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La cheratite da

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Academic year: 2021

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La cheratite da Acanthamoeba (AK) rappresenta una sfida interessante tanto per il clinico quanto per il microbiologo. Si tratta di un’entità clinica grave, con partenza localizzata all’epitelio corneale e successiva formazione di ulcere con danno stromale ingravescente. La difficoltà clinica sta nel sospettare la patologia e nel riuscire a coglierne gli aspetti caratterizzanti. Ciò non è sempre facile, dato che nelle fasi iniziali la AK ha una clinica sovrapponibile a quella di altri tipi di cheratite. La difficoltà per il microbiologo risiede nella gestione del campione, e nell’allestimento dei test diagnostici. Il tempo è fattore cruciale. Il microbiologo deve trovare strategie atte a velocizzare il processo diagnostico e a ottenere risultati clinicamente validi, data la gravità della AK e dato che, spesso, il quesito diagnostico viene posto in fasi già avanzate di malattia. Lo scopo di questo lavoro è quello di illustrare il percorso della diagnostica delle AK nella SOD microbiologia e virologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, con un modello di integrazione clinico-laboratoristica.

E’ nata l’esigenza di creare un “filo diretto” tra microbiologo e oculista al fine di indirizzare l’iter diagnostico correttamente, evitando analisi ridondanti e sprechi di materiale. L’obiettivo è l’allestimento di un percorso per la gestione delle AK e la diagnostica rapida e sostenibile da un punto di vista economico.

Su tutti i pazienti sui quali sussiste un sospetto di AK vengono eseguite la PCR home made e l’esame colturale parassitologico; sui campioni positivi, a posteriori, viene eseguita genotipizzazione molecolare a fini epidemiologici.

Secondo i dati riportati in letteratura i casi di AK sono sottostimati, a causa delle difficoltà diagnostiche loro correlate. Dal momento in cui è iniziata questa stretta collaborazione tra microbiologia e oculistica, è emerso come anche nella nostra area l’AK nei pazienti portatori di lenti a contatto non rappresenta una patologia rara, bensì un’entità clinica da considerare, sospettare, diagnosticare e trattare precocemente.

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