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Capitolo 4 - Analisi del rischio illuminotecnico

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 4 - ANALISI DEL RISCHIO ILLUMINOTECNICO

Sulla base dei fattori di rischio illuminotecnico descritti nel capitolo 2, considerati i casi di studio individuati nell’Ospedale “Felice Lotti” di Pontedera, si è proceduto con: l’analisi del rischio illuminotecnico, il rilievo degli ambienti oggetto di studio, la caratterizzazione degli ambienti di illuminazione esistenti, le misure in situ di illuminamento e luminanza.

4.1 - RILIEVO DEGLI AMBIENTI OGGETTO DI STUDIO

Gli ambienti oggetto di studio sono elencati nel seguito (cfr. Capitolo 3, Paragrafo 3.2): 1. Camera di degenza della U.O. Ortopedia e Traumatologia (Padiglione H);

2. O.B.I. a due posti letto (Padiglione H);

3. Corridoio del Centro Trasfusionale (Padiglione I); 4. Corridoio di connessione dei Padiglioni H - F - I; 5. Centro accoglienza (Padiglione L);

6. Laboratorio di analisi chimico-cliniche - Gestione strumento ADVIA 2400 (Padiglione I); 7. Laboratorio di analisi chimico-cliniche - Postazione VDT (Padiglione I);

8. Sala operatoria della chirurgia ambulatoriale (Padiglione I); 9. Ambulatorio della U.O. Endoscopia (Padiglione I).

4.1.1 - SCHEMI PLANIMETRICI

Attraverso la documentazione fornita dalla U.O. Nuove Opere e Manutenzione Immobili (U.O.M.I.N.O.) sono state rielaborate le planimetrie dei Padiglioni e dei locali oggetto di studio. In particolare le planimetrie dei locali oggetto di studio sono riportate nell’Allegato B In Tab.4.1, per ciascun locale esaminato, è indicata la superficie calpestabile in pianta e l’esposizione delle superfici finestrate nei casi di interesse.

4.1.2 - APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ESISTENTI

In Tab.4.2 sono indicati, per ciascun locale, gli apparecchi di illuminazione e le lampade esistenti. Anche in questo caso è stata utilizzata la documentazione fornita dalla U.O. Nuove Opere e Manutenzione Immobili (U.O.M.I.N.O.) e completata con verifiche in situ. In Tab.4.2 sono riportati in particolare il tipo di apparecchio, le caratteristiche essenziali della lampada (o delle lampade) installate, il numero di apparecchi esistenti o installati nel locale, la

potenza complessiva P (W) installata nel locale e infine la potenza per unità di superficie. Le schede con i dati tecnici degli apparecchi sono riportate nell’Allegato C. Il numero totale

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di apparecchi, considerando gli apparecchi per l’illuminazione di emergenza e le postazioni di lavoro, è pari a 15 per i 9 locali: si constata un’eccessiva diversificazione di apparecchiature per quanto riguarda la tipologia, la marca e il modello.

Tab.4.1) - Elenco dei locali oggetto di studio

ID LOCALE SUPERFICI (m2) ALLEGATO B TAV. n° P a v im e n to S o ff it to S u p e rf ic ie P a re ti la te ra li v e rt ic a li o p a ch e T o ta le o p a ca V e tr a ta

1 Degenza Ortopedia (camera 11-12) 20,7 20,7 57,7 99,1 3,8 B.4 2 O.B.I. a due posti letto (letto 3-4) 21,4 21,4 63,3 106,1 4,6 B.4 3 Corridoio Centro Trasfusionale 79,2 79,2 172,2 330,6 _ B.3 4 Corridoio connessione Padiglioni H - F - I 176,7 176,7 412,6 766 6,4 B.3

5 Centro Accoglienza 351,5 391,3 394,1 1136,9 259 B.1

6

Laboratorio di analisi chimico-cliniche (Gestione strumento ADVIA 2400)

233 233 243 709 _ B.1

7

Laboratorio di analisi chimico-cliniche

(Postazione VDT) 233 233 243 709 _ B.1

8 Sala operatoria Chirurgia Ambulatoriale 31,3 31,3 85,5 147,7 _ B.2

9 Ambulatorio Endoscopia 31,3 31,3 85,5 147,7 _ B.2

Tab.4.2) - Elenco degli apparecchi di illuminazione (e lampade) installati per ciascun locale (segue)

ID LOCALE TIPO APPARECCHIO E LAMPADA

POTENZA COMPLESSIVA INSTALLATA (W) POTENZA PER UNITA’ DI SUPERFICIE (W/m2) FLUSSO LUMINOSO TOTALE (lm) 1 Degenza Ortopedia (camera 11-12)

Apparecchio da incasso (lampade fluorescenti compatte)

292 12,4 23000

Testaletto (lampade tubolari fluorescenti)

2

O.B.I. a due posti

letto (letto 3-4) Come ID. 1 Come ID.1 Come ID.1 Come ID.1

3 Corridoio Centro Trasfusionale

Apparecchio da incasso (lampade fluorescenti compatte)

(3)

92

Tab.4.2) - Elenco degli apparecchi di illuminazione (e lampade) installati per ciascun locale

ID LOCALE TIPO APPARECCHIO E LAMPADA

POTENZA COMPLESSIVA INSTALLATA (W) POTENZA PER UNITA’ DI SUPERFICIE (W/m2) FLUSSO LUMINOSO TOTALE (lm) 4 Corridoio connessione Padiglioni H - F - I

Apparecchio da incasso (lampade fluorescenti compatte)

1186 6,7 82400

Apparecchio da incasso (lampade tubolari fluorescenti)

Apparecchio con montaggio a parete (lampade fluorescenti compatte)

5 Centro

Accoglienza

Apparecchio sospeso a soffitto (lampade alogenuri metallici)

4188 11,9 394800

Apparecchio con montaggio a colonna (lampade alogenuri metallici)

Apparecchio sospeso tra le colonne (lampade tubolari fluorescenti) 6 Laboratorio di analisi chimico- cliniche (Gestione strumento ADVIA 2400)

Apparecchio da incasso (lampade tubolari fluorescenti) 3132 13,4 280800 7 Laboratorio di analisi chimico- cliniche (Postazione VDT)

Come ID.6 Come ID.6 Come ID.6 Come ID.6

8

Sala operatoria Chirurgia Ambulatoriale

Apparecchio da incasso (lampade tubolari fluorescenti)

788 25,2 101040

Lampada scialitica (lampada a scarica nel gas)

9 Ambulatorio

Endoscopia Come ID.8 718 22,9 80670

4.1.3 - MISURE DI ILLUMINAMENTO E LUMINANZA

Sono state effettuate misurazioni in situ dei valori di illuminamento e di luminanza con i relativi strumenti di misura: luxmetro e luminanzometro portatili, messi a disposizione dal Laboratorio di Illuminotecnica e Acustica dell’Università di Pisa. Le caratteristiche degli strumenti di misura utilizzati sono riportate nell’Appendice B. Per i vari casi esaminati le griglie di misura sono riportate nelle figure dei paragrafi seguenti. Si procede individuando

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93

con precisione le superfici per le quali deve essere valutato l’illuminamento medio. Per esempio considerando il compito visivo svolto dal medico che opera un paziente disteso

sul letto operatorio la superficie di lavoro coinciderà con il piano del letto stesso, per il personale che si sposta all’interno di un corridoio o uno spazio connettivo sarà la superficie effettiva entro la quale il soggetto può spostarsi infine, per il personale che lavora al videoterminale con la scrivania della postazione VDT.

Effettuato il rilievo geometrico delle varie superfici di lavoro e del posizionamento degli apparecchi di illuminazione, si è provveduto a creare una griglia di misura regolare, preferibilmente a maglia quadrata (nel caso di griglie a maglia rettangolare il rapporto tra lato lungo e lato corto della maglia deve essere compreso tra 0,5 e 2), i cui nodi corrispondono ai punti di misura. La lunghezza massima del lato della maglia (p) può essere determinata utilizzando la relazione (v. UNI EN 12464-1):

d

p

=

0

,

2

5

log

con d (m) dimensione del lato maggiore della superficie (nel caso in cui il rapporto tra il lato maggiore e il lato minore della superficie sia inferiore a 2) oppure dimensione del lato minore della superficie (in tutti gli altri casi). Il numero minimo di punti di misura in relazione a valori tipici delle dimensioni della maglia (d, p) è indicato in Tab.4.3 ( v. UNI EN 12464-1).

Tab.4.3) - Dimensioni della griglia di misura e numero minimo di punti di misura

Nel predisporre la griglia di misura è opportuno escludere una fascia perimetrale di profondità pari a 0,5 m rispetto alle pareti perimetrali dell’ambiente in esame, a meno che non vi siano compiti visivi specifici svolti proprio in quella fascia. Nei casi più semplici è ammesso scegliere un numero minimo di punti di misura in funzione della dimensione maggiore della superficie da analizzare.

(5)

94

4.2 - VERIFICA DEI FATTORI DI RISCHIO ILLUMINOTECNICO

In premessa al seguente paragrafo, nella Tab.4.4 sono riepilogati i fattori di rischio significativi valutati per ciascun locale oggetto di studio.

Si noti che per i locali aventi le stesse caratteristiche verranno valutati solo i fattori che si discostano da quelli precedentemente calcolati. Le verifiche relative all’illuminazione di emergenza non saranno oggetto di valutazione poiché di competenza della U.O.M.I.N.O.

Tab.4.4) - Fattori di rischio per ciascun locale

FATTORI DI RISCHIO D e g e n za O rt o p e d ia (c a m e ra 1 1 -1 2 ) O .B .I . a d u e p o st i le tt o (l e tt o 3 -4 ) C o rr id o io C e n tr o T ra sf u si o n a le C o rr id o io c o n n e ss io n e P a d ig li o n i H F I C e n tr o A cc o g li e n za La b o ra to ri o d i a n a li si ch im ic o -c li n ic h e ( G e st io n e st ru m e n to A D V IA 2 4 0 0 ) La b o ra to ri o d i a n a li si ch im ic o -c li n ic h e (P o st a zi o n e V D T ) S a la o p e ra to ri a C h ir u rg ia A m b u la to ri a le A m b u la to ri o E n d o sc o p ia Illuminamento in relazione al compito visivo _ Uniformità di illuminamento in

relazione al compito visivo _

Illuminazione dell’ambiente di

lavoro _ _

Rapporti di luminanza

nell’ambiente di lavoro _ _

Disponibilità di luce naturale

nell’ambiente di lavoro _ _ _ _ _

Abbagliamento dovuto agli

apparecchi di illuminazione _

Caratteristiche delle lampade _ _

Illuminazione di emergenza _ _ _ _ _ _ _ _ _

Colorazione/Finitura delle superfici che delimitano

l’ambiente di lavoro

_

Manutenzione degli apparecchi

di illuminazione _ _ _

Disposizione degli apparecchi di

illuminazione _ _

Indice di efficienza energetica

(6)

95

4.2.1 - CAMERA DI DEGENZA DELLA U.O. ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA

Nel presente paragrafo sono riportati i risultati delle verifiche dei fattori di rischio illuminotecnico inerenti la camera di degenza (letto 11-12) della U.O. Ortopedia e Traumatologia (cfr. Tab.4.4).

Illuminamento in relazione al compito visivo

Effettuando misure su tutti i nodi della griglia, l’illuminamento medio (Em) sulla superficie

analizzata può essere ricavato come media aritmetica delle misure effettuate utilizzando la relazione: N E E i N i m 1 = ∑ = (1)

dove N rappresenta il numero totale dei nodi ed Ei l’illuminamento misurato sul generico

nodo i-esimo. Se si effettuano misure a campione solamente su alcuni nodi della griglia (punti di misura) occorre individuare sulla superficie delle zone per le quali è possibile prevedere, in base alla disposizione degli apparecchi di illuminazione, livelli di illuminamento omogenei. In tal caso è possibile ricavare l’illuminamento medio (Em) sulla superficie

analizzata come media pesata delle misure effettuate con le aree delle differenti zone individuate, utilizzando la relazione:

tot j j m M j m S S E E ⋅ ∑ = =1 ,

dove M rappresenta il numero totale delle zone individuate, Em,j l’illuminamento medio

calcolato secondo la relazione (1) sulla zona j-esima, Sj l’area della zona j-esima, Stot l’area

totale della superficie esaminata. Si riportano per il locale in esame le superfici individuate (v. Tab.4.5).

Tab.4.5) - Camera di degenza: superfici

ID SUPERFICIE DESCRIZIONE AREA SUPERFICIE (m2)

S0 Ingresso della camera 2,9

S1 Zona di passaggio degli utenti e del personale medico 8,2 S2 Spazio compreso tra il letto 11 e le pareti perimetrali 2,2 S3 Spazio compreso tra il letto 11 e il letto 12 2,1 S4 Spazio compreso tra il letto 12 e le pareti perimetrali 1,7

S5 Piano di lavoro costituito dal letto 11 1,8

(7)

96

Nell’individuazione degli scenari illuminotecnici attuabili nella camera di degenza sono state effettuate misure in 5 scenari diversi (v. Tab.4.6).

Tab.4.6) - Camera di degenza: scenari

ID SCENARIO DESCRIZIONE

1 Solo luce generale accesa

2 Luce generale ed illuminazione indiretta dai testa letto

3 Luce generale, illuminazione indiretta dai testa letto e luci di lettura 4 Luce naturale con tendaggio chiuso

5 Luce naturale con tendaggio aperto

Si riportano le rappresentazioni grafiche dei rilievi effettuati in sede di sopralluogo. Si evidenzia che nei primi tre scenari non si tiene conto della luce naturale poiché la finestra

è stata completamente oscurata. Al contrario negli scenari 4 e 5 le misure sono state effettuate soltanto con l’apporto della luce naturale sia con la tenda chiusa (scenario 4) che aperta (scenario 5).

Il calcolo dell’illuminamento medio è stato eseguito per ogni scenario illuminotecnico suddividendo il locale in zone omogenee, specificate di volta in volta.

(8)

97 SCENARIO 1 – Solo luce generale accesa

Le misure sono realizzate a 20 cm da terra, si ottiene (v. Fig.4.1): lx EmS 95 3 41 97 146 1 , = + + = ; Em,S2 =46lx; Em,S3 =48lx; Em,S4 =24lx; da cui si ricava l’illuminamento medio sulla superficie:

(

) (

) (

) (

)

(

+ + +

)

= ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ = 4 3 2 1 4 3 2 1 , 2 , 3 , 4 1 , S S S S S E S E S E S E Em mS mS mS mS

(

) (

) (

) (

)

(

)

72lx 100lx 7 , 1 1 , 2 2 , 2 2 , 8 7 , 1 24 1 , 2 48 2 , 2 46 2 , 8 95 < = + + + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ =

Applicando le misure a circa 90 cm da terra, ovvero al piano di lavoro coincidente con la superficie del letto, si ottiene (v. Fig.4.1):

lx lx EmS 63 300 2 77 50 5 , = < + = ; EmS 43lx 300lx 2 47 39 6 , = < + = ;

Applicando le misure a circa 170 cm da terra, misurate sulle pareti perimetrali verticali, si ottiene (v. Fig.4.1): lx lx Em,P1 =37 <300 ; EmP 67lx 300lx 3 17 108 75 2 , = < + + = ;

In Fig.4.1 sono indicate le superfici descritte con le griglie e i punti di misura e le misure di illuminamento sulle pareti perimetrali verticali.

(9)

98

SCENARIO 2 – Luce generale ed illuminazione indiretta dai testaletto

Applicando le misure a 20 cm da terra, secondo le suddette equazioni si ottiene (v. Fig.4.2): lx EmS 182 3 115 210 220 1 , = + + = ; Em,S2 =160lx; Em,S3=195lx; Em,S4 =104lx; da cui si ricava l’illuminamento medio sulla superficie:

(

) (

) (

) (

)

(

+ + +

)

= ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ = 4 3 2 1 4 3 2 1 , 2 , 3 , 4 1 , S S S S S E S E S E S E Em mS mS mS mS

(

) (

) (

) (

)

(

)

171lx 100lx 7 , 1 1 , 2 2 , 2 2 , 8 7 , 1 104 1 , 2 195 2 , 2 160 2 , 8 182 > = + + + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ =

Applicando le misure a circa 90 cm da terra, ovvero al piano di lavoro coincidente con la superficie del letto, si ottiene (v. Fig.4.2):

lx lx EmS 231 300 2 243 219 5 , = < + = ; EmS 207lx 300lx 2 207 207 6 , = < + = ;

Applicando le misure a circa 170 cm da terra, misurate sulle pareti perimetrali verticali, si ottiene (v. Fig.4.2): lx lx Em,P1 =198 <300 ; EmP 151lx 300lx 3 56 223 173 2 , = < + + = ;

In Fig.4.2 sono indicate le superfici descritte con le griglie e i punti di misura e le misure di illuminamento sulle pareti perimetrali verticali.

(10)

99

SCENARIO 3 – Luce generale, illuminazione indiretta dai testaletto e luci di lettura

Applicando le misure a 20 cm da terra, secondo le suddette equazioni si ottiene (v. Fig.4.3): lx EmS 234 3 143 280 280 1 , = + + = ; Em,S2 =226lx; Em,S3 =310lx; Em,S4 =152lx; da cui si ricava l’illuminamento medio sulla superficie:

(

) (

) (

) (

)

(

+ + +

)

= ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ = 4 3 2 1 4 3 2 1 , 2 , 3 , 4 1 , S S S S S E S E S E S E Em mS mS mS mS

(

) (

) (

) (

)

(

)

234lx 100lx 7 , 1 1 , 2 2 , 2 2 , 8 7 , 1 152 1 , 2 310 2 , 2 226 2 , 8 234 > = + + + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ =

Applicando le misure a circa 90 cm da terra, ovvero al piano di lavoro coincidente con la superficie del letto, si ottiene (v. Fig.4.3):

lx lx EmS 381 300 2 348 415 5 , = > + = ; EmS 315lx 300lx 2 280 350 6 , = > + = ;

Applicando le misure a circa 170 cm da terra, misurate sulle pareti perimetrali verticali, si ottiene (v. Fig.4.3): lx lx Em,P1 =238 <300 ; EmP 180lx 300lx 3 70 263 207 2 , = < + + = ;

In Fig.4.3 sono indicate le superfici descritte con le griglie e i punti di misura e le misure di illuminamento sulle pareti perimetrali verticali.

(11)

100

SCENARIO 4 - Luce naturale con tendaggio chiuso (tendaggio azzurro di pesantezza media)

In Fig.4.4 sono indicate le superfici descritte con le griglie e i punti di misura rilevati in data 21/11/2011 alle ore 11:00 e in data 13/05/2013 alle ore 14:40.

Fig.4.4) - Suddivisione in zone omogenee camera di degenza - scenario 4: ore 11:00 (sinistra), ore 14:40 (destra)

Dalle misure effettuate in data 21/11/2011 alle ore 11:00, applicando le misure a 20 cm da terra, si ottiene (v. Fig.4.4):

lx EmS 64 3 130 40 21 1 , = + + = ; Em,S2 =20lx; Em,S3 =24lx; Em,S4 =280lx; da cui si ricava l’illuminamento medio sulla superficie:

(

) (

) (

) (

)

(

+ + +

)

= ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ = 4 3 2 1 4 3 2 1 , 2 , 3 , 4 1 , S S S S S E S E S E S E Em mS mS mS mS

(

) (

) (

) (

)

(

)

77lx 100lx 7 , 1 1 , 2 2 , 2 2 , 8 7 , 1 280 1 , 2 24 2 , 2 20 2 , 8 64 < = + + + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ =

Applicando le misure a circa 90 cm da terra, ovvero al piano di lavoro coincidente con la superficie del letto, si ottiene (v. Fig.4.4):

lx lx E EmS mS 63 300 2 91 35 6 , 5 , = < + = =

(12)

101

Dalle misure effettuate in data 13/05/2013 alle ore 14:40, applicando le misure a 20 cm da terra, si ottiene (v. Fig.4.4):

lx EmS 500 3 110 190 1200 1 , = + + = ; Em,S2 =1950lx; Em,S3=130lx; Em,S4 =80lx; Em,S0 =45lx; da cui si ricava l’illuminamento medio sulla superficie:

(

) (

) (

) (

) (

)

(

+ + + +

)

= ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ = 4 3 2 1 0 4 3 2 1 0 , 1 , 2 , 3 , 4 0 , S S S S S S E S E S E S E S E Em mS mS mS mS mS

(

) (

) (

) (

) (

)

(

)

522lx 100lx 7 , 1 1 , 2 2 , 2 2 , 8 9 , 2 7 , 1 80 1 , 2 130 2 , 2 1950 2 , 8 500 9 , 2 45 > = + + + + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ =

Applicando le misure a circa 90 cm da terra, ovvero al piano di lavoro, si ottiene (v. Fig.4.4): lx lx E EmS mS 225 300 2 150 300 6 , 5 , = < + = =

Applicando le misure a circa 150 cm da terra, misurate sulle pareti perimetrali, si ottiene (v. Fig.4.4):

lx lx

(13)

102 SCENARIO 5 – Luce naturale con tendaggio aperto

In Fig.4.5 sono indicate le superfici descritte con le griglie e i punti di misura rilevati in data 21/11/2011 alle ore 11:00 e in data 13/05/2013 alle ore 14:40.

Fig.4.5) - Suddivisione in zone omogenee camera di degenza - scenario 5: ore 11:00 (sinistra), ore 14:40 (destra)

Dalle misure effettuate in data 21/11/2011 alle ore 11:00, applicando le misure a 20 cm da terra, si ottiene (v. Fig.4.5):

lx EmS 331 3 430 400 163 1 , = + + = ; Em,S2 =142lx; Em,S3 =173lx; Em,S4 =465lx; da cui si ricava l’illuminamento medio sulla superficie:

(

) (

) (

) (

)

(

+ + +

)

= ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ = 4 3 2 1 4 3 2 1 , 2 , 3 , 4 1 , S S S S S E S E S E S E Em mS mS mS mS

(

) (

) (

) (

)

(

)

294lx 100lx 7 , 1 1 , 2 2 , 2 2 , 8 7 , 1 465 1 , 2 173 2 , 2 142 2 , 8 331 > = + + + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ =

Applicando le misure a circa 90 cm da terra, ovvero al piano di lavoro, si ottiene (v. Fig.4.5): lx lx E EmS mS 787 300 2 1254 320 6 , 5 , = > + = =

(14)

103

Dalle misure effettuate in data 13/05/2013 alle ore 14:40, applicando le misure a 20 cm da terra, secondo le suddette equazioni si ottiene (v. Fig.4.5):

lx EmS 1273 3 500 920 2400 1 , = + + = ; Em,S2 =3050lx; Em,S3 =870lx; Em,S4 =410lx; Em,S0 =260lx; da cui si ricava l’illuminamento medio sulla superficie:

(

) (

) (

) (

) (

)

(

+ + + +

)

= ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ = 4 3 2 1 0 4 3 2 1 0 , 1 , 2 , 3 , 4 0 , S S S S S S E S E S E S E S E Em mS mS mS mS mS

(

) (

) (

) (

) (

)

(

)

1194lx 100lx 7 , 1 1 , 2 2 , 2 2 , 8 9 , 2 7 , 1 410 1 , 2 870 2 , 2 3050 2 , 8 1273 9 , 2 260 > = + + + + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ + ⋅ =

Applicando le misure a circa 90 cm da terra, ovvero al piano di lavoro, si ottiene (v. Fig.4.5): lx lx E EmS mS 1500 300 2 750 2250 6 , 5 , = > + ≡ =

Applicando le misure a circa 150 cm da terra, misurate sulle pareti perimetrali, si ottiene (v. Fig.4.5):

lx lx

(15)

104

Si riportano le foto della camera di degenza negli scenari descritti (v. Fig.4.6).

(a) (b) (c) (d) (e)

Fig.4.6) - Camera di degenza nelle condizioni dei 5 scenari

Fig.4.6a) - Camera di degenza: scenario 1 Fig.4.6b) - Camera di degenza: scenario 2 Fig.4.6c) - Camera di degenza: scenario 3 Fig.4.6d) - Camera di degenza: scenario 4 Fig.4.6e) - Camera di degenza: scenario 5

(16)

105

Uniformità di illuminamento in relazione al compito visivo

L’illuminazione degli ambienti interni, in particolare gli ambienti di lavoro, deve risultare uniforme in modo da ridurre le differenze fra i valori medio e minimo dell’illuminamento sul piano di lavoro considerato e, più in generale, nell’ambiente di lavoro (ovvero sul piano di riferimento preso per esempio a circa 10 ÷ 20 cm dal piano del pavimento).

L’uniformità di illuminamento (U0) sul piano di lavoro (ovvero relativa ad uno specifico

compito visivo/attività lavorativa) è un parametro adimensionale definito come: m

E

E

U

min 0

=

(2) avendo indicato con Emin ed Em (espressi in lux) rispettivamente l’illuminamento minimo e

l’illuminamento medio sul piano di lavoro considerato.

Precisata l’area nella quale si svolge il compito visivo (Task Area), nella UNI EN 12464-1 vengono individuate due differenti aree attorno ad essa, per le quali sono fornite indicazioni relative all’uniformità di illuminamento:

l’area immediatamente circostante al compito visivo (Immediate Surrounding Area), costituita da una fascia di 0,50 m intorno all’area del compito visivo;

l’area di sfondo (Background Area), costituita da una fascia di almeno 3 m intorno all’area immediatamente circostante al compito visivo.

Con riferimento all’uniformità di illuminamento deve risultare (UNI EN 12464-1):

nell’area del compito visivo, il valore di U0 non deve essere inferiore al valore minimo

(U0)UNI riportato nella Norma in funzione del compito visivo/attività lavorativa svolti,

per un locale adibito a personale medico/infermieristico, nel quale si svolgano compiti visivi generici di lettura e scrittura deve risultare U0 ≥ (U0)UNI = 0,60;

nell’area immediatamente circostante al compito visivo, il valore di U0 non deve

risultare inferiore a 0,40, indipendentemente dal compito visivo svolto;

nell’area di sfondo, il valore di U0 non deve risultate inferiore a 0,10,

indipendentemente dal compito visivo svolto.

Si riportano i valori dell’uniformità calcolati negli scenari descritti per l’illuminamento in relazione al compito visivo:

(17)

106

1) Scenari 1, 2 e 3 relativi all’illuminazione artificiale (v. Tab.4.7).

Tab.4.7) - Camera di degenza: uniformità di illuminamento scenari 1-2-3

2) Scenari 4 e 5 relativi all’illuminazione naturale in data 13/05/2013 alle ore 14:40 (v. Tab.4.8).

Tab.4.8) - Camera di degenza: uniformità di illuminamento scenari 4-5 in data 13/05/2013 ID SCENARIO ID SUPERFICIE m E E U min 0= UNI EN 12464-1 VERIFICA 1 S1+S2+S3+S4 24 / 72 = 0,33 0,60 NO S5 50 / 63 = 0,80 0,70 SI S6 39 / 43 = 0,91 0,70 SI P2 17 / 67 = 0,25 0,60 NO 2 S1+S2+S3+S4 104 / 171 = 0,61 0,60 SI S5 219 / 231 = 0,70 0,70 SI S6 207 / 207 = 1 0,70 SI P2 112 / 169 = 0,66 0,60 SI 3 S1+S2+S3+S4 152 / 234 = 0,65 0,60 SI S5 348 / 381 = 0,91 0,70 SI S6 280 / 315 = 0,89 0,70 SI P2 140 / 203 = 0,69 0,60 SI ID SCENARIO ID SUPERFICIE m E E U min 0 = UNI EN 12464-1 VERIFICA 4 S1+S2+S3+S4 80 / 522 = 0,15 0,60 NO

Rapporto area di sfondo (ingresso S0)/Area compito visivo

45 / 522 = 0,09 0,10 NO

Rapporto area di sfondo (corridoio)/Area compito visivo

45 / 522 = 0,09 0,10 NO

S5, S6 150 / 225 = 0,67 0,70 NO

P1, P2 180 / 200 = 0,90 0,60 SI

5

S1+S2+S3+S4 410 / 1194 = 0,34 0,60 NO

Rapporto area di sfondo (ingresso S0)/Area compito visivo

260 / 1194 = 0,22 0,10 SI Rapporto area di sfondo

(corridoio)/Area compito visivo

80 / 1194 = 0,07 0,10 NO

S5, S6 750 / 1500 = 0,50 0,70 NO

(18)

107

3) Scenari 4 e 5 relativi all’illuminazione naturale in data 21/11/2011 alle ore 11:00 (v. Tab.4.9).

Tab.4.9) - Camera di degenza: uniformità di illuminamento scenari 4-5 in data 21/11/2011

Illuminazione dell’ambiente di lavoro

Il calcolo dell’illuminamento medio ambiente condotto con il Metodo dell’Illuminamento Medio Ambiente si presta ad una rapida determinazione di

E

m dovuto agli apparecchi di illuminazione installati nell’ambiente per le finalità dell’illuminazione generale. Il metodo è fondato sull’ipotesi che tutto il flusso luminoso emesso dagli apparecchi sia assorbito dalle superfici che delimitano l’ambiente.

L’illuminamento medio ambiente

E

m può essere determinato con la relazione: m L m a S N E ⋅ Φ ⋅ ⋅ = ν (3) ove:

N

è il numero complessivo di apparecchi di illuminazione installati nell’ambiente in esame;

ν

è il rendimento ottico dell’apparecchio;

L

Φ

è il flusso luminoso emesso dalla lampada (o dalle lampade) contenuta nell’apparecchio, espresso in lumen

( )

lm

, fornito in genere dal produttore delle lampade nelle informazioni tecniche relative;

S

è la superficie complessiva che delimita l’ambiente in esame (relativa al soffitto, alle

pareti verticali ed al pavimento), espressa in m2;

m

a

è il coefficiente medio di assorbimento luminoso delle superfici che delimitano

l’ambiente in esame.

Il rendimento ottico di un apparecchio di illuminazione è definito come:

L A

Φ

Φ

=

ν

con

Φ

A

( )

lm

flusso luminoso emesso dall’apparecchio. di illuminazione,

Φ

L

( )

lm

flusso

luminoso emesso dalla lampada (o dalle lampade) contenuta nell’apparecchio.

ID SCENARIO ID SUPERFICIE m E E U min 0= UNI EN 12464-1 VERIFICA 4 S1+S2+S3+S4 20 / 77 = 0,26 0,60 NO S5, S6 35 / 63 = 0,55 0,70 NO 5 S1+S2+S3+S4 142 / 294 = 0,48 0,60 NO S5, S6 320 / 787 = 0,41 0,70 NO

(19)

108

Il rendimento

ν

è un parametro adimensionale, di valore inferiore all’unità, generalmente fornito dal produttore dell’apparecchio nelle informazioni tecniche relative (abitualmente il

rendimento ottico di un apparecchio di illuminazione si trova espresso in percentuale). Il coefficiente medio di assorbimento luminoso delle superfici che delimitano l’ambiente in

esame, può essere calcolato con la relazione:

S a S a n n m ⋅ ∑ =

con

S

n (m2) area della n-esima superficie che delimita l’ambiente in esame,

a

ncoefficiente (medio) di assorbimento luminoso della n-esima superficie

S

=

S

n.

Nel caso di superficie opaca risulta ovviamente

a

n

=

1

r

n con

r

n coefficiente (medio) di riflessione luminosa della superficie in esame.

Si osservi che la relazione (3), nota che sia la destinazione d’uso dell’ambiente in esame (nel caso di compito visivo generico), può essere utilizzata per stimare preliminarmente il numero (N) di apparecchi di illuminazione necessari a soddisfare l’illuminamento medio richiesto: m L m a S E N ⋅ Φ ⋅ ⋅ = ν

Dalla letteratura tecnica specializzata (v. Appendice C) si ricavano i coefficienti di riflessione relativi alle colorazioni delle superfici. Attraverso la documentazione disponibile e opportuni riscontri visivi sono stati determinati i coefficienti di assorbimento mediante la relazione valida per le superfici opache:

pavimento ceramica r=0,40, a=0,60; pannelli controsoffitto r=0,70, a=0,30; pareti color crema r=0,70, a=0,30.

Si noti che i coefficienti di riflessione possono essere anche misurati in opera. Il coefficiente medio di assorbimento luminoso delle superfici che delimitano la degenza risulta pari a:

36 , 0 1 , 99 3 , 0 7 , 57 3 , 0 7 , 20 6 , 0 7 , 20 = ⋅ + ⋅ + ⋅ = ⋅ ∑ = S a S a n n m

Calcolo l’illuminamento medio ambiente (per i=1,2 con 1 per gli apparecchi a soffitto e 2 per la trave testaletto): lx lx a S N E m iL i i i m 331 300 36 , 0 1 , 99 7900 46 , 0 2 3600 63 , 0 2 2 1 ⋅ = > ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅ = ⋅ Φ ⋅ ⋅ ∑ = = ν

(20)

109

Disponibilita’ di luce naturale nell’ambiente di lavoro

In data 13/05/2013 alle ore 14:40 si ottiene il fattore medio di luce diurna, in assenza di ostruzioni (ε = 0,5) e per superfici vetrate verticali:

% 3 % 9 , 3 97 , 0 5 , 0 36 , 0 1 , 99 75 , 0 8 , 3 = > ⋅ ⋅ = Ψ ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ = ε m T g m a S t A FLD

Si veda anche il valore calcolato, dalle misure effettuate nello scenario 5 in data 21/11/2011 alle ore 11:00: % 3 % 5 , 3 8500 294 = > = = eo m m E E FLD

In entrambi i casi si ottiene un valore moderato del fattore medio di luce diurna per cui l’ambiente viene percepito come chiuso su se stesso nonostante soddisfi il requisito minimo del 3% per le degenze.

Valutazione dell’indice UGR per gli apparecchi di illuminazione generale

Considerando il compito visivo del medico che sta in piedi in prossimità di un letto degenze,

l’altezza dell’occhio dell’osservatore può essere posta pari a 1,6 m dal piano di calpestio. Si calcola la rimanente distanza tra l’occhio dell’osservatore e l’apparecchio di illuminazione:

m H

h

H = − O =3,00−1,60=1,40

Rapportando la grandezza trovata alle dimensioni del locale:

8 , 2 40 , 1 90 , 3 = = H X da cui X=2⋅H ; 4,7 40 , 1 60 , 6 = = H Y da cui Y=4⋅H

Considerando le particolari caratteristiche fotometriche di simmetria dell’apparecchio, la direzione di mira risulta indifferente e utilizzando la tabella riportata nella Scheda C.1 si ottiene UGR=25,9.

Essendo gli indici UGR indicati in tabella riferiti ad un flusso luminoso pari a 3600 lm, valore uguale a quello emesso dalle lampade, non si applica il fattore di correzione del flusso luminoso.

Considerando i 2 apparecchi installati con una interdistanza

( )

S di 2,6 m è possibile valutare il fattore correttivo di variazione della posizione dell’osservatore:

86 , 1 40 , 1 60 , 2 = = H S

ponendo S=2⋅H da cui si ricava +0,5≤k≤−0,9

(21)

110

Caratteristiche delle lampade

Le lampade installate negli apparecchi hanno resa cromatica maggiore di 80 per cui soddisfano il requisito della Normativa. La temperatura di colore ideale per un illuminamento di 300 lx da soddisfare deve essere 3200 K≤ TC ≤4700 K secondo il Diagramma

di Kruithof mentre per un illuminamento di 1000 lx da soddisfare deve essere TC ≥3600 K (v. Fig.4.7).

Nel locale in esame le lampade hanno temperatura di colore pari a 4000 K per cui i colori appaiono naturali.

Fig.4.7) - Camera di degenza: Diagramma di Kruithof

Colorazione superfici che delimitano l’ambiente di lavoro

Nella UNI EN 12464-1 vengono consigliati intervalli dei coefficienti di riflessione delle superfici che delimitano l’ambiente di lavoro. Per completezza in Tab.4.10 sono anche riportati gli intervalli suggeriti nella precedente versione del 2004 della UNI EN 12464-1.

(22)

111

Nella versione più recente della UNI EN 12464-1 vengono consigliate superfici più chiare delle precedente, fatta eccezione del valore massimo del coefficiente di riflessione del pavimento.

Nel contempo vengono consigliati intervalli più ristretti entro cui far variare i coefficienti di

riflessione, a eccezione del piano di lavoro o degli arredi presenti nell’ambiente. Inoltre dalla letteratura tecnica specializzata (v. Tab.4.10) si ricavano i coefficienti di

riflessione relativi alle colorazioni delle superfici.

Per ciascuna superficie che delimita l’ambiente di lavoro considerato risulta quanto segue: pavimento ceramica r=0,40 risulta 0,2≤r≤0,4

pannelli controsoffitto r=0,70 risulta 0,7≤r≤0,9

pareti color crema r=0,70 risulta 0,5≤r≤0,8

Manutenzione degli apparecchi di illuminazione

Si determina il coefficiente di manutenzione M (v. Appendice D) per gli apparecchi presenti nel locale.

Per la lampada fluorescente compatta di cui alla Scheda C.1 dell’Allegato C si ottengono i seguenti valori, per una durata di vita di 8000 ore:

87 , 0 = LLMF ; LSF=0,86 ; LMF=1 1 =

RSMF per un ambiente pulito in un intervallo inferiore di 0,5 anni

75 , 0 1 1 86 , 0 87 , 0 1=LLMFLSFLMFRSMF= ⋅ ⋅ ⋅ = M

Per le lampade tubolari fluorescenti di cui alla Scheda C.2 dell’Allegato C si ottengono i seguenti valori, per una durata di vita di 12000 ore:

90 , 0 = LLMF ; LSF=0,97; LMF=1 1 =

RSMF per un ambiente pulito in un intervallo inferiore di 0,5 anni

87 , 0 1 1 97 , 0 90 , 0 2 =LLMFLSFLMFRSMF= ⋅ ⋅ ⋅ = M

In prima approssimazione, trascurando la presenza di sporco sulle pareti dell’ambiente, il coefficiente di manutenzione

( )

M può essere valutato come prodotto di un coefficiente

( )

MF relativo al decadimento del flusso luminoso della lampada e di un coefficiente

( )

MP

relativo alla pulizia dell’apparecchio di illuminazione:

P F M

M

M = ⋅

Valori indicativi dei coefficienti MF ed MP possono essere ricavati da tabelle riportate nella

letteratura tecnica specializzata (Tab.4.11÷12).

(23)

112

Tab.4.11) - Valori indicativi del coefficiente MF

Tab.4.12) - Valori indicativi del coefficiente MP

Ricalcolando il coefficiente di manutenzione si ottiene per le rispettive lampade:

85 , 0 = F

M lampada fluorescente compatta

90 , 0 = P

M tipo di pulizia normale in ambiente pulito

77 , 0 90 , 0 85 , 0 1=MFMP = ⋅ = M 88 , 0 = F

M lampada fluorescente tubolare (testaletto)

95 , 0 = P

M tipo di pulizia frequente in ambiente pulito

84 , 0 95 , 0 88 , 0 2 =MFMP = ⋅ = M

Considerando il piccolo scostamento, nel seguito per gli scopi della presente Tesi, verrà sempre utilizzato il metodo rapido.

Disposizione degli apparecchi di illuminazione

Viene indicata come altezza utile

( )

hU l’altezza di installazione degli apparecchi, vale a dire,

la distanza tra il piano passante per il loro baricentro e il piano di lavoro (v. Fig.4.8). Con altezza di sospensione

( )

hS si intende invece la distanza tra gli apparecchi e il soffitto

dell’ambiente. Per h pari a zero gli apparecchi risultano installati direttamente a soffitto. S

(24)

113

Al fine di ottimizzare l’uniformità (media) di illuminamento (sul piano di lavoro considerato o nell’ambiente in esame), sono consigliati valori dell’interdistanza di installazione

( )

D in funzione dell’altezza utile

( )

hU tra apparecchi contigui espressi dalla relazione:

U U D h h ≤ ≤ ⋅ ⋅ 2 5 , 0

con una interdistanza degli apparecchi di illuminazione dalle pareti laterali dell’ambiente pari a D/2. Per ottenere una buona uniformità di illuminamento, la Commissione Internazionale di Illuminazione (CIE) suggerisce le seguenti relazioni:

U U D h h ≤ ≤ ⋅ ⋅ 1,3 5 ,

0 (per illuminazione diretta);

U U D h h ≤ ≤ ⋅ ⋅ 2 5 ,

1 (per illuminazione indiretta o mista).

Considerando che gli apparecchi per l’illuminazione generale sono montati a soffitto e che il piano di lavoro è posto ad una quota di 0,9 m si ottiene il valore dell’altezza utile:

m hU =3,00−0,90=2,10

Mediante la relazione per l’illuminazione diretta si ricava l’intervallo che viene confrontato con le interdistanze 1,05mD≤2,73m e si ha:

2 70 , 0 1 D m D = > D2 =2,60m<D

Le interdistanze dell’apparecchio di illuminazione rientrano nell’intervallo previsto. Efficienza energetica del sistema di illuminazione

L’efficienza energetica del sistema di illuminazione viene valutata con l’indice LENI (Lighting Energy Numeric Indicator). Per la camera di degenza si calcola il fabbisogno di energia necessaria al sistema di illuminazione (v. Appendice E):

P L W

W

W = +

Risulta quanto segue:

(

) (

) (

)

W PN = 2⋅2⋅26 + 2⋅58 + 2⋅2⋅18 =292 80 , 0 2 84 , 0 77 , 0 2 2 1 + = + = =M M M 90 , 0 2 80 , 0 1 2 1 = + = + = M FC 7 , 0 = O F ; tD =3000 h ; FD =1; tN =2000h

Si calcola il fabbisogno energetico necessario agli apparecchi di illuminazione:

920 1000 ) 2000 1 3000 ( 7 , 0 90 , 0 292 1000 ) ( = + ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ = + ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ = N C O D D N L t F t F F P W Wh /anno

(25)

114

Dai dati riguardanti la lampada di emergenza di cui alla Scheda C.5 risulta quanto segue: W

PPC =6 ; tY =8760h; tO =5000h; tem =12h

W Pem =4,80⋅1,20=5,76

Si calcola il fabbisogno di energia necessario all’alimentazione dei dispositivi di illuminazione di emergenza eventualmente presenti e ai sistemi di stand-by:

23 1000 12 76 , 5 ) 5000 8760 ( 6 1000 ) (t t P t P WP PC Y O em em = ⋅ + − ⋅ = ⋅ + − ⋅ = Wh /anno

Per i successivi casi di studio si potrà assumere il fabbisogno energetico per l’illuminazione di emergenza con un valore pari a 1 kWh/m2anno.

L’indice prestazionale relativo al fabbisogno energetico per illuminazione LENI è pari a:

46 7 , 20 23 7 , 20 920 = + ≡ + = A W A W LENI L P Wh m2anno /

(26)

115

4.2.2 - O.B.I. A DUE POSTI LETTO

Nel presente paragrafo sono riportati i risultati (cfr. Tab.4.4) delle verifiche inerenti la O.B.I. a due posti letto (letto 3-4).

Illuminamento in relazione al compito visivo

Si riportano per il locale in esame le superfici individuate (v. Tab.4.13).

Tab.4.13) - O.B.I. a due posti letto: superfici

ID SUPERFICIE DESCRIZIONE AREA SUPERFICIE (m2)

S0 Ingresso della camera 2,8

S1 Zona di passaggio degli utenti e del personale medico 8,8 S2 Spazio compreso tra il letto 3 e le pareti perimetrali 2,5

S3 Spazio compreso tra il letto 3 e il letto 4 2,2

S4 Spazio compreso tra il letto 4 e le pareti perimetrali 1,5

S5 Piano di lavoro costituito dal letto 3 1,8

S6 Piano di lavoro costituito dal letto 4 1,8

Nell’individuazione degli scenari illuminotecnici attuabili sono state effettuate misure (in data 13/05/2013 alle ore 15:00) in 2 scenari distinti (v. Tab.4.14).

Tab.4.14) - O.B.I. a due posti letto: scenari

ID SCENARIO DESCRIZIONE

1 Luce naturale con tendaggio chiuso 2 Luce naturale con tendaggio aperto

Si evidenzia che negli scenari considerati le misure sono state effettuate soltanto con

l’apporto della luce naturale sia con la tenda chiusa (scenario 1) che aperta (scenario 2). Il calcolo dell’illuminamento medio è stato eseguito per ogni scenario illuminotecnico

suddividendo il locale in zone omogenee, specificate di volta in volta (v. Fig.4.9÷10), e indicando le griglie e i punti di misura e le misure di illuminamento sulle pareti perimetrali verticali evidenziate. I risultati ottenuti sono riportati in Tab.4.15 (scenario 1) e Tab.4.16 (scenario 2).

(27)

116

Fig.4.9) - Suddivisione in zone omogenee O.B.I. a due posti letto - scenario 1

(28)

117

Tab.4.15) - O.B.I. a due posti letto: illuminamento scenario 1 SCENARIO 1

ID SUPERFICIE ALTEZZA DA TERRA (cm) E (lx) AREA SUPERFICIE (m2) Em (lx) UNI EN 12464-1 (lx) VERIFICA S0 20 30 2,8 167 100 SI S1 20 194 8,8 S2 20 400 2,5 S3 20 55 2,2 S4 20 40 1,5 S5, S6 90 92 1,8 92 300 NO P1, P2 150 97 1,8 97 300 NO

Tab.4.16) - O.B.I. a due posti letto: illuminamento scenario 2 SCENARIO 2

ID SUPERFICIE ALTEZZA DA TERRA (cm) E (lx) AREA SUPERFICIE (m2) Em (lx) UNI EN 12464-1 (lx) VERIFICA S0 20 170 2,8 650 100 SI S1 20 777 8,8 S2 20 1240 2,5 S3 20 350 2,2 S4 20 260 1,5 S5, S6 90 735 1,8 735 300 SI P1, P2 150 730 1,8 730 300 SI

Uniformità di illuminamento in relazione al compito visivo

Si riportano i valori dell’uniformità calcolati negli scenari descritti (in data 13/05/2013 alle ore 15:00) per l’illuminamento in relazione al compito visivo (v. Tab.4.17÷18).

Tab.4.17) - O.B.I. a due posti letto: uniformità di illuminamento scenario 1 SCENARIO 1 ID SUPERFICIE m E E U min 0 = UNI EN 12464-1 VERIFICA S1+S2+S3+S4 40 / 167 = 0,24 0,60 NO

Rapporto area di sfondo (ingresso S0)/Area compito visivo

30 / 167 = 0,18 0,10 SI

Rapporto area di sfondo (corridoio)/Area compito visivo 40 / 167 = 0,24 0,10 SI

S5, S6 65 / 92 = 0,71 0,70 SI

(29)

118

Tab.4.18) - O.B.I. a due posti letto: uniformità di illuminamento scenario 2 SCENARIO 2

ID SUPERFICIE

m E E

U0 = min UNI EN 12464-1 VERIFICA

S1+S2+S3+S4 260 / 650 = 0,40 0,60 NO

Rapporto area di sfondo (ingresso S0)/Area compito visivo

170 / 650 = 0,26 0,10 SI Rapporto area di sfondo (corridoio)/Area compito visivo 90 / 650 = 0,14 0,10 SI

S5, S6 470 / 735 = 0,64 0,70 NO

P1, P2 710 / 730 = 0,97 0,60 SI

Illuminazione dell’ambiente di lavoro

Dalla letteratura tecnica specializzata (v. Appendice C) si ricavano i coefficienti di riflessione relativi alle colorazioni delle superfici, per cui sono stati determinati i coefficienti di assorbimento mediante la relazione valida per le superfici opache:

pavimento ceramica r=0,40, a=0,60; soffitto colore bianco r=0,70, a=0,30; pareti color crema r=0,70, a=0,30.

Si noti che i coefficienti di riflessione possono essere anche misurati in opera tramite strumenti di misura quali il luxmetro e il luminanzometro. Il coefficiente medio di assorbimento luminoso delle superfici che delimitano la O.B.I. a due posti letto sarà pari a:

(

) (

) (

)

0,36 3 , 63 4 , 21 4 , 21 30 , 0 3 , 63 30 , 0 4 , 21 60 , 0 4 , 21 = + + ⋅ + ⋅ + ⋅ = ⋅ ∑ = S a S am n n

Calcolo l’illuminamento medio ambiente (per i=1,2 con 1 per gli apparecchi a soffitto e 2 per la trave testaletto): lx lx a S N E m iL i i i m 309 300 36 , 0 1 , 106 7900 46 , 0 2 3600 63 , 0 2 2 1 ⋅ = > ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅ = ⋅ Φ ⋅ ⋅ ∑ = = ν

Disponibilita’ di luce naturale nell’ambiente di lavoro

In presenza di ostruzione frontale costituita dal Padiglione E (v. Fig.4.11) si calcola il fattore finestra ε e il fattore medio di luce diurna FLD . m

Per 0,19 10 9 , 1 = = − L h H

si ha il valore di ε ≅ 0,4 da cui si ricava

% 3 % 5 , 3 97 , 0 4 , 0 36 , 0 1 , 106 75 , 0 6 , 4 > ≡ ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ = Ψ ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ = ε m T g m a S t A FLD

(30)

119

Si ottiene un valore moderato del fattore medio di luce diurna per cui l’ambiente viene percepito come chiuso su se stesso nonostante soddisfi il requisito minimo del 3% per le degenze.

Fig.4.11) - Sezione con vista dell’ostruzione frontale

Valutazione dell’indice UGR per gli apparecchi di illuminazione generale

Considerando il compito visivo del medico che sta in piedi in prossimità di un letto degenze,

l’altezza dell’occhio dell’osservatore può essere posta pari a 1,6 m dal piano di calpestio. Si calcola la rimanente distanza tra l’occhio dell’osservatore e l’apparecchio di illuminazione:

m H

h

H ≡ − O =3,00−1,60=1,40

Rapportando la grandezza trovata alle dimensioni del locale si ha:

8 , 2 40 , 1 85 , 3 = ≡ H X da cui X ≡2⋅H 8 , 4 40 , 1 70 , 6 = ≡ H Y da cui Y≡4⋅H

Considerando le particolari caratteristiche fotometriche di simmetria dell’apparecchio, la direzione di mira risulta indifferente e utilizzando la tabella riportata nella Scheda C.1 si ottiene UGR=25,9.

Essendo gli indici UGR indicati in tabella riferiti ad un flusso luminoso pari a 3600 lm, valore uguale a quello emesso dalle lampade, non si applica il fattore di correzione del flusso

(31)

120

luminoso. Considerando i 2 apparecchi installati con una interdistanza

( )

S di 2,75 m, è possibile valutare il fattore correttivo di variazione della posizione dell’osservatore:

96 , 1 40 , 1 75 , 2 = = H S

ponendo S=2⋅H da cui si ricava +0,5≤k≤−0,9

Il valore ottenuto è UGR=26,4>

(

UGR

)

UNI =19 superiore al limite indicato dalla normativa. Caratteristiche delle lampade

Le lampade installate negli apparecchi hanno le medesime caratteristiche di quelle della camera di degenza della U.O. di Ortopedia pertanto da quanto esposto i valori di resa cromatica e di temperatura di colore sono soddisfatti.

Disposizione degli apparecchi di illuminazione

Considerando che gli apparecchi per l’illuminazione generale sono montati a soffitto e il piano di lavoro è posto ad una quota di 0,9 m si ottiene il valore dell’altezza utile:

m hU =3,00−0,90=2,10

Mediante la relazione per l’illuminazione diretta si ricava l’intervallo che viene confrontato con le interdistanze 1,05mD≤2,73m e si ha:

2 60 , 0 1 D m D = > D2 =2,75m>D

(32)

121

4.2.3 - CORRIDOIO DEL CENTRO TRASFUSIONALE

Nel presente paragrafo sono riportati i risultati delle verifiche dei fattori di rischio illuminotecnico inerenti il corridoio del Centro Trasfusionale (cfr. Tab.4.4). Le misure sono state effettuate in data 13/05/2013 alle ore 17:30 (v. Fig.4.12).

Illuminamento in relazione al compito visivo

Si riportano per il locale in esame le superfici individuate (v. Tab.4.19).

Tab.4.19) - Corridoio del Centro Trasfusionale: superfici

ID SUPERFICIE INTERDISTANZA TRA GLI APPARECCHI (m) AREA SUPERFICIE (m2)

S1 1,2 11,5

S2 1,4 1,7

S3 1,9 4,6

S4 1,5 12,6

S5 1,4 6,7

Si consideri che nel percorso analizzato un apparecchio aveva entrambe le lampade fulminate. Si riportano le misure di illuminamento effettuate (v. Tab.4.20).

Tab.4.20) - Corridoio del Centro Trasfusionale: illuminamento ID SUPERFICIE ALTEZZA DA TERRA

(cm) E (lx) AREA SUPERFICIE (m2) Em (lx) UNI EN 12464-1 (lx) VERIFICA S1 20 120 11,5 82 100 NO S2 20 34 1,7 S3 20 48 4,6 S4 20 80 12,6 S5 20 54 6,7

Uniformità di illuminamento in relazione al compito visivo

Dai risultati precedentemente ottenuti si calcola l’uniformità di illuminamento che risulta inferiore al valore minimo richiesto dalla UNI EN 12464-1/2011:

40 , 0 24 , 0 82 20 min 0 = = ≡ < m E E U

(33)

122

(34)

123

Illuminazione dell’ambiente di lavoro

Dalla letteratura tecnica specializzata (v. Appendice C) si ricavano i coefficienti di riflessione relativi alle colorazioni delle superfici, per cui sono stati determinati i coefficienti di assorbimento mediante la relazione valida per le superfici opache:

pavimento in PVC di colore arancione r=0,35, a=0,65

pavimento in PVC di colore rosso r=0,25, a=0,75; controsoffitto colore bianco r=0,70, a=0,30; pareti color crema r=0,70, a=0,30.

Si consideri che le pareti hanno una superficie pari a 28,7 m2 rivestita in PVC arancione e i restanti 143,5 m2 con intonaco color crema. Il pavimento viene considerato per metà rivestito in PVC di colore arancione e per la restante di colore rosso.

Il coefficiente medio di assorbimento luminoso delle superfici che delimitano il corridoio del Centro Trasfusionale sarà pari a:

43 , 0 2 , 172 2 , 79 2 , 79 ) 30 , 0 5 , 143 ( 75 , 0 2 2 , 79 65 , 0 7 , 28 2 2 , 79 ) 30 , 0 2 , 79 ( = + + ⋅ +       ⋅ + ⋅       + + ⋅ = ⋅ ∑ = S a S am n n

Si calcola l’illuminamento medio ambiente: lx lx a S N E m L m 170 100 43 , 0 6 , 330 2400 84 , 0 12 > = ⋅ ⋅ ⋅ = ⋅ Φ ⋅ ⋅ = ν

Rapporti di luminanza nell’ambiente di lavoro

Si riportano i rapporti di luminanza ottenuti assumendo come direzione di mira principale

quella relativa alla porta finestra situata in fondo al corridoio (v. Tab.4.21, Fig.4.13÷14).

Tab.4.21) - Corridoio del Centro Trasfusionale: rapporti di luminanza SUPERFICI CONSIDERATE RAPPORTO DI LUMINANZA VALORE DI

RIFERIMENTO

VERIFICA

Pavimento/Sfondo finestra luce naturale

1 1 L L RL = 12 / 150 = 0,08 3 3 1 1 ≤ ≤ L L NO Pavimento /Soffitto 12 / 13 = 0,92 SI

Pavimento /Apparecchio di illuminazione

2 2 L L RL = 12 / 70 = 0,17 10 10 1 2 ≤ ≤ L L SI

Pavimento /Apertura luce naturale 12 / 480 = 0,03 NO

(35)

124

Fig.4.13) - Individuazione delle direzioni di mira per i rapporti di luminanza

Fig.4.14) - Individuazione delle direzioni di mira per i rapporti di luminanza

Valutazione dell’indice UGR per gli apparecchi di illuminazione generale

Gli apparecchi di illuminazione di cui alla Scheda C.3 hanno un valore di UGR inferiore a 19 rispettando il valore limite di 22 previsto dalla UNI EN 12464-1/2011.

(36)

125

Caratteristiche lampade

Le lampade installate negli apparecchi hanno resa cromatica maggiore di 80 per cui soddisfano il requisito della Normativa.

La temperatura di colore ideale per un illuminamento di 100 lx da soddisfare deve essere 2800 K ≤ TC ≤ 3100 K secondo il Diagramma di Kruithof.

Nel locale in esame le lampade hanno temperatura di colore pari a 3000 K per cui i colori appaiono naturali (v. Fig.4.15).

Fig.4.15) - Corridoio del Centro Trasfusionale: Diagramma di Kruithof

Colorazione superfici che delimitano l’ambiente di lavoro

Confrontando i valori del coefficiente di riflessione per ciascuna superficie che delimita l’ambiente di lavoro considerato con quelli riportati in Tab.4.10 risulta quanto segue:

pavimento in PVC arancione r=0,35 risulta 0,2≤r≤0,4

pavimento in PVC rosso r=0,25 risulta 0,2≤r≤0,4

controsoffitto bianco (a quota 240 cm dal pavimento) r=0,70 risulta 0,7≤r≤0,9

pareti con intonaco color crema r=0,70 risulta 0,5≤r≤0,8

Manutenzione degli apparecchi di illuminazione

Utilizzando il procedimento di stima rapida si ottengono i seguenti valori:

85 , 0 = F

M lampada fluorescente compatta;

95 , 0 = P

M tipo di pulizia frequente in ambiente pulito; da cui risulta: 81 , 0 95 , 0 85 , 0 ⋅ ≡ = ⋅ ≡MF MP M

(37)

126

Disposizione degli apparecchi di illuminazione

Poiché gli apparecchi per l’illuminazione generale sono incassati al controsoffitto e l’altezza dell’occhio dell’osservatore è pari a 1,6 m si ottiene il seguente valore dell’altezza utile:

80 , 0 60 , 1 40 , 2 − = ≡ U h m

Considerando la relazione per l’illuminazione diretta 0,5⋅hUD≤1,3⋅hU si ricavano l’intervallo per le distanze 0,40≤D≤1,04 e si confronta con le interdistanze:

2 30 , 0 1 D m D ≡ > D2 ≡1,20÷1,90m>D

Le interdistanze dell’apparecchio di illuminazione non rientrano nell’intervallo previsto. Efficienza energetica del sistema di illuminazione

Per il Corridoio del Centro Trasfusionale si calcola W =WL +WP Risulta quanto segue:

W W PN ≡12⋅2⋅18 ≡432 90 , 0 2 81 , 0 1 2 1 ≡ + ≡ + ≡ M FC 7 , 0 = O F ; tD =3000h; FD =1; tN =2000h

Si calcola il fabbisogno energetico necessario agli apparecchi di illuminazione:

1361 1000 ) 2000 1 3000 ( 7 , 0 90 , 0 432 1000 ) ( = + ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ = + ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ = N C O D D N L t F t F F P W Wh /anno

Si può assumere il fabbisogno energetico per l’illuminazione di emergenza con un valore pari a 1 kWh/m2anno.

L’indice prestazionale relativo al fabbisogno energetico per illuminazione LENI (Lighting Energy Numeric Indicator) è pari a:

1 1 2 , 79 4 , 1 = + ≡ + = A W A W LENI L P kWh/m2anno

(38)

127

4.2.4 - CORRIDOIO DI CONNESSIONE DEI PADIGLIONI H - F - I

Nel presente paragrafo sono riportati i risultati delle verifiche dei fattori di rischio

illuminotecnico inerenti il corridoio di connessione dei Padiglioni H-F-I (cfr. Tab.4.4). Le misure sono state effettuate in data 08/07/2013 alle ore 15:45 e si indicano con “ * ”

quelle fortemente influenzate dalla luce naturale.

Si riporta la pianta del corridoio di connessione evidenziando le aree che verranno riportate separatamente al fine di agevolare la lettura delle misure di illuminamento e di luminanza effettuate (v. Fig.4.16).

Fig.4.16) - Corridoio di connessione

Illuminamento in relazione al compito visivo

Per il locale in esame le superfici individuate sono indicate in Fig.4.17 con la disposizione degli apparecchi di illuminazione e di emergenza. Le superfici considerate e i risultati delle misure effettuate sono riportati in Tab.4.22÷23.

(39)

128

(40)

129

Tab.4.22) - Corridoio di connessione: superfici

ID SUPERFICIE DESCRIZIONE AREA SUPERFICIE (m2)

S1 Zona del corridoio relativa al Padiglione H 56,2 S2 Zona del corridoio relativa al Padiglione F fino alla sosta del

primo tratto della rampa

54

S3 Zona del corridoio relativa al Padiglione I partendo dal secondo tratto della rampa

66,5

Tab.4.23) - Corridoio di connessione: illuminamento ID SUPERFICIE ALTEZZA DA TERRA

(cm) E (lx) AREA SUPERFICIE (m2) Em (lx) UNI EN 12464-1 (lx) VERIFICA S1 20 117 11,5 1457 100 SI S2 20 129 1,7 S3 20 3669 4,6

L’aspetto generale di un ambiente interno è esaltato quando le caratteristiche strutturali, le persone e gli oggetti al suo interno sono illuminati in modo tale che forme e trame siano rivelati in modo chiaro e piacevole. Il modellato è il risultato dell’equilibrio tra illuminazione diffusa e direzionale attraverso il rapporto tra illuminamento verticale e orizzontale nei medesimi punti. Per una disposizione uniforme degli apparecchi di illuminazione il valore deve essere compreso tra 0,30 e 0,60 (UNI EN 12464-1). Con riferimento alla Fig.4.17 si riportano i valori dell’indice di modellato (v. Tab.4.24) in corrispondenza dei quali si è effettuata anche la misura dell’illuminamento verticale (v. anche Fig.4.18, Fig.4.20, Fig.4.23, Fig.4.24). Le misure dell’illuminamento verticale sono state prese, nel punto considerato, all’altezza del torace di una persona.

Tab.4.24) - Corridoio di connessione: indice di modellato (segue) ID SUPERFICIE O V E E UNI EN 12464-1 VERIFICA S1 68/125 = 0,54 60 , 0 30 , 0 ≤ ≤ O V E E SI 78/160 = 0,49 SI 93/95 = 0,98 NO 73/95 = 0,77 NO 170/160 = 1,06 NO S2 88/195 = 0,45 SI 55/90 = 0,61 NO 205/208 = 0,45 SI

(41)

130

Tab.4.24) - Corridoio di connessione: indice di modellato ID SUPERFICIE O V E E UNI EN 12464-1 VERIFICA S3 191/230 = 0,83 60 , 0 30 , 0 ≤ ≤ O V E E NO 182/14500 = 0,01 NO 162/980 = 0,17 NO 240/400 = 0,60 SI 890/980 = 0,91 NO 530/14500 = 0,04 NO

La luce diurna può introdurre nell'ambiente illuminato dei benefici che compensano gli effetti negativi di un più scadente modellato pertanto possono essere accettati dei valori che sono al di fuori dei limiti del modellato indicati.

Uniformità di illuminamento in relazione al compito visivo

Dai risultati precedentemente ottenuti si calcola l’uniformità di illuminamento (v. Tab.4.25).

Tab.4.25) - Corridoio di connessione: uniformità di illuminamento

ID SUPERFICIE

m E E

U0 = min UNI EN 12464-1 VERIFICA

S1 56 / 117 = 0,48 0,40 SI S2 55 / 129 = 0,43 SI S3 140 / 3669 = 0,04 NO S2/S1 129 / 117 = 1,10 0,40 SI S3/S1 3669 / 117 = 31,36 0,10 SI S2/S3 129 / 3669 = 0,04 0,40 NO S1/S3 117 / 3669 = 0,03 0,10 NO

Illuminazione dell’ambiente di lavoro

Dalla letteratura tecnica specializzata (v. Appendice C) si ricavano i coefficienti di riflessione relativi alle colorazioni delle superfici, per cui sono stati determinati i coefficienti di assorbimento mediante la relazione valida per le superfici opache:

pavimento in piastrelle di ceramica r=0,30, a=0,70;

pavimento in piastrelle di PVC di colore celeste r=0,30, a=0,70; pavimento in PVC di colore arancione r=0,35, a=0,65

controsoffitto colore bianco r=0,70, a=0,30; soffitto colore bianco r=0,75, a=0,25;

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