collegarsi al complesso monumentale della Certosa di Calci e la Pieve di S. Giulia. Per riappropriarsi dell’antica relazione tra il fiume e la città, riteniamo necessario attivare un nuovo circuito pedonale su due quote distinte: una a livello acqua creando una passeggiata di riva e l’altra a livello città sui Lungarni. Per realizzare tale circuito è stata ipotizzata la realizzazione di nuove discese a carattere stagionale (da Maggio a Settembre per non interferire con il regime idraulico) in aggiunta alle poche attuali discese (P.zza S. Paolo a Ripadarno, Roncioni, Renaioli, Lungarno Buozzi, le piagge ecc). Lungo la passeggiata di riva si prevede la realizzazione di nuovi punti di attracco pubblico, nuove attività commerciali, ricettive, punti informazione e sosta per la nautica da diporto anche notturna, ecc. Riappropriarsi della riva del fiume mediante la qualificazione della stessa Si crea pertanto l’opportunità di vivere il fiume passeggiando sui lungarni con indicazione delle varie attrattive culturali mediante la realizzazione di itinerario turistico e museale incentivando una sosta in città al di fuori dei comuni canoni turistici.

LO SCENARIO TENDENZIALE CHE COSA COMPORTA?

Ad oggi il fiume non e’ un valore aggiunto ma un valore mancato e il prefigurato scenario tendenziale nel dare impulso all’economia locale nel rispetto dei valori paesaggistici ambientali, deve risolvere: il complesso quadro normativo, costituito dalla compresenza delle diverse competenze degli Enti (con competenze dai confini non sempre perfettamente definiti).

Utilizzare le “buone pratiche” non significa ignorare le salvaguardie imposte dai vincoli presenti, ma bensì di chiarire e semplificare il quadro normativo in un unico testo normativo, come quello maggiormente auspicato di Piano regolatore Portuale.

L’obbiettivo è quello di determinare con il concordo delle diverse autorità e Enti una norma di carattere urbanistico con cui stabilire la funzione di questa parte di territorio, determinare quali manufatti e con quali caratteristiche sono compatibili e utili a tali funzioni, come chiarire le destinazioni dei manufatti esistenti e soprattutto avere nel complesso uno strumento di governo del territorio che sia efficace, razionale e trasparente. Uno strumento che guardi al futuro e che tenga conto della bellezza naturale dell’Arno e delle sue sponde, consapevoli che proprio questa

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bellezza rappresenta il più importante valore aggiunto per lo sviluppo delle attività legate alla nautica e al diporto.

E’ chiaro che in assenza di una “norma ponte”che dia la solida opportunità di riqualificare, risanare, ristrutturare e di investire e consolidare imprese e posti di lavoro, ci siano poche opportunità di sviluppo dello scenario tendenziale. Secondo la sentenza 19813 delle Sez. unite della corte suprema di Cassazione, sembrerebbe possibile, (con la predisposizione di una norma anche urbanistica) derogare alle prescrizioni imposte dal RD 523/1904 vincolo di sicurezza idraulica.

Alla luce dei piani di coordinamento dei porti e degli approdi turistici della Toscana (del 27 febbraio 1992 n. 258, della LR 68 dell’11 agosto del 1997 e della LR n.66 del 2009 sulla navigazione delle acque interne) è possibile concretizzare la funzione economica e sociale delle attività di rimessaggio in golena D’Arno.

Conclusioni

Riprendendo il manifesto del progetto “le Vie d’acqua“La sponda sinistra dell’Arno dall’Incile alla foce paesaggi in trasformazione tra città e parco “Scenario tendenziale:

navigabilità del tratto fluviale dalla Città alla Foce.

L’obiettivo di questo laboratorio è quello di elaborare le opzioni progettuali insieme ai partecipanti: attraverso la condivisione dei valori irrinunciabili.

riqualificare il fiume in città significa:

• ripristinare la qualità degli spazi mediante azioni di bonifica paesaggistica (garantendo così la continuità spaziale del fiume);

• lavorare sugli interstizi, con attenzione al rendere gli interventi come punti di una maglia capace di interconnettersi non solo spazialmente, ma anche idealmente (continuità virtuale);

• utilizzare le categorie del “design naturale” (attenzione alle forme contro una visione eccessivamente funzionalista o razionalista dell’oggetto architettonico). La forma ha infatti un suo significato comunicativo e in grado di ridare senso di appartenenza al territorio(la coerenza formale);

• collocare gli interventi in immagini di territorio, di città , immagini di luogo contestualizzando sempre di più le singole azioni di progetto e inserendole in un progetto di comunità territoriale (la coerenza territoriale)

Da limite e margine urbano da integrare a vettore di simboli e deposito di storia da riattivare, il fiume si riscopre elemento ordinatore degli equilibri urbani.

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LE VIE D’ACQUA: ESPERIENZE IN ITALIA E IN EUROPA

La navigabilità fluviale, rappresenta sempre più una valida modalità di trasporto, non solo turistico- fluviale, che permette di ammirare visuali di paesaggio da prospettive nuove, che rispetto ai circuiti più moderni di comunicazione, privilegia il rapporto con le bellezze ambientali, naturalistiche.

La sequenza di immagini fotografiche, di seguito illustrate, evidenzia le diverse esperienze di navigabilità fluviale interna in Italia e in Europa;

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Provincia di Pisa Dario Franchini Elena Tognoni Sabrina Arusa Sergio Viti

Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli Sergio Paglialunga

Regione Toscana Cinzia Gandolfi Sandro Ciabatti

Consulenti Regione Toscana Filippo Boschi

Massimo Angrilli Rocco Corrado Valentina Ridolfi

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Riferimenti

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